Recensioni per
Il Tredicesimo Re
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 412 recensioni.
Positive : 412
Neutre o critiche: 0


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Ciao, ieri controllavo per curiosità quanti capitoli mi mancavano di questa storia e mi sono resa conto che erano soltanto quattro. Il che mi ha spinta stamattina a mettermi a leggere un altro capitolo senza aspettare gli scambi.

Guarda, per certi versi lo considero un capitolo di definitiva svolta. Non tanto nella seconda parte che prosegue direttamente dal capitolo precedente, nel costruire quel complesso puzzle che è Dareg, ma nella prima. Che c'era la magia lo si poteva intuire, ma non era ben chiaro fino a che punto loro ne fossero coscienti. Una delle domande che mi son sempre fatta è com'è possibile che nessuno pensi d'usare la magia, se ce l'hanno, contro i mostri? La risposta non viene mai data veramente, una delle motivazioni poteva essere l'ottusità di certe persone (che Dareg spesso vede negli altri), ma non la ritenevo una motivazione sufficiente. Lo spieghi molto efficacemente in questa breve prima parte. Dove ritroviamo Vasia, che era da un po' che non vedevamo. Lei è incantata, da un qualcosa che definisce come il volere del Dio, la prova che una divinità esiste e che si manifesta in una maniera specifica. Liov però è di un "altro mondo" per così dire. Avrà tratti e una fisionomia comune, ma non è cresciuto in nessuno dei regni. Non ha condizionamenti mentali o costrutti che gli impediscono di vedere le cose come stanno realmente. La prima cosa che capisce è che quella è magia, ed è uno snodo importantissimo per quella che sarà la risoluzione finale dell'intera faccenda. Che non so ancora come strutturerai, ma che si riesce a intravvedere proprio in questo capitolo. Liov è da sempre molto terreno, quasi brutale. In questo contrasta molto con Vasia che è sognatrice, e il cui sguardo rimane incantato dalle bellezze della natura o da quelle della sua città natale. Liov invece è molto materiale nei modi, l'ho definito forse freddo in passato e imprevedibile. Continuo a pensarlo ovviamente, ma qui si comprende che la sua visione potrà essere importante per il futuro. Vedere la magia per lui è una sorpresa, un qualcosa che non si aspettava potesse esistere ancora. Ma che c'è e sorprende tutti, specie noi lettori.

Nella seconda parte assistiamo a un proseguo del capitolo precedente. Prende la parte più importante e più corposa e trova Dareg ancora intento col riuscire a gestirsi. Ho già parlato moltissimo di lui nei capitoli passati, ma ribadisco che la sua crescita è netta e molto evidente. Così come il suo carattere impulsivo che viene fuori davvero molto spesso, soprattutto in questo capitolo. Credo che le persone che gli stanno attorno fatichino un po' a capirlo o, meglio, che non intuiscano fino a che punto il suo sguardo sul mondo è smaliziato. Fin dove riesca a vedere all'oggettività delle cose e delle persone. Chi gli sta attorno è spesso spaventato e non ragiona, lui però pur arrabbiandosi sinceramente, riesce ad avere una visione molto realista. Quasi pessimista direi. Sembra sicuro di morire e che sua sorella la rivedrà soltanto nell'aldilà e non è nemmeno un pensiero difficile da comprendere. In fondo basta che si guardi attorno per vedere sangue e morte... Trovo tutto il flusso di pensieri che lo riguarda, le parole che dice e il contesto che hai costruito, molto realistico e verosimile la sua caratterizzazione.

Sempre molto interessante, e leggerò presto anche la seconda parte di questo capitolo.
Koa

Nuovo recensore
01/09/18, ore 00:24

Ciao, eccomi qui per lo Scambio Libero del Giardino ~

Dunque… so perfettamente che sto per dire una cosa che non c'entra niente ma, giusto oggi, è uscito il nuovo capitolo di Food Wars! e si conclude proprio con una figura misteriosa che si avvicina ad uno dei personaggi.
E niente, coincidenze fantastiche e dove trovarle.
Ad ogni modo, alla figura misteriosa del tuo capitolo arriveremo dopo, anche perché ho alcune teorie a riguardo.

In questo capitolo ho avuto modo di vedere Dareg sotto una luce ancora diversa.
È stato molto più calmo rispetto ai capitoli precedenti - oltre al fatto che qui non c'era nessuna bestia da combattere -, ma, al contempo, mi ha anche dato l'idea di uno che rischia di esplodere da un momento all'altro, trattenendosi a fatica.

Mi è piaciuto molto il dialogo che ha avuto con Aci il quale, con estrema risolutezza, gli mette la pulce nell'orecchio, in un certo senso, per quanto riguarda il soprannome che gli è stato dato.
Devo dire che "Spettro" non me lo aspettavo anche se, una volta arrivata al punto in cui Cadorn tira le frecciatine a Dareg, ho compreso il motivo di quel soprannome.
Diciamo che Aci è uno che sa fare bene il proprio lavoro e che, nel "tempo libero", si diverte a modo proprio.
Poi, è anche vero che si scopre il perché abbia attaccato bottone con Dareg, ma questo non gli ha impedito di continuare.
Ad ogni modo, anche se devo ancora inquadrarlo del tutto, Aci come personaggio mi piace.
Alla lontana mi ricorda Izaya Orihara, ma devo smetterla di divagare.
Ho trovato molto interessante anche il momento in cui sia lui che Dareg si complimentano a vicenda per il lavoro svolto sul campo di battaglia; mentre Aci continuava ad essere tranquillo e risoluto, Dareg dentro di sé provava una strana agitazione, evidentemente non abituato a discutere di cose del genere.

Molto bello anche il dialogo che Dareg ha avuto con Joel.
Sono stata un misto tra il sentirmi male immaginandomi i cadaveri in mare e l'apprensione mista alla malinconia quando Dareg ha subito fatto il nome di Vasia una volta che Joel gli ha chiesto chi avrebbe salvato.
Potrà essere già passato del tempo da quando è partito, ma Vasia è sempre lì, nei suoi pensieri.
Non la nomina spesso, ma lei è sempre lì.

Prima di passare all'ultima parte dedicata a Dareg - il quale vede una figura misteriosa in lontananza -, vorrei parlare di Haren e Vasia.
L'ultima parte di storia è incentrata su di loro e devo dire che mi ha particolarmente colpita.
Vasia comincia un allentamento davvero duro, che non ammette alcuna indulgenza.
Innanzitutto, Haren mette in luce i frutti di una vita passata a combattere per la patria: a differenza di Vasia, lui non prova alcuna stanchezza o altro, anzi, da come lo hai descritto si capisce che è il suo corpo e il suo spirito sono andati oltre, se così si può dire.
Sinceramente parlando, l'ho trovato quasi mistico, mentre la povera Vasia crolla a terra esausta.
Sono felice che, dopo due giorni e pure a digiuno, Vasia riesca a muovere i primi passi giusti per recuperare l'arma.

Arriviamo alla fine del capitolo con un personaggio misterioso, questo figlio di Cahar che arriva dal Veto.
Ricollegandomi alla persona che Dareg scorge in lontananza - e che salva da morte certa, dato che Aci era più che pronto a colpire -, mi viene spontaneo chiedermi se le due figure sono collegate tra loro oppure sono la stessa persona.
Oppure ancora, magari non hanno niente da spartire.
Secondo me, la figura che Dareg scorge in lontananza è stata attaccata dal figlio di Cahar, il quale l'ha ridotta in fin di vita (?).
Chissà.
Pensando anche al titolo di questi ultimi due capitoli, non è che magari una delle due figure misteriose - o tutte e due -, siano proprio il "nemico ignoto"?
Per scoprirlo, non mi resta che continuare.
Un altro capitolo scritto molto bene e interessante!
Alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
31/08/18, ore 16:20

Mi rendo conto soltanto ora che è passato quasi un mese dall'ultimo capitolo che ho letto, shame on me! Tutte le volte che torno a leggerla è sempre un piacere immenso, calarmi in queste atmosfere e ritrovare i personaggi che ormai mi sono diventati cari. E a proposito di questo... capitolo interamente incentrato su Dareg, che ritorna un po' più protagonista rispetto ai capitoli precedenti dove passava forse più in secondo piano. Anche in questo capitolo c'è un'alternanza di battaglie momenti in cui la trama va avanti in un'altra maniera, a piccoli passi, ma a mio avviso fondamentali. Il protagonista indiscusso però rimane Dareg che in ogni capitolo ha sempre una piccolissima crescita. Lo avevamo lasciato col senso di colpa per i compagni che lui reputa morti al proprio posto, e prima ancora c'era il senso di responsabilità per essere al comando di un drappello di soldati. Niente di tutto questo è passato o superato, Dareg lo somatizza con quel dolore allo stomaco che non passa e che lui definisce come un "peso". L'umanità dei tuoi personaggi viene fuori anche nella coerenza con la quale vivono sentimenti come questi. Dareg non è uscito dal proprio buco nero, ma qui sembra voler acquistare un nuovo scopo. Inizia a capire che la guerra non la si combatte soltanto con le armi in pugno, ma anche con la conoscenza e l'intelligenza. Questo lo distingue da molti altri soldati, le cui associazioni mentali sono molto chiare. Uccidere il più possibile significa vincere. Non necessariamente, pensa Dareg. Le differenze di pensiero a mio avviso distinguono i soldati dai comandanti, da coloro che riescono ad avere una visione d'insieme delle cose. Che capiscono al volo qual è il grande disegno. Dareg non sa ancora tutto, anzi non sa un bel nulla per adesso, ma capisce che c'è dell'altro. E che occorreranno altre cose per vincere la guerra. Conoscenza, ma non solo. Qui cerca alleanze che ritene essere fondamentali contro un nemico che sembra invincibile. Fallisce, però e il suo fallimento gli pesa moltissimo. Questo è chiarissimo specialmente nella parte finale in cui Dareg sente che tutto ciò che ha provato a fare è finito in nulla. Forse un momento di sconforto, che ci sta tutto, ma di certo niente è finito qua. Anzi, ciò che ha fatto è stato far ritirare gli uomini blu. I quali sembrano più che altro spaventati e che agiscono per il male minore, meglio essere la mano sinistra del diavolo che trovarsi sul suo cammino. Insomma, la crescita di Dareg è evidente e in ogni capitolo in cui lo troviamo come un passo in avanti. A me sinceramente piace sempre di più.

Al solito il capitolo è stato scorrevole, sempre molto ricco di particolari e dettagli. Penso all'erbatosca, per esempio. Come forse avrò già detto a me piacciono particolarmente e storie infarcite di piccole cose, rendono il contesto realistico. Anche se so, per esperienza, quanto sia difficile poi tenerli a mente tutti.
Come sempre, un gran bel lavoro.
Koa

Recensore Veterano
26/08/18, ore 18:57

Eccomi qui a continuare questa storia e tentare di migliorare le mie recensioni.
Inizio dicendo che la storia sale sempre più di livello man mano che proseguo nella lettura e la trama si fa sempre più avvincente. Da un lato è normale perché specie nei primi capitoli devi presentare sia i personaggi che il mondo che hai creato; ora che ci sono le basi puoi accelerare con l’azione.
Della scena iniziale mi ha colpito soprattutto il particolare di Haren che tiene addosso la sua maschera anche durante l’incontro con la prostituta. Un’altra cosa che ho notato, nel suo pov usa più volte la parola “puttana”, ma non mi è parso la utilizzasse in modo volgare: semplicemente chiama le cose per ciò che sono, non c’è giudizio ma nemmeno ipocrisia. E poi si premura di rivolgere alla donna qualche parola che possa farle piacere, e un uomo che prova disprezzo non lo farebbe. Ecco, Haren mi sembra un uomo che va dritto al punto e può sembrare rude e anche scortese, ma in realtà possiede un animo gentile, direi.
Nel suo pov ne hai approfittato per descrivere qualche aspetto in più dei Mattatoi e della composizione dell’esercito e l’ho apprezzato.
Anche la descrizione delle armi è precisa senza risultare noiosa, e dev’esserci un bel lavoro di ricerca dietro che sai valorizzare.
Hai dato anche qualche dettaglio in più sul rapporto tra Vasia e Dareg: i rapporti fraterni sono qualcosa che io adoro leggere e scrivere, e purtroppo non se ne vedono spesso. Per me, tu stai facendo proprio un bel lavoro su questi due. In più c’è il parallelo tra Vasia e Dareg e la bambina sconosciuta con il fratello maggiore. “«Non la aiuterà, non prenderà le sue difese. E quando torneranno a casa probabilmente sarà lui stesso a dirle quanto lo abbia fatto vergognare. Da stasera non saranno più fratello e sorella, solo commilitoni.»” Ecco, questo a Vasia e Dareg non è accaduto, e Haren lo considera un rischio, ma lo è davvero? O meglio, sarà anche un rischio, eppure è proprio l’amore per il fratello a spingerla più tardi ad unirsi alla guerra, perciò è anche positivo.
Compare la figura del Tredicesimo Re e poche righe di dialogo sono bastate per farmelo odiare, magari cambierò idea ma non ti assicuro nulla.
I paragrafi con il pov di Miva sono interessanti, sono curiosa di sapere come ha raggiunto la sua posizione nell’esercito. In ogni caso la sua caratterizzazione mi intriga sempre di più e il rapporto che ha con Dareg è intrigante: di solito non amo il trope enemies to lovers (che poi non è detto che diverranno amanti), ma il punto è che questa antipatia tra loro mi piace, il che per me è inusuale.
Haren e Vasia. E niente, io questi due li shippo sempre di più: non ho idea di dove andrai a parare con loro (anche se mi sembra d’aver colto qualche hint), ma adoro come stai sviluppando il loro rapporto. E non vedo l’ora di leggere dell’addestramento di Vasia.
La mappa è stata una buona idea, non fa nulla che sia “semplice”: l’importante è dare un’idea della geografia del tuo mondo quindi fa il proprio dovere.
Che dire, non avrei mai creduto che una storia fantasy mi avrebbe preso così tanto, non è un genere che mi attrae e parte qualche eccezione. Ma la tua cura per i dettagli e i personaggi così umani mi hanno catturata, perciò brava.
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Recensore Master
25/08/18, ore 12:30

Buongiorno!
Inizio con il dire che mi è piaciuto molto il titolo, ideale per descrivere l'inizio del viaggio verso la Falda!
Sospettavo che Dareg non sarebbe stato affatto entusiasta di partire per la guerra, mi è piaciuto molto che la chiave del suo convincimento sia stata Vasia. "Lei ti vuole vivo ancora qualche giorno. Vuoi essere giustiziato con le mani legate dietro alla schiena e la testa che rotoli ai piedi di tua sorella?", e allora persino Dareg parte.
Speravo partisse anche Vasia, cosa che forse non succederà... ma per ora non ci sono nemmeno le prove del contrario, chissà. Incrocio le dita, mi piacerebbe moltissimo vederla scendere in campo! [Sembra una cosa un po' sadica, visto che sembrano tutti convinti - e con buona ragione - che partire per la Falda significhi andare a morte, ma... vabbè, mi zittisco.]
Hai gestito molto bene tutti i personaggi, Dareg l'ho trovato perfettamente coerente con ciò che ci hai mostrato finora, mi è piaciuto il Mei-eg, ho apprezzato (nel senso che l'ho trovato adeguato) che uno degli allievi alluda alle donne di Gabusa, è una reazione triste ma vera, e soprattutto ho amato la risposta del Mei-eg.
Mi sono fomentata non poco nel riconoscere lo spezzone dell'introduzione ** ed è stato piuttosto epico, tra l'altro. "Prima della fine te ne servirà uno", brividi.
Belli i riferimenti all'infanzia passata sul bovo (termine che ho dovuto cercare, ammettoXD); più avanti invece utilizzi 'bova', vale uguale? (Anche questo l'ho cercato, ma ho trovato solo un comune della Calabria).
Già che siamo qui, ti segnalo le sviste che ho trovato o dettagli su cui ho avuto dubbi; non per fare la pignola, ma perché so quanto ci tieni. Comunque se ti dovessi sembrare esagerata dimmelo tranquillamente!
- "lasciava intravvedere solo l’enorme cicatrice" - ho controllato, intravedere dovrebbe andare con una sola "v";
-"Discesero lungo la grande via dei _Ferrai_ e la seguirono fin quando questa non s’immise in quella dei Fornai, nel rione orientale." Questo non è un errore, solo una mia curiosità: nel testo Ferrai è in corsivo, mentre Fornai no; c'è un motivo? :0 Ho pensato potesse essere perché Ferraio non è un vocabolo tanto usato in italiano, se non come aggettivo, al contrario di Fornaio, ma mi ha incuriosita.
-"durante le Quindi Decadi" - Quindici;
"dille che si era scusato col Gran Maestro", non dovrebbe essere 'dirle'?
-"le embrici rotte facevano capolino in mezzo l’erba incolta" credo sarebbe più corretto "in mezzo all'erba", ma potrei sbagliare; sulla stessa riga, ho notato che utilizzi più di una volta costruzioni come 'lo ingiunse': non dovrebbe essere "gli ingiunse"? Credo regga il dativo (o il genitivo, per la cosa che viene ingiunta, ma non era questo il caso).
-"Si trovò un letto libero, buttò la sacca sul letto" Questo non è un errore, solo ho pensato si potesse alleggerire la ripetizione. Magari 'Si trovò un letto libero, vi butto la sacca..."; oppure vedi tu :)
Tanto ormai ho fatto la pedante, quindi ci aggiungo anche quest'ultima nota, sebbene non abbia troppo senso (leggasi, è totalmente soggettiva): "Per un attimo, provò disgusto all’idea di diventare fertilizzante per patate." Qui 'diventare' mi ha un po' stonato, mi è sembrato che la frase sarebbe stata più fluida con 'divenire'. Forse perché si adatta meglio al lessico mediamente elevato che usi in generale? Non lo so, se non sapessi quanto curi ogni singolo vocabolo e quanto tieni ai pareri di chi legge quest'appunto me lo sarei risparmiata, se lo ignorerai capirò benissimo.
Chiusa questa parentesi sulla forma, torno alla storia; trovo che la descrizione di Gabusa completi il quadro che avevamo avuto modo di crearci nello scorso capitolo, con le dure parole di Mataj Haren [che in questo capitolo non c'è, sappi che ho sofferto ç_ç]: una città immensamente triste, in cui le donne sono poco più che oggetti. Ma non c'è solo questo, tutta la città si presenta triste e squallida agli occhi di Dareg e degli altri soldati.
Ed è proprio in quello squallore che Dareg infine 'cede', e chiede al Maestro di mandare un messaggio alla sorella. Di lottare per la sua libertà. Non vedo l'ora di vedere la reazione di Vasia, se e quando lo riceverà *-*
E la veglia inizia. Aiuto.
Sono curiosa di vedere cosa ci mostrerai nel prossimo capitolo.
Riassumendo: ottimo lavoro! A costo di ripetermi, è tutto curatissimo, a ambientazione, caratterizzazione dei personaggi (si vede proprio che sono tuoi e hanno basi solide), forma (le poche sviste che ti ho segnalato sopra sono diluite in un testo piuttosto corposo, non tolgono nulla alla cura del testo che si vede ci metti!).
Insomma, davvero tanti complimenti!
Ci sentiamo al prossimo ^_^

Mari

Recensore Master
24/08/18, ore 17:11

Ciao Nirvana! ^^

E finalmente riprendo a leggere questa tua storia. Visto che è una vita che non passavo, torno in modalità “iena stizzosa a dieta.” Pronti, partenza, viiia! (Che poi questa è una delle prove generali che faccio/farò come Giudicia, te lo dico). Premessa: capitolo figo, per niente filler. Di solito, prima di un grande evento, si tende a fare il classico capitolo riempitivo. Beh, questo non lo è affatto. Ero quasi certa che Dareg sarebbe finito a pulire i bagni che non ci sono o limitrofi, sappilo. La rabbia del protagonista e il discorso sulla spada del padre mi sono piaciuti tantissimo. La prima è funzionale per quel cambiamento di prospettiva che fa scaturire una vera e propria maturità del personaggio, la seconda un flashback sulla ferita ancora aperta di Dareg. Tra l’altro, a fine capitolo togli al protagonista il suo maestro: una figura quasi paterna carica di speranza nonostante sia sopravvissuto a 20/35 anni di guerra, suppongo, ipotizzando che abbia combattuto per la prima volta a 15 anni anche lui. Mi è piaciuta moltissimo anche Miva, una guerriera tutta d’un pezzo. L’incontro alla fonte del protagonista con una donna ha una sfilza infinita di esempi in letteratura (Le Mille e una notte, un mito greco con Diana protagonista, alcuni episodi di Vikings – Aslaug che incontra Ragnar e via così). È un cliché, anzi un topos, ma io sostengo che le uniche trame veramente originali siano l’Iliade e l’Odissea e qualche mitologia quindi… va bene così. Va bene così perché un topos, se ben gestito, strizza l’occhio all’esempio classico, funge da omaggio e in questo preciso istante è anche funzionale alla storia. Inoltre, è una bellissima scena <3.

Sull’abitudine delle creature avversarie di mozzare i genitali agli avversari, complimenti. L’idea è bella e spaventosa assieme. Mi immagino questa cintura fatta di testicoli rinsecchiti (GRAZIE eh Nirva’ XD), ma la dinamica di come possa avvenire la violenza nei confronti delle donne mi sfugge. Nel senso, non hanno alcuno strumento lungo e di forma intuibile che possa penetrare, o forse no?!

Io comunque questi li shippo a bestia, ben consapevole che forse me la farai morire al capitolo 6. Noi autori siamo così, c’abbiamo la perfidia dentro ^^. Ok, ora la finisco di gongolarmi per la mia scena favorita (anche a livello di battute, brava **) e torno seria.
Hai usato per due volte la parola inferno. L’inferno è un concetto giudaico – cristiano (i norreni per dirti hanno Hel, che non è proprio l’inferno, i celti un’altra cosa ancora e via di seguito), quindi che Dareg faccia questo appunto preciso ritieni sia efficace in un mondo dove hai curato così bene e con tale e tanta attenzione ogni dettaglio relativo agli dèi che popolano codesto mondo? Io, per esempio, ho tolto qualsiasi riferimento in tal senso e mi sono posta questa domanda. È vero, se dici “Inferno” chi ti legge ha una visione nitida di quello che tu intendi e Dareg dovrà passare, ma a me suona come un mezzo anacronismo. Si tratta di un dettaglio, perché io mi dico: qui è Dareg che pensa, e nel mondo di Dareg non c’è Gesù, c’è Volor. Però è come se io scrivessi di un vichingo e dicessi che va in Paradiso. No, quello mi va nel Valhalla a ingozzarsi e a bere con Odino.
Il resto è bello. La cura nella scelta della spada, il momento così realistico della chiamata alle armi, il modo in cui concludi il capitolo e, allo stesso tempo, mi racconti come passa il tempo all’accampamento. Lo stile è aulico e fluido e sei stata bravissima nel ricercare figure retoriche evocative in numerosi punti del testo. Ho trovato pochissimi refusi, tutte robe stupide che era impossibile vedessi tu per quel discorso che quando scrivi e vai a rileggere, ti si incrociano gli occhi. E so che dirai “mannaggia!” <3 e lo sai che ti capisco bene ^^. Nel mezzo, ho fatto una specie di frittatona e ho inserito pure dei suggerimenti di gusto. (Perdona l’esempio aulico, ma in vacanza mi tocca dedicarmi all’antica arte del cucinare in cui non spicco per mia volontà, come Dareg).
Manciata di minuti gli perse => li perse.

Gli passò l’elsa della spada che l’esercito gli dava… = gli troppo vicino; non sarebbe meglio un generico l’esercito dava?
Maiuscolo per Guerrieri e Ferrai: potresti anche toglierlo.
“E se proprio dovete morire, fatelo portandovi uno di quelli abomini con voi.» => Uno di quegli.
Egli non perse tempo => qui in verità vedi tu se toglierlo o no, a me non dispiace.
Dareg sputò a terra: egli poteva anche non dargli peso, ma quella era stata la prima volta che lo aveva chiamato per nome. => qui egli appesantisce.
Natio => natìo.
All’unisono, gli uomini e le donne batterono le mani contro le cosce. Vennero tutti congedati tranne gli Ara-eg, che vennero chiamati per sapere la loro collocazione. Dareg si avvicinò lentamente, ma non c’era molto da chiedere; egli sapeva a cosa erano destinati la maggior parte di loro. Dei trecento Ara-eg, centottanta furono chiamati a marciare verso le Cuspidi. Egli era tra loro. Troppi “egli”, ma proprio bello questo pezzo <3.
UN PLAUSO alla scelta di fare un elenco di nomi e spiegazioni. Grande! Io l’ho apprezzata e letta avidamente (ma i personaggi li ho saltati, non voglio spoiler ih ih ih. Concludo dicendo che si vedono l’impegno e l’attenzione che metti in ogni frase, quindi continua a scriverla e a revisionarla finché non ti sentirai sicura! Alla prossima e… complimenti, come sempre!

La iena stizz… ehm, Shilyss :*
P.S
Perdona il ritardo!
P.P.S.
L’aveva tagliata il sito, ma io ormai me la salvo prima! Muwahaah (risata malefica). Ora torno a scrivere, va’.
(Recensione modificata il 24/08/2018 - 05:13 pm)

Recensore Master
21/08/18, ore 18:19

Ciao!
Eccomi qui di nuovo per lo scambio! :)

Devo dire che ero molto curiosa di proseguire con la lettura, quindi iniziamo già con una nota positiva della trama: invoglia a leggere e (soprattutto) a continuare.

Iniziamo dai personaggi, che secondo me sono la parte più importante della narrazione, il cuore del racconto, e quindi è un aspetto a cui tendo a dare sempre la precedenza. Se mi piacciono i personaggi, per me la storia ha già vinto. 

La protagonista, Vasia, si presenta bene .
La sua entrata in scena coincide con la presentazione di Venasta, dei Cinque Monti e del worldbuilding generale (devo dire, molto accurato, anche per quanto riguarda le scene successive) che sei riuscita a descrivere brevemente, senza lanciarti nella giografia di Venasta, ma in maniera bella e convincente.
Tornando a Vasia, ci sono dettagli molto realistici nel suo comportamento (“Vasia si tenne il fianco con una mano”, a chi non è mai capitato??? Mi sentivo stanca per lei! Oppure come si ferma ad osservare l’arrivo dei Mataj, o quando si frappone tra il fratello e Tarse) e anche il suo carattere è già ben descritto nel primo capitolo, insieme alla sua storia.
Vasia in sè viene presentata immediatamente come un personaggio indipendente e determinato, ma poi sembra anche ligia al dovere (come aiuta e si rapporta con Medina, ad esempio) e alla famiglia, cosa già chiara quando parla del fratello e del loro passato ma che diventa assolutamente impossibile da non notare durante il suo scambio con il Mataj Haren. Insomma, nel suo caso sono i dettagli e gli aggettivi a fare la differenza, delineando un personaggio già interessante.
Dareg -- che personalmente ho trovato molto ben fatto -- viene invece prima mostrato dalle parole del soldato e di Vasia e, per ora, sembra proprio il fratello modello: fannullone e pronto a correre alla taverna per ammazzarsi di alcolici di pessima qualità invece che fare il suo dovere. Bene così. Poi la scena finale non aiuta, anzi: viene dipinto ubriaco e sconfitto, sarcastico (mi è piaciuto molto questo suo tratto), ma mi viene da chiedermi se non ci sia un motivo per tutto questo antagonismo nei confronti delle responsabilità e dei Mattatoi, in una società dove è chiaro che l'esercito detiene il potere e gli onori: insomma, ha pur sempre portato la sorella lontana dal pericolo, non può essere così codardo come tutti lo dipingono. Comunque, per ora, le parole del Maestro nei suoi confronti contrastano completamente con le parole che invece Haren rivolge al defunto padre dei fratelli (poi personalmente, concordo con il commento di Dareg riguardo il definire i caduti “coraggiosi e altruisti”, che è sempre molto facile quando sono morti, ma Haren non mi sembra per niente una cattiva persona). Insomma, i due fratelli sono piuttosto dissimili, ma si capisce benissimo che Vasia tiene molto a Dareg e, spero di intuire bene, viceversa. 
Quindi: top per i personaggi – mi piacciono molto, soprattutto Haren, per quanto brevemente sia apparso qui (come ti dicevo, ammetto di aver spiato in avanti), e non vedo l’ora di saperne di più!

Ti lascio un commento in particolare per questo pezzo, che mi è saltato all'occhio: “Si voltò a cercare il suo commilitone, rimasto indietro. «Ci vediamo, Vasia.» -> Anche qui, non solo è molto realistico, ma continui a saper gestire molto bene le transizioni. Questo "ci vediamo" è semplice, quasi superfluo se si vuole ai fini del discorso (introdurre la Falda), ma interrompe con coerenza e velocemente la conversazione, permettendo alla narrazione di scorrere fluida. É una cosa che apprezzo moltissimo della tua scittura, questa buona gestione delle pause e delle transizioni, e che un po’ invidio. Gestire bene il flow non è qualcosa di facile o scontato, soprattutto nei dialoghi, e in questo capitolo c’è stato un perfetto bilanciamento di informazioni e azione, anche nei dialoghi. Nessuna interazione è superflua, ma nemmeno pesante o genera infodump poco piacevoli: i personaggi parlano tra di loro (anche solo brevemente, come lo scambio di battute poco gentili con Adala) e interagiscono (sto guardando all’arrivo dei Mataj e il Re) ma senza mai dare al lettore la sensazione di costruito o pesante o, al contrario, di un dialogo che si sarebbe potuto benissimo evitare.
 Mi piace molto questa tua abilità nel gestire le “dosi” che vanno a comporre la narrazione, con un buon bilanciamento di descrizioni, dialoghi ed informazioni, sia personali che di worldbuilding (che vengono spesso incrociate, ad esempio la storia della morte del padre di Vasia e la questionde della Falda del Volor).

Per concludere, la lettura è stata piacevole come mi aspettavo, scorrevole e, soprattutto, coinvolgente. Per lo stile, per quel che può valere parlarne con un testo che comunque ha i suoi anni, rimane valido quello che dicevo per il progolo: molto bello da leggere, chiaro, mi sembra adatto al genere fantasy ma senza essere appesantito da chissà quali discorsi epici.



Spero di essere stata utile e scusami se mi sono persa qualche dettaglio, spero di aver riassunto più o meno tutto. Ma sicuramente ci saranno tante recensioni future per coprire (e scoprire) tutti i punti di questa storia come meritano!

Nuovo recensore
21/08/18, ore 00:55

"Dareg fu obbligato ad assistere Cadorn fino all’alba, costretto a rimanere sul suo posto di guardia."

Ho iniziato la recensione con questa citazione perché l'ho trovata epica.
Non so il perché, ma mi sono immaginata Dareg tentare di trattenersi tutta notte dal commettere mosse azzardate o pronunciare battute fuori luogo. Dopotutto, stare a contatto con Cadorn una notte intera offre tantissimi spunti per nuove prese per i fondelli. Oh, ma a quel punto ci arriviamo dopo, perché di cose in questo capitolo ne succedono, e anche tante, devo dire.
Tutte molto interessanti e alcune mi hanno sorpresa alquanto.
Andiamo per ordine.

Questo è un altro capitolo che inizia con la "quiete prima della tempesta".
La tensione provata dai soldati è praticamente palpabile, così come la vera e propria "stranezza" che stanno vivendo - spiegata molto bene dall'acceso dialogo che hanno subito dopo gli Arantar.
Addirittura, c'è qualcuno che si lamenta perché nessuna creatura mostruosa ha ancora attaccato. Da un certo punto di vista, è comprensibile: sanno - o almeno, quelli che sono sopravvissuti nelle guerre precedenti -, che i nemici sono soliti attaccare, in un momento del genere. Questo infonde loro sicurezza, perché saprebbero più o meno come agire. Quella quiete, invece, il non essere attaccati, non fa altro che alimentare l'ansia dentro di loro. Una brutta situazione, senza ombra di dubbio.

Parlando delle belve armate - Racahar e altre -, non posso fare a meno di domandarmi: sono dotate di intelligenza pari a quella umana? Nel caso questa cosa fosse già stata spiegata in uno dei capitoli precedenti, chiedo scusa. Ad ogni modo, il fatto che delle belve possiedano armi - oltre alla loro stazza -, la dice lunga sul nemico di questa storia. Che poi, chissà se queste belve sono l'unico e vero nemico… riferimenti al Tredicesimo Re puramente casuali perché sì, pur avendo letto in questo capitolo delle possibili motivazioni che lo hanno spinto a non offrire supporto alle truppe, rimango ancora del parere che non sia stata una mossa del tutto saggia.

"Era la paura nata dall’abbandono, dalla consapevolezza di non poter contare sulle abilità della propria gente." ---> per l'appunto. Qui si respira proprio la terribile consapevolezza che nessuno verrà in soccorso dell'esercito. Ci si rende conto che bisogna cavarsela da soli, anche se è dura.

Mi è piaciuto molto il dialogo che hanno avuto gli Arantar riguardo la non-presenza del nemico.
Come avevo scritto prima, alcuni di loro sono sorpresi del fatto che non abbiano ancora attaccato e discutono sul da farsi.
C'è chi tenta di abbassare la voce, di parlare piano perché certe questioni devono rimanere confinate all'interno di una cerchia ristretta di persone e c'è chi, invece, parla a voce alta senza rendersene conto e destando l'interesse di tutti.
Ed è proprio a causa di una voce un po' più forte delle altre che tutti i soldati capiscono di essere stati abbandonati.
E qui Dareg le busca. Cioè, non ancora, però la sua intromissione è solo il preludio a ciò che accadrà poco dopo.
Non a caso, dopo il bellissimo dialogo che ha avuto con Joel - sto seriamente cominciando a vederli come BROTP -, arriva Cadorn che gli impartisce una lezione la quale, tutto sommato, non sortisce alcun effetto sul giovane.
Anzi, è solo uno stimolo in più per prendersi beffe di lui e, di conseguenza, buscarle ancora di più.
Non so se possa essere considerato un "capro espiatorio"… anzi, più che capro espiatorio, Dareg potrebbe essere considerato un po' come "la voce della verità": non credo sia l'unico a pensarla diversamente, in mezzo a tutte quelle persone. Prima si prende gioco di Gremmer, mettendo in discussione il suo coraggio; poi si prende gioco di Cadorn, mettendo ancora una volta in discussione l'esercito. In un certo senso, potrebbe anche esprimere pensieri e riflessioni che alcuni condividono ma che non hanno mai avuto il coraggio di esternare - e ci credo, visto come stanno le cose… chissà.

L'intervento di Miva mi l'ho trovato, in un primo momento, inaspettato. E ancora più inaspettato è stato vederla con gli occhi lucidi mentre urla a Dareg di tutto e di più.
Parole e frasi che hanno un senso e spero vivamente che quel testone se le imprima nella mente una volta per tutte.
Non mi è ancora del tutto chiaro perché Miva nutra così tanto timore nei confronti dell'acqua ma, grazie alle parole di Joel, possiamo intuire qualcosa. Il "concentrare tutte le emozioni in un unico punto" mi fa pensare che il ricordo di Miva che "racchiude" tutte le sue paure dovute alle scorse decadi sia proprio ricollegato al mare. Forse ha visto qualcosa di mostruoso emergere dalla superficie, oppure una persona che amava cadere in quelle acque profonde e non tornare più. Potrebbe essere qualunque cosa.

La parte finale del capitolo è stata un vero colpo di scena.
Ottime descrizioni di battaglia nelle quali Dareg spicca su tutti.
Proprio lui che non ne vuole sapere di combattere si ritrova ad ammazzare belve e mostri e a salvare la vita ai suoi compagni.
Inoltre, siamo solo all'inizio. La vera battaglia - o comunque la parte più intensa dopo la ritirata generale delle forze nemiche - deve ancora arrivare.
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo. Non vedo l'ora di leggere la seconda parte.
Complimenti e alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
20/08/18, ore 16:56

Ciao :) Eccomi qui finalmente e con grande e immensa gioia, come sempre! 
Leggerti è così bello, sono così felice di aver scoperto questa storia e te, lo penso ad ogni capitolo e non lo dico mai abbastanza, dovrei scriverlo tante e tante volte ma non renderebbe comunque. 
Sinceramente, sono felice di essere qua anche se recensire un tuo capitolo è dargli onore e lustro è davvero difficile per chi ha poche capacità come me, ma ci proverò come sempre al massimo di quel che posso. 

Un intero capitolo incentrato sulla battaglia, sul mondo della guerra e su Dareg, torna di nuovo lui a essere il nostro protagonista assoluto perché, diciamocelo, appena c'è lui in scena tutto il resto sbiadisce perché è un grande personaggio. Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai reso l’attesa prima della battaglia, i commenti degli uomini, le parole sussurrate e quelle dette a voce più alta, i segreti rivelati e le tante paure, l’affetto per la propria terra, le strategie. Di nuovo è stato come vedere un film, non è mancato nulla, hai ricreato perfettamente quella che è una giustissima scena prima del combattimento. Tutte le emozioni riportate nel dettaglio, ogni cambiamento mostrato in maniera eccellente (come quando anche Dareg ha per un momento terrore, angoscia, frustrazione). Devo dare completa ragione a quelle che sono le parole di Dareg e il suo atteggiamento di questo capitolo mi ha ricordato un po’ il primo incontro che noi lettori abbiamo avuto con lui, la sua continua lotta con il concetto stesso di autorità, ma questa volta mi sembra lui l’abbia affrontata in maniera più forte e più matura. Era solo, contro tutti, e i Guerrieri hanno mostrato nuovamente la loro codardia e incapacità di farsi realmente valere mentre Dareg è stato attento, ha sofferto, rispondendo a tono e dicendo le cose come stavano veramente. Non penso sia stato per un semplice atto di alzare la testa ma proprio per continuare a esprimere le sue idee liberamente, le sue idee giuste che gli altri vogliono che lui non dica perché se tutti pensassero come lui l’esercito non esisterebbe più, crollerebbe tutto il suo concetto di base e ciò non può avvenire.
Dareg, ti adoro, per me stai crescendo sempre più. Ti abbraccerei adesso. 

Miva. Sapevo che sarebbe tornata presto la ragazza. Io ancora non so quale destino vuoi darle e come andrà tra i due ma se tu mi crei delle scene così io non posso non impazzire definitivamente e andare a cercare un nome per questa ship! Un bel Miveg? Dara? Ok, devo ancora pensarci bene ma la scena nella tenda è tutto! Tutto proprio! Lei lo salva, e va benissimo, ma il modo in cui poi gli parla, o meglio gli urla, le parole, la tensione, anche quello strano modo di ricercare il contatto fisico. Non lo so, per me fanno scintille questi due ragazzi e non vedo l’ora di leggere ancora di loro.
(Lei lo ha salvato. Lei odia l’acqua. Lui rischiava sempre l’affogamento con quella tortura. Che sia tutto genialmente collegato di nuovo?).

Amo come hai iniziato a descrivere la battaglia. Milioni di miliardi di complimenti perché sei precisa, super attenta, descrivi le scene di lotta con una bravura magistrale e sarei rendere tutto benissimo ed io credo siano le scene più difficili in assoluto. Ci vuole bravura perché è come una danza, ci vuole un’altra attenzione maniacale e una nitida visione di insieme.
Di nuovo, milioni di complimenti! Anche per le bestie, sono curiosissima di incontrarne altre e di leggere altro frutto della tua fantasia e del tuo mondo. 
Meraviglioso! Lo stile è stato ancora più scorrevole, fluido e scattante. Adattissimo a tutte le scene qui presenti.

Mi dispiace che la recensione sia un po’ uno sclero ma ho amato, adorato, stimato tutto tutto quanto. 
Sempre bravissima, wow. 
A presto cara :) 
(Spero ci sia anche Vasia nel prossimo capitolo!).

Recensore Veterano
20/08/18, ore 12:50

Inizio col dire che mi hai lasciato con un bel cliffhanger e ho voglia di leggere il prossimo capitolo il prima possibile!
Ma ora cerco di andare con ordine.
Ricompare Vasia e le parole che scambia con Haren sono poche ma molto significative; poi hai inserito quel piccolo tocco sulla spalla di lei... Devo dirti che mi piacerebbe vedere sviluppata la loro relazione e visto che hai lasciato qualche indizio penso che lo farai anche se non so come, ma so che non deluderai.
Riguardo a lei che si ricongiunge con il fratello, onestamente non so dire cosa vorrei che facesse: da un lato non mi dispiacerebbe vederla combattere assieme a Dareg, dall'altro la voglio viva quindi forse è meglio che rimanga dov'è.
E poi Dareg. Penso sia diventato il mio personaggio preferito; hai costruito bene il suo carattere e la sua morale, in più sta imparando dai suoi errori. Insomma, si sta evolvendo pian piano e la cosa mi piace.
Miva ha molto potenziale per me, sono curiosa di leggere altro su di lei (anche, ma non solo, nel suo rapporto con Dareg).
Hai introdotto Joel che ha un incarico preciso nell'esercito perciò immagino avrà un ruolo altrettanto preciso nella storia...
Come al solito il tuo stile è impeccabile e non ho trovato refusi.
I miei complimenti come sempre per le tue descrizioni ma anche per le piccole sfumature che inserisci che sembrano irrilevanti ma non lo sono affatto (ad esempio Dareg triste per l'assenza dei Gabbiani Lottatori).
Che dire, un ottimo capitolo che preannuncia più azione.
Alla prossima!

Recensore Veterano
17/08/18, ore 14:23

Passo saltuariamente, ma passo. Leggere i tuoi capitoli ha un effetto rilassante, adoro lasciarmi trasportare da ogni singola parola. E' sempre tutto assemblato con una maestria invidiabile e vorrei davvero avere più tempo per leggere, ma piano piano concluderò questo splendido romanzo. Romanzo, sì, è più di una semplice storia. Sto seriamente valutando la possibilità di scaricarla e metterla sul Kindle, per quanto detesto leggere dal computer. Sempre che per te vada bene!

Liov, un nuovo personaggio che porta con sé un mucchio di domande. C'è vita, oltre il Veto - scusa il gioco di parole - e anche se è tremendamente restio a parlarne sembra potare con sé una svolta nell'intera situazione. Non parla con Haren, non parla con Vasia, nonostante si sia aperto un leggerissimo spiraglio con lei. Era inevitabile domandarsi cosa effettivamente ci fosse oltre la barriera, ma questa è una conferma potente su tutti i sospetti che mi sono portata dietro. Anche se, ora, abbiamo nuovi dubbi: cosa succede, lì? Come ha fatto quel ragazzo a scappare? Come si comporteranno Haren e Vasia?
Mi sembrano una bella coppia di scapestrati, sotto sotto, anche se vogliono farci credere il contrario. Dico che manderanno tutto al diavolo e partiranno in cerca di risposte, magari Vasia riuscirà a trovare suo fratello. Sono solo congetture, le mie, ma ce li vedo proprio a mandare al diavolo qualunque disposizione, con conseguente creazione di guai al seguito - sono una fan delle svolte ribelline, sì, chiedo perdono.

Complimenti vivissimi, sono stregata dal tuo modo di scrivere, ormai credo di avertelo ripetuto in tutte le salse.

Alla prossima!

Trix

Recensore Master
16/08/18, ore 19:09

Ciao Nirvana, oggi mi sono ritagliata un po' di tempo per leggere, ed eccomi a continuare questa storia!
Cercherò di recensire il più completamente possibile, ma voglio partire dalle domande che poni nelle note.
Riguardo alle parole dure del Mataj, non mi hanno affatto scoraggiata, e a dirla tutta non le ho trovate neanche poi così dure! Mi è piaciuta molto, la sua schiettezza verso Vasia - alla fine, certo, ma anche e soprattutto quando le fa notare che lì è sprecata: "chi sa afferrare un pugnale a quel modo, non può certo dirsi soddisfatta di tenere la bocca chiusa di fronte le maldicenze della gente", che tra l'altro dimostra la sua attenzione ai dettagli, perché io m'immagino che per un Mataj le chiacchiere dei servi questo siano. Certo, c'è il fatto che Vasia non è una serva qualunque ma la figlia dell'uomo cui lui deve la vita, ma nell'attenzione ai particolari ritrovo soprattutto l'uomo sempre pronto alla guerra, l'uomo che prima d'una battaglia non beve.
Chissà se veder Vasia afferrare il pugnale ha iniziato a farlo ricredere, sul 'le manca la risolutezza del padre' espressa nel capitolo precedente? Forse no, visto il seguito, ma potrebbe essere un inizio (?).
Tutti questi sproloqui per dire che, come forse avrai capito, finora il mio personaggio preferito è Mataj Haren. L'hai definito, se non erro, "ambiguo", ma per il momento a me sta piacendo tantissimo.
Mi fermo un secondo e passo a commentare con ordine i paragrafi, così sul caro Mataj ritorno alla fine.
Sulle righe iniziali, due parole; inizialmente Dareg non mi ispirava granché, confesso, ma mi piace come qui "sorrida rassicurante".
L'aveva fatto, o almeno ci aveva provato, subito dopo le frustate, quando lei era corsa a raccoglierlo; è anche la prima cosa che cerca di fare qui, anche se il dolore ci si mette in mezzo e vien fuori una smorfia.
Dopo le rassicurazioni della sorella, forse addirittura dormendo, ci dici, il suo istinto è ancora una volta quello di sorridere, per incoraggiarla.
Insomma, tutto ciò l'ho trovato molto dolce. Non c'è bisogno di parole per vedere l'affetto di Dareg per quella che ormai è la sua unica famiglia.
Dopo, ci lasci dare uno sguardo sulle esigenze pratiche della vita degli abitanti di Venasta: una piccola cucina condivisa, scorte divise. Per Dareg, il ribelle che osa sfidare il Meintar apertamente, niente sale, che senza frigorifero o ghiacciaie di sorta era decisamente fondamentale per conservare i cibi. Se non altro, dubito che Vasia possa permettersi della carne o altri cibi difficili da conservare, quindi... facciamo buon viso a cattivo gioco? :/ [Potrei aver sparato una cavolata, ma sul momento non mi vengono in mente alimenti 'poveri' da conservare sotto sale.]
In ogni caso, un po' di sale si rimedia, grazie a Small. Lui non riesco proprio a biasimarlo: tutti, con l'eccezione unica di Medina mi sembra, li stanno trattando come emarginati a causa delle provocazioni di Dareg, che non sembra esser mai stato particolarmente benevolente con Small, anzi. Quindi no, non vedo una buona motivazione per cui avrebbe dovuto mettersi in mezzo e peggiorare drasticamente la sua situazione.
Il dialogo finale è anch'esso, come la storia dei sorrisi, molto dolce: Vasia vede solo, o perlomeno questo afferma, i lati positivi di ciò che il fratello ha fatto per lei, mentre lui ne vede lucidamente i lati negativi e se li rinfaccia da solo.
Arriviamo alle maldicenze delle serve, cui Medina risponde per bene, solo per un motivo: evitare che sia Vasia stessa a insorgere, mettendosi nei guai.
Ed è così che arriviamo alla scena col pugnale, che da una parte mi ha un po' inquietata perché mi resta il dubbio: se Vasia non fosse stata così pronta a spostarsi di lato e afferrare l'arma, sarebbe stata colpita?
Mi sembra di capire di sì; quanto sarebbe stato grave? Oppure dopotutto il pugnale non l'avrebbe presa, limitandosi a passarle vicino?
Eh, non lo saprò mai, temo. Pazienza.
In ogni caso, mi è piaciuta molto, perché mi è piaciuto vedere Vasia in azione. Mi piacciono le donne che combattono, e in questo senso apprezzo più la filosofia di vita di Velenia che non di Gabusa, decisamente.
Parlando di Gabusa, è forse superfluo dire che non apprezzo affatto Mataj Karak, ma diciamolo ugualmente: è, o almeno sembrerebbe, un ubriacone che in guerra vedo molto male, e se davvero incorresse in una brutta fine non mi dispiacerebbe davvero. Maaa, sopprimo i miei istinti omicidi e passo a chiedermi: DAREG?!
Cioè, evviva, per fortuna è intervenuto (anche se insomma, si è quasi fatto ammazzare), ma... Dareg? Perché era lì? Seguiva Vasia per assicurarsene la sicurezza? Era lì per parlare con qualcuno?
Butto ipotesi a caso perché sto morendo di curiosità; non vedo l'ora di trovare la risposta!
Detto questo, a costo d'essere ripetitiva, a salvare la situazione è Haren. Niente, non so se con il progredire della storia commetterà azioni un po' più discutibili, ma per ora è un figo e se non ci fosse lui dovrebbero inventarlo. Non ricordo se hai già dato indicazioni sulla sua età, sinceramente dovrei andare a rivedere il primo capitolo; dimmi che non è troppo vecchio e fangirlerò 8) [Potresti obiettare che lo sto già facendo, ma... Sì, ok, ti darei ragione.]
Tornando a noi, il mio eroe il Mataj di Velenia la definisce 'una combattente', e ciò mi piace molto.
Affascinante anche, non so se sia parte di ciò che intendevi con 'ambiguo', come Haren prima smonti le motivazioni di Vasia, dicendole che Karak ha potere di vita o di morte su Dareg e che un bastone che va incontro a una lama chiede d'essere distrutto, poi con l'altro Mataj sostiene, sottilmente, il contrario - più o meno, non è che si contraddica: solo, pone altre questioni, lasciando intendere (credo) che porterà Dareg in guerra con sé.
E io ovviamente spero che porti anche Vasia. Anche se Dareg non ne sarebbe affatto contento, immagino.
Insomma, facendo il punto: davvero un bel capitolo, denso d'avvenimenti che ne mettono in moto altri; ci avviciniamo sempre più alla guerra, e la mia curiosità continua a crescere.
Il mondo in cui ambienti tutto ciò, poi, è vividissimo.
Potrebbe non essere una data molto prossimo, ma passerò appena possibile a leggere il seguito **
Un saluto!

Mari

Nuovo recensore
11/08/18, ore 16:10

Ciao, eccomi per lo Scambio Libero del Giardino ~
Arrivo quasi all'ultimo, ma ce l'ho fatta.
Ci ho messo un po' a recensire questo capitolo perché succedono davvero tante cose e non volevo perdere dei pezzi.
Ad ogni modo, è stato un capitolo davvero interessante e che mi ha aperto gli occhi riguardo molte cose.

Andiamo per ordine e cominciamo con Haren che si sveglia accanto ad una… signorina. So bene che queste è sicuramente la cosa meno importante del capitolo, ma mi ha sorpresa alquanto.
Non so il perché, ma ci sono rimasta male per Vasia - che non c'entra nulla!
Forse perché ho sempre visto Haren interagire solo con lei come ragazza - che io ricordi - e forse è anche dovuto al fatto che li vedo bene insieme - io che apprezzo una coppia Het non è cosa da tutti i giorni - e quindi niente, mi è dispiaciuto per Vasia.
Fortunatamente - o forse no -, Vasia e Haren si incontrano subito dopo e lui le propone di fargli da assistente per ciò che deve andare a fare. Ed è proprio con questa proposta che torniamo ai Mattatoi, un luogo tutt'altro che allegro.
Vorrei spendere qualche parola per Ulafh: il suo aspetto fisico riflette alla perfezione il luogo nel quale opera. È viscido e non di bell'aspetto, proprio come i Mattatoi, un posto dove tutti i legami vengono tranciati e dove le persone diventano irriconoscibili a causa di tutte le botte che prendono.
Comprendo anche quella sorta di "astio" che Haren prova nei suoi confronti così come nei confronti della disciplina che viene usata nei Mattatoi.

Mi è piaciuta molto la parte in cui Haren, dopo aver scagliato i due baselardi contro Vasia, le dice che per vederli veramente non deve usare propriamente la vista, bensì i sensi giusti. L'ho trovato un insegnamento molto importante e chissà, magari più avanti le si rivelerà utile.
Ho trovato, invece, molto struggente la scena della bambina che viene picchiata.
Qui torno un po' al discorso che avevo fatto qualche capitolo addietro riguardo il dialogo che Dareg aveva avuto con Gideara sull'appartenenza della vita: queste manifestazioni di violenza non le condivido per niente ma, purtroppo, fa parte della loro cultura e del loro modo di vivere. Chi mostra elevate prestanze fisiche o comunque delle doti particolari, viene irrimediabilmente "ingaggiato" per diventare un valoroso guerriero e ciò comporta un allenamento tremendo, ai limiti del disumano. Perché bisogna abituarli fin da subito, chiunque essi siano. Anche se sono solo dei bambini. Sotto sotto, è anche una questione di orgoglio non solo personale, ma anche per la famiglia intera - vedi il fratello di quella bambina che non è intervenuto e quasi sicuramente, alla fine dell'allenamento, se la prenderà con lei perché mettersi a piangere non è contemplabile in un contesto del genere.
Un mondo estremamente crudo, che non risparmia nessuno.
Il fatto che Vasia abbia bellamente ignorato Haren ed era già in procinto di correre in aiuto di quella bambina, la dice lunga sulla sua "diversità" all'interno di quella città.

Ed è proprio con questo ragionamento che arriviamo ad un punto chiave di questo capitolo: ciò che pensa Haren riguardo al rapporto tra Vasia e Dareg.
Devo ancora capire bene perché Haren sia così "ossessionato" da Vasia, perché ormai si sa che in lei veda del potenziale e su questo non si discute. Però sotto c'è anche dell'altro, o almeno per me.
Haren ritiene il rapporto tra Vasia e Dareg deleterio, perché impedisce loro di dare sfogo a quelle che sono le loro vere potenzialità.
Molto spesso - e ti parlo di Anime/Manga perché parte della mia cultura si basa su quello - ho visto e letto di personaggi che reputano i sentimenti insignificanti quando si tratta di guerra. Bisogna pensare solo al successo della missione, vincere e diventare delle vere e proprie macchine.
Rivedo in parte Haren, in questo discorso. Perché, a detta sua, l'unico modo per far "scatenare" veramente le potenzialità dei due fratelli è proprio quello di separarli del tutto.
E qui vado a ipotesi. I casi sono: o succede davvero e Vasia e Dareg si incontreranno nuovamente dopo tanto tempo; oppure, più avanti, mostreranno ad Haren il contrario, ovvero che possono essere forti senza dover tranciare quel legame.
Poi chissà, potrebbe anche succedere tutt'altro, ma per il momento le mie ipotesi sono queste.

Dareg che crea problemi pur essendo lontano lo considero un must.
Cioè, lui in quel momento è da tutt'altra parte, eppure Haren ha capito che anche la sua non-presenza è un problema.
So che non farà ridere, ma dato che Dareg c'entra sempre pur non essendo presente, mi sono immaginata una scena del tipo:
Serva *intenta a svolgere le proprie mansioni*: Chi ha rotto il vaso?!
Altra serva: Ah, sarà stato Dareg.
E boh, così, totalmente a random.

Poi ci spostiamo e torniamo da Miva, intenta ad osservare ciò che sta succedendo e ad agire di conseguenza.
La sua paura - che sembra quasi fobia - per il mare c'entra forse qualcosa col suo vissuto?
Ad ogni modo, mi è piaciuta molto tutta la scena d'azione che, se non ho capito male, è una sorta di botta e risposta tra i soldati e il nemico. Ogni istante è stato scritto in modo tale da poter avvertire una tensione palpabile. Mi sono spaventata quando le frecce non sono andate a segno ed ho esultato quando, invece, hanno centrato il bersaglio. Ottimo lavoro.

Torniamo poi da Haren, il quale ha un dialogo estremamente "ambiguo" con il Tredicesimo Re.
Innanzitutto, complimenti ad Haren per la pazienza.
Non pensavo che il Tredicesimo Re potesse farmi un effetto così… negativo. Non so il perché ma, in questo capitolo, mi è parso quasi come il vero nemico di tutto. Non so cosa gli passi per la testa, ma le sue parole non mi convincono. E vedere Haren così in soggezione quando solitamente è lui ad avere il controllo su tutto mi ha fatto venire i brividi.

Ci spostiamo nuovamente e torniamo da Miva e Dareg, i quali hanno anche loro un dialogo, dai toni decisamente più accesi ma comunque carico di significato.
Alla fine, in un certo senso, pur litigando si stanno sfogando entrambi e stanno buttando fuori ciò che si tengono dentro, Dareg soprattutto. Non avrei mai pensato potesse vomitare tutte quelle parole in una volta sola.

E, alla fine, la fatidica frase di Haren: «Dovrò spezzare il tuo corpo per ricomporre quello del guerriero perfetto.»
Niente da fare, Vasia alla fine ha ceduto ed è stata lei stessa a correre da Haren per implorargli di poter riabbracciare il fratello, almeno per l'ultima volta.
È stata una scena finale molto ad effetto, come quella del capitolo precedente.
Ora mi domando cosa succederà: più avanzo nella lettura e più vedo la luce sotto molti punti di vista; allo stesso tempo, però, molti altri sono ancora circondati dalle ombre e chissà come e quando verranno svelati.

Complimenti anche per questo capitolo - così come per la mappa all'inizio - e alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
09/08/18, ore 14:07

Buongiorno Nirvana ^^
Eccomi qui, di nuovo da Vasia e i Mataj!
Ci sono vari punti interessanti in questo capitolo; prima di tutto, c'è un motivo per cui Haren ricorda Thereg. Gli ha, nientemeno, salvato la vita. Wow!
Poi, ci concedi uno spiraglio sulla famosa spedizione alla caccia del Bizar, che a quanto pare è costata la vita a tutti tranne che al Re. Dunque, non solo Haren, sono tutti Mataj 'nuovi'.
Inoltre qui ci permetti di cogliere i pensieri di Dareg, almeno in parte; sinceramente, non so ancora se mi piace o meno. Mi piace che cerchi di sorridere anche in questa situazione, per rassicurare Vasia, ma lascio il giudizio sospeso, per ora.
Ho l'impressione che portatore d'importanti cambiamenti nella vita dei due fratelli sarà proprio Haren. Come questo avverrà, mi incuriosisce [quindi ovviamente nel prossimo capitolo la mia ipotesi verrà brutalmente smentita, lo so].
Ti segnalo come sviste un 'cinque anni fa' invece di 'cinque anni prima', e 'frustra' al posto di frusta in: "Al terzo colpo di frustra, urlò."; oltre a questo, ho notato che non c'è spazio dopo i puntini di sospensione, in questo capitolo, cosa ripetuta.
Su questa frase, invece, ho un dubbio, non sono certa d'averla capita:
"Impazienza? No, senz’altro. Io la chiamerei curiosità."
Allora... perché 'senz'altro'? Lo intendi come 'tutt'altro'? Sono io che non l'ho mai sentito usare in questo senso? Può benissimo essere :')
Dunque, siamo ancora all'inizio -e non riuscirò mai a ricordare tutti i Mataj T.T-, ma mi sembra che gli eventi si muovano abbastanza in fretta. Non vedo l'ora di scoprire cosa succederà a Vasia nei prossimi capitoli.
A presto,
Mari

P.S.
Trovo curioso l'uso del Comic Sans per i titoli, pensavo di essere l'unica a non considerarlo un carattere orrendo! Per la prima stesura della mia long usai proprio quel carattere, e niente, questa 'coincidenza' mi ha fatta sorridere.

Recensore Junior
07/08/18, ore 23:03

Ciao! So che suona ripetitivo, ma scusa per il tragico ritardo. Meglio tardi che mai, alla fine sono sopraggiunta… e sì, se non si è capito sono qui per l’ABC delle recensioni!
Ho scelto la tua storia, oltre che per un amore viscerale per i fantasy, anche per l’introduzione che, devo ammettere, è stata piuttosto intrigante! Non vedevo l’ora di leggerla e ti assicuro che mi dispiace essermi dovuta fermare solo al terzo capitolo a causa di forze maggiori. Se fossi andata avanti, avrei dovuto farti aspettare altri sette giorni purtroppo! Comunque! Concentriamoci ora sulla tua storia. Mi piace come scrivi, le descrizioni sono ricche ma chiare, uno dei pregi maggiori della tua scrittura e di un Fantasy in generale, visto che si parla sempre di un mondo inventato che sta allo scrittore mostrare nel dettaglio. La cartina del tuo mondo e le vie percorse da Vasia si sono dipanate davanti a me, ho pensato che avrei potuto disegnarle e questo fantastico, davvero! L’unica nota un poco fastidiosa è che ad un lessico pulito e semplice, ben sfruttato, s’intercala a volte qualche parola desueta che stona un poco con lo stile generale, più diretto. Al terzo capitolo la trama è ancora velata di mistero, come lo sono molti luoghi o cose citate di cui la natura ancora mi sfugge, ma il tutto risulta molto intrigante e mi invoglia alla lettura. Per quanto riguarda i personaggi, nei primi capitoli almeno sono lasciati ampiamente in secondo piano rispetto all’ambiente e risultano sottotono, poco definiti. Il punto di vista è quello di una terza persona onnisciente che salta troppo da un personaggio all’altro senza definirne pensieri e caratteri. Solo alla fine del terzo capitolo si ha un point of view coerente, personale e intimo, che ha composto chiaramente la personalità del fratello di Vasia, il personaggio per ora più nitido ai miei occhi. Certo, ovviamente sono solo tre capitoli e sono all’inizio, quindi queste considerazioni valgono solo per la presentazione dei personaggi e non vogliono essere assolutistiche, dovrò andare avanti per conoscerli meglio! Per ora Dareg è il mio preferito, è tosto e ha carattere a modo suo, mi ha colpito molto, mentre Vasia è stata troppo neutra e discreta perché possa averne un’idea, ed il Mataj Haren anche è per ora più un ideale che una persona, forse per come l’ho percepito attraverso Vasia.
Mancano alcuni riferimenti che permettano di capire del tutto materiali, luoghi e altre cose chiamate con nome proprio ma non chiarite, per cui sono stati proposti tantissimi nomi particolari di questo mondo che però non riesco a ricordare o memorizzare perché non mi è stato detto esattamente a cosa corrispondano. Con alcuni ho intuito e dato un mio significato, ma relativo, visto che non ci sono delucidazioni di alcun tipo, sono date per scontate dal narratore. Avrebbe senso se il punto di vista fosse solo di personaggi interni che conoscono ogni cosa e me la fanno scoprire poco a poco, ma essendo il tutto narrato da un esterno anche come punto di vista, alcune definizioni avrebbero aiutato. Mi è stata messa per il gatto a nove code, che bene o male appartiene al nostro mondo e conosciamo, ma dopo tre capitoli ancora non so cosa sia esattamente un Mataj, quale sia il suo valore sociale e politico, considerando che questo tra tutti è l’esempio di più facile interpretazione.
Per ora sono molto curiosa di proseguire, i dettagli con cui hai dipinto il quadro iniziale di questo mondo mi hanno affascinato, un incrocio strano tra Sturdust, con i Mataj che tra di loro devono massacrarsi per ereditare la corona, e queste Quindici Decadi che mi hanno ricordato l’Inverno delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (questo evento delle Decadi si ripete ogni cinque, ma a cosa si riferisce? Sono centocinquanta giorni? Scusa ma non sono sicura di aver interpretato bene!), per cui indipendentemente dall’ABC delle recensioni proseguirò il racconto ed anzi, spero che verrà ripreso, non ho potuto non notare con un certo dispiacere che la storia è in pausa… desidero tantissimo conoscerne il finale! Tra l’altro, per il numero di recensioni che possiede avrebbe avuto più senso leggere qualcos’altro di tuo, lo so, ma davvero prometteva troppo, dovevo farlo!
Ok, ora mi ritiro, ma sicuramente troverai ancora qualche mio commento in futuro, con i miei tempi titanici torno sempre, e davvero scusami ancora, non volevo amareggiarti e non mi sarei mai permessa di propormi senza mantenere la parola data… ho solo una percezione distorta del tempo, della vita e dell’esistente…!
… però cerco di impegnarmi, giuro!
A presto!
(Recensione modificata il 08/08/2018 - 01:40 am)