Recensioni per
City Of Ice.
di Farawayx

Questa storia ha ottenuto 221 recensioni.
Positive : 221
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:18
Cap. 7:

Cosa dire? Perfetto come sempre.
Hai talento, potresti scrivere senza problema un libro fantasy, perchè hai preso spunto dalla storia della Clare e poi hai reso ogni personaggio completamente tuo. Wow, semplicemente wow, ti giuro! Sei bravissima :)
<3

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:17
Cap. 6:

Penso di averl lanciato un urlo. IO ADORO LE ORIGINI.
Ritrovare i miei ragazzi qui è un colpo al cuore, Will è .... il personaggio perfetto, ancora ci soffro per la sua morte t.t
Un bacione.
-Ivelostmysoul

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:15
Cap. 5:

Lo so, piovono recensioni, ma ho letto questa storia d'un fiato e mi sono ripromessa di tornare a recensirla appena possibile, quindi eccomi! 
Adoro questa storia, davvero, sei semplicemente bravissima. Dovresti scrivere un cavolo di libro, lo comprerei all'istante. 
 

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:13
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Penso che ci sia più di un motivo per segnalare questa storia tra le scelte. E' come avere un libro tra le proprie mani, quando inizi a leggere un solo capitolo ti ci immergi completamente e non riesci a smettere fin quando gli occhi non diventano pesanti! Trovo che debba essere sotto gli occhi di tutti perché è sicuramente una delle migliori, se non la migliore, storia della sezione!
Non può passare inosservata.
Essendo stata scritta prima dell'uscita dell'ultimo libro, l'autrice con questo piccolo scorcio è riuscita a far affezionare tutte le sue lettrici a un personaggio solitamente odiato e poco compreso. E' stata abilissima in questa perché è difficile gestire un cattivo, facendolo restare ma rendendolo amabile contemporaneamente!
Penso che ci siano milioni di motivi per cui questa storia debba finire nelle scelte, in tanti l'hanno letta e apprezzata e spero che tutti possano amarla quanto me :)

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:08
Cap. 4:

Come si fa a non shippare questi due? 
Sam è adorabile, Sebastian invece è sempre Sebastian.
Stupenda come storia, davvero e sono felice di averla scoperta <3

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:07
Cap. 3:

Io adoro il personaggio di Sebastian e sapere che qualcuno ha deciso di scrivere di lui mi fa saltellare di gioia! 

Scoprì che anche quella era una camera da letto, molto simile a quella di prima, non fosse stato per il disordine totale: il letto era un groviglio di coperte e lenzuola di seta nera, la scrivania di vetro e acciaio giaceva sotto un cumulo di libri e riviste, vestiti da ragazzo sparpagliati ovunque. Jeans, giacche, magliette e attrezzature. 
Sentì di star facendo qualcosa di tremendamente sbagliato e indietreggiò rapidamente per lasciare la stanza, finendo dritta contro un muro di carne e ossa. Delle braccia la avvolsero, stringendola forte, e Sam vide che erano snelle e muscolose.
- Che cosa ci fai in camera mia?- le disse all'orecchio Sebastian.

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:06
Cap. 2:

Posso morire? Non ho mai visto un Magnus così "Magnus", non so se mi spiego! E' davvero stupenda come cosa!
Sam sorrise. -Vivi qui con Magnus?-
Lui scosse la testa sospirando appena. -No, ma non ho un posto dove andare e..-
-...E visto che ultimamente ho messo su un hotel per vagabondi, ospito i figli abbandonati senza una casa.-
Entrambi girarono il volto verso la porta ritrovandosi un Magnus in vestaglia che sorseggiava annoiato del vino da un bicchiere a coppa. - Su, il convento spegne le luci, tutti a dormire.- 
Stavo morendo hahah

 

Nuovo recensore
01/09/14, ore 17:04
Cap. 1:

Credo sia una storia davvero singolare, quindi mi immergerò in essa, spero davvero che di trovare qualcosa di particolare ma sono sincura che non deluderai le mie aspettative! Un bacio :*

-Ivelostmysoul

Nuovo recensore
13/06/14, ore 15:55
Cap. 21:

Fantastica ff, devo ammettere che io Sebastin/Jonathan non lo vedevo di buon occhio, ma grazie alla tua ff ora mi sono appassionata della storia di Sab (Sam e Seb).... anche se rimarrò una fan sfegatata di Clace! Continua a scrivere, sei davvero brava!

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:40
Cap. 21:

Ho i rubinetti aperti............Addio, boh....Non so che dire, è stata una storia meravigliosa.. Davvero.

"Sollevò una mano con la quale accarezzò la sua pelle fredda, per poi chinarsi leggermente con il busto portando le labbra alla sua fronte, sulla quale stampò un bacio leggero per poi arrivare alle sue labbra che toccò per l’ultima volta. 
-Ti amo. - Sussurrò. –Grazie per essere stata la linfa vitale di un cuore morto. Grazie per avermi amato. - 
Strinse gli occhi per alcuni istanti e poi si sollevò, seguendo con lo sguardo ogni movimento di Fratello Zachariah che si chinava per prenderla tra le braccia in modo da poter mettere il suo corpo sulla pira. 
Quando il fuoco fu accesso Sebastian sentì che era troppo, troppo per lui, non poteva vederla bruciare, le persone come lui meritavano quella fine, non lei. 
Si sentì avvolgere da un alone di panico, il cuore sembrava battere così forte da uscire dal petto, quel corpo era l’unica cosa che ancora lo legava a lei, lui non era pronto a lasciarla andare via.
Ma poi sentì come un peso sulla spalla, qualcuno aveva appoggiato la propria mano su di essa, era un tocco delicato. Dopo alcuni istanti il tocco si spostò percorendo le sue braccia fino a raggiungere la sua mano e intrecciare così le loro dita. 
Era un tocco così familiare che dovette chiudere gli occhi ma quando si voltò al suo fianco non c’era nessuno. Eppure lui l’aveva sentito. 
Fu allora capì. 
Lei sarebbe sempre stata con lui. 
Lei era lì con lui in quel momento, Sebastian lo sapeva, e stringendo con forza le dita immergendo le unghie nel palmo della mano, lasciò che il suo corpo diventasse cenere con una nuova consapevolezza. 
Lei non l’avrebbe abbandonato mai."

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:39

....Io sto piangendo come una fontana.........Guarda, mi ritiro per lutto t.t


Ti lascio alla mia parte preferita. 

"Sebastian inorridì, non poteva essere vero, no. Sam stava bene, lo sapeva. L’avrebbero aiutata a guarire.
-Sam.- Urlò e si avvicinò a i due corpi, quello di Matt era posto nella parte superiore, schiacciando così quello di Sam. Il ragazzo non si muoveva, il suo viso sembrava terribilmente vecchio e i suoi occhi erano vitrei. Morto.
Sebastian non si curò minimamente di lui, scostò il suo corpo in malo modo e lo lanciò alle sue spalle, dove erano radunati gli uomini dell’ibrido. Chinò nuovamente lo sguardo e la vide. Sam era ancora viva, i suoi occhi erano aperti ma il suo viso era terribilmente pallido, il sangue di Matt si mischiava con il suo in alcuni punti, ricoprendole il viso.
Non aveva più l’aspetto angelico che lui le aveva visto poco prima, era tornato la sua Sam e respirava piano, come se ogni respiro le prendesse tutta l’energia.
Sebastian abbassò ulteriormente lo sguardo e notò qualcosa che prima non aveva notato. La punta della spada di Matt era conficcata nello stomaco della ragazza e lei continuava a perdere sangue.
-Sam.- Mormorò inginocchiandosi di fianco alla sua figura e poi sollevò la testa urlando. –Magnus, mi serve il tuo aiuto.-
-No.- Sussurrò la ragazza con una voce così fine da farlo rabbrividire. –Non c’è molto che possa fare, lo sai.-
-C’è sempre speranza.- Ripeté lui e le prese la mano stringendola tra le sue. – Non può finire così.- Sussurrò.
Una lacrima rigò il viso di Sam, le sue labbra si distesero lentamente in un sorriso, mentre sollevava una mano che portò alla guancia di Sebastian. –Resta con me.-
Lui si morse con forza le labbra e annuì lentamente. –Resterò con te fino alla fine.-
Sam annuì lentamente e socchiuse gli occhi.
Sebastian si lasciò sfuggire un gemito strozzato mentre si chinava nuovamente verso di lei. –Samantha.- Le disse a voce bassa. –Grazie per avermi amato, per aver creduto in me.- Le sussurrò all’orecchio. –Ti amo così tanto.-
Lei sorrise e colpo di tosse scosse il suo corpo. –Lo so.- Disse con un filo di voce. –Lo so, Jonathan.-
-Non te ne andare, ti prego.- La supplicò chinando il viso sul suo torace. –Io ho ancora bisogno di te, ne avrò sempre.-
-Non ti abbandonerò mai.- Rispose lei, la sua voce era sempre più debole. –Io sarò sempre qui.- sollevò una mano e la portò all’altezza del cuore di Sebastian. –Baciami, voglio morire con il tuo sapore sulle labbra.-
-Non dire così.- Mormorò il cacciatore e una lacrima gli scivolò lungo il viso.
Sam la raccolse con la punta delle dita. –E’ l’ultima cosa che potresti fare per rendermi felice.- Sussurrò, la sua voce era sempre più debole.
Sebastian strinse per un’istante gli occhi e si chinò su di lei, sfregò le labbra contro le sue e la baciò, stringendo il suo corpo insanguinato tra le braccia.
Sam battè un’ultima volta le palpebre e si sentì avvolgere da una luce bianca, una luce calda, nuova.
Le accarezzava il corpo addolcendo le sue ferite, sollevò lo sguardo e video qualcuno, era un viso familiare, aveva i capelli neri e gli occhi più blu del mare.
-Will, sei tu?- Sussurrò e il ragazzo le rivolse uno dei suoi soliti sorrisi. –Dove mi trovo?-
Lui si voltò del tutto e i suoi grandi occhi azzurri si posarono su di lei. -Stai tornando a casa.-
‘A casa ’ era così tanto che non si sentiva a casa, sorrise e sollevò la mano afferrando quella che Will aveva teso verso di lei, seguendolo attraverso la luce.
Quando Sebastian tirò la testa indietro il petto di Sam aveva cessato di muoversi, le sue labbra erano curvate in un lieve sorriso. Era come se dormisse.
E mentre avvertiva la presenza degli altri intorno a se, chinò lo testa accarezzando un’ultima volta i capelli dell’unica persona che avesse amato."

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:38
Cap. 19:

.................*MORTA* 

"Sam iniziò seriamente a pensare che in quel posto avessero intenzione di ucciderla, la sola idea di doversi “allenare” con Sebastian la paralizzava, non che pensasse che il cacciatore le avrebbe fatto del male, ma farsi prendere a botte da persone che si allenavano per quello da una vita non era un’opzione molto gioiosa. 
-Allora, esci da lì o devo venirti a prendere di peso?- 
La voce di Sebastian echeggiò all’interno del piccolo spogliatoio in cui si trovava in quel momento. Dopo che tutti si erano messi a complottare tra loro era stata trascinata all’istituto di New York, l’unico posto dove secondo detta di Jace “Avrebbe avuto tutto il necessario per rinforzare i muscoli”. Aveva indossato una tuta che le era stata prestata da Isabelle, per quanto avesse tentato di infilarsi i pantaloni di Clary, non c’era proprio riuscita, le arrivavano almeno cinque centimetri sopra le caviglie mettendo in evidenza la loro differente statura. 
Prese un lungo respiro muovendo alcuni passi, superando così la soglia della porta della palestra e quando il suo sguardo ricadde su Sebastian, intento a sistemare alcuni tappetini nel centro della stanza, si sentì mozzare il fiato. Il ragazzo non indossava la sua tenuta da cacciatore, ma una maglietta bianca e dei pantaloni da tuta, mettendogli così in risalto i muscoli delle spalle e quelli delle braccia che si tendevano mentre sollevava uno dei tappeti che Sam suppose avrebbero fatto da ring. 
-Eccomi. - Esordì avvicinandosi a lui, mentre lasciava scivolare le dita tra i capelli che aveva sistemato in una coda alta. 
-Sei pronta?- 
Sam annuì lentamente consapevole che anche se avesse detto di no, niente sarebbe cambiato. 
Seguì Sebastian al centro dei tappetini, che sotto il suo peso si abbassarono come un materasso, e raggiunse così l’altro capo del quadrato, portandosi di fronte a lui. 
-Con cosa iniziamo?- 
Non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase che lui le arrivò addosso gettandola a terra. Il ragazzo sollevò una mano che strinse intorno al collo della ragazza facendo in quel modo una pressione con le dita, soffocandola. Sam, all'inizio, del tutto colta di sorpresa non riuscì nemmeno a trovare la forza di spostare il corpo di lui dal suo, lasciando così che le sue dita le impedissero di respirare. 
Alzò anche lei le mani che strinse intorno ai suoi polsi, tentando in tutti modi di tirarle via. 
-Sebastian, mi stai facendo male. - Disse in un sussurro, la stretta era sempre più forte e con essa aumentavano anche le vertigini. 
-Pensi che una supplica faccia in modo che il tuo avversario ti risparmi?- Le ringhiò lui all’orecchio. - La risposta è no. No qualcuno che vuole la tua morte. - Fece una pausa aumentando la stretta. –Combatti. –Le urlò. 
-Ma se mi ammazzi ora, nemmeno ci arrivo in quella situazione. –Bofonchiò lei. 
-Però la forza per parlare ce l’hai. - Commentò lui. –Concentrati!- 
Sam chiuse gli occhi, la presa di Sebastian sul suo collo diventava sempre più forte e mentre quella si rafforzava, il suo corpo diventava più debole. Concentrarsi?  Doveva concentrarsi su cosa? Sul fatto che il ragazzo al quale si era avvinghiata allegramente più volte, ora la stesse ammazzando? Avrebbero potuto scriverci una tragedia. 
Tentò in tutti modi di sgombrare la mente, stringendo con forza le mani attorno ai polsi di lui, cercando in tutti modi di respingerlo e qualcosa accadde. La stretta delle dita di Sebastian divenne sempre più sopportabile, fino a sembrare una di quelle carezze che le infiammavano la pelle. Così aprì gli occhi per vedere perché l’avesse lasciata andare ma dal sorriso che lui aveva sulle labbra, capì che non era stato lui a togliere le mani. Era stata lei. 
Si sollevò appena sulla schiena, tentando di recuperare l’aria, tossendo a scatti e massaggiandosi il collo. –Come ci sono riuscita?- disse in un sussurro. 
-Lo sapevo che potevi farlo.- Disse lui sorridendole soddisfatto. 
-Quindi mi hai quasi uccisa perché sapevi che potevo respingerti?- Chiese lei aggrottando un sopracciglio. 
Lui scosse la testa. –In realtà non lo sapevo, ho solo provato.- 
-COSA?- Urlò lei sconvolta. –Potevi farmi fuori.- 
-Non l’avrei fatto.- 
-Stavo quasi per morire soffocata.- 
-Appunto, quasi, se fossi morta ora non dovrei subirmi le tue urla.- 
Sam abbassò lo sguardo sulla propria mano che strinse in un pugno e poi lo rialzò su di lui, avanzando con un piede in avanti e con tutta la forza che aveva nel braccio lo sollevò, colpendo così in pieno viso Sebastian che ricadde di schiena contro il pavimento. 
-Questo è per avermi QUASI uccisa.- Disse Sam abbassandosi su di lui, mettendo così le ginocchia di fianco alla sua vita e sedendosi poi sul suo ventre, pronta a colpirlo ancora. 
-Te l’ho già detto che ho un debole per le ragazze violente. – Disse lui divertito, asciugandosi con il pollice della mano un rivolo di sangue che gli era ricaduto lungo le labbra. 
-Sta zitto.- Tagliò corto lei ma mentre sollevava nuovamente il pugno, entrambe le mani di Sebastian strinsero i suoi fianchi in una stretta salda e con un movimento veloce il cacciatore la chinò su di lui, per poi rotolare su un fianco in modo da invertire le posizioni.
Ora il corpo di Sam era schiacciato sotto quello di Sebastian, tentando in tutti i modi di liberare la stretta che lui aveva sui suoi polsi incollandoli al pavimento.
-Dicevo? Ah sì, adoro le ragazze violente.- Quasi sussurrò mentre si chinava sul collo di lei, accarezzandone la pelle con la punta del naso. 
-Oh, davvero? Ora giochi la carta del “seduciamo la deficiente”?- Borbottò Sam, allontanando bruscamente il collo, incollandolo maggiormente al pavimento. 
-Chi? Io? Ma ti pare.- Rispose lui fintamente indignato per poi lasciare sul suo viso solo spazio a un sorrisetto, uno di quelli che facevano venire voglia a Sam di fargli una faccia di schiaffi. 
Sebastian si chinò nuovamente su di lei, facendo incontrare questa volta le punte dei loro nasi, per poi scendere sulle sue labbra che baciò. Sam serrò le sue impedendogli l’accesso, ma lui le mordicchiò con più forza il labbro inferiore così che lei fu costretta a schiuderle e il cacciatore impiegò pochi istanti per rendere quel contatto più profondo. Mosse la lingua nella bocca di lei esplorandola meticolosamente con la punta di essa fino a trovare la sua, che intrecciò con la propria, iniziando a muoverle insieme in una specie di danza perfettamente sincronizzata. 
Sam riusciva a sentire ogni parte del suo corpo contro il proprio, era come se fossero una cosa sola, nonostante quel bacio l’annebbiasse del tutto la mente, tentava con ogni forza di non cedere e di trovare un modo per allontanarlo da se. L’avrebbe baciato in un altro momento, eccome se lo avrebbe fatto, ma ora, ora voleva solo fargli capire che con lei quei giochetti non funzionavano. 
Mosse appena le gambe e approfittando della sua distrazione, posizionò un ginocchio in mezzo alle sue gambe e con un movimento veloce colpì verso l’alto, puntando direttamente alle sue parti basse. 
Sebastian interruppe il contatto delle loro labbra balzando più per la sorpresa che per il dolore e Sam ne approfittò per scivolare via dalla sua presa e rimettersi in piedi. 
-Punto prima, evita i tuoi modi da macho con me, perché se no questa è la prima ginocchiata di una lunga serie.- Disse lei, guardando il cacciatore che aveva la faccia contratta per il dolore. 
- Tesoro, portandomi alla castrazione, ci perdi solo tu.- 
A quel commento Sam si sentì avvampare, ma tentò in tutti modi di nasconderlo, il pensiero di quello che lei e Sebastian avevano condiviso la mandava ancora maledettamente a fuoco, nonostante nessuno dei due ne avesse più fatto parola. 
Perché l’attrazione doveva essere così dannatamente forte? Delle volte aveva difficoltà perfino a stargli vicino e tutto quell’avvinghiarsi di poco prima aveva solo fatto aumentare le palpitazioni. 
Si portò una mano sul fianco tentando di non mostrarsi come una mosca affascinata dalle luci elettriche delle lampade, così come la mosca si bruciava al contatto con la luce questo accadeva a lei quando Sebastian la toccava.
-Possiamo finirla per oggi?- Buttò lì.
-Ma se non abbiamo iniziato da neppure dieci minuti.- Sebastian aggrottò la fronte contrariato. 
- Per favore.- Ripeté lei, distogliendo lo sguardo da lui. 
Lui la osservò per qualche istante e poi la sua espressione mutò, sembrava preoccupato. – Ti fa male in qualche punto?- Le chiese avvicinandosi a lei. 
Sam istintivamente fece un passo indietro, per poi bloccarsi sentendosi un’emerita idiota. –Nono e che…- 
-Sì?- La incalzò lui ma la sua espressione era cambiata, non era più pensieroso, anzi, appariva divertito. 
-Sì, ho un dolore lancinante al fianco, penso sia meglio che mi sdrai.- Mentì lei.
-Aspetta.- Sebastian fece una pausa chinandosi appena e portando una mano dietro al suo fianco, premendo appena le dita contro la stoffa della sua maglia. –E’ qui che ti fa male?-
Sam lo maledisse mentalmente un minimo di dieci volte, i loro visi erano talmente vicini da riuscire a percepire il respiro di lui sulla pelle. –E dannazione!- Esclamò.
-Cos...- Ma il cacciatore non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase, le labbra di Sam si erano fiondate sulle sue cercando quel contatto disperatamente e stringendogli entrambe le braccia intorno al collo in modo da rendere quel contatto più profondo. "

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:37
Cap. 18:

SEBANTHA ORMAI E' UNA RELIGIONE AHAHAHA.
Io li shippo da morire, ti giuro!


"-Sebastian.- Disse poco dopo la ragazza, leggermente confusa. –Sei venuto qui solo per commentare l’arredamento?-. 
Lui alzò le labbra e qualcosa nei suoi occhi cambiò, era come se una luce improvvisa li avesse illuminati. – Sai, confido molto nel tuo gusto da arredatrice. - 
Sam alzò gli occhi al cielo nonostante un sorriso spontaneo le si fosse formato sulle labbra. – Sebastian.- Ripeté ma ora non sorrideva più. – Anch’io ho bisogno di parlarti. - 
Sebastian nel costatare la sua espressione seria si rabbuiò. –Che succede?- 
-Niente, non fare quella faccia, non è morto nessuno. - Disse lei non appena notò lo sguardo di lui. – Riguarda me e te.- 
-Oh.- Fu tutto quello che rispose il cacciatore, sinceramente sorpreso. –Va bene, ti ascolto. - 
Sam chiuse per un breve istanti gli occhi, per poi stringere le mani che tradivano la sua agitazione con un leggero tremolio. – Lo so che non è il momento opportuno, ma ora come ora, non saprei dire quando ci sarà la possibilità di parlare come in questo momento… - Fece una pausa sollevando lo sguardo verso gli occhi del ragazzo che la stavano osservando con attenzione. –... quindi, penso che sia giusto mettere in chiaro le cose tra noi. Non ho aspettative altissime perché nella mia breve vita ho imparato ad aspettarmi poco dalle persone, ma nonostante il mio pessimismo cronico ho iniziato a far nascere in me una piccola illusione. Ho paura che tutto questo porterà al mio cuore calpestato per l’ennesima volta. Ho capito che ti piace giocare ma io non ne ho il tempo e ne la possibilità di farmi incasinare la testa da te.-.  
Sebastian restò in silenzio alcuni istanti aspettando che lei proseguisse ma quando non lo fece si passò lentamente una mano nei capelli, mostrando il suo viso totalmente rilassato. –Non ho mai avuto intenzione di spezzarti il cuore. - fu tutto quello che disse. 
-Ma?- Sam trattenne il respiro. 
-Ma cosa?- Ribatté lui, inclinando la testa. 
-Tutto qui? Ti chiedo chiarezza e riesci a dirmi solo questo?- Esclamò frustrata lei. 
- Non sono ancora capace di dare un nome agli impulsi che ho verso di te, come il senso di protezione, il desiderio o il dovere. Ma sei l’unica persona a cui non ho mai voluto torcere un capello. - Disse lui sinceramente voltandosi di poco e abbassando il volto. 
Sam distolse lo sguardo dal profilo di Sebastian, nonostante gli occhi ne fossero attratti come una calamita, tutti di lui le piaceva, perfino il modo in cui i capelli gli ricadevano sulla fronte in quel momento. Ma quello le sembrava soltanto un altro buco nell’acqua.
Sentiva una strana sensazione di angoscia alla bocca dello stomaco che la costrinse a voltarsi dall’altro lato in modo da poter uscire dalla visuale di Sebastian, chiuse gli occhi per un lungo momento prendendo dei lunghi respiri. Doveva smetterla di avere quelle reazioni da ragazzina alla prima infatuazione, doveva smetterla di sentirsi così angosciata per una cosa stupida come quella quando intorno a lei stava accadendo l’impossibile. 
Il contatto di una mano sulla sua spalla la fece sobbalzare riportandola alla realtà, si voltò appena e quando incrociò lo sguardo fermo del cacciatore, sentì quel disagio crescere maggiormente. 
-Samantha.- Sussurrò  e nella sua voce ci fu qualcosa che tradiva il suo sguardo gelido. C’era un tremore, il suo richiamo sembrava una supplica. Fu quello a far voltare Sam verso di lui e quando incontrò i suoi occhi si sentì inghiottire dal nero delle sue iridi che si distinguevano con la pupilla solo per una leggera linea del colore argento che le dividevano. 
E fu quello l’istante in cui smise di pensare. 
Spostò la mano che Sebastian aveva poggiato sulla sua spalla e senza dar modo al cacciatore di aggiungere altro si avvicinò al lui, portando entrambe le mani sulle sue guance e lasciò che le loro labbra combaciassero perfettamente. Sam aveva desiderato baciarlo dal primo istante in cui lo aveva rivisto, aveva desiderato risentire il sapore delle sue labbra e poter toccare nuovamente con le sue dita la mascella ben delineata del ragazzo. 
Sebastian le strinse istintivamente entrambe le mani dietro la schiena facendo peso su di lei con il proprio corpo, facendo così indietreggiare Sam di alcuni passi. Neanche lui poteva negare a se stesso quanto le fosse mancato il contatto del suo corpo contro il proprio e di come non avrebbe mai interrotto quel bacio. 
Il ragazzo lasciò scorrere entrambe le mani sul busto di lei, portandole così lungo i suoi fianchi, sollevando appena con le dita i bordi della maglia cercando con le punte di esse il contatto con la sua pelle ma quando la ragazza si ritrasse appena, per una fitta di dolore, capì di aver toccato uno dei punti in cui quel bastardo l’aveva colpita. 
Staccò le sue labbra da quelle di Sam e si chinò lentamente sulle ginocchia, verso il basso, portando così il viso all’altezza dello stomaco della ragazza. Sollevò con le mani entrambi i lati della maglietta fine che indossava scoprendole del tutto l’addome, non appena i suoi occhi si ritrovarono a contatto con quelle macchie violacee che imbrattavano la pelle di lei, Sebastian si sentì andare a fuoco per l’ira. 
Gli avrebbe spezzato ogni singolo osso del suo corpo. 
Sospirò per scacciare via quella sensazione e portò la testa in avanti così da toccare con le labbra ogni sua ferita, baciò ogni livido che Sam aveva sulla sua pancia, li accarezzava con le labbra o con la punta della lingua, usando una dolcezza che stupì perfino se stesso. Non riuscì a trattenere un sospiro quando la ragazza intrecciò le dita tra i suoi capelli, accarezzandoli e giocandoci, creando così delle piacevoli sensazioni dalle quali lui si sentì pervadere dalla testa ai piedi. 
Sam lo tirò verso l’alto, così da poter nuovamente baciare le sue labbra chinando poi il viso in modo da percorrere con esse la guancia di lui fino a giungere alla linea della mascella che percorse interamente, prima di ritornare sulle sue labbra. 
Sembrava un bacio disperato, un bacio che esprimeva tutto quello che i due non riuscivano a dire con le parole o tutto quello di cui avevano paura. 
Le loro figure si muovevano dolcemente e con apparente lentezza l’una contro l’altra, continuarono a baciarsi con ardore, mentre le mani di Sam andarono a sbottonare la camicia azzurra di Sebastian, scoprendo man mano il suo fisico muscoloso. Osservò per alcuni istanti il corpo di lui che sembrava fremere sotto il tocco delle sue dita così portò le mani lungo il petto, accarezzandogli i pettorali per poi scendere lungo gli addominali, soffermandosi su di essi. Il cacciatore, estasiato da quel tocco, si liberò dell’ingombro del tessuto gettandolo a terra, per poi afferrare il top della ragazza e sfilarglielo con forza  lasciandolo passare da sopra la testa.  
Sebastian strinse entrambe le mani intorno ai fianchi di Sam sollevandola verso l’alto e facendolo così avvolgere le gambe intorno la sua vita, mosse qualche passo un po’ alla cieca, completamente distratto dai continui baci che continuavano a scambiarsi, poggiandola poi contro una delle pareti e premendo il proprio corpo contro quello di lei. 
La schiena di Sam si scontrò con qualcosa che al primo impatto le sembrò gelida, ma poi si sentì il rumore dell’acqua ed entrambi furono invasi come da una pioggia. Sollevarono nello stesso momento la testa verso l’alto, così da costatare di essere finiti vicino al regolatore dell’acqua della doccia e mentre l’acqua li travolgeva, bagnandoli completamente, i due tornarono a guardarsi e Sam non riuscì a trattenere una risata.
-A quanto pare una forza superiore pensa che dobbiamo un po’ spegnere i bollenti spiriti. - Commentò Sebastian tenendo aperti con difficoltà gli occhi, per via dell’acqua che scorreva contro il suo viso. 
Sam non riuscì a trattenere un’altra risata e strinse maggiormente le braccia contro il collo di lui. –Oppure che sei più sexy tutto bagnato. - 
-Smettila di ridere. - l’ammonì lui per poi lasciare spazio a un ampio sorriso sulle sue labbra. 
La porta della stanza si spalancò all’improvviso  e una testa castana comparì improvvisamente. -Sam, sei…Ma cosa state facendo?- L’espressione di Simon alla vista dei due completamenti bagnati ancora avvinghiati passò dallo stupore all’imbarazzo in tre secondi. 
Sebastian lasciò la presa sui fianchi di lei, facendola così poggiare nuovamente i piedi a terra, e portando poi una mano dietro la schiena di Sam in modo da chiudere l’acqua. –Ah, se imparassi a bussare quanto imbarazzo ti risparmieresti. - 
-E io che pensavo di aver visto di tutto. - Rispose l’altro, completamente a disagio. 
- Ma guarda che stavamo testando la temperatura dell’acqua, non vorrei traumatizzarti troppo. - Ribatté Sebastian. – Se vuoi puoi unirti a noi. - 
-Sebastian!- Esclamò Sam completamente in imbarazzo portandosi le mani al petto, tentando di coprirsi. 
-Cosa sono queste facce? Non passavate il tempo a provarci tra di voi?- Commentò il cacciatore.
-Simon, sei qui?- La testa rossa di Clary fece capolinea attraverso la porta, sbarrando appena gli occhi alla vista della scena. –Ma cosa…-
Sebastian sospirò scocciato muovendo qualche passo, portando una mano sulla spalla di Simon, spingendolo così verso Clary. –Sentite, senza offesa, tre è una festa ma quattro è una folla. – Disse spingendo entrambi verso l’esterno e chiudendo la porta non dando modo a nessuno di replicare.
Sam si portò una mano alla guancia, si sentiva andare a fuoco. 
-Sei in imbarazzo?- chiese lui girandosi verso di lei. 
-Ma cosa te lo fa pensare ?- Chiese ironicamente. 
-Solo che sembri la versione adulta di un pomodoro. - Commentò lui scrollando le spalle. 
Sam sollevò gli occhi al cielo, tentando di spostare alcune ciocche bagnate dal viso. 
-Sei sempre così tenera e carina. – La provocò Sebastian. 
-Scusami?- Replicò lei. 
-Beh, arrossisci la metà del tempo e l’altra metà la passi a farti tremila filmini mentali sul perché, per come o per quale. - Disse lui con tranquillità. 
Sam sollevò un sopracciglio, annuendo poi, tentando di imitare la sua espressione completamente rilassata, muovendo qualche passo e uscendo così dal bagno avvicinandosi nuovamente a Sebastian. Si voltò di scatto, cogliendolo forse per la prima volta di sorpresa, e andò a premere il proprio corpo contro quello del cacciatore, facendogli aderire la schiena contro la parete. Sollevò appena il mento in modo da sfiorargli con la punta del naso quello di lui, per poi inclinare di nuovo il viso così da potare le labbra all’altezza del suo orecchio. -Non sono un peluche che mi definisci tenera e carina, chiaro?- 
Sebastian s’inumidì lentamente le labbra con la punta della lingua, distendendo le labbra in un sorrisetto. - Per quanto possa piacermi la piega che sta prendendo questa situazione non possiamo stare qui a giocare, bambolina. –
Sam lo fulminò un ultima volta con lo sguardo per poi lasciare la presa su di lui, indietreggiando di qualche passo, dandogli poi le spalle mentre con lo sguardo cercava qualcosa con cui coprirsi. I suoi vestiti erano completamenti bagnati. Sospirando si chinò verso il pavimento recuperando la sua maglia e con le dita tentò di rimetterla in sesto, sbattendola un paio di volte.
-E’ proprio necessario che ti rivesta? io ti preferisco di gran lunga in questa versione. –Le soffiò all’orecchio Sebastian arrivandole alle spalle, avvolgendo così completamente il busto di lei con un braccio. 
-Avete finito?- La voce incalzante di Simon arrivò attraverso la porta. 
Sam sentì Sebastian imprecare a voce bassa e si ritrovò a sorridere senza nemmeno accorgersene. – Vado, oppure lo faccio fuori e ho promesso di non torcere un capello a nessuno. - Sbuffò lui. – Ma tu rivestiti, quel vampiro ha già visto troppo per i miei gusti. -"

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:35
Cap. 17:

Basta, Sam è in assoluto il personaggio più cazzuto! Mamma mia, odio i soliti Clichè della damigella in pericolo che necessita di essere protetta o salvata. Sam ha dimostrato di poter fare da se! 

Questa volta sono due i mie punti preferiti, quiiindi.


"Stava correndo con così tanta forza che iniziava a sentire le gambe molli e la vista appannarsi, non ce la faceva più, era sfinita. Ogni livido le faceva male il doppio, la testa le pulsava e i suoi piedi reclamavano riposo… Non poteva arrendersi, non dopo tutto lo sforzo che aveva fatto per uscire da quel posto così sudicio. Si sentì invadere da un senso di sconforto, la voglia di cedere iniziava ad aumentare, mentre le lacrime prendevano il sopravvento rendendo ancora più offuscata la sua visuale. 
Perché. Ecco, era questa la sua domanda. Perché Matt le aveva fatto quello. 
Pensava che lui fosse suo amico, il suo unico amico, e invece ora si trovava a scappare via da lui. 
-Non così in fretta, cara.- 
Matt le era difronte. Era comparso dal nulla, aveva uno sguardo sadico e il suo ciuffo indomabile era tirato indietro. 
Sam fu costretta a rallentare trovandosi davanti ad un volto amico che però ora non riconosceva. Le sembrava di vederlo per la prima volta. 
Con orrore di lei, Matt estrasse dalla sua cintura una spada affilata, posizionandola davanti alla sua figura. –Perché devi complicare così tanto le cose? Volevo darti altri giorni di vita e tu li bruci così? Cattiva ragazza.-
Sam sollevò lo sguardo, puntandolo direttamente negli occhi di lui. Era tentata di girare e riprendere a correre nella direzione opposta, ma si sarebbe imbattuta negli uomini che la seguivano da prima. 
-Tu sei fuori di testa.- Disse a denti stretti, tentando di mascherare ogni sorta di debolezza nella sua voce. 
Matt inclinò la testa, sollevando le labbra in una smorfia. –Un pochettino. – Disse strabuzzando gli occhi. –Ma almeno so divertirmi, non trovi?-.
-Tu questo lo chiami divertirsi?-. Commentò lei disgustata. 
-Infatti, hai ragione… - Ribatté lui e con uno scatto veloce annullò del tutto la distanza tra i loro corpi, puntando la punta della spada sul collo di Sam, sfiorandone la pelle. –Questo lo chiamo divertirsi.- 
Sam deglutì lentamente, abbassando lo sguardo sulla lama che graffiava leggermente la sua gola. –Dai fallo, cosa ti trattiene?- 
Lui rise. –Voglio gustarmi appieno questo momento, sono anni che aspetto di conficcartela nel cuore. Di farti versare ogni singola goccia di sangue tanto da poter farmi il bagno con esso.- 
Lei strinse le mani a pugno. –Perché? Visto che devi sgozzarmi, tanto vale dirmi il perché. –

Devo guadagnare tempo. 

Un sorriso gelido si formò sul viso di Matt. –Perché… - Abbassò lentamente la punta della spada verso il petto di Sam, puntandola così contro il suo petto. -..Tu muori e io divento invulnerabile. – 
-Non ha nessun senso. – Rispose lei. 

Pensa. 

-Per questo devo ucciderti ora, perché se diventerai consapevole del tuo potenziale, dovrò faticare di più…e, non avercela con me, ma proprio non ne ho voglia.- Disse lui tranquillamente. 

Pensa a una soluzione. 

-Allora fallo, uccidimi. – Ribatté Sam con la voce ferma e lo sguardo puntato negli occhi di lui.

Pensa, dannazione, pensa. 

Sul viso di Matt si allargò un sorriso. –Ma con molto piacere.- 
Quando la pressione della punta della spada aumentò contro il suo petto, Sam chiuse gli occhi, stringendoli più che potesse. 
E poi accadde qualcosa di straordinario. 
Quando Sam li riaprì per guardare negli occhi colui che le stesse strappando via la vita, lo vide impallidire.  
Negli occhi di Matt sembrava esserci il terrore. Ma poco le importava. 
Era come se una forza superiore stesse muovendo i fili e facendo compiere quelle mosse a Sam come se fosse una marionetta. La ragazza sollevò una mano e la strinse intorno al polso di Matt, allontanandolo dal proprio corpo come se ogni sforzo che lui stesse compendiando per respingere il suo movimento fosse nullo. 
Lo allontanò con una spinta, facendolo indietreggiare e mosse alcuni passi verso di lui assestandogli un pugno nello stomaco. Quando l’uomo si accasciò su se stesso la ragazza ne approfittò per tirargli una gomitata sulla testa, facendolo ricadere al suolo. 
Sollevò una gamba che portò alla gola dell’uomo e con tutto il peso fece pressione su quel punto.
 -Non ti azzardare a toccare mia figlia.- La voce era uscita dal corpo di Sam, ma non era la sua. Gli occhi della ragazza non erano più del colore delle nocciole, ma bianchi come il ghiaccio. 
Poi ci fu come un lampo di luce e quando gli uomini raggiunsero il loro padrone, ritrovarono solo un uomo svenuto. Nessuna traccia della ragazza."



"Qualcuno stava arrivando in quel punto con un portale, ormai Sam sapeva riconoscerli a occhi chiusi, così si chinò velocemente tentando di nascondersi dietro la balla. 
-Sicuro che sia qui?- Disse una voce femminile. –Non c’è niente.- 
Sam sentì il cuore andare a mille, non poteva respirare per due secondi che subito ogni cosa le si ripiombava addosso. 
- Forse ha sbagliato di qualche chilometro.- Disse incerta un'altra voce. Simon? 
Sam si sporse appena, ma riusciva a vedere solo un profilo di una donna minuta con dei lunghi capelli rossi, eppure, quella voce le era sembrata così familiare.
-Allora il tuo stregone è incapace quanto sembra.- Rispose una voce maschile.
Una voce maschile che lei avrebbe riconosciuto ovunque.
Sam si sforzò di sollevarsi in piedi ma il dolore dei muscoli le facevano impiegare il doppio del tempo. 
-Sebastian.- Tentò di richiamarlo.- Sebastian, sono qui.- Disse alzando il tono della voce. 
-Hai sentito qualcosa?-  Chiese la voce femminile. 
-Clary, fai silenzio.- Sentì Sebastian ordinarle. 
Sam si mosse lentamente da dietro la balla usando tutta la forza che le restava per fare alcuni passi, indugiando alcuni istanti, osservando chi c'era con lui. Da una parte c'era una ragazza, aveva i capelli ricci e rossi, la carnagione lattea e il viso lentigginoso in alcuni punti, doveva essere qualche anno più piccola di lei. Dall'alta invece c'era.. Simon. Sam sentì di poter tornare a respirare.
- E menomale che sei il potente dei cacciatori, l’udito non potevano dartelo più sviluppato?- Commentò facendo girare di scatto i tre nella sua direzione. 
Non appena i suoi occhi incrociarono quelli neri di Sebastian, notò sul viso di lui formarsi un’espressione che Sam non gli aveva mai visto. Sollievo? 
Il ragazzo scattò nella sua direzione e senza dare nemmeno il tempo a lei di pensare, le avvolse i fianchi,  attirandola con forza a se.
Sam si abbandonò tra le sue braccia lasciandosi andare con il viso contro la sua spalla, rilassando ogni muscolo del corpo mentre le dita di Sebastian percorrevano i suoi capelli.
-Tu… Tu sei qui. – Sussurrò allontanando appena il viso, in modo da poter guardare il ragazzo negli occhi. 
-Sono qui. – Ripeté lui scostandole alcuni capelli dal viso. –E ucciderò con le mie mani chi ti ha ridotto in questo stato.- 
Sam sollevò lo sguardo sorpresa da quelle parole, per poi chinare nuovamente la testa, nascondendola nell’incavo del suo collo. 
Si sentiva finalmente al sicuro.  "
 

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:32
Cap. 16:

Io non shippo per niente Sebastian e Clary! Mamma mia DD: 
Lei poi non mi piace tantissimo....quindi...

"-Puoi stare qui nel mentre. – Magnus aprì una porta che dava su una normale camera da letto, la stanza era luminosa e aveva un bagno adiacente alla porta. 
Sebastian osservò silenzio la stanza. –Per quanto possa servirmi.- 
-Smettila di fare così, lo sai, hai bisogno di me per trovarla, quindi comportati bene.- Disse lo stregone. –Non pensare che a me piaccia aver per casa un ricercato che muore dalla voglia di far fuori la razza del mio ragazzo.- 
-Beh, questo potrebbe essere non del tutto corretto.- 
-Non mi importa.- Tagliò corto Magnus, dando le spalle al ragazzo. 
-Aspetta.- lo richiamò Sebastian. 
-La stanza che aveva lei è quella in fondo al corridoio sulla destra.- disse lo stregone con tranquillità. 
-Scusa?- 
Lui si voltò lanciando a Sebastian uno sguardo complice, per poi uscire e lasciare il ragazzo da solo. 
Il cacciatore apprezzò di essere per la prima volta solo con se stesso, ne aveva bisogno. Si avvicinò ad uno dei cassetti dai quali estrasse una camicia nera e la depose sul letto, aveva ancora addosso gli abiti incrostati del suo stesso sangue, e voleva liberarsene. 
Sfilò velocemente la maglia, voltandosi appena verso lo specchio dove incrociò la propria immagine. Fissò i propri occhi per alcuni istanti, erano neri, come la notte e freddi come il ghiaccio. Sollevò una mano e colpì il proprio riflesso con tutta la forza che aveva in essa, creando tante piccole crepe, fino a frantumare del tutto il vetro deformando l’immagine riflessa. 
-Cosa stai facendo?- 
Sebastian voltò il viso incontrando lo sguardo di sua sorella. Ritirò la mano chiazzata da macchie di sangue, ricoprendo con l’altra. 
-Siete sempre così appiccicosi?- 
Clary respirò profondamente muovendo alcuni passi. –Voglio che tu sia sincero, ho imparato a non fidarmi di te.- Fece una pausa. –Perché ti dai tanto da fare per cercare una ragazza?- 
Sebastian la osservò per alcuni istanti, per poi fare una smorfia. -Non credo siano affari tuoi, sorellina.- 
A quelle parole Clary trasalì e Sebastian distese le labbra in un mezzo sorrisetto, come compiaciuto da quella reazione. – Mi ha salvato una volta e non mi piace essere in debito con le persone.- 
-Oh, certamente. – Rispose lei. 
-Puoi portare il tuo sedere e il tuo scetticismo fuori di qui?- Concluse lui, avvicinandosi alla camicia e infilandosela. 
Senza aggiungere altro Clary uscì dalla stanza. 

Quando si accertò che il rumore all’esterno fosse cessato, Sebastian si sollevò dal letto e aprì lentamente la porta della propria stanza, odiava tutta questa situazione. Dover dipendere da quello stregone, aveva resistito a fatica ai suoi impulsi di spezzare il collo al Jace solo per tenerseli buoni. Doveva trovarla, non poteva lasciare che quell’essere prendesse il controllo su Sam. 
Percorse lentamente il corridoio arrivando così all’ultima stanza e aprì la porta, infilandosi silenziosamente al suo interno. 
Tutto era esattamente come lo ricordava, era lì che l’aveva vista la prima volta. Fu tentato di chiudere gli occhi, ma non poteva, non poteva cedere a delle emozioni di cui non sapeva nemmeno di poter provare. 
Voltò appena il viso, intravedendo dei vestiti gettati in un lato, erano ricoperti di sangue. Dovevano essere di Sam, forse del giorno in cui Magnus l’aveva portata lì. 
Strappò un pezzo di stoffa e se lo strinse intono al polso come un bracciale. 
L’avrebbe ritrovata. 
L’avrebbe salvata.
Era una promessa. "