Ormai lo sai, se non sono in ritardo significa che in realtà non sono io e mi hanno rimpiazzata con un alieno.
Detto questo, che dovrebbe fungere come delle scuse, veniamo al capitolo e visto che comincia proprio con Dareg mi sono armata di pazienza.
Allora, trovo carino il fatto che nonostante tutte le pene che stia dando a sua sorella (>_>) finalmente inizi a mostrare una faccia diversa da quella solitamente rabbiosa e le sorrida perfino rassicurante. La parte migliore è però quella di lei che, nonostante abbia un fratello degenere (>_> x 2) sia pronta a farsi in quattro per lui e a prendersi cura di lui – tra l’altro dovrei decidermi ad andare a ricontrollare un paio di cose sul loro conto, tipo chi è il maggiore, perché mi sembrava di ricordare fosse lui, ma è comunque un ruolo di cui si fa carico Vasia e tra l’altro con in modo così naturale, come se quello fosse ovviamente il suo compito, che mi fa proprio tenerezza. Già traspariva, ma è proprio in questi momenti e quando in generale è messa nella condizione di dover pensare a suo fratello, che traspare il fatto che sia un personaggio con un cuore buono e dedita al sacrificio.
COME SUO PADRE! (che ormai nominerò sempre, fino al suo ritorno… anzi, sai che c’è, ora pretendo uno spin off solo su di lui XD)
Proseguendo per il secondo paragrafo, Dareg finalmente guadagna punti.
E ci voleva proprio questo momento di interazione con la sorella, che ci dà finalmente modo di vedere nuove sfaccettature del caratter(accio)e del ragazzo e, soprattutto ci dà modo di scoprire che oltre alla sua testardaggine da mulo c’è effettivamente altro. Come il fatto che si impunti nel non voler dare in moglie Vasia a “quell’imbecille di Small” e invece di attaccarsi a scuse banali quali che è un guerriero, ammette di farlo perché lei non lo ama. Ammetto che a questa sua sentenza mi si è un po’ riempito il cuore di gioia. Tra l’altro molto azzeccato lo scambio di battute, ha un ritmo perfetto che si incastra meravigliosamente con la narrazione, il discorso è così ben pensato e che quasi sono riuscita a sentirmi le voci dei due parlare nella mia testa.
E LOL, non ci credo, è proprio in questo paragrafo che rispondi ai miei dubbi. Ti giuro, non so se sono io che mi faccio troppe domande o sei tu che riesci a mettermi sempre nella posizione di riflettere su quanto scrivi (quasi sicuramente è la seconda), ma ancor prima che arrivassi al punto in cui Dareg si chiede chi dei due sia il più grande, avevi già dato tutti i presupposti per creare questa situazione. Quasi sicuramente te l’avrò già detto in una recensione passata, ma hai proprio questo modo di condurre il lettore per mano durante il tuo racconto; dissemini ogni paragrafo di dettagli, indizi, frasi (e sono sempre quelle giuste) da cogliere e da usare come guida per riuscire a godere appieno del mondo e dei personaggi che hai creato.
Grande emozione, questa volta ho trovato quello che immagino sia un refuso!
«non permetterli di piegarti.» invece di «Non permettere loro di piegarti.»
– per inciso, è un pensiero bellissimo da parte di Dareg e questo loro legame fraterno è dolcissimo, spero davvero ci sia occasione di avere altri momenti così, di questa quiete un po’ forzata, ma in cui possono non solo essere loro stessi, ma anche darsi forza l’un l’altro e prendersi cura l’uno dell’altra.
Anche la nuova interazione tra Haren e Vasia è stata interessante e, in certi versi, nuova. Della ragazza, sebbene immaginavo si sarebbe dimostrata in un certo senso una combattente, non mi aspettavo certo che sarebbe riuscita ad afferrare al volo un pugnale lanciato di sorpresa.
Haren dal canto suo, continua a tenersi il suo alone di mistero, quindi è sempre più difficile esprimermi su di lui e continuo ad essere incerta su quanto possa piacermi o meno.
Sono stata felice di vederlo finalmente un po’ immerso nell’azione, quando Dareg è arrivato a difendere la sorella dal Mataj ubriaco e Haren gli ha praticamente salvato la vita frapponendo la sua spada contro quella dell’altro.
E poi convincere Gideara a far partire con loro il ragazzo verso la Falda, ah, che tocco di classe. Sempre più arguto quest’uomo. Mi ha perfino fatto sorridere quando ha detto « Uno beve dall’alba al tramonto, mentre l’altro è un idiota, buono solo per farsi uccidere.» che lo pensasse o meno o fosse solo un modo semplice per convincere più velocemente l’altro, ho comunque apprezzato la parlantina.
Scusami di nuovo se sono stata confusionaria nella recensione, se già lo sono di mio, questa volta ci si è messa anche l’ora tarda.
In ogni caso, i complimenti, come al solito, sono rinnovati!
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