- John, tu chi sei per me? – Si asciuga le lacrime con il palmo della mano. Mi sembra di guardare un bambino indifeso e impaurito. E quel bambino indifeso ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e che lo sostenga, ed anche se non mi riconosce voglio essere io quel qualcuno che lo prende per mano e lo guida. Accenno un sorriso ed abbasso lo sguardo sulla punta delle mie scarpe.
- Vuoi davvero saperlo? – Lui annuisce. Il velo di paura nei suoi occhi sta pian piano svanendo, sembra ricominciare a fidarsi di me. – Ci arriverai da solo, con calma. -
Cosa mi passa per la testa, dite?
Perché non ho semplicemente detto “Sherlock, io sono tuo marito”?
Non lo so. Ho come l’impressione che questo sia il modo giusto per affrontare la cosa. In fondo non sa chi sono, credo che avrebbe reagito male se avesse saputo già da subito la verità. E questo non è mentire! Semplicemente lascerò che sia lui a capirlo… o spero a ricordarlo.

Sherlock, John e una richiesta di perdono. Un confronto evitato per mesi e i ricordi che opprimono. John e la voglia di fuggire, il non farlo e restare. Chiedere perdono e non accettare alcuna giustificazione.

Alcuni eventi della vita di Bilbo sono da sempre destinati ad accadere, ma non bisogna sottovalutare la volontà di Belladonna Took, e la sua scelta può ancora cambiare la vita di molti.
Questa è la storia di come Bilbo Baggins entrò a far parte del popolo delle Aquile di Manwë, e di tutto ciò che ne conseguì.
{Canon-divergence AU | slow-burn Bagginshield | Un sacco di OC aquile | 22 capitoli}

(L'avvertimento crossover è dato dal fatto che per scriverla mi sono ispirata alla stagione "Freak Show" di AHS, tuttavia per leggerla non è assolutamente necessario aver visto la serie visto che non ricorrono personaggi ma solo idee di base).
John Watson è il medico di una piccola e calma cittadina americana sperduta in mezzo a ettari di campi di grano. Reduce della guerra di Corea, ha trovato nel suo paese natale una felicità standard; fatta di una moglie adorabile, un impiego sicuro e una piccola e confortevole casetta.
Tutto però è destinato a cambiare quando nella sua vita entrano un uomo dal sorriso crudele e uno dagli occhi di ghiaccio.
Niente spoiler degni di nota
E niente la quarta stagione è stata un giro sulle montagne russe (nel senso che mi ha afferrata per il baricentro e mi ha sballottata su e giù fino a lasciarmi incerta se essere felice o triste) ad ogni modo io reagisco così: con questa storia.

Si erano seduti da nemmeno venti minuti, e Yuri aveva già fatto in tempo a bruciarsi la lingua, rovesciare lo zucchero sul tavolo, postare su instagram una foto dell’allegro centrotavola a tema natalizio e biascicare un seistatobravoieri, tra una chiacchiera e l’altra.
«Come?» aveva chiesto Otabek, come se fino a quel momento fosse caduto in una sorta di torpore contemplativo.
«Ho detto. Sei stato bravo. Ieri».

La battaglia era finita, e Thorin Scudodiquercia si svegliò, nudo e tremante, nelle Sale dei suoi Antenati.
La novità di essere morto sparisce in fretta, e osservare i propri compagni presto lo riempie di dolore e senso di colpa. Stranamente, un debole barlume di speranza si alza nella forma del suo parente più giovane, un Nano della linea di Durin con dei capelli rosso intenso.
(Segue la storia della Guerra dell'Anello)
(Bagginshield, Gimli/Legolas) Nella quale ci vuole tempo per guarire, i membri morti della Compagnia iniziano a guardare Gimli come se fosse una soap opera, Legolas è confuso, il Khuzdul viene abusato, e Thorin è quattro piedi e dieci pollici di sensi di colpa e rabbia.
[Traduzione]

One Shot | [Victuuri - Victor x Yuuri]
La storia partecipa alla [Multifandom] AU challenge su Writer's Wing, prompt 6.
[Estratto dalla storia]
Tornando al dunque. Quel tipo era bello in modo naturale, senza l’ausilio di luci o atmosfere da film, dove il mondo rallentava intorno ad un unico individuo, tutti gli occhi puntati su di lui e sull’immensa perfezione dei suoi abiti, della sua camminata, dei suoi capelli, del suo sorriso -e via dicendo. No, era palese. E Yuuri non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a non accorgersene fino a quel momento.
Poteva però distintamente elencare un certo numero di volte in cui determinati eventi o, più frequentemente, pensieri vaghi e imbarazzanti, inammissibili persino nella dimensione privata della sua psiche, avevano contribuito a fissare quel volto nella mente di Yuuri in via definitiva -per nessuna ragione davvero predominante su altre e, allo stesso tempo, per tutta una serie di motivi che, a mente lucida e con un certo distacco, avrebbe probabilmente colto persino lui.

"E mi piace pensare che stia proprio sognando noi, che sia io a far fiorire sulle tue labbra quel sorriso che nascondi al resto del mondo e che solo io posso vedere."
Piccola Flash/Songfic YurioxOtabek (Otabek POV)
Canzone da cui è ispirata: "I don't wanna miss a thing" - Aerosmiths

[Kimi No Na Wa/Your Name!AU |Victuuri |Traduzione by Class Of 13]
Per qualche strana, inspiegabile, fantastica ragione, Yūri Katsuki e Viktor Nikiforov si stanno scambiando di posto.

Una sorpresa, dopo l’ennesima e prima di tante altre ancora, in questa gara a chi rende più felice l’altro.
Una raccolta di one shot, flash fic e drabble scritte usando i prompt della Victuuri Week su Tumblr.

[YOUR NAME ]
[YOUR NAME ]Finalmente Taki e Mitsuha si sono ritrovati dopo 8 anni.
Si domandano qual è il loro nome e... qui finisce sia il film che il libro... e poi che succede?
Bhè leggete e vedrete come continua la storia (almeno per il mio punto di vista)

Negli ultimi istanti di vita che gli restano prima che la lama, fendendo l’aria, gli tranci di netto la testa, Yuuri finalmente realizza che Viktor, il suo antico servitore, ricorda. E non l’ha perdonato.

C'è qualcosa nello sguardo di John.
Non ha più senso ripetersi questa frase - pensa Sherlock - non c'è qualcosa nello sguardo di John, piuttosto c'era. C'era, tempo imperfetto, ora non c'è più. 
"Non perdere anche lo sguardo di John, Sherlock. Quello è ancora qui, da qualche parte..."
{ John e Sherlock senza Mary ma con Mary.
Ambientata nella quarta stagione. }

Insieme, così diversi e così uguali, per nulla complementari (semplicemente anime gemelle).

Tratto dalla storia:
"Rosie Watson, un anno e sei mesi di dolce ingenuità, era già sveglia da un po'.
Gli occhi scuri e brillanti, i ricciolini biondo miele e le guance tinte di rosa contribuivano a renderla l'intoccabile principessina di casa.
La piccola, ancora protetta dal calore delle coperte, guardava da sotto le ciglia il suo dada dormire con la bocca semiaperta.
Rosie, sentendo il pancino brontolare, gli mise una manina paffuta sul naso, quasi a volerlo svegliare.
John, dal profondo del sonno, si limitò a mugugnare qualcosa di indefinito e a girarsi dall'altro lato.
La bimba alzò le sopracciglia perplessa.
Ma tu guarda che papá mi sono trovata.."