Quando Kagome e Inuyasha si incontrano dopo un incidente automobilistico la vita di entrambi prenderà una svolta inaspettata.
Strani sogni entreranno nella loro routine portandoli a scoprire cosa si cela nel loro destino.

Rin invece era ancora più confusa di prima: mai aveva ricevuto un invito da uno sconosciuto, per giunta da un demone. Non sapeva cosa fare, e se fosse stato malintenzionato? In quel momento nella sua testolina erano apparse due figure di sé stessa in miniatura, con tanto di ali e corna: la sua coscienza, alias l’angioletto custode che le diceva di non accettare; il suo lato irrazionale, alias il diavoletto che le diceva che una cena gratis con un bel fusto non si rifiuta mai.E quando le ricapitava?

«Dài, sbrigati!»
«Ho finito, Rin.»
«Ma noi siamo comunque in ritardo!»

Questa storia è stata scritta per la SessRinSmutWeek e segue i prompt proposti in ordine cronologico.
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[Fantasy!AU Royalty!AU] [SMUT: contenuti espliciti]
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Tratto dalla storia:
Rin guardava fuori dalla finestra assorta. Sentiva in sé l’ansia crescere e regnare sovrana sul suo animo. Era sempre stata coraggiosa, un carattere forte e indomito degno di una delle guerriere dei sei cieli, ma era la prima volta che si trovava in una situazione come quella.
Era stata molte cose nel corso della sua vita: orfana, reietta, guerriera, ma mai sposa. Né tantomeno regina.

“Che diavolo credi di fare, Weasley?”.
La sua voce, così fastidiosa, le giunse alle orecchie come un sibilo feroce e astioso.
“Non sono cazzi tuoi, Malfoy” rispose, sentendo la presa del ragazzo farsi ancora più forte sul suo polso.
“Fino a prova contraria, lo sono. Non vorrei che il Ministero della Magia venisse a sapere di qualche uomo sgozzato in un pub di Hogsmeade” disse, continuandola a fissare.
“Non appartengo a te. Non puoi darmi ordini”.
Lui ghignò, avvicinandosi al suo viso:-“ Ah…vero. Tu appartieni a quell’idiota di Nott che lascia andare il suo piccolo vampiro in giro per i pub, a quest’ora della notte, completamente sola, con una voglia di recidere gole e bere sangue. Certo…mi sembra un comportamento da perfetto padrone”.
Ginevra ringhiò, mostrando lievemente i canini.
“Aveva da fare”.
[ vampiresca // DracoGinny - TheodoreGinny - accenni HarryGinny PansyDraco // HarryPansy e RonHermione]

Kagome si volta spaventata verso di me mentre tutti mi guardano con aria curiosa e divertita. Tutti tranne mio padre, che sembra stia per svenire.
Sesshomaru guarda il pugnale e gira il volto verso di me.
Non si scompone né cambia posizione. I suoi occhi ambra mi fissano con astio e con odio, nonostante l'espressione del viso sembra imperturbabile.
Salve a tutti! In questa storia vedrete una Rin potente, dal carattere difficile e assolutamente scontrosa. Un vero e proprio vulcano! Grazie a chi mi recensirà!

Rin doveva ammettere di aver investito una quantità di pazienza considerevole per conseguire quell'obiettivo. Quanti saluti ignorati, sospiri infastiditi, porte sbattute davanti al naso, occhiate arroganti aveva dovuto sopportare in risposta ai suoi tentativi – sempre allegri e garbati – di approccio? A palate.
Ma perché, poi? Eh. Qui si arriva al punto. Perché se lo fosse posto, l'obiettivo di andare d'accordo con Sesshomaru, era tanto semplice quanto sconcertante: Sesshomaru non era ignorabile.
Quando si chiude una porta si può aprire di nuovo
perché di solito è così che funzionano le porte.
Albert Einstein
PUBBLICATO EPILOGO A PARTE, RATING ROSSO!

Gli incontri segreti e i pensieri più intimi del conte di Fersen e di Maria Antonietta. Il corso della Storia si percepirà solo attraverso i dettagli e le loro confidenze. Ho inserito un what if? dedicato ad Oscar e André dal CAP. 9, subito dopo l'aggressione a Saint Antoine.
"Se solo lui sapesse...
Il terrore di vederlo portare via da me, la mia impotenza, la mia gola arsa per le tutte le volte che ho urlato il suo nome.
E ad ogni grido sentire il cuore che brucia invece di battere.
Non potevo lasciare che gli facessero del male.
Non potevo abbandonarlo...
Non poteva lui... abbandonare me."
"... e insieme diventiamo anche vento... quel vento che piega i fili di smeraldo di quella prateria sconfinata e trasporta resti di foglie e corolle delle stagioni passate."
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Bellissime fan-art di Ilanak ai capitoli 1 e 15

-Una festa a casa?- ripetè Wataru guardando con occhi sgranati il maggiore dei fratelli.
-E perchè no? In fondo Ema e Yusuke hanno entrambi passato il test di ammissione, se lo meritano un bel premio.- sorrise Masaomi spensierato.
-Ah, una bella festicciola tranquilla, è proprio quello che ci vorrebbe.- commentò Louis rilassandosi sul divano.
Gli altri fratelli però gli dedicarono uno sguardo eloquente. -Tranquilla?- fece infatti Fuuto malizioso, -Io pensavo a qualcosa di più... eccitante.-.
Ema avrà a disposizione un tempo massimo di 20 minuti da trascorrere con ogni fratello e, mentre tutti vedono cosa succede con ciascuno degli altri, vige solo una regola: è vietato interrompere il gioco.

Lord Voldemort non è mai esistito, i genitori di Harry sono ancora vivi. Hermione e Draco si sono sempre odiati e insultati. Ma se sotto quegli insulti e quelle occhiataccie si fosse per tutto il tempo nascosto qualcosa di più? Durante l'estate, in cui saranno costretti a passare insieme si renderanno conto di provare qualcosa l'uno per l'altro. I due si sforzano di mantenere la loro relazione segreta ma qualcuno li scoprirà. Malfoy riuscirà a confessare veramente cosa prova per lei e cambierà, oppure rimarrà il solito?
Dal testo:
- Cosa vuoi, Malfoy?
- Rilassati Granger, voglio solo prendere un bicchiere d'acqua, come te. - rispose sorpassandomi e prendendo effettivamente un bicchiere. Mi voltai feci per andarmene quando sentì la voce di Malfoy dietro di me. - Comunque bel pigiama. - disse mi voltai e lo vidi appoggiato al bancone che mi squadrava. Arrossí violentemente [..] e me ne tornai in camera mia.

(IN REVISIONE GRAMMATICALE)
*tratto dalla storia*
-baciami, dannazione, ho detto baciami!- urla, ma io non lo ascolto nemmeno, ormai le sue parole non raggiungeranno mai più il mio cuore.
-hai avuto tutto il tempo per farmi questa richiesta e solo adesso ti decidi? solo adesso che non ne hai più nemmeno il diritto- vedo il dolore sul suo volto e la cosa mi fa piacere. mi allontano da lui e lo sento sussurrare.
- torna da me... Kagome!-

Sesshomaru era ormai sveglio da ore, incapace di riposare all'idea della sofferenza che lei stava patendo in quel momento, e non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro per il lungo corridoio dell’ala nord del suo palazzo in attesa di poter entrare in quella maledetta stanza e vederla ancora una volta.
Erano passati diversi anni da quando la Sfera dei Quattro Spiriti era andata distrutta, eppure il vago senso di inquietudine che aveva iniziato ad opprimergli il petto dal giorno in cui l'aveva salvata, pochi decenni prima, non l'aveva mai abbandonato portandolo a chiedersi dove avesse sbagliato.
Già, perché lui, il grande Sesshomaru, aveva fallito.
Su tutta la linea.
Si era sentito cosí orgoglioso di se stesso il giorno in cui, grazie a Tenseiga, aveva strappato Rin alla morte. Lei, che si era appena affacciata alla vita e che non aveva più nessuno al mondo. Se non lui.
E nonostante questo non era riuscito a sconfiggere il nemico più grande e che sapeva che un giorno gliel'avrebbe portata via: il tempo.

“ - Dimmi che è solo me che vuoi. Che è a me che pensi quando è notte e sei nel tuo letto. Che sono le mie braccia che vorresti quando hai freddo e i miei baci quando sei triste. Dimmi che è solo il mio volto che cerchi fra la folla e che sono solo i miei occhi a farti battere il cuore. Dimmi che c’è solo il mio nome inciso nella tua anima e che niente e nessuno può toglierlo da lì. Dimmelo, Hermione! Dimmelo e io troverò la forza di fare quello che sto per fare, perché, anche dopo, io sappia sempre che tu sei stata mia. -
Ma Hermione non riusciva a rispondere. Il suo corpo era scosso dai singulti e il suo volto brillava alla luce della luna come se fosse cosparso da tanti piccoli diamanti.
Con la sua voce flebile riuscì solo a dire tre parole – Ti amo, Draco. –
A lui sembrò bastare, perché chiuse gli occhi e, con infinito dolore, disse la parola che più di ogni altra non voleva far uscire dalle sue labbra.
- Oblivion! –”

"Era un'ora indegna di quello che non si poteva più chiamare mattino, con fatica stava preparandosi un caffè e l'unica frase che continuava a trapanarle il cervello era: 'Ma come diamine ho fatto?!?'
Più stupida, irrazionale, azzardata di così non avrebbe potuto essere. Idiota, idiota, idiota. Rimpiangeva di non essersi sbronzata totalmente: sarebbe bastata un'altra tequila e avrebbe concluso la serata serenamente collassata su un divanetto. E avrebbe evitato di fare quella....diamine, non riusciva neanche a dirlo. Coraggio, Rin. Scommessa.
Lei aveva fatto una scommessa."
Era pronta, erano pronti, ad affrontarne le conseguenze?
{La scommessa è un pretesto, un'occasione, non il fulcro della storia, che invece si concentrerà su tutto ciò che ne conseguirà. Enjoy!}