Ciao, Francy!
Questa volta non è stato difficile scegliere cosa leggere, ho dato priorità alla preferenza che hai espresso, dunque eccomi qui! Ho letto i primi due capitoli e spero non ti dispiaccia se esordisco con un'unica recensione per entrambi, ma terminato il primo ero molto curiosa di seguire l'incontro tra Hermione e Ron lasciato in sospeso.
Dunque, inizio dal titolo questa volta, perché trovo abbia scelto una frase più che appropriata per narrare il dopoguerra potteriano, anche e soprattutto perché il concetto espresso è, potremmo dire, il filo conduttore della saga – l'amore che attraversa ogni ostacolo, lo vive e supera, per esplodere in tutta la sua luce. Insomma, credo sia stata davvero una scelta perfetta, che ancor prima dell'introduzione annuncia al lettore quali tematiche sarà chiamato ad affrontare e quale atmosfera ritroverà tra le tue pagine.
Collegandomi a questo, trovo il proposito di questa trama a suo modo complesso. Non credo sia semplice riempire quei famosi diciannove anni – furba la nostra autrice del cuore a fare il salto e mostrare tutti già cresciuti con pargoli al seguito! – e in particolare credo sia ostico proprio l'immediato dopo, quello della ricostruzione, del faccia a faccia con la perdita, di un mondo in rovina che deve rialzarsi in piedi, di screzi ancora vividi e di dolori ancora troppo forti. Un dopo in cui ogni personaggio ha dovuto trovare una collocazione, un equilibrio, un nuovo motivo per andare avanti.
Nel caso dei personaggi protagonisti della tua long, poi, questo discorso vale due volte di più, perché sono i protagonisti della saga, quelli che conosciamo di più e che al contempo sono stati i più colpiti da ciò che è accaduto: dovranno imparare a camminare senza ombre, a essere ragazzi come tutti gli altri – a vivere. E mi piace come tutto questo emerga chiaramente già da questi primi due capitoli, dove il quartetto decide di fare i conti con l'amore, di riappropriarsi dei rapporti che la guerra ha sottratto loro.
Trovo decisamente plausibile che uno dei primi pensieri di Harry, a guerra finita, sia stato quello di parlare con Ginny, chiederle un'altra possibilità – durante il campeggio (!) non ha fatto altro, povero!, che pensare a lei e sperare di ritrovarla. Va da sé, ho trovato decisamente IC la reazione di Ginny, che non aspettava altro! È stato bello poterli incontrare in una veste più serena, con un pizzico di spensieratezza, pronti a concedersi quell'opportunità che gli eventi hanno negato loro per troppo tempo. Ho apprezzato tanto anche la maturità con cui si relazionano, l'ho trovata perfetta e mi ha piacevolmente ricordato le loro controparti cartacee che si concedono un ultimo saluto alla Tana in occasione del compleanno di Harry – è come se il tempo, per loro due, si fosse cristallizzato, mettendo in salvo l'amore che li lega e il legame che nonostante tutto sono riusciti a costruire a dispetto persino di se stessi.
Dall'altro lato abbiamo poi Ron e Hermione (a riguardo, condivido la scelta di aprire la storia con gli equilibri interni del trio, hai subito gettato le basi per l'evoluzione della trama!). Anche loro mi sono piaciuti molto, ma diversamente dagli altri due mi hanno comunicato tanta tenerezza.
A essere onesta, non credo che Ron volesse invitare Hermione al Ballo del Ceppo – mi è sempre parso che la considerasse davvero l'ultima scelta e che si sia accorto di lei solo dopo, smosso dalla gelosia di vederla con un altro –, così come dubito che Hermione credesse già al quarto anno di essere ricambiata, probabile lo sperasse. Però siamo, temo, nel campo delle ipotesi, quindi la mia osservazione è fatta giusto per il gusto di scambiare idee a riguardo! Una cosa certa (almeno per me!): a insaputa persino di loro stessi, quei due erano attratti l'uno dall'altra già dal primo anno – e se lo dice chi avrebbe preferito Fred al posto di Ron c'è da fidarsi XD.
Al di là di questo, come detto, li ho trovati tenerissimi e impacciati. Certo, anche io, come Hermione, ho dovuto sorprendermi dell'eloquenza di Ron, probabilmente aveva letto qualche altro manuale per conquistare una strega prima di parlarle – e se l'ha fatto ha decisamente funzionato!
Mi è piaciuto tanto vederli cedere, man mano, a una passione tenuta a freno per troppo tempo, e ho riso quando Harry e Ginny li interrompono. Anche quei due, però, dopo sette anni avrebbero potuto lasciarli felici sull'erba a dare spettacolo!
Ecco, temo di essere arrivata al momento più difficile, per me, della recensione.
Mi hai quasi fatta piangere.
E so che già hai capito di cosa – o meglio: chi – sto parlando.
Fred.
Come hai potuto ricordarmi per due interi capitoli ciò che gli è accaduto? T_T Avresti dovuto inserire un Rosmary Alert per la mia emotività a pezzi. E il mio George T_T, così sofferente, così a pezzi, così malandato.
L'hai descritto benissimo. Tutto. Da George a ogni singolo componente della famiglia, facendomi capitolare del tutto quando si trovano ai Tiri Vispi. Non supererò mai la morte di questo personaggio, né credo accetterò mai il futuro di solitudine che aspetta George – anche io credo che, malgrado l'affetto a circondarlo, non si sia mai ripreso del tutto dalla perdita del gemello (ipotesi che poi ha confermato la stessa Rowling in un'intervista. Posso piangere ancora?).
Sto divagando, lo so.
La recensione era, credo, iniziata molto bene, ma sapevo che sarebbe diventata qualcosa di assurdo una volta arrivate qui.
Mi ha colpita molto il modo in cui ha raccontato l'assenza. Non ci sono pianti, non c'è dolore urlato, c'è qualcosa di più forte ancora: il silenzio. Un silenzio che non trova parole per spezzarsi, che grida un dolore così profondo da non poter essere acciuffato, che costringe ognuno a fare i conti con se stesso e a faticare quando deve relazionarsi all'altro.
George parla poco, ma quando lo fa è un pugno nello stomaco – il momento in cui riflette sulla presenza di Percy ai Tiri Vispi Weasley è spietato, così come è egualmente crudele il momento in cui Percy si ritrova tra le mani i progetti di Fred.
Credo che dovrò superare assieme alla famiglia Weasley quest'assenza, ma so già che empatizzerò per sempre con George.
Okay, cerco di riprendermi un po' e fare un commento un minimo dignitoso su tutti gli altri personaggi citati. Mi sono piaciuti tutti, in realtà. Li ho trovati tutti ben caratterizzati, in linea non solo con le loro controparti cartacee, ma anche e soprattutto con il dopoguerra che sono chiamati a vivere. Tra tutti, però, lo ammetto, mi è piaciuta un po' di più Fleur, che si conferma essere una grande donna, che non meritava affatto la diffidenza con cui è stata accolta all'inizio – rea, ammettiamolo, solo di essere bellissima (come il figlio coff coff XD).
Molto bella anche la presenza di Charlie, finalmente qualcuno ricorda che esiste! E, naturalmente, più che bene accette le presenze citate di Luna e Neville nel finale del secondo capitolo, mi sembra giusto che si ritrovino e cerchino per ricominciare assieme.
Sono curiosa, ovviamente, di scoprire cosa vorrà dire loro Kingsley (ipotizzo la questione Auror, ma chissà!), per ora sappi che ho amato la sua breve apparizione, compresa l'invito-non-puoi-rifiutare di Molly!
Dal punto di vista della forma, ho notato qualche piccolo refuso, ma quelli sfuggono sempre quando si scrivono capitoli corposi, per il resto trovo che lo stile sia molto piacevole nella sua linearitù – e ho piacevolmente rivisto i flashback, che nelle tue storie non mancano mai (non voglio iniziare a piangere di nuovo, ma quello di Ginny e dei gemelli nel primo capitolo è stato un colpo al cuore T_T).
Insomma, è stata una bella lettura e mi incuriosisce scoprire come hai fatto evolvere le varie linee narrative (anche se temo soffrirò molto assieme a George, ma l'amore che nutro per lui è tale che me ne farò una ragione!).
Un abbraccio! |