{Aomine Daiki x Kise Ryota; AoKise}
Non era il corpo da fotomodello di Kise Ryota ad eccitarlo, ma il fatto che questi fosse inferiore a lui. Kise lo ammirava, c’era stato un periodo in cui persino lo adorava sino al limite dell’idolatria. Ora nessuno più provava un sentimento simile nei suoi confronti. Daiki era l’ultimo degli arrivati e aveva ancora tanta strada davanti a sé.
Il pensiero di essere venerato ancora una volta lo faceva andare fuori di testa.
Non era una mera questione fisica riguardante il sesso fine a se stesso. Si trattava di un piacere molto più astratto, mentale, da cui, comunque, avrebbe potuto trarne un godimento concreto.
Vincitore e perdente; padrone e servo; forte e debole.
Forse stava solo farneticando. Forse veramente l’ebrezza della vittoria gli aveva annebbiato la ragione. Tuttavia, non riuscì a resistere all’impulso di mettersi in piedi, avvicinarsi a quella porta che aveva davanti e socchiuderla quel tanto che bastava per sbirciare dentro.
*
La storia è ambientata in un ipotetico futuro distante quattro anni dagli eventi raccontati nell'animanga. Non ci sono spoiler, comunque.

{Aomine Daiki x Kuroko Tetsuya}
Kuroko non avrebbe mai accettato un invito nella tana del lupo se non fosse stato assolutamente certo che Aomine, un po’, dopo che lo aveva sconfitto, era ritornato ad essere il vecchio Aomine, quello che era disposto a sacrificare il proprio posto in squadra pur di fargli calcare il parquet in una partita ufficiale e dimostrare il proprio potenziale. Ha intuito il cambiamento nel momento in cui le loro nocche si sono scontrate di nuovo, dopo mesi. L’intuito si è concretizzato in parziale certezza quando l’altro ha accettato l’onere di allenarlo in vista della partita contro lo Yosen.

{Aomine Daiki x Kuroko Tetsuya}
“Ma scusa, dici sempre che dovrei leggere qualche libro dei tuoi e ora che mi sto interessando mi tratti così?”
“Hai detto bene: leggere qualche libro, non chiedermi di cosa parlano.”
Le labbra di Aomine si arricciarono in un broncio infantile. Poi, ebbe un’idea. “Perché non leggi tu per me?”

Poi, Kagami aveva avuto la sventurata occasione di vedere Aomine Daiki in fase di risveglio, e aveva messo in chiaro che lui poteva pure fare la colazione per un esercito, ma non avrebbe mai più avuto a che fare con quello lì di mattina – e possibilmente per il resto della giornata, ma convivendo era difficile.
Convivendo. Se ci pensava gli venivano i brividi.
[KagaKuro e AoKise][linguaggio colorito]

{Aomine x Kuroko x Kise}
*Seguito de 'Il terzo vertice'*
Quando mi presentai a casa di Aomine-kun, trovai nella sua camera, già appostato al suo fianco davanti ad un tavolino centrale, anche Kise-kun. La sua presenza all’interno del nostro mini gruppo studio non mi dispiaceva affatto, ma ciò mi face supporre che le intenzioni di Aomine-kun fossero ben lontane dal voler studiare.
“A quanto pare sarai ancora una volta il mio mentore, Kurokocchi!”

{Aomine x Kuroko x Kise}
“Aominecchi, per favore, mettiti qualcosa addosso!” dissi in tono supplice. Forse alle sue orecchie non sembrai tanto convincente, perché anziché prendere un asciugamano per coprirsi le parti basse, si accosciò fino a portare il viso alla mia altezza.
“Ehi, siamo tra maschi, no? Ti senti a disagio perché non ti piace… o perché ti piace troppo?”

{Aomine Daiki x Kise Ryota; AoKise}
Era come se Dio gli avesse mostrato il Paradiso abbastanza a lungo da farlo assuefare a quella beatitudine, per poi chiudere sadicamente i cancelli e farlo precipitare sulla Terra, nella crudele realtà. E poi c’era Ryota: un elemento altrettanto importante di quel Paradiso irraggiungibile.

«Seijuurou, non chiameremo nostra figlia Himawari. Non so nemmeno come ti sia venuto in mente questo nome.».
«Perché i girasoli sono belli.».
E questa sarebbe una spiegazione? — Alzò un sopracciglio scettico.
«Tetsuya, conosci la leggenda?».
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AkaKuro || Hint!MidoTaka / Hint!AoKi || Future!AU / Family

[Prompt: MidoTaka; Takao e Midorima alle prese con un bambino non necessariamente loro (con un po' di fluff).]
[...]
«E dov'è?»
«Sta ...» Midorima sospirò pesantemente «sta costruendo una barricata.»
[...]
«Controllavo.» Takao sospirò rassegnato e chiuse il frigo «non hai dolci?»
«No, e se stai pensando di corromperlo col cibo, non funziona neppure quello.»
Takao strabuzzò gli occhi, incredulo: un bambino che non si corrompeva con i dolci era ... incorruttibile.
[...]
«Allora costruiremo anche noi una barricata!»
«T-Takao!»
«E vinceremo la guerra!»

“Midorima-kun, sono Kurok-”
“Ehi, mettiti qualcosa e usciamo, hikikomori!”
“Dai-chan, piantala.”
“Idiota.”
Rimane imbambolato a fissare il vuoto per qualcosa come dieci secondi. Probabilmente si è addormentato sul divano e adesso sta sognando, non c’è altra spiegazione.
“Midorima-kun?”
“... che cosa ci fate qui?”
“Takao-kun ci ha chiesto di portarti fuori.”
In cui Takao sta facendo un tirocinio all'estero, Midorima non accetta che gli manchi, e la Kiseki+Kagami lo porta a bere perché altrimenti farà la muffa.

Arrivarono affannati nella stanza e Takao non ci pensò due volte a buttare il tiratore sul letto e a sedersi a cavalcioni su di lui, bloccandogli le braccia sopra la testa e strofinando il naso contro quello dell'altro, aprendo poi la bocca come per baciarlo, ma senza arrivare a premere le proprie labbra contro le gemelle poco distanti.

Estratto:
Con qualche movimento – un po’ goffo – per assicurarsi a rami più bassi per scendere, Daiki riuscì a toccare terra senza farsi troppo male.
«Questo bambino sarà nevrotico, quando nascerà. Si sa che una donna incinta non deve essere fatta arrabbiare! Sarà colpa tua, solo tua!»
[Aomine probabilmente OOC; AoMomo post-series; lievemente angst. E anche qualcos'altro...]

{Aomine Daiki x Kise Ryota; AoKise}
*Sequel di 'American Dream'*
Il primo senso che perse fu quello del tempo. Non erano più i minuti a scandire le ore ma il livello di vodka nella bottiglia che scendeva sempre più. Arrivato a metà, la porta si aprì e Ryota fece il suo ingresso a casa. La luce era spenta e le tende tirate, sicché la stanza era immersa nella penombra.
Vide la sagoma di Daiki seduto al tavolo al centro del soggiorno, con una bottiglia nella mano sinistra e un bicchiere nell’altra.
“Sei una puttana!” gli inveì contro questi. Inclinò la bottiglia sul bicchiere, ma il liquore cadde in parte sul tavolo. Daiki non se ne curò e svuotò il bicchiere con la stessa velocità con cui lo aveva riempito.

-È la prima volta?- chiede, con voce fin troppo squillante per essere le tre del mattino. Aomine non riesce a trovare la voce per rispondere; è Momoi, che nonostante stia soffrendo le pene dell’inferno sembra avere comunque la situazione sotto controllo, ad annuire freneticamente alla dottoressa.
[...]
Sì. È pronto. Se ne convince.
Poi, mentre un’infermiera arriva con un carrello pieno di ferri e ferretti e panni bianchi, e un’altra si china a tamponare la fronte sudata di Satsuki e a mormorarle qualche incoraggiamento molto sentito, la donna si volta verso di lui, con quel sorriso irritante.
-Vuole venire qui a vedere?-
Si sente distintamente un suono di liquidi che vengono versati. Satsuki si piega su se stessa con un grugnito terrificante, i capelli rosa che le colano come ragnatele sul viso, e stringe, stringe fortissimo.
Aomine deglutisce.
E sviene
In cui Aomine sviene, Kuroko pure, Midorima anche, Murasakibara abbatte Himuro, Kise manco arriva oltre la reception, Akashi ci prova ma non è, ahimè, assoluto e grazie al cielo che non si sa come è arrivata Riko.

“È caldo.” Alzò lo sguardo verso di lui. “Mi piace il suono del tuo cuore.” Sussurrò, sorridendo dolcemente.
“Uh?” Ricambiò lo sguardo, non avendo ascoltato ciò che gli era appena stato detto.
“Niente.” Appoggiò nuovamente la guancia sul suo petto nudo, mentre l’altro gli passò una mano sulla schiena, che fece scorrere fino ai capelli. Li sfregò tra le dita. Erano morbidi.
“Ti amo, lo sai?”
“Me lo ripeti in continuazione.” Sospirò lievemente, mentre l’altro si rattristò, procurando a quello che era sotto un’espressione interrogativa. Non capiva perché si era intristito. In realtà non lo capiva mai. Stava male. Bene.
Mai.
“Sembra tu non lo capisca…” Mormorò, senza nuovamente essere sentito dal compagno, il quale gli stava per chiedere cosa avesse detto, ma avendo chiuso gli occhi, esitò, capendo che non voleva più parlare.
Non andava bene.
Non si capivano.
Era ovvio che sarebbe finita; anche se non sarebbe mai dovuto accadere.
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One-shot song-fic dalla canzone "The one that got away" di Katy Perry sulla coppia MidoTaka (che venero). Dedicata a mughetto nella neve, la quale mi ha costretto a tornare a pubblicare. E la ringrazio.
Buona lettera!

“Kagami-kun... Nella realtà non ho avuto abbastanza coraggio per portarvi a fondo con me.”
“Io ti avrei seguito volentieri. E ancora lo farei.”
[KagaKuro]

{Aomine Daiki x Kise Ryota; AoKise}
Non che a Ryota quell’approccio così brusco dispiacesse, anzi, si era persino eccitato, ma c’era una domanda che voleva assolutamente porre all’amante. Si allontanò, anche se un po’ a fatica a causa della cravatta che gli stringeva la gola. “Perché proprio stanotte?”
L’espressione di Daiki mostrò disappunto per l’interruzione. Rispose quasi annoiato. “Non volevo passare il Natale da solo. La gente si diverte e io non volevo essere da meno.”
In pratica, gli aveva appena detto che per lui era poco più di un giocattolo e Ryota non poteva dargli torto se davvero la pensava così. In fondo lo aveva ampiamente dimostrato correndo da lui non appena aveva ricevuto il suo messaggio.

{Aomine Daiki x Kise Ryota; AoKise}
Sapeva che sarebbe accaduto. Era abbastanza logico a pensarci. Eppure, benché quella possibilità fosse tanto concreta, Aomine non l’aveva mai considerata davvero. ‘Potrebbe succedere’, si diceva. Era un pensiero che lo sfiorava qualche volta, ma solo in modo fugace, quasi non meritasse la giusta attenzione da parte sua. Forse era convinto che ‘sì, può accadere’ ma ‘no, non sarà certo oggi’.
E invece ‘oggi’ era arrivato.
Kise lo aveva battuto.

Per il KuroKaga day~
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«Kagami-kun, tu hai mai bevuto un vanilla shake?»
Tetsuya Kuroko aveva appena fatto una domanda a dir poco assurda. Che c’entrava l’aver bevuto o meno quella roba?
«No, ma-»
«Tieni, provalo.»

Era un dato di fatto: la settimana appena conclusasi non era stata delle migliori per il Cancro.
Secondo dato di fatto: anche quella che stava per iniziare non prometteva particolarmente bene.
Ultimo, non per importanza, dato di fatto: l’oroscopo, come sempre, aveva ragione.
[dedicata a Pampa ♥]

Takao ama cinque cose, più di qualunque altra; più del basket, di sé stesso e della vita intera.
[Takao - Midorima]

{Aomine Daiki x Kise Ryouta, PWP}
“La ringrazio” rispose Kise con il suo più smagliante sorriso. Erano passati mesi dal primo giorno in cui, assieme ad Aomine, si erano ritrovati a chiedere alla reception quanto costava prenotare una stanza e qual era il tempo minimo (“Solo 2600 yen per due ore! E la stanza non è affatto male, vero, Aominecchi?”). C’era stato molto imbarazzo davanti la signora che aveva mostrato loro il dépliant con le camere e il listino prezzi, ma il desiderio bruciante aveva ottenuto una vittoria schiacciante su ogni altra cosa. Ora, invece, parlava con scioltezza e senza la minima vergogna.
Prese la chiave e salì le scale che conducevano al primo piano, nella mano destra portava una busta nera lucida che dondolava al ritmo dei suoi passi. Conosceva il percorso per giungere alla camera a memoria, tanto che quando arrivò alla porta non si curò neanche di controllare il numero.
La stanza numero otto dell’Hotel Silk era diventata quello che nel linguaggio dei fidanzati (“Te lo ripeto: non siamo fidanzati!”) viene comunemente chiamato nido d’amore.

Partecipante al "Let's sport!" Contest indetto da Drie.
MIDOTAKA (MidorimaXTakao)
***
Un Midorima che ha lasciato il basket, che non si fascia le dita, che ha smesso di seguire Oha Asa perché "se il Fato esistesse davvero" non gli avrebbe portato via l'unica persona veramente importante per lui; e un Takao che ha fatto un errore e che ne paga le conseguenze.
Shintarou ci ha provato, ci ha provato disperatamente per otto anni, a dimenticarsi di quel moro che gli ha spezzato il cuore. Ci ha provato e, con l'aiuto di persone come Kuroko e Kise, ha anche creduto di averlo fatto. Ma se il destino, sotto forma di pallone che attraversa la strada all'improvviso, fosse semplicemente un po' in ritardo, sarebbe ancora capace di aprirgli la porta?
***
“Shin…tarou?” mormorò, sgomento.
E lo sventurato rispose.
“…T-Takao?”
Midorima si pentì di aver pronunciato quelle sillabe non appena queste lasciarono la sua bocca.

Avrei cucinato per te per sempre.
Ti odio perché mi hai confuso. No. Non è vero. Sei stata l’unica certezza della mia vita, e io ti ho lasciato andare.
Vorrei sentire il mio nome pronunciato dalle tue labbra.
Se tornassi adesso, ti troverei?
Kagami decide di tornare a Los angeles dopo il liceo senza essersi mai confessato. Kuroko dopo due anni si fa trovare davanti a casa sua con un valigione e una marea di cose da dirgli.

Il sorriso rimane, instancabile, come una maschera ben collaudata e progettata per calzare alla perfezione sul viso in modo da non poter cadere maimaimaimai.
Ma ne sente le crepe percorrere lentamente quella superficie perfetta, corrodendola piano piano. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno.
Può provare ad aggiustarla, è vero. Aggiungere scotch perchè non ceda definitivamente. Ma per ogni volta che viene riparata le crepature che la solcano si fanno più profonde.
«Sai? Ogni tanto odio la mia vita»
[AoKi] [Song: Narcissistic Cannibal by Korn]

"Forse avrei dovuto allenarmi di più, avrei dovuto cercare di mantenere il tuo passo e di non farti sentire “solo”, avrei dovuto cercare di essere almeno l'avversario che non hai trovato; ma la verità è che non avrei mai potuto starti dietro. Per quanto mi sforzassi di seguirti in ogni dove alla fine finivo sempre col fermarmi a riprendere fiato e tu, non mi aspettavi più: guardavi lontano, eri pieno di speranze e di sogni."
[ KagaKuro | what-if | POV!Kuroko ]

Porta e finestre chiuse, serrate. Il buio che non è tale perché ci si mette poco ad abituarsi a quell'oscurità imposta.
C'è silenzio, talmente tanto che sembra quasi una tomba. Ironico, considerando cosa ho scelto di fare.
[La vendetta nella sua forma più sottile]

Taiga era sempre un poco sulle spine quando apparecchiava la tavola per due e sapendo Tetsuya sotto la doccia, - del fatto che fosse ovviamente nudo e che proprio per quello era una tentazione incredibile, - era bello pensare che il letto che avevano condiviso non lo avevano usato solo per dormire, che orbitavano nello stesso spazio e nella stessa casa come avrebbe fatto una coppia, che facevano insieme tutte le piccole cose che solo per quello, per il fatto di farle con il proprio compagno, acquisivano un diverso peso.
Era più bello condividere la vita con Tetsuya.
Decisamente bello.

Dal testo: "Vedere quel ragazzo perennemente con il musone e inespressivo assaporare una semplice ciotolina di gelato con tanta passione era troppo. Troppo per lui, troppo per chiunque conoscesse almeno un po' Midorima. Probabilmente gli altri avrebbero riso fino alle lacrime nel sapere che il giovane talento della squadra aveva una passione così semplice e magari infantile, ma non lui. Takao rimase semplicemente estasiato nel vedere il suo ragazzo così felice solo per aver messo un po' di gelato nella bocca. E, soprattutto, si eccitò per la carica erotica che il ragazzo trasmetteva nel gustarselo.

Pure se Murasakibara non è esattamente la persona più lungimirante del mondo.
Pure se Himuro non sempre appare limpido e sincero, nonostante affermi che non ha nulla da nascondere dietro la sua apparente mancanza di espressività.
Sono imperfetti come ogni altro essere umano.
Ed in quella imperfezione, hanno trovato l'equilibrio perfetto e calzante per ciascuno, per far sì che il loro rapporto sai autentico, che non tolga troppo all'uno e non dia più del dovuto all'altro.
Un'intesa che si riflette sul loro modo di giocare, formano un duo formidabile che non ha nulla da invidiare a nessuno.
Un legame che si salda e si consolida nel più caldo dei loro amplessi, e per quanto si sfiniscano, non ne hanno mai abbastanza.

A volte, ci si ritrovava nel posto giusto e al momento giusto, si diceva la cosa giusta alla persona giusta, e in virtù di questo, ogni cosa trovava il giusto incastro, la perfetta combinazione, rendendo tutto incredibile ma perfetto.
Strano si. Inaspettato. Anche. Ma assolutamente fantastico.

La persona stretta sotto di lui, poi, non aveva nulla della bella e morbida “Aiko-chan”: niente capelli lunghi, neri e lucenti, nessun seno prosperoso, nessun ventre piatto… perfino nessun “fiore inviolato” in mezzo alle gambe. Il petto contro il suo non aveva nulla di morbido, e le gambe che lo accoglievano non erano né soffici né tantomeno esili… dopotutto, Kise, per quanto bello e popolare, restava pur sempre un uomo.

[Aomine/Kise]
Kise cerca di rivendicare la sua virilità su Aomine.
Aveva cercato di far capire le sue intenzioni al compagno sin da subito - anche perchè era fermamente convinto che gli avrebbe riso in faccia se gliel'avesse detto esplicitamente. L'aveva baciato con più trasporto del solito, cercando di imprimere nei suoi baci, nei suoi morsi, tutta la forza che gli era possibile. Aveva persino preso l'iniziativa di spogliarlo, allentandogli la cravatta e sbottonandogli la camicia.

[Aomine/Kise]
One-Shot che racconti i pensieri di Kise dopo la partita Touou vs Kaijou.
Ricordi le vostre risate che si mescolavano durante quegli scontri infiniti, il sorriso del tuo avversario, la luce nei suoi occhi, la gioia che sprizzavano non appena entrava in una palestra. Ricordi come ti scompigliava i capelli dopo che avevi subito l'ennesima sconfitta, prima che si rifiutasse di darti un'altra rivincita perché, cavoli, era già notte fonda e neanche ve n'eravate accorti, e adesso chi la sente mia mamma.

{Aomine Daiki x Kise Ryota}
Una omonima videocassetta nera, questo è tutto ciò che Aomine gli aveva consegnato, insieme a delle istruzioni molto semplici: ‘Mettila nel registratore e premi play’. Per il resto, da quel che Kise aveva intuito, doveva solo guardare, memorizzare e in seguito ricopiare ciò che avrebbe visto.
*
Sapeva che Aomine aveva un animo da pervertito, e che molte volte non si faceva problemi ad esternarlo, ma questo era davvero troppo!

[KagaKuro, of course (L)]
Aveva cercato di dare la colpa di tutto a Kuroko, almeno nel proprio intimo, ma doveva ammettere che se anche fosse stato vero di certo non avrebbe alleviato la pena che gli era stata inflitta. Erano in due nella cosa ma pareva che quello, della coppia, che subiva quotidianamente di più era proprio lui, e questo particolare non solo non gli era sfuggito ma lo irritava decisamente molto. Quella poca pazienza che aveva sempre portato, poi, aveva disimparato a usarla, specie dopo che l'ennesimo citrullo lo fermava per i corridoi della scuola durante le pause tra una lezione e l'altra e, con una sfacciataggine che non sembrava molto giapponese, gli chiedeva senza mezzi termini cosa mai ci trovasse di piacevole nell'essere omosessuale.

Il primo pensiero che ti attraversa la mente – sarà anche l’ultimo, probabilmente – quando la tua schiena tocca il muro freddo, è che quel bacio è molte cose, ma non è gentile.
[AoKaga]

«Ripetilo, Taiga…» Taiga, non “Kagami” «ripetilo.»
[50 frasi Kagami/Kuroko][Riferimenti al manga almeno fino al capitolo 145]

Happy AoKise day!! ♡
"Il sole tramonta dietro quel campo da basket dove Kise si sta ancora allenando - quello stesso campo dove piú volte si era scontrato con Aomine i primi tempi, quando ancora ridevano insieme e sfidarsi era solo un gioco.
Non ha perso l’abitudine di andarci, neanche quando il dottore gli ha detto di stare a riposo per non sforzare le gambe; sa che prima o poi si incontreranno lí ed è per questo che ora il pallone ruvido rimbalza sul cemento, palcoscenico che li ha visti diventare amici e poi dividersi.
Assottiglia lo sguardo mentre fa entrare la palla nel canestro arrugginito, era più divertente quando erano in due."

"Come l’ombra ha bisogno della luce per esistere, cosí io ho bisogno di te in campo e nella nostra quotidianità, in quei momenti che sono solo nostri. Ho bisogno delle tue labbra, dei tuoi occhi color cielo, della tua pelle liscia e candida, della tua voce dolce e pacata per costruire la mia vita."