Recensioni per
Giù al Nord
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 261 recensioni.
Positive : 261
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Altro godibilissimo passaggio, cara Dorabella, che ci ripropone un personaggio noto e già incontrato: quel Visconte di Valmont, che altri non è che il nipote di Madame di Rosemonde. Sei stata molto in gamba nel descrivere il suo modo di porsi, con quell’atteggiamento da uomo annoiato, svogliato e che si sente superiore a chi gli sta di fronte, fosse anche il colonnello delle guardie reali di Sua Maestà, per lui non fa molta differenza. Il suo comportamento è affettato, segno che vuole divertirsi un pochino, ma conscio del fatto che non voglia mettersi a disposizione di Oscar, la quale è venuta per indagare su vicende che lui asserisce non gli interessino minimamente, e quindi non vuole alimentare alcunché, decidendo di sua sponte, che sarebbe stato del tutto inutile parlare con la vecchia zia, ancora frastornata da quanto accadutole, tanto che non ne avrebbe ricavato nulla di rilevante. Si prende gioco il visconte della credulità apparente di Oscar su quegli eventi, che definisce soprannaturali, asserendo che lei non possa veramente prestarvi attenzione.
Il colloquio, pertanto, termina con un nulla di fatto con i Nostri, congedati in fretta, che non sanno che pesci pigliare. Per Oscar una disfatta non è minimamente contemplata: lei ha ricevuto un incarico del tutto particolare, e sta a lei riuscire a trovare il giusto bandolo per sbrogliare quella che sembra essere una matassa alquanto ingarbugliata.
André è sempre al suo fianco e comprende bene le alte aspettative sul suo operato, come da sempre in fondo. Lei è l’integerrimo e rigoroso soldato che deve portare a compimento qualsivoglia missione di qualsivoglia natura, ed è certo che lei farà di tutto per rispettare questa consegna. Già ma come? Per rompere la tensione che è venuta inevitabilmente a crearsi, André le propone di perlustrare ogni stanza della casa proprio durante la notte per vedere se “qualcuno o qualcosa!” si manifesta. La decisione sembra essere di gradimento per Oscar, dandosi così appuntamento per la mezzanotte. Il pomeriggio scorre però lentamente: André, con i suoi modi gentili, cerca di recuperare qualche notizia fresca da qualcuno del personale di servizio, mentre Oscar è nella sua camera a pensare e ripensare alla strana faccenda, focalizzando l’attenzione sul pupazzetto trovato sul comodino, mentre era certa di averlo riposto dove lo aveva trovato. Intanto la sua mente vaga e giunge oltreoceano, dove qualcuno combatte un nemico vero e si copre di gloria, quel qualcuno che le crea nostalgia e un senso di mancanza. Strano il parallelismo che le sfiora la mente per qualche attimo pensando ad un eventuale allontanamento da lei da parte di André: chissà se il sentimento prevalente sarebbe stato il rimpianto o la nostalgia? Pensieri fuori luogo in tutti i sensi, e soprattutto quando lei deve avere la mente lucida per vedere chiaro in tutta quella situazione fumosa.
Poi ecco il pezzo forte che non ci si aspetta: il tuo finale ad effetto.
Un grido lacera la notte e induce i Nostri, i quali si stavano, ognuno per conto proprio, apprestandosi per effettuare la perlustrazione, come avevano deciso di comune accordo, a cercare l’origine di quella voce terrorizzata, neanche avesse visto un fantasma, ispezionando ogni stanza fino a quando, giungendo in quella giusta, si trovano al cospetto di uno spaventatissimo, e scapigliato nonché scomposto, Victor de Girodelle. Cosa è venuto a fare lui da quelle parti? Gli è stato forse ordinato di dare manforte al suo superiore, in modo da chiudere la questione il prima possibile? O è magari un’azione frutto di una sua privata iniziativa?
Decisamente troppe domande mi sto ponendo...
Mh... la curiosità è galoppante e quindi non vedo l’ora di sapere cosa altro hai in serbo per loro e quindi anche per noi lettori. Ti aspetto come al solito .... prima di presto!
Un abbraccio e un saluto e sempre grazie per questo spumeggiante racconto.

Recensore Master

Ovvio che il razionale colonnello Oscar Francois De Jarjeays non possa accettare il sovrannaturale. Ma adesso la sorpresa di Girodelle, di solito sempre così composto, in stato così stravolto..

Recensore Veterano

Dora carissima,
Il capitolo si apre nientepopodimeno che con una descrizione, quanto mai esaustiva ed azzeccata del nostro visconte preferito: mondano, svagato, svogliato! Una descrizione perfetta del modaiolo Valmont, che accoglie la nostra madamigella e André in maniera ineccepibile, con il suo solito fare un po’ viscido e melenso. È proprio lui! E immaginavo anche che non si sarebbe risparmiato l’accenno (che sa tanto di frecciatina) alla serata al casinò. Adoro il fatto che le tue storie siano tutte collegate tra loro! 
Bellissime le riflessioni del nostro André sull’indole della sua Oscar: solo lui conosce a fondo i suoi pregi e le sue debolezze, e non può fare a meno di essere protettivo nei suoi confronti. 
E poi, nella quiete della notte, all’improvviso i nostri delle urla agghiaccianti risuonate per tutta la casa: chi potrà mai essere? Che sorpresa e che risate quando ho scoperto che si trattava del capitano Victor Clément de Girodelle, con i capelli arruffati per lo spavento (per la prima volta lo vediamo spettinato!), arrivato in sella sul suo cavallo bianco per aiutare il suo biondo comandante nella nuova missione. A dir poco esultante!
Magnifica e magnetica, come sempre!
Buona domenica, carissima, e a presto,
Con ammirazione e affetto, 
Sempre tua G.
(Recensione modificata il 18/09/2022 - 03:05 pm)

Recensore Veterano
18/09/22, ore 10:31

Stai mettendo in campo tutti gli elementi del "giallo" con sapienza e maestria; gli elementi compaiono e si intrecciano, confondono e svaniscono. Forse c'è un fantasma che chiede giustizia ma, come fa notare André, le ingiustizie possono assumere diverse forme, come pure i fantasmi...
Questa prima notte a Lille incuriosisce parecchio e fa sperare che arrivi presto il prossimo capitolo! Vero?

Recensore Junior
13/09/22, ore 19:09

Siamo giunti finalmente nella stanza dell’orfanello dove troviamo l’immancabile gabbia, ma anche qualcosa che non ci aspettavamo e cioè un orsacchiotto in abiti femminili. Se Oscar è una donna vestita da uomo, il giocattolo di un bambino può anche indossare vestiti femminili, non fa una piega. Oppure l’orfanello era in realtà un’orfanella?
Qualunque sia la verità questa situazione border line, ai limiti del paranormale sconvolge Oscar che fa il secondo sogno destabilizzante della storia. Non c’è più Fersen, ma André trasfigurato e con gli occhi azzurri. E noi ci chiediamo perché l’orfanello abbia assunto le sembianze di André e ci facciamo dei film su una presunta parentela fra i due, ma forse è solo Oscar che si deve prendere un lungo periodo di riposo. Di certo non sta mostrando l’aplomb di Atenodoro…..
Fra poco sentirà madame de Rosemonde e prevedo l’ennesima versione romanzata della storia sostanzialmente identica alla precedente, ma con qualche particolare in più.
Quando anche André inizierà a perdere la sua razionalità e la sua calma proverbiale sapremo che il fantasma ha raggiunto il suo scopo.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Master
09/09/22, ore 21:11

L'orfanello, dunque, esiste o almeno qualcuno ne sta sfruttando la storia per chi sa quale tornaconto.
La gabbia è una stranezza, così come lo sono il giocattolo e la stanza. Perché mai dare a un bambino la stanza più grande della casa e a un maschietto un'orsetta anziché un orsetto? E perché confortare un recluso con un giocattolo? Prima, il prozio lo chiude in una gabbia e, poi, gli dà un pupazzo?
Le cose sono due: o il fantasma esiste e il conto non è stato aperto nel 1630, ma nel 1666 :-D oppure qualcuno sta sfruttando la credulità popolare.
Magari, Valmont è stanco del suo soggiorno in provincia, in giro non c'è niente da fare, nessuna Marchesa de Merteuil o Madame de Tourvel all'orizzonte, le lillesi sono tutte racchie e, così, per ammazzare il tempo, ha deciso di giocare un brutto tiro a quella precisina di Madame de Noailles che lo secca a parlare tutto il giorno di etichetta.
A proposito, fra poco, lo incontreremo?
Se il fantasma non esiste, Oscar è stata suggestionata dalle storie e ha fatto uno strano sogno, ma chi ha portato l'orsetta sul comodino? E' stata Oscar che è diventata sonnambula? Non credo che l'abbia fatto Valmont, perché non è in casa e perché non poteva essere a conoscenza del contenuto del sogno.
Interessante, poi, che l'orfanello abbia assunto le sembianze di André. Se il fantasma esistesse, questa circostanza e altre ne escluderebbero le cattive intenzioni e la pericolosità o almeno così sembrerebbe.
A proposito, sapevo che i Romani credevano ai fantasmi (il sogno di Bruto ne è un esempio), ma non che questi fossero già catene-muniti. Oppure il mito del fantasma sferragliante nasce proprio dal racconto di Plinio il Giovane? Io pensavo che fosse un'invenzione cristiana ove la catena rappresentava i peccati del morto.
Il filosofo Atenodoro che fa fare anticamera al fantasma è incredibile, così come sono stati ben tratteggiati il pragmatismo della cuoca e la pedanteria dell'Abbé Armand!

Recensore Veterano
09/09/22, ore 18:40

Dora carissima,
A costo di essere ripetitiva: questa storia si sta rivelando essere più avvincente dei più famosi gialli di Agatha Christie (e non lo dico perché sei tu!).
Il mio intuito ci aveva visto giusto: dietro l’ultima porta si trova la stanza, ribattezzata con estro da Andre’ “camera del delitto”, in cui il povero Orfanello veniva rinchiuso in una gabbia. Povero piccolo! Nonostante le spiegazioni di André Oscar non può non restare turbata dalla macabra scoperta, specie dopo aver ritrovato l’orsacchiotto di pezza di Dezakiana memoria. E poi sappiamo sempre che Oscar non tollera alcun tipo di maltrattamento nei confronti dei bambini (vedi l’episodio del duello con il Duca di Germaine).
Ho molto apprezzato anche l’inserimento del racconto di Plinio il giovane. Come sempre, la classe non è acqua.
Ho trovato il sogno davvero conturbante, in perfetto stile “Shining” di Kubrick (solo che, al posto delle gemelle, in questo caso c’era l’orfanello!).
Dopo il terrificante incubo, e grazie alla calda e rassicurante presenza di André, le cose sembrano riacquistare la giusta luce e prospettiva; tuttavia Oscar non riesce a cancellare del tutto il senso di inquietudine che la perseguita dal risveglio (complice il ritrovamento dell’orsacchiotto nel posto sbagliato!).
Che altro aggiungere?! Magistrale, come sempre! Non vedo l’ora di leggerti ancora.
Un affettuoso saluto e a presto,
G.
(Recensione modificata il 10/09/2022 - 07:46 pm)

Recensore Master
09/09/22, ore 13:08

Avevo scritto la mia recensione ma, al momento dell'invio, non riuscivo a inviarla. Poi sembrava andata. Solo ora mi accorgo che invece non è così.
Ti avevo scritto che trovo che la storia abbia davvero tutti i giusti ingredienti, ben dosati, come un film sul paranormale.
Ci sono l'orsacchiotto, la gabbia, i sogni.
C"è il fantasma di un orfano "incarnato" nel sogno in un altro orfano con l'unica differenza nel colore degli occhi.
Ad aumentare il coinvolgimento emotivo,addirittura la traduzione che da un passato remoto racconta di altre situazioni simili.
Possibile tutto ciò o forse il tutto è un grande sogno, magari frutto di un sonno alcolico dopo una bella sbronza per dimenticare Fersen?!
Sei davvero brava a creare la situazione e a caratterizzare Oscar e André. Davvero divertente

Recensore Master
09/09/22, ore 11:42

Ciao Dorabella. Ho immaginato quella stanza attraverso le tue parole concentrandomi soprattutto sulla gabbia e l'orsacchiotto di pezza. Ho apprezzato il racconto riguardante Plinio il giovane nell'arricchire la vicenda. Posso comprendere l'inquietudine di Oscar riguardo quel sogno, in bilico tra il soprannaturale e il voler essere razionale. Bello quello che ha detto André riguardo il fare colazione insieme. Ho sorriso nel leggere di André che ha detto a Oscar del dormire con l'orsacchiotto. Cosa sará davvero successo? Mi piace l'atteggiamento di André nel donare leggerezza. Saró curiosa di sapere di piú di questa strana vicenda dove amo leggere l'interazione tra Oscar e André in questo contesto. Una storia diversa e interessante. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 09/09/2022 - 11:43 am)

Recensore Veterano
08/09/22, ore 16:11

Dorabella, Dorabella,
ma che capitolo!
Vado in sollucchero per questo utilizzo di Plinio, così calzante, così spezzato tra la voce di Oscar e quello di André (che traduce all'impronta!).
E poi c'è la "lieta furia", c'è Don Lisander!

E c'è André, per quanto trasfigurato, che occupa l'inconscio di Oscar, il vero inconscio, quello che è dentro di noi ma che da svegli non sappiamo proprio interpretare, quello che lavora dentro di noi e preme per emergere e sconvolgere. Più di un orsetto dagli occhi con le palpebre molli e con la gonna rosa su un comodino (sì, ma che paura, però!).

La scena conclusiva con quell'André sornione e ignaro e quella Oscar che oscuramente avverte la necessità di non confidarsi è di una sottigliezza rara.

Bravissima,
Sett.

Recensore Junior
08/09/22, ore 16:01

Ciao Dorabella, finalmente sono riuscita a leggere il capitolo e mi è piaciuto veramente tanto. Prima di tutto adoro come descrivi i loro momenti insieme, Oscar riesce a ridere di gusto con lui e poi in questa apparente leggerezza tra i due ci fai vedere la realtà:"E così, ricevuto il libro dalle mani di André, sempre attento a non sfiorarle nemmeno le dita, - quanto diversa questa loro intimità adulta, rispetto a quella della loro infanzia, così spontanea e irriflessa, così fisica e ingenua e senza preoccupazioni!". Quanto sforzo deve fare il povero André per tenere tutto sotto controllo! La gabbia mi ha molto inquietato come anche il sogno. Certo si poteva pensare alla suggestione ma poi quell'orsacchiotto sul comodino ha cambiato le carte in tavola. Per fortuna l'orfanello sembra aver simpatica per Oscar...almeno quello!! Insomma ci fai sorridere e l'attimo dopo ammutolire 😂 A presto Alessandra

Recensore Master
08/09/22, ore 02:16

Carissima Dora, dopo una luuunga giornata ho deciso di farmi un regalo graditissimo: leggere il tuo capitolo.
Credo, di questa storia, s'intende, questo sia il capitolo che ho preferito e mi hai riconfermato le percezioni dell'altra volta circa le storie gotiche e il tuo magistrale talento nel saper scivolare da un genere all'altro.
Sono tantissime le cose che mi hanno affascinata di questo capitolo, su tutte c'è il racconto di Plinio il Giovane e quanto sapientemente hai saputo collegarlo alla tua storia e all'infanzia dei nostri; poi, devo ammetterlo, quando ci si è spostati nella parte onirica ho avvertito sin da subito la lieve inquietudine che man mano s'ingrandiva, sapevo, sentivo che quello era l'Orfanello e nonostante tutto volevo andare avanti e non perdere neanche un dettaglio; altra cosa che ho amato è proprio il fatto che tu sappia gestire qualsiasi genere: dal principio, quando abbiamo letto dell'orsetto, ho avuto la certezza che Oscar se lo sarebbe trovato accanto ma fare in modo che a farglielo notare sia stato André...è decisamente un'idea dal taglio squisitamente cinematografico!
Inoltre, il fatto che il ragazzino abbia le sembianze di Andrè è un dettaglio che genera curiosità e un velo d'ambiguità. Sono arrivata a chiedermi se Oscar effettivamente non stesse traslando i pensieri, che magari ha inconsciamente intuito, di André sulla figura del misterioso Orfanello. Ti dirò, per scendere a patti col fatto che devo dormire...ho preso per buone le parole di André, per ora ahahah. Domani, come tutte le cose belle, tornerò a rimuginarci su e sono certa cambierò nuovamente idea.
Meravigliosa, come sempre, questa complicità di gesti tra i due e ho amato il dettaglio che Oscar e André adulti non si sfiorino mentre da bambini addirittura si prendano per mano (io, o meglio la sottile ansia che hai generato in quel frangente, ti ringrazio per aver alterato solo il colore degli occhi e non aver tramutato André completamente nel fantasma...ribadisco, pezzo suggestivo e splendidamente descritto!).
Infine quell'orsetto, sai che non lo dimenticherò...vero? La descrizione degli occhi mobili è inquietante il giusto per una come me che ha una lieve pediofobia :D.
Complimenti come sempre, più si prosegue e più mi innamoro di questa storia, a presto
A.

Recensore Master
08/09/22, ore 00:49

Un bellissimo capitolo che dà i brividi. Nella leggerezza apparente dei ricordi e delle risate aleggia l'aria del mistero e del soprannaturale. Il colpo di grazia, se così si può dire, ce lo dai con apparente nonchalance: l'orsacchiotto del sogno che Oscar aveva trovato nella gabbia (molto inquietante) e riposto da lei di nuovo nella stessa, lo ritroviamo al mattino proprio sul comodino. Chi lo ha portato lì, il giocattolo ha vita propria (tipo bambola assassina)? Oppure "qualcuno " lo ha portato? Ma chi? Dato che nella stanza c'era solo Oscar ed è sicura di non averlo fatto. Lei cerca di convincersi che è solo suggestione ma forse l'Orfanello esiste davvero! Complimenti, hai creato una bellissima atmosfera noir. Un saluto e a presto.

Recensore Veterano
07/09/22, ore 23:15

Dunque ... meno male che ci pensa André a regalare qualche risata, perchè Oscar pare davvero stanca e provata.
Esaminiamo i fatti (ultimamente apprezzo gli elenchi):
1) la stanza include una gabbia. Incredibile che possa essere ancora lì, se è stata effettivamente usata per rinchiudere un fanciullo;
2) l'orsetto in realtà è una orsetta, giocattolo insolito per un maschietto;
3) l'orsetta è stata riposta nella gabbia (mi immagino André che sgrana appena gli occhi, vedendo la sua Oscar che ripone con delicatezza l'orsetta nella gabbia), ma inspiegabilmente ora si trova sul comodino;
4) Oscar è forse diventata sonnambula oppure qualcuno di notte vaga per le stanze? Paura!
5) Nota positiva: sembrano interrotte le letture su usi, costumi e scalpi. Fersen free?

Bravissima, ora mi tocca  aspettare il prossimo aggiornamento!

 

Recensore Veterano
07/09/22, ore 23:05

"Chi era quel bambino, che aveva i lineamenti di André, i capelli di André, le movenze di André, ma che non era André?"
Impossibile non mettere in relazione questo sogno, inquietante e perturbante, con il rapido passaggio dello scorso capitolo "e se solo gli occhi di Oscar avessero potuto indugiare sul volto di André, avrebbero visto il verde delle iridi del giovane oscurarsi brevemente, evocando un piccolo orfano, fragile ed esposto alla cattiveria del mondo".
Perché alla fine questa vicenda dell'orfanello, attendibile o meno, ha finito per coinvolgere anche coloro che sulla vicenda stanno indagando, andando a toccare corde delicate del loro vissuto, più o meno recente. “Puoi tenerla, se vuoi: so che il tuo signor padre non vuole che tu abbia bambole o giocattoli vestiti da femmina, ma sono sicuro che ti farà piacere averla con te”.
La tensione e l'attesa, tipiche del genere si sposano felicemente all'interesse inesausto per l'interazione tra due personaggi tra i quali niente è semplice, niente è lineare, niente è scontato. Una coppia di investigatori che davvero non ha niente da invidiare alle più celebri coppie della letteratura e del cinema. Due compagni, due alleati, due complici che, mentre cercano di far luce sul mistero di turno, indagano, più o meno consapevolmente, sulla natura dei loro rapporti.
Complimenti, Dorabella e a presto!
Octave
(Recensione modificata il 07/09/2022 - 11:10 pm)