SEBANTHA ORMAI E' UNA RELIGIONE AHAHAHA.
Io li shippo da morire, ti giuro!
"-Sebastian.- Disse poco dopo la ragazza, leggermente confusa. –Sei venuto qui solo per commentare l’arredamento?-.
Lui alzò le labbra e qualcosa nei suoi occhi cambiò, era come se una luce improvvisa li avesse illuminati. – Sai, confido molto nel tuo gusto da arredatrice. -
Sam alzò gli occhi al cielo nonostante un sorriso spontaneo le si fosse formato sulle labbra. – Sebastian.- Ripeté ma ora non sorrideva più. – Anch’io ho bisogno di parlarti. -
Sebastian nel costatare la sua espressione seria si rabbuiò. –Che succede?-
-Niente, non fare quella faccia, non è morto nessuno. - Disse lei non appena notò lo sguardo di lui. – Riguarda me e te.-
-Oh.- Fu tutto quello che rispose il cacciatore, sinceramente sorpreso. –Va bene, ti ascolto. -
Sam chiuse per un breve istanti gli occhi, per poi stringere le mani che tradivano la sua agitazione con un leggero tremolio. – Lo so che non è il momento opportuno, ma ora come ora, non saprei dire quando ci sarà la possibilità di parlare come in questo momento… - Fece una pausa sollevando lo sguardo verso gli occhi del ragazzo che la stavano osservando con attenzione. –... quindi, penso che sia giusto mettere in chiaro le cose tra noi. Non ho aspettative altissime perché nella mia breve vita ho imparato ad aspettarmi poco dalle persone, ma nonostante il mio pessimismo cronico ho iniziato a far nascere in me una piccola illusione. Ho paura che tutto questo porterà al mio cuore calpestato per l’ennesima volta. Ho capito che ti piace giocare ma io non ne ho il tempo e ne la possibilità di farmi incasinare la testa da te.-.
Sebastian restò in silenzio alcuni istanti aspettando che lei proseguisse ma quando non lo fece si passò lentamente una mano nei capelli, mostrando il suo viso totalmente rilassato. –Non ho mai avuto intenzione di spezzarti il cuore. - fu tutto quello che disse.
-Ma?- Sam trattenne il respiro.
-Ma cosa?- Ribatté lui, inclinando la testa.
-Tutto qui? Ti chiedo chiarezza e riesci a dirmi solo questo?- Esclamò frustrata lei.
- Non sono ancora capace di dare un nome agli impulsi che ho verso di te, come il senso di protezione, il desiderio o il dovere. Ma sei l’unica persona a cui non ho mai voluto torcere un capello. - Disse lui sinceramente voltandosi di poco e abbassando il volto.
Sam distolse lo sguardo dal profilo di Sebastian, nonostante gli occhi ne fossero attratti come una calamita, tutti di lui le piaceva, perfino il modo in cui i capelli gli ricadevano sulla fronte in quel momento. Ma quello le sembrava soltanto un altro buco nell’acqua.
Sentiva una strana sensazione di angoscia alla bocca dello stomaco che la costrinse a voltarsi dall’altro lato in modo da poter uscire dalla visuale di Sebastian, chiuse gli occhi per un lungo momento prendendo dei lunghi respiri. Doveva smetterla di avere quelle reazioni da ragazzina alla prima infatuazione, doveva smetterla di sentirsi così angosciata per una cosa stupida come quella quando intorno a lei stava accadendo l’impossibile.
Il contatto di una mano sulla sua spalla la fece sobbalzare riportandola alla realtà, si voltò appena e quando incrociò lo sguardo fermo del cacciatore, sentì quel disagio crescere maggiormente.
-Samantha.- Sussurrò e nella sua voce ci fu qualcosa che tradiva il suo sguardo gelido. C’era un tremore, il suo richiamo sembrava una supplica. Fu quello a far voltare Sam verso di lui e quando incontrò i suoi occhi si sentì inghiottire dal nero delle sue iridi che si distinguevano con la pupilla solo per una leggera linea del colore argento che le dividevano.
E fu quello l’istante in cui smise di pensare.
Spostò la mano che Sebastian aveva poggiato sulla sua spalla e senza dar modo al cacciatore di aggiungere altro si avvicinò al lui, portando entrambe le mani sulle sue guance e lasciò che le loro labbra combaciassero perfettamente. Sam aveva desiderato baciarlo dal primo istante in cui lo aveva rivisto, aveva desiderato risentire il sapore delle sue labbra e poter toccare nuovamente con le sue dita la mascella ben delineata del ragazzo.
Sebastian le strinse istintivamente entrambe le mani dietro la schiena facendo peso su di lei con il proprio corpo, facendo così indietreggiare Sam di alcuni passi. Neanche lui poteva negare a se stesso quanto le fosse mancato il contatto del suo corpo contro il proprio e di come non avrebbe mai interrotto quel bacio.
Il ragazzo lasciò scorrere entrambe le mani sul busto di lei, portandole così lungo i suoi fianchi, sollevando appena con le dita i bordi della maglia cercando con le punte di esse il contatto con la sua pelle ma quando la ragazza si ritrasse appena, per una fitta di dolore, capì di aver toccato uno dei punti in cui quel bastardo l’aveva colpita.
Staccò le sue labbra da quelle di Sam e si chinò lentamente sulle ginocchia, verso il basso, portando così il viso all’altezza dello stomaco della ragazza. Sollevò con le mani entrambi i lati della maglietta fine che indossava scoprendole del tutto l’addome, non appena i suoi occhi si ritrovarono a contatto con quelle macchie violacee che imbrattavano la pelle di lei, Sebastian si sentì andare a fuoco per l’ira.
Gli avrebbe spezzato ogni singolo osso del suo corpo.
Sospirò per scacciare via quella sensazione e portò la testa in avanti così da toccare con le labbra ogni sua ferita, baciò ogni livido che Sam aveva sulla sua pancia, li accarezzava con le labbra o con la punta della lingua, usando una dolcezza che stupì perfino se stesso. Non riuscì a trattenere un sospiro quando la ragazza intrecciò le dita tra i suoi capelli, accarezzandoli e giocandoci, creando così delle piacevoli sensazioni dalle quali lui si sentì pervadere dalla testa ai piedi.
Sam lo tirò verso l’alto, così da poter nuovamente baciare le sue labbra chinando poi il viso in modo da percorrere con esse la guancia di lui fino a giungere alla linea della mascella che percorse interamente, prima di ritornare sulle sue labbra.
Sembrava un bacio disperato, un bacio che esprimeva tutto quello che i due non riuscivano a dire con le parole o tutto quello di cui avevano paura.
Le loro figure si muovevano dolcemente e con apparente lentezza l’una contro l’altra, continuarono a baciarsi con ardore, mentre le mani di Sam andarono a sbottonare la camicia azzurra di Sebastian, scoprendo man mano il suo fisico muscoloso. Osservò per alcuni istanti il corpo di lui che sembrava fremere sotto il tocco delle sue dita così portò le mani lungo il petto, accarezzandogli i pettorali per poi scendere lungo gli addominali, soffermandosi su di essi. Il cacciatore, estasiato da quel tocco, si liberò dell’ingombro del tessuto gettandolo a terra, per poi afferrare il top della ragazza e sfilarglielo con forza lasciandolo passare da sopra la testa.
Sebastian strinse entrambe le mani intorno ai fianchi di Sam sollevandola verso l’alto e facendolo così avvolgere le gambe intorno la sua vita, mosse qualche passo un po’ alla cieca, completamente distratto dai continui baci che continuavano a scambiarsi, poggiandola poi contro una delle pareti e premendo il proprio corpo contro quello di lei.
La schiena di Sam si scontrò con qualcosa che al primo impatto le sembrò gelida, ma poi si sentì il rumore dell’acqua ed entrambi furono invasi come da una pioggia. Sollevarono nello stesso momento la testa verso l’alto, così da costatare di essere finiti vicino al regolatore dell’acqua della doccia e mentre l’acqua li travolgeva, bagnandoli completamente, i due tornarono a guardarsi e Sam non riuscì a trattenere una risata.
-A quanto pare una forza superiore pensa che dobbiamo un po’ spegnere i bollenti spiriti. - Commentò Sebastian tenendo aperti con difficoltà gli occhi, per via dell’acqua che scorreva contro il suo viso.
Sam non riuscì a trattenere un’altra risata e strinse maggiormente le braccia contro il collo di lui. –Oppure che sei più sexy tutto bagnato. -
-Smettila di ridere. - l’ammonì lui per poi lasciare spazio a un ampio sorriso sulle sue labbra.
La porta della stanza si spalancò all’improvviso e una testa castana comparì improvvisamente. -Sam, sei…Ma cosa state facendo?- L’espressione di Simon alla vista dei due completamenti bagnati ancora avvinghiati passò dallo stupore all’imbarazzo in tre secondi.
Sebastian lasciò la presa sui fianchi di lei, facendola così poggiare nuovamente i piedi a terra, e portando poi una mano dietro la schiena di Sam in modo da chiudere l’acqua. –Ah, se imparassi a bussare quanto imbarazzo ti risparmieresti. -
-E io che pensavo di aver visto di tutto. - Rispose l’altro, completamente a disagio.
- Ma guarda che stavamo testando la temperatura dell’acqua, non vorrei traumatizzarti troppo. - Ribatté Sebastian. – Se vuoi puoi unirti a noi. -
-Sebastian!- Esclamò Sam completamente in imbarazzo portandosi le mani al petto, tentando di coprirsi.
-Cosa sono queste facce? Non passavate il tempo a provarci tra di voi?- Commentò il cacciatore.
-Simon, sei qui?- La testa rossa di Clary fece capolinea attraverso la porta, sbarrando appena gli occhi alla vista della scena. –Ma cosa…-
Sebastian sospirò scocciato muovendo qualche passo, portando una mano sulla spalla di Simon, spingendolo così verso Clary. –Sentite, senza offesa, tre è una festa ma quattro è una folla. – Disse spingendo entrambi verso l’esterno e chiudendo la porta non dando modo a nessuno di replicare.
Sam si portò una mano alla guancia, si sentiva andare a fuoco.
-Sei in imbarazzo?- chiese lui girandosi verso di lei.
-Ma cosa te lo fa pensare ?- Chiese ironicamente.
-Solo che sembri la versione adulta di un pomodoro. - Commentò lui scrollando le spalle.
Sam sollevò gli occhi al cielo, tentando di spostare alcune ciocche bagnate dal viso.
-Sei sempre così tenera e carina. – La provocò Sebastian.
-Scusami?- Replicò lei.
-Beh, arrossisci la metà del tempo e l’altra metà la passi a farti tremila filmini mentali sul perché, per come o per quale. - Disse lui con tranquillità.
Sam sollevò un sopracciglio, annuendo poi, tentando di imitare la sua espressione completamente rilassata, muovendo qualche passo e uscendo così dal bagno avvicinandosi nuovamente a Sebastian. Si voltò di scatto, cogliendolo forse per la prima volta di sorpresa, e andò a premere il proprio corpo contro quello del cacciatore, facendogli aderire la schiena contro la parete. Sollevò appena il mento in modo da sfiorargli con la punta del naso quello di lui, per poi inclinare di nuovo il viso così da potare le labbra all’altezza del suo orecchio. -Non sono un peluche che mi definisci tenera e carina, chiaro?-
Sebastian s’inumidì lentamente le labbra con la punta della lingua, distendendo le labbra in un sorrisetto. - Per quanto possa piacermi la piega che sta prendendo questa situazione non possiamo stare qui a giocare, bambolina. –
Sam lo fulminò un ultima volta con lo sguardo per poi lasciare la presa su di lui, indietreggiando di qualche passo, dandogli poi le spalle mentre con lo sguardo cercava qualcosa con cui coprirsi. I suoi vestiti erano completamenti bagnati. Sospirando si chinò verso il pavimento recuperando la sua maglia e con le dita tentò di rimetterla in sesto, sbattendola un paio di volte.
-E’ proprio necessario che ti rivesta? io ti preferisco di gran lunga in questa versione. –Le soffiò all’orecchio Sebastian arrivandole alle spalle, avvolgendo così completamente il busto di lei con un braccio.
-Avete finito?- La voce incalzante di Simon arrivò attraverso la porta.
Sam sentì Sebastian imprecare a voce bassa e si ritrovò a sorridere senza nemmeno accorgersene. – Vado, oppure lo faccio fuori e ho promesso di non torcere un capello a nessuno. - Sbuffò lui. – Ma tu rivestiti, quel vampiro ha già visto troppo per i miei gusti. -" |