Recensioni per
Areopago - [Saga e Kanon - 100 drabble]
di avalon9

Questa storia ha ottenuto 161 recensioni.
Positive : 160
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
22/12/15, ore 13:20

Hai fatto bene ad interpretare il tema del Ringraziamento con la Pasqua. Che sì, significherà pure passaggio ma ogni cristiano non ringrazia forse Cristo per il suo sacrificio?

Grazie a te per questi squarci e questi racconti che ci mostrano un paese così vicino sotto una luce nuova. Sarà che la Grecia ce la immaginiamo ferma e congelata all'età classica, mentre in realtà il mondo è andato avanti. E quel popolo che tanto ci ha insegnato, ha cambiato pelle e ha preso nuove tradizioni. Diverse, eppure così simili alle nostre da non riuscire a nascondere un sorriso.

Recensore Master
22/12/15, ore 13:15
Cap. 50:

Kanon è il fratello maggiore, c'è poco da fare. Ci si prende cura dei fratelli minori sempre e comunque, specie se, come nel loro caso, sono stati malati. E che sia nel corpo o nello spirito poco importa.

E c'è tanto calore in questa scena, che mi ricorda le vigilie passate, quando mia nonna era viva e stava bene e ci si riuniva in casa loro dalla mattina per preparare la cena della Vigilia, quando mia madre e mia zia si impossessavano della cucina e mia nonna se ne stava in poltrona, la sigaretta accesa e il posacenere di Murano tra le belle dita.

Perdona il momento nostalgico, decisamente inopportuno; ma il Natale è questo, superata una certa età. Ricordi.

Grazie ancora per l'apparato delle note. Io avevo cpaito che le barchette fossero dipinte il 25 dai soli maschietti; leggendo te, invece, sono decorate con addobbi ad hoc. Io devo smetterla di cercare in giro ed imparare a chiedere direttamente a te!

Quel Re che pronuncia Kanon, cosa significa?

Recensore Master
22/12/15, ore 13:06
Cap. 29:

Secondo me la storia ruota tutta attorna a quella domanda che Grigoria pone a Siseos.
"Gli credi?"
Oggettivamente, non è facile mandare giù un rospo simile. Due, se vogliamo essere precisi e spaccare il capello in quattro. Dove sono stati, 'sti due? Perché non si sono fatti vivi prima? Ma anche, cosa vogliono adesso da me?
Perché adesso? Perché non prima? Perché non quando ne avevo bisogno?

Me l'immagino a cercare sua sorella nei volti di questi due estranei; ma le somiglianze sono nell'occhio di chi guarda, come la bellezza. Chi conosce mio padre, cercherà delle somiglianze in me; chi conosce mia amdre, farà altrettanto. E lo stesso dicasi per i rami più lenti, come zii, cugini o nonni.
Me l'immagino con le spalle abbassate, la testa china a cercare nel bicchiere le risposte a queste domande. Perché di loro, ancora non si fida.

Recensore Master
22/12/15, ore 12:59

Il sangue non è acqua; ma a volte c'è bisogno di sapere che la persona che ti sta davanti è un tuo parente. Allora, e solo allora quando ti dicono "Sono Valeria" o "Sono Felice" il tuo cervello si mette in moto e ripesca facce e nomi e voci dal magazzino della memoria. Non prima.
E ci vuole coraggio per dire ad un perfetto sconocsciuto "Sono Valeria" o "Sono Felice". Specialmente se si tratta di un tuo parente, perché quel gesto è irrompere nella calma e nlla tranquillità di un'esistenza di cui vuoi far parte, ma non sai se ti sarà concesso.
Andare per gradi è sempre la migliore soluzione. Procedere spediti come un panzer annienta l'ansia, ma crea più cocci di un elefante in una cristalleria.

Detto ciò, ti devo ringraziare per queste tue storie. Mi stanno ricordando che ci sono anche i gemelli, in Saint Seiya. Non c'è solo Shura, solo Milo, solo Camus, solo Hyoga. C'è altro. Una bella moenta d'oro con una faccia apollinea ed una dionisiaca. Indovina quale sto coccolando, adesso?

Recensore Master
21/12/15, ore 12:01

Il particolare della tuta smezzata fa famiglia già di suo. Fa casa, dove infili i vestiti nell'armadio, dove li prendi appena sciutti dal filo su cui li hai stesi, magari con mollette spaiate, plastica e legno assieme, di quelle create unendo assieme due metà superstiti.
Un gioiello pari alla bellezza del mulino in cui pernottare.

P.S.: che il greco sia la tua vita, si capisce. E avrai anche la deformazione professionale della maestrina, ma io non trovo pedanti le tue note. Le trove di una leggerezza meravigliosa. E mi piace perdermi nelle tue spiegazioni, inciampando in ricordi o intuizioni. No, non sei una maestrina. Le maestrine sono pedanti e noiose e. Tu ci fai amare questo paese così vicino e così simile a noi. Ed è bellissimo vedere come questo amore galleggi nelle tue parole, tra le virgole, nelle pause. E scommetto che se avessi avuto una professoressa innamorata del greco (inteso come la lingua e non come il marcantonio), forse il mio cammino sarebbe stato molto, molto diverso.

Recensore Master
21/12/15, ore 11:44

FERMI TUTTI!

Di quale caffè stiamo parlando?
Non dell'espresso, figuriamoci, e nemmeno della moka.
Stiamo disquisendo del caffè all'americana (e allora ha ragione Kanon a dire che troppo zucchero ingrassa) o di quella specie di catrame liquido che i greci chiamano caffè (e allora ha ragione Saga a pretendere un quantitativo indecente di zucchero)?

Finché non mi sarà chiaro questo passaggio non potrò prendere una decisione, mettere il sassolino nel piatto dell'uno o dell'altro.
Poi sì, c'è la grappa svedese che mette tutti d'accordo...

Recensore Master
21/12/15, ore 11:39
Cap. 23:

Ai liquori dico no.
Mi sembra di leccare le pareti di legno delle camere di stagionatura.
Che. Schifo.
Ma il tè. Oh, il tè. Lo apprezzo senza se e senza ma, il tè.

Il nome di Rada è bellissimo e molto, molto inglese. E da bravo inglese ci tiene al cliché del tè da bere mentre si conversa con qualcuno. A prescindere da chi sia, questo qualcuno, se un generale di Poseidone in libera uscita (e ce lo vedo Kanon che gli piomba in casa per fare quattro chiacchiere) o un Santo di Athena che vuole sincerarsi delle amicizie del fratello.
Premuroso, Saga...

Recensore Master
21/12/15, ore 11:35
Cap. 22:

Due vecchi cani che si annusano, si scrutano, si studiano.
Due vecchi cani che si ritrovano l'uno nelle ferite dell'altro, nel pelo rado, nell'orecchia persa in qualche rissa, nelle cicatrici attorno al mento, nelle pieghe degli occhi.
Mi hai trasmesso quest'immagine vividissima. Due completi estranei che, avendo avuto a che fare coi gemelli, in un certo senso è come se si conoscessero da tempo e quella stretta di mano fosse solo una formalità.

Recensore Master
21/12/15, ore 11:31

Ossessivo.
Parlando di Saga ci sta come il cacio sui maccheroni!

Non ce lo vedo affatto Death a custodire con cura le vecchie bobine ed il proiettore. No, no; anche se mi sarebbe piaciuta questa svolta culturale per il povero Maskuzzo, il caro,. vecchio Aldebaran è un soggetto più affidabile e meticoloso.

Sicché, Chaplin.
Il Grande Dittatore, scommeto?

Recensore Master
21/12/15, ore 11:28
Cap. 20:

La candeggina (col suo boccione bianco)?
La domanda che sorge spontanea è: che tipo di macchia è?
Perché io non sono un'amante della candeggina. Che ingiallisce il bianco senza battere ciglio, con buona pace della nonnina pedante della tv e delle camicie del nonno!
Ma ci sta, la prima cosa a cui pensano i maschietti quando si trovano nei pasticci è di ricorrere alla candeggina. Ma se hanno adidrittura bucato il cappello da marinaio (come quello di Corto Maltese? Ti prego dimmi di sì e rendi Saga un fan di Corto!!), la domanda cambia in: quanta diamine ce ne avete messa?!

Milo, scappa. Il soppalco che ho nel corridoio può essere un'ottima soluzione. Temporanea, s'intende, disse controllando la gabbia.

Recensore Master
21/12/15, ore 11:18
Cap. 19:

Saga mi odierà, ma io sono ancora una volta dalla parte di Kanon. Perché sì, la surplice è viola. O almeno, io l'ho vista così. Viola melanzana, a dirla tutta (e so che non fa figo nemmeno un po', ma così è..).

Per spezzare una lancia in favore di Saga, a volte capita che noi percepiamo un colore come tale e manteniamo il punto solo per puntiglio (scusa il bisticcio). Una conversazione simile la ebbero i miei riguardo un vestito che mia nonna indossò al funerale di un parente. Mia madre lo vedeva nero. Mio padre, invece, per quel che era: blu notte. Che sembra nero. Ma il nero è un'altra cosa.

Adesso sono curiosa di sapere cos'è che ha risposto Radamanthys!

Recensore Master
21/12/15, ore 11:11
Cap. 18:

Rieccomi dalla sua parte. Quella di Kanon. Quella di tutte le mozzarelle che no, non reiscono ad abbronzarsi nemmeno a pagare. E che le rare volte in cui ci provano rimediano eritemi solari da antologia oppure...
Niente lampade, per la sottoscritta. Ho la pelle troppo delicata. E l'abbronzatura sta benissimo su un uomo, specialmente su un uomo mediterraneo, posso capire la frustrazione di Kanon. Una questione estetica. Quando Saga è abbronzato non è più in dialogo con lui (come direbbe Philippe Daverio). Quando Saga è abbronzato, è più facile distinguerli.
Mi rimbalza nella testa quella pelle 'ludica' d'olio. È ludica perché Saga si diverte a sfoggiare la sua tintarella (e quindi si diverte anche la sua pelle) oppure è un refuso per lucida?
Cavoli, non so distinguerli!!

Recensore Master
21/12/15, ore 11:05
Cap. 17:

Congratulazioni, seppur in clamoroso ritardo.

Sicché è Saga l'avvinazzato della famiglia, quello che regge l'alcol, che sperimenta nuovi sapori e nuovi accostamenti. Kanon è l'astemio, quello con il modulo per gli A.A. conservato sul fondo del cassetto. Perché non si sa mai.
Io avrei detto l'esatto contrario!!
Ma, a ben pensarci, come fai a coltivare la conoscenza del vino e dell'alcol in generale, standotene sott'acqua? È impossibile!
Saga, invece, ha avuto tutto il modo e tutto il tempo di imparare ad apprezzare il dono di Bacco. Lentamente. Scommetto che la cantina personale del Sommo Sion fosse ben fornita, vero?

Recensore Master
21/12/15, ore 11:00
Cap. 16:

L'associazione che è scattata nella mia testa è stata:

Blues --> Blue --> Blu.

Perché Blue in inglese significa sia "triste, malinconico" (ed è da questo che deriva il genere blues, un jazz malinconico, ridotta molto in soldoni) sia il colore blu. E il blu (del mare. Rigorosamente) è quello di Kanon. In quel senso ho interpretato quel "Sono a casa mia".

Poi sì, New Orleans è più vicina all'Atlantico del Nord che al Pacifico, e mi piace l'idea di Kanon che, ogni tanto, risale sulla terraferma per gustarsi un po' di sana musica. Scommetto che durante il Carnevale non si perda una sola serata (magari assieme a quell'altro lazzarone di Gambit), vero?

Occhio alla cucina cajun, è bella corposa. E occhio anche al dialetto cajun.

Recensore Master
21/12/15, ore 10:53
Cap. 15:

Mi associo a Saga, stavolta.
Io, che sono pro Kanon fin oltre l'umana decenza, non posso che schierarmi dalla parte del fratello maggiore.
Nemmeno a me piace la menta. Per niente. La sopportavo quando potevo gustarmi un cioccolatino. Uno solo, poi l'emicranea. Ma nella limonata, o peggio ancora nel tè... non so, mi si arriccia la lingua al solo pensiero!
C'è anche da dire che quando adoriamo un sapore ci mettiamo in testa che sia IL sapore e dobbiamo convertire chi ci sta attorno con lo stesso zelo di un francescano spedito in America Latina.

Mi piace la quotidianità che si respira nelle tue righe. Una piantina di menta (piperita, e non la mentuccia romana, scommetto) sul davanzale, due bicchieri di limonata, una chiacchierata tra due ex amici che provano a ricucire un rapporto.
Io sono scettica, in questi casi, ché quando qualcosa si spezza è difficile pretendere di non vedere la crepa. Ma voglio sperare che questi due siano migliori di me, e ce la possano fare. In qualche modo. Piano piano.