Recensioni per
Ombre strette nel raso verde
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 223 recensioni.
Positive : 223
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/08/20, ore 18:59

Non so bene come iniziare questa recensione. Devi sapere che ho un problema con la parola fine e rimanderei a oltranza le recensioni agli ultimi capitoli, sebbene siano le più attese (giustamente) e quelle che più meritano attenzione.
Ho letto questo capitolo di notte, a seguito degli altri due. Li ho letteralmente divorati, ammaliata dalle tue parole, trasportata dai tuoi personaggi, abitante dell'universo immaginifico cui hai dato vita. Anche questa fiaba, come le altre tue che ho avuto il piacere di leggere, è meravigliosa.
Te l'ho ripetuto non so quante volte, forse ne hai anche abbastanza di sentirmelo dire, ma sul serio credo che questa dimensione a metà tra il fiabesco e l'epico, che non rinuncia mai alla verosimiglianza dell'ambientazione e delle dinamiche, sia tua-tua, quella dove il tuo estro artistico si esprime al suo massimo potenziale, dove le tue emozioni si fondono a quelle dei personaggi e incantano noi lettori.
Sei un'autrice eccezionale e ogni volta che leggo qualcosa di tuo, che concludo un tuo racconto, mi chiedo perché a ospitarti sia una piattaforma amatoriale e non lo scaffale di una libreria. Hai creato dei personaggi tuoi e delle trame tue che non hanno nulla da invidiare a racconti originali. 
Non mi aspettavo questa conclusione, sebbene avessi iniziato a intuire che potesse esserci ben più di un destino comune tra la strega che incantò il conte e Loki e Sigyn. Ma non avevo capito l'entità di questo più, solo quando lei è tornata in sé l'ho intuito, guardandola muoversi con una consapevolezza vecchia di secoli e di troppe vite vissute. Non so dirti se mi abbia più intristita o fatta gioire. È un destino crudele il loro, ma al tempo stesso è il simbolo di un amore immortale.
Perché quelle divinità antiche e remote in fondo sono mortali, eppure (vedi? C'è sempre un eppure) il loro spirito non muore mai, né muoiono le passioni e gli amori che hanno nutrito. Loki non è nato per accontentarsi, la soddisfazione non è nella sua natura (chiunque ti legga lo sa bene) e dunque non può neanche arrendersi alla pace, donarla a se stesso e a Sigyn, legata a lui in una spirale di amore, dolore e morte, dove non possono fare altro che dimenticare tutto – in ogni singola vita – e ritrovarsi per dirsi addio.
Ho amato come sia riuscita a incastrare ogni singolo dettaglio, come il matrimonio in fretta e furia sia stato teatro di avvenimenti macabri, dove né l'amore passionale né quello fraterno ha potuto evitare il compiersi di una vendetta che ha schiacciato in primis il vendicatore stesso.
Meriteresti altre mille parole, ma credimi se ti dico che non riesco a dare un ordine ai miei pensieri, perché ho amato tanto, ma veramente tanto, questa storia. Porterò con me Ombre, le sue ambientazioni, la sua epoca, i suoi personaggi, il suo sapore fiabesco invaso dai toni dell'epica (meraviglia!). Ma soprattutto porterò con me, ancora una volta, l'amore totale e immortale che unisce i tuoi protagonisti.
Per una volta, è stato bellissimo ammirare il destino stretto tra le dita della dea della fedeltà. Tutto ha avuto un senso: la perspicacia di Sigyn, il suo essere intimamente e inevitabilmente attratta da Loki, il suo essere oltre i costumi della sua stessa epoca. Sigyn è sempre stata se stessa e l'altra: dea e mortale, viva e anima del passato, perché è in lei che è ancorato il Valhalla che potrebbero abitare se solo lui accettasse la fine – non è nella sua natura, lo sa lei, tu, noi. È così.
Complimenti, hai scritto un racconto stupendo, posso solo ringraziarti di averlo condiviso con noi.
Un abbraccio, a presto!

Nuovo recensore
31/08/20, ore 15:59

Wow, sono qui per lo scambio!
Che dire questa storia ha dell'incredibile, tu secondo me non sei autrice da EFP, scrivi troppo bene per stare qui, nel senso, dovresti davvero pubblicare qualcosa di tuo, perché sei divina.
Adoro l'ambientazione vittoriana, la cura dei dettagli, tutto mi ha immersa nell'ambientazione.
E anche se è il primo capitolo ho già iniziato ad avere il sentore dei piccoli riferimenti al famigerato Barbablù.
Non ho la più pallida idea di come proseguirà la storia, ma hai gestito i personaggi in maniera eccelsa e sembra quasi di stare dentro a un film.
Se dovessi darti un voto ti darei un dieci pieno in ogni singolo aspetto.
Se proprio dovessi trovare il classico pelo nell'uovo, direi solo che non avrei usato quel "no, bugia" un po' troppo colloquiale per il tono dei personaggi, che un po' spezza il discorso, ma è assolutamente una sottigliezza e più un gusto personale.
Secondo me sei magnifica dovresti davvero pubblicare un romanzo, se già non l'hai fatto con qualcosa di tuo e personale, perché veramente penso tu abbia un grosso talento.

Recensore Master
31/08/20, ore 12:55

Ed eccomi anche qui.
Questo capitolo mi ha lasciata col fiato sospeso sino alla sua conclusione.
Lungo l'intera lettura mi sono chiesta se fossimo o meno giunte al punto di rottura, se per questi due sventurati amanti fosse giunta la fine nella più macabra delle circostanze. Al pari di Loki, non ho mai creduto che Sigyn lo colpisse, ma mi sono chiesta se potesse perdonarlo, questo sì.
È il momento di grande verità tra i due e come ogni volta resto ammaliata da Loki impenitente, che senza più maschere l'asseconda e le racconta la verità – dopotutto, pur essendo il dio dell'inganno, sa quando è ormai inutile mentire, sa riconoscere un vicolo cieco e anziché implorare salvezza attacca e la conseguenza è che sono sempre gli altri a sentirsi con le spalle al muro. È un tratto di Loki, questo, che tu riesci sempre a mettere in evidenza con una maestra unica: il tuo Loki è senza pietà e senza freni, è uno stratega che sa e ama manipolare, che nonostante si dica incapace di accontentarsi riconosce ogni singolo limite al solo scopo di valicarlo.
Tutto questo letteralmente esplode in questo capitolo, dove lui riesce ad andare oltre la (giusta) nausea di Sigyn, il suo istinto che le comanda di non fidarsi più e di non accettare una proposta di matrimonio pronunciata da labbra che, se non l'avessero amata, l'avrebbero uccisa senza pensarci due volte.
Impietoso e crudele e quasi orrifico il loro confronto sull'ipotetico futuro di Sigyn, infatti, se solo lui non si fosse perdutamente innamorato di lei. Eppure – con questi due c'è sempre un eppure – lei non può davvero fuggirgli, perché neanche l'istinto di sopravvivenza può nulla contro l'amore senza tempo e senza spazio che nutre per lui, contro un destino che li ha voluti incatenati l'una all'altro – esistono solo se sono insieme.
Forse qui, in queste righe, qui dove emerge tutto l'orrore del piano architettato da Loki e Laufey, emerge anche l'enormità di questo amore su cui si articola l'intero racconto. Un amore che è così forte da non farsi scalfire da nulla, neanche dall'inganno che fagocità la fedeltà.
Mi è piaciuta tanto anche la consapevolezza di Sigyn, il suo aver sempre saputo che ora le esplode tra le mani, ora che ha le prove di tutto ciò che ha solo ipotizzato nei capitoli precedenti, ora che può dire a se stessa di aver sul serio voluto accontentarsi di bugie pur di essergli accanto – è come se Loki per lei valesse tutto, persino la propria vita.
In tutto questo, il padre di Sigyn continua a essere la figura forse più drammatica del racconto, e in questo capitolo – complici le rivelazioni di Thor, che non smetterà mai di rimettere insieme i cocci rotti dal fratello – ho apprezzato tanto la verosimiglianza storica della sua reazione. Per quanto faccia storcere il naso, è purtroppo vero che una giovane donna nelle condizioni di Sigyn all'epoca fosse considerata perduta e che neanche l'amore di un padre fosse in grado di andare oltre e accettarne l'errore. Uno spaccato crudele tanto è verosimile (ma non mi stupisco, in questo racconto tutto è storicamente accurato!).
Arrivando a Laufey, vorrei tanto che si rassegnasse, ma non sarebbe un folle se lo facesse. Hai descritto il suo tormento, il suo odio e la sua ossessione meravigliosamente, concludendo il capitolo con una minaccia di fine che si abbatterà su un amore forse troppo unico per sopravvivere a un mondo di egoismi.
Mi ripeto, ma la tua scrittura è meravigliosa e questa storia è un gioiello, non posso fare altro che dirti bravissima.
A presto!

Recensore Master
30/08/20, ore 16:14

CI SONO! Scusa il ritardo, ma veniamo subito a noi e a questo capitolo pieno di colpi di scena, primo tra tutti la (quasi)morte di Sigyn. Che no, non è il vero e proprio colpo di scena, era stato già annunciato in abbondanza nel capitolo prima e ormai era davvero questione di tempo perché lei si accasciasse – e grazie per averlo fatto tra le braccia di Loki, che bell’immagine che sei riuscita a costruire in quel solo paragrafo.
La vera sorpresa sta nella rivelazione del “piano”. O di quello da parte di Laufey, perché immagino Loki ne abbia uno tutto suo ora che si è reso conto di amare a sua volta Sigyn.
L’introduzione di Laufey comunque mi è piaciuta molto, lui che vuole diventare mentore di Loki per vendicarsi contro Odino, lui che da alchimista diventa orco, a richiamare il gigante che è nei film e nel mito. Ma in generale ho apprezzato davvero tutti i richiami che sei riuscita a buttare qua e là, mi è piaciuto per come li hai inseriti con attenzione, non certo buttandoli a caso, ma ragionando su quanto potessero legarsi ai personaggi e alla storia che stai raccontando. E ti dirò, per quanto mostruoso sia Laufey, un po’ a me è piaciuto anche per questo.
Un po’ meno invece mi piace scoprire che il suo intento è quello di piegare la povera Sigyn ai suoi desideri, prendendosi lei perché non ha potuto avere la madre. Ah, cane! è_é
Anche se da una parte, si potrebbe dire che è stato merito suo se Loki ha deciso di avvicinarsi proprio a lei, visto come abbia iniziato col tempo ad infatuarsi della ragazza. E tra l’altro: “a forza di raccontarla, era rimasto incastrato nella sua stessa rete di parole.” quando ho amato questa frase e, in generale, quell’intero paragrafo in cui Loki racconta al professore della ragazza e facendolo se ne innamora a propria volta. D’altronde è un così bravo oratore che non c’è da stupirsi se lui per primo si innamori di ciò che racconta XD

Di fatto a questo punto la mia curiosità è tutta sul povero destino che avvolge Sigyn e su come Loki potrà o meno trovare il modo di salvarla dalle grinfie di Laufey e, al contempo, averla per sé com’è giusto che sia. L’intera prima parte, in cui la ragazza vacilla e poi cade e si ritrova sul punto di morire – e chissà che già non sia morta, come fa ben notare Loki a fine capitolo – mi ha tenuta in agonia sino alla fine, e davvero mi dispiace per lei che si è ritrovata nel mezzo di questo “esperimento”, usata dal duca ed eppure innamorata di lui, della sua astuzia e del suo carisma.
Anche il titolo di questo capitolo mi piace molto e mi chiedo se sia riferito alla parte in cui il nome di Sigyn, al ritorno dalle Indie, viene pronunciato troppe volte sulla nave che ospita Loki.

In ogni caso, ancora complimenti per un altro capitolo che mi ha lasciato stupita e col fiato in sospeso. Alla prossima!

Recensore Master
30/08/20, ore 10:36

E la tragedia annunciata si conferma qui, in tutta la sua, magnifica, pena; nei suoi tormenti e nello struggersi di questi due che mi piacciono sempre più.
Avevi detto in effetti che non era una AU, e qui lo confermi in pieno, rivelando, per bocca di Sigyn, la dea della fedeltà, ciò che il lettore ha già parzialmente accarezzato nel precedente capitolo: ovvero un eterno ritorno all'uguale di due anime che si inseguono, si rincorrono, si amano per poi inevitabilmente perdersi, e rivivere poi, in un'altra vita, lo stesso di quella precedente. Una tematica che io personalmente adoro e non mi stancherei mai di leggere, e che ha numerosi punti di contatto anche con le mie storie (cosa che infatti mi ha fatto immedesimare di più in questo tuo bellissimo racconto).
Che sarebbe finita male, purtroppo, l'avevo già capito nello scorso scorso capitolo per come lo avevi imbastito. Pregustavo già il finale e non ne sono rimasta affatto delusa.
L'irrequietezza, il senso di oppressione e di qualcosa di imponderabile che sta per succedere si percepisce già nelle prime righe prima del matrimonio, ancora prima che Laufey spari il colpo che colpirà Loki, ferendolo abbastanza gravemente da non dargli speranze di vita, ma permettendogli altresì di continuare ad agire.
Due parole su Laufey: pur essendo un personaggio patetico, irritante a volte, ha un suo perché, devo ammetterlo, il ruolo di cattivo gli calza a pennello, ancora di più perché lo accosti a Loki, simile in tutto per tutto a lui, con la differenza che quest'ultimo viene amato indipendentemente dalla sua malvagità, dal suo lato oscuro, mentre a Laufey ciò non è concesso. E il lettore capisce, ne capisce l'invidia, la comprende... ecco, non direi che simpatizza per lui, ma almeno si avvicina a lui, capendo il motivo delle sue scelte. Un po' pena lo fa costui...
Menzione anche a Thor, che pur avendo un ruolo marginale, è ben riuscito. Soccorre il fratello e lo aiuta nell'impresa e ha un che di solenne in tutto questo, perché malgrado le divergenze, malgrado l'onore e il disonore, alla fine, i due fratelli si aiutano, ed è una cosa che adoro sempre moltissimo. :)

Insomma, quindi. una long che ho apprezzato moltissimo e che mi ha fatto emozionare più volte, il tutto sempre condito dal tuo stile di scrittura che è sempre molto scorrevole e giustamente ricercato. Usi termini che non si leggono propriamente ovunque, questo non certo solo qui, in questa storia, ma anche nelle altre tue fic che ho letto. E' una cosa che ti ho già detto più volte, ma che tengo a ripeterti, perché sei veramente brava :)
Che dire, spero di continuare a leggerti qua e là, non mi stancherei mai dei tuoi scritti e di Loki e Sigyn <3
A presto, e perdona l'incommensurabile ritardo! :)

Recensore Master
29/08/20, ore 16:22

Danza macabra! Fin dal titolo mi hai catturata, lo ammetto, e il mio sottofondo è passato da "Epic Videogame Soundtracks" all'omonimo poema sinfonico di Saint-Saëns.
Ma bando alle ciance, questo capitolo è stato a dir poco intenso, tra fughe d'amore che non sono fughe d'amore, confronti che non sono confronti e l'onnipresente minaccia di un futuro cupo e solo momentaneamente scampato.
Ma andiamo con ordine: vedere Sigyn viva e in piedi, a inizio capitolo, ha riacceso un poco le mie speranze, anche se rimango guardinga... Loki vuole di certo risparmiarle la sorte impostale da Laufey, ma quali congetture personali sta portando avanti? Non è uomo da fare nulla per nulla, questo lo sappiamo bene.
Un dettaglio che ho apprezzato molto è la ricorrente immedesimazione di Sigyn nella sacerdotessa danese che ha colpito la sua fantasia: la vedo come una manifestazione del suo desiderio di libertà, un rivendicarla tramite qualcuno distante nel tempo e nello spazio che però la spinge sempre più verso la parte più oscura e ribelle di se stessa – fomentata da Loki, ovviamente.
Anche il suo conflitto interiore è stato molto interessante: comprendo l'osticità di rendere credibile un personaggio appartenente a un'altra epoca, con altri valori in relazione alla vita. Pur dimostrando una vena d'intraprendenza in più rispetto allo "standard" della donna Vittoriana, Sigyn rientra comunque nei canoni; nel senso che li infrange conscia di farlo, sentendosi in colpa per questo e per la sua quasi remissività nei confronti di Loki – che però ama.
E adesso attendo lumi su questa profanazione della tomba... questo , che è romantico! :D Scherzi a parte, mi piace come, con ogni capitolo, vai ad aggiungere uno o più dettagli in più, andando a ricostruire pian piano tutta la successione di eventi che ha portato Sigyn a indossare questo fatidico abito avvelenato.
Carissima, io per oggi mi fermo qui, ma non temere: tornerò alla carica, ansiosa di leggere il finale, che si prospetta già una pugnalata in pieno cuore pienamente nel tuo stile <3
Un bacio al pistacchio,


-Light-

Recensore Master
29/08/20, ore 16:19

Ed eccomi anche qui, a continuare la lettura perché, sinceramente, voglio sapere dove andrà a parare tutto questo. In precedenza hai sparso indizi inquietanti e questo capitolo non fa che confermarli, tessendo una rete di inganni e oscuri piani attorno a Sigyn e alla sua unica colpa di rassomigliare la madre. E aggiungo che l'iniziare una storia con una morte annunciata (riferimento a Marquez volutissimo) è un passo rischioso, da un lato, ma estremamente accattivante dall'altro, che spinge solo a voler continuare la lettura. Pur sapendo che, da come è descritta, questa morte è materiale, vera e non fittizia, non si può fare a meno di sperare che Sigyn vi scampi.
L'entrata in scena di Laufey non me la sarei mai aspettata, non in modo così incisivo, e attendo di conoscere i risvolti della sua ossessione per la madre di Sigyn, anche questi decisamente imprevisti, e che stuzzicano la mia curiosità.
Di tutto ciò, poi, mi colpisce particolarmente la figura di quest'ultima: è pur sempre la tua Sigyn, ma più contorta, più "in bilico", se mi passi l'espressione, più propensa a cadere nel baratro oscuro offerto e promesso da Loki. Più gotica, insomma, in linea con l'ambientazione in cui la muovi, e adoro il modo in cui plasmi i personaggi al contesto in cui si muovono.
I trascorsi di Loki come alchimista e quasi-stregone richiamano la sua abilità canonica col seiðr, tracciando una connessione forte con l'universo d'origine (parallelo? Qui esistente? Ho notato l'avvertimento AU, ma riferito unicamente alla Soulmate... quindi io mi insospettisco, forse errando, ma ti conosco...)
Visto il cambio d'intenti finale di Loki, mi chiedo come evolverà il tutto, e in primis quale sarà la reazione di Laufey...
Corro al prossimo, in ansia, ma irrimediabilmente stregata,

-Light-

Recensore Master
29/08/20, ore 16:17

Avevo detto che avrei aspettato la conclusione della storia per gettarmi da queste parti, ed eccomi qui!
Partiamo dal presupposto che l'epoca Vittoriana mi affascina enormemente, quindi vedere Loki e i nostri muoversi nella Londra dell'epoca mi intriga non poco. Tutti gli elementi sono al loro posto: pioggia battente, balli d'alta società, viaggi oltreoceano nelle Vecchie e Nuove Indie... e ovviamente gli eccessi, che siano l'oppio orientale o i riti oscuri dei bayou della Louisiana (ogni volta è d'obbligo pensare a True Detective, e ho l'impressione che l'atmosfera relativa a quei luoghi non si discosterà più di tanto – quindi attendo impaziente!)
Loki, pur trasfigurato, è pur sempre Loki: incurante degli sguardi che gli si posano addosso, figlio "scartato", oscuro nel cuore e negli affari che intraprende. Sempre in lotta col destino, anche, e sempre pronto a farsene beffe... come, stavolta?
Gli accenni alla morte imminente di Sigyn punteggiano il capitolo come un presagio nefasto e, conoscendo il concetto alla base della storia, non possono che allarmarmi. Mi è balzato all'occhio, in particolare, l'uso della definizione "Regno dei Morti" al posto di "Inferno", o "Hel"... riferimento al voodoo? Ad altro? Non so, ma ti tengo d'occhio *inserire Fury che fa sguardo minaccioso*
Altre prime impressioni di primo acchito: Sigyn risulta fiera e non intimorita da Loki, come sempre; Thor, invece, in questo caso mi ha sorpresa nel suo ruolo effettivamente responsabile e "degno".
Finora, ci sono tutti i presupposti per degli sviluppi coi fiocchi... quindi continuo con fiducia la lettura <3

-Light-

Recensore Master
29/08/20, ore 15:05

Buongiorno cara, quanto tempo! Troppo oserei dire, che piacere approdare nuovamente sul tuo profilo. Non essendo nuova alle reinterpretazioni d’incanto che fai delle fiabe più conosciute, ho deciso di leggere questo tuo progetto completo. Vengo catapultata in un’altra dimensione, un altro mondo, altro secolo: l’atmosfera avvolge calda, ha sapore di anni passati, di tradizioni d’altri tempi, di intrighi, malefici, di perdite di sé e d’amori che non possono essere vissuti liberamente. Soprattutto per chi, come la protagonista, fa parte di un ceto sociale altolocato. Gli occhi puntati addosso costantemente, le avances di un uomo che ha fama d’essere un sopravvissuto dei viaggi oltreoceano – di cui si sanno e si dicono le cose peggiori naturalmente – e un fratello protettivo e per nulla in accordo con questo scambio di sguardi e parole sono un buon metodo per farmi capire come il tutto debba essere vissuto nel modo più celato possibile, così da non rientrare tra le malelingue dell’altà società locale. Come Loki attenda di vederla e come cerchi d’essere scostante nei suoi confronti è decisamente in linea con il carattere che mi aspetterei da un personaggio simile, così canonico, così coerente. Sigyn vorrebbe essere meno posata, composta, vorrebbe lasciarsi andare conscia del ricordo del tempo passato assieme ma noto che l’unico momento in cui può permettersi di parlare come desidera è lontano da tutti. La sensazione sa proprio di gente che aspetta solamente di diffondere voci diffamanti su qualsiasi cosa le accada attorno, mi sembra tutto così falso e soffocante (proprio come le reazioni e le parole del fratello di lei, ipocrita come il mondo di cui fa parte).
Alterni questa accezione negativa che molti hanno del protagonista all’alto nome della famiglia di cui è erede assieme al fratello Thor, nome antico e riconosciuto come nobile per gesta, posizioni, per temperamento e per conquiste sociali. Insomma, l tutto si controbilancia in una figura all’apparenza infida e negativa, che invece ha sapore di ingannatrice e furba ai miei occhi. Quale sarà il destino di Sigyn, innamorata di lui tanto da potersi concedere in sposa se MAI, mai lui lo chiedesse… quale destino per una donna intrappolata in quei canoni di perfezione di due secoli fa fatta di apparenza, bugie, di apparire? Sono assolutamente curiosa di scoprire quali intrighi caratterizzeranno questa tua minilong dal sapore affascinante, misterioso, raccontato con il tuo stile costruito su un linguaggio avvolgente e particolareggiato, ricercato nelle sensazioni di mostrare racconti senza tempo e voci antiche. Leggerti è immergersi in terre lontane, come farsi trasportare in mondi che sono esistiti e che ora appartengono a libri scomparsi da tempo. Il testo è musicale, scritto impeccabilmente, steso con delicatezza, ed è sempre piacevole. Sei una garanzia nella scrittura cara, spero di aver ancora occasione di venire qui e continuare la lettura. Alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
29/08/20, ore 12:59

Ciao, Claudia!
È sempre meraviglioso tornare tra queste pagine, leggere i tuoi Loki e Sigyn, che in ogni universo e dimensione sono sempre fedeli a loro stessi, alle caratterizzazioni che hai studiato e voluto per loro, a un amore che è narrato dall'universo tutto e da cui non possono fuggire.
Ti confesso che ho concluso la lettura, vogliosa di sfoltirla sul serio, questa lista di storie che mi aspetta da troppo – e di tuo ho veramente tanto da leggere, mi piacerebbe col tempo recuperare ogni tua parola –, motivo per cui mi sforzerò di non fare spoiler sui capitoli successivi, ma di commentare il tumulto di emozioni di ognuno di essi a tempo debito.
Ancora una volta, apprezzo tantissimo la Sigyn di questo racconto. È una donna giovane, curiosa, estremamente intelligente, che continua a porsi le giuste domande con la consapevolezza di accontentarsi di risposte tronche, che negano la parte peggiore della tragedia di cui è protagonista. Ammetto che in alcuni punti ho quasi sperato che mettesse Loki con le spalle al muro, ma al contempo temevo questo momento, perché sapevo che sarebbe stato l'inizio della fine, che lei avrebbe rischiato di essere perduta per sempre nell'istante in cui lui le avesse tributato ogni goccia di verità.
Eppure.
Quei solo che, quelle frasi tronche che rimpieno la tua storia sin dal primo capitolo, avrebbero dovuto farmi intuire che non fosse tutto così lineare, che quando a scontrarsi sono la Fedeltà e l'Inganno c'è sempre altro altro che va persino oltre la menzogna stessa, altro celato tra miti e monili antichi, che Sigyn tiene stretti a sé nella totale inconsapevolezza di cosa significhino sul serio.
A colpirmi molto in questo capitolo è stato Loki. Se già nei precedenti capitoli la sua intelligenza svelta e spietata lo ha indotto a non sottovalutare Laufey e il suo folle desiderio di possesso, in questo capitolo mi è parso quasi spaventato – non letteralmente, non potrebbe essere, ma come perseguitato da un presagio a lui stesso ignoto, da un sentore di pericolo non riconoscibile consciamente e non interpretabile. La sua ansia di sposarla in fretta e furia, di agire, è come se tradisse la sensazione di avere un'ombra calata sul capo, di essere in realtà già oltre il tempo massimo, di aver condannato se stesso e lei nel tentativo di salvarla da un destino peggiore della morte stessa. Ciò nonostante, non perde mai il suo contegno, la sua lucidità, né la passione che lo spinge tra le braccia di Sigyn e conduce entrambi in terreni fatti di abbracci, baci, tutto purché esista tra loro.
La scena conclusiva, con Sigyn che oltrepassa quella soglia e scopre più di quanto possa sopportare, è terribile.
Non avrei mai creduto che potesse puntargli un'arma contro, ma lo trovo emblematico del suo stato d'animo, di quanto sia sconvolta e preda del terrore di aver sbagliato tutto e per sempre. Mi è parso che quel sentore di pericolo sia scivolato da Loki a lei, e che li abbia ingabbiati entrambi.
Come sempre, sono incantata.
A prestissimo, un abbraccio!

Recensore Master
28/08/20, ore 16:31

Oh, santo cielo, ma adesso com'è che si dovrebbe fare per scrivere una recensione sensata a questo finale splendido (splendido, davvero, e doloroso, e commovente, e al tempo stesso luminoso, perché nonostante tutto quella luce che barbaglia sulle acque dei fiordi io me la tengo stretta, strettissima).
Ma insomma, ora giuro che ci provo.
Innanzitutto, dici che il capitolo è lungo il doppio di quanto lo sono di solito i tuoi, ma durante la lettura non me ne sono resa minimamente conto: ho cominciato a leggere senza riuscire a staccarmi, e mai ho avuto la sensazione o l'impulso di voltarmi indietro e guardare quanto avessi già letto e quanto mancasse alla fine. Perché il tuo stile è sempre una carezza, un'onda dolce che avvolge e ti trascina fino in fondo, coinvolgendoti completamente e non lasciandoti scampo. Mi sono piaciute tantissimo, poi, il ritmo e le atmosfere che hanno scandito questo capitolo: c'è una solennità nei toni, un senso di ineluttabile che permea ogni istante, ogni momento, dilatando anche i momenti più tesi in una dimensione che sembra avere la fine già scritta addosso. E in questa dimensione sospesa si collocano tutti quei tasselli che finalmente trovano il proprio posto, andando a unire i vari dettagli che hai disseminato nei capitoli precedenti e assumendo un significato molto più ampio, dove il racconto si espande e viene ad assumere una dimensione precisa. È come se, in questo contesto, l'intera narrazione avesse preso il respiro ampio e solenne delle leggende e dei miti: è qualcosa che tu sai fare benissimo, traendone il meglio, e che a maggior ragione si amalgama in maniera praticamente perfetta al contenuto della storia.
La rielaborazione della fiaba, poi, è stata splendida: mi piace sempre moltissimo la tua capacità di leggere attraverso le fiabe, di utilizzarle davvero come archetipi, come matasse di concetti che costituiscono un nucleo essenziale che poi nel tuo racconto rimane fedele a sé stesso, e al tempo stesso si piega in maniera impeccabile al contesto e ai personaggi.
Ho amato davvero molto come hai scelto di concludere tutto: sono stata con il cuore in gola dall'inizio alla fine del capitolo, non riuscendo a rassegnarmi all'idea che la storia potesse avere un finale tanto tragico (e non ce l'ha, in un certo senso). Ho apprezzato davvero tanto come questo capitolo, in un certo senso, si costruisca attraverso dei cerchi concentrici concettuali che si concatenano, portando pian piano il lettore (e i personaggi) a una presa di coscienza che mi ha stupita e fatta completamente innamorare. La morte è un elemento fondante di tutta questa storia, ma il modo in cui hai continuato a richiamarla, giocando su domande dalla difficile risposta, parlando di leggende, di dei che hanno vissuto sapendo di dover morire, di stregoni che hanno giocato una partita più grande di loro, e di figure antiche e avvolte nel mistero in grado di accarezzare quella linea che divide la vita dalla morte è stupendo. Perché è quasi un presagio, ma lo è in modo molto naturale (anche perché l'epoca in cui hai scelto di ambientare questa storia è forse una delle epoche storiche in cui maggiormente si è vissuti con la morte, con usanze che a noi ora sembrano macabre e vagamente inquietanti), e alla fine la rivelazione conclusiva in qualche modo questo velo lo solleva, finalmente.
Mi è piaciuto tantissimo come certi elementi siano tornati e abbiano finalmente assunto tutta la portata che da subito promettevano di avere: il significato dietro quella pietra al collo di Sigyn è stupendo ed è assolutamente perfetto.
Una delle scene che mi sono piaciute di più e che ho trovato più d'impatto è quella in cui ci stacchiamo in un certo senso dalle vicende di Loki e Sigyn per andare a conoscere i pensieri di questa donna capace di avvertire – a volte solo per denaro e per inganno – le vibrazioni della vita e della morte. È un elemento di trama che hai saputo gestire in maniera sopraffina (la conosciamo già questa seduta spiritica che non ha mai avuto luogo: ha già avuto la sua importanza, ma qui le cose si ribaltano completamente). E il fatto che sia proprio in questo modo che noi lettori possiamo cominciare a scorgere il disegno finale è davvero bellissimo.

Insomma, questa storia è un vero e proprio gioiellino, è curatissima e ha così tante chiavi di lettura che un po' mi sento in difetto, perché ho paura di non essere riuscita a coglierle tutte, e di non averle colte nel modo che avrebbero meritato.
Ma è stata una lettura bellissima, di cui ti ringrazio infinitamente.
Bravissima!

Recensore Master
26/08/20, ore 13:14

Tesoro, eccomi qui su questa storia (pian piano, te lo dico fin da subito, scambio o meno completerò anche Solo un accordo) che, come tutte le tue storie, sa di capolavoro.
Punto primo: posso avere anche io un abito come quello di Sigyn? *-*
E se non è troppo disturbo vorrei anche un Loki tutto mio. Sì, lo so che è un pazzo, scapestrato, prepotente, pericoloso uomo, ma mi piace. Immagino sia un problema, giusto?
Tornando a noi, al capitolo e alla storia. Inizio decisamente intrigante che, ovviamente, spinge a leggere di più, ma tu hai detto che sarà una minilong e io non voglio che finisca, quindi mi sa che me la centellinerò picchiandomi le mani ogni volta che mi verrà la voglia di leggere oltre.
Ambientazione cupa, sensuale, fuligginosa direi. Mi piace, moltissimo. Soprattutto perchè tu sei bravissima a scriverne (non solo di quest'ambientazione, sei bravissima in generale, ma questa mi piace in modo particolare, non so perchè).
L'attrazione - palese - tra Loki e Sigyn c'è fin dall'inizio, quasi fossero due calamite capaci di attrarsi e, soprattutto, di escludere tutto il resto del mondo. Sono bellissimi, anche se i toni che permeano questo capitolo danno tutta l'impressione che non sarà qualcosa di buono e romantico a legarli.
Ci sono astio e timore e voglia di rivalsa che riempiono la stanza. C'è il rapporto complicato tra Thor e Loki (ma va? Non l'avrei mai detto), reso perfettamente. C'è il rapporto, complicato ma con altre tinte meno fosche, tra Loki e Sigyn (che sì, me li fa shippare nonostante la chiusura di capitolo).
Adoro le tue descrizioni, la tua capacità di portarmi nei luoghi e tra le persone che dipingi senza, ma te l'ho già detto a proposito di altre storie, risultare mai pesante/ridondante/sciapa. Ho sentito la stoffa del vestito sulla pelle, le mani di Loki sulla vita e vorrei tanto poter essere lì, a struggermi d'amore per un nobile che non mi degna d'uno sguardo semisdraiata su un divanetto con in mano una coppa di champagne (sì, ho un mood decisamente malinconico oggi, un po' alla Emma Bovary, ma senza nè adulteri nè la quantità di insulti rivolti a un inesistente Charles).
Come Sigyn, ho il cuore stretto da mille lacci neri e auguro a lei (e a me, in un certo senso) di riuscire a liberarsene il prima possibile. Intanto però la guardo fremere ai tocchi leggeri e quasi di circostanza di Loki e non riesco a non pensare che l'amore, alla fine della fiera, vale tutti (o quasi) i tormenti che regala.
Concludo qui questa recensione porgendoti i miei più vivi e sinceri complimenti. Cara Shilyss, spero che quello che ti ha spinta a pubblicare ora questa storia ti abbia lasciato respirare, che le cose vadano per il meglio e che tu stia bene, sempre pronta a sfornare simili meraviglie.
Un bacio grande e a presto, L.

Recensore Veterano
25/08/20, ore 22:59

Carissima Shilyss,

Sappi che sto combattendo contro me stessa per lasciare andare questa storia.  Oh, l’ho letta, l’ho riletta, ne ho amato ogni singola parola, e poi sono andata a rispulciarmi i giri di frase preferiti; quelle pagine e  quelle atmosfere che mi hanno lasciato una suggestione speciale; e gli altri arpioni narrativi, le suggestioni, che si tingono di una nuova compiutezza alla seconda lettura, nella luce del finale, quando le somme sono state tirate, tutti i nodi sono venuti al pettine, tutto è compiuto. Eppure, sedermi qui a lasciarti un pensiero conclusivo su questo tuo delizioso lavoro ha un quid di finale, rende quel “fine” in calce definitivo, reale, almeno per questo giro sulla ruota della vita – scegli tu se quella delle tradizioni religiose passate o orientali, o col kitsch d’ordinanza (per cui propendo io) quella della canzoncina del Re Leone. XD Scriverti qualcosa  di relativamente unitario e complessivo – ahimè, temo di dover rinunciare in partenza alla vana illusione di riuscire ad essere coerente –  mi forza tuttavia ad emergere da quella suggestione, che ho ritrovato qui, di continuità, di ciclicità, di un eterno ritorno scritto a fuoco nel fato e, forse, anche un po’ nella volontà. Mi piace quando la morte – con il luogo oltremodo classico della morte degli amanti – ha un sapore di lieto fine, che resta addosso come una promessa di cui ci si fida. È una morte, è una fine, speranzosa; è solo un altro capitolo, ce ne saranno molti altri, ma intanto si tirano le somme di un percorso, di un racconto nel racconto più grande che lo racchiude, in cui le pagine si perdono, ma non si confondono. Forse tutto l’amore – quello epico, quello che valga la pena di raccontare e di farsi raccontare, senza belletti superflui, ma dove l’assolutezza è la sostanza – è così, o dovrebbe esserlo: come un respiro cosmico, un prendere ed un lasciare il fiato, magari trattenendolo un pochino, per un momento profondo fin dove arrivino i polmoni. Però, la ruota, per questa storia, ha compiuto la sua rotazione; ci sono altre storie, ci saranno altre storie – spero tante, perché quello che scrivi è tutto così bello! – , ma per ora il giro si ferma qui e devo fermarmi anch’io a contemplarlo nel suo ultimo moto e nel compimento. E forse è questo che mi mette malinconia, infinitamente di più della tragedia amorosa che si è consumata, perché non sa affatto di tragedia, ma di una risoluzione pulita, piena di potenziali nuovi ed inesplorati – e che finale più lieto potrebbe mai esserci della pura possibilità di un nuovo inizio che preservi la costanza delle cose più amate, in un modo o nell’altro? Insomma, ho amato moltissimo questa storia, in tutti i suoi aspetti: nella caratterizzazione dei personaggi, inclusi i comprimari che circondano questi due meravigliosi piccioni, dando spessore ed una verità, una realtà vissuta al contesto, al mondo in cui si muovono; nell’accuratezza storica, ricca di echi letterari, che dà una qualità dettagliata, visiva e quasi tattile, a quello spazio definito dalla posizione dei personaggi nel mondo; nella tua prosa, corposa ma fluida, che scorre via così piacevolmente; nella ricchezza concettuale e tematica dei tuoi contenuti, sottesi alla trama e che la integrano così splendidamente. Questa storia è un gioiellino di equilibrio e di misura.

Il finale di partita non è mai scontato: i giochi sono fatti, sì; tutti i movimenti possibili sono già piazzati, aspettano solo di essere eseguiti; ma l’esecuzione, quella è una questione delicata, che è facile affrettare una mossa, infilarsi in un angolo. La tua esecuzione e la tua chiusura rimangono impeccabilmente eleganti. Il progetto stesso è impeccabilmente elegante: è una fiaba gotica e non è assolutamente AU, per niente. È radicata nel mito. Presuppone il mito.  Ingloba il mito. Sarebbe un piacere già solo come idea seminale, quelle che rimangono nella mente del Creatore (niente, perdonami, in questi giorni sto facendo una scorribanda non particolarmente desiderata nell’alto e medio medioevo ed ho dunque queste cose piantate in testa ventiquattr’ore su ventiquattro);  ma l’attuazione è una meraviglia. Tiri con grazia tutti i fili che devono essere tirati; e quei nodi sui cui avevi portato l’attenzione, o che avevi anche solo lasciato intuire, li sciogli in un modo che dà tanta soddisfazione a chi legge.

Io sono una donna frivola che si sofferma sulle cose di contorno, un po’ per partito preso, un po’ perché il contorno è fondamentale per inquadrare la portata principale. Dunque mi ero molto gongolata nel Branduardi a far la spina dorsale delle epigrafi di questa storia – sì, tiro sotto Branduardi anche la Commedia (che il Poeta non me ne voglia!), ché appena l’ho vista lì mi è partita in testa la versione musicata. Eppure, l’inizio e la fine, i tue capitoli caporali di quella che è la storia d’una vita, una delle tante che si ripetono a vivere questo amore, hanno ben ragione di avere una demarcazione diversa, per segnare la presenza di uno stacco, fosse anche solo quello tra il silenzio e la narrazione. Poi, banalmente, a me quella canzone piace molto. E, soprattutto, al di là del gusto personale, si adatta splendidamente ed oggettivamente al contenuto. Sia perché i piccioni non scappano, nossignore, ma vanno a sposarsi (‘sto matrimonio si aveva da fare! Grazie della soddisfazione! <3 ) e stand their ground, come si dice da quel lato della Manica. Sia perché c’è un disegno più grande sullo sfondo, il laccio del fato cui non si può scappare. E forse è proprio così che gli dèi di Asgard non hanno neppure provato a fuggire il proprio destino al vaticinio della Völuspá. E chissà, forse, ogni autentica profezia è di quelle che si compiono da sé, o che risultano in una constatazione di fatto, anche se il fatto è futuro – e che differenza ci sarebbe, allora, tra una profezia ed una condanna? Forse, tra arroganza e saggezza non c’è poi troppa differenza, né a conti fatti, né nella sostanza.

È tante cose, questa storia; e riesce ad esserle tutte magnificamente, senza pecca. È un romanzo d’amore; è un romanzo d’epoca; è il romanzo della ricerca – ora lo sappiamo: della condanna – di una conoscenza assoluta, che in fondo non è altro che un’assoluta conoscenza di sé, echeggiando il γνῶθι σεαυτόν classico – mediterraneo, certo, ma indoeuropeo abbastanza da prestarsi bene anche per i nostri cugini del nord. Romanzo di una vita tra le vite, romanzo epico, continuo ad avere ancora che sia anche un romanzo di formazione – e la formazione, forse, non si raggiunge, non si compie, se non con la morte. L’uccisione del padre – qui spirituale, intellettuale, il che forse è anche meglio, se possible – è necessaria, dovuta, inevitabile; e contribuisce a quest’impressione, o almeno io me ne convinco ancor di più perché sono una pessima lettrice. Indubbiamente, è una storia di Fedeltà, che trascende tutto, la vita, il fato; che è l’ossatura dell’amore. Gli dèi dei nostri avi, in fondo, sapevano incarnare le pure assolutezze della natura umana, finendo con l’essere più umani degli uomini; ed in un certo senso era quello il punto.

Ti avevo già detto di quanto mi sia piaciuta la caratterizzazione di Laufey, nel necessario raffronto con Loki e con il fu Odino – qui vero padre, ma anch’egli mago e alchimista, per quanto redendo, anch’egli ossessionato dalla morte, dal bisogno di scoprirne i segreti? E mi chiedo se anche Odino, se anche Laufey, non siano spiriti vaganti, ciascuno nel proprio ciclo, nella propria cerca, al pari di Loki e Sigyn.

Diamine, mi piace finanche la caratterizzazione della madre di Sigyn, che entra in scena come null’altro che un ricordo, il fantasma che si vorrebbe evocare, ed è così vivida, così brillante, in così poche parole. E mi piace che la medium abbia uno scorcio tutto suo, un piccolo ritorno, per confermare i dubbi ed i sospetti che il lettore già aveva: non è una digressione e serve ad espandere, ad approfondire, l’atmosfera. Tutti coloro che muovi sulla scena hanno una loro credibilissima realtà: sono personaggi fatti e finiti, che convincono chi legge.

Potrei sdilinquirmi ancora per pagine e pagine su questa storia, sui dettagli di questo capitolo (parliamo dell’accuratissima pistola che s’inceppa? Che altro potrebbe fare, con tutto quell’umido un’arma di quell’epoca? XD) e sulle questioni di ampio respiro attraverso l’intera storia. Ma temo di essermi già dilungata oltre i limiti della decenza e non vorrei annoiarti troppo, dopo che tu mi hai intrattenuta così piacevolmente in questi mesi. Potrei spendere pagine e pagine a sdilinquirmi su singoli giri di frase, su come siano ben cesellati, su come il loro significato affondi come un macigno nella mente o nel cuore di chi legge. Il giro di frase che qui mi porto a casa: L’immaginazione è una creatura strana, è un drago che spesso si avvolge nelle sue stesse spire creando mondi possibili, aprendo porte affacciate sulle scelte che non abbiamo fatto. Bellissimo, verissimo ed evocativo.

Grazie di aver scritto e condiviso questa storia meravigliosa. <3

Al prossimo giro di giostra,

Sherry

Recensore Master
25/08/20, ore 22:59

Carissima Shilyss,
 
iniziare questa recensione è ben più difficile di quanto potessi mai immaginare. Ho letto quest’ultimo, immenso, capitolo ieri sera con un groppo alla gola e il cuore che pian piano si spezzettava sempre più, parola dopo parola. Ero talmente immersa nel tragico destino di Loki e Sigyn da aver scordato di tenere d’occhio l’orologio, che quando mi sono risvegliata dai tuoi mondi una volta arrivata al punto finale mi sono accorta con disappunto di dover già uscire (ed essere anche in ritardo come mio solito) e non potermi fermare a scrivere una recensione. Forse è stato meglio così, perché non sono certa di cosa avrei potuto scriverti a caldo, appena terminata la lettura di un capitolo tanto denso e con il cuore e la testa ancora in subbuglio per tutto quello che sei stata in grado di evocare, per i fili che hai intrecciato insieme e che qui vedevamo finalmente tutti uniti a comporre la trama di questi due destini indivisibili. Per cui ci provo ora a lasciarti un piccolo segno di tutto l’apprezzamento e l’ammirazione che ho per questa storia, e lo faccio con ancora gli occhi lucidi per la seconda rilettura appena ultimata.
 
E allora provo ad andare con ordine, sperando di non lasciare solo un commento sconclusionato.
C’eravamo lasciti con Laufey appostato nei pressi della chiesetta in cui Loki stava portando Sigyn per il matrimonio improvvisato, ed è lì che ci ritroviamo, anche se dalla parte dei due amanti in cerca di una – disperata – via di salvezza dai piani del vecchio alchimista. Questi primi attimi si aprono con il racconto del Ragnarok, con la morte delle divinità nordiche e Asgard in fiamme, l’ennesimo – perché ne hai disseminati molti, nei precedenti capitoli – eco di quello che è il cuore delle vite di Loki e Sigyn in questo racconto. La prospettiva della morte di entrambi mi aveva già sfiorata in precedenza, e i ragionamenti sulle divinità morte, sul loro sapere di questo destino funesto che pende loro sul capo e non volerlo – o poterlo – comunque fuggire, non hanno fatto che puntare ancora una volta in quella direzione. Eppure… eppure devo ammettere di averci sperato in alcuni punti, contro ogni lucido ragionamento che potessi fare, davanti alla pistola inceppata di Laufey, all’arrivo di Thor, al prete e al cocchiere in cerca di un medico per Loki, a Loki e Thor soli con Laufey – due contro uno, qualche spiraglio di possibilità che cercavo di trovare –, in quei momenti un piccolissimo spiraglio di luce cercava di farsi spazio. Credo fosse dettato dal moto d’affetto che ormai nutro per i tuoi personaggi, per la vita che hai saputo dare loro e in particolare per questa storia che mi è proprio rimasta dentro, perché a dispetto di tutti questi sentimenti trovo che il finale che hai dato alla storia sia perfetto. Incarna in modo sublime quello che è il tema portante di tutta la trama, questa ricerca della conoscenza sulla morte, che poco alla volta ci hai presentato sin dal primissimo capitolo, e che è il motore scatenante di tutta la vicenda. È una storia che si era aperta con presagi di morte, con una Sigyn che sapevamo dai pensieri di Loki dover morire avvolta in un abito verde, ed è una storia che si chiude con la morte di due corpi e il ricongiungimento di due anime.
Ho trovato – spero di non dire sciocchezze e sbagliarmi, nel caso perdonami – un parallelismo con una tua altra fic su di loro che ho avuto modo di amare: se là, costretti a reincarnarsi e amarsi e soffrire ogni volta per effetti del Tesseract, avevamo un Loki che alla fine ricominciava a ricordare quello che erano, quello che erano stati, qui è Sigyn che in punto di morte, quando Laufey ha compiuto il suo terribile rito, ricomincia a ricordare le mille vite trascorse prima e chi erano in origine. Forse è semplicemente così che deve funzionare nelle Soulmate!AU (ho giusto capito le basi leggendo le tue storie, non ho mai approfondito questo mondo), ma leggere mi ha riportato subito alla mente “Un’altra volta ancora”.
E quindi, parlando di questa Sigyn che ricorda e un Loki che invece non conserva memoria di quel che sono stati, ma è lei a sussurrargli all’orecchio del loro amore che si insegue da secoli, del loro destino già scritto che li vuole vedere soffrire se ingabbiati in corpi mortali a Midgard – prigione scelta per non cedere il passo alla Signora –, ho amato la sorta di “contrappasso” (perdonami l’uso del termine) che segna Loki, affamato di conoscenza – per non dire tormentato – e che invece è maledetto a non sapere mai chi sia in realtà, cosa è venuto prima. Ho trovato questa tua scelta narrativa davvero perfetta per le atmosfere e i toni – oserei dire quasi “mistici” – della tua storia, una scelta che è riuscita a dare vita a un Loki tormentato, bruciato dalla sete di sapere in maniera a tratti spaventosa, e che per questa sete ha trovato la morte.
Ultima ma non per importanza, la storia del conte e della strega pagana. Ne sono rimasta affascinata dalla primissima menzione che ne hai fatto, ma vedere come sei stata in grado di calarla nella storia, renderla indizio determinante per il dipanarsi della matassa mi ha ammaliata oltre ogni dire. C’è qualcosa di veramente meraviglioso nella creatività che nutre queste trame e nella minuzia con cui riesci a costruirle, non lasciando mai nulla al caso e curandone ogni singolo dettaglio. Sono trame degne di un libro, e non ci si stancherebbe mai di sentirsele raccontare dalla tua voce da scaldo.
 
Ho amato tutto, davvero, ho avuto i brividi a ogni frase e le lacrime agli occhi per buona parte di questo capitolo, ho tremato dal gelo insieme alla donna che teneva le sedute spiritiche e visto scivolare via la vita dai corpi di Loki e Sigyn. Ho amato il tuo stile – ma quello si ama sempre – e amato questa storia: grazie, grazie di averla scritta e condivisa.
Noi ci risentiamo presto, sto pensando di iniziare “Ha i capelli d’oro degli Æsir”!
 
Un grandissimo abbraccio e a presto,
Maqry.

Recensore Master
25/08/20, ore 15:36

Carissima Shilycosa al sugo di lepre, il mio preferito.
Volevo iniziare in maniera cazzona, perché sei la prima recensione che lascio dopo il mio ritorno dalle ferie, ma la verità è che non si può. Non si può perché se dovessi usare un termine di paragone per definire questo finale, direi che è una freccia d'oro avvelenata che si conficca nel cuore e che non sai da dove viene; sai solo che è letale, e ti lascia lì ad aspettare e fissare il vuoto cosmico, che qualcuno ti restituisca l'anima. Quella che hai spezzato mentre mi trascinavi giù nel baratro di questo finale per cui dovrei odiarti ma in verità lo amo. Lo amo, perché dà tutte le risposte che mi servivano, "risolve" tutti i personaggi, alla fine, ha una morale, ha un obiettivo che viene ragiunto ma, soprattutto, questa storia è la cosidetta "Ironia della sorte". Ma andiamo con ordine.

Prima di tutto mi faccio un applauso da sola per non aver dimenticato della famosa seduta spiritica, daje forte! Lo sapevo che c'era qualcosa che coinvolgeva un personaggio e sinceramente avevo pensato un po' a tutti i partecipanti, non specificatamente a Sigyn e invece era lei, ammantata dalle ombre, a quanto pare il destino che ha dovuto abbraccia per molte, moltissime vite. Sono sincera, avevo subodorato che poteva avere a che fare con le reincarnazioni, ma credimi non in questo modo. In questo modo non è scontato e più che reincarnazioni come le conosciamo tutti, queste sono carte messe in gioco che portano la partita sempre verso lo stesso finale: la consapevolezza d Sigyn e Loki che vive in un loop dove il suo peggior incubo lo vede morire: la non conoscenza. La non conoscenza di tutto; o meglio, la non conoscenza di chi è lui. Un personaggio come Loki come può vivere con questo cruccio? Come può vivere all'idea che ha passato l'esistenza alla ricerca del sapere assoluto, ma che poi scopre di non sapere quanto vorrebbe. Non abbastanza. Forse niente, in quella vita mortale.
Non saprai mai chi sei, né chi sei stato: e non conoscere, per te, è il peggiore dei tormenti. l'ho amata questa frase, e ho amato Sigyn più di tutti, in questa storia. Il lavoro che hai fatto di descrizione del suo cambiamento è sbalorditivo: la nostra ragazza curiosa, intelligente, delicata e fragile (in quell'unica vita dove è solo una mortale comunque destinata ad amare Loki. Il suo Loki) che, al risveglio è completamente diversa, saggia, austera, colma della conoscenza, della sapienza, date dalla vita lunga che le pesa addosso... ma è l'amore che spiazza, l'amore per lui, che ha vissuto in una strega che ha ammaliato ed è stata ammaliata, o tutte quelle altre donne che in quelle infinite vite prima di questa. La supplica di Sigyn a Loki di lasciarsi andare, di tornare ad essere il dio degli inganni, il suo dio degli inganni, senza dover soffrire ancora, in altre mille vite, destinati ad arrivare sempre lì, a quel punto, e vedersi morire per poi attendere ancora. Mio dio... co', tu lo sai che mi devi un cuore nuovo? Mi si è stretto attorno ad un elastico di spine, quindi non sarebbe opportuno che tu ti prendessi un po' di responsabilità? Eh?


Non so che altro dire; tutto segue un filo. un filo di trama che viene tirato, che pian piano smonta le cuciture e rivela, dietro il drappo, i tradimenti fatti per amore, le debolezze, il marcio di chi vuole tutto e lo vuole immediatamente ma... ho adorato un'altra cosa, che hai messo in chiara luce e spero di non aver preso una tegola ma... viene spesso detto che Laufey e Loki sono simili, mentore e allievo, di certo entrambi alla ricerca del sapere assoluto, ma il gesto di Loki che fa scudo a Sigyn lo pone su un piano diverso e lo rende migliore, umano, ma non OOC perché mentre la protegge pensa a mille modi, alle armi che ha in possesso, alla pistola nella carrozza. Questo è caratterizzare bene un personaggio complesso, un antieroe capace di proteggere, amare, sacrificarsi per il prossimo, ma allo stesso tempo non dimenticare le sue capacità e lasciar marciare il cervello per risolvere ogni cosa, anche ciò che lo riguarda. Questo fa di Loki un personaggio, nelle tue mani, curato e mosso in maniera ineccepibile, come sempre. Non ho dubbi, ma è così, e a mio parere va ribadito fino allo sfinimento, se necessario ♥
Ci hai dato tutto, co'. Un matrimonio, l'amore, il dolore, la morte, il risveglio, l'eternità e l'immortalità. Tutto converge in un finale bellissimo, che ha il solo difetto di porre fine ad una storia che ho amato ♥
Un abbraccio cosetta internazionale, e grazie per i feels e per avermi spaccato il cuore. Tanto lo sai che mi piace, specie come lo fai tu, no?? XD
Ti si lovva, sei unica ♥
Mirycosa che sta a fa la colla, ti giuro sto a fa la colla!!