Mia cara Etienne, veramente un altro bel passaggio quello che ci hai proposto, e che permette al lettore di avvertire il sentire di ogni personaggio intervenuto nella vicenda.
Grazie anche per il breve sunto, che fa sempre piacere, per rinverdire la memoria sugli accadimenti, che sono tanti...
Alain, sta cercando di acclimatarsi in quella città a lui pressoché sconosciuta nonché a quella nuova dimensione che gli ordini ricevuti dall’alto gli hanno imposto.
Deve ancora abituarsi al mare e alla vita che si conduce nel luogo, anche se la distesa d’acqua sembra averlo conquistato. I mille riflessi della luce sulle acque cristalline evocano in lui pensieri e riflessioni.
Il suo abboccamento con Caraman non è stato problematico come forse si aspettava. E’ un uomo preparato che ha ben compreso quale fosse la motivazione della sua missione ed Alain si è subito messo all’opera per cercare di fare del suo meglio. Caraman ha messo al comando uomini facenti parte dell’aristocrazia, i quali hanno avuto non poche difficoltà ad essere obbediti dalla gente scelta e radunata fra la popolazione. Il compito di Alain è arduo ma non impossibile: gli basta trovare delle persone fra i popolani che abbiano capacità e carisma per riformare la guardia cittadina. E qui l’apporto di Oscar potrebbe essere decisivo. I suoi consigli sono quanto mai ben accetti, soprattutto venendo da un militare di lungo corso come lei.
Il loro incontro presso una locanda del porto è molto colloquiale e confidenziale. Alain paragona il blu dello sguardo di Oscar a quel mare luccicante, pensando a quanto fosse cambiata in tutti quei mesi, a come la sua nuova posizione le avesse infuso ulteriore linfa vitale, ora che poteva a pieno titolo condividere la vita con André. Anche Oscar però, dal canto suo, si preoccupa per Alain, volendo sapere se la sua posizione sia proprio quello che desidera o se ci sarebbe qualcosa d’altro che ambirebbe fare.
Oscar, ancora una volta, non si tira indietro e, dopo la richiesta da parte di Alain di ispezionare un edificio che Caraman sarebbe disposto a concedere come quartier generale per la nuova guardia, si predispone a dare un’occhiata per consigliare al meglio Alain sul luogo, valutando i pro e i contro. Alain, senza pensarci le domanda se la vita militare le manchi, se avrebbe il desiderio di tornare ad indossare una divisa.
E qui la risposta pronta di Oscar fa riflettere: essere un ufficiale significa avere delle gravose responsabilità, ma se lo stesso ufficiale non ha la libertà di manifestare i propri principi, dovendo sottostare a ordini altrui, che magari non condivide, allora è meglio non ricoprire certi ruoli. Ora come ora, lei è felice del suo nuovo posto nel mondo, dove può essere pienamente se stessa, anche non indossando quella corazza che l’ha divisa dalla vita per troppo tempo.
Alain è lieto che Oscar si senta pienamente realizzata e soprattutto che nulla rimpianga del passato.
Finita la visita all’edificio, che dovrà diventare caserma, Oscar lascia Alain per andare incontro a suo marito alla tipografia, rimanendo delusa nel non averlo trovato.
André infatti, terminato il suo turno di lavoro insieme agli altri aiutanti, ha chiuso i battenti e si stava concedendo una passeggiata, quando viene fermato da un individuo che gli chiede, gentilmente quanto insistentemente, di salire sulla carrozza per conferire con il suo signore che avrebbe avuto piacere a scambiare quattro chiacchiere. André acconsente, non prima di aver salutato uno degli ultimi ragazzi della bottega, almeno qualcuno lo avrà visto andare via in una carrozza.
Molto vero e sentito l’intermezzo fra Gilbert, di ritorno da una delle sue missioni, e il medico Cirillo, il quale si preoccupa per la salute sia fisica che emotiva di quel giovane. Gilbert si è chiuso a riccio, dopo la disavventura amorosa con la figlia del sindaco Martin, e sembra non riuscire a venirne fuori. Sempre taciturno e solitario, non si confronta con nessuno e non cerca il colloquio con nessuno. Cirillo, da medico saggio, prova a parlargli come potrebbe fare un padre, offrendogli degli stimoli e non facendogli una paternale che sarebbe stata mal sopportata, e comunque fuori posto, da lui che è pressoché un estraneo per il giovane. E Gilbert medita sulle parole del medico, ne comprende la fondatezza, come capisce che vengano dette solo per il suo bene.
Cirillo da navigato medico, sa che, come ogni buona cura, anche le parole devono essere elargite a piccole dosi affinché possano dare, con il tempo, l’effetto sperato.
Adesso siamo però in apprensione per la sorte di André. Chi ha voluto contattarlo e per quale motivo?
Restando in attesa che la tua penna sveli il mistero, ti ringrazio per questo coinvolgente passaggio nonché per la tua narrazione così empatica, che riesce a mettere a nudo ciò che provano i vari personaggi man mano che affrontano le difficoltà che incontrano sul loro cammino, dando così sempre più sia uno sguardo di insieme sia uno personale, e ti auguro un buon proseguimento un po’ per tutto.
Un affettuoso saluto e a presto, o a quando potrai... |