Co'. Te, sì, Cosa3, Cosetta, Thingy, Coco'.
Io ho fatto training autogeno prima di addentrarmi nella recensione di questo capitolo, ed è inutile dirti che verrà fuori un poema omerico di lunghezza inenarrabile, ma credo sia doveroso nei confronti dei temi trattati, di come li hai trattati, e del fatto che questa sarà la quarta-quinta volta da quando hai pubblicato la storia che lo rileggo, e che ogni volta mi manca il fiato negli stessi, identici punti.
Quindi, date queste premesse, mi addentro nel mio martirio dicendoti che t'ho voluto bbene :')
(è appena partita Fade Out dei Radiohead... lo prendo come un segno?)
Per fortuna posso partire dalla leggerezza, ovvero: quant'è bello far l'amore, e quant'è bello scoprirlo da adolescenti? Certo, Tony è braccato dai suoi soliti demoni e paturnie, con la paura di rovinare tutto che lo guida quasi costantemente a farlo, in una sorta di profezia che si autoavvera proprio perché ne è così angosciato.
È bello però come Peter riesca a strapparlo dal suo baratro personale semplicemente rimanendo Peter: solare, gioioso, dedito a scacciare i pensieri e i volti cupi altrui senza mai preoccuparsi per se stesso, come se fosse costantemente in missione per aiutare tutti anche fuori dal costume di Spider-Man. In tutto ciò, ho trovato quasi sconcertante il fatto che Tony si sia davvero permesso di amarlo (e soprattutto di ammettere a se stesso di amarlo davvero) senza remore, e ho adorato la riflessione sulla caduta che, più passa il tempo, più diventerà potenzialmente devastante. Alla faccia delle profezie...
La scena del concerto al pub è stata carinissima e gradevole da leggere (ai Guardians of the Galaxy ho ridacchiato <3), anche se, già a una prima lettura, mi era sembrata proprio la calma prima della tempesta, con tutti quei riferimenti al Natale, alla Vigilia e all'atmosfera festosa che, in relazione a Tony, sono sempre assordanti campanelli d'allarme.
In una nota a parte, mi ha fatto una tenerezza incredibile leggere i tentativi di Peter nel flirtare, che nel loro essere impacciati riescono comunque a far cadere Tony ai suoi piedi... più di quanto già non sia, intendo :')
Poi. Poi prendo un grosso respiro, prima che mi arrivi per la quarta (quinta? sesta?) volta la mazzata nello stomaco.
Innanzitutto, amo come rendi Peter attraverso gli occhi di Tony. Il suo essere così camaleontico, da liceale timido, a supereroe urbano, ad amante passionale. Le sue sfaccettature sono innumerevoli, e sono esattamente la causa dell'infatuazione di Tony, prima, e del suo totale innamoramento, poi. Anche il fatto che lo renda parte del proprio privato, non solo nell'intimità del letto, ma nella vera e propria quotidianità, è indicativo, visto il suo carattere decisamente solitario. Anche se poi vive molto male da solo con se stesso, come ha dimostrato a più riprese e in più contesti).
La vibrazione del cellulare coincide col momento in cui il mio cuore ha iniziato a spezzarsi. Ovviamente, cosciente a priori dell'accaduto, ho provato il triplo della pena durante lo scambio di battute tra Happy e Tony, per quella notizia terribile non riferita tempestivamente.
Credo che la scena in macchina, breve, densa, icastica, sia la più potente di tutto il capitolo, se non di tutta la storia. Quel "non voglio dirtelo" è il punto in cui il mio cuore si è spezzato di netto: è una reticenza fine a se stessa, ma che Peter è quasi costretto ad esternare, perché lui non è in grado di dire qualcosa che possa ferire direttamente qualcuno. Non ne è in grado, non è nella sua indole. E allo stesso tempo non ha neanche il coraggio né tanto meno la cattiveria di mentire, né potrebbe mai farlo con qualcuno che ama. E niente, niente, queste poche righe mi annichiliscono ogni volta, perché c'è tutto lo spettro delle emozioni umane negative condensato in un botta e risposta telegrafico. La paura di sapere, la speranza che non sia successo nulla, la consapevolezza che non sempre tutto va per il meglio, il bisogno di un sostegno, la mancata presa su di esso, la realizzazione dell'accaduto e il rifiuto dello stesso.
Io, Co', non posso che dirti chapeau <3
Il riconoscimento dei genitori è stato un altro strazio per la mia anima, ma più che sulla scena in sé, per forza di cose emotivamente carica, mi soffermo su quanto Tony lasci trasparire del proprio intimo nei due momenti in cui si trova di fronte i propri genitori: la stretta al cuore per la madre, il notare più dettagli di lei, la presa di coscienza di averla persa davvero che arriva quasi come un'eco dalla sua stessa voce. E con suo padre, invece, balzano al suo occhio prima le caratteristiche preponderanti che aveva in vita: l'austerità, la compostezza sempre uguali e sbiadite a malapena dalla morte. In sordina, la consapevolezza di non essersi comportato come avrebbe dovuto, anche se, per come agiva sempre Howard, non potrebbe nemmeno farsene una colpa. Eppure.
Le considerazioni che arrivano subito dopo e l'apatia di Tony sono di un realismo da brividi: è vero, la morte non si realizza quasi mai sul momento, e neanche sul posto. A volte ci vogliono una bara e un funerale, a volte mesi o anni, a volte serve notare un dettaglio mancante nella propria vita. Ed è giusto che Tony non reagisca, è giusto che non pianga, e che ancora non si abbandoni al dolore nonostante senta di doverlo provare, quasi per obbligo.
Peter, anima pura, fa quel che può mettendo a frutto la sua esperienza e il suo vissuto drammatici, ma in una situazione simile ogni parola è di troppo, o troppo poca, ogni gesto è invadente e non abbastanza... e io qui, Co', Tony lo capisco. Non ne giustifico la reazione, né l'attacco diretto a Peter, ma lo capisco. Sapere qualcosa in ritardo, anche se solo di poco, un'ora, mezza giornata, cambia tutto. Cambia il modo in cui si accoglie la notizia, in cui ci si prepara ad affrontarla, cambia la percezione di chi ci sta attorno. E il sentimento di tradimento è legittimo, perché è meglio concentrarsi sul contorno, che sul fatto in sé, ed è più facile prendersela con chi è ancora in vita. Non è logico, ma è legittimo.
E l'angoscia di Tony, il suo risentimento profondo per aver ricevuto una bella bugia, o peggio, il silenzio, trapela da ogni riga.
Ovviamente la conclusione, in luce del primo capitolo, lascia presagire che Peter non capisca proprio sempre. E si scorge già la discesa a spirale di Tony nel proprio dolore, tornando a quella profezia che fa avverare lui stesso con ogni mossa. Nonostante qui entrino in gioco anche eventi esterni, Tony sa che sperare di stare bene da solo in questo momento è pura fantasia. È fisiologico volersi chiudere in se stessi nel lutto, ma è altrettanto chiaro che con individui come Tony, tesi verso il colpevolizzare se stessi e l'iper-analisi di tutto e tutti, ciò non possa portare a risultati positivi. Tanto meno se allontana l'unica persona che può capirlo e stargli davvero accanto, colui che potrebbe davvero essere la sua speranza, ma che si è visto rinnegare quel privilegio per colpa di un non detto in buona fede. Quindi, la caduta è assicurata.
Sia qui, che nel canone cinematografico, mi viene facile vedere Peter come una sorta di "cura" per Tony, che ha sempre avuto bisogno di altre persone per trovare del buono in se stesso. Da solo diventa autodistruttivo, caustico, si ripiega su se stesso in circoli viziosi che gli levano il sonno e la serenità... e questo, Peter, ancora non lo sa. Magari l'ha intuito, ma non ha mai visto un Tony "rotto", né Tony lo è mai stato davvero. E, almeno nel MCU, lo rimane finché non trova qualcuno in grado di aiutarlo a ripararsi.
Co', io ti ho detto un decimo delle cose che volevo dirti sul capitolo, me ne sono dimenticate una marea, altre vorrei scrivertele ma temo di non riuscire comunque a esprimerle a dovere. Quello che posso dirti è che, con una buona dose di masochismo, questo è il mio capitolo preferito nella storia. E la causa è sempre quel frammento, quella scena di poche righe in macchina, che ogni singola volta è un maglio in pieno petto e mi fa pensare che sono davvero, davvero contenta di averti scoperta come autrice, perché come scrivi tu i sentimenti e le emozioni umane, nessuno.
Grazie per le lacrime, grazie per scrivere così bene quei due citrulli, e grazie per avermeli fatti amare qui (che, come ben sai, non è cosa da poco <3)
Ti mando un bacione e tanti biscotti gluten-free, e ci sentiamo alla prossima incursione notturna, che ultimamente sono un gufo insonne :')
До свидания (ah! :P)
-Light/Co2/QuellaCosaLà- |