Recensioni per
Nome in codice: Hati
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 211 recensioni.
Positive : 211
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/04/22, ore 09:03
Cap. 22:

Cosa sono le anime gemelle, in fondo?
Quelle che si riconoscono come similari, a dispetto di tutto e tutti, ed a dispetto financo di un esordio, nel rapporto, di una certa complessità e di poca spontaneità. In fondo, i lupi cacciano in branco, e per quanto il giovane Maximilian sembrasse, di primo acchito, un'anima solitaria, un rapace che amasse librarsi libero nel cielo, in realtà era soprattutto una creatura molto sola, un po' ripiegata in se stessa.
E' vero: il giovane barone adorava volare con il suo aeroplano, sembrava essere nel suo elemento. Ma forse egli cercava di trovare la sua strada, di dimostrare in primis a se stesso di essere meritevole di qualcosa: per questo cercava lo scontro con il nemico, di abbattere quanti più avversari possibili e di guadagnarsi il titolo di Asso. Ma questo non per crudeltà o per accanimento personale verso il nemico di guerra: io credo che questo giovane volesse disperatamente emanciparsi dalla sua opprimente famiglia, che per tutta la vita ha preteso da lui solo l'eccellenza e niente  di meno.
Per una volta, Maximilian sente di potersi affidare a qualcuno e non più solo sulle sue forze: in Karl vede un mentore, una guida, una figura cui fare affidamento. Pur con i suoi modi rudi e burberi, tipici dell'agente segreto che non ha neppure il tempo per indulgere  in momenti di decompressione, è però un uomo di cui potersi fidare ad occhi chiusi, una persona che ti seduce, nel senso letterale, e non inflazionato del richiamo sessuale, del "se ducere" "condurre a sé".
Lo avvince, il lupo, con il suo impareggiabile fascino.
Sa anche essere tenero, a modo suo: le sue premure possono parere a tratti un po' abbozzate, ma ci sono. Egli si volge sempre indietro alla ricerca di Maximilian, il suo sguardo non lo abbandona. Mai.
Gli salva la vita più di una volta, uccide l'inglese per lui, gli dona il suo stesso sangue.
Non può quindi che avvenire l'inevitabile: se due anime affini, seppur non uguali, si ritrovano, si attraggono e devono appartenersi.
Complimenti per questo splendido racconto, che mi ha emozionato, mi ha fatto venire i sudori freddi (le scene di inseguimenti, lotta, travestimenti, battaglie per i cieli sono superlative), e mi ha pure insegnato qualcosa (io di aerei non so assolutamente nulla!): tutto questo nella cornice avvincente della Grande Guerra, che ha portato tanto dolore, ma che ha anche mostrato molti esempi di eroismo e di abnegazione.
Chapeau, carissimo, una volta di più.
Tra le preferite.

 

Recensore Master
24/03/22, ore 18:01
Cap. 1:

Quello che amo di te come Autore è che oltre ad imbastire delle trame impeccabili ed appassionanti, nel frattempo ci insegni qualcosa.
Ora: io di aerei da guerra e di tecniche di pilotaggio non so assolutamente nulla. Ecco che grazie a te ho la possibilità di apprendere termini tecnici, manovre di volo e strategie. 
Non sono neppure una appassioata di racconti bellici, ma debbo confessare che la Grande Guerra mi ha sempre affascinato: forse perché appartiene ad un passato non più tanto prossimo, forse perché è stato il primo conflitto dall'impatto mondiale... forse perché ci sono stati dei combattenti particolarmente ardimentosi, che sono passati alla Storia: uno fra tutti, il Barone Rosso.
A quanto vedo, questa tua storia intreccia il contesto bellico con quello più strettamente collegato, ovvero lo spionaggio: sono sicura che mi ci appassionerò, dato che amo molto le spy-story.
Che dire, poi, del tuo protagonista? Il tenente Von Knobelsdorff ha tutti i numeri per tenermi incollata davanti al video!
Te lo dico sempre: contatta un editore, cribbio!
 

Recensore Veterano
16/10/21, ore 08:57
Cap. 22:

Ed eccoci al finale di questo stupendo racconto.
E' stato un viaggio emozionante, che ci ha dato modo di entrare nel mondo dello spionaggio e capirne i difficili meccanismi. Ma questa era soprattutto una storia d'amicizia, ed è giusto che la trama sia rimasta incentrata fino alla fine su questo tema.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa del lieto fine, che proprio non mi aspettavo. Credevo che uno dei due sarebbe morto, o che Karl e Max non si sarebbero mai più incontrati.
Le storie a lieto fine sono diventate sempre più rare ai giorni nostri. Che si tratti di libri o film, finiscono sempre con una strage di persone o una tragedia. Siamo talmente abituati a questo da prenderlo per scontato.
Ecco perché il finale del tuo racconto era tutto meno che scontato.
Mi piace l'idea di queste due giovani spie, Werwolf e la neonata Hati, che si spalleggiano e si proteggono a vicenda. Nell'anonimato più assoluto in cui sono costrette ad agire e a vivere, possono contare l'uno sull'altra senza mai dimenticare chi sono realmente, cosa stanno facendo e quanto il loro sacrificio sia utile alla loro amata Patria, a prescindere dai riconoscimenti ufficiali.
So che te lo dico puntualmente ma è la verità: ogni volta che finisco di leggere un tuo racconto penso che tu abbia scritto un piccolo capolavoro.
Grazie per averci regalato un'altra delle tue chicche, chissà cosa la tua fervida fantasia partorirà nei prossimi giorni.
Non vedo l'ora di scoprirlo. :)
A presto, carissimo!

Recensore Veterano
11/10/21, ore 17:16
Cap. 21:

Un po' in ritardo, ma ci sono.
Questo capitolo è stato terribilmente coinvolgente. Lo hai costruito in maniera realistica. Prima di tutto, il, principe si reca nella villa e cerca di avere informazioni su dove potrebbe essere il tenente. Lo sparo permette al Werwolf di comprendere dove si trova Maximilian.
Ti confesso che, inizialmente, sono rimasta un po' perplessa della tua scelta di eliminare The Bishop in maniera così sbrigativa: data l'inimicizia di lunga data tra le due spie, mi sarei aspettata un azione un po' più lunga e combattuta. Ma poi mi sono detta che forse, invece, la tua è stata la scelta più giusta. Prolungare ulteriormente la lotta tra le due spie avrebbe rovinato il pathos che si era venuto a creare. Maximilian sta morendo, è su di lui che deve incentrarsi la scena, per lui che il lettore, a questo punto, rimane incollato alle "pagine" del racconto, di lui che vuole sapere.
Poi, più avanti, hai dedicato una riflessione del principe proprio riguardo a questo, a come egli si era immaginato un eventuale scontro diretto con la spia inglese, e hai chiuso egregiamente la questione.
Ora, senza fare il riassunto del capitolo, mi chiedo chi dei due amici è davvero in pericolo: Maximilian o Karl?
Temo la risposta...
Stupendo capitolo, Vecchio mio. Ora non vedo l'ora di leggere il finale.

Recensore Veterano
07/10/21, ore 08:28

Siamo davvero alla resa dei conti. Hai saputo descrivere egregiamente l'evolversi degli eventi e lo stato d'animo di ognuno dei personaggi coinvolti.
Quando Maximilian ha scoperto The Bishop nelle scuderie, quasi mi ero illusa che forse avrebbe saputo cavarsela da solo, senza l'aiuto del Werwolf. Ora che la situazione è degenerata, invece, non vedo l'ora che il principe, che per fortuna ha previsto le mosse del suo avversario, arrivi a salvare il tenente, infilzato come uno spiedo pronto per essere cucinato.
Un capitolo molto intenso, ben costruito, che lascia col fiato sospeso.
Spero solo che The Bishop faccia la fine che merita: lenta e dolorosa.
Alla prossima, Vecchio mio!

Recensore Veterano
06/10/21, ore 08:22

Mentre Maximilian cerca, non senza qualche difficoltà, di tornare alla sua vita normale, il Werwolf continua la sua caccia al The Bishop.
Alla fine, mentre legge distrattamente il giornale, viene colto da una terribile intuizione: The Bishop potrebbe arrivare a lui attraverso il tenente-barone von Knobelsdorff. Il Pour le Mérite, a quanto sembra, potrebbe rivelarsi un conseguimento tutt'altro che felice per il giovane tenente, che la guerra ha fatto crescere troppo in fretta, cambiandolo drasticamente.
La reazione del principe-spia, quella di alzarsi di scatto non preoccupandosi di dare nell'occhio per agire con tempestività, racconta tutto sui sentimenti che prova per il tenente. Sa che The Bishop sarebbe capace di farlo a pezzetti pur di arrivare a lui, e lui non lo permetterà.
Domandina: in che senso il Werwolf "non" ha tempo (mesi)? E' malato? E' a conoscenza del fatto che la guerra finirà presto? Essendo una spia potrebbe essere. Del resto, come hai giustamente osservato tu nel capitolo, le guerre vengono combattute, prima che sul campo, dietro le quinte. Insomma, sono proprio curiosa di sapere in che senso il Werwolf potrebbe avere poco tempo.
A presto, Vecchio mio.

Recensore Veterano
05/10/21, ore 08:47
Cap. 18:

Quasi mi dispiace per Max: le pene d'amore sono dolorose quanto quelle fisiche, qualche volta perfino di più.
C'è un bel combattimento dentro di lui: non sa se essere sollevato dal non aver perso totalmente il controllo in quella radura o esserne dispiaciuto.
Come se non bastasse, ci si mettono pure i sogni a deprimerlo ulteriormente. Quello che ha fatto è stato sicuramente evocato dalla sua ossessione per il Werwolf, e tuttavia, conoscendo il Bishop, ha tutto il sapore di un funesto vaticinio.
Infine, credo che l'ottavo abbattimento che ha conferito a Maximilian il Pour le Mérite abbia a che vedere con la missione di spionaggio alla quale ha preso parte.
E ora, che cosa accadrà? Non vedo l'ora di scoprirlo.
A presto Vecchio mio!

Recensore Veterano
02/10/21, ore 15:09

Quando dico che sono in pochi a scrivere come te...
La parte iniziale del racconto, il modo in cui Max ha cercato di dare un significato alle due sigarette nere e tutto il resto, mi ha fatto sorridere, perché mi ha fatto ricordare che tutti, prima o poi, ci siamo comportati come lui. L'amore, si sa, rende tutti un po' scemi. :D
In questo caso, però, dato quello che accade dopo, direi che le deduzioni del tenente siano state più che giuste: il portasigarette e il relativo contenuto contenevano davvero un messaggio subliminale.
Bellissima la descrizione della cavalcata e molto suggestiva quella del luogo dove i due aristocratici si fermano a riposare.
Nonostante il contesto rilassato, i due continuano a battibeccare: uno fa troppe domande, l'altro non fornisce le giuste risposte. Mi piace questo loro approcciarsi, rende il tutto più piccante.
Peccato che il tenente tendi a farsi troppi ragionamenti e, alla fine, si ritiri sul più bello, ma in fondo anche questo rimandare rende tutto più interessante.
E ora non resta che chiedersi: avranno altre occasioni per stare insieme? La guerra glielo permetterà?
Come sempre ottimo capitolo, Vecchio mio. Sai che ti odio e sai anche il perché. :)
A presto!

Recensore Veterano
01/10/21, ore 08:55

Uuhhhh, i bigliettai negli autobus... Quanti dolci ricordi... Qualcuno sa dirmi come tornare bambini? No? Pazienza...
In questo capitolo ritroviamo finalmente sia il Werwolf che the Bishop. Il primo, al solito, scompare pochi minuti dopo essere comparso, ma Max ormai ci ha fatto l'abitudine e non si sorprende più di tanto. Del resto sa perfettamente che la spia tedesca, che ha appena scoperto essere di sangue aristocratico, tornerà ad affacciarsi nella sua vita, e sa anche il perché.
Geniale la trovata delle due spie-religiose e degli opuscoli nei quali celare informazioni. Ora the Bishop, che proprio non ne vuole sapere di ubbidire agli ordini del suo superiore e mollare la caccia, sa dove cercare il suo nemico. La sua ormai non è più solo una questione di dovere nei confronti della sua Patria, ma una faccenda squisitamente personale. Comincio a sospettare che tutto questo rancore nei confronti del Werwolf nasconda sentimenti ben diversi da quelli di rivalità, magari di natura più... romantica. Ho sempre pensato che non si possa davvero odiare qualcuno senza prima averlo amato profondamente, o quanto meno conosciuto intimamente. Ma tu non dirmi niente, anche se mi sbaglio.
Si va verso l'epilogo della storia, so già che mi mancherà...
A presto Vecchio mio.

Recensore Veterano
30/09/21, ore 09:14

Lo so, ho qualcosina che non funziona bene in questa mia testa bacata, ma ho sempre pensato che ci sia qualcosa di fortemente erotico nei combattimenti. Sono contenta di vedere che non sono l'unica a pensarlo. Non è la prima volta che associ la virilità squisitamente mascolina insita in un duello (o scazzottata o scontro) a una sorta di corteggiamento, e lo trovo di una bellezza infinita.
Il giorno in cui Max ha iniziato ad avere maggiore comprensione di se stesso ne ha avuto anche paura, ed è comprensibile.
Passando ad altro, settima vittoria conseguita e relativa esultanza. Devo essere onesta, un po' sono d'accordo con l'odioso Kunz: la guerra non è una banale gara di maestria, non ci si può permettere di distrarsi, e forse è quello che è successo a Max, che in questo caso, almeno a mio parere, ha dimostrato un pelino di arroganza, anche quando ha contestato gli ordini del suo comandante, che gli ha salvato la vita, di rimanere a terra fino a nuovo ordine.
Come sempre ci lasci sul più bello, e ora sono curiosa di sapere chi è il nobile che è andato a far visita al tenente, anche se credo di saperlo già. :)
Ultima riflessione. Hai dimestichezza con gli aerei, con i pianoforti e, indiscutibilmente, con i cavalli. Devo cominciare a chiamarti con appellativi più consoni? Che ne so, Vostra Altezza Altissima? Ti confesso che mi metti un pelino soggezione.
A presto, Vecch... Vostra Altezza Altissima :)

Recensore Veterano
28/09/21, ore 16:26

Per la miseria quanto è indisponente questo Hoffmeyer. Però c'ha visto giusto: il tenentino s'è proprio preso una bella cotta.
Pene d'amore a parte, ma quant'è stronzo il "Vecchio"? Spero che il povero Max possa riprendere presto a fare ciò che più gli piace, che non è certo suonare il pianoforte, anche se sa farlo egregiamente e all'occorrenza è utile per risollevare gli animi dei commilitoni, ma volare e servire la Patria, a dispetto di quanto crede il nuovo comandante.
Bel capitolo, Vecchio mio, ma ti confesso che la mancanza del Werwolf comincia a farsi sentire. :)
A presto!

Recensore Veterano
26/09/21, ore 16:30

Eccomi :)
Direi che né il tenente Maximilian né l'agente segreto britannico Malcolm (alias il Bishop) se la stanno passando bene, al momento.
Il primo non viene creduto del tutto dai suoi stessi compatrioti e viene messo agli arresti, il secondo verrà forse addirittura spedito in Africa.
Che sfiga per il tenente che l'unico uomo a conoscenza della sua missione sia morto. Mi piace la sua incrollabile fermezza. Credo che non avrebbe rivelato nulla nemmeno se avesse saputo di più, tanto è solida la sua devozione verso la Patria e anche verso il Werwolf, per cui comincia a nutrire sentimenti che vanno al di là di quelli di semplice stima.
Chissà se il Werwolf interverrà anche stavolta per cavarlo dall'impaccio nel quale è finito. E chissà se the Bishop verrà spedito davvero in Africa o, come ha minacciato, disubbidirà agli ordini per continuare a dare la caccia al suo storico nemico.
Bravo come sempre, Vecchio mio. La storia finisce oggi tra le mie preferite.
A presto!

Recensore Veterano
24/09/21, ore 22:24

Eccomi :)
Ovviamente mi dispiace che i due si siano nuovamente separati, e al tempo stesso sono contenta che il tenente ce l'abbia fatta. Chiaro che ci vorrà un po' prima che la sua identità venga del tutto confermata, ma al momento l'importante è che stia bene e che venga medicato, dal momento che le ferite delle sevizie subite nei giorni precedenti sono ancora fresche e rischiano di infettarsi.
Per quanto riguarda il Werwolf, io spero che sia scomparso perché, scaltro qual è, si è dileguato in fretta e furia per portare a termine la sua missione da solo, avendo previsto l'arrivo dei tedeschi e la relativa salvezza del suo compagno. Oppure davvero è caduto dall'aereo durante l'atterraggio di fortuna. In quel caso sarebbero caxxi acidi per lui.
La parte iniziale del racconto in cui descrivi con dovizia di particolari (troppi perché la tua conoscenza sia frutto solo di ricerche) il volo, con l'aereo non del tutto funzionante a causa della perdita di gasolio e l'atterraggio di fortuna, è stupenda, molto realistica. Ma la parte finale, quella, caxxo, è pura poesia. Si muore per rinascere: una dolorosa verità che però dona anche conforto e speranza.
Complimenti carissimo, la tua storia si fa sempre più avvincente, e tu sei bravissima a narrarla.
A presto!

Recensore Veterano
20/09/21, ore 11:03

Arieccome.
L'abilità del the Bishop di pensare come il suo avversario e prevenirne le mosse è indiscutibile. Sembra quasi che abbia letto nella mente della spia tedesca, la quale sperava che the Bishop facesse lo stesso ragionamento del sergente, e cioè: col buio non si vola con un aereo dove non è possibile vedere nemmeno la strumentazione di bordo. Comunque, nonostante tutto e per fortuna, anche stavolta the Bishop metterà le mani sul Werwolf domani. O almeno spero. Come sempre, ci lasci sul più bello.
A presto Vecchio mio!

Recensore Veterano
17/09/21, ore 07:54

Pensavi di esserti definitivamente liberato di me, eh? Beh, ti è andata male, Vecchio mio. Sono tornaaataaaa :P
Anche quando interrompo una lettura per molto tempo, se la storia mi avvince i suoi personaggi e la trama mi rimangono in testa. Avevo lasciato il pilota tenentino nelle grinfie dell'odioso the Bishop, e così lo ritrovo. Ottima la pensata di Von Knobelsdorff di fingersi in fin di vita. Certo, avrebbe potuto non funzionare se il Werwolf avesse deciso, come aveva in effetti stabilito, di lasciarlo indietro per continuare la missione, ma per fortuna così non è stato. I due non sono ancora del tutto fuori pericolo ma è bello sapere che, per lo meno, sono di nuovo insieme.
Come sempre, ho apprezzato moltissimo la tua abilità descrittiva, non solo per quanto riguarda i paesaggi e le situazioni di lotta (a proposito, i tuoi inseguimenti lasciano sempre col fiato sospeso), ma anche quando si tratta di analizzare e descrivere tutta la vasta e complessa gamma di emozioni umane: dubbi, paure, sentimenti di rivalsa, odio, compiacimento, terrore, stanchezza ecc ecc.
Ecco perché, Vecchio mio, potrei nuovamente sparire per lunghi periodi in futuro, ma col cavolo che ti mollo. :D
A presto!

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