E mi avvicino anch'io sempre di più al momento cruciale di questa tua storia. E come sempre rimango veramente incantata per il tuo modo di analizzare i sentimenti dei personaggi, in particolare di Tony che è così complesso e spesso anche contorto. Non ha voglia di parlare con nessuno, non può sopportare di sentire le solite parole di consolazione, nemmeno dagli amici più cari, però la tentazione di parlare con Peter c'è, sia perché con lui ha un legame che va oltre qualsiasi altro, sia perché sa che Peter può capire, Peter è passato proprio attraverso quella terribile esperienza e quindi le sue parole non sarebbero vuote frasi consolatorie, ma un vero aiuto che viene dalla sua esperienza di vita.
Devo dire che mi è piaciuto particolarmente come hai descritto Happy nel suo dialogo con Tony: grave, triste, ma allo stesso tempo anche diretto fin quasi alla severità. E' vero, Tony ha subito una perdita atroce, ma è anche vero che, rispetto a molti altri nella stessa situazione, è in una posizione di privilegio ( e Tony, ovviamente, non può che pensare a Peter, che rimanendo orfano ha perso veramente tutto). Sono proprio le parole di Happy a spingere Tony a fare la cosa giusta, a chiamare Peter, a sfogarsi con lui (e sì, quel sesso disperato è veramente il modo in cui Tony potrebbe cercare di esorcizzare il suo dolore, cercare di perdersi in Peter, gettare su di lui la rabbia, la disperazione, la sensazione di vuoto sapendo di sentirsi comunque accolto, amato, "contenuto", perché Peter è tutto questo per lui). Peter può capire che lui non voglia vedere nessun altro, può anche accettare di farsi fare male, di farsi mordere e prendere con violenza, perché Tony in quel momento ha bisogno di lui e lui c'è, c'è sempre.
E quella scena dopo il funerale... beh, come mi pare di aver scritto anche nella scorsa recensione me l'aspettavo. Avevo avuto il sospetto che Tony si fosse sentito tradito da Peter, perché lui sapeva dei suoi genitori e non gli aveva detto niente. Che ce l'avesse con lui perché aveva sentito, grazie ai sensi di ragno, ciò che era accaduto mentre Tony ancora sperava. Che avesse bisogno di qualcuno a cui dare la colpa. Non è giusto, è vero, è crudele, ma questa volta ti devo dire che posso capire Tony. Quello che gli è accaduto è talmente terribile che lui deve per forza trovare una spiegazione, per quanto assurda, ingiusta e cattiva, e se la prende con Peter perché c'è lui lì. Non è poi così strano, in fondo è "quasi vero": Peter, come gli altri amici di Tony, è un supereroe, ha dei poteri, eppure non ha potuto fare niente per impedire la morte dei genitori di Stark. E' vero, non avrebbe potuto, ma in momenti come questi non è la logica a dominarci, sono le emozioni, è la rabbia. Questo è un concetto che sento molto vicino perché ricordo di aver scritto tante volte, nelle mie storie su Steve e Bucky, che Steve si odiava e si sentiva una nullità perché era Captain America, era un supereroe, eppure non aveva salvato la persona più importante della sua vita. E adesso Tony rivolge la stessa accusa a Peter e lo si può capire, anche se in questo modo finisce per spezzare il cuore del ragazzo... ma forse è anche questo che vuole: Tony soffre, è devastato, e vuole che anche Peter soffra come lui. Quando si sta male, spesso si è tanto ciechi da volere che anche gli altri stiano male (è l'idea che mi ero fatta di Jacopo prima che incontrasse Antonio...). Forse è proprio il mio affetto immenso per Jacopo che adesso mi permette di capire e di scusare di più anche Tony, anche nei momenti peggiori. Per cui no, non me la prendo con lui per come tratta Peter dopo il funerale, nemmeno per le peggiori cattiverie che gli dice. Posso capirlo, è il dolore, la rabbia e lo smarrimento a farlo parlare... e credo che lo capisca anche Peter, nonostante il suo cuore spezzato.
Quello che non riesco ad accettare, però, è che Tony sia tanto orgoglioso da non ammettere di aver esagerato nemmeno settimane dopo, quando incontra di nuovo Peter. In quel momento non è più in preda alla rabbia e al dolore, sa di aver sbagliato, è lucido e consapevole... eppure lo stesso non dice una parola, non dico nemmeno di scusa, ma tanto per fargli capire che aveva bisogno di sfogarsi e che lo ha fatto con lui, che era ferito e voleva che anche lui soffrisse. Non so se riesco a spiegare... ci sarebbero stati dei modi per riprendere il rapporto con Peter senza doversi per forza scusare (che brutta bestia l'orgoglio!), avrebbe potuto, che so, dire semplicemente "Non voglio perderti, anche se ti ho detto quelle cose, in quel momento avevo bisogno di ferirti, ma adesso ho bisogno di stare con te". Non sarebbe stato nemmeno uno scusarsi, anzi si sarebbe autoassolto, ma sono convinta che Peter avrebbe capito. Invece il silenzio è la cosa peggiore, perché il silenzio può passare per indifferenza e credo che sia questa la cosa che distrugge definitivamente Peter, più delle accuse ingiuste, più delle cattiverie. La rabbia si può capire, l'indifferenza no.
Oddio, anche stavolta ho fatto una recensione del tutto sballata, secondo le emozioni che mi suscitava, ma spero che riuscirai a capirci qualcosa!
Come sempre sei bravissima nel descrivere le emozioni e i sentimenti, anche quelli più complessi e contorti, e ogni tua storia è piena di pathos, di un'intensità tale che coinvolge totalmente e alla fine siamo davvero con i personaggi, a provare il loro dolore, a vivere le loro sofferenze.
Tantissimi complimenti perché questa storia è diventata pian piano sempre più potente, non è la semplice Young Starker, ma un'occasione per approfondire in modo intenso e totale i sentimenti di Tony e Peter e il particolare rapporto che li lega. Un capolavoro, non si può dire altro.
Bravissima!
Abby |