Recensioni per
City Of Ice.
di Farawayx

Questa storia ha ottenuto 221 recensioni.
Positive : 221
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:31
Cap. 15:

Stai tranquilla, aggiorna quando meglio credi! La tua storia è veramente stupenda <3

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:30
Cap. 14:

Ma...ma.........M-M-Matt.....E' FORSE IMPAZZITO?????!!!!!!
Io mi ci stavo affezionando DDD:


"Era passato solo un instante, un secondo prima erano nella cucina della casa di Sebastian e ora si ritrovavano in una specie di cella. Le pareti erano di pietra, nell'aria era possibile sentire l'odore di muffa e una forte umidità depositarsi ovunque, rendendo scivoloso ogni angolo che non fosse pavimentato o murato.
Sam si voltò di scatto e sgranò gli occhi nel vedere chi c'era dietro di lei. Matt.
Non le diede il tempo di dire mezza parola che uno schiaffo l'aveva già colpita in viso, facendole perdere l'equilibrio. La ragazza si portò automaticamente una mano sulla zona arrossata, non riuscendo a formulare nemmeno un commento davanti allo shock di ritrovarsi davanti a lui.
Matt estrasse uno strano oggetto dalla cintura sollevando dopo un paio di minuti e le si avvicinò, fissandola con odio. Lei ansimava alla ricerca di aria, ai suoi piedi.
Senza neanche pensarci lui si piegò e la afferrò per un braccio, facendola alzare da terra con un gesto brusco. Lei gemette di dolore, e lui la strattonò ancora più forte.
- Lasciami!- gridò Sam, cercando di divincolarsi. - Cosa diavolo stai facendo, Matt!-
- Non ti lascerò. - tuonò lui in risposta ridendo.
Iniziò a camminare lungo il corridoio, trascinandosela dietro a forza. Fece fatica, perché nonostante fosse debole, lei faceva resistenza e cercava in tutti i modi di liberarsi dalla sua presa.
Una volta raggiunta una stanza, dalla quale era possibile intravedere il suo interno cupo, illuminato di poco solo da alcune candele, Matt aprì la porta e spinse la ragazza davanti a sé, facendole quasi perdere l’equilibrio.
Sbatté la porta alle sue spalle e la chiuse con lo strano oggetto, prima di voltarsi verso di lei.
Sam stava cercando una via di fuga, ma non ce n’erano.
- Finalmente ci siamo ritrovati- disse Matt allungando un braccio per afferrarla.
- Lasciami andare!- rispose lei strattonandolo, liberandosi così dalla sua presa.
Mossa sbagliata.
L'uomo strinse spasmodicamente la mano destra sullo strano oggetto a forma di penna, respirando a fatica, con le guance rosse. Appariva arrabbiato.
- Questo farà male. - Commentò per poi puntare con forza l'estremità dell'aggeggio contro la pelle di Sam che cadde a terra, gridando di dolore e contorcendosi contro la sua volontà. Matt non accennava a toglierlo dalla sua pelle, e lei sentiva le ossa dolere e piegarsi, scricchiolare sotto l’effetto di un calore che non aveva mai provato prima.
- Non avresti dovuto farlo!- le urlò contro il ragazzo, interrompendo il contatto.
Sam era senza fiato, aveva gli occhi chiusi e la bocca, secca, aperta alla ricerca d’aria. Il petto si alzava e abbassava velocemente, e non riusciva ad alzarsi dal tappeto sul quale era stesa.
Non sapeva descrivere a parole quello che provava.
Aprì gli occhi e li fissò in quelli verdi di Matt, che la sovrastava con un’aura nera alle spalle.
- Non ho idea di cosa tu stia parlando. - mormorò, riuscendo a mettersi seduta dopo qualche prova.
Vide le labbra del ragazzo assottigliarsi pericolosamente come il suo sguardo. Cercò di alzarsi, e ci riuscì, nonostante le dolessero le ossa e faticasse a reggersi in piedi.
- Mi fai schifo. - disse, con tutto il disprezzo che provava per lui in quel momento.
Uno schiaffo colpì violentemente la sua guancia sinistra. Non cadde a terra solo perché si appoggiò a un mobile poco dietro di lei.
Guardò Matt avvicinarsi. Aveva gli occhi lucidi. Non poteva credere a quello che stava succedendo...
Il ragazzo la afferrò per le spalle e la scosse con vigore - Ora farai la fine a cui eri destinata dall'inizio. - le disse con un sorriso amaro.
- No, smettila!- protestò lei, scuotendosi per sciogliere quella forte presa - Lasciami!-
- Mai!- tuonò Matt. - Non puoi andartene!-
Sam allungò le mani per colpirlo, graffiarlo, lasciandogli quattro righe rosse sulla guancia sinistra e due sul lato destro del collo cosicché Matt la spinse indietro e lei sbatté i fianchi contro lo spigolo del mobile al quale si era appoggiata prima. Cercò di dargli un calcio, ma senza riuscirci.
Matt la insultava, le diceva che no, non poteva andarsene, lui non gliel’avrebbe permesso.
Quando riuscì a spingerlo lontano per muovere qualche passo lontano da lui, Matt allungò un braccio e la afferrò per i capelli, tirando con forza.
Sam gridò di dolore e venne spinta a terra. Il ragazzo si chinò su di lei, colpendole il viso con uno schiaffo. E poi un altro, un altro, e un altro ancora.
Continuava a dire che non poteva, che non le avrebbe permesso di scappare mai più, che sarebbe rimasta lì dentro non vendendo più nemmeno un’alba, e lei gridava di smetterla, cercando di proteggersi il più possibile.
Non poteva credere, non voleva credere a quello che stava succedendo. Matt non la stava picchiando, non la teneva immobilizzata sotto di sé, non aveva ferito Sebastian e minacciata portandola lì. Era tutto così irreale.
Con un gesto rude afferrò entrambe i bordi della sua maglia tra le dita e la strappò.
- No!- gridò lei, voltandosi su un fianco, mentre il tappeto si riempiva delle tante piccole gocce di sangue che le colavano dal naso e dalle labbra.
Ma lui la prese per le spalle e la tenne ferma a terra. Si chinò sul suo viso, fissandola truce.
- Non ti permetterò di farmi fallire. -
La scosse di nuovo. Tenerla ferma si stava rivelando difficile, perché lei si muoveva come se fosse stata morsa da una tarantola.
Piangeva, gridava che le faceva male, lo supplicava di smetterla, ma lui sembrava essere sordo ai suoi richiami.
La colpì di nuovo al viso, poi si alzò e, senza attendere, le scagliò di nuovo contro il suo strano stilo, trafiggendole la pelle.
Lei non oppose resistenza, non aveva più le forze per farlo."

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:28
Cap. 13:

LA MIA MASCELLA E' APPENA CADUTA E STO SALTANDO DI GIOIA OVUNQUE. 
AIUTOOOOOOOOOOOOO. NO BASTA FANGIRLARE COME UNA PAZZA.
ORA MI RIPRENDO.
Come sempre di lascio con la mia parte preferita.


"Chiuse gli occhi per alcuni istanti mentre poggiava la schiena contro il legno freddo della porta, respirando profondamente, come se avesse trattenuto il fiato fino ad allora. Un tentativo di aprire la porta la fece ribalzare in avanti, riportandola bruscamente alla realtà.
-Sam, apri. - le ordinò la voce di Sebastian.
-Non ho voglia di parlarti in questo momento. - disse con freddezza la ragazza girando la serratura della porta.
Sentì Sebastian sospirare e poi qualcosa vicino alla maniglia scattò, aprendo la porta.
-Esci immediatamente. - quasi urlò Sam indietreggiando.
Sebastian posò lo stilo sul comò posto vicino alla parete e si chiuse la porta alle spalle, avanzando verso di lei.
-No.- Si limitò a dire, muovendo alcuni passi verso Sam. Lui avanzava e lei si allontanava.
- Non devi spiegazioni a nessuno, puoi fare quello che vuoi. - scattò lei.
-Lo so.- rispose lui.
-Bene, problema risolto, ora puoi andare.-
-Lo so.- replicò lui. –Lo so che non devo spiegazioni a nessuno ma quando ti ho vista prima ho avuto questo impulso di seguirti. -
- No mi dispiace, non ho preservativi da prestarti, puoi tornartene da dove sei venuto. –
-Perché non mi dai modo di spiegare?- Urlò improvvisamente lui.
-Perché non c’è una spiegazione. - Urlò anche lei.
-Sì invece! L’ho baciata perché avevo bisogno di capire e quando è successo non la desideravo, desideravo che al suo posto ci fosse qualcun’altra. - Continuò lui a voce alta.
-Fammi indovinare, la cassiera di qualche caffetteria a luci rosse?-
-Tu pezzo di idiota, voglio sempre baciarti e costantemente toccarti. - Urlò esasperato.
Sam s’immobilizzò, trattenendo il respiro. Il silenzio calò tra i due.
-E’ irritante discutere con te.- annunciò lui poco dopo, ma nella sua voce era possibile notare una sfumatura divertita. Aveva rilassato le spalle e il viso non era più rosso per la rabbia. Sam aveva sempre pensato che una persona posata come lui non avrebbe mai potuto perdere le staffe in quel modo, e invece.
-E perché mai?- Rispose lei, sollevando appena il mento.
-Hai sempre quella risposta pronta che mi manda in bestia. - rispose lui a voce bassa.
- Beh, visto che tu ti diverti a fare l’ape impollinatrice che passa di fiore in fiore. - annuì lentamente lei. - E poi anche discutere con te è irritante. - aggiunse poco dopo.
- Non ne dubitavo. - rispose lui sollevando l’angolo delle labbra.
- E’ irritante perché, oltre ad essere l’emblema del dubbio, stai sempre a fare la lista delle tue malefatte, nemmeno fosse quella della spesa oppure stai a slinguazzarti qualcuno. - Disse Sam facendo roteare gli occhi.
 -Su cosa ti faccio venire dei dubbi?-
Al suono di quella domanda la ragazza avvampò, schiarendosi appena la gola, simulando un colpo di tosse. –Oh, beh ecco…- farfugliò per alcuni istanti, mentre l’espressione di Sebastian si ammorbidiva sempre di più, lasciando trasparire un sincero divertimento.
-Allora?- insistette lui.
-Il mistero fa bene all’anima, rimaniamo sospese le tue domande. - Improvvisò lei, cercando in tutti modi di non arrossire più di quanto avesse già.

-voglio baciarti. - Disse a un tratto il ragazzo. –E’ normale sentire la mancanza delle tue labbra?-
La ragazza sbattè velocemente le palpebre non riuscendo a divincolare lo sguardo da quello di Sebastian. –Vuoi baciarmi. –Sussurrò di rimando, quasi come per confermare le parole di lui.
Lui sollevò una mano portandola sulla guancia di Sam ma a quel tocco la ragazza si ritrasse.
-Che stiamo facendo?- disse in un sussurrò.
Lui sospirò appena, per poi tirare il viso in avanti, in modo da posizionarlo più vicino al suo. –Bisogna dare una spiegazione a tutto?- le chiese.
-Sì Sebastian, non sarò la prossima Shauna o tipa con cui ti intrattieni mentre sei alla ricerca di un altro passatempo. - spiegò lei.
-Dio, ma quanto parli?-
Erano uno di fronte all’altra ora, si squadravano a vicenda ma nessuno dei due riusciva ad aggiungere una parola. Gli occhi si Sebastian sembravano brillare di una luce nuova, come se  bruciassero intensamente di una piccola ardente fiamma. E Sam desiderò con tutta se stessa ardere in quegli occhi.
Anche Sebastian la fissava, rapito dalla sua bellezza e allo stesso tempo compiaciuto dalla sua evidente attrazione per lui. E poi lui si mosse. Azzerò del tutto le distanze tra i loro corpi portando entrambe le mani lungo i fianchi di Sam, il corpo di lui era adesso attaccato al suo e lei ne poteva sentire il calore. Continuando a tenerla per la vita Sebastian posizionò un ginocchio tra le sue gambe in modo tale da renderle impossibile divincolarsi da quella stretta. Con un dito le alzò il mento. Sam vide che il viso di lui era vicinissimo al suo e tremando riuscì a sentire il suo respiro, Sebastian spostò la mano da sotto il suo mento e le passò un dito sulla guancia, per poi premere le sue labbra contro quelle di lei continuando a divorarla con un bacio. All’inizio lei lottò per liberarsi, “Non poteva fare così, non ora.” si disse, ma più si dimenava più forte lui la stringeva, facendole chiaramente capire che non aveva la minima intenzione di lasciarla andare. Smise di baciarla tenendola sempre stretta sui fianchi.
-Sam... - disse in un sussurro ma improvvisamente lei lo baciò, sorprendendolo all’inizio, ma poi lui prese il suo volto tra le mani baciandola appassionatamente sempre schiacciando il corpo di lei col peso del suo, facendola avanzare di alcuni passi, portandola con le spalle al muro.
Le sue mani scivolarono tra i suoi bellissimi capelli che afferrò gentilmente tirandole indietro la testa; iniziò a baciarle il collo scivolando con le labbra fino alla base di esso mentre le sue lunghe dita affusolate le facevano scivolare un verso l'alto i bordi del maglione. Il tessuto scivolò via velocemente, mostrando la camicia che la ragazza aveva indossato poco prima e rivelando una scollatura più ampia del petto che si muoveva visibilmente per via del respiro sempre più irregolare. Poi Sebastian passò lentamente la sua lingua dal collo fino alla clavicola che baciò e mordicchiò mentre le sue mani scivolavano sotto la sua camicia accarezzandole la pelle liscia.
Ma Sam sentiva di star compiendo qualcosa di profondamente sbagliato. Sollevò entrambe le mani portandole sul petto di lui, scivolando via dalla sua stretta e scostandosi da quel muro.
Sebastian sollevò lo sguardo meravigliato, cercando con gli occhi quelli di lei, tentando di capire la sua reazione, ma Sam restò ferma, non riusciva a non sentirsi mozzare il fiato davanti alla vista di lui in quello stato. I capelli scompigliati, gli occhi che sembravano più grandi e una vulnerabilità che lei non aveva mai visto prima.
- Io non so cosa sto combinando. - farfugliò la ragazza portandosi le mani tra i capelli.
- Non necessariamente bisogna meditare tanto dietro ogni azione. - sussurrò lui. -Spesso è bello lasciarsi andare, dimenticandosi per alcuni istanti quello che potrebbe dire il mondo intero. - scrollò le spalle.
-Perchè mi stai aiutando?- Chiese lei puntando lo sguardo negli occhi di lui.
-E' questo il problema Sam?! Hai paura che io stia qui solo per ottenere qualcosa da te?!- Scattò lui irritato.
Lei non rispose ma abbassò lo sguardo.
- No, guardami. - Disse lui senza preoccuparsi di coprire la rabbia. -Sono l'unica persona che può tenerti al sicuro. - Continuò muovendo alcuni passi verso di lei. -E ora basta, io non ce la faccio più. - Sussurrò cambiando del tutto tono di voce, sembrava esasperato. "

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:25
Cap. 12:

Io ho adorato assolutamente questo capitolo, è ....perfetto! 
Sebastian è sempre il mio grande amore t.t


"-Svegliati dannazione. - 
Dopo un lungo silenzio fu l’unica cosa che Sam riuscì a percepire, arrivava da lontano e ovattata, ma era familiare. Sam sapeva che poteva fare uno sforzo e ritornare su per quella voce, ma non sapeva come, intorno a lei era tutto buio e non riusciva a trovare una via d’uscita. Ma poi la vide. Era come una scintilla nel buio, era stato solo un attimo ma Sam l’aveva vista e mentre si dirigeva verso quella luce, aprì gli occhi. 
Si trovava distesa ancora nel bagno della sua cella, il freddo soffitto grigio fu la prima cosa che vide, si sentiva stordita e come se ogni suo muscolo fosse paralizzato. Poi il suo sguardo vagò ancora, delle mani le sorreggevano la testa sollevandole così di poco il busto e un braccio s’infilava lentamente sotto le sue ginocchia, tirandola su. Ci vollero alcuni istanti prima di riuscire a mettere a fuoco la persona che la stesse aiutando ma quando il suo sguardo incontrò degli occhi neri come l’oblio che aveva visto nei suoi sogni, sollevò leggermente una mano con la quale si aggrappò al tessuto della maglia del ragazzo. –Sebastian?- disse in un sussurro. 
Il ragazzo non rispose, sollevandola del tutto da terra. In alcuni punti il sangue aveva imbrattato anche i suoi vestiti, che con sorpresa di Sam non erano più quelli rotti e sgualciti dell’ultima volta in cui si erano visti, ma la sua maglia era nuova di zecca .
Dopo alcuni istanti il ragazzo la rimise in piedi, tenendo però una mano dietro la sua schiena, sorreggendola in modo che lei non potesse cadere. 
-Che è successo?- mormorò Sam con un filo di voce, aveva difficoltà a restare in piedi e sentiva la vista appannarsi sempre di più. 
-No Sam, non svenire di nuovo.- Disse lui, dandole alcuni colpetti sulle guance e chinando il viso in modo da portare gli occhi di fronte ai suoi -Sam riesci a portarci fuori di qua? Non ho uno stilo e presto verranno altri Cacciatori. - 
La ragazza allungò le braccia, cercando sostegno su quello di lui e stringendo così le dita intorno ai bicipiti tesi di Sebastian. –Non so dove andare. - sussurrò.
-Pensa a un posto che conosci solo tu, un posto tuo. – Le disse lui, mentre le portava una mano sula guancia, pizzicando in alcuni punti la pelle, per farla restare sveglia. –Poi potrai riposare, te lo prometto, è un ultimo sforzo. - 
Sam annuì e chiuse gli occhi, cercando nella sua testa il posto più remoto in cui era stata e poi svanirono.


Come sempre l’impatto non fu dei migliori, doveva lavorare sul metodo di atterraggio, pensò Sam mentre ruzzolava in direzione di un muro, sbattendo con l’osso sacro contro lo spigolo. Sollevò appena lo sguardo e con meraviglia vide che Sebastian era del tutto indenne, nella sua solita posa fiera che si guardava intorno con una leggera curiosità. 
Il primo tentativo di Sam di alzarsi fallì del tutto, sentì il bisogno di riposare come non lo aveva mai avvertito nella sua vita così chiuse gli occhi, abbandonandosi contro quella parete fredda. 
Ma qualcosa la riportò alla realtà. Due grosse mani si erano poggiate sulle sue spalle, aiutandola a mettersi in piedi. Peccato che riuscì a restare dritta per dieci secondi prima che le sue ginocchia cedessero ancora, facendola ricadere in avanti. Fortunatamente Sebastian non aveva dei rifessi di un bradipo come lei e la afferrò prontamente, portando due dita sotto il suo mento, sollevandole la testa. 
-Sei ferita?- Gli chiese lui chinando lo sguardo in direzione della sua pancia, dove sulla maglia si estendeva una chiazza scarlatta di sangue ormai secco. 
Sam si portò istintivamente le mani sullo stomaco e sentì la pelle del tutto intatta e liscia contro le sue dita. –No.- Mormorò scuotendo appena la testa. 
-C’era parecchio sangue. - Insistette lui. 
-Non ho idea di cosa sia accaduto. - controbatté lei. –Ma non sono ferita. - 
-Dove siamo finiti?- le chiese Sebastian dopo alcuni istanti di silenzio. 
Sam non aveva idea di dove li avesse spediti, ma quando alzò lo sguardo, guardando oltre la spalla del ragazzo, ebbe un tuffo al cuore. 
Nonostante quel posto ormai aveva l’aspetto di un edificio abbandonato, almeno dal suo interno cupo e le pareti del tutto ricoperte da ragnatele con scatoloni sparsi ovunque, Sam avrebbe riconosciuto quegli spazi ovunque. 
-Era il mio vecchio orfanotrofio. - sussurrò. 
-Non ci vive più nessuno?- Chiese lui, scrutando la stanza. 
Lei scosse la testa, quel posto era chiuso ormai da anni, ricordava ancora il giorno in cui lesse la notizia del fallimento, e ogni qualvolta che ripassava, con il signor Reyes, davanti all’ormai vecchio edificio in rovina, non riusciva a non associare a esso la sua infanzia. 
-E’ abbandonato da anni. - Spiegò lei iniziando a sentire sempre maggiore il bisogno di sedersi a riposare da qualche parte. –Sebastian…- mormorò. – Non mi sento molto bene... - "

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:23
Cap. 11:

Ora..... io mi chiedo.... Non abbiamo sofferto abbastanza? t.t
Che sofferenza, piango ancora per il mio Will, nonostante sia morto di vecchiaia ti fa stare così male come cosa t.t STOP BASTA T.T


"-La tua voce mi è familiare.- sussurrò la ragazza ma il Fratello Silente restò in silenzio. –Tu non sei Fratello Yeh'ezqel, vero?- Continuò lei sollevandosi lentamente in piedi. –Abbassati il cappuccio.- disse poi a denti stretti. –Fammi vedere il tuo volto.-
La curiosità è sempre stata la tua caratteristica, Samantha. La voce del Fratello sembrava quasi divertita, mentre si sollevava in piedi. Portò entrambe le mani all’estremità del cappuccio e lo scostò dal viso, molto lentamente. Sam si portò istintivamente una mano sulle labbra non appena vide il suo viso. Aveva gli occhi chiusi, i suoi zigomi erano segnati ciascuno dalla cicatrice di una runa nera. I capelli erano scuri, ma tra loro era ancora possibile vedere alcune ciocche del colore dell’argento.
-J-Jem.- Balbettò la ragazza in preda allo stupore.
Lui scosse la testa, sistemandosi nuovamente il cappuccio sul viso. Ora sono Fratello Zachariah.
Il primo istinto di Sam fu di saltare al collo dell’uomo e abbracciarlo ma poi sentì la necessità di sedersi e si lasciò cadere pesantemente sulla brandina malconcia della cella. –Non capisco.- Sussurrò.
Cosa non capisci? Le chiese Jem.
-Se tu sei Fratello Zachariah, significa che sei tu quello che mi ha protetto per tutto questo tempo, sei la risposta a ogni mia domanda, tu puoi dirmi chi sono. Ma non capisco, perché non me lo hai detto quando ci siamo conosciuti.- Sam parlò velocemente stringendo le dita intorno al tessuto dei pantaloni.
Vorrei poter rispondere a tutte le tue domande, ma non posso, Samantha.
-Allora perché mi ha protetta? Tutto questo non ha senso.-
Perché io sapevo che saresti nata ed eri la mia unica possibilità di guarire, tornando a essere una persona normale e non questo. 
-Cosa è successo Jem?- Chiese Sam in un sussurro.
Accettare le rune della fratellanza è stato l’unico modo per me di sopravvivere. Rispose freddamente il cacciatore.
Lei annuì lentamente, portandosi una mano sulla fronte. – E Will?- chiese a fatica Sam, come se si fosse appena ricordata di una cosa importante che prima di allora le era sfuggita.
Will ha vissuto un grande amore, ha avuto dei figli e si è spento nel suo letto quando ormai la vecchiaia aveva tolto all’azzurro dei suoi occhi la solita lucentezza. Quel tono di voce così freddo non apparteneva al Jem che aveva conosciuto lei, pensò Sam .
-Qualche santa ha sopportato il suo caratterino.- sussurrò Sam, con un sorriso malinconico.
Sai continuò poi io ero l’unica persona da cui si era permesso di farsi volere bene, perché sapeva che stavo morendo. Scoprimmo di una fittizia maledizione di cui lui credeva di essere vittima: ogni persona che lo avrebbe amato, sarebbe morta. Ecco spiegato il suo caratteraccio. Nonostante il suo viso fosse coperto dal cappuccio della toga, Sam capì che stava sorridendo. Era il mio parabatai. Sussurrò la voce nella sua testa. Non insistere perché ti abbandoni e rinunci a seguirti, perché dove andrai tu andrò anch’io, e dove ti fermerai mi fermerò anche. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio. Dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolto: l’Angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te. Dopo quelle parole ci fu un lungo silenzio.Questo è il giuramento dei parabatai, ricordo ancora come ero riluttante all’idea di diventare il suo, sarei morto giovane e lui sarebbe rimasto solo. Ma poi è successo il contrario, lui è morto ed io sono qui da solo, senza il mio parabatai. Jem sorrise amaramente. Però lui vive con me, quando respiro, quando parlo, quando agisco, il mio primo pensiero è William. Sai, io credo nella reincarnazione, un giorno, lo rincontrerò perché lui mi sta aspettando dall’altra parte del fiume, siamo anime legate. Lui sarò sempre il terreno solido sotto i miei piedi. Sam avvertì un groppo salirle alla gola, mentre Jem continuava a parlare. Ma in un modo siamo ancora vicini, una volta l’anno, in ricorrenza della sua morte vado sulla sua lapide nella città Silente e suono il mio violino, suono per il mio fratello, per risentirlo con me. Per dirgli che nonostante non ci rivedremo io non lo dimenticherò mai e che un giorno, lo raggiungerò e lui mi accoglierà, riposando insieme. Per ora un grande vuoto mi accompagna, nel cuore ho tutto quello che mi resta di lui. Non tutto muore, in me rimarrà vivo in eterno."

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:21
Cap. 10:

Che dire! Capitolo perfetto. 
Ho tremato in questa punto: 

"-Che è successo?- chiese lei incalzante.
-Sembra che sia stato preso finalmente uno dei cattivoni.-
Sam lo guardò interrogativamente, dandogli modo di proseguire. –Non penso che tu possa conoscerlo, Jonathan Christopher Morgenstern, uno degli Shadowhunter più pericolosi di sempre. Penso sia un bene anche per noi che ora sia fuori combattimento. -
Per Sam ci vollero alcuni secondi per metabolizzare l’informazione. – J-Jonathan Morgenstern?- Balbettò in un sussurro. - Cioè Sebastian?!- esclamò quasi urlando.
Matt la osservò sorpreso per la sua reazione, annuendo poi lentamente. –Sì, Sebastian Verlac è uno che ha ucciso di cui ha rubato l’iden…-
-Sìsì, so già la storia.- Tagliò corto Sam, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. –Sai cosa gli faranno?- Chiese tentennante.
-Penso che sarà processato.- Rispose lui facendo spallucce.
-Processato? Dici a morte? Lo uccideranno?!-
-Penso di sì, ma perché stai reagendo in questo modo?- Matt strinse gli occhi, portandoli sul viso ormai sbiancato della ragazza.
Sam serrò i denti contro le labbra, tentando di mantenere il controllo, ma sentiva gli occhi pizzicarle. –Dove lo tengono?- disse in fine con voce ferma.
-Ad Alicante… Sam, che succede?- Ripeté lui, avvicinandosi a lei.
- Non può morire.- Sussurrò la ragazza. –Dobbiamo andare ad Alizante o come diavolo si chiami quel posto!-
- Per quale assurdo motivo vuoi andare ad Alicante per impedire il processo di un criminale?- gli occhi di Matt erano diventati severi e il suo sguardo era duro.
-E’ l’unica persona che può aiutarmi…- Sussurrò incerta la ragazza.
-Stai mentendo. – ribatté il ragazzo. –Lo hai conosciuto vero?- lei non rispose, limitandosi ad annuire e Matt proseguì.- Hai sempre avuto un debole per le cause perse, non posso aiutarti Sam.- sbuffò lui. –In primo luogo non possiamo entrare ad Alicante, io sono un licantropo e tu una mondana e poi firmeremo la nostra condanna a morte.-
-Ti prego Matt, un modo deve esserci.- esplose lei.- So muovermi attraverso i portali, farò in modo che ci porti lì.-
-Non puoi, i portali possono portarti solo in zone in cui sei già stata.-
-Tu sei mai stato in questo posto?- chiese Sam a Matt e dal suo sguardo capì di sì.- Allora tu lo visualizzi ed io faccio il resto.-
-Sam, non posso, quel posto è inaccessibile e se io violo gli accordi potrebbero prendersela con tutti i licantropi.- Sbottò Matt.
-Che ha di speciale quest’Alicante?-
-E’ la capitale di Idris, il luogo di nascita dei cacciatori. Ci vivono solo loro, è come entrare nella tana del leone, moriresti dopo tre secondi per una causa persa. –
-Sebastian non è una causa persa.- Urlò lei senza rendersene conto per poi schiarirsi la voce con un colpo di tosse. –Non posso abbandonarlo anch’io, sospetto che in lui ci sia una solitudine infinita e che le sue azioni siano scaturite dal fatto che nessuno gli abbia insegnato a vedere il mondo in un modo differente.- sussurrò. –Può essere salvato Matt e se loro lo uccideranno…-
-Tu perderai la tua opera di bene o la persona che ami?-
-Non dire assurdità.- mormorò lei a denti stretti. –Perderei una fonte di aiuto.-
-E tutto il discorso sentimentale che mi hai appena fatto?- Disse il ragazzo confuso.
Lei alzò gli occhi al cielo, sollevando entrambe le mani e portandole intorno a quelle di lui. –Ti prego, non psicoanalizziamo il perché, aiutami soltanto.-
Lui restò in silenzio per alcuni istanti per poi prendere un respiro profondo. –Io posso condurti fuori dalle mura, nella città non ci sono mai entrato.-
Lei accennò un sorriso. –Grazie Matt.-"



Piccolo Seb t.t Matt si sta rivelando un bel personaggio u.u 
Vediamo cosa ne uscirà uu

 

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:18
Cap. 9:

Sam mi piace da morire! Questa sua voglia di indipendenza le calza a pennello! Non è la solita ragazzina indifesa che richiede di essere salvata.
Poi, OMMAMMMAMIAAA questo è il capitolo delle rivelazioni hahaha!


"Prese un ultimo respiro e con forza diede un calcio alla porta semichiusa, spalancandola.
Un urlo di terrore le invase le orecchie, ma non era stata lei a urlare. Un ragazzo se ne stava nel centro della stanza. Aveva grandi occhi verdi, con delle tonalità che riprendevano il dorato. I suoi capelli erano di un biondo scuro tendente al castano e li portava in maniera disordinata, lasciando che un ciuffo troppo lungo gli ricadesse davanti agli occhi. Le sue spalle larghe erano ricoperte da una camicia che scendeva morbida lungo i fianchi e dei jeans strappati gli fasciavano le gambe. Aveva i lineamenti delicati, con il viso ricoperto in alcune zone da un accenno di barba.
L’uomo si portò una mano al petto e respirò velocemente, come se nel vedere Sam si fosse tranquillizzato mentre la ragazza restava sull’attenti con i due oggetti puntati verso di lui.
-Chi sei? Cosa ci fai in casa mia?- Chiese lei a denti stretti.
-Ci vivo?- Rispose lui. Il suo tono era tranquillo, anzi compariva quasi allegra.
-Sei stato tu ad aver ucciso i…Reyes?- chiese Sam senza chinare l’attizzatoio di ferro. – Perché lo hai fatto? Cosa volevi da loro?- disse con ribrezzo.
-Ehi, frena, io non ho ucciso nessuno. Anzi, hanno ferito anche me.- con un movimento cauto sollevò l’angolo della camicia scoprendo una zona arrossata sulla pelle che però sembrava già in via di guarigione.
-Perché eri qui? Io non mi ricordo di te… -Disse Sam tenendo gli occhi puntati sul viso del ragazzo.
Non riusciva a capire quanti anni potesse avere.
-Io ho sempre vissuto qui, sin da bambino.- rispose lui.
-C-Cosa?- balbettò incredula la ragazza, abbassando per un istante le armi che stringeva con forza tra le mani. –Ti tenevano rinchiuso da qualche parte? –
Il ragazzo rise per poi scuotere la testa. –Sam, ti ho vista crescere.-
Sam lo guardò ancora più confusa, inclinando così la testa, e tentando di fare mente locale. Aveva già visto quel ragazzo? Lui sapeva il suo nome e diceva di averla vista crescere. Era una cosa assurda.
-Menti.-
-Non potrei mai mentirti, sei la mia unica amica.- rispose lui, questa volta seriamente.
-Ma come posso essere la tua unica amica se non ti conosco nemmeno?- ribatté lei esasperata.
-Pensaci bene, anche tu avevi solo un amico qui. –
Lei aggrottò le sopracciglia, lasciando ricadere entrambe le mani intorno ai fianchi. –Io non…- farfugliò pensierosa. –C’era solo…-
-Dì il suo nome.- la incitò lui.
-C’era solo il mio cane, Agie.- sussurrò lei.
Lui allargò le labbra in un sorriso per poi indietreggiare di un passo. Si chinò del tutto su stesso, aveva i muscoli delle spalle tesi. Il braccio del ragazzo rigirò su se stesso in maniera disumana, sollevandosi sulla sua schiena che s’inclinò mettendo in evidenza la spina dorsale. Il suo viso stava cambiando, al posto di un paio di orecchie umane ne comparirono due pelose e dalla forma triangolare. La bocca si allungava in avanti e il suo corpo iniziò a essere cosparso da una peluria sempre più fitta.
Il ragazzo non c’era più, al suo posto Sam vide un cane. Il suo cane. Agie.
Le si mozzò il fiato per la sorpresa e sentì qualcosa stimolarle la mente, come le capitava di solito quando un oggetto era coperto da un incantesimo, così chiuse e riaprì gli occhi velocemente e al posto del pastore tedesco c’era un lupo. La fisonomia era simile, ma si capiva la differenza.
-Tu…sei…- Balbettò in preda alla sorpresa senza riuscire ad articolare una parola di senso compiuto.
- Un lupo mannaro.- terminò il ragazzo per lei, riprendendo le sembianze umane.
-Tu…Argo…Oddio.-
-Tranquilla, respira. Va tutto bene, non ti farei mai del male.- Le disse lui, tentando di tranquillizzare la ragazza che era andata in iperventilazione.
-Ma eri morto! Io ti ho visto. –Esclamò lei.
-Se sono qui significa che non ero poi tanto morto. – Disse lui, annuendo con convinzione.
- Argo…- Sussurrò Sam infine. Si sentiva così stordita ma una parte di lei era stranamente felice.
Il ragazzo a sentire quel nome fece una smorfia. –Ti prego, non chiamarmi così, l’ho sempre odiato come nome. Chiamami Matt.-
-Matt.- ripeté lei, come per fissare nella memoria quel nome. –Ma per quale motivo vivevi qui con noi?-
Il ragazzo si sedette sul bordo del letto, sospirando appena. – Ero in debito con una persona, in più mi serviva un posto dove stare e ho fatto due piccioni con una fava.-
-In che senso eri in debito con una persona?- Chiese Sam, restando a distanza.
-La stessa persona che ti ha dato quel ciondolo, è la stessa che diciotto anni fa ha fatto di tutto per far sì che tu vivessi.-
-Magnus Bane?- Sam pronunciò con fatica quelle parole. Si sentiva dannatamente in colpa ad aver detto quelle cose a Magnus e ora sapere che ogni cosa era collegata a lui, la faceva stare peggio.
- No certo che no. – Disse lui alzando una mano. –Ma è la stessa persona che ha chiesto aiuto anche a Bane.- disse il ragazzo. –Devi sapere che quando io ho incontrato quest’uomo non avevo quest’aspetto, ero un lupo adulto e ben messo mentre quando sono stato portato qui ero solo un cucciolo, no? Quest’uomo ha fatto in modo che io tornassi un cucciolo, ma il mio cervello era intatto, ero come un adulto rinchiuso in corpo di un bambino. Infatti tu mi vedi come un tuo coetaneo, in pratica, mentre dovrei avere il doppio della tua età. –spiegò lui.
-Chi è costui?- chiese nuovamente Sam.
-Un cacciatore. – rispose Matt. –Ma non un cacciatore qualsiasi, era uno sei Fratelli Silenti.-
- I Fratelli Silenti?- Sam li aveva sentiti nominare sia da Magnus che da jem ma ora non ricordava di preciso chi fossero.
-Beh, da quello che so io sono dei cacciatori che non combattono ma al contrario hanno ricevuto dei Marchi grazie ai quali possono avere accesso agli angoli più nascosti del Libro Grigio. Sono i loro dottori, archivisti o accademici. I loro aspetto però non è dei più belli, infatti alcune volte sono un pochetto ripugnanti.- disse Matt facendo una smorfia.
- E perché uno di loro voleva proteggere me?- chiese Sam.
Lui fece spallucce scuotendo appena la testa. –Io ho solo rispettato un patto.-
-Chi era questo Fratello?-
-Il suo nome è Fratello Zachariah.-
Sam lo guardò confuso. –Mai sentito.- "

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30/05/14, ore 16:15
Cap. 8:

No BOH, io mi chiedo, come si fa a non amarli? 
Sebastian è uno strafigo, stop AHAHAHA.


"Gli occhi ormai erano completamente gonfi, il naso arrossato e il viso stanco. Non appena avvertì una mano accarezzarle la linea della schiena, s’irrigidì e scattò in piedi.
Il suo sguardo incrociò degli occhi neri e mossa dall’istinto si ritrasse a quel tocco, indietreggiando.
-Cosa ci fai qui?- disse con rabbia mentre con i palmi delle mani si asciugava le guance. –Devi seriamente smetterla di sbucare fuori in ogni momento. – continuò. –Io non ce la faccio più, Sebastian o qualunque sia il tuo nome.-
Il ragazzo la guardo e a Sam sembrò di notare nei suoi occhi della tristezza ma quella sfumatura li aveva abbandonati con la stessa velocità con cui era arrivata.
-Mi serve il tuo stregone.- rispose lui con noncuranza, stringendo le braccia al petto.
-Allora materializzati dal mio stregone e lasciami in pace.- disse lei velenosa.
- Cosa è successo?- Sebastian le si avvicinò, senza però sedersi.
-Non ti riguarda.- Mormorò lei voltando il viso, sperando che il flusso delle lacrime diminuisse.
Lui si chinò leggermente sulle ginocchia e allungò una mano verso il viso di Sam, catturando con la punta dell’indice una delle sue lacrime.- Non devi piangere.- le disse portandosi il dito alle labbra, assaporando così il sapore salato. –Non ti si addice.-
-Se magari non violassi di continuo la mia privacy, eviteresti di assistere a scene così pietose. – rispose lei, seguendo con lo sguardo i movimenti di Sebastian.
-Puoi anche toglierla la maschera, siamo solo io e te, nessuno ti giudica se non mi tratti come meriterei.-
La ragazza restò in silenzio ma ogni suo muscolo era rigido e il suo cuore batteva all’impazzata.
-Smettila, non puoi fare così ogni volta.- rispose a denti stretti.
Lui sollevò una mano, guardandola in maniera interrogativa, nascondendo un sorriso sulle labbra. –Così come, Samantha?-
Lei lo fulminò con lo sguardo, coprendosi poi il viso con entrambe le mani, esasperata.
Avvertì il materasso abbassarsi sotto il peso del corpo di Sebastian, probabilmente si era seduto sul letto, pensò Sam mentre scostava le dita dal viso. Il suo cuore quasi perse un battito quando si ritrovò il ragazzo difronte. I suoi occhi erano puntati in quelli di lei e, anche volendo, Sam non riusciva a distogliere lo sguardo come attratta da una calamita.
Sebastian sollevò le mani, stringendole a coppa contro le guance di lei. –Siamo come lo Yin e lo Yan, lo sai, vero?- Le chiese a voce bassa.- Non c'è acqua senza fuoco, non c'è notte senza giorno, non c'è sole senza luna, non c'è bene senza male. E il segno dello Yin e dello Yang è perfetto. Perché il bianco e il nero si abbracciano. E all'interno del nero c'è un punto di bianco e all'interno del bianco c'è un punto di nero.- Sussurrò.
Lei tenne lo sguardo sul suo viso, quando lui era vicino sentiva che quello che provava non era poi così sbagliato, che forse dedicarsi a una cosa come questa la rendeva coraggiosa. Il buio spaventava tutti, ma lei non aveva mai provato una reale paura nei confronti di quel ragazzo. Forse Sebastian aveva ragione.
Il ragazzo la osservava in silenzio, mentre se ne stava in ginocchio su materasso, davanti a lei, senza lasciare la presa sul suo viso. Sam si teneva una mano sul petto, come per controllare che il proprio battito del cuore non la tradisse. Ma poi lui si mosse.
I loro volti si avvicinarono fino a che le punte del naso non si toccarono, Sebastian però inclinò leggermente il volto, chinandosi, e avvicinando le sue labbra al collo delicato di lei, cominciando a baciarlo leggermente godendo del profumo della sua pelle.
Sam piegò indietro la testa, abbassando così le sue difese, permettendo al ragazzo di facilitare la sua operazione e lui non si lasciò scappare l'occasione di mordicchiarle il mento, adesso esposto così graziosamente ai suoi occhi.
La ragazza lasciò che un sorriso spontaneo le si formasse sul viso, quando sentì la mano di Sebastian ricadere dalla sua guancia, portandola dietro la schiena e usando quel punto per attirare Sam maggiormente a sé.
Fermò le labbra su un punto del suo collo, prendendo così a succhiare la sua pelle chiara, creando un leggero livido che risaltava su di essa. Un mugolio uscì involontariamente dalle labbra di lei mentre lui ripassava la macchia violacea con la punta della lingua.
Sebastian sfiorò la sua pelle con l’estremità del naso, per poi tirare la testa indietro. Erano l'uno di fronte all'altra, gli occhi di Sebastian cercarono quelli di Sam, e Sam a sua volta li portò in quelli di lui, lentamente alzò un braccio e con la mano tremante cominciò a farsi strada sul duro volto del cacciatore passando le dita sulla linea quadrata della mascella e poi lungo il collo muscoloso. Si sorrisero e Sebastian la guardò per un attimo, leggermente stupito dalla reazione della ragazza. Le sue labbra si dischiusero, mentre con le mani prese possesso dei fianchi di Sam, passando le dita lungo il tessuto della maglia.
I loro volti si avvicinarono fino a che le punte del naso non si toccarono nuovamente, per poi spostarsi lateralmente per agevolarsi il contatto. La tensione e la voglia fu coronato dal morbido e debole tocco delle loro labbra, che man mano si fece sempre più profondo. Cominciarono a sfiorarsi con le loro bocche, godendosi appieno quel momento di estasi nel silenzio della camera. Anche le loro lingue entrarono a far parte di quel contatto, senza freni, muovendosi con veemenza nelle cavità orali. Quel bacio, così passionale e desiderato, trascinò Sam fuori dai suoi schemi mentali, portandola a indietreggiare, così da poggiare la schiena contro il tessuto del cuscino, trascinandosi dietro Sebastian, che si lasciava condurre dai movimenti della ragazza, distendendosi sul suo corpo.
-Questo sì che è un risvolto interessante.- disse una voce, rompendo del tutto l’enfasi del momento e riportando Sam bruscamente alla realtà.
Tirò indietro Sebastian dal proprio corpo, sollevando lo sguardo con il quale intercettò quello di Magnus che aveva le braccia strette al petto e un sorriso divertito sulle labbra, ma i suoi occhi sembravano di fuoco.  "

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30/05/14, ore 16:13
Cap. 7:

Adoro assolutamente questo capitolo! C'è la giusta azione, c'è davvero tanto sdfgfdesw. 
Amo sempre di più Will/Sam, anche se il mio cuore sarà sempre per i Seb/Sam!!!

"Sam chiuse per alcuni istanti gli occhi e ispirò profondamente mentre sollevava una mano portandosela sul viso. I capelli castani le ricadevano in modo disordinato sulle spalle, le mollette erano cadute durante lo scontro e così anche il cappello.
-Sei davvero singolare.- disse Sebastian, rompendo il silenzio che si era creato.
-Che vuoi dire?- Sam sollevò lo sguardo stanco sul suo viso.
- Passi il tempo a coprire il nostro legame con ostilità e fastidio.- disse lui, addolcendo il tono della voce ad un tratto, facendo un passo verso di lei.- Ma c’è una parte in te che tiene a me, nonostante tutto quello che ho fatto. -
Sam deglutì lentamente, osservando con attenzione i movimenti del ragazzo. –Non dire assurdità.- mormorò.
Lui sollevò l’angolo delle labbra, senza sorridere. –Allora perché continui a difendermi?- le chiese senza distogliere gli occhi neri da quelli nocciola di lei. –Perché mi hai salvato sul tetto? Perché hai evitato che mi scontrassi con Alec?-
Sam restò in silenzio inumidendosi appena le labbra, sentendole estremamente secche.
-Rispondi. – ordinò lui a denti stretti. Ormai la distanza tra di loro era nulla.
La ragazza abbassò per alcuni istanti lo sguardo, per poi riportarlo agli occhi di Sebastian, serrando le mani in due pugni. –Perché se la smettessi di fare l’idiota qualcun altro potrebbe vedere che forse c’è del bene in te. Mi sento quasi stupida a pensarlo, ma sì , camuffo il nostro legame con l'ostilità perché sì, odio me stessa per questo ma tengo a te e sono stufa di dover fare in modo che anche agli occhi degli altri tu non compaia come un mostro così da non dovermi sentire in colpa per quello che sento. -
Sebastian s’irrigidì impercettibilmente, sollevando entrambe le mani che portò sulle guance di Sam. –Non tentare di cercare del buono dove non c’è, non rovinarti per salvare qualcosa che non può essere salvata.-
Sam socchiuse gli occhi al contatto delle dita di lui contro la propria pelle, per poi riaprirli e puntandoli in quelli di lui.
Omnia vincit amor et nos cedamus amori.- sussurrò Sebastian.
-Cosa significa?-
-Sh…- mormorò e annullò del tutto la distanza fra i loro visi facendo incontrare le loro labbra, sfiorando e accarezzando quelle di lei con le proprie.
Sam non ebbe nemmeno il tempo di aprire gli occhi… lui non era più lì. Pensò di essersi immaginata tutto, mentre sollevava lentamente una mano e la portava sul suo labbro inferiore accarezzandolo con la punta delle dita.
 
-Sam!- la richiamò Jem, facendola sobbalzare. –Dov’è Sebastian?-
La ragazza si guardò intorno confusa, per poi scuotere la testa. –Non ne ho idea. -"

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:11
Cap. 6:

Ho adorato questo capitolo, non c'è che dire! Chi come adora le origini non può fare a meno di adorarlo. 
E' stato bellissimo lo scambio di battute tra Will, Jem e Sam. 

"Sam si rivolse un sorriso ai tre per poi sedersi. –Vi prego, datemi del tu. Sarei felice se mi chiamasse Sam.-
-Sam sta per Samuela?- chiese Jessamine con curiosità sbattendo le lunghe ciglia.
Sam inorridì per alcuni istanti, schiudendo poi le labbra per rispondere.
-Ma ti pare Jessie? Il nome della signorina è Samantha. Samantha Reyes –Una voce aveva parlato al suo posto e quando la ragazza sollevò lo sguardo, incontrò gli occhi azzurri di Will.
Jessamine sollevò gli occhi al cielo, parlottando fra se e se.
-Noto che oggi la sveglia è suonata prima del tempo, William.- gli disse Jem, seguendo con lo sguardo il ragazzo che prendeva posto di fronte a Sam.
-James, forse ti stai confondendo con le abitudini di qualcun altro. –Rispose il ragazzo, girando il volto verso Jessamine.
- Will, sii gentile, non farmi andare di traverso il pasto più importante della giornata.- Rispose lei disgustata.
- Love is in the air.- Commentò Henry chiudendo il giornale e prendendo una forchetta, iniziandosi a dedicarsi alle proprie uova.
-Da dove vieni, Sam?- Le chiese Jem mentre prendeva un sorso di thè.
- Dalla periferia di Londra. – Rispose la ragazza senza pensarci.
-L’altra sera non avevi detto di Idris?- la provocò Will, fingendosi confuso.
La ragazza sollevò lentamente lo sguardo, nel panico. In realtà non sapeva nemmeno cosa fosse questa Idris, era un posto che non aveva mai sentito nominare, ma Will aveva ragione e ora non sapeva bene cosa rispondere. –Certo, ma per un periodo ho vissuto lì, sono un’amante della campagna. –gli sorrise, tentando si sembrare rilassata.
-Hai apprezzato la città di Alicante? – continuò lui.
- Molto, soprattutto per il suo clima.-
-Mite, vero?-
- Non sapevo fossi stato ad Alicante, William.- S’intromise Jem, e Sam si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo."

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30/05/14, ore 16:09
Cap. 5:

Ammettilo, tu vuoi farmi morire!!!!!

"Il ragazzo aprì gli occhi e portando lo sguardo sugli occhi di Sam, sorrise. –Allora forse un po’ ti fidavi di me.- disse sollevando appena il busto.
-Zitto. - disse Sam, ma nel sentirlo parlare un peso si era dissolto dal suo stomaco, si sentiva più leggera e tranquilla. –Io andrò con loro, mi dispiace. - concluse, allungando una mano con la quale cercò quella di lui, stringendola.
-Sam…- disse lui, sollevandosi maggiormente, ma il suo corpo era scosso da dolori. -…non puoi, io devo... -
-Sh.- Ripeté la ragazza sollevando gli occhi, incrociando così quelli stupidi degli altri quattro. Riportò l’attenzione a Sebastian, chinandosi maggiormente su di lui. –Sono sicura che in te c’è qualcosa per cui valga la pena lottare. Lotta per salvare quello che resta di te Sebastian, non abbandonarti alle tenebre. –gli sussurrò portando le labbra contro la sua fronte e stampando un bacio leggero su esso. –Arrivederci. - concluse poi sollevandosi e dirigendosi verso i quattro.
-Questo sì che è un colpo di scena. - commentò Jace stringendosi le braccia al petto.
-Andiamo. - incalzò Sam a Magnus che annuì lentamente, prima che una luce bluastra si creava sulle punte delle sue dita"


POI SEI MI METTI ANCHE I PERSONAGGI DELLE ORIGINI IO PROPRIO BOH.
Will è in assoluto il mio personaggio preferito.
Basta, ti adoro. 

 

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30/05/14, ore 16:07
Cap. 4:

"-Fammi capire, vuoi passare la serata qui dentro?-
Sam sobbalzò a sentire quella voce e si voltò di scatto portandosi una mano al petto. –Così mi fai prendere un infarto. –Bofonchiò sollevando lo sguardo in direzione di Sebastian.
Non riuscì a non osservarlo con attenzione, le sue gambe erano fasciare da dei jeans scuri e stretti, una maglietta bianca con lo scollo a V s’intravedeva da sotto il giubbino di pelle nero. I suoi capelli chiari richiamavano il colore della maglia e i suoi occhi neri come la notte, il resto del completo. Era come se nel suo aspetto si nascondesse la sua vera natura. Bianco come la luce dell’angelo e nero come il sangue di demone che gli scorreva nelle vene.
Per alcuni istanti, a Sam, sembrò che si stessero studiando entrambi, che come lei non era riuscita a distogliere lo sguardo dalle sue gambe e i suoi muscoli in evidenza, così anche lui aveva indugiato più del dovuto sulla sua figura.
-Come siamo belle stasera. – Le disse infine, sollevando una mano e portandola sulla sua guancia, avvicinandosi appena.
Sam trattenne il respiro.
-Ma è una cabina armadio con il risucchio? Entrate e non ne uscite più?- La voce di Shauna infranse quel silenzio e Sebastian si allontanò da lei, uscendo da lì. Sam lasciò scorrere più volte le dita lungo il tessuto della giacca, lisciandosela sulle braccia, per poi seguirlo."



HO RISO DA MORIRE, CE ASFGF
Li shippo. Basta.
Capitolo perfetto, non c'è che dire!

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:05
Cap. 3:

"Sentì di star facendo qualcosa di tremendamente sbagliato e indietreggiò rapidamente per lasciare la stanza, finendo dritta contro un muro di carne e ossa. Delle braccia la avvolsero, stringendola forte, e Sam vide che erano snelle e muscolose.
- Che cosa ci fai in camera mia?- le disse all'orecchio Sebastian. " 
IN QUESTO PUNTO HO FANGILRLATO COME POCHE.
Sei davvero bravissima, non smetterò mai di dirlo! 
 

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:03
Cap. 2:

Capitolo davvero interessante, serve a spiegare tutti i dettagli e a chiarire anche molti punti per chi non conoscesse la saga! Ancora complimenti davvero. 
Adoro il personaggio di Sam, è un personaggio reale, dove è facilmente calarsi e ritrovarsi.
Un bacio. 

Nuovo recensore
30/05/14, ore 16:02
Cap. 1:

Adoro questo prologo, credo che sia davvero ben scritto! Sam si pone come personaggio molto interessante. 
Continuo con la lettura :)