“Lan Zhan, Lan Zhan! Ma tu che tipo di versi fai quando ti tocchi?”

[Post The Untamed, Traduzione, WangXian]
Wei Wuxian ride e comincia a spingere lo strato esterno delle vesti di Lan Wangji giù dalle sue spalle. “Povero Lan Zhan, sottoposto a tali sciagure terrene. Devi essere esausto, vieni a letto, vieni a letto.”
“Mm,” dice Lan Wangji. Solleva le braccia in modo che Wei Wuxian possa continuare a svestirlo. I suoi abiti finiscono sul pavimento, ma non importa. Le mani abili di Wei Wuxian sulla sua cintura valgono vesti stropicciate.
“...Oddio, Hanguang-Jun, indossi troppi strati,” gli dice Wei Wuxian dopo un po'. “Ti ucciderebbe fermarti dopo un ragionevole cinque?”
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Wei Wuxian si trasferisce nel Jingshi. Dormono insieme.

«Lo hai detto.» lo interruppe Lan WangJi, allentando per un istante la presa dal suo fianco affinché Wei WuXian, le cui gambe esauste non potevano sostenerlo, ricadesse su di lui con uno smacco tra le loro carni, liberandosi in un gemito acuto che infranse il sereno silenzio delle montagne di Gusu. «”Ultimamente Lan Zhan dura così poco.”»
Wei WuXian si è lasciato prendere la mano affermando che Lan WangJi ha poca stamina tra le lenzuola, causando piacevoli conseguenze riassumibili con una semplice frase: Lan WangJi costringe Wei WuXian a del sesso strenuamente lento finché, infine, anche lui non cede alla sua carne e da sfogo a tutta la sua irruenza e carica.

“Wei Ying..” – sussurò a meno di un palmo dalle sue labbra.
Wei Wuxian sorrise ancora più radioso quando iniziò a sentire, a contatto con la sua coscia, il rigonfiamento nei pantaloni del marito.
“Sì, mio devoto Lan Er-Gege?” – strofinò ancora il naso contro il suo e socchiuse gli occhi, avvicinandosi alle sue labbra per baciarlo.
Lan Wanji, però, parlò.
“Vorrei cambiare.”
Wei Wuxian aprì di scatto gli occhi e si allontanò un po’ dal viso di Lan Wangji, guardandolo perplesso.
Che?
“Lan Zhan, non capisco a cosa ti stia riferendo. Sei scomodo seduto così, forse?”
Lan Wangji lo guardò per un attimo serio, poi scosse la testa.
“No, sto bene.”
“Uhm. E allora cosa intendi con quel ‘vorrei cambiare’?”
[Wangxian canonverse. Bottom Lan Wangji]

[Novel!verse, Traduzione, WangXian, Post!Canon]
Durante una caccia notturna, Wei Ying e Lan Zhan vengono colpiti da una maledizione della verità e sono obbligati a essere sinceri rivelando alcuni segreti imbarazzanti, e alcune rivelazioni importanti.

Gli racconti l’estate del novantotto. Lui ti ascolta, batte le mani felice e dice: “Che coincidenza, lì ci andai con mio marito. Le somiglia, sa? Come ha detto che si chiama?”
Lui ti sorride gentile.
Ti guarda ma non ti vede più.

A destarlo dal suo riposo non furono le solite urla del fratellastro, ma qualcosa di soffice che gli solleticò le narici, costringendolo a starnutire. Indispettito da un’interruzione così fastidiosa del suo sonno, aprì gli occhi quel tanto che bastava per capire cosa lo avesse svegliato.
L’unica cosa che vide fu il bianco.
Gli ci volle qualche secondo per riportare alla memoria gli avvenimenti della notte prima, ma, quando la sua mente elaborò i ricordi, si rese finalmente conto di ciò che stava succedendo.
Assonnato, sbadigliò prima di sollevare il capo dal guanciale.
Il lupo bianco gli stava accoccolato di fianco, occupando gran parte del letto con il suo grande corpo caldo.
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WolfAU
[WangXian]

Causare rumori è proibito.
Lan Zhan non è quel tipo di uomo che infrange regole alla leggera.
Causare rumori è proibito.
Certo, questa forse è da considerarsi un'eccezione.
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[WangXian]

«Mnh…» mugolò Wei WuXian, sollevandosi su gambe deboli e tremanti - le spalle premute contro il materasso, la guancia destra schiacciata tra le lenzuola e le braccia inermi ai lati del suo corpo. Si stava completamente esponendo, mostrandosi al marito come una bestia in calore, bagnata e pronta ad essere posseduta. D’altronde, lo era. «Allora, allora… il mio piacere è averti dentro, Lan Zhan.»
E' passata una settimana dalla loro ultima unione, dall’ultima volta che il rigoroso silenzio della jingshi è stato soggiogato dallo smacco delle loro carni, il profumo d’incenso soffocato dall’odore più crudo del sesso.

Lui sorrise ancora di più, sentendo il proprio cuore battere un po’ più veloce e fargli mancare il respiro. Si avvicinò ancora, senza staccare gli occhi ambrati e vispi da quelli cinerei e felici dell’altro.
“Dillo di nuovo.”

"Uscire da un isolamento era difficile, questo lo sapeva. Scorgere intorno a se una allegria crescente mentre tutto sembrava vuoto. Un giudizio errato, una fiducia che si faceva sempre più vana."
Post capitolo 110 - probabile spoiler

Musica alta, alcol a fiumi e balli sfrenati non facevano proprio per lui. A mala pena tollerava le persone che alzavano la voce in una discussione, figuriamoci un gruppo di adolescenti ubriachi che si davano a quelle che per lui erano a tutti gli effetti orge strusciandosi e palpandosi a vicenda. No, non era nelle sue corde.
Dopo parecchi minuti di ricerca, si arrese all’evidenza che la folla fosse troppo scatenata e il buio troppo fitto per poter vedere alcunché. Oppure se l’era immaginato. D’altro canto, chi mai andrebbe ad una festa con tema bianco-nero vestito di rosso sangue?
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Lan Zhan viene trascinato ad una festa e per caso incontra Wei WuXian mentre cerca di dare un senso alla serata. Chissà cosa potrà mai capitare?
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[WangXian]

Colui che appare dove c’è il caos.

Eppure, anche se la vita di Wei WuXian era stata prevedibilmente una sequenza ininterrotta di disastro e caos e problemi, lui non si era ancora visto. L’aveva chiamato, l’aveva cercato, ma non aveva trovato nulla; cosa se ne faceva di una reincarnazione senza metà del cuore, della mente, senza l’unica cosa che contasse davvero?
Questa storia partecipa a “Una festa in zucca - Challenge di Halloween” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp

Lan Wangji vorrebbe urlare, e non lo ha mai voluto prima.
"Adesso basta, Wei Ying. Dimmi perché sei venuto qui."
Non si spegne, il suo sorriso. Forse traballa.
"Perché…" accarezza il flauto al suo fianco, rivolgendogli lo sguardo, come se ne avesse bisogno, per ragionare, per essere ancora quello che vuol fargli credere, per tenere in piedi la sua difesa.
Dita bianche, lunghe. Sarebbe meno sinuoso un serpente nelle sue mosse, meno fascinosamente inquietante il lento avanzare di un aracnide.
Poi, solleva nei suoi occhi quello sguardo.
"Sono venuto per liberarti."

Arrossì in modo impercettibile. Poteva dare la colpa al freddo per quell’imbarazzo, di certo non l’avrebbe ammesso.
A lui restituiva una tiepida tenerezza.

La sensazione ancora stretta al petto, mentre l'anima gli sfuggiva fra le dita.
Un ricordo vivido, indelebile.
Il meccanismo è in moto, non resta che godersi lo spettacolo.