Sistemò meglio lo zaino sulla spalla sinistra, combattendo il venticello che gli arrossava il naso.
I passanti spintonavano, correvano, «Ragazzo, stai attento a dove metti i piedi, per l’amor del cielo!»
Si limitava a stringere un po’ di più quei fogli ingialliti, delle scuse forse sussurrate, i nuvoloni grigi del cielo che pesavano sulle spalle, un macigno. Lui, miracolo vivente, andava avanti, il giubbotto di jeans consumato sui gomiti, il guanto grigio a mezze dita sfilacciato, il buco nero alle spalle che risucchiava tutto, magari anche lui.