Recensioni per
Comme s'il neige en Juillet
di OnlyHope
Sono stata indecisa fino all’ultimo se buttarmi sul capitolo finale dopo aver divorato gli ultimi in pochi giorni o aspettare un po’ per lasciar decantare il tutto. Ha vinto la curiosità, e il desiderio di leggere anche il punto di vista della protagonista. E’ stato un viaggio intenso e bellissimo, sono davvero felice di essere incappata un po’ per caso in questa tua storia, e il finale ha confermato quanto già pensavo: tu sei eccezionalmente brava. Mi hai permesso di calarmi letteralmente nella storia, di sentire addosso e dentro quello che sentono i personaggi, attraverso le descrizioni accurate di luoghi ma anche di gesti. Si capisce, leggendo, che tu nello scrivere ci metti tantissima cura e attenzione, e questa accuratezza rende la storia ricca, complessa come la realtà ma intellegibile. Soprattutto intellegibile. |
Direi che questo è proprio un happy ending per Misaki Taro. Dopo la cocente delusione della fine della storia con Azumi prima ancora che fosse iniziata, lui diventa, per sua stessa ammissione, una tela bianca. Una storia da scrivere da capo. Affrontare una perdita non è mai facile, nemmeno se quella persona di cui soffriamo la mancanza non è mai stata davvero nostra, perché io credo che quel vuoto di presenza Taro lo abbia riempito nel tempo di sogni e aspettative, che poi sono stati delusi e spazzati via. |
Questa scena in cui ci racconti la loro vita di coppia rodata mi è piaciuta moltissimo, l’ho letta tutta sorridendo. Pierre a Marais che la aspetta tornare dal lavoro, lui che si ricorda solo al tramonto di non aver rifatto il letto (uh, me lo sono proprio immaginato un po’ disordinato e, ehm, distratto), fantastico il momento in cui ammette che è Azumi a occuparsi dell’organizzazione degli armadi (ti pareva…) e in cui fruga tra i cassetti alla ricerca di un maglione e si ritrova della lingerie di pizzo nuova tra le mani. Con tanto di fischio di apprezzamento, eheheh! |
Certo che qui ci hai fatto un bello scherzone, eh? Cominciare il capitolo dal viaggio di Azumi raccontando i suoi pensieri e le sue sensazioni fa crescere vertiginosamente le aspettative, ho letto riga dopo riga rimanendo in tensione, concentrata, pronta a veder sbucare Pierre da un momento all’altro. E invece niente Pierre, non quello fisico, reale, ma la sua presenza la si avverte molto bene. Lo sente Azumi mentre varca l’ingresso della villa, si dice che quella è “casa sua, nella concezione più stretta e emotiva del termine”. Eh, sì, è proprio così. Lo dice quel ritratto di famiglia dipinto a olio sopra il camino, Pierre bambino tra mamma e papà (che tuffo al cuore). E poi le fotografie in salotto, che testimoniano vari momenti della vita di lui. Quella che lei non conosce, la vita prima della sua comparsa. Quanto puoi essere curiosa di quella parte della storia dell’uomo che ami, se stai vivendo la situazione che sta vivendo lei? Lei che aspetta da settimane una risposta che ancora non arriva, e che non ha potuto fare a meno di illudersi di poter ricominciare lì, a Marsiglia. Lei che sorride ogni volta che il suo sguardo si posa su un’immagine, lei che sobbalza quando avverte qualcuno avvicinarsi, sempre speranzosa che si tratti proprio di Pierre. Ma lui in quel momento non c’è, non c’è nessuno della famiglia, solo il personale di servizio, a sua completa disposizione. Molto ospitali. Qui ho mangiato la foglia, non so se lo abbia fatto anche Azumi ma credo di no, c’è quella lacrima che le scende lungo la guancia, e si convince che Pierre in quella storia dell’incarico della ristrutturazione non c’entri proprio niente, si dà una spiegazione razionale immaginandosi che sia stata un’iniziativa dei suoi genitori che probabilmente hanno apprezzato il lavoro svolto a Marais. |
Azumi fiorisce in estate. La discussione della tesi di laurea sancisce un punto di arrivo e una nuova partenza, è la conferma non solo della sua realizzazione, ma anche delle sue capacità e delle sue risorse. Azumi è risolta, sa stare in piedi da sola, è in grado di camminare a testa alta verso un futuro luminoso. Ha dei progetti, una nuova casa da cercare, si è impegnata nello studio e sul lavoro. È circondata da amici che le vogliono bene, non è sola, anche se qualcosa manca nella sua vita e corrisponde a quella ferita che continua a sanguinare silenziosa. Pierre è lontano, non si è più fatto sentire. Ma lei questa volta sa di aver fatto tutto quanto poteva fare, non ha niente da rimproverarsi, nessun rimpianto. E così va avanti. |
Questo capitolo mi ha fatto attorcigliare le budella (cit.). |
Ed eccole qui le parole chiave di Azumi: “senza più guardarmi intorno ma rivolgendo lo sguardo solo a me stessa”. Sì, Azumi, è proprio così che deve essere, la risposta non è fuori ma dentro di te. Ci vuole capacità di introspezione e coraggio per guardarsi davvero, ma credo sia proprio l’unica cosa sensata da fare. Fare pulizia, fare chiarezza, indipendentemente da quelle che sono le azioni di Pierre e di Taro. Se il capitolo precedente è stato contrassegnato da due “scosse” che svegliano la protagonista da quella sorta di torpore in cui si trascina da tempo - ovvero la gravidanza di Lucille con tutte le conseguenze del caso (tra parentesi, il momento del montaggio della culla è davvero di una tenerezza disarmante) e l’exploit di Pierre che dichiara di amarla ancora, nonostante la fuga e il silenzio – è solo dopo aver compreso i propri desideri che Azumi può passare all’azione e diventare autrice della sua vita sentimentale. |
La gravidanza inaspettata, ma desiderata, o quantomeno felicemente accolta, di Lucille mi sembra trasporti Azumi in un’altra dimensione. Si sente coinvolta, ed è giusto ed è anche bello, perché hanno un rapporto speciale oltre a essere coinquiline. Si supportano a vicenda, e si sostengono, anche in un momento così intimo e delicato come può essere fare un test di gravidanza (per la prima volta poi!). Se ne accorge la stessa Azumi, sente “una strana emozione” e soprattutto si rende conto che probabilmente è ciò che si prova quando si “diventa grandi”. Sospetto che questo sia una sorta di turning point per il personaggio, che tutto ad un tratto si ritrova a guardare il mondo da una prospettiva diversa, forse meno azumicentrica… Lo penso perché questa parte è arrivata dopo un inizio di capitolo concentrato sull’amara delusione per l’indifferenza di Pierre ai suoi messaggi – e relativo suicidio emotivo a guardare il profilo Instagram e a leggere i commenti delle fans – nonché un momento dedicato a rimuginare sulla lettera di Taro. Ma poi puff! Questi pensieri sono spazzati via dalle emozioni per la novità dell’amica, e tutto ad un tratto Azumi realizza che ci sarà inevitabilmente un altro grosso cambiamento ad attenderla perché dovrà cercarsi un altro posto dove vivere. Sì, direi che la aspetta un periodo costellato da parecchie novità. |
Un focus sul punto di vista di Taro, dopo aver conosciuto quello di Pierre, a questo punto era doveroso. Scrivo a questo punto perché abbiamo già letto la lettera che ha recapitato ad Azumi, quella in cui si mette a nudo e le racconta di sé. È con quella chiave di lettura ben presente nella mia mente che mi sono immersa nel capitolo, credo sia una condizione indispensabile per poter recepire il messaggio che hai voluto veicolare. Sarebbe altrimenti fin troppo facile liquidare il suo comportamento come quello di un giovane uomo indeciso, che non sa cosa vuole e che gioca con i sentimenti. Attraverso i suoi ricordi di Berlino ho sentito in modo inequivocabile la forza di attrazione irresistibile che lo trascina da Azumi. È potente e magnetica e lui non può fare resistenza. Impalpabile ma presente, ed è la stessa che sente anche lei. È quella cosa che guida i loro gesti, che muove i loro corpi che in quell’unica volta che si trovano così vicini sono capaci di appagarsi in un modo così passionale. È istintiva, quasi animale, tant’è che nessuno dei due è in grado di parlarne. C’è qualcosa che stona però. Taro ha sentito da subito, fortissima, anche una forza che lo trattiene, ed è la sua parte razionale, quella che da sempre ha guidato le sue scelte e che lo protegge. Lui torna al quarto piano e rimane fuori dalla camera 472 disubbidendo a quelle leggi interiori che hanno sempre dato forma alla sua vita. C’è questa sorta di dualismo dentro di lui, qui, Azumi scardina il suo equilibrio, mette tutto in discussione. E gli fa paura, e dopo aver conosciuto quello che “sarebbe potuto essere” lo fa scappare via. Taro non è abbastanza forte, vince il timore di scoprirsi vulnerabile. Quella notte di Berlino ha visto un’unione di anime oltre che di corpi, ma dopo essersi mischiate esse si sono voltate le spalle, per motivi diversi. È accaduto nel momento sbagliato. |
Taro. Mi aspettavo una sua mossa decisiva, e il titolo del capitolo mi ha subito suggerito che qualcosa si sarebbe letto proprio qui. |
Quanto dolore in questo capitolo. Mi sono arrivate tutte le emozioni di Azumi: la flebile speranza di incontrare Pierre mentre si reca a Marais, il suo senso di colpa pesante sul cuore e poi la delusione atroce dopo aver cercato di ingannare sé stessa raccontandosi che magari lui fosse semplicemente in ritardo fino a realizzare che lui non c’è, che non si presenterà. Che la casa è vuota, lei ha il mazzo di chiavi che lui le ha dato l’ultima volta che si sono visti, e quello che in origine avrebbe dovuto essere un momento di pura gioia e amore varcando quella soglia è diventato solitudine e abbandono. Fa male, accidenti. E rende tremendamente reali quelle parole che lui ha pronunciato al telefono, quel “forse è meglio se non ci rivediamo più” ripetuto più e più volte, quasi un tamburo a rimarcare l’angoscia crescente di Azumi, che fino a qualche ora prima potevano sembrare soltanto un incubo. |
Credo che un capitolo per mostrare il punto di vista di Pierre, a questo punto della storia, fosse proprio quello che ci voleva. Parlo per me, e ti dico che ho apprezzato, leggendolo, poter trovare conferme a quelle che nel capitolo precedente erano solo supposizioni. Ed ero anche molto curiosa di conoscere i dettagli del loro primo incontro. Ti confesso anche che Azumi mi piace sempre di più, e sospetto che anche Pierre abbia visto in lei quello che ho visto io, ovvero una ventata di freschezza e spontaneità. Lui deve essere abituato a essere circondato da un certo tipo di donne immagino, donne che sanno perfettamente chi si trovano di fronte e lo trattano in un certo modo. Lei invece è giovane, spigliata e professionale, non lo adula né ne è intimorita, ma da subito tra loro due c’è qualcosa, si piacciono, descrivi questi sguardi che sottendono parecchio e infatti flirtano quasi da subito. E da subito tra loro due c’è intesa, attrazione e sensualità. Ah, che bei momenti! |
Questa volta lo schiaffo se lo prende lei. E che botta. |
Ho l’impressione che questo capitolo sia una sorta di punto di svolta perché mi sembra che Azumi metta a (finalmente) fuoco alcuni aspetti importanti della situazione che sta vivendo. È proprio nelle sue ultime battute che percepisco questa presa di coscienza, quando dice a Taro che con lui è tutto complicato mentre con Pierre non ci sono drammi ed è libera di essere sé stessa. |
Che fastidio!!! Non è possibile, riesci a farmi trovare Taro Misaki irritante a livelli assurdi! Eppure lo so che non è esattamente tutta colpa sua, razionalmente me ne rendo conto, ma qui non si può che patteggiare per Pierre, il ragazzo perfetto ma soprattutto ignaro che vive a Bordeaux… Perché è vero che Azumi gli ha detto qualcosa che somigliava a “sto uscendo con qualcuno” ma francamente è una frase molto debole se quel qualcuno non ha un nome e quindi un volto, per non parlare poi delle azioni e reazioni di lei che sembrano voler decisamente ridimensionare il suo coinvolgimento con questo fantomatico qualcuno. Accidenti, mi sembra molto presa da Pierre quando sono insieme ma adesso mi sto domandando se sia davvero così, perché quando Taro è nei paraggi Pierre scompare. Non pervenuto. Dalla bocca di Azumi si sono levate deboli, debolissime proteste, cose poco sensate dette a metà, se non avesse voluto farsi baciare sarebbe stata diretta, brutale, e veramente infastidita. Invece in bagno ha addirittura svitato la boccetta del dopobarba per annusarlo! E ha avuto tantissime occasioni di mettere le cose in chiaro, non l’ha mai fatto. In fin dei conti, Taro che cosa dovrebbe pensare? In questo momento, suppongo, soltanto che lei faccia un po’ la ritrosa perché teme che lui la consideri “facile”, non certo che non vuole le sue avances perché è innamorata di un altro… |