Recensioni per
Areopago - [Saga e Kanon - 100 drabble]
di avalon9

Questa storia ha ottenuto 161 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
21/12/15, ore 10:48
Cap. 14:

Immagino che sia tardi per rispondere "Calcifer" e richiedere la presenza di entrambi i gemelloidi nella mia magione, vero?
Perché di Novembre Saga è sempre irritato?
Che gli succede? Soffre le paturnie come tutti i comuni mortali? La luce che diminuisce? Il freddo? Le giornate uggiose? Sarà mica meteoropatico come la sottoscritta?

Mi piace la torta al limone. Non mi piace vedere un uomo aggirarsi in cucina (so bene fin dove occorre salire per raschiare via la farina e la frolla e). Mi piace l'immagine del limone masticato con tanto di scorza. Mi piace vedere che giallo e arancione sono qui rappresentati in tutto il loro mediterraneo splendore.

Recensore Master
21/12/15, ore 10:42

Sto sorridendo, maligna.
Perché Kanon è così umano e maligno da prenderci. Sempre. Forse si farà peccato, ma cavolo, la domanda "Che ha fatto, stavolta?" la sento così naturale e azzeccata che sembra quasi di star ascoltando una chiacchierata tra amici. Un lessico familiare in cui fa capolino quel disgraziato di Death Mask. Con le sue arance (sono pazza io a vederci un qualche riferimento alla frutta che si porta ai carcerati?), rigorosamente amare.

Recensore Master
21/12/15, ore 10:37
Cap. 11:

Un'acchiapparella durata anni.

Un'immagine meravigliosa che mette in evidenza il carattere vivace ed irrequieto di quasi tutti i nati sotto il segno dei Gemelli. Ma è anche un'immagine terribile che profuma di sangue e morte a causa dello sfacelo che questo gioco si è lasciato alle spalle. C'è tutta la meravigliosa crudeltà dei bambini in questa drabble, la stessa che li porta a ridere mentre strappano le ali ad una farfalla o tirano la coda ad un gatto. In fondo, è solo un gioco, no?

Recensore Master
21/12/15, ore 10:33
Cap. 10:

Mi piace questo dualismo.
L'uno sale e l'altro scende.
L'uno si apre e l'altro si chiude.
L'uno è la terraferma, l'altro l'immensità sconfinata del mare.
Non li vedremo mai dalla stessa parte, a militare nello stesso schieramento; non qui, almeno.
Ma mi piace questo ribadire la propria diversità assieme a quei legami riscoperti - perduti ma non dimenticati - che sono le loro radici. La riscoperta di un tmepo nuovo. Nuovo perché sta arrivando. Nuovo perché lo vivono, lo vedono, con occhi e cuore diversi.

Recensore Master
20/12/15, ore 17:29

Monaco, i Castelli della Baviera e quei tre non si sono ammazzati.
Miracolo a Monaco, proprio!!

Ricomponendomi, è bello scoprire pian piano, come i due gemellini abbiano imparato a riconoscere le proprie diversità e ad accettarle. È sempre complicato per un gemello formarsi una propria identità, specie nel caso di gemelli omozigoti. Se poi ci mettiamo pure che Saga ne ha avute sin troppe, di personalità, siamo a cavallo!
E niente. Mi piace. È come quando guardi tuo fratello negli occhi e scopri che è cresciuto. Cambiato. Da qualche parte, dentro di lui, ci sarà sempre il mocciosetto coi calzoni corti e gli occhiali in punta di naso, ma ti accorgerai che s'è fatto grande. S'è fatto uomo. E in quel "Kaire, hegemon" galleggia anche un leggero sfottò che me li rende ancora più umani e simpatici.

P.S. ditirambo!!

Recensore Master
20/12/15, ore 17:23
Cap. 8:

I giorni possono essere tante cose.
Fogli del calendario da strappare via.
Ventiquattro ore in cui fare qualcosa.
Punti fermi nella vita di qualcuno.
I giorni cmabiano, o meglio: cambia la nostra percezione riguardo a loro. Se prima erano uno snocciolrae sussurri oppure ordine, sotto un cielo diversamente azzurro macchiato dalla stessa solitudine, ora è come sei i giorni fossero cambiati. Fissero diversi. magari le occupazioni sono sempre le stesse, certo. Ma cambia la nostra percezione. E se prima sfilavano come i grani del rosario, come le foglie in terra, adesso li aspettiamo. Perché adesso sono una promessa.

Recensore Master
20/12/15, ore 17:15

Fuori.
Mi piace vedere come l'esteriorità sia il ricordo di come si appaia. Le spalle alrghe di Saga - che poi sono anche quelle di Kanon; e le labbra piene di Kanon - che poi sono anche quelle di Saga.

Mi piace vedere come questa storia si opponga alla precedente e per argomento e per punto di vista. Perché rimettere assieme i cocci di una vita è un lavoro che parte da dentro, senza dubbio. Dentro di te trovi il coraggio e la forza - l'orgoglio - di metterti al lavoro.
Ma ogni lavoro ha una sua tridimensionalità. Un suo fuori, un lato fisico che ci è necessario possedere e trovare per capire come stia andando il nostro lavoro. Se stiamo rincollando i pezzi nell'ordine giusto, insomma.

Sono in ritardo per il sondaggio, temo; ma siccome non so tacere, mi intrufolo. Colpevoli per l'uomo, innocenti per gli dei.

Recensore Master
20/12/15, ore 17:11

Angst?
Confesso che c'è la tendenza a bollare come angst tutta l'introspezione che non è zuccherosamente zuccherosa e dolcina. Anche se siamo sotto Natale e siamo invasi dal buonismo dilagante e sfrenato che raggiungerà il culmine a breve. Per poi tornare allo status quo, ovvio.

Ti ringrazio per non aver fatto sciogliere questi due in un abbraccio. Che magari c'è stato, eh. Ma lo vedrei falso e buonista. Perché un abbraccio non basta. Questi due dentro hanno tanti di quei fantasmi da scacciare e di cocci da rimettere assieme che l'unica cosa che possono fare è sedersi, guardarsi negli occhi - guardarsi dentro - e cominciare a rimettere assieme la loro vita. Decidere cosa tenere, cosa frullare, cosa incollare. Un po' come quando si rompe un vaso prezioso e devi decidere se vale la pena armarsi di colla e pazienza per rimetterlo insieme.

Recensore Master
20/12/15, ore 17:07
Cap. 4:

Per fortuna che è nata di fretta!

L'uomo torna alle stelle, ed è emblematica come la morte - la fine - dei due gemelli si assomiglia. Diventano entrambi polvere nella polvere, tornano entrambi alle stelle portandosi appresso un nemico - Kanon Rhadamanthys e Saga il Muro del Pianto - muoiono entrambi come eroi. Redenti, nei genti e nelle intenzioni. Con l'orgoglio del guerriero che, pur di vincere, è disposto a gettare tutto nel fuoco, persino la sua stessa vita. Athena non c'è in questa storia. Non c'è perché si maschera dietro la necessità, dietro Ananké. Perché l'orgoglio è necessario, ad un guerriero, più della forza e più dell'eroismo. È l'orgoglio che gli consente di trovare la forza e l'eroismo necessari a fare ciò che si deve fare. Ciò che è necessità. Ananké.

Recensore Master
20/12/15, ore 17:02

Questi primi tre argomenti chiamano una rivisitazione della storia. È umano. Uno, due, tre. Inizio, Intermezzo, Fine. Anche non volendo, si hanno le mani legate. E se hai deciso che il primo argomento sarebbe stata la separazione tra i due fratelli, l'intermezzo non poteva che essere il momento in cui si ritrovano. Faccia a faccia. Ancora una volta su due posizioni contrapposte. Almeno sulla carta. Ché noi lettori sappiamo che no, era il classico gioco di specchi, che in realtà Saga e gli altri eccetera eccetera.
Ma su quella terrazza, tra lacrime bianche e rosse, sono ancora una volta l'uno di fornte all'altro. Non fratelli, no. Avversari. Sangue diviso che solo la morte di Athena potrà riunificare.

Recensore Master
20/12/15, ore 16:57
Cap. 2:

Niente, non si riesce a staccare il mare da questi due. A volte ti viene il sospetto che siano entrambi figli dell'acqua, siano entrambi creature che Poseidone ha prestato ad Athena - anche se tutto facredere l'esatto contrario.
Non si riesce a staccare il mare da questi due. Hai ragione, non è nel sangue, l'inizio di questa storia. È nell'acqua. Nel mare che circonda la Grecia come in un assedio azzurro. Nel sale sulle ferite - dello spirito per Saga, della carne per Kanon. Nell'urlo strozzato che divide i due fratelli e li assegna a due divinità rivali, in un gioco di doppi e di specchi.

Recensore Master
20/12/15, ore 16:54
Cap. 1:

Comincio da qui.
Dall'inizio.
Perché con te nulla è mai un caso. Anche quando ti sembra che sì, potrebbe esserlo, che no, ti stai sbagliando, che come al solito tu vedi cose e trovi corrispondenze dove non esistono.
"Il diavolo è nei dettagli, giusto? Questo è quello che mi fa scoprire sempre, dicono. Quell'ossessiva attenzione per i dettagli." avrebbe detto il Joker. E in effetti sì, l'ha detto. E tu sei come lui. Attenta al dettaglio, al particolare; ma grazie al cielo, sei saggia qb perché il dettaglio non diventi un caleidoscopio di particolari. Ma anche in quel caso, naufragar m'è dolce in questo mare...

Recensore Master
14/12/15, ore 11:53
Cap. 37:

Sono una fervente sostenitrice dell'olfatto come cemento dei ricordi. Come malta, in realtà, che é l'olfatto - la sua percezione, semmai - a tenere uniti i vari puntini che costellano la vita di una persona. L'odore del tabacco dei vestiti di mia nonna, l'aroma delle melanzane che escono dal forno, l'acqua di colonia sui fazzoletti di mio padre, la nuvola di lacca che aleggiava in bagno (zia era appena uscita).
Niente è più vivido di un profumo (o del ricordo del) ed accende i ricordi come fossero lampadine di Natale. Immediato. inconondibile.
Ho amato moltissimo la scelta del bouquet dei profumi di Kanon. Note di cuore, testa e fondo prettamente mediterranee. E sì, le persone cambiano a seconda delle persone con cui hanno a che fare. perché è come se portassero addosso un pezzetto di loro. Un piccolo bagaglio sentimental-olfattivo.
Oggi va così.

Recensore Master
28/11/15, ore 00:18

I se sono i sassi che incontriamo sul nostro cammino. I sassi, i sampietrini sbilenchi (di quelli che fagocitano i tacchi e slogano caviglie in un TAC, appunto), le buche, le radici dei pini. Sono gli inciampi, gli imprevisti, le incognite. Sono quello che non ti aspetti, appostato dietro la curva all'orizzonte. La pazianza - che è quella virtù che acquisiamo cadendo e rialzandoci e ricadendo e rialzandoci - fa dire all'uomo che c'è una curva e che, prima o poi, andando avanti nel cammino, arriverà. E che tutto quello che risiede dietro a quella curva, lo si affronterà se e quando ci si arriverà, alla curva.
Ma l'impazienza - che occupa l'altra faccia della medaglia - diventa presto ansia. Del mostro sotto al letto, dell'incognita, della prossima radice sporgente pronta ad azzopparci per benino, magari in maniera definitiva. Perché è sempre l'incognita che sfugge al tuo calcolo quella che manda all'aria i tuoi piani. Tipo i miei, quel giorno di tanti anni fa in cui consegnai un compito di Fisica con un risultato negativo. Risultato che non poteva essere negativo, in nessuno modo. Tant'è che quando la professoressa restituì i compiti, mi disse "Complimenti, hai scoperto l'antimateria", sventolandomi un sei stiracchiato sotto al naso.
Facezie a parte, sono i pianificatori ossessivi quelli che più di tutti soffrono l'ansia del futuro. Sono le loro caviglie quelle che temono di spezzarsi per i se ed i ma che la vita dissemina a pioggia davanti ai nostri piedi. Alcuni li vedi. Altri no. Ma ce ne saranno sempre di nuovi e sempre di altri, mano a mano che il cammino proseguirà.
E in questo, io mi sento di stare per una volta dalla parte di Saga. Ogni se ha il suo momento. Ed ogni se si affronterà se e quando si paleserà. Non prima. Anche se se porta in sé il concetto di previsione, strategia, pianificazione. Ma anche galleggiare e vedere come vanno le cose è, a suo modo, una strategia.

Tutto questo sproloquio per dirti: bentornata.
Ora, però, non sparire di nuovo per altri dieci mesi, per favore!

Recensore Master
08/02/15, ore 23:44

Potresti farti assumere dall'Ente del Turismo Greco. Dico sul serio. Questa benedetta cittadina è come se la conoscessi, come gli scorci di quei paesini che ritrovi subito perché sanno di casa. Anche se non ci hai mai mesos piede.

Qui non è Saga ad essere troppo poco, ma la percezione che lui ha di se stesso e che tu ci mostri attraverso i suoi sensi. Tu li metti in campo tutti, dall'odore di alloro tra le pagine ingiallite al calore dell'infuso di malva, alla luce, al sapore delle sigarette (sì, perché il tabacco stantio a me prende in gola, e me lo sento sulla lingua) al suono della voce di Kanon. Che spinge suo fratello. Che non si arrende. Che pure se Saga si vede limitato, piccolo, troppo poco, lui sa che non è così. E anche se fosse, chi ha detto che questo è un buon motivo per fermarsi?

Aspettiamo, aspettiamo.
Ne vale la pena, anche quando sparisci per sentieri che solo tu vedi, che solo tu conosci. Se questo è il prezzo, ben venga. =)

P.S.: Arigatou gOzaimasu.