Recensioni per
Becoming (Butterfly Intro)
di OnlyHope
Ho letto e riletto, e mi sa che lo leggerò ancora e ancora. |
Ciao OnlyHope, un altro bellissimo capitolo, quello che ci hai proposto oggi. Un capitolo molto sensoriale. Sensoriale, in questo caso, si riferisce sia ai sensi (come l'olfatto e il tatto, che la fanno da padroni, durante tutto il capitolo), sia alle sensazioni che, come sempre, si accavallano potenti e contrastanti in Sanae. Una piccola bugia, detta a fin di bene, un trucco innocente, ed ecco che una gita scolastica come le altre si trasforma in un momento potenzialmente fondamentale per la vita di Sanae. Sanae e Tsubasa si ritrovano da soli, in metropolitana, grazie a Yukari,che ormai, da amica sincera e affezionata, le prova veramente tutte per spingere il Capitano e la Manager l'uno tra le braccia dell'altro (facendo credere al povero Tsubasa che Sanae si fosse persa e avesse bisogno di lui). |
Ciao OnlyHope, |
Ciao Only!! |
Con questo capitolo ci regali un nuovo momento che possiamo definire solo tuo, dato che lo hai inventato, ma, come sempre, quel che inventi ci delizia. La situazione si sposa bene con la vicenda, tra i tanti topos trattati nel corso della storia, mancava appunto quello della gita scolastica. |
Arrivano tempi difficili per Tsubasa: campionato vinto, tutti felici, lui non deve nemmeno prepararsi per gli esami e quindi ha tanto tanto tempo per pensare ad altro, a molto altro. Ovviamente si sente orgoglioso ed esaltato per quanto successo a Parigi, la vittoria in primis e l'incontro con Roberto a cui è riuscito a dimostrare tutta la sua bravura e il suo impegno verso lo sport. |
La vittoria a Parigi è un altro passo importante della storia che non poteva assolutamente mancare. Siamo stati abituati a vedere il punto di vista di Tsubasa, portati ad essere contenti per lui e il suo ricongiungimento con il suo primo allentore, il suo idolo. Tu ci sveli l'altra parte della situazione, quella poco piacevole del vissuto di Sanae. |
La rabbia di Sanae è così viva che esce quasi dallo schermo, ero adirittura pronta a schivare il cazzotto che mi aspettavo da un momento all'altro. Battutacce a parte, all'inizio il titolo del capitolo non è molto chiaro, sembra un accenno anche al caro Roberto Hongo. Finchè non ho avuto il piacere di confronarmi con te, non avevo mai riflettuto su quanto realmente quel uomo si sia comportato male, non solo con Tsubasa, ma con l'intera famiglia Ozora: trattato come un ospite di riguardo, mandato dal signor Koudai dal miglior chirurgo oculista e praticamente venerato da quel povero bambino. In effetti è stato un po' in disgraziato per come si è comportato. Le riflessioni di Sanae sono più che giustificate e lo è anche il suo avercela col mondo, ogni tanto ci vuole o si rischia di impazzire dal dispiacere. |
Quando si hanno le ali, si sa, le gabbie non sono proprio i posti più piacevoli in cui stare e Tsubasa ora è come l'uccellino che non può volare libero a causa del suo piede. Almeno sa fare autocritica e si rende conto che una gran parte della responsabilità è solo sua, ma per fortuna che ci pensano i suoi amici a toglierlo dalla noia con questa visita che è diventata una festa per la vittoria. Mamma Natsuko è proprio brava e paziente. |
Eccomi...con sommo ritardo ma da adesso giorno per giorno mi gongolo con i tuoi cap. *_* e mi metto in pari. |
A parte il fatto che avrei voluto un cecchino appostato su un terrazzo per abbattere lo scocciatore. |
Dopo la vittoria del torneo, una volta rientrati in patria l è Tsubasa a fare un resoconto degli avvenimenti che gli sono accaduti, dalla gioia del mese prima della vittoria del torneo di Parigi, dall'incontro con Taro all'incontro con il suo vecchio Maestro Roberto e alla realizzazione che finalmente riuscita ad andare in Brasile, questa volta non è un sogno, cero dovrà aspettare la fine della scuola. |
Questo capitolo mi ha veramente commossa, pieno di sentimento, descritto con delicatezza e non in modo smielato. Sanae corre da lui, dimenticando preoccupazione e senso del dovere, lo fa come un'adolescente innamorata che ha solo in testa quanto voglia stare con lui. |
Credo che questo sia stato il momento in cui Tsubasa appare al lettore come nudo: totalmente indifeso e reale. Siamo sempre stati abituati a vederlo come il giocatore più forte che riesce a mettere in ridicolo anche le squadre più forti, l'atleta che fa praticamente la partita da solo. Con la tua analisi profonda degli eventi ci fai comprendere che non è affatto così, che quella è solo la facciata. La sua voglia di vincere, non per il suo sogno di andare in Brasile, è tutta rivolta alla squadra, ai suoi dieci amici, quelli che gli sanno essere vicini come Ishizaki in questo momento così difficile. Proprio questo personaggio mi ha sempre ispirato emozioni contrastanti: da un lato lo prenderei a mazzate quando rovina l'atmosfera o fa battute taglienti, dall'altro mi riempie il cuore di tenerezza, specialmente quando dimostra tutta la sua lealtà verso gli amici come in questa situazione. |
Credo che non ci sia cosa peggiore per una ragazza innamorata vedere la persona che ti sta a cuore su un letto di ospedale. Riesci pienamente a trasmettere quell'angoscia che, in questo caso, si intreccia con l'egoistico desiderio di Sanae che Tsubasa non vinca per non andare in Brasile. I suoi pensieri sono molto chiari, ritiene che si assurdo ridursi così per quello che è "solo uno sport", però io credo che siano dettati soprattutto dalla sua paura di vederlo andare via: lei sa che Tsubasa ama il calcio e che per la sua passione, ma anche per la squadra (non a caso lei stessa dice che lui è il Capitano fino in fondo), farebbe qualsiasi cosa, anche compromettere la sua salute. |