Recensioni per
La Luce al tramonto
di MaxT

Questa storia ha ottenuto 154 recensioni.
Positive : 154
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
24/07/13, ore 10:29

Accipigna!!( sì lo so che è un commento stupido!!:-)) ) Trovo l'inizio di questa fanfiction assolutamente intrigante!! Non avevo mai immaginato Cedric mentre è al servizio della Sesta luce di Meridian!! Anche questa volta i personaggi non hanno nemmeno sfiorato l'OOC, ma si sono mantenuti fedeli all'originale. Non vedo l'ora di leggere il resto. Ti faccio i complimenti anche perché è stata una storia MOLTO recensita, quindi immagino che anche gli altri capitoli siano MOLTO belli. Grazie per avermela consigliata!!

Recensore Master
20/07/13, ore 21:43

Mamma mia, caro Max, quanti argomenti in questo capitolone! Tanti e tutti intriganti.
Comincio dal constatare che la morale meridiana e la mia sono praticamente antitetiche: lì addirittura scatta la condanna a morte (e particolarmente efferata, perché non uccide solo il corpo ma cancella anche lo spirito ed eventuali maledizioni del condannato... roba che va ben oltre anche la damnatio memoriae...) per una condotta che da noi non sarebbe nemmeno reato; lì vengono mandati ai lavori forzati due che, pur avendo senza dubbio sbagliato, sono già stati puniti piuttosto duramente; addirittura vengono "ripuliti" nella memoria e dispersi gli abitanti della cittadina, macchiatisi di qualcosa che da noi non giustifica nemmeno le dimissioni di un parlamentare leghista!
Che poi, a volerla dire tutta e spero senza passare per razzista (che è quanto di più lontano ci sia dalla mia indole) secondo me si ha pure il diritto di esprimere le proprie idee, per sbagliate che siano... offendere, deridere, scacciare è grave. Ma uccidere, stuprare la mente e mandare ai lavori forzati è infinitamente peggio.
E se questa era una sovrana illuminata, non oso immaginare di cosa sarà capace Phobos una volta al potere!
Morale della favola: Adariel non riesce a farmi pena, nemmeno adesso che è sola e debole, perché è il vertice di un sistema di valori che si pretendono assoluti e si spaccia come migliore degli altri (ad esempio, dei terrestri) salvo poi mettere in opera atti che sulla Terra nessun governante che non fosse un tiranno si sognerebbe di perpetrare.
Bella la tensione emotiva del finale, che svela il perché del titolo: Phobos cerca di soggiogare - tramite Cedric - la madre, violandone la mente (forse alla ricerca del segreto che ha capito che la donna gli nasconde?) e parallelamente la regina richiama la dolorosa memoria della verità.
O forse il doppio inganno del titolo era un altro? Adariel per poter ingannare gli altri ha dovuto in primo luogo ingannare se stessa e la (ri) scoperta della verità le ha causato un atroce dolore.
Un bacione, complimenti come al solito per questo lavoro di prim'ordine.

P.S. domattina parto e sto via una settimana. Ci sentiamo al ritorno. :)

Recensore Master
18/07/13, ore 18:25

Caro Max, devi sapere che quando leggo un racconto corale come questo mi diverto spesso a cercare di capire quale dei pg sia più vicino caratterialmente all'autore, o ne sia quasi un alter ego talvolta: qui potrei dire che, tra coloro che la tua vivida penna descrittiva ci ha consegnato finora, quello più simile al suo autore sia proprio Lord Thetras il quale - al di là del nome e dell'aspetto non certo da Adone - pare tutt'altro che tetro, tanto da lasciarsi facilmente affascinare da paesaggi e genti sconosciuti e da riuscire a scovare il lato buono delle cose, all'apparenza negative, che gli sono accadute.
Ecco, questo è un lato del carattere che io apprezzo molto; non ricordo chi diceva che la felicità prima che nella vita è nel DNA.
Anzi, Thetras emerge come un personaggio - secondo i miei canoni - decisamente positivo: non solo è creatura (stavo per scrivere persona...) equilibrata, saggia e, al di là delle apparenze seriose, anche simpatica (pensiamo alla questione calvizie e al suo modo molto pragmatico di vivere le situazioni più spinose), ma ha buon cuore e sa come muoversi nel mondo.
Il tutto unito a quella che secondo me è segno di intelligenza: la capacità di capire persone e circostanze e di decidere in maniera razionale, senza colpi di testa. Mi rendo conto che un eroe non vive così, ma personalmente a un eroe morto preferisco un servitore dello Stato vivo e capace di lavorare quando il paese dovesse avere bisogno di lui.
Quella che mi lascia perplessa è la regina: possibile che, con tutti i suoi poteri magici, la chiaroveggenza e la telepatia non avesse percepito ciò che a chiunque sarebbe venuto in mente, ovvero che il suo popolo - giustamente - da la colpa a lei per averli gettati tra le braccia di un tiranno?
Come mai ha lasciato che accadesse, con un atteggiamento quasi consapevole del baratro che attendeva il suo popolo, anche alla luce della profezia che conosceva?
Come mai non ha agito con forza quando avrebbe potuto, allontanando il figlio? Debolezza o, in fondo, desiderio che la profezia si rivelasse fallace?
Fatto sta che la sua irresolutezza, forse, contribuirà a condannare il suo popolo e il tentativo di preservare la sua salute per far nascere la sospirata erede - in effetti - favorirà l'ascesa al potere proprio di colui che quella figlia dovrà poi combattere con tutte le sue forze.
Insomma, un bel garbuglio... dal quale il saggio Thetras si smarca.
E come dargli torto? :)
Un abbraccio, alla prossima.

Recensore Master
14/07/13, ore 11:36

Ciao, Max! Devo dire che uno degli aspetti più interessanti di questo racconto è la notevole varietà di personaggi e situazioni che sei riuscito a creare e a gestire, come in un grande affresco corale: qui conosciamo meglio la famiglia di Jonatludr e scopriamo il perché - sempre tale da incuriosire mr. Freud e i suoi seguaci... - del suo attaccamento per Phobos e della necessità di ottenere la sua approvazione (peraltro, l'idea di un mondo in cui la servitù viene selezionata leggendole al mente e in cui le ancelle devono essere abituate a compiacere il loro padrone in ogni modo mi fa francamente orrore...non so, capisco che si tratta di un fantasy, ma non riesco a farmi piacere lo stesso i meccanismi sociali e di costume che regolano questo mondo).
Conosciamo, poi, aspetti ulteriori della vita della guaritrice Galgheita, scoprendo che le strade di notte sono sicure grazie ad agenti invisibili e telepati (ecco, questa tua cura per i dettagli riesce veramente a farti intravedere un mondo vero, vivente, tra le righe) e l'esistenza di un fosco presagio di sangue; ci vengono infine rivelati aspetti sulla religione di Meridian, in cui - se ho ben capito - esiste una divinità suprema che poi sarebbe il Fato e alla quale tutti sono sottoposti, anche i più potenti tra i potenti.
Viene fuori il fatto che tutti siano sottoposti a una necessità che non si conosce, che appare casuale e che pure invece guida il susseguirsi degli eventi secondo un ordine non modificabile.
Sono curiosa di vedere come andrà avanti la storia e in quali termini si realizzerà il presagio di sangue e sventura.
Un abbraccio, a presto. :)

Recensore Master
09/07/13, ore 20:56

Ecco, questo veramente non me lo aspettavo! Phobos è apparso al lettore, finora, come un individuo controllato, quasi impassibile, che domina le sue passioni con sprezzo... e invece qui lo vediamo praticamente in preda al panico, col batticuore e le mani sudate, cedere all'insicurezza, mugolare, dimenticare a causa dell'ansia le parole e le azioni tante volte ripetute. Si espone a una figura meschina per brama di potere, ma soprattutto - direi - nel disperato tentativo di ottenere almeno una volta l'attenzione e l'approvazione (l'ammirazione, anche) della madre!
Non c'è niente da fare, evidentemente le idee di Freud sui rapporti tra genitori e figli valgono anche per i potenti maghi&telepati di Meridian... :)
Da quanto ho capito, gli astanti non hanno compreso granché della complessità dell'esperimento condotto dal principe e magari non avrebbero nemmeno colto il suo fallimento, la sua esitazione, perché secondo me ciò che ha "sputtanato" Phobos esponendolo alla disapprovazione della sua gente non è stata tanto la maldestra conduzione dell'operazione magica, quanto la violazione della mente della madre, anziana e incinta (almeno, la gente pensa che sia tale...).
E' pur vero che Phobos ha trattato con sprezzo Jonatludr e adesso tenta di prendersi tutti i meriti dei suoi esperimenti, ma anche lui... che carognetta!
Però povero, dai, in questa versione sfigata il principe quasi quasi mi diventa simpatico.
Un abbraccio, a presto. :)

Recensore Master
07/07/13, ore 11:45

Ciao, Max! Ho letto questo capitolo con quell'esaltazione che di solito mi prende di fronte a cose ben fatte, siano esse libri comprati alla Feltrinelli, oppure ff che di dilettantesco hanno solo la collocazione su efp come la tua: ciò che ho trovato stimolante è la varietà di spunti che vi hai inserito, alcuni puramente estetici o descrittivi (tipo, il paesaggio rappresentato nelle prime righe, in cui natura e intervento dell'uomo sono sempre l'una accanto all'altro, come testimoniano i fili di fumo delle ciminiere che si stemperano sull'orizzonte... o anche le descrizioni degli interni del castello, compresi quadri astratti risalenti a epoche improbabili), altri funzionali alla trama (ad esempio, la caratterizzazione del Lord improvvisato, che ci lascia nel dubbio su cosa stia mai facendo dalle nostre parti, su chi fosse il suo presunto antenato alchimista e su quali fossero i suoi rapporti con il mondo di Phobos) e altri ancora che sono messi lì per arricchire la trama, donandole ricercatezza e spessore.
Parlo dell'ultima parte, in cui il colto riferimento a Fredric Brown (citazione il fatto che Miriadel scelga come pseudonimo Eleanor Brown, quasi omonima di Helen Brown, moglie dell'autore di "Sentinella"?) si affianca a un richiamo volante a Dickens, nonché a una serie complicata si esperimenti paradossali che non conoscevo e sono andata a trovare su Wikipedia per capirci qualcosa... a proposito, povero gatto! Magari agli scienziati non interessa sapere se è vivo o morto, il dubbio fa parte dell'esperimento, ma pensa alla sua padrona! ;-)
insomma, credo sempre più che le tue storie presuppongano un lettore all'altezza, capace di cogliere i richiami che spargi sul sentiero come i proverbiali sassolini di Pollicino.
Forse l'unica cosa che ho percepito come appena "stonata" è il fatto che uno come Phobos usi la parola "scopartela"... non so, vabbè che parla con uno di cui non ha stima, ma mi sembra un termine troppo colloquiale. Che ne dici?
Un abbraccio, alla prossima. :)

Recensore Master
02/07/13, ore 10:08

Ciao Max, comincio la mattinata gustandomi la tua bella storia: qui l'ultima parte mi è stata familiare, giacché avevo letto tempo fa "Luci nel giardino", ma l'aspetto che ho trovato più interessante dal punto di vista narrativo è la tensione sotterranea che sembra permeare questo capitolo, ad onta della meravigliosa quiete che si respira nel giardino incantato di Phobos... c'è una tensione trattenuta, rarefatta, come l'idea che ci sia qualcosa di tragico che incombe e grava sui destini di tutti i protagonisti, qualcosa di più grande di loro e a cui nessuno - nonostante i suoi poteri, la sua bellezza e la sua dolcezza infantile (come nel caso della moglie e della figlia del giardiniere) - potrà scampare. E anche la natura da madre rigogliosa e benefica diventa matrigna, se piegata alla malvagia ambizione dell'uomo, avvelenando la bellezza dei fiori e tramutandoli in una prigione spinosa o in una trappola per chi osa contrastare gli ordini del malvagio sovrano.
Molto bello anche il riferimento a Coleridge e alla sua lirica dettata da un sogno pomeridiano: andando a cercare la traduzione in rete mi sono imbattuta in un articolo che scrisse il mio adorato Borges su questa poesia (Coleridge era uno dei suoi autori prediletti) e l'ho letto con grandissimo interesse... se ti va ti mando il link.
Ti ringrazio anche per avermi fatto scoprire questa piccola chicca che non conoscevo. :)
Un abbraccio forte e a presto col prossimo capitolo.

Recensore Master
22/06/13, ore 09:58

Caro Max, devo dire che leggendoti sulla "lunga distanza", ovvero nell'ambito di un racconto più articolato e ambizioso, sto avendo modo di apprezzare tutte le tue abilità compositive, la capacità di seminare indizi e spunti che incuriosiscono il lettore rispetto alle sotto trame che verranno svelate in seguito (qui, ad esempio, l'accenno al perduto amore di Phobos e quello alla gravidanza fasulla della sovrana, che immagino molta parte avrà nell'economia complessiva della storia). E, insieme, la capacità di svelare anche qualcosa di diverso, chiarendo alcuni punti che avevi lasciato in sospeso nei capitoli precedenti.
Insomma, un gioco di equilibrismo perfetto tra svelare e non svelare, anticipare e raccontare, mantenendo viva nel lettore la curiosità di sapere come andrà a finire.
Qui si coglie anche tutta l'intensità del parallelismo tra la regina e le grandi profetesse di sventure (Cassandra in primis) del mito greco, incatenate al Fato, schiave di esso... in effetti anche qui, come lì, nessuno sfugge al Fato, nemmeno le divinità o gli esseri superiori come la famiglia regnante del tuo racconto.
Per parte mia, temo che la chiusa del capitolo (Phobos infastidito dalla servitù che viola la sacralità del giardino) sia anche il punto di inizio della vera e propria tirannide del principe... staremo a vedere nei prossimi capitoli.
Un abbraccio, a presto. :)

Recensore Master
11/06/13, ore 21:17

Ok Max, ora credo che mi odierai: stavolta faccio il tifo per Phobos. Perché un mondo che si ritiene evoluto, che guarda gli umani dall'alto in basso, mentre in realtà è cristallizzato, chiuso in se stesso e paralizzato da leggi assurde che sacrificano il merito sull'altare della genetica non mi fa nessuna simpatia... certo, una volta tanto la genetica è a vantaggio delle donne, ma quante bambine non sono sopravvissute nemmeno il tempo di imparare a camminare perché i loro genitori sono schiavi dell'osservanza di una legge palesemente sbagliata! E come sempre accade, la soluzione in questi casi - quando non ci si apre verso il mondo, ma ci si rinchiude nel palazzo, obnubilati da profezie terribili - è peggiore del male e da una tirannia soft, mascherata, si passa a una tirannia senza maschere.
Io al contrario, come Phobos, credo al detto latino "quisque faber fortunae suae" e trovo profondamente ingiusto impedire a uno che per trenta anni ha fatto del suo meglio per aiutare la corona di diventare a sua volta sovrano, solo perché è un maschio e perché non possiede poteri magici... ma il punto è questo: pare che qui chi li possiede li vive come una specie di tara, di maledizione, che obbliga all'incesto e rende marci i geni. Ma allora non è meglio un po' di sana meritocrazia?
Vabbè, deliri a parte, ho apprezzato molto questo capitolo in cui pathos e azione di fondono, lasciando presagire ciò che accadrà in futuro; bellissima l'immagine del braccio di Phobos che circonda la madre in un gesto prima di conforto, che poi si irrigidisce e diventa costrittore, come un giogo. Molto efficace nella sua drammaticità.
Un abbraccio, a presto. :)

Recensore Master
02/06/13, ore 22:34

Caro Max, leggendo questo capitolo sono stata colta da una strana sensazione di déjà vu... secondo me , infatti, devo averlo già letto tempo fa, prima di "conoscerti" e anche se ormai non so più ricostruire come ci sarò arrivata. Comunque, mi fa piacere di esserci arrivata dopo aver letto le tue OS che mi hanno aiutata - nella mia ignoranza della serie - a inquadrare almeno un poco i personaggi e l'ambientazione. La cosa più intrigante, secondo me, è che hai descritto un incontro che forse chiunque, come noi, si perda nelle proprie fantasie desidera di avere nella sua vita: un incontro casuale (casuale?) con una persona che da subito ti pare di aver già conosciuto, pur senza collocare esattamente il momento, alla quale ti legano delle sensazioni, delle impressioni, più che dei ricordi veri e propri. In più, questa persona ti racconta con nonchalance una storia incredibile e non pare avere il timore di essere considerata una pazza sfrenata...sono curiosa di vedere come si sviluppa il racconto e quale sia il legame che verrà fuori tra il giovane studioso e l'anziana maga/regina.
Un abbraccio, alla prossima.

Recensore Master
02/03/13, ore 14:50

In questo capitolo, già si può respirare l'infelicità di un popolo che sfocerà in ribellione.
Un Caleb che sta già cominciando a prendere coscienza di sè.
E la nuova vita dei Portrait.
è propio la giusta anteprima di tutto ciò che arriverà poi nel fumetto originale.
Ok ,ho finito di leggere.A presto.

Recensore Master
02/03/13, ore 14:43

Phobs ,si è arrabbiato più per non aver visto l'ennesimo corpicino morto in culla che per la morte della madre. L'inganno poi, è la ciliagina sulla torta.
Non ricordavo che la Rudolph si chiamasse Margareth.
Kandrakar poi, mi sembra ci sia una riunicone di condominio dove tutti sono contro tutti.
Accidenti quante cose sono successe.
Leggerò ancora.

Recensore Master
02/03/13, ore 14:32

Bè, che dire...mi è dispiaciuto che la regina sia morta ma doveva succedere.Altrimenti,tutta la storia non ci sarebbe nemmeno stata.Phobos, ora ,avrà il campo libero e farà i comodazzacci suoi fino a quando non avrà ritrovato la "cara "sorellina.
Una fuga da parte dei due coniugi che hanno letteralmente in mano la salvezza di Meidian.
Che posso dire? Niente.
Cosa si poteva fare contro il cuore nero di un futuro tiranno? Niente.
Che amarezza nei confronti di Phobos.
Leggerò ancora.

Recensore Master
02/03/13, ore 14:22

In pratica questo è il discorso per "preparare" i suoi fidati a portare via con se Elyon e pure la lettera lo è per preparare sua "figlia" in futuro. Un po' lunghetta come lettera ma d'altronde,dietro c'è una grande responsabilità.
Lidi, stavolta è stata antipatica.Origliare ,non mi è mai piaciuto e nè chio lo fa.
Leggerò ancora.

Recensore Master
28/02/13, ore 17:09

...E fu così che Phobos decise di imprigionare Elias Van Dhal nel quadro.
Coincide tutto alla perfezione.

Quando Cedric asserisce che ci manca una donna in quella casa per le pulizie,mi è venuto in mente proprio questo:Retrogadoooo ,guarda che anche gli uomini potrebbero pulire ma visto che ,la mentalità dell'epoca (medioevale),era appunto RETROGADA,non muovavate un dito in casa.Oggi, fortunatamente,anche gli uomini fanno la loro parte.

Tornando al capitolo:Vathek, ha capito perfettamente il pensiero dell'artista e la cosa ,mi ha stupita .Mi sarei aspettata che lo facesse Cedric,addirittura.
Leggerò ancora.
(Recensione modificata il 28/02/2013 - 05:11 pm)
(Recensione modificata il 28/02/2013 - 07:23 pm)