Recensioni per
Il Tredicesimo Re
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 412 recensioni.
Positive : 412
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
19/07/18, ore 10:17

Eccomi qui per lo scambio a catena indetto dal giardino.
Ricordo molto bene questa storia, di cui avevo già letto i primi due capitoli. Ragion per cui, ho deciso d'intraprendere la lettura anche del terzo.
Che dire, mi era mancato davvero il tuo modo di scrivere, caratterizzato da descrizioni a dir poco sublimi e ben strutturate, sempre accompagnate da dialoghi assolutamente coinvolgenti.
In questo capitolo ho apprezzato particolarmente la figura del protagonista, la cui psicologia particolare è stata ben delineata. Si nota subito che è una persona assai diversa da coloro che lo circondano, sia dai manierismi che dal modo di parlare.
La figura del tredicesimo re è molto misteriosa, avvolta da un alone di fascino ma di sospetto al tempo stesso. Non me la racconta completamente giusta....
In definitiva, un altro aggiornamento assolutamente fantastico !

Recensore Veterano
17/07/18, ore 23:03

Un altro capitolo ricco e interessante - forse il mio preferito finora.
Parto da Dareg: mi piace come lo stai sviluppando; è ancora un idealista, forse un po' ingenuo o molto testardo. Vedremo come crescerà ma mi azzrdo a dire che la guerra lo cambierà molto. C'è una piccola evoluzione dall'inizio alla fine del capitolo: nelle prime righe Dareg è ancora insolente e orgoglioso, ma man mano che è costretto a guardare in faccia la miseria degli abitanti di Gabusa capisce che l'universo non gira intorno a lui. All'inizio non voleva nemmeno contattare la sorella, ma poi cede quando si rende conto che la guerra è decisamente vicina.
Gideara mi sembra un altro personaggio che ha del potenziale, anche se si è visto relativamente poco di lui; sono curiosa di scoprire qualcosa in più.
Le tue descrizioni sono come sempre molto coinvolgenti; in particolare mi è piaciuto il parallelismo che hai fatto tra gli abitanti vivi ma che in pratica hanno perso la voglia di andare avanti, e poche righe più giù la descrizione dei cadaveri che rendono il terreno fertile. Un bell'effetto.
Hai ampliato il tuo mondo e l'hai fatto in modo magistrale, senza risultare confusionaria o superficiale.
Per quel che riguarda lo stile non ho notato errori; il testo come sempre è curato e il linguaggio evocativo.
Non vedo l'ora di scoprire come proseguirà il viaggio (metaforico e non) di Dareg, nonché le vicende della sorella.

Recensore Master
17/07/18, ore 21:12

Ciao Nirvana!
Wow, che capitolo. Succedono davvero tante cose, ma soprattutto comincio a capire qualcosa di questo tuo mondo. Non ho idea di quanto sia durata la convalescenza di Dareg: due settimane + una serie di giorni, presumo, quindi un mese mi sta bene affinché un giovane aitante possa rimettersi. Certo, la velocità e la prestanza sono certamente diminuiti, ma l’unico scontro lo fa con un ubriacone, sebbene sia un Mataj. A tal proposito, bello il realismo che permea questa condivisione di spazi di stampo sovietico e la carenza di sale che, com’è noto, è un alimento particolarmente caro e prezioso (da qui le superstizioni in caso venga accidentalmente versato). Seguiamo molto attentamente Vasia attraverso il suo peregrinare e iniziamo a capirla un po’ meglio ma, incredibile, scopriamo anche che è una guerriera. Un dato che hai spiegato e inserito in un contesto di normalità (a Velenia tutte le ragazze combattono quindi Vasia è brava, ma è una brava tra le altre brave non una supereroina – io odio le Mary Sue e Vasia non lo è, questo sto dicendo – e non sai che fatica faccio a chiudere ‘sto trattino ché lo sai, è un mio vezzo). Dunque, torniamo a noi. Le anticipazioni che mi avevi fatto su Dareg cominciano a emergere: è impavido, coraggioso, molto protettivo e anche sinceramente sfacciato; dei tuoi personaggi è per il momento quello più “adulto e maturo” non per le azioni che fa, ma per la caratterizzazione sua intrinseca. È quello dei tuoi che per ora appare più realistico, perché hai fatto emergere la sua combattività, ma anche la sua debolezza nel non volersi né potersi trattenere e, perché no, anche quel pizzico di egoismo che caratterizza le persone volitive. Perché per il bene suo e di Vasia è evidente che Dareg dovrebbe chinare la testa, ma non ce la fa e paga (e fa pagare) per le sue azioni. Sono tutti dei complimenti, se te lo stai chiedendo, sì. Il Mataj di Velenia è, chiaramente, il figo della situazione. Bello, bravo e provvidenziale nel suo intervento. Sarà sempre così perfetto? Mah, io attendo, non è che puoi costruirmi tutti i personaggi dando loro la stessa completezza al capitolo 3, ci mancherebbe. Il corsetto ho presupposto avesse dei lacci e la scena della tentata violenza fiuu! L’hai gestita bene. Sono scene tristemente realistiche, ma che raramente vengono rese con la delicatezza e la profondità necessarie. Della scena, trovo che il pezzo migliore sia lo sgomento di Vasia che, di fronte al tentativo di stupro, finisce a fissare imbambolata la macchia di vino. Per quanto concerne le battute finali, sono CERTA che si rincontreranno. Ma certa proprio. È un bene o un male questo? Decidilo tu, Autrice! ;)
Per come è stato scritto, questo capitolo è quello che mi è piaciuto di più – anche se la scena del ferimento di Dareg ha una potenza tutta sua – e, ovviamente, ho trovato due refusi. “permetteli” suppongo fosse “permettergli” e “preparati” al posto di “preparativi” (quest’ultima fa rosicare, lo so, perché quell’infame di Word neanche la segnala). Ho notato che il personaggio di Small ha un nome differente dal punto di vista fonetico e siccome, per ameni trascorsi, ho avuto a che fare con codesta disciplina mi domando se è un indizio di qualcosa oppure no (sulle sue origini, ad esempio). Mera curiosità. Dell’uso di egli/ella abbiamo già parlato (in alcuni punti può appesantire il testo, d’altra parte conferisce quell’aria retrò. Vedi tu). Invece, voglio fare due piccole considerazioni, anzi un appunto e una considerazione. Tsk, Puff e Argh. Perché. Mi scrivi un testo quasi aulico, in alcuni punti utilizzi espressioni formali come empire anziché riempire e poi “argh”? Non è che siano sbagliati, però non aggiungono nulla a un testo che, per tutta la sua durata, ha un tono importante, severo, serio, aulico. Forse gli tolgono qualcosina. Un “ah,” “uhm,” forse sarebbe stato più consono. Ah che bello, poter scrivere anche questo e sapere che non penserai “ammazza ‘sta £%$$$% com’è pedante!” ♥ (spero).
L’ultima cosa, invece, è una mera considerazione. Sai che questa storia mi fa pensare – e non era per niente scontato – e so che vuoi che sia schietta e cerchi il pelo nell’uovo: ora, ma come funziona la legislatura di questo tuo mondo? Nel senso, mi ha un po’ fuorviata quello che dice il nostro eroe, Haren: che le donne in alcuni punti del regno hanno la leva obbligatoria, in altre no e possono lavorare, in altri ancora sono semplici oggetti di piacere. La legge, in genere, segue il principio della territorialità. Se io, cittadina italiana, vado in un altro paese e commetto un reato che qui non c’è, commetto reato e viceversa. La domanda è: Karak sa benissimo che le donne della capitale non sono tutte puttane pronto a soddisfarlo. Che quello vige solo nel suo feudo. Non è un problema di incoerenza, in verità, perché ad ogni modo Dareg in qualsiasi universo finirebbe dove lo hai spedito, ma una riflessione più sottile, una semplice curiosità per capire come funziona la politica di questo mondo. Puoi anche rispondere con “lo spiego più avanti.” O non ti sei spiegata (ma sono in piedi dalle sei, perdonamelo).
Ce lo siamo detto, con le recensioni ignobilmente lunghe l’Autore alla fine scazza e dice “vabbé, hai scritto 2 ore e mezza, io leggo da venti minuti: t’è piaciuto o no, ‘sto pezzo???”
Rullo di tamburi…sì, ovviamente mi è molto piaciuto e lo stile complessivo migliora di capitolo in capitolo. Altre suggestioni che mi sono venute in mente te le lascerò nelle prossime recensioni, dato che sto aspettando di entrare nel vivo del racconto. Comunque brava, bel lavoro, bello bello ♥
Un caro saluto!
Shilyss ;)

Recensore Master
14/07/18, ore 14:58

Recensione premio per il contest "As strong as a woman"

Lo dicevo io che avrei provato un'adrenalina pazzesca in questo capitolo!
Manco avessi lottato anch'io al buio, insieme a questi disperati.
La battaglia non sarà stata lunghissima come le altre, però non nego di aver avuto il batticuore per tutto il tempo: il tempo degli uomini e delle belve che s'incontra e scontra, le gesta di una fazione e le risposte dell'altra... il buio ha ampliato ogni cosa.
Velter ha fatto la sua parte: vedere tutto dalla sua prospettiva, dagli attacchi alla cieca fino allo scontro con il Racahar, una creatura che non solo mi ha dato i tremiti per le particolarità del suo essere: i mutaforma, e coloro che riescono a modificare parti del loro corpo, mi hanno sempre dato effetti opposti, a volte di stupore altri di inquietudine - vabbeh, ormai avrai capito come questa storia riesce a estrarre da me i più profondi terrori o una grande, sempre presente ammirazione -, e lui non ha fatto eccezione.
Certo, anche la parte di Dareg, che io continuo ad attendere con trepidazione, è stata ugualmente carica; ma avere sempre nuovi punti di vista non mi fa altro che piacere.
Insomma: come sempre, i miei complimenti per come stai continuando a gestire una storia ricca di spunti, d'informazioni ed energia, e ora non posso non rivelarti di come sia interessata alla questione della magia e alle ombre che continuo a scorgere nei luoghi dove la luce dovrebbe esistere e resistere (Vasia, ti prego, stai attenta!); e anche sul lato dei mostri c'è qualcosa che ancora non mi quadra completamente, ma su questo mantengo il riserbo, in attesa di svelarmi nei prossimi capitoli.
Alla prossima, quindi!

Manto

Recensore Master
14/07/18, ore 14:34

Recensione premio per il contest "As strong as a woman"

Finalmente posso riprendere questa bellissima storia! Tanto che non mi sono nemmeno accorta di aver letto tre capitoli tutti d'un fiato, quindi mi sono scontrata con l'ultimo (ho letteralmente sbattuto il naso contro di esso, credendo di poter proseguire... l'ho lasciato per la prossima recensione ^^).
Quindi, ricapitolando: bel disastro! Liov e Vasia li trovo sempre più in sintonia, anche se molta strada deve ancora compiersi per il povero ragazzo: sempre leggermente distante dal mondo, portatore di un nuovo punto di vista e di una ventata d'aria fresca, grazie a lui riusciamo a recuperare un tassello mancante, che si rivela facendo molto rumore ma ancora non è stato mostrato appieno: la magia, una sorta di parola non sconosciuta ma temuta, arcana, parte dei racconti e considerata per lo più tale: una forza che potrebbe aiutare nella lotta perenne contro le mostruosità incombenti... ma quelle esterne a queste città, oppure anche alle interne? Perché, come ti ripeto e come ho trovato accenno in questi capitoli, nella stessa corte del re qualcosa non va.
Probabilmente è ancora presto per esserne certi, ma sono sempre più convinta che presto il fronte si sposterà, o se ne aprirà uno nuovo e ben più ambiguo.
Sospetto un colpo di scena di quelli giganti, che devasterà ancora di più equilibri precari.
E Vasia: la sua dolcezza si sta legando a un risveglio della guerriera che è in lei, anche per la mia ragazza ho tante aspettative!
Per non parlare di Dareg, mon amour: a parte che continuano a tacciarlo come Spettro e io sono sempre più fremente - i ciechi la sanno lunga, sembrano vedere ancora meglio rispetto agli altri e conoscono il mondo più a fondo, oltre le apparenze e il comune senso; non a caso la figura del cieco e del claudicante mi ha sempre attratto - di scoprire i motivi veri per cui questo nome si lega così bene a lui.
Come sempre, il mio ragazzo è in battaglia: e da come finisce questo capitolo, è pronto a compiere un'altra impresa epica e tracciare il proprio nome nella storia, sempre più a fondo. La chiusura su questa scena nera, dove si odono solo urla e richiami, e dove comunque si è pronti a combattere senza esitazione, è stato qualcosa di speciale.
Il perion... un altro aiutante in questa lotta, anche se, come tutte le cose presenti qui, a doppio taglio: salvezza e, allo stesso tempo e se usato nel modo sbagliato, pericolo.
Volo subito al prossimo capitolo!

Manto

Nuovo recensore
12/07/18, ore 00:18

Ciao!
Eccomi qui per lo Scambio Libero del Giardino. :)

Un altro capitolo molto interessante sotto diversi punti di vista.
Ho avuto modo di vedere Dareg in situazioni nuove, sia per lui che per me, così come sono riuscita ad inquadrare diversi personaggi.

Si comincia con il risveglio di Dareg e il modo in cui vede l'ambiente che lo circonda è un ulteriore preludio alla grande guerra che presto arriverà. Ciò non fa altro che alimentare l'aria cupa che ormai si respira da tanto e che diventa sempre più pesante.

«Adesso, ragazzo» lo richiamò alla realtà il Mei-eg, «vivi o muori.» ---> questo pezzo mi ha particolarmente colpita. Sono poche parole, ma sono cariche di una grande verità e si riprende il discorso di prima: il preludio alla guerra. "Devi essere preparato sia nel corpo che nello spirito quando il fatidico momento arriverà". È questo ciò che Tarse sta dicendo a Dareg. Oltre al fatto che, in maniera sottintesa, gli sta anche dicendo: "A meno che tu non ti lasci ammazzare prima, ma dubito voglia farlo".

Molto bella anche la parte dell'allenamento, dove Dareg riscopre una parte di lui ormai sopita e che sfoga fino allo sfinimento - o fino a quando Tarse non lo schiaffeggia… so che siamo in una situazione critica, ma quel piccolo pezzo mi ha fatto un po' sorridere. Perché alla fine Tarse potrà anche alzare le mani una volta ogni tanto - TANTO - ma si vede che tiene molto a Dareg, come è stato mostrato anche alla fine del capitolo [dopo ci torno, quella parte è stata bellissima].
Ad ogni modo, concordo con Tarse: a Dareg, la lontananza dalla taverna, fa solo un gran bene. È stato bravissimo e non pensavo fosse così talentuoso. O almeno, immaginavo fosse bravo, ma è riuscito comunque a stupirmi.

Il personaggio di Miva mi ha incuriosito tantissimo. Ora, ti chiedo fin da subito di perdonarmi per la pessima battuta che sto per fare, ma… a furia di parlare di "palle" ho pensato: questa sì che è una donna con le palle!
… okay, ora puoi anche bannarmi, ma me ne vado con onore (?).
Ad ogni modo, Miva mi è parsa fin da subito una donna diversa dalle altre, che non ha paura ad esporsi e senza peli sulla lingua. Lo dimostra la conversazione che ha avuto con Dareg, il quale risulta completamente soggiogato.
Molto bella anche la sua descrizione fisica, in netto contrasto col suo carattere forte: il suo involucro sembra fragile, ma non bisogna sottovalutarla.

Arrivata al punto dello smistamento, se così possiamo dire, ho capito appieno il significato del titolo: ecco perché Dareg è "l'ultimo tra gli ultimi". Il suo nome non è stato chiamato ed è costretto ad avviarsi verso le Cuspidi. Speravo che, durante l'allenamento, fosse valutato in maniera diversa, ma purtroppo non è stato così. E adesso, cosa gli accadrà? Ecco che sono di nuovo in ansia per lui, come sempre!

Ed arriviamo al dialogo finale con Tarse.
"«Dimentichi qualcosa, ragazzo. E non ti reputo così idiota da lasciarla indietro. Quella sarà il tuo Dio.» E con gli occhi indicò la spada sul letto." ---> questo pezzo mi ha fatto venire i brividi. Ricordo che nel capitolo precedente - o forse quello prima ancora - si era parlato di Dio, o comunque di una divinità che ti protegge in battaglia e Dareg aveva risposto di non averne uno. Gli è stato prontamente detto che ne avrebbe avuto bisogno e Tarse ha provveduto a ciò. Il personaggio di Tarse mi sta piacendo sempre più: è un uomo che ha combattuto una vita intera e chi meglio di lui può comprendere e sapere quanto la guerra sia distruttiva? Lui ha perso tantissime persone a causa della guerra, proprio come avevamo detto nel capitolo precedente: la guerra non è che inizia e finisce, la guerra avanza anche quando l'ultimo nemico è stato abbattutto, perché intanto si prende parti di te, della tua anima e ti strappa dalle mani le persone che ami. Quindi Tarse lo sa, sa bene a cosa va incontro Dareg. Al contempo, però, è fiducioso e gli dice chiaro e tondo che lui tornerà.
Non vorrei sbagliarmi, ma credo sia la prima volta - o comunque una delle poche volte - in cui Dareg ha un atteggiamento mite nei confronti di un superiore.
Ascolta, ringrazia, quasi non reagisce. Mi ha fatto uno strano effetto, come se avesse preso piena consapevolezza di ciò che sta per accadere… e possiamo dire che, da qui in poi, sarà l'inizio di un lungo calvario.

Concludo ringraziandoti per la legenda che ci hai lasciato alla fine: molto utile per avere un quadro completo delle cariche, dei personaggi e delle città. Tornerò a "spulciarla" quando avrò bisogno di chiarimenti o non ricorderò una determinata cosa ~

Inutile dire che ho apprezzato molto anche questo capitolo. ^^
Complimenti e alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
08/07/18, ore 18:49

Ciao Nirvana!
Eccomi qui per lo scambio graditissimo del Giardino!
Capitolo molto, molto molto succoso (e BELLO) lascia che te lo dica! La storia mi piace molto, tanto che mi sono fatta una marea di domande. Cominciamo?
Mi piace, questo tuo mondo. Il modo in cui intersechi i vari elementi della storia, i riferimenti al passato (sono tanti, è un lavoraccio con la coerenza ma sono certa che ce la farai) sono veramente mirabili. Lo stile è semplice e lineare per quanto riguarda la costruzione delle frasi, ma ricco per quanto concerne il curatissimo lessico. Pertanto stai facendo un lavoro ottimo.
E so quanto ci tieni, quindi ho letto con estrema attenzione (non che abbia fatto ‘sta fatica, è una bel capitolo davvero). Haren è il figo della storia e le sue riflessioni sul padre di Vasia mi fanno pensare che c’è qualcosa che non torna, nel racconto che è stato fatto alla ragazza. Mi è piaciuto tantissimo tutto il pezzo della discussione tra il re mezzo alcolizzato e i Mataj. Non era troppo lunga e pedante, ma nemmeno scarna. Giusta, direi, quanto basta per incuriosire il lettore e fargli avanzare teorie (tante, pure troppe, sallo).
Il lavoro più mirabile e lodevole, però, l’hai fatto con quel testardo di Dareg: io lo adoro pure adesso che lo hai massacrato e ho avuto il timore che tu lo avessi fatto fuori. La scena è potente, vibrante, bellissima, curata in ogni dettaglio e francamente anche struggente, violenta ma con misura. Per ora è la cosa tua che più mi è piaciuta di tutto quello che ho letto. Complimenti, davvero. Molto interessante è anche la parte in cui il povero Dareg viene medicato, con la sottile Vasia che lo veglia con fraterno amore. L’ho trovata molto profonda (e anche la descrizione di lei mi è molto piaciuta).
Mi sono chiesta una cosa, memore a) delle ustioni che mi pigliavo quando andavo al mare da bambina sulla schiena b) in riferimento a un romanzo che lessi anni fa e che parlava di una nave di schiavisti. Ora, in quel romanzo c’era una scena in cui uno schiavo veniva frustrato con una normale frusta e, dopo non tantissime frustate, già gli si vedeva il bianco della spina dorsale. Analogamente, in Outlander, una nota serie TV al protagonista viene inflitta una pena analoga e rimane con la schiena rovinata da fare impressione. Ora, siccome non sono un’esperta in fustigazioni (!? l’ho scritto davvero) non so dirti dopo quanto si veda il bianco, ma il fatto che tu abbia usato il gatto a nove code mi fa pensare che forse a lui si vede, ecco. Ho pensato che fossero troppe le frustate, però mi rendo conto che non sono casuali, indicano i giorni (numerosi) in cui Dareg, il meraviglioso, disperato, fragile ma determinato Dareg, ha saltato un allenamento imposto (splendido che non si sia difeso, brava). Durante la medicazione, specificherei che si addormenta supino, altrimenti strillerebbe come un ossesso (però anche qui, se è ferito anche nella parte del torace è un bel casino). Cioè, la tua storia mi ha fatto impelagare su questi dettagli, ma ti rendi conto?! Sul numero delle frustate! Fammi sapere se ti sei informata e quante servono per creare problemi seri, credo sia un elemento di realismo che in una storia come questa fa bene sapere/sfruttare (e se lo sai già dimmelo che sono curiosa).
Qualche appunto di gusto te lo faccio perché so che sei una persona aperta al dialogo e intelligente.
Anzitutto, il perion. Cos’è? Se lo Sfre mi suggeriva una sorta di maschera, perion non mi dice nulla (e Google non mi aiuta, quindi non riesco a capire se è una cotta, una maglia o qualcosa di lana. Aggiungerei qualcosa per darmi una sensazione tattile - perion duro come la flanella, ad esempio, che ne so).
Non amo molto l’uso dei pronomi “egli/ella”: prediligo quando sono sottintesi, il testo per me scorre meglio. Sulla battuta “che aria spira” che il Mataj (fascinosissimo) dice, non so: penso che sia più scorrevole mettere un “tira” però poi diventerebbe troppo colloquiale. Ci penserò. Toglierei un “vostri” nella battuta “il vostro re conosce i vostri volti”: troppo attaccate, proverei con “il vostro re conosce che facce avete” forse un po’ più spiccia, ma tu saprai senz’altro trovare il modo giusto di dirlo! ♥ L’ultima cosa: “Istintivamente gli occhi di Haren volarono sullo scheletro della testa del Bizar, portato al castello cinque anni fa” metterei “prima”.
Premetto che questi appunti derivano da un testo bello che mi è piaciuto tantissimo e che ci ho speso tutto questo tempo perché so che apprezzi questa cura nelle recensioni. Ancora brava, stai creando un mondo davvero ricco, coinvolgente e interessante! Spero che questa recensione ti abbia fatto piacere! Il capitolo, ripeto, mi è assolutamente piaciuto!
Brava! Complimenti! Continua così!
Shilyss

P.S.
Ma Gideara si legge con la G velare (Gatto) o palatale (Gelato)?
Mera curiosità XD
(Recensione modificata il 08/07/2018 - 06:57 pm)

Recensore Master
08/07/18, ore 17:12

Dato che la storia è molto lunga, per oggi, recensisco il secondo capitolo :).
Allora devo dire che mi piace molto l atmosfera di questo regno, circondato dal mare su un isola con, una sorta di varco che si apre ogni 15 anni e una minaccia mostruosa ( che sono curioso di vedere) che lo invade ciclicamente. Mi vengono da pensare due cose: La prima, la societa che ho davanti mi ricorda tantissimo quella spartana oppure delle polis greche dove ognuna forniva soldati e contava più la forza che l'arte, la seconda mi ricorda il ragnarock con questi mostri che lo invadano. Mi piacciono molto le personalita dei due protagonisti il fratello soprattutto che sembra quasi detestare l idea di questa guerra in un paese che da sempre lotta per la sua soppravvivenza e anche lei la trovo molto interessante :D.
Credo che continuerò la lettura di questa storia perché è davvero molto piacevole da leggere.
Ciaoo alla prossima.

Recensore Master
06/07/18, ore 21:14

Ciao :) Sono qui per lo Scambio a Catena! 
Vorrei iniziare dicendo una cosa e spero di farlo nel modo migliore possibile perché non sono mai brava a spiegarmi o a rendere i miei pensieri, non perfettamente. 
Tu sei davvero, davvero brava. Sono una lettrice che non si appassiona facilmente, ho letto tanto e diversi generi, e appassionarmi, appassionarmi davvero, mi è capitato poche volte in realtà. 
Tu per me sei bravissima perché sai scrivere (ma scrivere davvero. Non così, non semplicemente mettendo insieme più frasi corrette grammaticalmente, SAI scrivere), perché emozioni e perché hai creato un mondo che pare quasi di toccare per quanto è vivido. 
Vorrei solo dirti che questa tua storia è davvero bella, che mi ha preso tanto e che amo e ammiro la tua scrittura. Quindi te lo avrò ripetuto tante volte ma complimenti, compimenti e complimenti. 
Mi è piaciuta molto questo capitolo, un capitolo incentrato del tutto su Dareg. Si delinea meglio il suo spirito , un animo che non vuole combattere e ripudia la guerra. È questo il modo stesso, forse, in cui lo hai presentato a noi la prima volta. Disilluso. Forse perché anche il padre li ha lasciati per lo stesso motivo? 
Ha una vita, dice che è sua (bellissimo tutta la riflessione sulla vita a chi davvero appartenga) ma alla fine la vuole buttare nell’apatia. È perso, il suo unico punto di riferimento è la sorella Vasia ed infatti solo grazie a lei (pensando a lei) decide di partire. A lei pensa, a lei si rivolge, per lei spera tutto, tutto ciò che lui non è riuscito ad ottenere. La libertà, la vera libertà. 
Mi piace tanto come delinei il loro rapporto. 
Ho amato anche le descrizioni e le nuove ambientazioni, il lessico scelto è stato macabro e gotico allo stesso tempo, crudo a volte. Ci parla di un paesaggio desolato e di morte, sembra rispecchiare quello che Dareg sente dentro. Non pensa che in realtà tutto il viaggio non è che una strada più lunga per arrivare sempre e comunque al patibolo? La veglia non è iniziata solo per lui ma anche per noi. 
Grazie per tutto quello che ci regali, credi sempre in quello che scrivi perché hanno un valore speciale per tantissimi lettori. 
Non vedo l’ora di continuare la lettura! 
A presto :) 
 

Recensore Junior
01/07/18, ore 12:58

Eccomi di nuovo ^_^ 
Wow che bel capitolo pieno di azione! E pensare che era iniziato così tranquillo XD 
La Falda (o ora va chiamata la Via? Comunque intendo la lingua di terra) è decisamente più larga di quanto mi aspettassi, me l'ero immaginata come un ponte e invece ospita tranquillamente sopra un accampamento XD diciamo che me lo sarei dovuto aspettare, ma è stata comunque una sorpresa... 
L'idea poi che il mare si stia lentamente ritirando, lasciando qualche rivolo d'acqua nei solchi della pietra è molto suggestivo. 
Dareg come al solito si fa riconoscere XD Ma a stare fermo e tranquillo lui non è proprio capace? Ogni volta che apre bocca combina un guaio dopo l'altro, ma stavolta almeno la punizione non è poi terribile. So che è molto infantile e che non è ancora entrato nell'ottica di star partecipando a una guerra, ma non posso fare a meno di tifare per lui. Sarà uno sciocco forse, ma Dareg non mi è mai sembrato stupido, solo estremamente fuori posto in quasi tutte le situazioni. Deve crescere, questo è certo, ma già vederlo in azione nella seconda metà del capitolo non è affatto male. Sembra sia comunque in gamba, quindi ha qualche possibilità di cavarsela (lo spero davvero)...
Per quanto riguarda i mostri, il Bizar mi sembra fosse la stessa creatura che uccise il dodicesimo re, mentre i Felichi sono nuovi. Quindi queste creature hanno armi? Tipo frecce o spade? Parlano anche? Magari hanno una lingua tutta loro... Sembrano in grado di ragionare, dato che contavano sulla protezione del Bizar durante l'attacco, quindi deve esserci una motivazione un minimo razionale che li spinge ad affrontare Serinut. Sono curiosa, è una premessa interessante... Questi Felichi hanno la pelle blu e una lingua appuntita, però da quello che ho capito portano anche delle armi e hanno un'anatomia simile agli uomini, eccetto magari per le orecchie. Potrebbero essere tipo mostri marini? No, ok sto divagando XD XD XD 
Miva è una grande e lei sì che conosce il suo posto. Il discorso che fa a Dareg è intenso ed è la voce della verità. Molti uomini sono morti e lui non può semplicemente scherzarci su. Deve andare lì fuori e combattere e smetterla di comportarsi come un bambino. Anche se penso che la notizia del mancato aiuto di Velenia l'abbia un po' scosso. Quel re è sempre più sospetto, anche se parrebbe esserci una spiegazione logica lla sua decisione, ovvero appunto il non voler perdere i suoi uomini migliori in un combattimento già perso in partenza. 
Aci è un ottimo arciere, si conferma il Legolas di questa terra XD XD XD... wow, lui e Dareg che abbattono un Bizar, proprio niente male... 
L'urlo finale che gli uomini elevano come "sfida" al Veto mi pare una mossa un po' stupida ^_^'''' come quando nei film si urla "è il meglio che sai fare?" solo per poi venire attaccati con una forza dieci volte superiore a quella appena sconfitta XD XD Però ci sta, nell'euforia del momento, ma immagino potrebbero pentirsene: mai cantare vittoria troppo presto. 
Finalmente Dareg si rimette in riga e accetta (forse) l'idea che da solo non può andare avanti e che necessita di fare un po' di gioco di squadra. Speriamo questa inclinazione duri... 
Bel capitolo, la descrizione dell'attacco e del combattimento è stata molto immersiva (si dice? Boh, non saprei XD) e realistica. Complimenti e a presto!

Recensore Veterano
30/06/18, ore 17:51

Eccomi qui (un po' in ritardo).
Come al solito ho parecchie osservazioni da fare quindi vado con ordine.
Difficile dire quale dei personaggi io abbia preferito in questo capitolo: forse Vasia. Sarebbe "facile" rinnegare suo fratello con tutti i guai che le sta facendo passare, eppure non lo fa. Ingoia le maldicenze e le difficoltà pur di non abbandonare ciò che rimane della sua famiglia: l'ho apprezzato molto. Anche la piccola dimostrazione che Vasia ha delle capacità da guerriera mi è piaciuta, non me l'aspettavo.
Anche Dareg continua a colpirmi e nonostante abbia molti difetti, mi intriga molto come personaggio.
Hai gestito bene i pov e il capitolo è ricco di azione e introspezione. Mi ripeto e ti dico quanto le tue descrizioni mi piacciano, sono fatte molto bene.
Anche Haren ha molto potenziale: parla poco ma dice sempre la cosa giusta; mi sembra un uomo intelligente e capace, non vedo l'ora di scoprire qualcos'altro su di lui.
Per quel che riguarda la "mitologia" di questo mondo che hai creato, è molto ricca e tu la stai svelando pian piano (com'è giusto che sia). Ogni città ha usanze diverse: immagino non sia facile gestire tutte queste informazioni, però ci sono tanti spunti interessanti da approfondire man mano che la storia prosegue. Direi che stai facendo un buon lavoro in questo.
Anche a livello di stile non ho appunti da farti: nonostante ci siano parecchi nomi e informazioni da metabolizzare, la lettura scorre piacevole.
Un altro bel capitolo, complimenti!

Recensore Master
28/06/18, ore 22:55

Ciao cara :) Sono qui per lo Scambio Libero di Recensioni del Giardino di Efp! 
Devo ammettere che recensire i capitoli della tua storia non è semplice, è una impresa ardua perché tu scrivi in maniera divina, perfetta, magistrale e cercare di rendere onore a quello che scrivi è difficile senza cadere magari nel banale o nel ripetersi. 
Ma i complimenti te li devi assolutamente fare. Tu scrivi in prosa ma è poesia quella che io leggo. 
Mi era mancata molto questa storia e sono felice di essere tornata in questa ambientazione, ancora più tetra e gotica, una costante magia. 
Apprezzo enormemente come il personaggio di Vasia sia adesso molto più a tuttotondo e molto più presentato a noi lettori, se precedentemente infatti pareva quasi una figura ‘debole’ (debole non lo è mai stata. Anche nella scorsa recensione ho detto che lei mi intrigava e che nascondeva qualcosa per noi) beh adesso è una combattente. 
Vive in miseria, tra gli stenti e la fatica, sola. In fin dei conti è sola e si ritrova ad affrontare situazioni troppo grandi, a combattere giornalmente contro il mondo. Mi ha intenerito il modo in cui si è presa cura del fratello, il loro scambio di battute, la sua dolce pietà quando deve aiutarlo a curare le sue ferite. 
La frase che unisce il sale con il sale delle lacrime mi è rimasta impressa così come la descrizione del silenzio.
È un capitolo molto incentrato su Vasia e questo ha solo potuto farmi piacere. Nell’altro avevamo visto più protagonista Dareg, che io continuo a credere si senta ‘rotto dentro’ e allo stesso tempo è un combattente anche lui che non vuole farsi piegare da chi è più potente. 
Sono l’uno la spalla dell’altra. 
Ho avuto il fiato sospeso per tutta la scena della tentata violenza, fino alla fine del capitolo per paura che davvero Dareg fosse giustiziato. 
Inoltre dico che per ora Haren è tra i personaggi che devo ancora inquadrare. Il suo rapporto con Vasia, il modo in cui si studiano... e parlano e dicono/non dicono. Mi intriga molto. 
Spero avremo anche presto più notizie su Medina. 
Niente, questo capitolo mi ha totalmente presa e le descrizioni mi hanno affascinata, mi hanno catapultata nel tuo mondo. 
Ti ammiro molto e sono sincera. 
Non ho trovato alcun errore ma comunque hai raggiunto lo scopo di ogni bella lettura: sono stata cattura e ho letto tutto di un fiato, trovandomi lì insieme ai personaggi.
Milioni di complimenti! 
Spero a presto :)

Recensore Master
28/06/18, ore 20:38

Recensisco questa prima parte di capitolo partendo da una riflessione sul titolo, cosa che non credo di aver mai fatto e che mi soffermerò brevemente a fare qui. Credo che questo titolo, più di altri, calzi a pennello con quello che è il tema portante del capitolo. Sono tutti calzanti, in effetti, non ce n'è uno che mi ha fatto storcere il naso. Questo però mi è piaciuto più di altri, c'entrava e soprattutto colpiva. Mi ha fatto molto effetto fin da quando l'ho letto, perché mi sono ritrovata a chiedermi che cosa potesse succedere, ancora, da mettere alla prova delle persone che sono già strenuamente alla prova da tanto tempo ormai. La risposta è una ed è ovvia, la guerra e l'impotenza che in questo capitolo vanno pesantemente di pari passo. Da una parte abbiamo Dareg, che sa quel che fa e io ci credo molto in questo (non smetterò mai di ripeterlo), che sembra pazzo, ma che ha delle idee. Che per un istante mette da parte mentre assiste a quella che sembra una distruzione vera e propria. Che guarda da lontano senza poter far nulla per quel caso specifico. Il senso di impotenza domina tutta la prima parte, ma allo stesso tempo fa nascere come un sentimento di rivalsa. Gli uomini fremono e non è soltanto paura, non è solo desiderio di vittoria, ma proprio quello di combattere e di farsi valere. Mi è molto, ma molto piaciuto. L'altro aspetto che domina la trama ora è indubbiamente la battaglia, che comincia ad avanzare e con lei le creature infernali. Continuo a pormi delle domande su davvero tante cose, soprattutto perché queste creature scelgano di combattere. Il pensiero mi ha attraversato proprio mentre Miva faceva una riflessione sulle bestie da cuccioli. Lì ho capito. Avevo un po', ma per demerito mio (e poca conoscenza della materia), associato queste creature un po' a degli orchi stile Signore degli anelli, non tanto per forma e aspetto, ma per provenienza. Credevo che fossero dei mostri veri e propri, ma l'accenno al fatto che "da cuccioli imparano facendo così e colà" mi ha fatta riflettere su questa cosa. Devono avere una società ben strutturata. Queste sono creature senzienti molto più di quanto non lo fossero gli orchi della saga del signore degli anelli (faccio questo esempio perché è il primo che mi viene in mente). Come mai decidono di combattere? Di spingersi da questa parte? Qual è il loro reale scopo? Conquistare tutte le città e farle cadere? Ma per quale ragione e soprattutto a cosa serve se poi il Veto si richiude? Continuo a ripetere che c'è qualcosa che mi sfugge e più vado avanti a leggere, più il sentimento diventa chiaro e ben nitido.

Scusa ho deviato un po' dal tema principale. Il capitolo è sempre ottimo anche per struttura. Più lenta e statica la prima parte con Dareg, in cui si assiste a un qualcosa, e più veloce la seconda con la battaglia e scene di lotta. L'ho molto apprezzato, come tutti quanti gli altri.
Koa

Nuovo recensore
28/06/18, ore 00:05

Ciao!
Eccomi qui per lo Scambio Libero del Giardino. :)

Questo capitolo è stato davvero tremendo.
Tremendo perché non solo sono successe alcune cose nella parte iniziale che mi hanno letteralmente maciullato il cuore, ma anche per le descrizioni che hai offerto riguardo le due nuove città introdotte, Gabusa e Baleor.
Ovviamente, il mio "tremendo" è in senso positivo - anche se Dareg se la passa in maniera totalmente opposta -.
Ecco, a proposito, la prima cosa alla quale ho pensato, ancor prima di iniziare a leggere il capitolo è stata: DAREG.
Dareg, semplicemente Dareg. Ero in pena per lui in una maniera assurda e avevo seriamente paura che perdesse la vita, vista la brutta situazione nella quale si è cacciato. Perché è vero, potrà anche essere uno dei protagonisti di questa storia, ma spesso e volentieri il suo carattere lo ha messo nei guai - guai? Lo ha portato diverse volte a pochi passi dalla morte, altro che! - e quindi ho sempre temuto il peggio per lui.
Inutile dire che mi sono sentita sollevata quando, ancora una volta, gli hanno offerto aiuto per scappare dalla prigione.
Un aiuto che Dareg, però, non accetta fin da subito e in questo caso non solo mi si è nuovamente stretto il cuore, ma stavo quasi per sbattere la testa contro il muro perché… perché Dareg è un testone! Ed ho usato un termine molto "gentile".
Da una parte capisco anche la sua cocciutaggine e tutto sommato non posso neanche fargliene una colpa; dall'altra, però, non posso fare a meno di pensare che questa sua ostinazione un giorno gli si ritorcerà contro per davvero, perché dubito seriamente che verrà aiutato ogni volta che si caccerà nei guai. E nonostante tutto lo adoro. Fantastico!

Mi è piaciuto molto anche Gideara, soprattutto quando ha parlato dell'appartenenza della vita. Diciamo che non condivido in pieno ciò che ha detto, ma mi è piaciuto proprio per questo: perché pur non condividendo, comprendo che il contesto nel quale si trovano è l'ideale per instillare nella mente delle persone un pensiero del genere. Quindi, pur condividendo ciò che dice Dareg, ovvero che la vita appartiene a lui e a lui soltanto, non posso fare a meno di pensare che, in quella situazione, sia comunque un pensiero un po' sbagliato.
[Ho appena riletto ciò che ho scritto e mi sono resa conto di aver fatto un giro di parole immenso. Ad ogni modo, spero di essermi spiegata a dovere].

Arriviamo alla città di Gabusa.
Che dire, mi sono sentita male per Dareg e tutti i soldati che sono approdati lì. Mi avevi accennato qualcosa, riguardo la città del Mataj Karak e adesso posso affermare che il suo sporco gesto dello scorso capitolo rispecchia perfettamente la città nella quale ha vissuto. Perché un conto è leggere di Haren che spiega a Vasia come funzionano le cose nella città di Gabusa, un conto è vivere sulla propria pelle questa città. E grazie alle tue descrizioni posso dire di aver veramente vissuto la città sulla mia pelle e ho provato un forte senso di sgomento e smarrimento. Davvero un ottimo lavoro.

Non vorrei sbagliarmi, ma il campo disseminato di cadaveri fa già parte della città di Baleor, giusto? Oppure è una sorta di sentiero che bisogna attraversare per raggiungere quella città?
Ad ogni modo, anche in questo caso la descrizione è stata tremendamente bella nella sua crudezza. Sarà che adoro le cose macabre, sarà che ho questo strano interesse per i teschi - sono da ricovero, lo so -, però davvero, mi è piaciuto molto leggere quel pezzo, l'ho trovato in linea con ciò che accadrà da qui in avanti, ovvero la preparazione alla guerra.
Una preparazione che è già iniziata e alla quale Dareg non vuole sottostare.
E qui mi chiedo che cosa gli accadrà, d'ora in avanti. Perché se nei capitoli precedenti è riuscito a cavarsela in un modo o nell'altro - in ogni caso, sempre grazie all'aiuto di qualcuno -, qui la vedo dura. Molto dura. E mi auguro per lui che non gli succeda nulla, anche se so bene che sarà impossibile.

Prima che mi dimentichi, vorrei fare questa piccola considerazione: in questo capitolo ci hai mostrato, secondo me, due lati della morte. Il primo, quello che mi è saltato all'occhio forse per la sua "ovvietà" è quello del campo disseminato di cadaveri, perché lì, purtroppo, le persone sono già morte e tutto intorno fa praticamente da fossa comune a dei guerrieri che non sono riusciti ad ottenere una degna sepoltura. Il secondo, al quale ho pensato subito dopo aver finito di leggere il capitolo, è la città di Gabusa in quanto la gente è come se non vivesse. Un esempio è, senza ombra di dubbio, i bambini che osservano l'arrivo dei guerrieri senza battere ciglio, con gli occhi vuoti. Hanno perso la loro innocenza fin da quando sono nati, vivono nella miseria e non sanno nemmeno se vedranno la luce del sole il giorno seguente. Anche quella è morte, perché quella non è vita e forse nemmeno sopravvivenza. Esistono ma non vivono.

Penso di aver detto tutto.
Complimenti anche per questo capitolo, è stato un piacere leggerti. ^^
Alla prossima,

Jill ~

Recensore Master
26/06/18, ore 19:13

Cara Nirvana,
Serviva assolutamente leggere almeno un altro capitolo perché il mio giudizio potesse formarsi! Il tuo mondo inizia a delinearsi con tratti sempre più nitidi. Lodo anzitutto la fluidità che accompagna tutto il testo, descrizioni incluse. Ho capito come funziona la questione dei 12 pretendenti e la configurazione dell’isola dove è ambientata la storia, con annessi e connessi, e non manca nemmeno Vasia, che mi aveva incuriosita già nell’introduzione. Un’orfanella assennata che deve badare al fratello scapestrato, che poi diciamolo: tanto scapestrato non è. Il suo ragionamento schietto e privo di vuota retorica è esatto, come esatto il giudizio che offre sulle parole dette in onore del padre, che potrebbero andare bene per chiunque. Il suo affogarsi nell’alcool potrebbe essere una duplice strategia per cercare di farsi notare il meno possibile, assumendo volutamente un comportamento deviante, o per mascherare un’eccesiva intelligenza o sensibilità. Certo è che dalle parole dell’ultimo personaggio, Tarse, questa non sembra essere stata la strategia vincente, visto che lo condurrà a una rapida morte, ma tant’è.
Mi sono domandata diverse cose, leggendo questa storia, e un testo che fa porre delle domande al lettore – ma offre anche delle risposte – è un racconto che ha sicuramente del potenziale per diventare una bella storia. Sui Mataj non so ancora esprimermi: sono personaggi che stai svelandoci pian piano, e che meritano di essere digeriti prima di divenire parte di una recensione, suppongo. Continua a notarsi l’impegno che hai messo nel concepire questo mondo complesso e articolato, brava!
A presto!
Shilyss