Il primo libro della serie "RUNICA"
Ed è una giovane forgiatrice di talento, e non gli importa di nessuno.
Jen è una ragazza di campagna, sa poco del mondo, ma vorrebbe saperne ancora meno.
Valiel non è a casa da nessuna parte, ma l’amore lo riporta sempre a sé.
Questa non è la storia di come salveranno il mondo, realizzeranno i loro sogni, o compiranno grandi imprese.  Eppure questa storia avrà un significato per tanti uomini e donne, interi popoli e regni la ricorderanno. Ma per loro, avrà mai un significato?

La guardia si avvicinò a Runik il quale non indietreggiò nemmeno perché era fermamente convinto del fatto che fosse un Elfo Comune, quest'ultima tirò fuori un piccolo pugnale leggermente ricurvato, perfettamente curato e lucido da un fodero di cuoio scurissimo che portava alla cintura. [...]
Dal polso schizzò, appunto, del sangue giallo, un giallo chiarissimo come oro fluido. A quel punto tutti capirono che non era nessuno dei due tipi di elfi citati prima.

Sette regole del buon runner :
1. Cammina sempre alla luce del sole ! non avventurarti mai da solo nel cuore della notte ed evita gli spazzi chiusi ( a meno che non sia di vitale importanza , in quel caso ricordati che sentono molto meglio di te ) nel caso invece ti trovi troppo lontano da qualsiasi luogo sorvegliato , ricordati di trovarti un luogo sicuro dove passare la notte ( possibilmente posti in alto , per tanto , evita : gallerie , metropolitane , sottopassaggi e roba simile ) e soprattutto : creati sempre una via di fuga ! spesso una finestra socchiusa al momento giusto può salvarti la vita !
2. Non fare rumore ! ricorda che non sono solo loro ad essere una minaccia , oltre le mura potresti incontrare qualsiasi pericolo , quindi impara a mimetizzarti con ciò che ti circonda e soprattutto , non usare armi da fuoco ( a meno che non ti trovi in veri casi di emergenza e , nel caso ricorda , di conservare sempre un proiettile per te , nel caso il virus venisse in contatto col tuo sangue ) se puoi , cerca sempre di utilizzare armi più silenziose ( tipo archi e balestre , infatti , oltre ad essere molto più leggere , sono estremamente silenziose ) inoltre , se usi una freccia , cerca sempre di recuperarla anche se

In un mondo distopico, fatto di rovine ed edifici fantasma, i runners, giovani veloci come il vento, corrono sui tetti dei palazzi abbadonati, esibendosi in acrobazie incredibili, saltando da un cornicione all'altro. Sono atleti, artisti, spie. la loro è un'elìte piena di misteri e di fascino.
Rey vive in questo loro strano mondo e ama correre: le dà l'illusione di fuggire dalla sua vita, da se' stessa, come in un sogno. Suo fratello, poi,il suo irresponsabile fratello, è a un passo dal diventare un runner. Ma qualcosa di imprevisto sconvolgerà i piani di Rey per se' stessa e la sua famiglia, la farà sfrecciare tra le strade solitarie, le farà sfidare il vento e la gravità,le farà trovare l'amore e il coraggio che teneva sepolto dentro l'anima, la farà cadere e rialzarsi, salire sempre più in alto, fino a raggiungere un destino che non pensava nemmeno di possedere.
Questa è la mia prima ff fantasy, quindi, vi prego, recensite, e siate clementi!!!

La vita di Cook era sempre stata una corsa a perdifiato.
CookCentric, implica CookEffy e massicci spoiler della quarta serie, fino alla puntata 4x03. Fanfiction partecipante all'iniziativa "2010: A Year Together" indetta dal Fanfiction Contest.

Era da tanto che Sophie non sentiva freddo. Nella radura non faceva mai freddo. Per un attimo sentì la nostalgia di casa, ma il rumore di una sirena squarciò i suoi pensieri: era ora. era ora di aprire la Scatola.

Cinisi, 9 maggio 1978. Peppino Impastato viene, appena trentenne, ucciso dalla mafia. Il suo crimine: aver sognato di sconfiggerla.
Peppino viene fatto saltare in aria sui binari della ferrovia, ma per anni si parla di suicidio. Peppino viene privato anche della giustizia, quella per cui lui aveva tanto combattuto. Ma i suoi amici, la sua famiglia, loro non si arrendono, loro raccolgono il coraggio e la dignità di Peppino Impastato e portano avanti la sua battaglia.
Di questo parla questa drabble: degli amici di Peppino, del pensiero di chi resta, di chi sceglie di raccogliere la sua testimonianza, di essere la sua voce. Di gridare che “avviri raggiuni”, aveva ragione, che la mafia è una montagna di merda. Di non abbandonarlo.
[Storia partecipante al "contest del Simbolismo", indetto da Arianna.1992 sul forum di efp]

-Dovresti tornare dentro, fa freddo qui fuori- Fu l'unica cosa che le dissi, prima di alzarmi e porgerle un mano.
Poi, senza che me ne accorgessi, lei si alzò senza il mio aiuto e, inizialmente titubante, mi abbracciò senza stringere troppo.
Fu un gesto inaspettato ma decisi comunque di ricambiare la stretta, le posai una mano sui capelli e mi accorsi che era piuttosto bassina.
Aveva posato la testa sul mio petto involontariamente, era lì che mi arrivava, proprio dove batteva il cuore.
-
Un’altra lacrima solcò silenziosa la mia guancia e lui, prontamente, allungò la mano per asciugarla.
Il contatto con la sua mano calda contro la mia pelle fredda e bagnata mi fece rabbrividire appena, forse perché quel gesto fu del tutto inaspettato ma comunque piacevole e rassicurante.
 

La mia vita migliorò, niente urla, botte, di quei giorni rimase solo un vago e brutto ricordo….

Questa fiction partecipa alla NaruSaku Week 2014 indetta dal forum Promise of a Lifetime - Naruto & Sakura Official Italian Fan Forum. Il tema di è oggi è Sai in threesome con Naruto e Sakura.
Calò un silenzio agghiacciante, interrotto solo dai loro respiri. Le spalle di Naruto furono scosse, Sai non capì immediatamente che quelli erano singhiozzi incontrollati.
“Tanto… a che sarebbe servito? Lo so già che cosa mi avrebbe risposto… l’ho sempre saputo… sempre…”

Dean tirò fuori la pistola « Non costringermi a farlo Cass ». La sua voce risuonava dura, seria. Stava puntando l'arma contro l'unico essere al mondo che lo capiva e che era disposto a patire le peggiori sofferenze per vivere umanamente con lui.

[What if? One Shot, accenni Everlark, maybe OOC]
E se Peeta fosse morto al posto di Finnick?
Cosa rimarrebbe di Katniss, se non una ragazza tormentata dai ricordi e dai sensi di colpa?

Non riesco a ricordare un momento, in tutta la mia vita, in cui io non sia stato di corsa.
Da quando ho incontrato Andromeda non ho fatto altro che correre: i ricordi che ho sono sfocati non perché io sia miope – ci vedo perfettamente – ma perché per me l’amore era sinonimo di “Corri, Ted!”.
Che fosse perché Lucius Malfoy aveva programmato di mettermi in punizione per dispetto e quindi mi conveniva correre a nascondermi in sala comune, o che fosse perché Bellatrix stava cercando di buttare giù la porta del nostro appartamento per farci secchi, non aveva importanza. Vedevo Andromeda arrivare di gran carriera alzando la gonna con le mani e sapevo che era ora di darsela a gambe.

Vorrei dire tante cose, ma vi lascio un piccolo estratto della storia:
"[...]-Dai Sourwolf, prendimi- la voce giocosa del suo umano, che lo invogliava a prenderlo, a giocare con lui.
Era finita!
Qualsiasi cosa fosse a tenerlo legato al passato e alla rabbia, in quel momento svanì e con un unico movimento Derek si mise in piedi, slanciandosi all’inseguimento del suo umano.
Loro due nel caldo sole che tramontava, correndo sulla spiaggia come deficienti, con il cuore un po’ più leggero e tanta voglia di non tornare indietro.
-Preso- bisbigliò Derek contro l’orecchio di Stiles -da qui non puoi scappare - rincarò avvolgendogli strettamente la vita tra le sue braccia muscolose.
-E chi ha detto che voglio scappare, Sourwolf?- chiese sarcastico l’umano rigirandosi nell’abbraccio del suo ragazzo e scoccandogli un bacio rumoroso sulle labbra [...]"

Goku non si lasciò scappare l’occasione di presentarsi a quella ragazzina, all’apparenza molto carina: i suoi capelli erano legati da una coda alta che lasciava scoperto il collo niveo, un richiamo certamente invitante per qualsiasi soggetto di sesso maschile.
Gli occhi neri e profondi erano in netto contrasto con quelli chiari di Bulma.
Ora che le guardava bene, erano completamente differenti.
“ Piacere, sono Son Goku “ allungò la mano, stringendo quella piccola e aggraziata di Chichi, aspettandosi sicuramente qualche segno di vergogna da parte sua, proprio come succedeva per tutte le ragazze cui si presentava.
“ Chichi, piacere mio “ rispose caparbia, fissandolo negli occhi.
Indubbiamente quel Goku era un tipo affascinante, alto, possente, muscoloso… un vero pezzo da novanta.