Recensioni per
La Luce al tramonto
di MaxT

Questa storia ha ottenuto 154 recensioni.
Positive : 154
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/09/21, ore 08:55

Ciao carissimo^^
Phobos sta continuando a lavorare per riuscire ad ottenere e mantenere il trono di Meridian. Attendo con ansia il momento: un mondo dove si cerca di mescolare ogni etnia con le altre per evitare conflitti razziali mi fa venire i brividi!
A parte ciò, sono descritte benissimo tutte le manovre che mirano ad allontanare i dignitari favorevoli alla Regina e a sostituirli con gente di fiducia di Phobos.
Molto bello, e anche molto amaro, il lungo flashback sul tentativo della Regina di ottenere un'erede da un terrestre. Per una persona di Meridian, un terrestre dev'essere qualcosa alla stregua di un criceto: carino, che campa una manciata di anni, senza telepatia nè altro. Una cosettina da spupazzarsi per un po' e via.
Come sempre, tutto descritto ottimamente, si sente l'atmosfera di tensione crescere di capitolo in capitolo.
Complimenti e alla prossima!

Recensore Master
14/09/21, ore 08:56

Ciao^^
le cose cominciano a complicarsi decisamente. Dal malaugurato esperimento di Phobos, sembra che tutto abbia preso una china discendente sempre più ripida.
Il principe in effetti ha rivelato quali sono le sue vere intenzioni e la visione di sangue della sorella di Galgheita sembra indicare quando e in che modo esse si concretizzeranno. Interessante il discorso sulla responsabilità degli indovini, mi fa venire in mente un personaggio del libro di Palahniuk "Survivor": era una veggente infallibile, ma quando avvisava di sfighe incombenti non veniva creduta e anzi veniva accusata di voler fare dell'allarmismo, per cui lei aveva smesso di avvisare la gente, che quindi regolarmente finiva malissimo!
Mi sono ritrovato a leggere lo "spiegone" del viaggio nel tempo con interesse: l'hai reso così bene che quasi quasi quando arrivo a casa prendo un bicchiere e quattro specchi e comincio gli esperimenti!
Complimenti come sempre, a presto!

Recensore Master
13/09/21, ore 10:06

Ciao^^
oddio che casino. Nell'ultima parte del capitolo mi sentivo imbarazzato per Phobos...
Sembra che il principe da una parte cerchi ancora l'approvazione della madre, mentre dall'altra sia deciso a subentrare al posto suo e la consideri come un ostacolo da eliminare.
Il ritratto della regina mi ha ricordato l'istantanea che si fa Sarah Connor, la protagonista femminile del primo Terminator, quando si ferma alla stazione di servizio, alla fine del film (ma poi quella stessa foto si vede all'inizio, trale mani di John Connor).
In tutto questo, si manifesta la doppiezza mellilfua di Jonatludr, che secondo me sta pesantemente giocando col fuoco e non so se se ne sia reso pienamente conto.
Come al solito bravissimo, i tuoi capitoli sono appassionanti!

Recensore Master
10/09/21, ore 09:24

Ciao^^
il Principe Phobos comincia a manovrare per prendere il potere. Prima cosa, come la Storia insegna, impadronirsi dei servizi segreti. Il comandante dei suddetti viene destituito, e al suo posto ci va un uomo di sua fiducia.
Per capire bene l'importanza della faccenda di Ludmoore e della villa mi manca forse qualche elemento, ma la trovo scritta molto bene e in modo assai suggestivo. La tua Miriadel che finge di dipingere mi ricorda la famosa spia tedesca Annemarie Lesser, che fu soprannominata "Mademoiselle Docteur" perché nel corso di una missione si finse pittrice e del suo travestimento faceva parte anche un paio d'occhiali (siamo nel 1914 e all'epoca le persone con gli occhiali erano perlopiù intellettuali).
Mi è piaciuto anche il "servo gobbo" di Phobos, a metà fra il servilismo e la spavalderia, che tenta di fare il grosso ma fa solo la figura dello scemo.
Ottimo capitolo come sempre, è un piacere leggerti!

Recensore Master
09/09/21, ore 11:45

Ciao^^
parteggio spudoratamente per il principe Phobos, sappilo. Lo dipingi come un uomo di carattere, determinato e ambizioso. Uno che alla fine vuole raggiungere gli obiettivi che si è prefisso con le sue forze, e non grazie a una magia che gli scorre nelle vene per puro privilegio dinastico.
Paragonata a lui, la regina è calcolatrice, dice mezze verità per accaparrarsi favori, sfrutta e manipola. È ben lontana dall'immagine di bontà e desiderio di fare il bene del suo popolo che vorrebbe fornire al mondo.
Tutto lo zuccheroso intermezzo della bambina che si lamenta di non poter entrare nel giardino (zuccheroso per tua scelta, ovviamente, non è un critica) è abilmente sfruttato dalla regina per accaparrarsi favori, mettendo il figlio in cattiva luce.
Un ottimo capitolo, sei sempre bravissimo!

Recensore Master
08/09/21, ore 14:32

Ciao^^
come avevi giustamente previsto, apprezzo molto il personaggio di Phobos. Questo sarebbe destinato per nascita e rango a fare il fuco, restando per sempre nell'ombra di una sorella-moglie-regina in confronto alla quale non sarà niente: non c'è da stupirsi che non accetti il suo destino. Peraltro, appartiene a una dinastia ormai indebolita, punteggiata di figli morti in culla, senza ambizioni se non quella di portare avanti un regno pacifico e tranquillo.
Non so come fosse nel cartone animato originale, ma tu gli hai dato una dignità da personaggio shakespeariano, anche quando riflette sulla possibilità di sposare un'eventuale sorella e la paragona all'unico amore della sua vita.
Come sempre complimenti, a presto!

Recensore Master
07/09/21, ore 10:59

Ciao carissimo^^
Nemmeno la magia può prolungare la vita in eterno, nemmeno essa dura per sempre. La regina giunge a questa dolorosa consapevolezza quando il suo sposo la abbandona, ormai sfinito e non più risanabile dalle arti curative della guaritrice.
Fin qui il capitolo ha un tono struggente, malinconico, che ben si adatta alla consapevolezza di un grande potere che sta nonostante ogni sforzo giungendo alla fine.
Subentra poi il principe Phobos, che a differenza dei genitori è portato a sfidare le tradizioni secolari e a riprendere addirittura l'usanza dei re del passato, ovvero fovernare con la forza e le guerre. La madre si oppone, forte di antiche profezie e di una bambina che rivela di portare in grembo, ma qualcosa mi dice che il nostro principe non si rassegnerà così facilmente.
Bisognerebbe assumerti per "de-melassare" i cartoni animati Disney. Interpretati da te prendono tutt'altra dignità!

Recensore Master
06/09/21, ore 09:46

Ciao^^
eccomi qui come promesso.
Ritrovamo la vecchia libreria con gli scaffali stipati di antichi tomi.
Come sempre, ignoro gli antefatti, ma colgo bene lo svolgersi della storia. È molto bello il dialogo tra Dean e quella che lui interpreta come una strana ragazza un po' matta. Mi è piaciuta la faccenda dell'immaginazione: non puoi ottenere quello che non puoi immaginare. Il che è logico, se ci si pensa. Perlomeno parlando di magia, perchè con la chimica funziona in modo diverso.
Sei riuscito a dare una bella atmosfera di decadenza, di fine attesa. Adariel ha un'interfaccia lieve, gentile, ma si coglie bene il senso di fine imminente che grava su di lei. A tal proposito hai reso molto bene il senso di ansia crescente per gli studi sempre più profondi, ma purtroppo sempre meno utili che lei compie allo scopo di poter immaginare la struttura molecolare.
Come sempre bravissimo, a presto!

Nuovo recensore
12/09/14, ore 17:46

Davvero bella!!Continua con questo stile di scrittura e arriverai lontano!!:)

Recensore Master
05/01/14, ore 13:46

"Dopo quel momento di speranza, di lotta e di trionfo, forse un rimpianto velerà le loro giornate quando ripenseranno ancora agli anni felici e ingannevoli della sua infanzia".
Ecco, la mia recensione comincia da questa ultima frase, che mi ha colpita perché, in fondo, sono le sensazioni che credo attraversino tutti i genitori che, dopo i momenti di lotta e fatica (ok, non sono dovuta fuggire da un tiranno sanguinario, attraversando spazio e tempo, ma anche il parto naturale non è proprio una passeggiata...) legati alla primissima infanzia dei figli, quando si tranquillizzano e in qualche modo sentono - loro che sono cresciuti tra le tue braccia - di averli perduti, si abbandonano al rimpianto per quegli attimi, che forse è anche rimpianto per la giovinezza passata.
Arrivo qui dopo un grande ritardo - lo so - e in un momento in cui frequentare efp mi è veramente difficile (di scrivere, poi, non se ne parla più purtroppo), ma non potevo non terminare questo bellissimo racconto che mi ha tanto commossa e mi ha accompagnato nei mesi trascorsi.
Si tratta di un capitolo attraversato dell'emozione, direi dalla malinconia, di chi termina e lascia qualcosa che è stato importante nella sua vita, che gli ha scavato nel cuore e nell'anima.
Potente la prima parte, segnata dal contrasto tra il silenzio esteriore, cupo e triste, proprio delle esequie di una regina, e i pensieri rumorosi, tumultuosi, carichi di rabbia, che il popolo scaglia contro il tiranno. Forse è l'ostilità che lui vi legge, la mancanza di rispetto e di devozione, che reciderà l'ultimo filo che legava il principe al suo popolo? E' come se lui pensasse: se loro non mi amano e non mi rispettano, almeno mi temano... come diceva un altro tiranno? Oderint, dum metuant.
Peraltro, aggiungo che questa scena mi riconferma vieppiù nella mia idea che se gli uomini avessero potuto leggersi nella mente ci saremmo già estinti prima del neolitico. :)
Personalmente, non oso immaginare cosa pensino di me le persone con cui ho a che fare per lavoro, temo che le maledizioni non si conterebbero!
Interessante anche la seconda parte del capitolo, incentrata sulla nuova specie creata da Phobos, che in somma presunzione si assurge al rango di nuovo demiurgo e s'illude di poter sfidare una profezia che, in cuor suo, sa ineluttabile.
Bella l'idea che il mormorante, non appena creato, subito mostri la capacità di sentire, di comprendere le situazioni, tanto da leggere nel cuore del suo padrone quasi con più lucidità di lui stesso.
Concludo con una bella frase di Gibran, che mi è sembrata molto vicina al tuo sentire e a ciò che hai scritto: "la coscienza di una pianta nel cuore dell' inverno non è rivolta all' estate che è passata, ma alla primavera che arriverà. La pianta non pensa ai giorni ormai trascorsi, ma a quelli che verranno. Se le piante sono sicure che la primavera verrà, perché noi, esseri umani, non crediamo che un giorno saremo capaci di raggiungere e ottenere tutto ciò che vogliamo?".
Anche qui contrapposizione tra la sicurezza della regina e dei suoi fedeli, che anche nel dolore e nelle difficoltà, confidano che presto o tardi la primavera arriverà e l'ansia di chi, come Phobos, tenta disperatamente di raggiungere degli obiettivi che, in cuor suo, sa essergli preclusi dal fato.
Confermo che alla fine Phobos, nonostante la sua violenza e la tirannia, è un personaggio che suscita compassione, un antieroe profondamente sofferente che scarica le proprie insoddisfazioni sul prossimo.
Ti abbraccio affettuosamente e ti saluto, augurandoti (anche se in ritardo) un ottimo inizio d'anno.
A presto. Corinna

Recensore Master
16/11/13, ore 21:08

Ciao, Max, spero che mi perdonerai per il ritardo, ma il periodo è tutt'altro che facile (alle grane di salute che sto cercando di superare si è aggiunto un cambio di ufficio che mi ha regalato non più soldi, ma solo molta più fatica e molte più responsabilità... e io da vera stakanovista quale sono mi sto massacrando allegramente) e mi manca spesso la serenità per frequentare efp.
A ogni modo, leggerti è sempre un piacevole intrattenimento e anche questo capitolo regala numerose sfaccettature narrative e psicologiche: si parte in maniera briosa con i nostri amici che si ritrovano sulla Terra e tentano di fare conoscenza con il loro nuovo aspetto... certo che la scelta di Galgheita fa riflettere: avrebbe potuto essere la nuova Marilyn e invece sceglie un aspetto anonimo per non destare l'attenzione. Parliamoci chiaro, chi di noi l'avrebbe fatto? Io certamente no! :)
Poi la scena cambia bruscamente e ci ritroviamo su Meridian, giusto in tempo per assistere allo sgretolamento dell'ultimo pezzetto di umanità del futuro tiranno Phobos: e qui, poveretto, devo dire che un po' mi trovo a solidarizzare con lui... se non ti puoi fidare di tua madre, infatti, di chi mai potrai fidarti? Ovvio che uno alla fine diventi un sanguinario despota.
Morale della favola: sulla Terra, su Meridian e in ogni altro luogo dell'universo la colpa è sempre delle madri! :)
Un abbraccio forte, a presto (spero).

Recensore Master
23/10/13, ore 19:46


Caro Max, scusami per l'immenso ritardo, ma in questo periodo la mia vita è alquanto un casino - sia in ufficio che fuori - e le giornate arrivano a sera quasi senza che io me ne accorga... ti è mai capitato? :)
Comunque, veniamo a noi: credo di averti già detto che una delle cose che amo del tuo racconto (e che rivela la maturità del tuo stile) è la capacità di mutare da un capitolo all'altro il registro narrativo e  il ritmo. Mentre quello precedente era profondamente intimo, accorato, tutto incentrato sul rapporto madre/figlia e senza una vera e propria serie di azioni, invece questo è proprio l'opposto: serrato, sincopato, denso di accadimenti diversi tra loro e al contempo gravidi di conseguenze.
Durante gli avvenimenti concitati pare quasi di sentire il fiatone della povera Miriadel (alla faccia dell'agente segreto super-allenato!), l'ansia che coglie anche uno addestrato e tosto come Alborn, l'alternanza di momenti di disperazione e speranza (il sigillo non funziona, il libro non si apre, anzi sì, il passaggio si sta chiudendo ma forse ce la si fa a passare). L'unica a mantenere la calma- anche più della regina, ormai minata dal polline stupefacente - è la mitica Galgheita, che come sempre sa il fatto suo e si dimostra insostituibile.
A fare da contraltare a tutti questi eventi che si susseguono a ritmo incalzante c'è l'Evento, che si compie nel giro di pochi secondi e chiude così, in un battito di ciglia, il percorso terreno della sovrana: senza dubbio avresti potuto soffermarti di più sulla sua descrizione, probabilmente molti (anche io, credo) avrebbero dedicato più spazio alla circostanza e alle sue conseguenze, sebbene credo che la questione sia tutt'altro che chiusa e risentiremo ancora parlare della regina defunta. Dicevo, probabilmente altri avrebbero dedicato maggior spazio all'evento, ma alla fine si sarebbe tolto spazio (e attenzione) alla narrazione di tutto il resto e in particolare alla fuga dei quattro, che poi sarà la base narrativa di tutto il resto, per come tu hai concepito questo prequel.
Soprattutto ho apprezzato la narrazione della morte della sovrana molto misurata, dignitosa, quasi anodina, senza inutili pietismi: alla fine, lei ha vissuto a lungo e bene, ha avuto amore e potere e in conclusione muore quando e come decide lei. In fondo, credo che quasi nessuno di noi godrà di tutto ciò. :)
Un abbraccio, a presto.
"Un attimo dopo, lingue simili a fuoco nero si sprigionano dall’oggetto, schiacciandosi sulle pareti e i pavimenti e diventando simili a catrame nero che imprigiona e risucchia i corpi": bellissima questa frase!

Recensore Master
12/10/13, ore 22:12

Caro Max, ho letto con commozione - nonostante l'imperdonabile ritardo... - questo capitolo che, senza dubbio, rappresenta il cuore pulsante dell'intero racconto. Capisco che la toccante lettera di Adariel a sua figlia sia stato il punto di partenza narrativo perché scioglie nodi, spiega eventi, anticipa circostanze... sì... ma anche perché contiene in sé tutto, un microcosmo di sentimenti e di emozioni: c'è l'amore di una madre per la figlia che non la conoscerà mai e che, nonostante ciò, avrà il compito di perpetuarne la missione, c'è lo struggimento in qualche maniera rassegnato di chi ha a lungo vissuto e adesso è stanco e vuole chiudere tutti i conti, c'è l'atto di volontà suprema di colei che, pur avendo dovuto orientare le proprie scelte per assecondare un destino tracciato da altri, riserva per sé almeno il gesto estremo e sceglie di cessare di vivere esattamente quando vorrà lei. Ci sono le linee fondamentali dell'umanità meridiana, le linee guida di questo mondo in cui per garantire la pacifica e "democratica" coesistenza di tante nature diverse si comprimono alcune libertà che noi consideriamo basilari e fondamentali.
C'è una riflessione sulla vita, la morte, l'immortalità, la caducità della giovinezza... come non condividere l'atteggiamento di Adariel che, fino a quando è giovanissima e idealista, s'illude di poter evitare di cedere alle lusinghe di un tempo allungato artificialmente e poco dopo è invece la prima a servirsene, diventando una vecchissima e stanca ragazza?
C'è la verità rivelata, spiegata e dettata dal cuore.
Ci sono un addio e un compito, un testamento e un messaggio d'amore.
Sono un po' commossa... sbaglio a dire che se tu non avessi avuto una figlia non avresti saputo scrivere questo capitolo "così"? Io credo di no. :)
Ho voluto modificare la recensione perché riflettendoci su a freddo credo che quel che volevo dire l'altro giorno è che, in effetti, il rapporto tra Adariel e la figlia è insieme la negazione e l'estremizzazione all'ennesima potenza della genitorialità: la madre non crescerà mai la figlia, eppure le trasmette tutto il suo corredo genetico per intero... in effetti se ci pensiamo accade così ogni volta, pur senza la magia dei meridiani: in effetti per ogni genitore un figlio è un pezzetto di noi che se ne va in giro con le sue gambe, con parte del nostro sangue nelle vene e nella testa (nel cuore) ciò che siamo o non siamo stati capaci di trasmettergli. Una parte di noi che camminerà per il mondo anche dopo di noi...
Un abbraccio, a presto.
(Recensione modificata il 13/10/2013 - 10:41 am)
(Recensione modificata il 13/10/2013 - 09:13 pm)

Recensore Master
02/10/13, ore 09:38

Caro Max, sai che questo capitolo mi ha inizialmente spiazzata? Perché dopo i fondamentali avvenimenti del precedente magari avrei immaginato un capitolo che ancora battesse sulle vicende legate alla nascita della piccola e alla furia di Phobos...invece devo dire che andando avanti ho apprezzato questo modo di procedere, che contribuisce alla linearità complessiva della storia: la conclusione di un'altra importante sottotrama del racconto "chiude i giochi" relativi a due personaggi che hanno avuto una certa importanza nei capitoli precedenti ed è come se ti lasciasse libero di dedicarti al finale vero e proprio, quello che coinvolge i protagonisti. Ciò vale sia per il lettore che, immagino, che per l'autore. :)
Certo che se è vero che "tutto il mondo è paese" in questo caso dovremmo dire "tutti i mondi sono paese", giacché sia sulla Terra che su Meridian non c'è segreto che possa rimanere tale agli occhi e alle orecchie di una vicina impicciona, anche se in questo caso aiutata dalla telepatia...meno male che almeno da noi i vicini non beneficiano di questo potere, sebbene in alcuni casi te ne diano l'impressione... :)
Il gatto leporino: come te lo immagini? io ho trovato in rete questa immagine ma mi sembra che nella tua storia i caratteri felini siano prevalenti.
http://www.chupacabramania.com/immagini/immagini_creature/animale_mezzo_gatto_mezzo_coniglio.jpg
E poi il povero Luduvik, che sfortuna! Basta un istante e il poveretto rimane indietro, lasciato solo in balia del dittatore che non oso nemmeno immaginare che cosa gli farà per punirlo. Anche per Eliasdal la sorte non prevede un futuro roseo, ma mi piace immaginare che almeno lui possa godere di nove anni di serenità, dedicandosi alla sua passione e lasciando una bella traccia di sé nel mondo.
Grazie per questa storia emozionante, a presto.

P.S. ma la melopea? a leggere Wikipedia l'idea che se ne possa ricavare un succo è decisamente singolare! Come hai scelto di chiamare così questo - immagino - frutto? E quale aspetto gli ha regalato la tua fantasia?

Recensore Master
28/09/13, ore 17:53

Caro Max, immagino che questa bella storia volga ormai al termine, essendo finalmente nata colei che ne è stata fin quasi dall'inizio la protagonista invisibile, molto evocata e invocata.
Direi che la prima parte mi pare assolutamente ruotare intorno a Phobos: è come se qui lui abbia l'ultimo guizzo di umanità (si può parlare di "umanità" nei riguardi di creature non umane?) prima di soccombere alle lusinghe di una brama di potere che lo distruggerà. E perciò si presenta un personaggio dolente, che ispira pena e amarezza, conoscendo la sorte che il Fato ha in serbo per lui: fin dall'inizio del capitolo il principe pensa alla madre ancora con un barlume di tenerezza, chiedendosi se lei riuscirà a recuperare anche solo un minimo della benevolenza che aveva nei suoi confronti in passato. Poi, la sorellina... lui fa il duro, ma l'entrata solenne proprio non gli riesce (certo che la sorte è proprio beffarda, eh? soprattutto quando la "sorte" è un ottimo autore di fanfiction...), si maschera dietro al cinismo del potente ("i neonati non mi fanno pensare alla vita, ma alla morte e blablabla") eppure basta un sorriso della piccola perché si sciolga come un budino o quasi.
Ma povero, che tristezza la frase "sono molti mesi che negli occhi degli altri legge solo timore, o al più sorrisi falsi, di circostanza"!
Infine, anche se spera dentro di sé che la bimba muoia presto, nutre ancora abbastanza amore verso la madre per augurarsi che lei non arrivi a vivere questo ennesimo dolore straziante.
La sua frase sulla legge che regna a Meridian mi ha ricordato quella sull'ordine che regna a Varsavia, in fondo pronunciate in circostanze tragicamente simili. :(
Molto bella e suggestiva la descrizione del test del DNA ante litteram con la limatura di ferro e le zanzare, assolutamente originale!
Un abbraccio forte, spero di riuscire presto ad andare avanti. :)
(Recensione modificata il 28/09/2013 - 06:15 pm)