Bentornata!!!! Allora prima di tutto mi fa davvero tanto tanto piacere che tu abbia pubblicato il capitolo anche perchè significa che ti sei ripresa ed è una buona cosa che rincuora tutte noi, tue fan! Allora direi di iniziare subito perchè ho un bel po' di cose da dire. Prima di tutto parliamo di Jill:
Esisteva davvero un Peter Pevensie? E Susan, Edmund e Lucy. Ed erano davvero stati in quel mondo chiamato Narnia?
Se Eustace temeva così tanto Peter, voleva dire che la faccenda era davvero grossa.
Un segreto, aveva detto Scrubb. Tutto ricollegabile al romanzo.
Jill aveva una teoria: era possibile che Eustace avesse scritto quella storia a insaputa dei cugini.
Le sarebbe tanto piaciuto scoprire come stavano le cose.
Che i quattro ragazzi del romanzo fossero effettivamente i quattro cugini di Eustace? Oppure…
Jill devo dire che mi piace abbastanza come personaggio perchè forse mi ricorda un po' una me stessa da piccola (credo sia inevitabile quando ci si appassioni ad una sotria immedesimarsi nei personaggi anzi credo che dipenda anche da questo che una storia ci piaccia o meno), si fa tantissime domande il che è un bene e anche la sua passione per il fantastico, per la lettura di libri fantasy, e la sua spontanea curiosità la rendono perfetta per entrare a far parte di Narnia (che sia lei il Settimo Amico di Narnia?!?! Qualcosa mi dice di si XD xD ).
Era così che Jill aveva sempre immaginato che fosse: ai protagonisti dei racconti fantasy accade qualcosa di straordinario perché sono persone straordinarie, perché hanno qualcosa in più degli altri, perché sono prescelti da qualcuno di grande per vivere avventure incredibili, al di fuori della portata di persone ordinarie…come lei.
Ehh gia Jill ci ha proprio preso: i Pevensie, Caspian e Eustace non sono persone comuni (infatti non poteva essere possibile che qualcuno come Caspian o Peter potessero essere reali, sarebbe stato troppo bello *__* ahhaah xD). Lei gia si capisce è una ragazzina di cui sene trovano 1 su un milione e la sua capacità intuitiva sarà molto di aiuto agli Amici di Narnia, capirà in seguito che è tutt'altro che ordinaria.
“Un giorno lo rivedrai”
Jill tirò su col naso. “Sì, lo so”
“Io…l’ho visto”
Lei alzò il capo e lo guardò perplessa. “Cosa hai visto?”
“Il luogo dove inizia la vera vita. Il luogo dove si trova tuo cugino”
Eustace pronunciò queste ultime parole sperando con tutti il cuore che lei non s’infuriasse, o che pensasse che la stesse prendendo in giro.
Jill scosse il capo, stranita. “Che sciocchezze dici?”
“E’ vero, non è una favola. Ho visto con i miei occhi che quel luogo esiste, te lo giuro!” esclamò il ragazzo, infervorandosi. Chiaramente lei credeva fosse impazzito.
“Scrubb, io ti ringrazio. So che stai cercando di consolarmi, ma prendermi in giro non è il modo migliore”
“Bè, non ci sono proprio stato, diciamo che ne ho vista l’entrata” insisté lui, prendendola per un polso e costringendola di nuovo a sedersi quando si alzò.
“Ah, la versione è cambiata”
“Lo so, è un argomento delicato, ma ti giuro che ci sono stato. E’ una spiaggia, con una grande onda, enorme, immensa, ed è l’entrata per…”
Jill lo fissò un momento, poi abbozzò un sorrisetto. “Per il paradiso?”
“Una cosa del genere”
Lei fece una risatina sarcastica e si alzò di nuovo. “E’ meglio che vai, ora”
Anche Eustace balzò in piedi e la fermò di nuovo. “E’ a Narnia”
A quel nome, gli occhi scuri di Jill divennero vigili.
“Hai tanto voluto sapere di quel mondo e ora te lo sto dicendo, Pole. E’ a Narnia che ho visto quel luogo. C’è. E’ vero. Non è una bugia”
Lei tremò un poco. “Giuralo”
“Te lo giuro. Un mio carissimo amico è laggiù adesso, e se potesse tornare ti direbbe che non devi mai dubitare di quel che si dice a proposito di Narnia”
Pensare a Ripicì faceva ancora male. Gli mancava tanto.
“Quel tuo amico è…morto?” chiese Jill con un filo di voce.
“No, ha scelto di andarci di spontanea volontà. Oh, è una storia molto lunga”
“Io…” Jill prese un respiro, improvvisamente rincuorata. “Io penso di volerla sentire”
Forse era un sentimento dettato da quel momento tanto triste e difficile, o forse era il presentimento che non l’aveva mai abbandonata, neanche dopo tutti i rifiuti e le negazioni di lui riguardo a Narnia, ma Jill sentì che voleva crederci.
Probabilmente, qualcun altro avrebbe gridato in faccia a Eustace che era la scusa più assurda che potesse trovare per consolare una persona che ha appena perso un parente. Ma lei sapeva, nel profondo del suo cuore, che non era così.
Eustace le sorrise. “Forse prima dovresti leggere questo”
Dicendo così, il ragazzo prese il suo zainetto e ne trasse il famigerato quaderno degli appunti.
Lo porse all’amica e lei lo prese con mani tremanti.
“Perché me lo stai dando?”
“Bè, volevi sapere come continuava la storia, no? Leggi. Così poi potrò raccontarti di Ripicì”
“Chi?”
“Il mio amico. Ma a questo ci arriviamo poi. Prima devi finire la storia dell’armadio”
Ripicì!! So che probabilmente non lo rivedremo più ma quella palla di peli che venera la sua coda donatagli da Aslan (xD) mi manca e in questo passaggio si riesce a sentire la nostalgia di Eustece nei suoi confronti e fa commuovere come sia diventato profondo il loro rapporto considerando che prima non si sopportavano :')
Eustace sta dimostrando passo dopo passo che a Jill ci tiene sul serio, e la dimostrazione più grande fin ora è stata raccontargli di Narnia. Quei due celi vedo davvero bene insieme come ci ho sempre visto bene Emeth e Lucy, speriamo che vadano a finire allo stesso modo!
E adesso passiamo a Narnia (premetto che in questo capitolo Lord Erton mi è stato particolarmente antipatico!!):
Lord Erton sbuffò. “Ci sono le balie per questo. Voi dovete occuparvi di cose molto più importanti”
“Difatti ero impegnato in qualcosa di estremamente più importante di un’udienza privata” ribatté Caspian con molta calma, ma con sguardo severo. “La mia famiglia è più importante di tutto il resto. Mai farò mancare loro il mio amore e la mia presenza. I miei doveri di marito e padre mi stanno a cuore quanto, se non più, di quelli di Sovrano”
come ho anticipato Lord Erton mi è stato particolarmente antipatico ma allo stesso tempo ho ADORATO il comportamento di Susan e Caspian in questo capitolo quando ci si riferiva a lui.
Qualche mese dopo la nascita dei principi, Narnia si preparò per un altro meraviglioso evento:
Il Re Caspian e la Regina Susan ufficializzarono le loro nozze davanti ad Aslan un giorno d’autunno, precisamente lo stesso giorno in cui si erano sposati sull'Isola delle Rose.
la scelta della dta non era stata casuale.
Fu un tripudio di ospiti che vennero da ogni dove, e festeggiamenti che durarono quasi una settimana.
I Pevensie, per questa specialissima occasione, arrivarono molto prima della cerimonia, ai cui preparativi Helen e Lucy parteciparono attivamente.
Furono giorni di fermento in tutto il castello: si lucidarono argenterie e porcellane, dai grandi vassoi ai più minuscoli cucchiaini. Pavimenti e vetri dovevano brillare, così come i lampadari. Si prepararono le stanze per quegli ospiti che si sarebbero trattenuti a palazzo, e si allestì di tutto punto la Cappella d’Oro con fiori e drappeggi colorati.
Caspian si sposò indossando l’alta uniforme di Telmar, in colori blu scuro, nero e oro, che metteva più che mai in risalto il suo fisico prestante, .
Susan indossava un vestito da favola, che brillava ad ogni suo movimento grazie ai mille piccoli diamanti cuciti a mano sul tessuto di un bianco abbagliante. Tra i capelli, portati sulla spalla sinistra, erano intrecciati fiori degli stessi colori del suo bouquet da sposa: bianchi e blu. Ovviamente, non aveva saputo fare a meno del suo fiore.
Peter era il suo testimone, Edmund quello di Caspian. Lucy era la prima damigella d’onore, insieme a Miriel, Shanna e Gael.
La Regina giunse alla Cappella con una carrozza trainata da quattro splendidi cavalli bianchi.
Come c’era da aspettarsi, Helen pianse.
Al lancio del bouquet, tutte le fanciulle in età da marito si schierarono vicino alla grande fontana a forma di cigno.
Ma fu Miriel a prenderlo, al che la cerimonia di nozze venne fusa con quella di fidanzamento della Driade e del Re Supremo. Ormai non c’era più motivo di aspettare, e la loro futura unione venne annunciata ufficialmente. Ci sarebbe voluto ancora del tempo prima di assistere a un altro amtrimonio, questo lo sapevano tutti. Peter e Miriel sapevano anche che, d’ora in avanti, le visite di lui non sarebbero più state così assidue come le due volte precedenti.
La famiglia di Miriel (presente tra gli invitati) diede il proprio consenso, anche se un po’ a malincuore, mentre Helen e Robert, accettarono la cosa con una serena rassegnazione. Dopotutto, i signori Pevensie avevano sempre saputo che i loro bambini non potevano rimanere bambini per sempre. Ma se Aslan concedeva loro di visitare Narnia così spesso, l’idea che sia Susan che Peter (e forse in futuro anche Edmund e Lucy) avessero vissuto in un altro mondo, non era più così spaventosa.
Ci fu un banchetto sontuoso nella grande sala dei ricevimenti, e anche se il Re e la Regina si ritirarono prima di tutti gli altri, il ballo di nozze continuò fino a notte fonda.
Allora, sarò scontata ma devo dire che per una questione di affetto amo di più il matrimonio sull'Isola delle Rose (non perchè tu lo abbia scritto male, no no anzi sei stata bravissima a riassumere il matrimonio in questo capitolo anche perchè come hai detto tu, il nostro "momento di gloria" lo abbiamo gia avutoxDpoi è chiedere troppo xD comunque non vedo l'ora di leggere la OS del matrimonio, spero arrivi presto!!) ma in ogni caso è stato emozionante sapere che a questo matrimonio hanno partecipato non solo i Pevensie ma anche Helen e Robert e naturalmente Rilian e Myra! E' stato come il momento della nascita dei due principini: EMOZIONANTE!
Il cuore di Lucy, quella notte, le martellò in petto a un livello folle. Aveva notato gli sguardi di Emeth, tanto intensi a volte da farla vergognare. Cosa stava pensando di lei?
Come Eustace e Edmund, Lucy aveva preso qualche centimetro e mamma aveva dovuto comprarle una nuova divisa scolastica per il nuovo trimestre.
Non era come Susan, Lucy era più magra e un po’ più bassa, ma si piaceva. O meglio, aveva cominciato a piacersi.
Poi, quel mattino, quando le cameriere le avevano fissato la coroncina di fiori nei capelli, si era guardata allo specchio, e infine aveva visto la bambina divenuta fanciulla: la sua ambaile figura in un abito rosa pesco, senza spalline, con un giro di fiori rosa appuntati in vita e sulla casta scollatura che rivelava le dolce forme ormai evidenti sotto gli abiti.
Si era quasi un’altra.
Non aveva mai indossato abiti narniani che potessero metterla in risalto, se non nell’Età d’oro, quand’era divenuta grande. Ma all’epoca Emeth non c’era, e lei non aveva mai avuto desiderio di essere bella per nessuno in particolare.
Non era mai stata innamorata. Era un’esperienza nuova.
E il giovane soldato non la lasciò un attimo, tantomeno con lo sguardo. Lucy era un richiamo irresistibile per i suoi occhi, che percorrevano la sua figura, così cambiata dalla prima volta che l’aveva vista.
Desiderò esprimere i suoi sentimenti in modo più completo, ma ancora non osò. Non era pronto e lei non poteva restare. Emeth aveva deciso che solo nel momento in cui sarebbe stato certo che la Valorosa non avrebbe mai più lasciato Narnia, solo allora avrebbe pronunciato quelle parole.
Per Edmund fu invece tutto più complicato.
Shanna, nel suo abito rosa chiaro, sembrava più vera, meno irraggiungibile, e il Re Giusto lo constatò con piacere danzando con lei per tutta la festa.
“Forse dovresti invitare anche qualcun’altra” gli fece notare la Stella con un certo imbarazzo, quando si rese conto che decine di fanciulle attendevano il loro turno per farsi avanti.
Ma Edmund rifiutò gentilmente ogni invito.
Shanna ne fu oltremodo lusingata.
C’era qualcosa di indiscutibilmente diverso in lei, notò il Giusto, ma non capiva bene cosa. Forse erano i suoi capelli: aveva cambiato pettinatura? Oh certo, tutte le ragazze avevano una pettinatura diversa quella sera. Allora forse era l’abito…no, nemmeno. Forse era…che cos’era?
Continuò a pensarci anche quando fu steso nel suo grande letto, le mani dietro la nuca e lo sguardo fisso al soffitto, mentre ripensava alla splendida serata e rimuginando sull’effetto che lei provocava in lui ogni volta che la vedeva. Si sentiva estasiato e spaventato allo stesso tempo, e anche un po’ sciocco. Aveva scoperto un nuovo lato di sé, un lato che fuoriusciva solo in presenza di Shanna.
Con gli altri era il solito Edmund. Ma con lei…
Aveva sempre considerato le ragazze niente più che amiche, certe volte persino fastidiose. Con Susan e Lucy – specie quand’erano più piccoli – era arrivato a pensare a loro come fratelli, come maschi; perché in fin dei conti, secondo lui, non c’era molta differenza tra ragazzi e ragazze. O no?
Osservava Emeth ridere con Lucy, Peter abbracciare Miriel, e soprattuto Caspian baciare Susan. Quest’ultimo aspetto non gli appariva più così disgustoso come sul Veliero dell’Alba.
Anche se non aveva mai capito pienamente come si potesse desiderare di posare le proprie labbra su quelle di una ragazza…bè, ora iniziava a pensare seriamente di provare a farlo. Aveva sentito questo bisogno guardando Shanna quella sera. Aveva indugiato più volte sulle sue labbra chiare, perfette, sottili. Era stato tentato più di una volta, durante la festa (e nei giorni seguenti tutte le volte che sarebbe rimasto solo con lei) a voler sperimentare quel contatto.
Purtroppo, non ci sarebbe riuscito.
Ecco uno dei miei momenti preferiti! Le coppie Lucy/ Emeth e Shandmund (vabbe poi è ovvio la mia preferita è Supian seguita da Peter e Miriel *_*). Devo dire che sono abbastanza impaziente di vedere un passo avanti nella coppia Lucy/ Emeth e anche nella Shandmund infatti sono rimasta abbastanza delusa che tu non l'abbia approfondito più di tanto ma capisco benissimo che dopo tutto quello che succede in questo capitolo non era proprio il caso (avvicinandosi al parlare di Lord Erton mi sale la rabbia xS). Edmund ma che cavolo! Muoviti a baciarla a quella poverina! Credo che leggere del suo primo bacio sarà una delle parti più belle di Night&Day perchè mi aspetto un momento di impacciataggine assolutamente adorabile che è tipica di Edmund quando c'è la piccola Stella Azzurra :')
Emeth decise un giorno di partire per il Sud, intenzionato a ritrovare sua madre e suo padre. Susan non voleva che se ne andasse, ma Caspian gli diede il permesso. (ti prego dimmi che tornerà in tempo per il ritorno di Lucy a Narnia!)
Fu un equivoco bello e buono, ma ci andarono di mezzo delle vite.
Il ragazzo partito per far visita alla madre e i suoi compagni, furono tra coloro che Lord Erton fece catturare e portare nelle prigioni di Beruna.
Se solo il Re e la Regina fossero tornati un giorno prima, quella tragedia si sarebbe potuta evitare.
Ma accadde il peggio.
Lord Erton si rese conto del madornale errore commesso dalle sue guardie, ma il Duca non era un uomo umile e non ammetteva mai di aver sbagliato. Così, fece mettere a morte quei giovani soldati spaciandoli per ribelli.
Non ci fu processo. Vennero condannati senza possibilità di appello, e quando il Liberatore e la Dolce tornarono a Narnia, era troppo tardi.
“Siete un mostro!” esclamò Susan, dopo che la seduta del Gran Consiglio in cui Lord Erton aveva spiegato faccenda fu terminata.
Il Duca era rimasto impassibile di fronte alla collera di lei, in attesa di essere ricevuto dal Re.
“State pur certo che Caspian prenderà i giusti provvedimenti!”
“Ho solo fatto il mio dovere, mia signora”
“Il vostro dovere era condannare a morte dei poveri innocenti?! Non avevano fatto nulla e voi lo sapevate!”
Susan era fuori di sé, e Caspian non fu da meno.
Quando Lord Erton entrò nel suo studio, il Liberatore diede sfogo alla stessa indignazione della moglie.
“Dovevo esserne informato! Dovevate mandare un messaggero! Vi avevo espressamente ordinato di mettermi al corrente di qualsiasi questione avesse richiesto la mia presenza!”
“Maestà, per così poco” ribatté Lord Erton, ricevendo la solita occhiataccia da Briscola, seduto sul suo seggio dietro al Re, intento a prendere appunti. “Una faccenda di così poco conto come quella dei disertori, non poteva prendere il sopravvento sui certamente più importanti problemi che Vostra Maestà avrà dovuto discutere alla corte di Archen”
Caspian parlò con voce seria e pacata. “Ogni questione che riguarda Narnia è importante, milord, più di qualsiasi altra. Tuttalpiù se la questione riguarda un innocente”
“Maestà, che fossero innocenti o meno spettava a me decidere, in quanto giudice di corte”
“Ebbene, lo erano?”
Lord Erton unì le mani dietro la schiena, improvvisamente a disagio. “Sire, quei ragazzi erano esattamente nel luogo in cui erano stati avvistati i disertori. Pertanto, ho creduto…”
“Pertanto li avete presi e li avete fatti mettere a morte senza processo, perché così vi andava, Lord Erton!”
“I disertori vanno puniti, Sire. Il popolo deve capire cosa accade a chi tradisce la corona”
“Non erano disertori, farabutto che siete!” tuono Briscola, parlando per la prima volta. Non aveva potuto trattenersi.
Lord Erton guardò il nano, desiderando di strangolarlo seduta stante.
A un cenno del Re, Briscola si zittì.
Bestiaccia, pensò Lord Erton, rimanendo immobile, sostenendo lo sguardo accusatore del Reggente.
“Maestà, vi giuro che quei ragazzi si sono comportati come criminali quando li abbiamo incontrati nella foresta.” continuò poi, come se non fosse mai stato interrotto. “Lo ripeto, ho fatto solo il mio dovere: li ho catturati e li ho puniti”
Il Liberatore lo guardava con sul viso un’espressione assolutamente disgustata.
“Non sta a voi decidere chi deve vivere o morire!” esclamò.
Il Re e il Duca si fronteggiavano, in piedi uno di fronte all’altro, solo la scrivania a dividerli.
“Certe volte è necessario prendere decisioni drastiche, Sire. Un Re questo dovrebbe saperlo” disse Erton, irremovibile.
Caspian abbassò un momento lo sguardo e annuì. “Forse avete ragione, signore. E’ necessario prendere decisioni drastiche. Per questo lascerete il vostro incarico stasera stessa”
Sembrò che il Re avesse appena schiaffeggiato il Duca. Briscola, invece, avrebbe voluto mettersi a ballare.
“Io credo di non capire” balbettò Lord Erton, con un’espressione molto stupida.
“Sto dicendo che da questo momento non siete più il Duca di Beruna, e nemmeno giudice della Corte Suprema. E’ chiaro a tutti che la vostra capacità di discernimento non va di pari passo con il Nostro pensiero. Quello che è accaduto oggi è un fatto molto grave, e non vogliamo si ripeta mai più”
Lord Erton iniziò a tremare. Osservò l’espressione impassibile del Re, e quella soddisfatta di Briscola. Solo le buone maniere impedivano al nano di ridergli in faccia.
“Farete parte del Gran Consiglio, questo ve lo posso ancora concedere” concluse Caspian. “Ma non prenderete mai più decisioni giudiziarie”
Lord Erton aprì e chiuse i pugni più volte, tirando lunghi respiri per calmarsi. Infine s’inchinò rigidamente.
“La vostra volontà è la volontà di Narnia, Sire” balbettò con tono lugubre. “Con il vostro permesso, io mi ritiro”
Ma le sorprese per lui non erano finite.
Quando tornò nel suo palazzo a Beruna, trovò le guardie a sbarrargli la strada.
“Tutto ciò è ridicolo!”
“Ordini della Regina, milord. Il palazzo appartiene al Duca, e voi non siete più il Duca di questa città”
Ecco è arrivato il momento, io non volevo che arrivasse, ma come è giusto voglio anche dare il mio parere riuguardo a questa ultima parte del capitolo che devo dire mi piace solo per il fatto che Susan e Caspian FINALMENTE danno del filo da torcere a quel vecchietto interpecorito (il vocabolario di Caspian si fa sentire xD) e dimostrano a quella serpe maledetta che sono loro i sovrani e che lui non puo niente nei loro confronti e che a Narnia quelli come lui vengono puniti a dovere!
Quello che a fatto a quei poveri ragazzi è davvero abominevole, fino a quando si trattava di parlare male della Dolce (cose che non fa che alimentare il mio odio per Lord Erton, se il tuo intendo era farcelo odiare a morte, beh ti dovrebbero dare un premio perchè per come l'hai articolato come personaggio in questo momento avrei voglia di strozzarlo!!!), non è umano porre fine alla via di una persona per orgoglio ma arrivati a questo punto credo che non sia il peggio che si possa aspettare da lui (ho paura per quello che puo fare in seguito ai Supian xS)
Dopo una settimana, il servitore era tornato con la risposta, la quale consisteva in una fialetta di vetro contente il liquido velenoso più potente che si potesse trovare al mondo. Inodore, insapore, incolore. Aveva un effetto devastante per chiunque lo bevesee. Portava a una morte lenta e dolorosa, che consumava la vittima da dentro, la quale lasciava questo mondo dopo esser stata preda di atroci sofferenze. Una morte che Lord Erton non avrebbe augurato neppure al suo peggior nemico, eccetto forse una.
Aveva un piano, elaborato in poco tempo e per questo rischioso. Tuttavia volle correre quel rischio.
La persona alla quale aveva in mente di somministrare quel micidiale intruglio doveva sparire dalla circolazione al più presto, o le sue speranze di recuperare ciò che aveva perso diventavano vane.
Mentre ripercorreva il suo piano, la sera che avrebbe dovuto andare in porto, di tanto in tanto Lord Erton ghignava da solo mentre con la carrozza raggiungeva Cair Paravel in abito da cerimonia, per prendere parte alla prima festa di compleanno del principe Rilian e della principessa Myra.
La sua mente contorta si proiettava in avanti di una decina di giorni, a quando ormai il veleno avrebbe fatto il suo dovere e Narnia sarebbe caduta in un tremendo lutto alla morte della sua Dolce Regina. Il Re non avrebbe più avuto una ragione di vita, eccetto forse i suoi figli. Ma ai principi avrebbe pensato Lord Erton, mandandoli a Telmar, lontano dal padre. Dopotutto, Caspian non avrebbe potuto occuparsene come faceva Susan, e Lord Erton già immaginava il Liberatore chiedere di allontanare di proposito i due bambini, perché gli ricordavano troppo lei.
Dopodiché, passato il giusto periodo di cordoglio, Lord Erton avrebbe ripreso in mano le redini del Gran Consiglio, della vita del Sovrano, di Narnia. Tolta di mezzo la Regina, tutto sarebbe tronato come prima.
Solo Lord Galvan e Lord Ravenlock erano al corrente di questo suo piano, oltre alla persona che gli aveva procurato il veleno.
Chi era questa persona? Ovviamente, l’Imperatore Tisroc.
Ma qualcosa andò storto.
Forse fu davvero per la fretta con la quale Lord Erton mise in atto il suo diabolico proposito, forse fu per la disattenzione del cameriere cui era stato ordinato di riempire il calice della Regina, fatto sta che al momento del brindisi, il Re si accasciò a terra tra gli sguardi spaventati e attoniti di tutta la corte.
Venne immediatamente fatto portare nelle sue stanze, furono chiamati i medici di corte, primo fra tutti il dottor Galileo, ma nessuno di loro capì che cosa gli fosse accaduto.
Caspian presentò prima una violenta febbre, poi sopraggiunsero le convulsioni, infine il dimagrimento. I luminari più esperti non potevano far nulla, potevano solo guardare il loro Re spengersi giorno dopo giorno.
Susan rimase sempre accanto al marito, non lo lasciò mai, anche se il dottor Galileo insisté più volte di allontanarla, sia lei che i bambini, per evitare che ci fosse un contagio nel caso la malattia del Re si fosse rivelato un virus mortale.
Susan, impotente davanti alle condizioni di Caspian, chiese più volte consiglio all’unica persona che sembrava pensarla come lei: il dottor Cornelius.
“C’è già chi grida al complotto. Dicono che l’hanno avvelenato” disse lei un giorno, quando sembrava non ci fosse più nulla da fare. L’esito che tutti temevano, e cioè che il Re morisse, sembrava ormai inevitabile.
“Io temo di si, bambina”
Susan si gettò in ginocchio ai pedi della poltrona sulla quale era seduto il vecchio professore, singhiozzando sulle sue gambe, mentre egli le accarezzava i capelli.
“Io so che quel veleno era per me! E’ colpa mia!”
“Mia cara, cosa dite?!” esclamò lui, turbato.
“E’ così, lo so! E so anche chi è stato, ma non ho nessuna prova!” Susan alzò il viso rigato di lacrime di disperazione e di rabbia, puntando gli occhi celesti in quelli in quelli di Cornelius, colmi di pianto quanto i suoi. “Deve esserci una antidoto. Professore, vi prego, aiutatemi!”
“Ho dato fondo ai miei libri, ma...”
“Io non accetterò che Caspian muoia! Non lo accetterò mai!”
Cornelius fece un’espressione molto grave, distogliendo lo sguardo da quello della Regina.
E lei interpretò quella titubanza per quel che era: Cornelius le nascondeva qualcosa.
“Esiste una soluzione” esclamò speranzosa. Non era una domanda. “Se c’è, ditemela!”
Il vecchio precettore sospirò profondamente. “Se le mie deduzioni sono giuste, l’unico antidoto è realizzabile con un miscuglio di rare erbe e un pizzico di magia”
“E voi sapete come procedere?”
Il volto addolorato di Cornelius divenne serissimo e Susan provò uno strano senso d’inquietudine.
“Posso tentare” rispose l’uomo, sempre senza guardarla.
C’era davvero qualcosa che il vecchio precettore non le aveva detto, ma per il momento decise di non chiedere altro. La cosa più importante era la salvezza di Caspian e il tempo a disposizione stava per scadere.
Susan balzò in piedi ma Cornelius la fermò. “Per quanto riguarda la magia, bambina, io non so se posso aiutarvi”
La speranza nata in lei si dileguò in un istante. “Ma voi avete qualche nozione, l’avete detto una volta voi stesso”
“Io conosco la magia dei miei antenati, dei Nani Neri, che viene da Aslan. La magia che serve per questo antidoto è magia nera”
La Regina trasalì.
In tutta Narnia non c’era nessuno che la praticasse, eccetto chi aveva rinnegato Aslan e la Grande Magia. La magia nera era proibita e nessuno mai, se non voleva incorrere nell’ira del Grande Imperatore d’Oltremare, doveva farne uso. Era stata portata nel mondo dalla Strega Bianca, unica persona che Susan aveva visto usufruirne. Gli unici altri di cui sapeva erano gli stregoni di Calormen.
A meno che non ci fosse qualcun altro. Qualcuno di cui lei non aveva sospettato, ma che, pensandoci ora...
Poteva essere.
Poteva essere che chi si fosse procurato il veleno avesse anche l’antidoto.
“Cercate quelle erbe, dottore, al resto penserò io” disse svelta.
“Cosa volete fare?” chiese lui molto preoccupato. “Maestà, la magia nera è proibita, non fate sciocchezze!”
“Non ho intenzione di usarla, se è questo che pensate, anche se sarei disposta a fare qualsiasi cosa per salvare la vita di Caspian. Ma non è questo che lui vorrebbe, lo so. Tuttavia posso costringere la persona che ha fatto questo al Re a darmi il suo contributo. Se ho ragione, avremo l’antidoto entro domattina”
Contro al sua stessa volontà che le imponeva di non allontanarsi mai da suo marito, Susan fece sellare Destriero e si precipitò verso la brughiera, al palazzo di Lord Erton. Tempestoso e i suoi figli la seguirono appena in tempo per non lasciare che commettesse qualche sciocchezza dettata dalla più ceca disperazione.
Viaggiò quasi tutta la notte e il sole era ormai sorto quando arrivò a destinazione.
Nel castello già si muovevano camerieri e valletti, i quali furono totalmente presi alla sprovvista dal suo arrivo.
“Maestà!” esclamarono increduli Lord Galvan e Lord Ravenlock.
“Fatemi passate” ordinò Susan, con una voce che nemmeno pareva la sua.
“Sì, signora” borbottarono gli altri due, scostandosi dalla porta dietro la quale si accedeva alle stanze del loro signore.
Lord Erton, che stava facendo colazione in vestaglia, avvertì come un rombo di tuono quando la porta della sua camera si aprì con un tonfo. La tazza di thè gli cadde di mano, infrangendosi al suolo, spargendo il suo contenuto sul tappeto.
“Che cosa diavolo succede?!”
Si volse con espressione dura, pronto a rimproverare colui che avesse osato varcare quella soglia senza nemmeno bussare. Ma quando vide la Regina, si affrettò ad inchinarsi.
“Mia signora, cosa vi porta qui?” chiese con finto garbo.
E Susan lo capì benissimo.
Lei gli si avvicinò, si fermò a un passo da lui, guardò a terra i resti della tazza, si chinò, e con rabbia raccolse il pezzo più grosso della bella porcellana infranta, posandone la parte tagliente al collo del Duca.
“Voi avete avvelenato il Re!” esclamò la ragazza, senza preamboli.
Susan non avrebbe mai accusato nessuno di un delitto tanto atroce se non ne fosse stata assolutamente sicura. E lo era. Per questo parlò con voce forte e chiara, così che anche Galvan, Ravenlock e i sevi rimasti al di fuori – che ora spiavano con grande interesse quel che accadeva all’interno – potessero udire tutta la storia.
Lord Erton deglutì, stando attento a non muovere la testa di un millimetro. Se l’avesse fatto, il coccio appuntito gli avrebbe provocato un lungo taglio sulla carotide, mandandolo in pochi minuti all’altro mondo.
“Mia signora, cosa state dicendo?”
“Non fate la recita con me! E’ durata anche troppo!”
Susan vide la paura negli occhi dell’uomo, e benché una parte di lei – la parte irrazionale – avrebbe desiderato spingere più a fondo nella pelle quel pezzo di porcellana, decise invece di scaraventarlo nel camino.
La Regina fece un passo avanti, Lord Erton uno indietro.
“Non sapete quel che dite, Maestà. Siete sconvolta. Il Re sta…”
“Il Re sta morendo ed è colpa vostra! Tutto è colpa vostra! Volevate sbarazzarvi di me, mi avete sempre odiata, ma vi è andata male.”
“Maestà, vi prego di credere che io no ho mai…”
“Tacete!”
Il Duca trasalì, e così gli astanti.
“Chiudete quella maledettissima bocca, mostruoso sadico che non siete altro! E ora datemi l’antidoto, immediatamente!”
Susan tese il braccio, allungando la mano verso di lui a palmo teso.
Il Duca continuò ad indietreggiare. “Mi spiace, io non posso far nulla per lui. Ma sono certo che Aslan…”
Gli occhi di Susan dardeggiarono, e il bel color celeste si tinse per un attimo del rosso del fuoco che ardeva nel camino.
“Non osate pronunciare il nome di Aslan davanti a me! Non ne siete degno!” gridò. “Vi farò incriminare per tentato omicidio, potete starne certo. Finirete i vostri giorni in prigione!”
In quel momento, non somigliava più alla Regina Dolce, ma ad una donna il cui dolore e la cui disperazione stavano fuoriuscendo dal corpo come fiamme ardenti, pronte a distruggere ogni cosa s’infrapponesse tra lei e la salvezza dell’uomo che amava.
“Maestà, mi offendete profondamente insinuando certe cose sul mio conto. Non avete prove per affermare che io…”
“Ho prove a sufficienza per farvi condannare a tre ergastoli, Vostra Grazia. Ho testimoni di crimini e nefandezze compiuti nei dieci e più anni del vostro mandato, senza contare il resto di tutte le atrocità che avete commesso nella vostra vita. E ora datemi, quel maledettissimo antidoto, perché so che l’avete!” gridò furiosa, facendo tremare il volto del vecchio Duca.
Ma egli restò impassibile, immobile. La fialetta che avrebbe salvato la vita del Re stava nella tasca destra della sua veste. Aveva pensato di somministrarglielo lui stesso, perché non desiderava che Caspian morisse. Ma non aveva mai potuto avvicinarsi al Re, poiché Susan era sempre con lui, e Lord Erton non poteva rischiare che si sospettasse qualcosa. Se fosse tonato al palazzo con la miracolosa cura, la Regina avrebbe smascherato il suo crimine.
“Sono spiacete, signora, ma non ho nulla per voi. Cercate dal vostro dottor Cornelius. Ha nozioni di magia, no?”
Susan strinse gli occhi e fissò Lord Erton ancor più insistentemente. “Come sapete della magia? Io non ne ho parlato”
Maledetta strega! Egli pensò.
Aveva trovato il modo di metterlo con le spalle al muro e lui aveva finito col tradirsi mentre cercava di difendersi. Con quell’affermazione si era condannato da solo.
Susan non perse tempo. “Verrete prelevato dalla vostra casa e portato davanti al tribunale reale oggi stesso” disse. “Quando il Re starà meglio, sarete processato. Vi avverto: stavolta non la passerete liscia”
Sconfitto, Lord Erton osservò la donna lasciare il palazzo e tornarsene di corsa a Cair Paravel. Si accasciò sulla poltrona e si prese la testa tra le mani.
Stavolta per lui era davvero finita.
okay adesso do sfogo a tutta la mia rabbia: COME CAVOLO SI E' PERMESSO A PROVARE AD AVVELENARE SUSAN ED ESSERCI RIUSCITA CON CASPIAN!?!??!? Lo odio, lo straodio! Povera Susan comportarsi in quel modo non è certo da lei ma quando ti strappano quello che più ti è a cuore ti tramuti in qualcuno di cui non sapevi l'esistenza ma in questo caso ho provato orgoglio per la Dolce (dopo questo le dovrebbero cambiare l'appellativo xD xD) ha dimostrato che lei è più forte di tutto, ha fatto tremare con la sua rabbia per il senso di giustizia, il dolore per la perdita del suo unico amore e ha fatto tremare qualcuno che ha l'anima così nera da essersi sporcato di più di un omicidio! Grande Susan!!!! E' stata a dir poco MAGICA, FANTASTICA, PORTENTOSA!
Quando Caspian aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu il volto di Susan.
“Ciao, pesciolino” la salutò con voce roca, flebile.
Voleva alzare la mano e accarezzarle il volto stanco e tirato, ma era così debole che riuscì solo a sorriderle.
A lei bastò.
Si chinò sul suo petto e pianse a dirotto, finché non sentì la debole mano di lui posarsi sul suo capo e accarezzarla brevemente.
“Ehi…non piangere, amor mio”
Susan alzò la testa e si passò la mano sulle guance, cercando di sorridere a sua volta. Gli prese la mano e la baciò più volte, poi posò le labbra su quelle di lui, mormorando un ti amo dopo l’altro.
“Come ti senti?” gli chiese infine, mentre il dottor Galileo finiva di visitarlo.
“A pezzi, se vuoi la verità”
“Vostra Maestà dovrà rimanere a riposo per qualche giorno, senza lamentele” intimò il dottore severamente, ben conoscendo il suo Re e la sua voglia di strafare anche quando stava male.
Caspian sbuffò. “Tenterò”
“Il dottor Leo ha ragione. Devi pensare a riprenderti”
“Voglio sapere che cosa è successo” disse il giovane, osservandola con attenzione.
Susan distolse per un attimo lo sguardo, poi sorrise. “Non vuoi prima sapere che tuo figlio cammina?”
“Cosa?” Caspian sbarrò le palpebre a quella rivelazione. “Rilian? Il mio Rilian cammina?”
“Sì. Ha mosso i primi passi ieri”
“E Myra?”
“Per lei è ancora presto”
Il Re chiuse gli occhi per un attimo e la sua espressione cupa si rasserenò.
“Dove sono?”
Susan capì che voleva i suoi figli e fece chiamare Lady Lora, alla quale aveva affidato i principini in quei giorni difficili.
“Non devi stancarti” Susan ricordò a Caspian, quando lui si alzò a sedere e strinse a sé i gemelli.
“Sto bene, Sue” la rassicurò lui, accarezzandole i capelli.
Lei si strinse a lui, e il Re circondò nel suo abbraccio anche i due bambini.
“Siete la cosa più importante della mia vita” disse Caspian, osservandoli tutti e tre con quanto amore poteva esprimere con un solo sguardo. “Vi chiedo scusa. Non volevo farvi preoccupare”
“La colpa non è tua. Non devi scusarti di niente” disse Susan, baciandolo piano.
Rilian allungò le braccine verso il padre, dicendo qualcosa di ancora incomprensibile.
“Sì, amore mio, cosa c’è?” fece Caspian con un gran sorriso, prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulle guance paffute.
Rilian si aggrappò alla sua camicia.
“Gli è mancato il suo papà” disse Susan con commozione.
Caspian baciò anche Myra e poi tronò molto serio. “Raccontami tutto, Susan” disse, guardandola fisso. “Voglio sapere che cosa è accaduto. Che cosa mi è accaduto”
L’ultimo ricordo che il Liberatore aveva era il brindisi alla festa di compleanno dei gemelli, poi il vuoto più completo fino a poco prima.
La Dolce gli raccontò ogni cosa. Tutto quello che era accaduto in quei dieci giorni di angoscia, quando il regno era caduto nel panico più totale, quando nessuno sapeva cosa fare per il Re. Poi la soluzione e l’intervento tempestivo del dottor Cornelius.
“Mi ha salvato di nuovo la vita” mormorò infine Caspian. “E Lord Erton? Si hanno notizie di lui?”
Susan scosse il capo, mortificata. “No. Temo che sia fuggito. Nessuno ha saputo più nulla. L’ultima che l’ha visto sono io. Se solo avessi immaginato che potesse scappare in quel modo codardo, l’avrei fatto arrestare subito”
“Sono stato uno stupido a permettergli di rimanere qui per tanto tempo”
“Non potevi immaginare che arrivasse a tanto”
Caspian annuì con un senso d’impotenza. “E’ stato sciocco da parte sua però, fuggire così. Ha praticamente ammesso il suo crimine davanti a tutta Narnia”
“Ha capito che io sapevo, che avevo intuito tutto. Si era già tradito con quella frase sulla magia, ma immagino che un uomo come lui non sia il tipo da accettare la sconfitta, nemmeno quando sa che non può evitarla”
“Immagino che sia così” sospirò il Re, stanco.
Prima di tutto: "pesciolino"ahhhhhh!!<3 <3 <3 (abituati telo farò notare tutte le volte che lo scriverai xD), finalmente Caspian sta bene, davvero sono molto sollevata sel'è vista davvero brutta sta volta peggio delle altre ma tutto è bene quel che finsce bene, almeno per ora xD ma so che i guai sono appena cominciati e non vedo l'ora di leggere il resto!
Come sempre, capitolo eccellente! Davvero mi sento stupida a dirlo ogni volta perchè sono ripetitiva! Ma non posso farci niente sono persa per le tue storie!!
Prima di lasciarti volevo farti sapere che ho visto di recente delle vecchie interviste riguardanti il "backstage" de "le cronache di narnia il principe Caspian". Purtroppo avendo visto questi video sul telefono l'udio non era dei migliori e non ho potuto recepire bene la traduzione ma da quanto mi è parso di capire Anna è stata quella più entusiasta all'ammissione di Ben nel cast, infatti è quella che selo difende più spesso e ne parla meglio (è proprio destino allora !!!) e invece quello meno entusiasto ti lascio immaginare chi era.... Si proprio William! William per quando mi è parso di capire quando Ben stava girando la prima scena accidentamente ha rovesciato qualcosa addosso a Ben facendogli fare una figuraccia tale che da allora si sono visti un po' storti xD la dinamica dell'incidente mi pare di averla afferrata ma per non dirti cavolate di lascio il link dei video: https://www.youtube.com/watch?v=sNxR590AvVU&list=TL0Fswjqm-Kqpo-UUhiqWt6vivrsOBj3aw https://www.youtube.com/watch?v=o-vteIsJ3_E poi naturaemente ci sono altri video coorellati.
Beh io ti saluta facendoti i migliori in bocca al lupo per la ricerca del nuovo lavoro che sono sicura troverai senza problemi e alla prossima con un altro FANTASMAGORICO capitolo!
un bacione <3 |