Stelle.
"Le stelle, sulla parete e sul soffitto - stelle e stelline ovunque, e giallino e azzurro e blu." Oh sì, anche questo capitolo di pensieri-random ha il suo fascino, e non lo posso negare. Un Matt adulto e completamente diverso da quello del primo capitolo, incazzato allo stesso modo a dire il vero, stanco, fuso, che gioca a una partita a Fruit Ninja mentre aspetta che il mostro s'addormenti.
Tutto questo mi ha catapultato con ancora più fretta in quella che dovrebbe essere una notte come tutte le altre; ma no, perché appena compare il cellulare e le chiamate perse, capisco che c'è qualcosa, e immediatamente mi ricollego al pezzo finale del capitolo precedente, che mi è rimasto impresso in testa.
"Una volta in corridoio, il panico che mi aveva bloccato la gola scende fin giù allo stomaco e si trasforma in angoscia pura. Traffico brevemente con il touchscreen, le dita che pasticciano sui comandi, rivelando prima la schermata ed infine l'autore delle chiamate, bianco su nero sotto l’iconcina di un telefono rosso mozzato.
Dom."
Come credevo, ora è Dom ad avere un problema - un gran problema, e non mi riferisco solo alla sua espressione impassibile, ma anche alla frase inglese iniziale (infinito amore per quella canzone che avevo ascoltato sì e no una volta e mezza di sfuggita ma che è qualcosa di meraviglioso). Quella frase ha un non so che capace di sprigionare in me tanti di quei sentimenti da far tremare le mani mentre scrivo. E Dom, nel breve modo in cui vien descritto ora, senza il bisogno di soffermarsi sui particolari, sembra dipinto alla perfezione con la melodia malinconica di questa canzone - ormai sono innamorata del modo in cui descrivi i personaggi scavando nella loro personalità e tirando fuori i lati più deboli e fragili.
Un esempio è Bellamy, alle prese con questa specie di flusso di coscienza/soliloquio/monologo rivolto a quell'esserino di Bing.
Non puoi immaginarti la tenerezza che mi ha fatto questo uomo che ho sempre visto come un frontman e mai come un padre - sarà che ogni cosa legata alla normalità, a una famiglia normale e a una vita normale sembra ai miei occhi fuori dai suoi schemi.
Fuoriesce proprio di tutto: emozioni sovrastanti che gli riempiono la mente fino allo sfinimento, come accade quando ci si sveglia di scatto svegliati dalle urla di un bambino.
"Il punto è che non sono una persona particolarmente paranoica - o meglio, lo sono eccome, ma ciò che voglio dire è che non mi sono mai preoccupato troppo per gli altri. Forse le parole che cerco per definirmi sono ancora una volta “merdina egoista egocentrica egotutto”, ma preferisco evitare di ricadere sotto quell’etichettatura, scegliendo invece una semplice e diplomatica litote.
Insomma, ‘fanculo, è Dom quello che si preoccupa per gli altri, la fottuta crocerossina della situazione, quello gentile e disponibile verso tutti, anche se in fondo a volte non gliene frega una mazza neanche a lui; più volte mi sono effettivamente chiesto come faccia a sopportare le aspettative di tutti e soprattutto le mie, cosa ci guadagni, insomma, a starsene lì a subire i miei repentini cambiamenti d’umore e gli insulti, tutti gli insulti più o meno sentiti che gli sputo contro ogni qual volta oltrepassi la linea (quella che definisce l’amicizia dalla pietà, ma non davvero, perché ancora una volta è tutto solo nella mia testa), tutte le volte in cui gli ho tirato contro un pugno, due, tre, e poi alla fine mi sono ritrovato con la testa schiacciata contro la moquette a sputare odio anonimo e lacrime contro polvere e lanugine, lui che mi stringe i polsi e mi ringhia dietro di calmarmi. Perché l’abbia fatto finora è quello che mi sfugge; perché ultimamente vi abbia rinunciato, arrivando ad evitarmi come la forfora, è quel che invece non mi dà tregua."
“merdina egoista egocentrica egotutto” e hai riassunto in breve il modo in cui Matt si sente quasi alle tre di notte mentre impreca per precipitarsi a calmare il bambino.
E poi l'intero tema dell'invidia, seppur lieve, che mostra ancora una volta lo stretto legame tra Matt e Dom - tant'è che il primo si prende una specie di attacco di panico quando legge sullo schermo del cellulare, e il secondo chiama lui come potrebbe chiamare chiunque, ma chiama lui.
"È proprio il pensiero che possa frequentare altre persone, altri ambienti, trovando godimento nella loro compagnia forse più che nella mia, ormai, che mi fa ribollire la bile nelle vene, nello stomaco o dove cavolo sta - soprattutto se ripenso al fatto che per vederci, io e lui, bisogna prendere l’appuntamento come dal dentista, o minacciarlo con le prove in sala. Ah, beh."
Qui invece traspare qualcosa di nuovo, e cioè una specie di blocco tra i due che hanno difficoltà nel parlarsi, nel vedersi, nonostante non siano più ragazzini.
"La mia paura più grande, assai immatura e bambinesca e per niente attribuibile ad un trentaepassenne appena diventato padre, è naturalmente che Dom possa avermi rimpiazzato, come del resto crede abbia fatto io - perché non sono un idiota e certe cose non sfuggono neanche a me - con lui e Kate. Stronzate, ovviamente, forse anche e solo paranoie, ma a notte fonda - coi pantaloni alle ginocchia e gli stivali infilati al primo tentativo senza nemmeno i calzini perché no, non tornerò in camera dove la mia letale donna giace per recuperarli - ad un uomo come me è concesso almeno qualche pensiero ridicolo da quattordicenne ultrasensibile, no? "
Ecco un punto che secondo me è abbastanza importante: la paura di essere sostituito che colpisce Matt non appena si mette a pensare al posto in cui Dom è andato a ficcarsi; i pensieri che attraversano la sua mente sono dei più svariati, e arriva quasi a contraddirsi con i suoi stessi dubbi e con le sue stesse paranoie - perché è un uomo terribilmente paranoico.
Alla fine si giustifica, diciamo, usando la scusa del "è tardi e sono mezzo fuso, mi è concesso dire certe stronzate" - quella che uso anch'io, e su questo direi che ci assomigliamo.
"Una volta dentro mi ritrovo a galleggiare come in un flashback dei tempi andati, l’atmosfera anche solo della sala d’ingresso carica di ombre e sensualità gratuita proprio come il nostro tourbus fino a qualche anno fa, prima che la cosa assumesse un tono totalmente ridicolo e tutto diventasse semplicemente troppo. Le dita nude che si agitano scomode negli stivali, mi avvicino alla reception, piccolo e fuori luogo, con i miei pantaloni di velluto, i capelli da cuscino e la giacca decisamente poco elegante, e lì la tipa mi guarda come si fa con un ragazzino che abbia smarrito la propria mamma mentre le chiedo di ‘Sergio Georgini, un mio amico’, perché so che Dom ha ripreso quest’abitudine di fornire false identità in giro proprio dal sottoscritto. Mentre salgo le scale indicate, pur sempre inseguito da un chiacchiericcio breve e derisorio, tutta la preoccupazione accumulata nell’ora precedente si risolve in rabbia, e la prospettiva di prendere a calci in culo quella troia del mio batterista diventa sempre più invitante, nonché concreta - oh, perché lo sarà. Mi ci vogliono esattamente due minuti per arrivare alla sua suite schifosamente lussuosa (si tratta bene, il principino) e altri due per aprire quella cazzo di porta con la chiave elettronica. Una volta dentro, mi faccio strada verso la camera da letto tra le bottiglie vuote sul parquet e quelle che somigliano terribilmente alle chiazzette giallastre che Bing graziosamente riversa sui miei vestiti puliti quando non è riuscito a digerire la sua poppata - che amore."
Ti riporto questo lungo pezzo perché sinceramente lo trovo davvero ben riuscito: dapprima ritorna indietro nei ricordi, scavando a fondo, e la cosa mi provoca quella leggera tenerezza che colpirebbe chiunque. E poi, ancora mezzo addormentato, va a cercare Sergio Georgini, mentre ogni sua emozione e ogni suo pensiero di colpo si trasformano in rabbia, e ogni cosa che per quel breve tempo gli ha attraversato la mente gli ricade addosso.
"Non mi accorgo della nota d’isteria che vela la mia voce, né delle mani che stringono un polso e la spalla fino a fare male; tutto cessa quando incrocio il suo sguardo grigio e vago, e il panico e la confusione e la stessa isteria scemano lasciando spazio alla consapevolezza, la voglia di chiudere gli occhi e non essere, non più davanti a quel sorriso che di attraente ormai ha poco o niente. Disteso con le gambe penzoloni sui bordi del materasso, la camicia aperta fino all’ombelico e il capo abbandonato su un lato al centro del letto, Dominic è perfettamente sveglio."
Mi è piaciuto anche questo pezzo, nel quale Matt passa da uno stato di (quasi) calma uno stato isterico delineato dalla voce sicuramente acuta che gli sta uscendo dalla gola, mentre Dom sta disteso e quasi senza coscienza sul letto di quella suite lussuosa cosparsa di bottiglie di vino semi-vuote e di macchie di vomito dipinte sulla moquette.
Davvero, hai fatto il quadro della situazione muovendoti con abilità dentro l'animo contorto di Bellamy a notte fonda con i probabili segni di un sonno arretrato sotto alle palpebre. E' terribilmente realistico, in certi punti va oltre l'etichetta fanfiction-sui-Muse ma si perde nell'introspettivo, quasi ti fossi trovata tu a dover calmare un bambino e a doverti mettere in macchina verso l'hotel dove il tuo migliore amico si è fottuto il cervello - allo stesso modo, catapulti il lettore nei panni di questa specie di padre/cantante/amico, capace di telefonare anche a notte fonda a Tom per calmare la sua ansia e sapere che fine ha fatto quel Dominic dagli amici hipster.
La storia si fa più coinvolgente e intrigante, e mi precipiterò presto a leggerne il seguito; forse mi sento partecipe della vita di questi due nonostante abbia letto solo i primi due capitoli, e per questo ho intenzione di scoprire come la porterai avanti.
xxx
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Ma quanta roba è zayn? no dimmelo tu perchè io non so spiegarlo. |
Ciaoo! Nuovamente, il tuo capitolo è fantastico! Non riesco a capire tu come faccia a scrivere così magnificamente bene! L'utilizzo di pezzi dell'altro capitolo rinfrescano la memoria, e fa sempre bene dato il Capitolo ;) basta solo che non scrivi di meno!! :P |
complimenti!! la storia è bellissima! non riesco a smettere di leggerla!! ** |
Zayn e Hope sono shdkjhaskdhasdk |
Ehiiiiiiiiiii!!! :) |
Benedetta chi bolla? O.O Che sia o no io, CONTINUA A SCRIVEREEEE! E poi ricordati della FF a quattro mani! Te quiero muchomuchomucho! :DD |
Meravigliosa. Vola tra i preferiti. A mio parere hai colto perfettamente il fulcro di tutto ciò che Suzanne Collins ha scritto esplicitamente e tra le righe nei suoi tre libri. In principio io ero per Gale, ma mano a mano che leggevo mi sono resa sempre più conto che in questa trilogia non c'è una parte da cui stare. Gale ha salvato Katniss, quando lei ha perso suo padre e Peeta l'ha fatto nel modo in cui tutti sappiamo. Benché lontano, Gale avrà sempre un posto nel cuore di Katniss, se non altro il Gale che cacciava con lei nei boschi. Ti faccio ancora i più sinceri complimenti e mi inchino. |
Pulcino sei un genietto <3 Awww |
Ma quante acciminchia di fiction scrivi nel giro di 5 giorni?! |
Ciao! Questo capitolo è veramente bello!! La descrizione di Harry è magnifica... Non so, è semplice però rende l'idea... |
Davvero bella!! Seguo l'altra storia e sono felice che tu abbia scritto questo extra! |
okay, premetto di aver fatto una pausa quando è finito il pov di louis, piangevo troppo. |
Capitolo chilometrico...... Mi piace! Deve essere stato troppo divertente immaginarsi questa scena ^^.E così il nostro caro Ace ha avuto uno dei suoi attacchi di narcolessia e guarda caso è caduto PROPRIO sulle ginocchia di lei XD sono troppo carini lui e Selena insieme :3! E poi c' è il mio bellissimo Mihawk *O*!! Non me ne frega niente se il suo sguardo fa paura, io li salto lo stesso addosso !! |
Riassumo questa fic con un'esclamazione: grande! Sono contentissima di averla trovata. XD |