Recensioni per
Useless.
di itsuselessbitch_

Questa storia ha ottenuto 277 recensioni.
Positive : 275
Neutre o critiche: 2 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
10/06/13, ore 13:44
Cap. 5:

ciao bella :) sono @perf0ned di twiter :)
davvero bella la storia! brava complimenti ;) xx
continua presto msjfb

Recensore Veterano
10/06/13, ore 10:46
Cap. 5:

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
Ops, è vietato "scrivere parole troppo lunghe", ma appena ho visto "Coldplay" mi sono messa a saltellare.
Insomma che problema ho? Sono una coldplayer e sappi che da questo momento adoro Grimay. uwu
E sì, finalmente sono riuscita a recensire!
La storia la conoscevo già, ma mi ha fatto piacere continuarla.
Comunque, passando alla trama, devo ammettere che Hayley mi 'piace, ed è raro perchè io di solito le protagoniste femmine le considero sciatte ed inutili.
Ma per lei è meglio il college con i killer o il suo (stronzo) padre? Mmh, decisamente il primo.
E vogliamo parlare del destino che l'ha fatta capitare nello stesso college di Brett? :')
Comunque ci sono pure i Larry, invece.... JUSTIN DOV'E'? 
AHAHAHAHAH, alla prossima!

Recensore Junior
08/06/13, ore 22:20
Cap. 5:

Io amo questa fan fiction, giuro, si fa sempre più interessante! E' diversa rispetto alle altre, sono tutte tipo "non mi scoperai mai, Justin." e due minuti dopo non sono più vergini(?).
Davvero Angy, non mi sarei mai immaginata che avresti potuto partorire una cosa così intrigante (sks) :*
Sono fiera della mia bambina, sigh.
AAAAAAAAAAAAAW, ma ci sono anche ioooooooo akisjdf sono in una delle mie ff preferite cazzus.
E ci sono anche i Larryyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy ak,sen non potevano mancare.
Questa storia mi piace sempre di più.
E quindi tu sei obbligata a continuare.
Ciao fikacciona, continua così :')

Nuovo recensore
08/06/13, ore 20:48
Cap. 5:

Qesta storia è tra le più interessanti che abbia mai letto fin'ora. Mi piace sempre di più man mano che continua xksmf
Alcune sono molto ripetitive, invece questa è una delle tante su Justin davvero originale
Continua così congiu, sono fiera di te (y)

Recensore Veterano
08/06/13, ore 12:44
Cap. 5:

okey,amo questa storia,davvero.
sono curiosa di leggere il prossimo capitolo e
di leggere quando entra in gioco Justin.
scrivi benissimo,davvero.
aspetto con ansia il prossimo capitolo.
un bacio,ciao bellaaa

Recensore Junior
08/06/13, ore 11:25
Cap. 5:

omfg
ho letto la storia ora.. e' diventata ufficialmente una droga.
avevo il presentimento che brett spuntasse fuori.. oddio chissa cosa succede ora djnxjd
quando ho sentito harry-louis stavo sclerndo..SI SONO UNA LARRY SHIPPER *w*
bieberino quandk arriva?? lol
secondo me fa parte della categoria killer.. boh ho questa sensazione

mi dileguo, continua presto belaaaa

Recensore Junior
08/06/13, ore 03:21
Cap. 5:

tre parole. Oh. mio. dio. Omg, ma scrivi benissimo. E poi hai molta fantasia, questa storia mi piace tanto. Non vedo l'ora che aggiorni c: un bacio, akdkdhajd @jeliebershugs on twitter, se vuoi puoi dirmi quando aggiorni :)

Recensore Veterano
07/06/13, ore 23:59
Cap. 5:

ciaooooo asdfghjklasdfgh
è stato troppo bello ritrovare i miei amatissimi larry anche in una ff su Ciasten. La questione si fa interessante, vedremo come va a finire.
Il college non sembra male, anche perché onestamente se mi ritrovassi un Harry styles e un Louis tomlinson, cioè vado anche in manicomio.
Detto questo ti mando un bacione, ciaoooo <3

Recensore Junior
07/06/13, ore 23:48
Cap. 5:

continuaa ti pregoooooo <3 e bellissima come storia complimenti! <3 

Recensore Junior
03/06/13, ore 20:16
Cap. 4:

Cazzo cazzetto!
Hayley è stata scoperta!
..." per quelli come te"..... come se lui fosse a posto, no.... che nervoso....
Il capitolo mi è piaciuto e ora che ho recensito muovi il culo, pubblica il prossimo capitolo e fai spuntare gli altri personaggi!
Non vedo l'ora di sapere come continua e come si troverà nella scuola per ragazzi "problematici"...
Ciao
Sara
P.s si è capito che non sopporto PJ?

Nuovo recensore
03/06/13, ore 19:26
Cap. 4:

Oddio, un college per malati mentali? povera hayley cc
Voglio sapere al più presto cosa succede, sbrigati a continuare, ciau <3

Recensore Junior
03/06/13, ore 11:27
Cap. 4:

visto che nessuno caga la storia lo faccio io (?) mi sento una forever alone, vabbe. addio.

Recensore Junior
02/06/13, ore 19:41
Cap. 4:

ciao belleeeezzaaa c:
sono littlemixssmile, quella di twitter. come promesso, eccomi qui.
ALLOOOUUUUURAAAS.
Io voglio sapere delle cose.
1.La mamma di Hayley com'è veramente morta?
2.Che fine ha fatto suo fratello
3.Perchè pj non muore sotto un tram? (okai, questa era cattiveria allo stato puro lol)
Sono sicura che con l'arrivo in questo nuovo college ci sarà qualche novità molto yeah in un mondo wow (non ha senso, i know)
so, i don't know.
Ah sì, ti direi solo una cosa.
Personalemente ho trovato il capitolo scritto in maniera un pò troppo banale e scontata, magari arricchendo il lessico verrebbe meglio.
Altra cosa, per la grafica, consiglierei di mettere il carattere di misura più piccola, è troppo grande e stanca un pò (personalemente parlando, eh)
Altra cosa, magari se riuscissi a scrivere i capitoli più lunghi sarebbe fantastico. Dettttttto questo..

CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA- CONTINUA-  
 E AVVISAMI QUANDO LO FAI EH AHAHAH
-MURS                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

Nuovo recensore
02/06/13, ore 18:18
Cap. 4:

Ciao, ho letto questo capitolo e scrivi molto bene. Mi piace la storia. Per rispondere ad una delle tue domande, beh si, tutte vorremmo avere una mamma come quella di Irynee.
Complimenti davvero, aspetto gli altri capitoli :)

Recensore Junior
02/06/13, ore 17:21
Cap. 4:

« Oh no, tesoro. Non è un college normale. E’ una scuola per casi particolari di pazzia, killer, bulimia, anoressia... insomma, problemi mentali... per quelli come te. »
CREDO CHE QUESTA SIA LA FRASE PIU' BRUTTA DI TUTTO QUESTO CAPITOLO.
COME CAZZO SI PERMETTE?
Boh, io l'avrei ucciso e.e
--
pj è un completo coglione ewe
---
VOGLIO. UNA. MAMMA. COME. VICTORIA.
perché io non ho una mamma così? DANNAZIONE.
---
okay.
voglio il continuo. ora. adesso. subito jhdjksah
scrivi molto bene, complimenti :)

-Gab c: