Recensioni per
Opera al Nero
di Dira_

Questa storia ha ottenuto 781 recensioni.
Positive : 780
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
03/01/23, ore 00:37

Tu non puoi immaginare quanto poco fossi interessata a Lily e Soren come coppia in Aul (singolarmente sono sempre stati personaggi interessanti- ma sono ancora contenta che tu non li abbia fatti mettere insieme in quella storia, perchè non mi sarebbe sembrato appropriato per molti fattori) e quanto invece li abbia shippati, inizialmente addirittura mio malgrado, fin dalla prima lettura di Oan! E ancora oggi, ogni volta che rileggo questa storia il mio affetto per loro due rinasce gradualmente e poi con sempre più forza fino ad arrivare ai capitoli centrali di Oan in cui per metà sogghigno e per metà mi commuovo di fronte al cavalier servente in preda ai dilemmi causati dal proprio codice d'onore, dai fantasmi del suo passato e dalla frustrazione sessuale repressa e alla sua bella dama dai capelli rossi, con il sorriso affascinante, le minigonne assassine, e in generale l'aria della donna di mondo che non sbaglia mai un colpo, che in realtà però serve a nascondere una ragazza dalle insicurezze grosse come case e le pare mentali intricate come labirinti.
L'ho già scritto in un'altra recensione a proposito di Soren, ma quello che mi fa amare non solo lui, ma anche loro due come coppia, è il fatto che siano contemporaneamente la messa in scena di due dinamiche topoi diversissime: l'ex-galeotto problematico e il suo amore segreto e irraggiungibile visti da una certa prospettiva; la ragazzina viziata, combinaguai, disinibita e perennemente irrisolta con il suo amore segreto per l'amico pacato e ligio al dovere e all'onore visti da un'altra prospettiva. Se fossero stati solo l'incarnazione della prima dinamica avrebbero avuto un sapore troppo melodrammatico, ma se non ci fosse tutto tra loro tutto questo passato, tutto questo grumo di sentimenti, traumi, incubi e guarigione, non sarebbero le persone che sono adesso.
Mi piace che entrambi sappiano che la loro storia non sarà facile, non solo per i giudizi altrui ma proprio per le persone che sono e i traumi che entrambi si portano dietro; eppure decidono di affrontare queste difficoltà. Per l'amore che esiste tra di loro, questa forza che li attrae uno verso l'altra come dice Lily, certo, ma anche per loro stessi come individui. Perchè entrambi hanno capito che meritano di cercare la propria felicità, e che essere felici a volte vuol dire anche rischiare. Rischiare che questa felicità possa finire dopo averla assaggiata, perchè è meglio affrontare il rischio di innamorarsi di qualcosa di meraviglioso ma effimero piuttosto che scappare per paura di perderla. E se è un rischio che ti fa sentire così felice e leggera che la più grande paura diventa dover rinunciare a questa sensazione di felicità...forse è un rischio che vale la pena prendere.

Recensore Junior
29/12/22, ore 01:47

"Sorrise, perché il suo compito era terminato; sarebbero venuti a salvare Albus e sua madre ed Harry Potter avrebbe assicurato alla giustizia Luzhin e i suoi seguaci.
C’era riuscito, ma non gli importava di fasti o onori, né della redenzione che aveva cercato disperatamente in quei cinque anni. Non gliene importava nulla.
Vorrei solo rivederti, Liebchen…
Per favore, … per … favore …
Posso rivederla?"
Non voglio commuovermi per qualcosa che normalmente, con altri personaggi, non mi commuoverebbe mai. Non voglio...ma è inutile, mi commuovo..Sul serio, Soren e Lily (ma in particolare Soren quando pensa a Lily) raggiungono delle vette di romanticismo e Romanticismo (con la R maiuscola) puro. L'amore come luce, l'amore che non può bastare come redenzione perchè al massimo può essere il premio che bisogna sudare per meritarselo, l'amore che però non può essere davvero un premio perche un premio viene consegnato dall'alto e con obiettività in base al merito, mentre l'amore nasce da affinità elettive e irrazionalità inspiegabili e soggettive, l'amore che eppure non è soltanto sentirsi irrimediabilmente attratti da un'altra persona e non poter far nulla che cedere a questa attrazione, ma anche e soprattutto una scelta consapevole di iniziare con questa persona un cammino, di spalleggiarsi a vicenda e tenersi per mano nonostante tutto, nonostante i giudizi, le paure e le difficoltà, e la vita che continua a bussare alle porte degli innamorati rovinando la bolla perfetta dell'idillio. L'amore che non basterà come redenzione per la società, ma è la prima e più importante redenzione dell'anima. L'amore come speranza, l'amore come carburante, l'amore come Ideale, l'amore come forza per cui andare avanti.
Quando Soren pensa a Lily, anche se per poche righe, a me viene in mente tutto questo.
E questa purezza e forza di sentimento è ancora più sconvolgente se si pensa crescono, tra tutte le coppie, sono quella che partiva dalle premesse più sbagliate e malsane. Lei quindicenne in Aul, lui diciannovenne, lei ingenua e infantile, lui con un'identità finta e l'obiettivo di ingannarla e usare la sua amicizia per infiltrarsi tra le maglie della sua famiglia. Sarebbero il tipo di coppia che io in una serie tv non shipperei mai, per dire. Però tu in Opera Al Nero me li hai fatti amare così tanto che sono diventati la mia seconda coppia preferita. E non solo perchè la loro love story può essere in realtà lo spunto per molte riflessioni a proposito di perdono, colpa, responsabilità e quant'altro. Ma anche perchè è vero, sono la coppia che vince la medaglia di caso più evidente nella tua storia trauma bonding (che nella vita reale fa schifo ma nelle storie romantiche è sempre un bel clichè, che da quel tocco di gotico a ciò che altrimenti sarebbe troppo sdolcinato), ma sono anche l'opposto di tutto ciò. Sono il clichè dell'eroe sfortunato e tutto d'un pezzo che pensa alla sua ridente principessa di luce prima di cadere a terra stremato. Solo che l'eroe dal codice d'onore infallibile è un ex-bambino soldato tormentato dai demoni per aver combattuto per le persone sbagliate, e collateralmente è anche un disadattato sociale che davvero, non vorrebbe essere scortese o inopportuno, ma davvero non ha la minima idea di come ci si relaziona con gli altri in contesti informali, anche se sa quali posate e convenevoli utilizzare a una cena di gala e quali tecniche psicologiche usare per far cantare un sospettato. E la sua principessa nata e cresciuta nella luce è una ventenne complessata e viziata che vorrebbe solo divertirsi senza dover pensare al futuro, e maschera il suo non credersi all'altezza delle aspettative altrui con un fiume auto-ironico di egocentrismo. E cerca di dimenticare i propri problemi ora immergendosi nevroticamente nel lavoro, ora affogandoli nei cocktail di un bar troppo rumoroso...
Ho amato la scena di Hugo e Lily- il loro rapporto non è stato granché approfondito in precedenza, e forse va bene così. Dopotutto, durante l'adolescenza, come spesso succede, erano intrappolati nei rispettivi stereotipi liceali, quello della reginetta popolare e festaiola e quello del suo valletto un po' sfigato ma fedele, che grazie alla cugina più cool raccimolava qualche appuntamento con le ragazze più carine del loro anno, e in cambio le portava le borse, evitava di spifferare la maggior parte delle sue geniali trovate e dei suoi flirt al resto della famiglia, fingeva di ascoltare i suoi deliri di onnipotenza adolescenziali.
Sono stati entrambi sottovalutati a lungo, Lily e Hugo, in quanto piccoli delle rispettive famiglie, ma ora entrambi hanno trovato la loro strada, ed è bello vederlo, così come è bello leggere di una loro scenetta di complicità in questo capitolo. È stato bello leggere di un loro gioco che a quanto pare era comune per loro appena usciti da Hogwarts, e che ormai è già venato di nostalgia. Ormai Lily e Hugo non passano più tanto tempo insieme come tra le mura di Hogwarts o durante la loro infanzia, Lily ha altre cose a cui pensare e Hugo ha (finalmente, oserei dire) il suo giro di amici e colleghi separato da quello della cugina. Eppure questo non vuol dire che non siano legati l'uno all'altra. Il modo in cui Hugo ha parlato ad Ama di Lily mi ha commosso, e mi ha ricordato un po' Rose quando in Doppelgaenger pensava che, in quanto figlia di Ron ed Hermione, si sentiva *in dovere* di badare ai Potter e ai guai che causavano o in cui finivano in mezzo. Ecco, direi che ora Rosie si è liberata del fardello (che comunque accettava con un sorriso perchè, se in quanto figlia di Hermione fingeva di rimproverare i tre Potter per il loro mancato rispetto verso regole e autorità, in quanto figlia di Ron era la prima a sguazzare in questo tipo di situazioni, nonostante le lamentele), ma Hughie ogni tanto torna a portarlo per Lily. Ed è stato bello che abbia trovato qualcuno come Ama che *capisce* quello di cui sta parlando, perchè anche lei ha il suo eroe tragico a cui badare e a cui pensare con un misto di affetto ed esasperazione. In generale tutte le scenette tra Ama e Hugo sono state adorabili, e anche non so se li vedo bene a lungo termine, una storiella tra loro ci sta tutta. Se la meritano entrambi (e le uscite a quattro con Lily e Soren sarebbero troppo spassose).
...non pensare che non mi sia accorta dell'Orbis Allius! Argh, un'altra di quelle cose che è un peccato siano state inserite così tardi nella trama, perchè mi sarebbe piaciuto scoprirne di più, ma capisco anche che dopo nove o dieci dovevi *davvero* finire questa storia è, più in generale, questa Saga. (E ti ammiro per questo, perché avere il coraggio di mettere la parola fine a un progetto così lungo e ambizioso deve essere altrettanto difficile che continuare a portare avanti il progetto nel tempo senza perdere voglia e determinazione.) Comunque, poco male, l'Orbis Alius è praticamente un easyer-egg per noi lettori sia della Dp Saga che del Ciclo di Malacena. Non posso fare a meno
Ho ovviamente AMATO (letteralmente) il modo in cui Al e Tom ingannano insieme Luzhin nel fargli credere che il Guaritore Potter sia ora un suo alleato, mettendo ognuno a disposizione dell'altro le migliori (o peggiori, dipende sempre dai punti di vista) tattiche di manipolazioni. È stato interessante soprattutto perché evidenzia quali sono i punti di forza e di debolezza di ognuno dei due in questo genere di cose. Tom, come abbiamo visto in Dp e Aul, ha più di un tratto caratteriale simile ai villain sociopatici tanto cari alla Thule, e in un certo senso capisce intuitivamente come questi "funzionano" in un modo in cui non gli capita con le persone "normali". Però il suo essere simile caratterialmente agli antagonisti, se da un lato gli rende più facile capire i loro piani, dall'altro lato rende rischioso per lui confrontarsi con loro, quando si tratta di fingersi umile e compiacente e di mettere da parte il proprio ego in nome della propria incolumità...Tom fa schifo in tutto questo, ecco. Pregi e difetti dall'avere l'anima di Voldemort. Thomas è migliore di Al a interpretare il giovane spregiudicato assetato di conoscenza che Luzhin può trovare *relatable*, ma Al è più bravo a gestire Luzhin evitando che scatti contro di lui (loro), a fingere di essere innocuo e obbediente e non un elemento imprevedibile del piano. Tom è più bravo a ignorare la paura-ansia se si parla di pericoli ipotetici, ma è anche il primo a scattare (trasformando la paura-panico in aggressività) se si sente messo con le spalle al muro. Entrambi sono abili manipolatori ma in modo diverso, Tom recita, nel vero senso del termine, e recita anche bene, ma nel momento in cui scatta qualcosa che fa finire la recita rivela subito le sue vere emozioni; Al invece si sforza di entrare in empatia con la persona che sta manipolando, cosicché tutte le sue manipolazioni hanno un fondo di verità, e viceversa. Ognuno dei due è, insomma, fedele al proprio nome nell'universo di Harry Potter. Ma in questa generazione sono entrambi al servizio delle forze del Bene...e di se stessi, da bravi, adorabili, insopportabili stronzetti Serpeverde.
(Recensione modificata il 30/12/2022 - 06:05 pm)

Recensore Junior
27/12/22, ore 12:47
Cap. 67:

Doe muore ucciso da Luzhin proprio nel capitolo in cui Luzhin gli prende il posto non solo come principale cattivo, ma anche come cattivo con più introspezione psicologica.
Søren Luzhin è un cattivo meno consapevole di Doe, meno affascinante, ma appunto per questo più realistico. Mentre Doe è lo psicopatico ma divertente cattivo dei fumetti a cui non puoi fare a meno di affezionarti, nonostante sia responsabile di metà dei traumi dei tuoi beniamini, Luzhin è un pugno nello stomaco nel suo essere il ritratto umano, troppo umano, di un adolescente problematico che viene radicalizzato in giovane età da ideali sbagliati e non riesce più a liberarsi dalla propria rabbia, finendo per distruggere se stesso e gli altri.
La sua è la storia tipica del tizio quindicenne che spara in una scuola americana, del fascistello con problemi in famiglia che sfoga le proprie insicurezze prendendo a pugni gli emarginati con il supporto di uomini più anziani ed esperti, dell'incel che si radicalizzaza online e un giorno ammazza la propria compagna.
Nel suo passato non c'e nulla di *esageratamente* tragico, solo tante piccole, ma fastidiose storture che si sarebbero potute affrontare e superare e che vengono invece usate da malintenzionati per ingrossare le fila della propria causa sbagliata.
Il suo Pov è così realistico e perciò terribile, ed è la riprova che si può, anzi forse si deve, utilizzare un universo pieno di magie, incantesimi e creature fantastiche per parlare attraverso metafore di problemi attuali di cui soffrono i giovani oggi.
L'approfondimento sulla back story di Luzhin è anche necessario perchè in una storia piena di adolescenti e giovani che a volte sbagliano, ma per cui alla fine c'è sempre una redenzione o una speranza, e il Male è sempre *altro* (un mago oscuro e pericoloso ma lontano, un mercenario psicotico senza un briciolo di umanità), eccone l'unico cattivo che parte come ragazzino frustrato come tanti, prende la strada sbagliata, e non torna più indietro. L'unico tardo-adolescente per cui non c'è speranza ne redenzione. Non solo perché non può, ma anche perché non vuole, tornare indietro.
Certo, le occasioni fanno il gatto ladro. Come dice James, se non fosse nato nella famiglia in cui è nato, e non avesse incontrato le persone che ha incontrato, forse sarebbe stato lui, il nostro Jaime, a diventare un assassino inseguendo sogni di gloria e memorie di antenati valorosi. Il carattere per diventare un fanatico James l'aveva, l'abilità magica pure, il desiderio vorace di superare la gloria di padre nonno e compagnia bella abbondava, l'amore per adrenalina e avventura manco a parlarne.
Oppure sarebbe stato Tom, se Tom avesse avuto un altro carattere, se fosse stato più interessato alle battaglie e meno alla ricerca intellettuale, perchè in fondo il modo in cui Doe ha reclutato Søren Luzhin, facendo leva sulle sue insicurezze e fingendosi suo amico, è lo stesso modo in cui ai tempi di Doppelgaemgr aveva provato a portare Tom dal lato Oscuro.
La storia di Soren Luzhin è abbastanza normale e tragica da essere inquietante, proprio perche al suo posto, in circostanze diverse, ci sarebbero potuti essere al suo posto molti altri personaggi che amiamo, ma allo stesso tempo con lui non scadi nella retorica del "poverino non ha avuto scelta"...perchè la sua nemesi è Sören, Sören Prince che prima ancora è stato Soren Von Honhemein, Soren bambino soldato dai sette anni, colui a cui DAVVERO non è stata offerta nessuna scelta...eppure ha scelto, e ha scelto bene, e ha scelto anche se tutto intorno a lui sembrava volerglielo impedire, e ha scelto. In confronto al modo in cui veniva cresciuto Soren il nipote di Alberich, i problemi adolescenziali e famigliari che hanno portato Soren Luzhin a sviluppare delle insicurezze su cui poi ha premuto Doe per farlo aderire alla Thule sembrano futili, superabili. È interessante perciò, e anche disturbante, che questi problemi facciano sì che Søren veda Sören, che in quel periodo stava vivendo letteralmente l'inferno in terra, come qualcuno da invidiare.
Questo non vuol dire che i motivi che hanno spinto Luzhin a radicalizzarsi, ovvero il bullismo, il difficile rapporto con i suoi genitori e la consapevolezza di essere l'unico povero in una scuola per ricconi non siano credibili o abbastanza per trasformarlo in materiale manipolazione per sette psicotiche.
Purtroppo, lo sono, come lo sono per molti ragazzi in molte parti del mondo, ed è qui che sta la tragedia di questo personaggio. Nel suo deprimente realismo. Non c'è eroismo, solo una sua parodia. Non c'è salvezza dall'enorme, accecante e distruttiva rabbia adolescenziale, che invece di venire affrontata e superata viene incanalata in un bigotto fanatismo, mentre gli impulsi violenti di questo adolescente vengono blanditi, assecondati, utilizzati per ingrandire le fila dei soldati della setta, tutti affamati per una carezza di un capo che ti manderebbe al macello senza pensarci due volte (Doe è stronzo, ma cavoli se dice la verità). Non c'è tentativo di riscatto, non c'e redenzione, solo il folle rincorrere un ideale a cui non frega nulla dei suoi adepti, se non nella misura in cui può cibarsene, ingurgitarli e risputarli nel mondo privi, ormai privi di anima, coscienza e scopo, quando non servono più.
In fondo anche Luzhin è una vittima: qualunque quattordicenne plagiato da un'associazione alla costante ricerca di bambini soldato lo è. Ma questo non lo rende meno carnefice.
Soprattutto perche lui stesso è il primo a non sentirsi una vittima (o almeno non per i motivi per cui dovrebbe). Non si chiede se quello che gli è stato fatto è giusto e quindi non può chiedersi se quello che sta facendo è giusto. Come ha pensato Al qualche capitolo prima, senza sapere nulla della storia di Luzhin ma azzeccando correttamente una sua caratteristica fondamentale, Søren Luzhin non si è mai fatto domande, mentre Sören Prince se ne è sempre fatto troppe, anche quando cercava di non farsele. E questo, dice Al e dico io, ha fatto tutta la differenza del mondo.

A parte l'approfondimento necessario e ben fatto su Luzhin, di questo capitolo ho amato anche quello su Sophia, e sul rapporto morboso che intercorre tra lei e Johannes, visto con gli occhi di Al, l'ultimo (questa volta davvero) confronto tra Doe e Soren Prince (che torna sempre un po' ad essere Soren Von Honhemein di fronte al vecchio compagno d'armi) e, per parlare di qualcosa un po' meno deprimente, il dialogo tra Lily, Tom e Padma al San Mungo.
Di quest'ultima scena che ho nominato mi sono piaciute molte cose: le riflessioni d Lily su Al e Tom, la confessione di Tom, ma anche l'esasperazione di Lily verso l'apparente poca collaboratività del cugino adottivo, contrapposta invece all'atteggiamento pacato e razionale di Padma. Lily è una studentessa, Padma una professionista; in più, Lily è amica e mezza parente di Tom, quindi gli si rivolge come ci si rivolge a un amico ingrato. Per Padma invece Tom è un paziente, quindi nonostante sia infastidita dal suo atteggiamento non lo prende di petto, ma, pur adottando un atteggiamento severo, non perde la sua facciata di psicoterapeuta e piuttosto che rispondere ai modi sgarbato di Tom cerca di isolarne la causa e risolverla prima che la situazione sfoci in un aperto litigio.
(Tra l'altro, a Thomas farebbero BENISSIMO un po' di sedute di psicoterapia magica. Ma tipo che se Harry Potter non fosse il primo ad avere bisogno di uno psicoterapeuta, avrebbe messo il figlioccio in terapia secoli fa, dopo aver scoperto che anche Tom aveva scoperto delle modalità e implicazioni della propria nascita; se il Wincoso dei MAGHI fosse un minimo evoluto, l'avrebbero dovuta mettere come condizione per la sua assoluzione e il ritorno ad Hogwart. Invece il Mondo Magico è quello che è e quindi solo Lily, Scorpius e Soren sono mai andati da uno psicologo- non a caso sono i personaggi più consapevoli di sé stessi.)
Ma soprattutto mi è piaciuta la rivelazione che Padma aveva sperimentato su se stessa l'incantesimo per parlare con la gemella, l'indirizzo riscatto di Calì Patil, che a quanto pare negli anni in cui il Magico Trio risolveva misteri e sconfiggeva maghi oscuri non pensava solo a trucchi, ragazzi e vestiti come la Rowling ha lasciato intendere, ma aveva anche il suo bel da fare a scovare incantesimi illegali e provare a metterli in pratica con la gemella Corvonero. Chissà se Lavanda ne era al corrente.

Ricordo l'ansia che provai per i due cliffanger del capitolo: la Patil che chiede a Tom come se la cava con le Maledizioni Senza Perdono (tra l'altro avrei pagato per vedere la faccia di Harry se fosse stato lì mentre a Tom veniva posta questa domanda. E sono troppo curiosa di sapere come Tom ha risposto senza mentire...perché diciamocelo, a resistere all'Imperio il nostro fa un po' schifo) e il fatto che Luzhin, dopo aver ammazzato Doe, voglia combattere a tu per tu contro Sören (il nostro Soren- da questo capitolo in poi starò attenta a mettere i segni corretti sulle o per non confondere lo sfigato paladino dai capelli neri con il biondo vichingo psicopatico) e soprattutto che voglia un confronto (non di bacchetta) con Al. Quest'ultima parte è, a mio avviso, particolarmente interessante perchè riprende il tema di Frankestein, dell'essere creato artificialmente che cerca ossessivamente un contatto con il suo creatore, che era stato uno dei temi fondamentali in Ab Umbra Lumen. Solo che in Aul Al è stato spettatore di questo malsano teatrino di caccia e ricerca reciproca tra creato e creatore messo in scena da Tom e Alberich, ora ne è suo malgrado protagonista, avendo creato, senza davvero volerlo, quel supersoldato fanatico, privo tanto di rimorsi di coscienza quanto di limiti al suo potere, che la Thule ha per tanto tempo cercato invano di ottenere.
Corsi e ricorsi storici, come direbbe Tom: l'apparentemente inevitabile ciclicità della Storia e delle storie è uno degli aspetti narrativi che ho sempre amato in questa Saga di fanfiction.
(E mi piace il fatto che sia una cosa che hai ripreso nella tua storia originale, con le figure di Bice e Lietta che si sovrappongono a Roisin e Cate and company nel momento in cui la Storia sembra ripetersi. Sembra perchè, appunto, nonostante le ripetizioni del passato quella che traspare dalle tue storie non è una visione pessimistica, c'è sempre un messaggio d speranza perchè, conoscendo la Storia, i tuoi personaggi possono dare alle avventure in cui si trovano loro malgrado coinvolti un finale diverso.)
(Recensione modificata il 28/12/2022 - 09:52 pm)

Recensore Junior
21/11/22, ore 15:56
Cap. 61:

Mi ricordo che questo capitolo è stato pubblicato il giorno in cui avevo una verifica importante per venir promossa senza debiti e non sapevo se leggere il capitolo o ripassare le formule di matematica. Mi è rimasto impresso perchè il capitolo inizia letteralmente con Lily che pensa che il dormiveglia che precede un esame è simile a quello che precede una catastrofe, e io stessa quella notte ero rimasta in dormiveglia per un esame, quindi mi era sembrata una frase molto saggia. Poi quel giorno avevo nell’astuccio solo una penna rosa fluo che è un colore che di norma non avrei usato MAI ma era molto da Lily. Okay, momento imbarazzante finito, ma non ci posso fare nulla se appiccicati agli ultimi dieci o venti capitoli di Opera Al Nero ci ho lasciato ricordi più o meno piacevoli della mia adolescenza. Anche per questo, forse, mi è tanto cara. 
Oltre perchè ovviamente è la fanfiction più ricca, lunga, complessa e autosufficiente che io abbia mai letto.
Finalmente i poteri da Lena di Lily entrano in gioco per qualcosa di utile e non solo per le beghe amorose di cugini e amici. Dico la verità, se non ci fossero stati questi ultimi capitoli forse avrei detto che la Legimanzia Naturale era stata data a Lily tanto per, senza un vero motivo se non farla sembrare "cool", invece hai gestito e orchestrato la trama in modo che, senza questo potere di Lily, l'intero corpo Auror britannico avrebbe perso giorni, settimane o forse mesi a cercare il vero colpevole perdendo tempo prezioso necessario per salvare Al e Soren. Te l'ho già scritto, ma mi è piaciuto davvero come in questi ultimi capitoli della Saga ognuno dei personaggi principali (e non: vedi Ama e Hugo) abbia dato un contributo fondamentale a risolvere il mistero e sconfiggere i cattivi, ognuno a seconda delle sue specialità, delle sue conoscenze, abilità, lavoro e tipo di intelligenza. Lo preferisco alle storie in cui c'è "il genio" che risolve sempre tutti gli enigmi- indipendente te dal fatto che si tratti di enigmi filosofici, matematici, problemi strategici, pratici ecc. In questa storia ci sono personaggi che potrebbero essere definiti geni, e costoro risolvono parte dei misteri tramite intuizioni e scoperte fulminanti, ma ci sono anche personaggi che senza essere geni fuori dalla norma studiano, si impegnano, fanno attenzione ai dettagli, analizzano con metodicità i fatti e giungono a soluzioni importantissime per arrivare al risultato finale; e poi ci sono personaggi che non erano i migliori a Hogwarts ma quando proseguono gli studi da adulti diventano i migliori nel loro campo, come Lily, e proprio per questo vengono tenuti in grande considerazione e consultati al bisogno, e ci sono personaggi che non hanno un tipo di intelligenza e mai l'avranno, come James, eppure alla fine salvano capra e cavoli grazie a intuito, istinto e spirito pratico. Insomma, non tutti i personaggi hanno lo stesso tipo di intelligenza ed eccellono nelle stesse cose, ma, messi nelle giuste condizioni, tutti possono brillare (presente la frase di Einstein sul pesce che si crede incapace perchè invece di nuotare lo obbligano ad arrampicarsi sugli alberi?), e soprattutto usare la propria luce per illuminare gli altri. Nessuno è bravo in tutto ma tutti possono illuminarsi a vicenda. 
Ho dunque molto apprezzato il ruolo fondamentale che assume la specializzazione in Psicomagia di Lily in questa parte conclusiva della storia, sia perchè rende la ragazza e i suoi poteri più vitale per la trama in senso stretto, sia perché dimostra la tua abilità nell’inventore nuovi incantesimi e spiegarne effetti, meccanismi e conseguenze. Il plot twist di Soren Luzhin il Ritorno me lo aspettavo dal capitolo cinquantasette, perchè il tizio delle pulizie che spiava Tom e Al era sospetto, e il fatto che Thomas avesse speso due righe per dieci quanto un personaggio secondario sembrava *inutile* sarebbe stato sì inutile se questo personaggio secondario non si fosse rivelato fondamentale in seguito. Ma pensavo che lavorasse in proprio la Thule lo avesse reclutato DOPO averlo sostituito con Soren, magari dando la colpa del massacro della sua famiglia agli Auror. 
Comunque la storia ha più senso in questo modo. Inoltre la corrispondenza di Lily col primo-Soren-ora-secondo-Soren è iniziata al terzo anno, se non sbaglio, mentre la Thule ha inscenato tutto il teatrino per contattare Thomas al sesto...ha senso che abbiano usato un anno per raccogliere informazioni su di lui prima di entrare in scena. Immagino che Soren-il-biondo riempisse Lily di domande su TUTTI i membri della sua famiglia,  Pur vero che Lily da bimba aveva questo strano rapporto con Tom&Al perchè, pur essendo più complice con James e con altri cugini Grifondoro e Corvonero, e pur non passando dunque così tanto tempo con i due Serpeverde, idealizzava suo fratello Al, e cercava di stabilire anche lei un rapporto con Tom, spesso non con grandi risultati; per cui ha senso che la ragazzina, sentendosi un po’ esclusa e un po’ affascinata dal rapporto che esisteva tra il fratello di mezzo e il figlioccio del padre (come Al ricorda proprio in questo capitolo, rammentando l’episodio del codice morse), abbia spifferato su di loro più di quanto abbia fatto su altri parenti. 
Comunque resta da capire come ha fatto la Thule a capire che Tom era stato adottato da uno dei rami della famiglia di Harry Potter. Sono risaliti al fatto che Harry Potter lo avesse salvato da quel famoso articolo di giornale che trova Rose inDoppelgänger, ma poi? Hanno iniziato la corrispondenza con Lily alla cieca, sperando che la ragazzina sapesse qualcosa sulle sorti di un neonato salvato dal padre prima della sua nascita, e hanno avuto la botta di fortuna che Lily ha risposto “ma chi? Mio cugino di secondo grado, adottato alla nascita, smistato in Serpeverde due anni fa, morbosamente attaccato a mio fratello, quello di mezzo, e tormentato dal fatto di non sapere nulla della propria nascita e del proprio passato?”. Perchè se è così alla Thule sono davvero più fortunati di Harry Potter, eh. Oppure lo hanno rintracciato prima gli Americani e la Thule lo ha scoperto spiando gli agenti americani anti-Thule. Che ok, avrebbe senso, ma come mai il Ministero Americano aveva piazzato spie ad Hogwarts ancora prima che Thomas and company iniziassero il primo anno? (Vedi Ziel, che se non sbaglio era tedesco ma lavorava al soldo degli USA). Più si scoprono cose sul modo in cui la Thule spiava la famiglia Potter, più nascono domande. Capisco il senso di spaesamento di Lily dopo quest’ultima rivelazione: credeva che lei e gli altri avessero “semplicemente” vissuto una brutta esperienza, traumatizzante ma comunque limitata e definitala nel tempo e nello spazio, invece ha scoperto che l’interfenza dei cattivi nella sua vita era iniziata molto prima, e senza che ne lei ne i suoi genitori ne nessuno della famiglia se ne accorgesse. Come se parte della sua vita non fosse stata altro che una simulazione, una messa in scena per il divertimento di quegli stessi psicopatici che l’hanno traumatizzata quando aveva quindici anni. 
C’è di che gioire, proprio. Eppure questo capitolo nella mia testa è lieve e delicato, un po’ per l’atmosfera orinica dell’esperimento mentale che Lily fa su Dexter (ma era il tizio pozionista per cui Al ha una mezza cotta? Ahaha) sia perchè, essendo quasi tutto Pov Lily, nella mia mente è rosa fluo, intenso senza essere un pugno in un occhio.
L’inizio della bromance Soren-Albus, con immancabile strizzata d’occhio al passato e all’abitudine dei Prince di proteggere i Potter pure quando vorrebbero strozzarli perchè mandano all’aria i piani, è la ciliegina sulla torta.
In realtà l’amicizia tra Soren e Albus era teoricamente iniziata molti capitoli prima, ma non poteva essere davvero sincera e paritaria a causa di quella superiorità morale che Al suo malgrado non poteva che sprigionare nei confronti di Soren, e che quest’ultimo percepiva come un peso.
Ora però Al si ritrova nella stessa situazione di Soren- costretto a dover scegliere tra la propria etica e la sopravvivenza...e a differenza di altri Potter prima e dopo di lui, sceglie la seconda. In questo modo si crea un legame più profondo tra i due ragazzi che portano l’onore e il fardello di condividere il nome di battesimo con il traditore doppio e triplo e quadruplo giochi sta per eccellenza, Severus Snape.
(Recensione modificata il 21/11/2022 - 04:15 pm)

Recensore Junior
20/11/22, ore 03:47

Harry quando suo figlio gli comunica che è in una relazione con un uomo,, maschio, tra l'altro suo figlioccio e parte della famiglia: meh 😕Teddy ti voglio bene ma non so se questa riesco a perdonartela☹🙁Sul serio come hai potuto fare robaccia con Jamie siete mio figlio e il mio figlioccio siete cresciuti insieme dovreste essere come FRATELLI 😱😠 CASTI fratelli 😑😑 non ho nulla contro i gay ma perchè deve esserlo MIO FIGLIO😣☹😑 (la progressione di faccine indica il riluttante ma costante processo di accettazione della bisessualità di James da parte di papà Harry, perchè Harry è boomer. Cioè è tecnicamente millenial, ma siccome tra i Maghi la tecnologia è arrivata dopo- sia ringraziato Hugo Weasley- i nati negli anni ottanta sono l'equivalente dei nostri boomer.).
Harry quando sua figlia gli comunica che è in una relazione con un giovane pregiudicato, imparentato con i cattivi pazzi e tenebrosi di questa Saga e avente un legame con una figura complicata del.suo passato: 😡😡😡😡io non riesco neanche a....😡😡 cioè intendiamoci io non sono per il carcere a vita viva le seconde possibilità e le riabilitazione 🙄 per carità costui sarà anche un bravo ragazzo e merita una seconda possibilità ma perchè deve essere MIA FIGLIA a dargliela😠☹☹ Lui non è alla sua altezza la mia bambina merita un uomo perfetto.e incensurato sotto ogni punto di vista, qualcuno che non deve essere mai noioso ma nemmeno complicato e sto pipistrello riesce ad essere entrambe le cose ☹☹ e poi non può essere una relazione sana visto che condividono un passato contorto e morboso di esperienze traumatiche😒 e anche se riuscissero ad essere felici dove la mettiamo la mia di serenità, turbata dal fatto che la mia bambina si sia messa insieme a un tizio imparentato con una figura complicata della mia adolescenza che mi causato traumi che non ho ancora elaborato 😒 povero me padre incompreso 😓😪.
Harry quando il suo secondo figlioccio, maschio, nipote adottivo e quindi facente parte della famiglia, ma anche imparentato con la famiglia dei cattivoni pazzi e tenebrosi di questa Saga, avente dei pregiudizi penali (anche se risolti in fretta grazie all'interferenza di Harry stesso), il cognome dei parenti che hanno maltrattato Harry durante tutta la sua infanzia, e un legame un po' più che labile con LA figura responsabile di tutti i traumi di Harry durante infanzia, adolescenza, e pure di metà delle notti insonni dell'età adulta, gli annuncia (l'altra metà sono opera dei figli) gli annuncia che ha una relazione con il figlio secondogenito di Harry, a cui è legato sia dal fatto di esserci cresciuto insieme sia da un passato di esperienze traumatiche contorto e morboso: 😇 Love is Love 🌈🥰 l'importante è che abbiate sempre l'un l'altro 💕 i miei bambini Serpeverde💚 😢che commozione pensare che siete già così cresciuti da avere una relazione come le persone grandi🥺 ma io vi supporterò e difenderò SEMPRE 💯💖.



A parte tutto, la reazione di Harry è stata perfetta per il personaggio e per il.suo rapporto con Al e Tom. È stata una reazione diversa da quella avuta ai tempi davanti alla rivelazione di Teddy è James per tutta una serie di motivi: prima di tutti, Teddy è James sono stati i primi a fare coming out in famiglia, e nessuno se lonaspettava perchè Teddy si era appena lasciato con Victoire e Jamie aveva un po' la fame da giovane womanizer, mentre Al e Tom si dichiarano davanti agli adulti della famiglia dopo che a) metà dei ragazzi hanno rivelato di essere interessati alla stessa metà del cielo b( tutta la famiglia, parte giovane e non, ha avuto anni per sospettare di Al e Tom, fare teorie sulla loro relazione e i loro orientamenti sessualità, e metabolizzare il tutto. Poi James e Teddy erano al tempo insegnante e studente e c'era tutto il fattore della differenza d'età, che in effetti, essendo James molto giovane e Teddy un amico di famiglia che lo conosceva da anni, avrebbe fatto storcere il naso a molti genitori, e non senza ragione. Cioè, noi sappiamo che è stato James a "puntare" Ted e farlo capitolare, ma harry e Ginny non è che avessero tutti i dettagli, e forse non sarebbero neanche stati interessati ad averli. Questo senza entrare nelle differenze che Harry come padrino ha sempre fatto tra Ted e Thomas: c'è questo paradosso per cui Harry, per via della giovane età che aveva alla nascita di Teddy, sia stato il padrino-giovane zio scapestrato per Ted e il padrino-figura paterna per Thomas, nonostante fosse Tom quello che, proprio per volere di Harry, aveva un padre adottivo vero e proprio in Dudley, mentre Ted aveva solo la nonna-madre putativa Andromeda. Questo porta Harry a considerare la relazione Teddy-James più inappropriata (per via del fatto che Harry a sempre visto Teddy come una figura a metà tra la sua generazione e quella dei suoi figli, non solo anagraficamente, ma anche e soprattutto come ruolo in famiglia e responsabilità affidategli).
Poi diciamocelo.. Harry e Ginny hanno sempre avuto più sospetti su Al che su James, in questo senso. James aveva tutto questo complesso del macho anche perchè sentiva di dover reggere il peso di essere il figlio "Malandrino" di Harry Potter, quello chiamato in onore di suo nonno e Sirius Black, e forse sentiva che l'essere uno sciupafemmine era richiesto da lui nello stesso modo in cui ci si aspettava che giocasse a Quidditch, diventasse Auror e si coprisse di gloria in battaglia come il padre.
Non è che Al non abbia mai avuto complessi sulla sua sessualità...ma quelli legati al suo essere gay E figlio di Harry Potter contemporaneamente li ha superati, interiormente, quando ha superato i suoi complessi sul non essere all'altezza come Potter in genere (e ha capito che lo era, all'altezza, e non voleva necessariamente esserlo a tutti I costi, perchè c'erano cose più importanti). Tom, invece, non ha mai avuto complessi di nessun genere riguardo la sua sessualità, ma in Aul e Dp è chiaro che da grande importanza al modo in cui Zio Harry lo giudica e lo considera, quindi ha senso che il discorso "per me non cambia niente e vorrò sempre bene a entrambi, qualunque sia il vostro orientamento sessuale" di Harry venga fatto a Tom, non ad Al, che queste cose le sapeva già dalla fine di Doppelgaenger, o forse dall'inizio di Ab Umbra Lumen, senza bisogno che suo padre gliele avesse mai dette ad alta voce. Gliel'ha detto senza parole dandogli il Deluminatore per cercare Tom, o portandolo con se' in un castello in fiamme per recuperarlo e soprattutto tirarlo fuori dai suoi demoni. Come sappiamo da Chesnust (prima recensione che ho fatto alla Dp Saga, sono già passati due anni, che nostalgia❤)
Al sospettava che suo padre sapesse e aveva intuito che non solo.accettava, ma in qualche modo anche approvava in un modo in cui non aveva approvato nessuna relazione dei suoi figli, per il semplice fatto che, quando vedi due dei tuoi bambini salvarsi la pelle a vicenda in diverse occasioni, non ti preoccupi più di trovare un nome a ciò che li lega, ma solo del fatto che grazie a questo legame sua abbastanza forte da mantenere vivi entrambi, nonostante la marea di sfighe che ognuno dei due sembra attirare. Ci sono state varie hint, in Ab Umbra Lumen, sul fatto che Al fosse quello più restio a mostrarsi in atteggiamenti intimi con Tom in pubblico e davanti a sconosciuti (cosa di cui Tom se ne frega) ma Tom quello più restio a condividere dettagli della loro relazione con gli adulti di riferimento. E siccome Harry È, nel bene e nel male, l'adulto di riferimento di cui Tom rispetta e considera maggiormente le opinioni, ha senso che il secondo momento coming out di Thomas, dopo quello con Robin in Aul (la mamma è sempre la mamma) sia il confronto con Harry.

Altre cose che ho amato di questo capitolo: da "Paghi tu, vero?" a "Che sei un uomo adulto?" ho sputato un polmone.
Poi Meike, che come avrai capito è uno dei miei personaggi secondari preferiti (insieme ad Ama, Hugo, e Danny Figgins)il fatto che prima lei cerca di rassicurare Tom, poi Tom cerchi di rassicurarla e mantenere una facciata di tranquillità per la ragazzina anche se dentro sta ricollego di rabbia e paura (che per lui sono la stessa cosa)
Ron e il suo pensare che Al, non Jamie, è l'erede di Harry (cosa che mi ha commosso un po' perchè negli spin-off viene detto che Al e Zio Ron erano abbastanza vicini quando Al era piccolo, per via del fatto che Ron si rivedere nel secondogenito di Harry a causa del fatto di essere stato anche lui, a suo tempo, il figlio maschio più piccolo.schiacciato tra fratelli maggiori prepotenti e una sorellina chiassosa, ma dopo lo smistamento a Serpeverde di Al zio e nipote non hanno più avuto granché a che vedere l'uno con l'altro e Ron ha cominciato a mostrare preferenze verso James, soprattutto dopo che quest'ultimo è diventato Auror).
Attraverso prima il PoV di Ron e poi quello di Tom sono rese magnificamente, e da due prospettive diverse, le difficoltà di Harry nel conciliare i suoi ruoli di padre preoccupato e capo delle forze dell'ordine: Ron ha paura che Harry, in quanto padre ansioso, perda la lucidità necessaria di cui il Capo Auror ha bisogno per concludere l'operazione più importante dall'inizio della storia; Tom al contrario fatica a capire che l'apparente freddezza Harry non è indifferenza per le sorti di Albus, ma una facciata di operatività che l'uomo, il padre, sta adottando per non impazzire, per non lasciare che il padre prenda il sopravvento sul generale facendo fallire l'operazione e condannando così il suo stesso figlio.
Mi è piaciuta la descrizione della rabbia di Tom, esplosiva e incontrollabile e irrazionale e violenta, come quella della sua adolescenza. E mi è piaciuto il fatto che Tom , dopo un breve sfogo distruttivo ma innocuo, questa rabbia ora riesca a governarka, perchè in fondo non è più adolescente. Non so, mi è piaciuta questa parte perchè mi ha ricordato che certi problemi psicologici e caratteriali profondi non è che scompaiono improvvisamente e naturalmente una volta superata la cosiddetta età difficile...però si può imparare a governarli, questo sì, a diventarne padroni o padrone in un modo in cui non si poteva o riusciva ad essere a sedici, quindici o diciassette anni.
Mi è piaciuta la realizzazione di Thomas quando comprende che, così come lui sta lottando con se' stesso per non urlare contro Harry o alternativamente mettersi a piangere implorando di salvare Al con la stessa facilità con cui da bambini Tom&Al credevano che Harry potesse fare qualunque cosa, il suo padrino stia lottando con se stesso per non mostrare preoccupazione ma al contrario rassicurare il figlioccio sul fatto che Al tornerà a casa sano e salvo.
Il fatto che Harry rifiuti di portarsi dietro Tom, ma che si fosse portato dietro Al per salvare Thomas cinque anni prima, è un segno del fatto che, aldilà di qualsiasi preferenza che secondo Ron Harry Potter possa mostrare bei confronti di Thomas a discapito dei propri figli, egli si fida molto di più del secondogenito che del secondo figlioccio, nonostante voglia molto bene a entrambi. Si PREOCCUPA più di Thomas, più di quanto si preoccupi di tutti i suoi "bambini" messi insieme, perchè per Harry è impossibile dimenticare QUANTO è PERCHÈ Thomas è diverso dagli alti, e non ne fa al figlioccio una colpa, non più di quanto ne fa a se stesso per essere stato un Horcux, ma sicuramente fa sì che Harry consideri che intorno a Thomas, soprattutto in casi di emergenza, sia necessario mantenere più cautela e protezione che rispetto agli altri ragazzi ormai adulti. E invece si FIDA più di Al, più di tutti gli altri figli e figliocci messi insieme anche, nonostante Al sia l'unico che non abbia mai VOLUTO eguagliare e superare suo padre anche, l'unico contento di stare in disparte, quello timido, sensibile, cocciutamente modesto e, per suo padre, spesso enigmatico. Al è l'unico tra I suoi figli a cui avrebbe mai affidato il Deluminatore, o che si sarebbe mai portato con se' in un castello in fiamme. Per questo è sicuro che ce la farmacie, anche in una nave con John Doe, lo stesso Doe che ha rapito e quasi ucciso prima Tom e poi Lily, e che ha messo sotto scacco l'Intero Mondo Magico PER SOLDI.
Ho.amato l'incontro di Al con Doe, il modo in cui è stato sottolineato come la cosa più disturbante di lui sia la sua apparente normalità, la sua giovialità non esaltata né apparentemente psicotica, che però è sbagliata proprio perchè è troppo TRANQUILLA subito dopo che il suo proprietario ha torturato a morte qualcuno in uno scatto d'ira.
Ho amato anche il panico e il senso di straniamento che colgono Al quando la realizza che Alberich li ha SEMPRE tenuti sotto controllo, da molto più tempo di quanto credevano. Da qui la momentanea diffidenza di Al verso Soren, il nostro Soren, Soren PRINCE. Diffidenza che non è più data dal passatodel giovane, o dal pregiudizio, ma dal fatto che quando scopri che la tua vita è stata per anni il teatrino di uno psicopatico, perxi ogni certezza e senti che non puoi più fidarti di nessuno tranne dei membri della tua famiglia che conosci da sempre. Che, purtroppo per Albus, in questa nave però non ci sono. (Per ora). Quindi, se la tua vita diventa un gioco per psicopatici...non resta altro che cercare di imparare le regole del gioco per uscirne vincenti. Ho amato la fine, con Al che, da vero calcolatore e Serpeverde votato alla sopravvivenza ad ogni costo, pensa che il vero problema non è essere entrato in un gioco potenzialmente mortale (cioè sì, magari anche) ma averlo fatto senza sapere le regole per vincere...e uscirne vivo. (Che poi in questi casi sono sinonimi.)
Ho amato la canzone del capitolo, che con il suo ripetersi ossessivo del mantra Big Boys Don't Cry fa da leift-motiv sia a Soren impegnato nel portare avanti la sua missione semi-mortale, che ad Albus invischiato in un gioco che lo terrorizza ma fa cui non può tirarsi indietro, ma anche e forse soprattutto a Tom, in preda alle emozioni distruttive e disperate di chi rimane fuori a guardare e che, pur volendolo intensamente, non può fare nulla per cambiare il finale di una storia che sta rapidamente volgendo in tragedia, ad ogni ora di più, ad ogni ora rapimento in modo un po' più frustrante.
E poi ho amato il mare, il mare che ritorna all'inizio e alla fine, per Albus e per Soren. Per rassicurare o forse per minacciare. Come un ode funebre, o forse una miniera di indizi sussurrati in un'altra lingua, magica, arcana; salmastra.
(Recensione modificata il 20/11/2022 - 12:28 pm)

Recensore Junior
12/11/22, ore 14:27
Cap. 73:

Praticamente la pagina recensioni dell'epilogo è il ritrovo del "sono stata una lettrice silenziosa per anni ma conosco i tuoi personaggi come fratelli". Lol. Io ci avevo provato ai tempi, a fare una recensione così, ma poi finiva sempre per essere troppo lunga quindi ala fine avevo deciso di partire, nel lasciar recensioni, da Doppelgaenger e soprattutto DAGLI SPIN-OFF che essendo BREVI mi costringevano a limitare il mio essere logorroica. Ahem. 

Leggendo l'epilogo l'avevo trovato PERFETTO, ma all'epoca non avevo saputo dare un giudizio imparziale causa estremo coinvolgimento emotivo verso tutti sti disgraziati. Ora provo a elencare i meriti di questa storia, Opera Al Nero, sia come storia singola sia come atto conclusivo di tutta la tua Saga, mettendo a frutto le mie (scarse) conoscenze acquisite studiando drammaturgia: 

1) ogni personaggio ha un suo arco narrativo coerente. Ogni personaggio cresce nel corso delle tre storie principali senza stravolgersi. Persino quelli che cambiano di più, come Al o Soren, mantengono. Sono persone diverse da quando sono apparsi per la prima volta nella storia, eppure il loro cambiamento è frutto dell'aver affrontato e subito determinate cose quando erano più giovani: quindi il loro essere da ventiduenni/ventiquattrenni è imprescindibile dalla loro persona sedicenne o diciannovenne. Personaggi come Lily e Thomas che nelle storie precedente sono stati I turno i Ragazzini RapitiTM di cui Harry si doveva preoccupare saranno coloro che questa volta troveranno il modo di aiutare gli Auror e perciò salvare i propri ragazzi che precedentemente li avevano salvati. 

2) La regola d'Oro per costruire personaggi tridimensionali: ogni personaggio ha un WANT, un desiderio, un obiettivo, un qualcosa che a livello conscio vuole e cerca di realizzare. E un NEED, un bisogno nascosto a livello inconscio, più personale e profondo, di cui il personaggio stesso non è a conoscenza e che si trova a dover scoprire e affrontare nel corso della storia.
Facciamo l'esempio di Albus e Soren, che secondo me sono i personaggi la cui psicologia viene analizzata più approfonditamente in Opera Al Nero, così come in Doppelgaenger e Ab Umbra Lumen era stato rispettivamente per Tom e Lily. Quello che Albus VUOLE è che gli venga affidato il caso Demiurgo. Quello di cui Albus ha BISOGNO è elaborare i traumi di cinque anni fa, perchè essi hanno creato in lui il falso e malsano bisogno di avere tutto e tutti sotto controllo, e Al, invece di affrontare i propri demoni, sublima questo bisogno indotto cercando un obiettivo più "accettabile" (aiutare gli altri, risolvere un Caso) che assecondi lo stesso questa sua quieta mania di onnipotenza che nasce non dal suo ego, ma dalla sua paura delle avversità e di ciò che non conosce o non sospetta, che in passato hanno rischiato più volte di togliergli le persone che ama. (E il parallelismo con Tom in Doppelgaenger, che sentiva il bisogno di conoscere tutto del suo passato misterioso perchè a livello conscio voleva la conferma di essere speciale, ma a livello inconscio voleva sconfiggere la propria paura di essere "difettoso", si sprecano. I parallelismi con un altro Albus da cui prende il nome, pure.) 
Soren VUOLE sconfiggere i cattivi e catturare John Doe ma ha BISOGNO di dimostrare al mondo è soprattutto a se stesso che è diverso dal resto della sua famiglia. (Anche qui, i parallelismi con un altro Severus da cui prende il nome sono talmente ovvi che è inutile ribadirli, eppure il personaggio è caratterialmente e moralmente così diversa da QUEL Severus che non risultano mai stucchevoli. Il modo gentile e intelligente con cui sono gestiti i parallelismi in questa storia è un altro dei suoi punti di forza. Parallelismi tra i personaggi e i loro omonimi e tra personaggi stessi delle fanfiction. Mai così marcati da risultare fastidiosi, sempre abbastanza evidenti da risultare interessanti.) 

2) tutti gli archi narrativi dei personaggi convergono tra di loro e, cosa ancora più importante, si rivelano importanti per la storia principale. Per esempio: la storia di Michel e Milo/Emil, due personaggi secondari delle storie precedenti promossi tra i protagonisti in Oan, seppur gradevole, non sembrava trovare un posto nella trama "mistero" della storia. Invece si è rivelata fondamentale, perchè grazie al sangue di Emil (ricoverato in ospedale per una lunga serie di motivi che partono da un litigio con Michel) che viene scoperta la cura del Demiurgo, ed è dalla trama politica di Michel che veniamo a conoscenza di una talpa anello Ministero. La trama politica della talpa e quella medica della cura si uniscono poi nel personaggio di Soren Luzhin- personaggio secondario di Ab Umbra Lumen, vecchio amico di piuma di Lily nominato già in Dp, che torna nel finale di Oan rivelandosi più di quel che è, ovvero l'infiltrato silente che per primo ha permesso alla Thule di avere informazioni su Tom, e che ora prova del risentimento verso l'altro Soren, il nostro, per essere stato sostituito all'ultimo nella missione, e che grazie alle cure dopanti somministrategli sotto ricatto da Al sconfiggerà definitivamente Doe, prima di venir affrontato da Harry e sconfitto da James. Tutto si collega e tutto torna. 

4) Continuazione naturale del punto 3. Hai creato una storia in chi non solo i personaggi sono tridimensionali e sfaccettati, ma sono anche legati tra loro da una rete di rete di rapporti che è viva, vibrante, intricata e complessa, ma sempre credibile. Non c'è l'effetto alla beautiful ("ma allora tutti sono cugini di tutti, e sono andati a letto coi fratelli di tutti"- semi cit.) perchè è stato stabilito in anticipo (e in accordo col canon) che l'ambiente in cui si muovono quasi i personaggi è un circolo particolarmente ristretto, chiuso per certi versi (come scopriranno i personaggi arrivati dall'America o dalla Germania in quest'ultima storia), in cui gira e rigira si incontrano sempre gli stessi visi, o i figli o i nipoti di quei visi. Se l'ambiente della prima storia era quello di Hogwarts, e la seconda storia si muoveva tra Hogwarts e Dumstrsng, lo sfondo di questa storia è quello dell'alta e alto-borghese società Magica Inglese, composta sia dai rampolli di una pseudo-aristocrazia conservatrice e razzista, ideologicamente sconfitta, ma ancora influente, sia dalle famiglie degli ex-eroi di guerra dalle idee più liberali, che da ribelli di un tempo ora lavorano ai piani alti del Ministero, cercando di bilanciare il loro idealismo di gioventù con le grane e la necessità di compromessi che deriva dal ricoprire posizioni di potere.  È un ambiente REALE, che leggendo posso credere sia quello di una piccola comunità trent'anni dopo una guerra fratricida. Si respira voglia di divertirsi, ma anche di difendere a tutti i costi la pace che si è tanto faticato ad ottenere, quella pace stessa che permette ai ragazzi di uscire a divertirsi invece di andare a combattere come i loro genitori. "Purosangue" non è più un termine usato per indicare lo stato di "purezza" del sangue di un mago, di cui ormai non frega più niente a nessuno, ma l'appartenenza a un particolare mondo èlitista che si regge su etichette impossibili da ricordare e "valori" razzisti e antiquati, un mondo che si è chiuso talmente tanto su se stesso da isolarsi e auto-escludersi dalla realtà politica e sociale del proprio tempo. Si respira il mal represso rancore che alcune famiglie Purosangue, ancora ricche ma guardate con diffidenza, nutrono nei confronti della nuova e scintillante classe politica dominante degli ex-eroi, che a volte si attacca ai loro figli. Ma è evidente nella storia anche il fatto che questi figli siano bene o male cresciuti tutti nella stessa scuola, spesso anche nelle stesse Case e con gli stessi insegnanti, e abbiano avuto tutte le stesse influenze, e le stesse adolescenziali frequentazioni, quindi la differenza culturale tra ragazzi Babbanofili e ragazzi Purosangue, seppur esistente (perchè certe cose non si cancellano con una generazione soltanto), è meno netta ed evidente ad occhio nudo di quella tra i loro genitori. I figli degli eroi sono cresciuti con più ricchezza e vizi dei loro genitori, rendendoli quindi più simili, per quanto riguarda il livello di "Mio padre lo verrà a sapere", al caro vecchio Malfoy che non ai ragazzini sfortunati ma coraggiosi che furono Hermione, Ron, Neville, Ginny o Luna; i maghi Purosangue di questa generazione, a loro volta, sono i primi cresciuti in un'epoca in cui è "cool" mostrarsi apertamente Babbanofili, soprattutto nel modo di vestire e di atteggiarsi, ed è quindi difficile distinguerli per un occhio poco allenato dai figli ormai cresciuti dei vecchi membri dell'E.S. All'inizio di Doppelgaenger, le divioni culturali tra i ragazzi erano più accentuate, e c'era come un non-detto che imponeva che, se in Campo da Quidditch e in occasioni di rivalità tra case l'essere Grifondoro o Serpeverde prevaleva sul cognome, e in occasioni come  feste proibite o trasgressioni era normale che gli adolescenti si dividessero tra "cool" e "non cool" indipendentemente da idee politiche dei genitori e passato di questi, fuori dai territori di Hogwarts, i Potter-Weasley socializzassero solo tra loro e al massimo (AL MASSIMO) con figli di amici particolarmente stretti dei loro genitori, e gli eredi delle Famiglie Purosangue facessero altrettanto. A causa del circolo strettissimo di legami anche famigliari, di cui parlavo all'inizio di questo quarto punto, che coesiste tra i personaggi, basta l'avvicinarsi di due personaggi appartenenti a gruppi sociali e socio-politici diversi per determinare l'amalgamarsi e il mischiarsi di diversi gruppi.
La generazione protagonista di queste storie è dunque la prima, in questa Saga, a ricucire le ferite dell'ultima guerra. Il che, non c'è bisogno che lo scriva, è incredibilmente azzeccato, perchè colmare le distanze e andare oltre le apparenze e le incomprensioni è uno dei temi fondamentali di questa Saga, che non potrebbe che avere come protagonisti dei ragazzi nati nella Pace i cui genitori hanno vissuto (e in un certo senso ancora lo fanno, psicologicamente) nella Guerra. E la Saga non poteva che finire con il matrimonio di Rose Weasley e a Scorpius Malfoy, un matrimonio al cui solo pensiero cinque anni prima le famiglie coinvolte si sarebbero strappate i cappelli, ma che ora tutti capiscono essere la cosa migliore che poteva capitare non solo ai diretti interessati (che si amano alla follia come e più di quando erano adolescenti) ma anche per tutti i loro amici, parenti, forse per l'intera società magica, sicuramente per tutti gli invitati coinvolti (sì, pure quelli riluttanti che vorrebbero bruciare il tendone peldicarota-tra parentesi, ho amato come diversi personaggi, senza consultarsi tra loro, esprimano nella loro testa l'assoluto orrore estetico verso le scelte cromatiche degli sposi, ma i Potter e gli Weasley siano completamente e beatamente ciechi di fronte a qualsivoglia orrore stilistico.) 

5) Parlando di quanto sia GIUSTO che la Saga si chiuda con il matrimonio di Rose e Scorpius, la prima coppia a mettersi insieme superando i pregiudizi, la paura di andar contro il volere dei rispettivi genitori e i condizionamenti. Che sono un po' le cose che TUTTE le coppie di questa, etero o gay che fossero, hanno dovuto affrontare- ed è questo che ha reso tutte le storie d'amore di queste fanfiction così uniche, speciali, commoventi e BELLE. Il fatto che non si trattasse solo di storie d'amore nel senso più sdolcinato del termine, ma anche e soprattutto di storie della scoperta e dell'accettazione dell'altro/a e quindi di se'. Il fatto  che, nonostante le premesse e gli ostacoli di molte coppie siano simili, ogni storia d'amore prima e dinamica di coppia poi sia diversa dalle altre, perchè i personaggi hanno tutti caratterizzazioni psicologiche, sogni, desideri, bisogni e modi di reagire e affrontare le avversità diversi tra loro. Il fatto che, comunque, l'amore sia rappresentato in tutte le sue sfumature (romantico, erotico, platonico, filiale, paterno, materno, fraterno, cameratesco, amicale) ma che mantenga sempre quella caratteristica salvifica che era l'arco portante nei libri di Harry Potter. Una forza che spinge a migliorarsi e a migliorare, a superare i propri limiti ed uscire dal guscio della propria insicurezza e dei propri interessi, ad aprirsi al mondo, alla possibilità di un futuro, e alla fiducia. 
6) Tutto è GIUSTO in questo epilogo. È giusto che il matrimonio raccontato sia quello di Rose e Scorpius, per i motivi che ho già detto, ma è giusto che nessuno dei due abbia un PoV- perchè, così come sono stati i primi a mettersi insieme, sono anche stati i primi a risolvere determinati problemi e conflitti interiori, che in Oan avevano entrambi già ampiamente superato. Un loro PoV dunque non sarebbe stato utile come conclusione di nessun arco narrativo, perchè in fondo la loro "vera" conclusione risolutiva era stata la scelta  di sposarsi in quell'ospedale, soli con la loro "nocciolina" che presto li avrebbe trasformati in genitori. Azzeccatissima e perfetta la scelta, spontanea e non pianificata, di far avere a Rose e Scorpius un matrimonio intimo e ribelle, senza il chiasso, i giudizi e le aspettativi delle loro famiglie, una dichiarazione d'amore tenace e orgogliosa in mezzo al mondo che crolla, e dopo una cerimonia pubblica e festosa che riunisce tutti i parenti fino al settimo grado e gli amici con cui ci si è stretti la mano anche solo una volta, per festeggiare non solo la loro unione ma anche la ritrovata pace e serenità dopo tutto quello che il Mondo Magico ha affrontato. Il "E tutto finì bene" delle fiabe. Questo doppio matrimonio riassume bene la doppia natura della coppia Rose e Scorpius: da un lato, esiste in essi un bisogno di affermare la propria individualità e il proprio volere all'interno delle rispettive famiglie e al di fuori di esse; dall'altro, nessuno dei due è un personaggio individualista e non potrebbero vivere isolati sulle montagne senz'altro rapporto umano che la compagnia reciproca, anche se nei momenti di esasperazione quasi quasi lo vorrebberro. Entrambi amano le proprie famiglie (e, nel caso di Scorpius, anche metà di quella di Rose) e non le abbandonerebbero MAI davvero. Ti dirò che è un dettaglio che mi piace: nella cultura odierna, in cui vige il dogma di "se c'è un conflitto bisogna tagliare i ponti" personaggi come Rose e Scorpius, che imparano ad affermare la propria individualità e a farsi valere con i propri genitori senza tagliare i ponti o i legami affettivi con loro sono...rinfrescanti, ecco.
Comunque non è che queste storie insistano al contrario nel mantenere i rapporti con la famiglia a tutti i costi, anche nel caso in cui suddetta famiglia non faccia sforzi per capirti o accettarti e soprattutto non ti ami di rimando, anzi. Michel e Emil ne sono  l'esempio, e in una certa misura anche Soren (anche se comunque con Soren la situazione è emotivamente più complessa perchè la madre complice con il suo silenzio dell'abuso era lei stessa vittima al tempo stesso di una famiglia oppressiva e patriarcale, e lo stesso sposarsi e mettere al mondo un figlio erano state cose fatte da lei sotto minaccia di violenza. Quindi non si può davvero paragonare la situazione di Sophia a quella dei padri di Michel ed Emil/Milo, che hanno semplicemente giocato a tirar su l'erede perfetto finchè non si sono accorti che questo erede non era esattamente come volevano loro, e allora l'hanno gettato in pattumiera. Ma parlerò meglio della situazione tra Soren e sua madre in altre recensioni, perchè davvero secondo me non c'è nulla di più tragico di una madre che non ha scelto di fare un figlio ne' di metterlo al mondo, eppure si trova davanti alla scelta di darlo in pasto si suoi aguzzini o crescerlo nonostante non l'abbia mai voluto, e di un figlio che a sua volta non ha scelto di nascere eppure si trova ad essere due volte vittime, di aguzzìni che erano gli stessi di sua madre, e del risentimento della madre per essere nato. È anche per la tua bravura nel trattare tematiche senza sfociare nel morboso o nel patetico così delicate che la tua storia è speciale.) 
Comunque, dicevo, è azzeccato che il PoV iniziale dell'epilogo sia quello di Michel perchè ci ricorda che anche se non ci sono speranze ne intenzioni di riallacciare i rapporti con la propria famiglia d'origine, da adulti se ne può sempre trovare una nuova.
Come dicevo, non abbiamo PoV di Rose e/o Scorpius nel finale, e in fondo non ci servono. La loro felicità è loro e solo loro e va bene così: l'abbiamo già assaggiata leggendo della loro decisione di fare la cerimonia privata, ora la vediamo di riflesso grazie agli invitati ma il focus è su questi ultimi (che sono poi il motivo per cui Rose e Scorpius stanno facendo questa super-confusionaria cerimonia pubblica).  
Per il motivo opposto, è perfetto che Lily e Soren siano l'unica coppia ad avere un PoV ciascuno: perchè sono stato i due con la situazione più traballante fino alla fine di Oan, quelli il cui sviluppo psicologico è iniziato una storia dopo gli altri, e la cui coppia si è formata DUE storie dopo, e non poteva dirsi davvero stabile fino a che non si fossero risolte determinate situazioni che in effetti si sono risolte solo nei capitoli immediatamente precedenti all'epigolo. I lettori meritavano dunque di avere un excursus più lungo sulla psicologia di questi personaggi, sui loro piani per il futuro e sul modo in cui stavano elaborando il passato. Giusto anche che Lily e Soren nell'epilogo siano separati, e che si confrontino non tra loro, ma con i rispettivi migliori amici- per Lily la cugina Roxanne e per Soren il magonò Milo.  Lily e Soren sono la coppia che forse più di tutte è formata da due persone con background estremamente differenti, e benchè si siano aiutati ad affrontare i propri demoni, le difficoltà che questi due personaggi hanno dovuto affrontare e risolvere nel corso della storia sono state fondamentalmente diverse, quindi un PoV unico e "di coppia" come quello finale di Al e Tom avrebbe finito per non fare chiarezza sugli scogli che Soren e Lily hanno affrontato separatamente nelle loro vite e nelle ultime due storie. E per quanto riguarda gli scogli di coppia...c'è forse una conclusione migliore per una storia d'amore che sembrava essere destinata alla clandestinità e all'inevitabile tragicotà di vedere i entrambi i componenti di quella coppia che raccontano apertamente AD ALTRI la serenità che hanno trovato l'uno nell'altra, e i progetti per il loro futuro insieme, ancora vago e non ben delineato (a differenza di quello di Rose e Scorpius è James e Teddy, per esempio), ma appunto per questo così emozionante e luminoso? Sarebbe stato facile far finire tutte le coppie in modo tradizionale, con il classico figlio e matrimonio a vent'anni, invece tu hai dato ad ogni coppia il finale che si confaceva ai personaggi. Che in alcuni casì, sì, era matrimonio e figlio a vent'anni (vedi Rose e Scorpius), per altre l'adozione di una bambina tra i venticinque e i trenta, di anni (vedi James e Teddy) ma per altre era più tempo per conoscersi e conoscere il mondo. 
Ed era GIUSTO che il matrimonio vero e proprio venisse narrato attraverso il PoV di James, che da primo ostacolo della coppia Rose e Scorpius ne è presto diventato il più fervente sostenitore e difensore. James che era il bullettò e che sarà sempre arrogante, sbruffone nei modi e un po' galletto, ma ora è un padre di famiglia e un responsabile difensore della legge, e le sue priorità non sono più fare scherzi ed essere popolare, ma proteggere i suoi affetti e difendere la società. James che è sempre stato divorato dall'ansia di eguagliare il padre, e infine l'ha salvato, decretando la decisione di Harry di smettere di fare l'Auror in missione, cosa che non ha più l'età di essere, o il Capo Ufficio, ruolo che gli ha portato molti privilegi e comodità ma che in fondo non gli è mai piaciuto davvero ricoprire, e lo porterà a scegliere di insegnare in Accademia. E davvero non si poteva pensare a un finale migliore per il tuo Harry, sempre contento di fare da mentore alle nuove generazioni cui giovani così come i suoi mille maestri e padri putativi avevano fatto per lui, ma anche per l'Harry della Rowling- una fine di carriera che tiene conto sia del desiderio di Harry di fare carriera e gloria uccidendo i cattivi, sia della sua vocazione per l'insegnamento, che veniva presentata dalla Rowling nel quinto libro e che tu hai sviluppato perfettamente nella caratterizzazione del tuo Harry adulto. 
E ovviamente, la fine vera e propria non poteva che essere affidata ad Al e Tom. È giusto che siamo loro ad avere l'ultima parola, o meglio, che l'ultimo PoV sia quello di Al e che l'ultima frase sia pronunciata da Tom, e che riecheggi in modo implicito ma neanche troppo il pensiero di Harry Potter nell'epilogo dell'ultimo dei sette libri. (All Was Well. The End.>>Se tutto non è andato bene, vuol dire che non è la fine>>"Certo che andrà tutto bene. Altrimenti, Potter, non sarebbe la fine"). Harry che è stato il primo a farli incontrare, il primo PoV della Saga così come i due Bambini Serpeverde ne sono stati i primi protagonisti, ed è lui l'ultima persona a cui entrambi prima di iniziare il loro ballo in cui esistono solo loro due e nessun altro, prima che il Sipario cali.
A volte accade, nella scrittura amatoriale così come nelle serie tv, di avere la netta sensazione che gli autori si stiano stancando di personaggi un tempo importanti e che decidano dunque di abbandonarli per noia o mancanze di idee su come concludere le loro storie. Non in questa Saga, non con questa Autrice. Non è mai capitato che un personaggio, nemmeno secondario, venisse approfondito e poi abbandonato prima di aver concluso la propria story-line. Qui è come a teatro. Ogni personaggio ha un ruolo, e a volte qualcuno va dietro le quinte per lasciar spazio ad altri, ma alla fine chi è stato inizialmente presentato come personaggio importante torna nel finale, per recitare l'ultimo atto, concludere il propri arco narrativo, salutare i fan più fedeli con un bacio e prendersi gli applausi.
 
(Recensione modificata il 29/12/2022 - 01:58 am)

Recensore Junior
31/10/22, ore 17:36
Cap. 60:

Ho adorato questo capitolo con il confronto (quasi) definitivo tra Doe e Soren. 
In genere adoro i PoVs di Soren anche se non è il mio cuginetto Von Honhemein preferito. È un personaggio che ho imparato ad amare in Opera al Nero piuttosto che in Ab Umbra Lumen. È un po’ troppo troppo "eterna vittima perfetta" (sia dei cattivi che lo tormentano all’infinito, sia della società dei "buoni" che non lo perdona) per essere il mio tipo di personaggio, troppo puro d'animo nonostante il male del mondo...da un questo tipo di personaggi lato mi affascinano e provo empatia per loro, dall'altro, soprattutto quando è una storia con molti PoVs, tendo ad essere più attratta da personaggi che magari non hanno mai commesso nulla di grave, ma sono interiormente più meschini e contorti e divertenti di dissezionare. Soren è il personaggio che ha commesso più crimini tra i buoni ma è rimasto puro dentro, in modo quasi naive,e questa sua dualità me lo ha reso non particolarmente caro in Ab Umbra Lumen: preferisco i redemption arc quando c’è effettivamente qualcosa da redimere, e non solo da giustificare, e i personaggi che trasudano angst mi piacciono, sia chiaro, ma resto più emotivamente coinvolta da loro quando oltre ad angst trasudano anche difetti. Soren invece è un po' il Ned Stark della situazione, tutto onore e sfiga, quel tipo di personaggio per cui pure i super-cattivi che lo stanno torturato provano un po' di pena, perchè oh, sto qui proprio non è capace di godersi la vita senza portarsi addosso tutte le croci e i peccati dell'umanità. Sono quei personaggi a cui da lettori si vuol bene ma che si vorrebbe anche pigliare a sberle, così magari passa loro la voglia di fare i martiri per qualche capitolo. Comunque riconosco il potenziale poetico e simbolico dei personaggi che il mondo cerca di corrompere in tutti i modi senza riuscirci, rendendoli invece che duri In sostanza, il mio problema con Soren era che incarna due tipi diversi di “personaggio topos” che separatamente mi piacciono, insieme non tanto: da un lato l’idealista puro di cuore che benchè vittima di doversi soprusi rimane sempre moralmente superiore a chi glieli infligge, e perciò viene inizialmente sottovalutato fino a quando non disvela tutto il suo potenziale contro i cattivi che pensavano di averlo sottomesso, e poi incanala tutta la rabbia per l’ingiustizia che ha subito nel combattere chiunque continui a compierla e proteggere gli altri dal soffrire come lui o lei ha sofferto; e dall’altro (almeno così credevo per il modo in cui è stato inizialmente presentato in Aul) il doppiogiochista ambiguo dai valori traballanti, gli schieramenti poco chiari e conflitti morali e traumi repressi a gogò. Quando ho smesso di cercare in Soren questo secondo archetipo che amo, ho capito che la genialità nella creazione del personaggio sta proprio in questo: nel fatto che lui NON è questo tipo di personaggio moralmente ambiguo, anche se tutti credono o immagino che lui lo sia. È qui che sta la tragicità e allo stesso tempo la bellezza, la forza e l’originalità di questo personaggio. Lui è in tutto e per tutto l’incarnazione del primo dei due “topoi” che ho appena descritta. Ed è una variazione magnifica, articolata e originale sul tema a me tanto caro (che poi è anche il tema principale dell’Harry Potter-personaggio- della Rowling.) Solo che tutti gli altri personaggio, tranne Milo e forse (forse) Lily, lo vedono come una variazione del SECONDO tipo di personaggio che ho descritto (e che amo) quello dell’anti-eroe grigio e doppiogiochista. Magari una versione redenta ma pur sempre una variazione sul tema. Quando in realtà lui ha molte più charatteristiche dell’eroe duro puro, del Percival, del Lancillotto, del Rolando. È un Cyrano, un Don Chichotte. O per parlare di riferimenti pop, è più simile a un Harry Potter o un Jon Snow, che a un un Tyrion Lannister, Severus Piton o Draco Malfoy. Lui combatte per ciò che ritiene il Bene Superiore, sempre, anche e spesso a rischio dell’annullamento di se stesso. Soren non si annulla per fedeltà circa alle persone, questo no. La sua ammirazione per Von Honhemein non era del tutto cieca delle sue colpe, e quella che comunque prova per Harry Potter non è scevra di rabbia e rancori sotterranei. Ma era convinto che gli ideali del primo (e ora del secondo) fossero (o siano) così alti e nobili da rendere necessario che Soren si sacrificasse (o sacrifichi) per essi. Per questo dico che è un idealista, perchè è disposto a passare sopra i difetti di un capo se rispetta gli ideali per cui combatte, l’opposto totale di un Thomas che invece si fida solo ed esclusivamente delle persone, ed è disposto a proclamare la sua fiducia totale in uno schieramento anche se non ne condivide gli ideali, perchè ne idolatra chi è a capo (suo Zio Harry). 
 Le sue azioni (di Soren, intendo) l’hanno portato ad essere considerato un tipo di personaggio, quando tutto nel suo cuore, nel suo animo e nel suo modo di rapportarsi è l’opposto. Eppure il flusso della storia è la necessità del lato per cui sta al momento combattendo lo portano a recitare costantemente quella parte a lui tanto odiata quanto necessaria agli altri per la vittoria, quella del doppiogiochista. 
Sono affascinata dal modo in cui i personaggi si rapportano con il loro ruolo narrativo. Da come vengono mossi all’interno della narrativa che l’autrice ha disposto per loro, ma anche di come si comportano di fronte alle aspettative che i lettori o addirittura gli altri personaggi hanno su di loro  in un determinato 
Se l’aria beffarda di Thomas non è data soltanto dal suo essere uno stronzetto viziato (che io amo, per inciso, nel caso non si fosse capito da quanto spesso lo tiro in ballo) ma anche, in senso metà-letterario, dall’aver disdetto ogni aspettativa che la simbologia e i parallelismi della storia sembravano aver messo su di lui...non per prendere la strada opposta, ma per farsi gli affaracci suoi, fondamentalmente.
L’aria da agnello smarrito di Soren, di contro, non è data soltanto dall’aver avuto una vita davvero di merda e dal doversi adattare a vivere nel mondo reale invece che in un’arena perenne degli Hunger Games, ma anche dal fatto che è COSTANTEMENTE posto dal flusso della storia in un ruolo che non rispecchia o non si confà al suo carattere, ai suoi valori, e alla sua psicologia. E paradossalmente, è questo che me lo rende tanto interessante. (Così come non sarei stata tanto affezionata quanto lo sono a Tommy boy se lo stronzetto fosse diventato un Signore Oscuro 2.0 o un Prescelto 2.0. Ciò che mi fa ghignare di lui è che nonostante tutti gli omen propendessero verso l’una o l’altra strada, il giovane Dursley abbia deciso di scartare dal bivio del suo destino e prendere un’altra, normalissima strada, solo per menefreghismo e sano egoismo. Ed è più iconico e Serpeverde di qualsiasi cosa Alberich, Voldemort e mille altre oscuri edgy lord abbiano mai fatto.)
Nei PoVs di Soren, non so se sia intenzionale o meno, c'è sempre qualcosa di più poetico e profondo che negli altri PoV. Non solo per via delle tematiche trattate e dei dilemmi morali che il giovane Prince si trova ad affrontare, ma anche nel ritmo dei suoi pensieri, nella scelta di parole usate. Non perchè gli altri PoV siano brutti, anzi, ma perchè Soren ha qualcosa in più, non necessariamente come caratterizzazione psicologica personaggio (personalmente credo che almeno Al, Thomas, Lily ed Harry adulto, non abbiano nulla da invidiare a Soren in termini di caratterizzazione e complessità del personaggio, che comunque per me rientra nella top cinque dei personaggi meglio scritti di questa Saga) ma proprio come TIPO di personaggio che Soren è. 
Gli altri personaggi escono da una commedia romantica teen e si trovano per caso, affiliazioni, o semplice incapacità di farsi i fatti propri, in un giallo da risolvere, Soren è stato catapultato da un romanzo filosofico russo a un film poliziesco americano in cui si muove spaesato ma pieno di buone intenzioni. Mi piace come ogni tanto lo fai irritare e rispondere male a chi crede di saperne più di lui su se stesso, ma non è mai giudicato per questo; onestamente, se lo merita. Mi piace che Soren non venga giudicato dalla voce narrante per avere reazioni normali e umane ai traumi che gli sono state inflitti. Infatti, è uno dei dettagli che lo rende più realistico, più personaggio-persona e meno cavaliere errante di un altro tempo, incorruttibile da tentazione e inscalfibile dai traumi. 

E parlando dei traumi di Soren: io sono la fan n#1 di Jonnhy Boy. Il Camaleonte, il Giullare, il galoppino arrogante, il mercenario, la vecchia volpe che non è immortale ma solo troppo furba per farsi ammazzare. Sì, è orribile. Sì, ha traumatizzato psicologicamente metà dei protagonisti quando erano tutti ragazzini. Sì, ha una vena sadica. Sì, è narcisista. Sì, è un po’ sessista e pure omofobo. Ma è psicologicamente ben costruito. Il suo essere malvagio fa paura e ha senso al tempo stesso.Ed è divertente. È anche raccapricciante. E ha sempre ragione pur avendo torto. È anche uno dei migliori antagonisti che abbia mai incontrato in una Saga fantasy. È spaventoso e incredibilmente comune al tempo stesso, è uno psicopatico non perchè ha manie di grandezza e di sterminio o comportamenti particolarmente sopra il rigo, ma perchè è capace di comportarsi in modo normalissimo Ho anche una playlist su Spotify ispirata o meglio dedicata a lui! (Privata ovviamente. Però se vuoi te la linko, visto che ormai ti ho spammato diecimila canzoni in chat solo perché mi ricordavano vagamente Roisin e Tobia della Selva Oscura.) 
Mi piace che Johannes non sia un cattivo alla Von Honhemein o Voldemort, un Signore oscuro minaccioso e imponente, ascetico e misterioso. È normale, comune, gioviale e frivolo, mondano. Frivolo e mondano nel modo in cui spesso lo è il Male. Si presenta gioviale ed edonistico, e noncurante, perchè è così che spesso appare la crudeltà stessa. È mosso dalle più comuni e triviali motivazioni che spingono gli uomini a compiere azioni riprovevoli: denaro, ricchezza, prestigio, voglia di godersi la vita. Quello che lo rende mostruoso è la sua totale mancanza di conflitto morale, di pentimenti o debolezze; la sua mancanza di tentativi di razionalizzazione, giustificazione di quello che fa. E quello che lo rende diverso da un Alberich o un Voldemort, è che oltre alla mancanza di auto-giustificazioni, non cerca neanche la mistificazione delle proprie gesta, il motivo superiore dietro cui mascherare il sadismo e la crudeltà gratuita. L’unica mistificazione che accetta e ricerca è quella del Giullare, di colui che gioca a quella infinita e assurda partita di Poker che è la vita, incurante di tutto tranne che del proprio divertimento e dei suoi guadagni che, da bravo giocatore di poker, accumula più con l’arte di nascondere le proprie intenzioni (bluff) e indovinare quelle dell’avversario, che basandosi su un’attenta e meditata strategia (come potrebbe fare un giocatore di scacchi- Alberich, per esempio). Quella di John Doe è anche una mistificazione sulla propria identità, ma è una mistificazione strana e ambigua perchè si basa non sul crearsi un’identità superiore e idealizzata (come Tom Riddle fece con Voldemort) ma sul frammentare e dividere il proprio essere in mille nomi che spesso non vogliono dire niente, soprannomi e nomignoli spesso nati come dispregiativi o insulti. In sostanza, se Voldemort frammentando la propria anima aveva nascosto il suo essere umano dietro la figura e il nome di una divinità, John Doe accettando di modificare il proprio corpo attraverso gli esperimenti della Thule e spezzando la sua identità in mille nomi e pseudonimi, è diventato tutti e nessuno. Ma se John Doe è chiunque, chiunque può essere John Doe. Ed è questo che fa paura: perchè lui lo sa, è un cattivo cosciente del suo ruolo nella narrativa, e da bravo Camaleonte si mimetizza facilmente nell’ambiente circostante prima di apparire in tutta la sua mostruosità; da bravo Giullare, invece, capisce le insicurezze più profonde dell’eroe di turno che lo affronta, e gliele sputa in faccia con scherno, mettendo il povero sventurato di fronte a paure così profonde che nemmeno lui sapeva di avere. E sono sempre paure legate al proprio valore, alla propria integrità morale, al fatto di essere o meno esseri umani degni, prima ancora che eroi, geni o coraggiosi guerrieri. Perchè il Giullare è sì uno specchio, ma uno specchio grottesco. Restituisce le immagini delle interiorità di coloro che si specchiano, ma le deforma attraverso la sua stessa bruttezza.
Soren ha ragione; John Doe ha sempre giocato sul logorare. È una battaglia psicologica prima che fisica, magica o strategica-come il poker. 
Doe è un mercenario che mette i suoi servigi al miglior offerente, senza farsi scrupoli riguardo alla morale o ai conflitti di interesse. È servo di tutti e di nessuno, perchè proprio questa sua incostanza nel cambiare e tradire padroni e clienti lo rende paradossalmente libero, come spiega lui stesso a Soren. Soren è libero perchè ha SCELTO da che parte stare, obbedendo al proprio codice morale. Johannes è libero, invece, perchè non ha nemmeno una morale, un'etichetta o un codice a cui dovere obbedienza. Quella di Soren è la libertà della filosofia e della società. Quella di Johannes della natura e dell'uomo homini lupus. In questo sono inconciliabili e opposti. Eppure è scorretto dire che Johannes è libero da tutti e da tutto, perchè si fa comunque trascinare dai suoi impulsi più bassi, che Soren invece cerca sempre di sopprimere in base a un bene superiore. Quindi, secondo i principi della filosofia orientale soprattutto, Soren sarebbe ancora più libero di John Doe, perchè nonostante quest'ultimo si sia liberato del giogo di Von Honhemein per diventare il nuovo boss (o libero imprenditore, come direbbe lui) mentre Soren sia passato da pedina di Alberich a pedina di Harry Potter e Nora Gillespie, il giovane Prince ha comunque un miglior controllo su se stesso e sui propri impulsi e desidero del suo vecchio mentore/aguzzino. A Johannes piace il gioco d'azzardo, il brivido del pericolo, ha un debole per il lusso pacchiano, il tabacco, i soldi facili e le belle donne. Gli piace anche ferire gli altri, non tanto fisicamente quanto emotivamente, installando in loro il dubbio nominando ad alta voce le loro più profonde e segrete paure. Ah, la banalità del male: l'apparente aspetto mondano del diavolo (inteso non in senso religioso ma morale/etico). 
Mi piace il fatto che, nonostante il primo cattivo con cui si confronti Tom è Doe, e il primo aguzzino che vediamo in scena con Soren sia Alberich, i due climax di Aul e Oan riguardano rispettivamente Tom-Alberich e Soren-Doe. Se questa Saga fosse una serie tv forse sarebbe sbagliato, visto che le scene in cui leggiamo di John Doe e Tom fisicamente insieme e in conflitto nella stessa stanza, e di Alberich e Soren nelle stesse situazioni, sono maggiori dei contrari. Ma questa è una storia scritta quindi le introspezioni psicologiche dei personaggi contano tanto e più delle narrazioni visive per quanto riguarda il giudicare la coerenza interna di un’opera. E se guardiamo all’introspezione, alle caratteristiche psicologiche, e ai ruoli narrativi dei personaggi, è chiaro che i due scontri (filosofici e morali prima che fisici o magici) della seconda e terza parte della tua Saga non potevano riguardare altro che questi due personaggi opposti e allineati in questo modo. 
Thomas ha un ultimo confronto con Alberich e Soren un ultimo confronto con John Doe perchè entrambi si scontrano con il personaggio che sarebbero potuti diventare se avessero interpretato l parte che un destino tiranno e fortunatamente sconfitto, interpretato da Alberich, avrebbe voluto per loro. 

A proposito di ruoli e parallelismi, e di destini: i due giovani che portano il nome/fardello di Severus sulla nave a fare il doppio gioco. Ho adorato (che verbo banale, eh? Continuo a ripeterlo per ogni scena, ma che che posso farci se davvero ho adorato questa storia è questi personaggi) il conflitto morale di Albus su quella nave, e in generale l’introspezione psicologica che questo personaggio riceve negli ultimi dieci capitoli di Opera Al Nero, perchè il rapimento lo porta a interrogarsi su tutta una serie di lati di se’ stesso: i suoi limiti morali, il suo egoismo e il suo spirito di sacrificio, i suoi valori, il proprio coraggio e la codardia e il confine tra di essi...

Se Soren è, a mio avviso, il personaggio con i Pov migliori, Albus Severus in Opera Al Nero diventa (inaspettatamente ma non troppo, per i lettori attenti) il personaggio più stratificato e contorto, e dunque interessante da analizzare. Il modo in cui è assolutamente disposto a sacrificarsi per qualcun altro a mente fredda, gettandosi tra le braccia di un pericolo mortale ,ma solo finchè ha una certezza, anche se minima, di uscirne vivo. Perchè si aggrapperà a quella certezza coi denti e con le unghie, con incredibile e tenace ottimismo, e razionalizzerà il peso del sacrificio che sta compiendo con calcoli e un opportunismo solo di facciata, che adotta perchè deve raccontare a se stesso che non sta facendo l’eroe, ma giocando una partita a scacchi in cui lui sarà anche una pedina, ma una pedina che è scesa in campo consapevole delle regole del gioco, dei rischi che corre ma anche di come evitarli, e soprattutto dopo aver calcolato le probabilità di uscirne vivo, e aver concluso che sono maggiori di quelle che sembrano. Ma il gioco che fa da sfondo a Opera Al Nero non sono più gli scacchi, come in Ab Umbra Lumen, ma il poker: e nel poker, come in tutti i giochi di carte, c’è sempre una variante incognita, irrazionale, che l’intelligenza non può prevedere o calcolare. E poi, per quanto un giocatore possa pensare di aver previsto tutto...c’è sempre la possibilità che l’avversario abbia bluffato per tutto questo tempo. Ed è quello che succede ad Albus su quella nave: aveva pensato di poter anticipare le mosse dell’avversario come in una partita a scacchi, e ha dimenticato che nel poker non puoi davvero vedere le carte di un avversario. Fare piani e previsioni tenendo conto solo delle carte che hai in mano è parte del brivido del poker, certo. Ma è anche ciò che conduce molti alla rovina. Albus ha riposto troppe speranze nella sua doppia coppia e si è reso conto solo al momento di scoprire le carte che i suoi avversari avevano un full.
Quando queste probabilità di uscirne vivo che Albus aveva così attentamente calcolato, da bravo Serpeverde, e a cui si era così tenacemente aggrappato, da bravo Potter, diventano irrilevanti e svaniscono nel giro di un turno come fa la sfortuna in una partita a poker, Albus accetta il compresso che non avrebbe mai pensato di poter sopportare di accettare...tutto per uscirne vivo. Perchè Al è disposto a sfidare incendi, offrirsi al posto di un mentore, sfidare Maghi Oscuri, inseguire fenici nel bosco e lasciarsi trasportare dal Deluminatore...ma solo finchè vede una possibilità, anche minuscola, anche statisticamente irrilevante te, di realizzare l’obiettivo per cui aveva sfidato la sorte in primo luogo. Può sfidare e risfidare la Morte molte volte, ma solo finchè vede una speranza di uscirne vivo, a cui aggrapparsi disperatamente.
Al ha bisogno della speranza per essere eroico e ma ha anche bisogno di razionalizzare il suo eroismo mascherandolo per calcolo e opportunismo ma si vergogna di se stesso quando è davvero opportunista, cosa che avviene solo quando perde ogni speranza è viene messo di fronte alla scelta “fai ciò che è sbagliato o muori”, eppure non si riesce mai a pentire di aver scelto la sopravvivenza di fronte alla sua coscienza. Perchè lo stesso senso di abnegazione per le persone a cui vuole bene, che lo porta a sacrificarsi per il suo mentore Seamus Finnigan, è ciò che paradossalmente gli impedisce di scegliere di mantenere la propria integrità morale a discapito della sopravvivenza. Perchè morendo da eroe testardo magari diventerebbe un martire, ma sicuramente abbandonerebbe le persone che lo amano, che sono preoccupate per lui è che aspettano il suo ritorno...e soprattutto Tom, perchè il loro rapporto è tanto salvifico quanto soffocante, sempre, e nessuno dei due può essere felice se l’altro lo abbandona, e nessuno dei due può morire sereno sapendo di star condannando l’altro a un’infelicità lunga una vita. Si potrebbe dire che ad Al piace fare la parte di quello che si immola senza davvero pagare il prezzo di un sacrificio; oppure, volendo essere più gentili, si può affermare che per Al, idealista e speranzoso ma anche pragmatico, il proprio sacrificio, fatto per evitare di far soffrire la famiglia di Seamus, diverrebbe inutile e controproducente, se causasse la sofferenza perenne della propria, di famiglia. Molto Serpeverde, Potter, molto Serpeverde.
E così Al, per poter riabbracciare i propri cari e soprattutto mantenere la promessa di tornare sano e salvo da Tom, accetta di partecipare alla creazione del Superuomo, chiudendo così un ciclo che Alberich aveva iniziato anni prima con la “creazione” dello stesso Tom.

La Thule avrà perso la creazione vivente più preziosa, ma certo non hanno perso tempo a trovare metodi alternativi per inseguire lo stesso miraggio del mago-soldato invincibile e obbediente, anche senza scomodare altre anime di vaganti e dannate di Maghi Oscuri. 

Serialmente, per un personaggio che era partito come il clichè del timido e imbranato in Doppelgaenger, questo personaggio ha avuto una crescita pazzesca, in termini di stratificazione e complessità psicologica. Mi piace anche davvero tanto il fatto che il rapimento di Al ci faccia capire più sulle dinamiche dei cattivi, come funziona il laboratorio, i loro sentimenti verso Doe e la Signora, come chiamano Sophia, le gerarchie.
Lèggerei uno spin-off solo su questo: su Alberich, su Doe, Sophia ed Elias, l’assenza di Thomas su di loro come ingombrante fantasma, memento di quella volta che l’organizzazione creò qualcosa di mai creato e se lo fece rubare...la famiglia della madre russa e il modo in cui vedevano Alberich, i servi Magonò e il perchè l’assenza di elfi, il passato di Cordula...
Mi accontento dei flashback sull’infanzia di Soren, sempre super angoscianti ma anche densi di dinamiche psicologiche complesse e affascinanti nella loro morbosità.
A proposito, perchè Johannes odiava suo padre tanto da voler cambiare nome? Domande, domande, domande. Peccato che questo Saga sia un’opera derivativa di Harry Potter perchè avresti potuto farci mille spin-off e creare la tua, di collana fantasy da milioni di euro, che non avrebbe avuto nulla da invidiare a centinaia di altre saghe fantasy pubblicate, in termine di world-building, sfaccettature psicologiche dei personaggi e complessità delle loro dinamiche. 

...Ma allo stesso tempo sono contenta che sia un’opera derivativa di Harry Potter perchè con queste fanfiction hai dimostrato di possedere una capacità incredibile di prendere personaggi conosciuti e trasformarli senza stravolgerli, facendoli crescere  in modo impeccabile, interessante e coerente al tempo stesso. Hai avuto la capacità di allargare un mondo che già esisteva senza stravolgerlo, come si vede nell’ultima parte, quando entra in scena Padma. I tuoi protagonisti non sono solo ben delineati, ma sono immersi in un mondo e in una rete sociale che lo è altrettanto. Riesci sempre a rendere i personaggi secondari come umani e reali con poche pennellate, senza mai perdere il focus sulla storia principale. Chapeau. 

Colpo di genio il fatto che Padma, ignorata da Ron durante il ballo del Ceppo, provi oggi risentimento non verso Ron, ma verso Harry. Da un lato pone l'accento su quanto fosse forte il legame di Padma con la gemella durante l'adolescenza (tema che tornerà importante perchè è proprio Padma che ha provato per la prima volta l'Incantesimo delle Anime Parlanti per comunicare con Calì ai tempi della scuola) dall'altro serve come una specie di riscatto a Ron che, diciamocelo, spesso quanto è visto dal punto di vista dei ragazzi non ci fa una gran bella figura, essendo un tipo di genitore/zio più rigido e sotto certi aspetti pesante, meno mitico e al tempo stesso meno disposto al dialogo e a mettersi in discussione di Harry.
Anche durante la loro adolescenza Harry era quello che veniva idolatria e miticizzato, quello che ispirava fedeltà e ammirazione anche tra i coetanei...ma tra i tre membri del Trio, è sempre stato Ron quello più bravo a gestire i rapporti con gli altri coetanei, i compagni di casa. Harry era il piccolo prodigio, tanto eccezionale quanto spesso inavvicinabile per via della marea di traumi e segreti che si portava addosso, Hermione la giovane geniale che capiva tutto di tutti ma forse proprio per questo non sempre sapeva relazionarsi ai coetanei da pari a pari, senza atteggiarsi da generale, madre o maestrina. Ron invece era quello che passava ogni tanto del tempo con Seamus, Dean e altri ragazzi loro coetanei, ridendoci e litigandoci e ritornando poi in buoni rapporti come tutti gli adolescenti a quell'età. Per questo ha senso che Padma nutra rancore verso Harry e non verso Ron.
Il dettaglio che Harry L'eroe, che ambisce a essere anche un padre perfetto (ed è paradossalmente proprio questa la sua piu grande pecca come padre) non ami il fatto che I suoi figli, ormai tutti adulti, trovino altre figure di riferimento al di fuori da lui è un dettaglio di caratterizzazione magistrale, che butti lì come un pensiero veloce di Ron, ha perfettamente senso con la caratterizzazione che hai dato di Harry adulto nella tua storia. È questo che mi piace del tuo modo di scrivere: il modo naturale con cui dopo molti capitoli rendi espliciti dettagli psicologici dei protagonisti che precedentemente erano rimasti sotto la superficie, presenti ma impliciti, solo per i lettori attenti. Non è "show don't tell" ma "spiega solo dopo aver mostrato". I like it.

Per quanto riguarda l’ultima parte...faccio copia e in colla del finale che mi ha fatto morire dal ridere. Essere comici è più difficile che suscitare commozione perchè bisogna avere una profonda conoscenza delle dinamiche nascoste di quello di cui si va a parlare per poterci ridere sopra. Tu, dei tuoi personaggi e delle loro relazione, ce 
‘hai molto più di altri autori pubblicati. Anche in questo caso si nota la bravura: iniziare un capitolo con toni melodrammatici ed epici, e finirlo con un sorriso. E il sorriso e la commozione sono entrambi scaturiti dagli stessi meccanismi psicologici dei personaggi che li hanno portati a questo punto. 

“Io no, ma Lily Luna sì.” Li guardò entrambi. “È con lei che ci sto lavorando da mesi. Essendo una Legimante Naturale ci ha messo meno della metà del resto dei miei allievi a padroneggiarlo … del resto, legge nelle emozioni altrui da quando è nata.”
Ed ecco un altro ragazzino che viene coinvolto…
Harry era scuro come una nube temporalesca, ma non stava dando di matto, quindi era praticamente un assenso a procedere. “Per noi va bene.” Assolutamente no, ma poco importava a quel punto.
“Bene, va’ a chiamarla. È a casa, ma è reperibile.” Disse all’altra Psicomaga. “Io vado a preparare i pazienti.”
Quando se ne andò, Ron fece un lungo sospiro. “Beh, almeno James…”
“Sta’ zitto Ron.”
Scosse la testa, perché mai avrebbe obbedito ad un ordine di quell’insopportabile testone del suo migliore amico. Non quando si comportava in quel modo perlomeno. “Io te l’avevo detto che rinchiuderli in una torre era una buona idea, ma tu non hai mai voluto darmi retta.”
“Ce li ho rinchiusi. Hogwarts è piena di torri.” Harry fece una smorfia disperata. “I guai li hanno trovati pure lì.”
A quello c’era poco da ribattere. Gli diede una pacca sulla spalla e gli rimase accanto: come avrebbe fatto fino alla fine dei loro giorni.

  Ho amato la frase conclusiva del capitolo. Davvero- questa Saga è tanto sui ragazzi quanto su Harry padre e adulto, tanto sulle innovazioni quanto sui richiami al passato, e questo passaggio contiene entrambe le cose. Da un lato Parma, Lily Luna Lena (tutto attaccato che suona bene)e il loro esperimento psico magico, dall’altro i ricordi sul Ballo del Ceppo, e soprattutto l’Amicizia tra Ron e Harry, più forte del tempo e dei difetti di entrambi. Ron è l’amico che “non avrebbe mai obbedito” a Harry, ma lo segue per non lasciarlo da solo. Questa per me è vera amicizia, pura.

 
(Recensione modificata il 02/11/2022 - 04:25 pm)
(Recensione modificata il 21/11/2022 - 05:22 pm)

Nuovo recensore
16/01/22, ore 20:17
Cap. 1:

Ciao. Ho recensito "ad umbra lumen" e ho letto d'un fiato anche questa. Ad un certo punto mi aspettavo anche il colpo di scena che Meike fosse la sorellastra di Soren, figlia di Sofia e di JonDoe e che fosse stata affidata di nascosto alla maganò (che magari era la balia) da Sofia durante uno dei viaggi di lavoro mercenario di Jon Doe e che le fosse stata data la bacchetta del padre (era una bacchetta che aveva fatto del male). Spero di leggere altro scritto da te.

Nuovo recensore
14/10/21, ore 15:59
Cap. 73:

Ciao Dira.. che dire? Beh WOW anzitutto 😍 ho letto tutte e tre le tue storie e le ho divorate. Sono poche le storie sulla NG e rarissime quelle con trame avvincenti, personaggi ben caratterizzati e ben scritte!! Ho adorato il tuo stile, il cambio di punti di vista, il modo in cui ci permetti di immedesimarci nelle varie situazioni, il carisma che la prima persona riesce a trasmettere, veramente bravissima! Inutile dire che ho amato follemente Al e Tom e sto già andando in astinenza da loro 😕 sono una coppia veramente ben armonizzata, si compensano, si completano con un’affinità che mi ha emozionata incredibilmente! Al si fa amare fin da subito e ho apprezzato immensamente l’evoluzione del suo personaggio, è incredibile il modo in cui è cresciuto anche nel suo rapporto con Tom.. un piccolo spettacolo! Tom d’altra parte è un personaggio complesso e non ti nascondo che avrei desiderato vederlo approfondito ancora di più, mi sembra ci sia ancora così tanto da dire di lui… mi sarebbe piaciuto leggere di più del suo rapporto col la sua anima e con il scoprirsi la reincarnazione di Voldemort… insomma non deve essere proprio semplice da digerire. Insomma come fa a non esserne terrorizzato? Come l’ha superata? Ho apprezzato anche tanto il rapporto con Harry (in generale ho amato il modo in cui hai sempre parlato di lui, della persona che è diventata comprese le sue debolezze e fragilità che lo hanno sempre caratterizzato).
Lily è un altro personaggio che mi è piaciuto moltissimo. È un amore e odio ma la sua evoluzione mi è piaciuta QUASI quanto quella di Albus (quasi).
Ho adorato anche la tua selezione musicale (io amo leggere ascoltando la musica e ho seguito quando possibile la tua colonna sonora), non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi fatto scoprire Green Eyes, cioè sembra scritta appositamente per Al e Tom e ogni volta che leggevo di loro mi veniva in mente quella canzone 🥲.
Andrei avanti così all’infinito quindi mi limito a ringraziarti ancora per non esserti arresa alla vita vera e averci regalato questa “piccola” avventura! Chissà se in futuro non leggeremo ancora di Al e Tom, io ci spero sicuramente! 😏

Recensore Junior
24/12/20, ore 22:09
Cap. 58:

Buona Vigilia!
Come regalo di Natale, recensisco questo capitolo molto poco natalizio. Spero che vada bene lo stesso😅

In realtà stavo scrivendo una recensione a Little Wonders, decisamente più allegra e natalizia, ma mentre commentavo la prima scena sono partita per la tangente con un'analisi di Al adulto che non c'entrava nulla con Al bambino protagonista di quella storia. Per cui ho deciso di spostarla in una recensione di Opera Al Nero.



L'inizio di questo capitolo, con Soren che riflette sui vari di vento che ha conosciuto, è talmente bello che potrebbe essere l'incipit di un libro. È poetico, introspettivo, ma allo stesso tempo efficace, immediato.
I venti crudeli dell'infanzia di Soren sono reali, sono le furiose correnti del Nord Europa, ma sono anche proiezioni delle ombre del suo passato, delle difficoltà dell'ambiente austero in cui viveva.
Anche il "vento gentile" di Hogwarts, per come l'ho interpretato io, non è solo un agente atmosferico, ma una metafora dell'influenza che Lily ha avuto su Soren in quei mesi, i terribili mesi della missione suicida che Honhemein gli aveva affidato. Un'influenza vivace e a volte impetuosa, come il vento, ma più gentile e delicata di quelle a cui Soren era stato esposto fino ad ora.
Ed ora, dopo cinque anni, Soren si ritrova a contatto con quelle vecchie influenze- sua madre, e John Doe. La missione per Soren non è particolarmente rischiosa solo per i pericoli che potrebbe incontrare, ma anche perchè su quella nave Soren Prince dovrà affrontare Soren Von Honhemein, una parte di sé che avrebbe preferito abbandonare.
Dovrà mentire, ingannare, come faceva Alberich- e come Alberich avrebbe voluto che Soren imparasse a fare.
Dovrà impersonare il ruolo del mago privo di scrupoli e morale, come Johannes- e come Johannes avrebbe voluto che Soren stesso diventasse.
In un certo senso, questa missione è simile all'ultima che gli ha affidato Alberich, l'unica in cui Soren abbia mai fallito: una missione che fa leva sulle sue capacità di attore piuttosto che di agente. Il che non è un bene.
Non dimentichiamoci che uno dei tratti distintivi di Soren è la sua incapacità a mentire. È uno dei pochi ma evidenti tratti che condivide con Thomas. Entrambi hanno sempre l'aria misteriosa di default, figuriamoci quando devono nascondere qualcosa.Tom mente più spesso ma si fa sgamare subito da chi lo conosce, perchè quando lo fa diventa ancora più losco e inquietante- e anche perchè sottovaluta sempre l'avversario. Soren quando deve imbrogliare qualcuno si fa prendere dall'ansia, dai sensi di colpa, perciò la sua lucidità si annebbia e perciò il suo controllo comincia a cedere piano piano. È per questo che è stato subito riconosciuto come sospetto ai tempi del Torneo Tremaghi.
Per riuscire nella missione ora deve di nuovo recitare, impersonando qualcuno che non è, e allo stesso tempo mantenere il contatto con se' stesso, ricordare chi è davvero senza lasciarsi confondere dai giochetti di John Doe, o dai suoi stessi dubbi.
I dubbio di Soren, quelli veri: il primo, quello di non meritarsi la sua seconda possibilità, il distintivo, la vita accanto a Lily.
Un dubbio impersonificato da Johannes e Sophia, che sono ciò che Soren sarebbe potuto essere, ciò che è stato cresciuto per diventare e ciò da cui si è ribellato.
Johannes e soprattutto Sophia impersonificano anche l'altro dubbio di Soren, quello più inconscio e difficile da estirpare: quello di non meritare l'amore di nessuno.
Perchè se la tua stessa madre si rifiuta di amarti e di essere presente nel momento del bisogno, e nessuna madre adottiva o putativa si fa avanti per compensare questa mancanza, come si può pensare che qualcun altro possa farlo? Credo sia questa l'importanza narrativa di Sophia in Oan, oltre ad aiutare Johannes nei suoi loschi piani: Soren in questo periodo della sua vita si sta rendendo conto di meritare il rispetto e forse anche l'amore degli altri, e la presenza di John Doe e di Sophia mette in dubbio questa sua nuova e fragile certezza.
Mi piace l'alternanza tra i PoV di Soren, cupi e introspettivi, e quelli di Al/Tom, immersi nche da separati in un'atmosfera serena e casalinga. Eppure, ricordo che anche durante la prima lettura (questo è uno dei primi capitoli che ho letto in fase di aggiornamento, essendo del 2015) avevo la sensazione che qualcosa di brutto stesse per capitare ai due ex-Serpeverde. In realtà era un presentimento che mi era venuto già dal capitolo precedente, un po' per via dell'ultima scena un po' troppo sdolcinata per i loro standard che sapeva tanto di miele prima della tempesta, un po' per via dell'addetto alla sicurezza che pur non facendo nulla mi era parso parecchio sospetto. (Anche se pensavo volesse rapire Tom, non Al, perchè magari aveva scoperto che a causa degli esperimenti di Alberich era anche lui un paziente zero.)
Sia nella scena del laboratorio del San Mungo, sia al telefono con Tom, Al rifugge dalle lodi, nonostante l'idea di usare sangue Magonò per la cura sia stata sua.
Trovo interessante, nel corso della Saga, l'evoluzione del rapporto di Al con l'ambizione e la modestia: da bambino, in questo e negli altri flash-back, si sente frustrato per il fatto di essere "Al, solo Al" (bellissimo richiamo all'"Harry, solo Harry" della Saga originaria.). Durante l'adolescenza, invece, sente la pressione della grandiosità legata ai due nomi che gli sono stati affibiati, il peso delle aspettative e dell'attenzione che il suo cognome porta con sé. Il suo rapporto con la fama è simile a quello che aveva Harry nei primi libri, ed è ironico visto che, per Al, è proprio l'ingombrante eredità paterna il problema. Al sa che, in quanto figlio di Harry Potter (e di un'ex-star del Quidditch, e nipote di una mezza dozzina di eroi di guerra) ogni sua azione, gesto o parola avrà, nel microcosmo di Hogwarts, una risonanza maggiore di quella che verrebbe data a chiunque altro. Perciò cerca di passare il più inosservato possibile, di integrarsi nel gruppo Serpeverde senza brillare, perchè il modo migliore per non attirare attenzioni e petegolezzi nei microcosmi adolescenziali è essere personaggi secondari, ne' outsider ne' leader. Hanno ragione Scorpius e Lily, quando lo definiscono un calcolatore a livello inconscio per il suo modo di gestire i rapporti coi compagni di scuola. Eppure, all'interno dei due gruppi di cui fa parte (Serpeverde e Clan Potter-Weasley) mantiene una certa indipendenza di spirito e di pensiero, nonostante appaia più un seguace che un leader. È un individualista, come Tom: e infatti l'unica squadra a cui, alla fine di tutto, sente davvero di appartenere è quella esclusiva e vincente che formano loro due insieme. Tom è il primo a rendersi conto che Al, dietro l'apparenza mite, nasconde competitività, determinazione e ambizione. L'umiltà quasi rabbiosa di cui si ricopre è uno scudo per scongiurare eventuali fallimenti e aspettative- come per Lily la maschera della ragazzetta frivola.
Crescendo, questi tratti caratteriali di Al emergono sempre di più nelle sue azioni, ma anche nell'impegno che mette nel lavoro e nello studio. Eppure, pur volendo ottenere sempre risultati più alti, continua a rifuggire dalle lodi e dalle luci della ribalta, e preferisce dare un'impressione modesta. Vuole essere sottovalutato, non più perchè ha paura di non rispettare le aspettative altrui, ma perchè venir sottovalutato è diventata la sua arma principale.
L'altro aspetto molto interessante e contraddittorio della personalità di Al è il rapporto tra egoismo-altruismo: non solo in lui convivono questi due opposti (come in tutti noi, alla fine), ma sono talmente tanto intrecciati tra loro che è impossibile capire dove finisce uno e dove inizia l'altro. È facile capire quando James è egoista, e quando altruista. Con Al no, perchè ogni sua manipolazione contiene un fondo di altruismo (almeno dal suo punto di vista) e ogni suo sacrificio un fondo di egoismo. Michel a un certo punto dice che Al è una delle persone più premurose che conosca, insieme ad Emil. Ma paradossalmente Al è una persona egoista proprio per il fatto di essere naturalmente altruista: fare cose per gli altri lo fa sentire bene perchè è una cosa che in modo indiretto rafforza il suo ego. Rendersi utile alla sua famiglia o nel lavoro lo fa sentire necessario, aiutare lo fa sentire importante.
L'idea di sacrificio è importante nella psicologia di Al, anche se lui, a differenza di altri membri sua famiglia, non vive per l'idea di sacrificarsi (morendo) per un Bene Superiore. Per lui il "Bene Superiore" esiste, ma come astratto concetto di valori; e si concretizza in parte con il bene (ovvero la sicurezza e la tranquillità) delle persone che ama, e che vivono più o meno secondo quei valori. Al condivide con tutti i Potter il sacro sentimento di indignazione verso l'ingiustizia, di qualunque tipo essa sia, ma spesso a muoverlo sono motivazioni più contorte, anche se lui stesso non se ne rende sempre conto.
Ad esempio, nella sua scelta di sacrificarsi al posto di Seamus, c'è altruismo, ma anche la sua convinzione di essere quello meno sacrificabile per i cattivi e più furbo tra tutti i pozionisti/guaritori.
"Sacrificio" potrebbe essere la parola chiave di questo capitolo, tra Al e Ren.
Solo che i motivi che li spingono a sacrificarsi per il bene della collettività sono diversi: Ren va sulla nave per salvare degli sconosciuti, Al degli amici. Ren si offre volontario per attuare il piano di Harry perchè crede di essere il "pedone buono" più sacrificabile, quello con più colpe e macchie; Al perchè è convinto di essere, tra i possibili ostaggi, quello che Doe ci penserà due volte ad eliminare, proprio per via del suo cognome a volte scomodo, a volte molto utile. Ren è preparato per questa missione; Al no.
Ren si è offerto, ma in fondo il piano degli Auror era pensato dando per scontato che lui si offrisse, dunque si è trattata di una scelta pilotata; Al si è offerto e nessuno se lo aspettava, e così facendo ha complicato le cose agli Auror, che si ritrovano a dover salvare il figlio del loro capo come se non avessero abbastanza problemi da risolvere al momento, sia agli antagonisti, che stavolta volevano un rapimento silenzioso e pulito, e non avevano la minima intenzione di attirare su di sé l'attenzione trascinandosi sulla nave un ostaggio importante come il secondogenito di Harry Potter.
Eppure sia Al che Soren su quella nave affronteranno i loro demoni, i loro peggiori incubi.


Ps- La scena dell'entrata di Luzhin e del conseguente attacco a Seamus con relativo sequestro di Al è assolutamente emozionante.
Bello il modo in cui hai evidenziato le differenze tra Soren Prince e Luzhin (anche se, bambino soldato per bambino soldato, una certa Alina da le piste a entrambi, e su questo non si discute). Bello il modo in cui hai ricordato la caratteristica dei Serpeverde di rimanere sempre compatti di fronte al pericolo, non sfidandolo direttamente come i Grifondoro, ma comunque proteggendosi l'un l'altro, senza rompere le fila nonostante il terrore. Bello come hai mostrato che non esiste davvero un comportamento giusto da tenere in questo casi. Seamus combatte fino all'ultimo, tenta disperatamente di attaccare Luzhin, e così evita di dargliela vinta, ma rischia di far rimanere orfani i suoi figli e di mettere in pericolo gli altri Pozionisti. Al si sacrifica per salvare Seamus e gli altri, e ci riesce, ma mette in pericolo se stesso portando angoscia ai suoi cari, complicando il già delicato piano dell'altro Soren e acconsentendo ai piani di Luzhin e Doe, per evitare stragi.
(Recensione modificata il 24/12/2020 - 10:10 pm)

Recensore Junior
21/12/20, ore 21:25
Cap. 11:

Leggere una storia da tanti PoV è un po' come avere un narratore onnisciente: perchè confrontando le mille versioni della realtà parziali e soggettive ne possiamo costruire una abbastanza globale e oggettiva. Sappiamo quindi dei personaggi più di quanto loro sappiano di se stessi o degli altri, e questo è un dettaglio da non sottovalutare, quando si esprimono giudizi sui loro giudizi.(lol)
Questi capitoli sono abbastanza difficili da commentare, perchè se da un lato mi dispiace sinceramente per Soren, che soffre emotivamente per via della fredda accoglienza che riceve, dall'altro lato posso fare la voce fuori dal corso (con quasi otto anni di ritardo) e dire che capisco i motivi per cui i Potter-Weasley (e Dursley) non fanno i salti di gioia all'idea di rivederlo?
Non approvo i loro comportamenti, ma capisco le loro motivazioni. Le capisco perchè non sono motivazioni giuste e tanto meno razionali, ma assolutamente umane.
Non mi sento di incolparli troppo se non sono pronti ad affrontare una persona che li ha feriti. Anche se Soren non l'ha fatto intenzionalmente. A me è capitato di voler allontanare dalla mia vita persone che mi hanno ferito senza esserne pienamente consapevoli, perchè non se ne rendevano conto per via del modo in cui erano cresciut*, o perchè se ne rendevano conto ma pensavano di non poter agire in altro modo. Arrabbiarsi con una persona quando questa fa o dice qualcosa che ci fa molto male, e non voler piu ascoltare le sue ragioni, è un meccanismo di difesa forse sbagliato, ma molto comune. In alcuni casi, l'unico meccanismo di difesa che si può adottare.
Negli ultimi anni, ho partecipato ad alcuni incontri di volontariato o teatro in carcere, ed il tema del re-inserimento sociale mi è caro per vari motivi. Sono dunque una grande sostenitrice delle seconde possibilità, sia nella vita sia nelle storie (che dopotutto, altro non sono che un riflesso della vita). Quindi, lungi da me dare ragione a coloro che, nella storia, pensano che Soren sarebbe dovuto marcire a vita in una cella, e che Nora abbia sbagliato a dargli una nuova vita. Tuttavia, sono anche consapevole (perchè l'ho provato sulla mia pelle, e sulla pelle di altri) che esiste una differenza ENORME tra l'accettare qualcosa o qualcuno razionalmente e farlo emotivamente. Nello specifico, c'è un abisso tra comprendere i motivi (sociali, psicologici, economici) per cui una persona ha compiuto un determinato reato, e metabolizzarli, interiorizzarli. Soprattutto se si è stati dall'altro lato della barricata, "vittima" di questo reato.
In questo caso, l'abisso può essere colmato solo da un grande lavoro su se stessi, per eliminare la rabbia e la sofferenza che alimentano il rancore, e da un dialogo sincero e totale con l'altro, per guardare oltre il proprio punto di vista, superare i pregiudizi e riconoscere nella persona che ci ha causato sofferenza un dolore uguale al nostro, se non addirittura più grande. Va da sé che nessuno dei protagonisti di questa storia ha fatto questo lavoro, tranne Lily. E infatti Lily è l'unica che riconosce in Soren un'umanità uguale e speculare alla sua, altrettanto ferita e resistente, forte e imperfetta. Lily non solo è, tra i personaggi, quella più disposta caratterialmente a capire gli altri e forse anche ad ammettere i propri sbagli (nonostante le apparenze), ma anche l'unica che abbia fatto un percorso di psicoterapia dopo la faccenda di Von Honhemein, il che l'ha portata ad avere una maggiore accettazione di quanto successo e una più approfondita comprensione di sé stessa. Mentre il percorso intrapreso per diventare lei stessa Psicomaga ha potenziato le sue capacità di capire gli altri, in tutte le loro sfaccettature. Questo insieme di fattori fa sì che sia la prima a comprendere ed accettare Soren, cinque anni fa come adesso. (Parlo di"adesso" come del periodo in cui è ambientata Oan.)
Tuttavia, neanche Lily ha completamente superato il fatto che Soren l'abbia imbrogliata all'inizio della loro conoscenza: altrimenti non sarebbe così turbata dal fatto che lui le ha, di nuovo, nascosto qualcosa.
Per tutti gli altri invece, è tutto un po' più complesso. Anche il mio giudizio sulla faccenda è complesso. (e ovviamente può essere sbagliato)
Da un lato sono fermamente convinta che a Soren, in quanto agente, è dovuta perlomeno professionalità. Chi tra gli Auror Potter o Weasley non la sa mantenere di fronte a lui, lasciandosi travolgere dal rancore personale, non si sta comportando da bravo Auror. Punto. Inoltre, in quanto essere umano, Soren merita, oltre che professionalità, anche rispetto. Questo diritto al rispetto non glielo può togliere nessuno, anche se in molti ci hanno provato e altri continuano a farlo. Mi piace il fatto che Soren se ne stia rendendo conto, che apostrofi come imbecilli coloro che non lo trattano col rispetto di base che merita. Certo, esistono vari gradi e vari tipi di rispetto. Considerato che ha attraversato in giovane età molte sofferenze e le ha superate tutte, direi addirittura che il rispetto da portare a Soren non è solo quello generico che si deve a qualsiasi essere umano, ma quello, sconfinante nell'ammirazione, che bisogna portare ai sopravvissuti, dotati di spiriti combattenti e anime resilienti. Ma non si può pretendere che gli venga dato questo livello di rispetto/ammirazione dai Potter- non dimentichiamoci che noi sappiamo della vita, dei pensieri e delle intenzioni di Soren molto più di quello che sanno gli altri personaggi. È credibile il fatto che i personaggi conoscano Soren pian piano, cambiando opinione su di lui nel corso della storia, e non lo trovino subito simpatico. Tuttavia, ripeto e non lo ripeterò mai abbastanza, almeno da parte di James &co, Soren dovrebbe essere trattato con il rispetto con cui si tratta qualunque collega, anche quello con cui magari non si va d'accordo o si hanno divergenze, ma di cui si riconosce il valore.
Il rispetto è diverso dalla gentilezza, anche se spesso si accompagna ad esso: la seconda è soggettiva, poichè la sua percezione varia da cultura a cultura e la sua origine si trova spesso nella sfera dell'emotività; il primo è oggettivo e appartiene alla sfera della giustizia. Deve prescindere dunque dalle opinioni e dalle divergenze personali- il rispetto dell'altro in quanto essere umano dovrebbe esistere sempre, anche nei litigi, nei dibattiti politici, persino in guerra (anche se è un po' un controsenso). Non importa quanti anni di carcere si sia fatto Soren, dovrebbe essere trattato, soprattutto sul posto di lavoro, come chi in carcere non c'è stato nemmeno un giorno. Indipendemente dalle opinioni dei suoi colleghi sui suoi crimini, sulla sua condanna e sulla sua assoluzione:il luogo delle opinioni e delle antipatie è il bar, non il posto di lavoro. Su questo, la mia opinione è netta. Sull'atteggiamento che gli altri personaggi, quelli che non sono obbligati stare a contatto con Soren, dovrebbero o non dovrebbero tenere con lui, tendo ad essere più morbida. Certo chi vuole vederlo solo per umiliarlo passa dalla parte del torto marcio. Però, sebbene incontrarsi e parlare con Soren sarebbe un sintomo di crescita, non me la sento di biasimare chi preferirebbe non farlo, come Tom.
Senza contare che lo stesso Soren, comprensibilmente, una grande voglia di incontrarsi con vari membri del Clan Potter-Weasley fuori dall'ambiente lavorativo- Lily esclusa, ovviamente.
Perchè c'è una cosa che i vari Potter/Dursley/Weasley non devono a Soren, e che lui non deve a loro: ed è il perdono.
Il perdono dei Potter-Weasley a Soren per essere stato complice del rapimento, o almeno dell'inganno che ha portato ad esso, il perdono di Soren ai Potter-Weasley per essere stati coinvolti nel suo arresto- o almeno per non essere intervenuti dopo, rendendo meno aspra e più giusta la pena, magari testimoniando in suo favore. (Se Nora Gillespie ha avuto l'autorità per tirarlo fuori di prigione, allora sicuramente Harry Potter aveva come minimo quella necessaria a trasferirlo in una prigione meno dura, se solo ci avesse provato. )
Ovviamente Soren aveva tutte le giustificazioni del mondo per essere complice di Alberich, e Harry &co avevano tutti i motivi del mondo per arrestarlo.
Ma nonostante ciò le azioni di Soren hanno portato dolore a tutta la famiglia Potter e amici; e la scelta di Harry di far concludere l'arresto di Soren ai tedeschi ha reso le cose incredibilmente più brutte per il ragazzo.
Entrambi avevano le loro motivazioni, facilmente comprensibili, per fare quello che hanno fatto, ma non è questo il punto. Il punto è che il perdono, per essere sincero, deve essere spontaneo. Non può essere imposto, deve arrivare coi propri tempi, che non sono uguali per tutti. Altrimenti rischia di essere un perdono ipocrita, oppure incompleto. E un perdono di questo tipo è inutile, sia per chi lo elargisce, sia per chi lo riceve. Io credo in realtà che il sentimento del perdono guarisca molto di più chi lo da piuttosto che chi lo riceve- anche se a volte serve ad entrambi.
Ma per perdonare Soren per il suo coinvolgimento nella vicenda di cinque anni prima, gran parte dei personaggi devono prima perdonare se stessi. Alcuni personaggi (es: Harry e James) devono perdonarsi per non aver (secondo loro) fatto abbastanza per combattere il cattivo, mentre i ragazzi più coinvolti nella vicenda devono accettare il fatto di essere caduti negli imbrogli di Alberich e Doe, o plagiati dalle loro lusinghe. Solo allora potranno riconoscere in Soren una vittima del loro stesso male, un ragazzo come loro intrappolato in una situazione senza speranza e senza uscita. Un ragazzo che è stato ferito dagli stessi loro demoni, ma che ha dovuto portare un fardello più grande proprio perchè non aveva nessuno con cui condividere il suo dolore, prima di Milo, di Nora e di Lily.
Ma accettare il fatto che nelle stesse condizioni (psicologiche, sociali, economiche) di un ex-detenuto, anche noi ci saremmo comportati allo stesso modo non è affatto una cosa semplice da capire ne da metabolizzare. E mi piace che tu non l'abbia resa tale: sarebbe stato irrealeastico se tutti i personaggi si fossero subito dimostrati empatici e comprensivi verso Soren.
Il realismo emotivo e psicologico è ciò che amo di più delle tue storie.
Poi con Soren, come per tutte le persone che compiono reati plagiate da terzi di cui sono psicologicamente succubi, la questione del perdono e della colpa diventa ancora più delicata, perchè bisogna chiedersi se il perdono per noi riguarda l'azione compiuta, le intenzioni che stanno dietro un'azione, o le conseguenze dell'azione stessa. Mi piace come i tuoi personaggi abbiano posizioni diverse in merito, nessuna completamente giusta, ma tutte con degli spunti validi
1)Per James importa la moralità dell'azione in se', che se è sbagliata lo è indipendentemente dell'intenzione che ci sta dietro o da quanto dannose siano state le sue conseguenze. Soren li ha ingannati, l'inganno è sbagliato, Soren è sulla sua lista nera.
2)Per Lily invece contano molto di più le intenzioni. È difficile che Lily rimanga furiosa a lungo con qualcuno che fa qualcosa di sbagliato con le migliori intenzioni, così come è frequente vederla arrabbiata con qualcuno che fa qualcosa di apparentemente nobile, ma con un doppio o triplo fine. Di solito questo qualcuno è suo fratello Al. Al che, a sua volta, in Aul rinfacciava alla sorella di essere immatura, perchè pensava che bastasse avere buone intenzioni per venire perdonati, indipendentemente dalle conseguenze che le proprie azioni potevano avere sulle vite degli altri. (Anche a Tom dirà qualcosa di simile, a Rugen, sul fatto che capisce le motivazioni della sua fuga, ma non le giustifica perchè ha visto le conseguenze.)
3) Al infatti è, secondo me, tra i tre fratelli quello che ragiona di più pensando alle conseguenze. A differenza di Lily, se le azioni di qualcuno arrecano danno alla sua famiglia, non gli interessa capire se sono state compiute con o senza cattiveria. Tuttavia, a differenza di James, ritiene accettabile azioni non propriamente ortodosse se queste hanno conseguenze positive, ad esempio se portano a risolvere un problema o a salvaguardare la sicurezza delle persone che ama.
Viceversa, se qualcuno si rivela essere un amico, un aiuto o un alleato, Al si interroga sulle sue motivazioni quel tanto che basta per essere sicuro che esse siano compatibili ai suoi piani.
Al non è privo di pietà o di morale, tutt'altro, ma gestisce i rapporti personali in modo molto meno manicheo dei suoi fratelli, e i suoi comportamenti verso gli altri hanno spesso un fondo di opportunismo. Anche se il suo essere opportunista non riguarda l'inseguimento solo del suo bene egoistico, ma quello che lui reputa essere il bene della sua famiglia, o comunque delle persone appartenenti alla sua cerchia affettiva. ( Marina è DEFINITIVAMENTE la sua mamma putativa. L'ha partorito a Malacena e poi l'ha spedito nell'universo della Dp Saga, lasciandolo crescere dai Potter. Dai, è canon, hanno anche entrambi gli occhi chiari! E poi mi pare che in uno dei primi capitoli della Selva Oscura venga detto che Marina ha i capelli rossi, come Ginny, quindi magari Harry ha tradito la moglie con lei senza saperlo🤣
A parte le cavolate, secondo me Marina è molto più esperta, rispetto ad Albus, nell'arte di ingannare e manipolare. Forse è anche più consapevole. Ma Al è molto più giovane, per cui ha ancora tanto tempo per migliorare- o peggiorare, a seconda dei punti di vista.)

Recensore Master
05/08/20, ore 20:39
Cap. 55:

Beh, che dire... mi sento un un tale stato di ambasce... T___T
Ho una fottuta paura per Sören, un terrore che gli succeda qualcosa e che la splendida storia d’amore tra lui e Lily si concluda ancora prima di cominciare.
(Questa attesa sta logorando quasi più me che lui cavolo!)
Sono felice che Dionis sia andato a consolarlo un poco ( sono certo che abbia portato Alexandra a posta il manigoldo! XD - È come se implicitamente gli stesse facendo vedere che sarà un buon padre.) e ancora di più che Lily abbia deciso di fare pace con luo (credo che le mancasse più che altro il suo corpo visto che non ci ha messo molto per saltargli addosso - che detto tra noi mica posso fargliene una colpa... è così sessualmente attraente accidenti a lui!).
Le parole che Sören ha rivolto a Lily mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi; (Le più profonde e sincere che abbia mai sentito: Se le avessero rivolte a me credo che sarei morta di gioia - ma stiamo pur sempre parlando di una storia per “donne” scritto da donne XD.) e quasi avrei sperato che le chiedesse poi di sposarlo (dopotutto è così nell’aria l’argomento) come quasi volesse prometterle che per onorare la promessa sarebbe tornato da lei vivo. Comunque nonostante ciò, ho amato immensamente la loro riconciliazione; sarebbe stato peggio se lui fosse davvero partito senza far pace con lei.
Invece mi spiace tanto per Teddy e Benedetta. Lo sapevo che quello stronzo di mannaro l’avrebbe rapita! Ora sia lui che James si sentiranno in colpa (James sopratutto perché ha proposto di portarla alla festa) e che correranno in Galles (perché immagino la porterà li) per tentare di riprendersela. E li saranno cazzi perché saranno loro contro il branco.
Milo invece direi che ormai è nel suo idillio personale (finalmente poverino). Credo che conoscere nonna Amara (Gia la adoro! se poi riesce a far diventare un soldatino Loki direi che è una grande!) abbia sancito la svolta, perché lei si vede quanto adori il nipote e si senta in colpa per averlo lasciato al figlio (per quanto come dice lui ha avuto una buona esperienza ad Hogwarts comunque), e abbia preso a ben volere Milo riconoscendolo come Emil, il grande musicista bambino. Spero proprio che il nuovo lavoro che gli ha proposto sia il loro nuovo futuro.


Citazioni:

Forse si è stufata di aver paura per te. Forse sta riconsiderando la sua scelta … forse sta pensando che sarebbe stato meglio avere un mago come Ross al proprio fianco.
Un mago che non rischia di lasciarla sola.
(Non che sia così, ma è bene che lo pensi così magari la prossima volta sarà un attimino meno impulsivo nelle sue scelte)


Sei solo, principino. Solo ad attendere il via libera per farti ammazzare.
(Conciso e dritto al punto)


Almeno non bevo da solo come un ubriacone …
( effettivamente beve un tantino troppo no?)


È una costante tra di noi. Lei vive tranquilla la sua vita ed io vengo a sconvolgergliela.
(Beh, effettivamente...)


“Un giorno avrai figli anche tu.” Annunciò con il suono di una profezia.
Sbuffò. “L’ultima cosa a cui penso al momento è tramandare una discendenza.”
“Non adesso infatti, un giorno.” Gli mise una mano sul braccio.
( magari! *____*)


“Flynn ha solo fatto il suo lavoro.”
(Col cazzo! Sarebbe da appendere alla statua dei tre fratelli)


Cosa poteva andare storto?
 (Ora che l’hai detto tutto)


“Sono convalescente e sono già incatenato ai fornelli. Com’è?”
(Mike sei un mostro! XD)


Non ho mai capito perché Zabini Senior ce l’avesse spedito … da piccolo era il perfetto Purosangue modello! Io e Scorpius sembravamo dei barboni a confronto.”
(Ahahaha... su Scorpius non ho dubbi. Mi stupisci ti Loki)


“Hai presente quando Mike smette di sembrare un manichino impagliato? Quella è l’influenza nefasta di sua nonna.”
(Sul fatto che non poteva avergli passato tutto questo suo padre nuova amo dubbi!)


Milo, colui che sfama i maghi bisognosi. Suona bene. Visto che sono senza lavoro, andrà alla grande sul mio curriculum.
(Sicuramente può aggiungere “crocerossina dei maghi” visto che ormai è già a quota tre)


Il mago gli diede una pacchetta simpatetica sul braccio. “Ti sono vicino, ma non posso fare niente a parte riempirgli il the di Pozione Erettile.”
(Questi due sono dei mostri!)


“Milo, aspetta!” Gli andò dietro Loki, bacchetta alla mano. “Se ti succede qualcosa Mike mi ammazza!”
“Se succede qualcosa ai violini io ammazzo te!”
(Direi che rischio di morte e qui è molto alto)


Cristo, era nato e sarebbe morto frocio, ma una donna così, quando ti guardava, e stava guardando verso di lui con espressione interrogativa, era capace di mettere in discussione qualche certezza.
(Cavoli, che donna deve essere allora!)


Etero. Vedono una vagina e perdono il cervello.
(Effettivamente nel 99% delle volte. XD)


La strega, che nel frattempo si era adagiata sul divano – non seduta, donne come lei non si sedevano sulle proprie chiappe come i comuni mortali –
(Ahahah... povere loro! XD)


Era stata rapita.
(Ecco. E che cazzo!)


Tranne quando manda il mio ragazzo al macello!
(Padre alquanto infame)


Se fossero stati in una di quelle commedie romantiche Babbane di cui faceva scorpacciata quando era giù di morale si sarebbero corsi incontro per poi baciarsi selvaggiamente.
(Touché... xD)


“Liebchen …
(Ah... che nomignolo orrendo! XD - già lo odio in italiano... fa così bimbominkia! L’ho sempre detestato a morte)


E datti una calmata, non sei in calore!
… Morgana, l’astinenza che brutta bestia che è.
(Tipo che non lo farà da due o tre giorni e sembra che non lo faccia danni… È proprio ninfomane!)


Senza nessuno in mezzo … a parte i tuoi fratelli. Loro sono onnipresenti.
(...Spuntano dai fottuti muri… xD)

“Quello che intendo dire è … ” Chiuse gli occhi perché se l’avesse guardata un altro mezzo secondo avrebbe smesso di formulare frasi di senso compiuto. Doveva concentrarsi. Lily lo stava stuzzicando, perché era Lily, ma voleva anche una risposta seria. “… che voglio passare il resto della mia vita a fare le cose che fanno le persone normali. Con te. Avere progetti, sposarsi e … avere figli, credo, un giorno. Se andrà anche a te. Ed ho accettato perché tutto questo inizi il prima possibile. So che sei arrabbiata, ma vorrei che lo capissi.”
(La Confessione più bella del creato! T___T)

Lily stava per mettersi a piangere.
Ho sbagliato tutto.
(Si chiama commozione scemo... Quella che sta venendo anche a me razza di deficiente!)

Recensore Master
05/08/20, ore 14:56
Cap. 54:

Wow… Non pensavo che avremmo avuto così presto un nuovo frugoletto Malfoy! *___*
Finalmente una bella notizia in tutto questo mare di tristezza e orrore! Anche se mi dispiace che Rose non abbia voluto farlo sapere a Scorpius, comprendo perché abbia voluto tacere.
Sicuramente come ha detto lei, penserebbe solo a questo nuovo lieto evento e si distrarrebbe sul lavoro, o cambierebbe priorità lasciando qualcosa che ho sempre sognato e amato di fare. Sicuramente sarà la perfetta notizia finito tutto questo casino! (Sperando che sopravviva visto che ogni volta che qualcuno sta per diventare padre o marito sembra sempre che debbano succedergli le peggio cose al mondo!)
Comunque immagino che abbia dovuto dirlo a qualcuno perché se no sarebbe impazzita! Albus (mi sono stupita che ci fosse anche Violet) alla fin fine rimane sempre il confidente di tutti, forse perché nonostante tutto sa dare buoni consigli ( Vedi un po’ che anche Lily è corsa da lui, senza troppe remore di trovarlo avvinghiato a Tom - mai pace manco in casa propria -, per chiedergli consiglio su Sören. Anche se mi sarei immaginata lei ad andare da sua cugina Roxanne, comprendo perché abbia scelto il fratello: dopotutto entrambi hanno scelto un Von Hohenheim come compagno con i pro e i contro; chi meglio di lui quindi per qualche consiglio in materia?!) facendo riflettere e tranquillizzando il proprio interlocutore dalle proprie fisime.
Guarda quanto bene riuscito a fare anche a Milo (che bene o male lo ha ringraziato) e anche a Michel a che infine perché ha salvato l’uomo della sua vita.
Certo che neanche una spranga che la trapassato da parte a parte gli ha tolto tutta quella “vitalità” (e intendo quella sessuale) che finalmente si è potuta sfogare a casa di quest’ultimo. ora che Mike è un uomo “libero“ ne avranno di tempo per recuperare i gironi di ospedalizzazione si Milo. XD
Le cose invece a casa Lupin/Potter mi sembra che stiano peggiorando esponenzialmente (per la legge dell’equilibrio naturalmente se una cosa va bene altre dieci vanno male). Non pensavo che i mannari (nella fattispecie lo stronzo capo branco) arrivassero ad andare a cercare direttamente Benedetta; ma arrivati a questo punto c’è solo da sperare che non tentino di rapirla… Perché il passo più logico per averla con sé.


Citazioni:
Inspirò e si passò una mano sull’addome dove … beh.
Dove.
(Davvero?! *___*)


non c’era alcuna fretta di far scoppiare una bomba annunciando at urbi et orbi che non avrebbe aspettato un anello per incubare un piccolo Weasley-Malfoy.
(Direi che è già tanto che non sia successo nei cinque anni precedenti visto che Scorpius millantava sesso giornaliero! XD)


Se gli dico che sarà padre finirebbe per pensare solo a quello.
Con la possibilità che fosse in prima linea e distratto, non era proprio il momento giusto.
( si appunto. Poi porterà così sfiga che come minimo il bimbo diventerà orfano prima ancora di nascere)


“È stato ucciso perché lo stavamo sospettando, Rose!” Sbottò. “Abbiamo messo il sale sulla coda alla vera Talpa e questa si è sbarazzata di Scott perché aveva paura che potesse portare a lei!” Scosse la testa. “Che razza di agente sono, se…”
(Povero Scorpius. È così buon che si prenderebbe tutte le colpe altrui. Per questo va tanto d’accordo con Sören)


“Il nostro binomio!”  
… Trinomio.
Fuggì dalla stanza prima che fosse troppo tardi.
Devo parlare con Al.
(Povera Rose! XD)


Era quel genere di sorriso che faceva perdere la testa ai bravi ragazzi.
(Come credo avesse detto una volta Lily di Sören: il sorriso di chi non lo fa mai è bellissimo)


Non dovresti farmi da infermiere, dovresti scoparmi.
(Ecco il Milo che conosco! XD)


“Michel…” Si odiò per la voce patetica che gli uscì. Si schiarì la gola. “… grazie. Per ospitarmi e … uhm, per il resto. Faccio lo stronzo, ma …”
L’altro tornò indietro per sedersi accanto al letto. “Ma apprezzi.” Concluse con aria divertita. “Avevo intuito.”
(Che teneri. *___*)


‘Fanculo. È come avere una torta davanti e essere a dieta!
(Ahaha! Poverino!)


Mi circondo di gente che mi fa venir voglia di sbattere la testa al muro.
Ma quanto sarò stronzo?
(quanto sei scemo direi! XD)


Si era messo con un maniaco sessuale.
Grazie Babbo Natale. Sapevo che prima o poi avresti esaudito il mio desiderio!
(Ecco perché lui è Sören sono stati tanto bene assieme... hanno gli stessi gusti! XD)


Quando Michel si chiuse la porta alle spalle, Milo sorrise.
Ti amo.
(Che teneri! *___*)


Bravo Tassoscemo …
(Ringrazia di vivere vicino ad un grifondoro! XD)


e quell’uomo avrebbe dovuto crescere con lui Benedetta?
Sul mio cadavere.
(Veramente!)


Benedetta piegò la testa da un lato per guardarlo bene, seria. “E io sono la tua bambina!”
Ingoiò il groppo alla gola. Mettersi a piangere non avrebbe migliorato la sua posizione di protettore. “Certo che lo sei…” Disse con un tono da campione dei frignoni.
(Sfido io dopo una frase del genere)


E ora che è successo? Stasera mi tocca pure Rosie …
Va bene il cliché del confidente gay, ma qui si esagera!
(Forse perché è un buon connubio tra confidenza è un uomo che non può essere attratto da te ne che conosce la categoria di cui vuoi discorrere)


“Sì, lo so cosa vuole dimostrare, che è cambiato e che sta dalla parte giusta, ma non deve farlo continuamente!”
(Appunto... direi che abbia già dato, no?)


Il punto è che non puoi aspettarti che Sören si comporti come una persona normale. Perché non lo è.” E lo disse con tutto l’affetto che provava per Prince. “È stato cresciuto in un certo modo, ha avuto delle esperienze che la maggior parte dei maghi … degli esseri umani … sente solo raccontare. Non puoi tarare le sue reazioni su quelle del mago della strada. Non è che non capisce la pericolosità delle sue decisioni. È che non ritiene il pericolo un motivo valido per non prenderle.”
(Purtroppo è maledettamente vero, è se si vuole stare con una persona del genere bisogna scendere a compromessi)


“Ho paura di perderlo.”
(Comprensibile e triste)


Erano le persone che avrebbe voluto avere a fianco se fosse mai mancato Scorpius.
Non che debba mancare. No, tante grazie.
È per dire.
(Praticamente sta portando una tale sfiga... xD)


“Me l’hai fatto fare doppio!” Esclamò impressionato il cugino. “Cosa vuoi farmi digerire?” Ne diede un sorso. “Sei incinta per caso?”
“In effetti sì.”
Ecco, detto.
Fu più facile di quanto avesse previsto.
(Direi proprio di sì. XD)

Recensore Master
05/08/20, ore 10:50
Cap. 53:

Certo che ormai è tutto solo un grande casino! Mi dispiace tanto per Jens e per il fatto che quel deficiente di Ted non abbia voluto rispondere positivamente la sua proposta di matrimonio (Stupido tassorosso). Capisco in parte la preoccupazione di un passo così importante, che sembra imposto quasi solo e unicamente per la salvaguardia di Benedetta… Va detto però che Jens l’ha fatto anche soprattutto perché ama il suo compagno e vuole come passare a un gradino successivo. Spero tanto che Ted ci ripensi e capisca le motivazioni di James, oppure che Jens faccia qualcosa per fargli cambiare idea (non so quanto sia utile chiedere consigli a Lily… Potrebbe fargli fare cose che peggiorerebbero solo la situazione).
Spero comunque che alla piccola Benedetta non possa accadere nulla di male perché i mannari non penso si faranno fermare da un branco di scemi del ministero (Speriamo bene).
Sono rimasta davvero dispiaciuta della morte di Ethan Scott (e sconvolta nel constatare che anche Milo passava informazioni a lui come poi ha fatto Mike. Sicuramente gli si può riconoscere un gran livello carisma e di persuasione con chi sa di avere in pugno. Mike comunque ha fatto bene a lasciare il ministero - anche per questo - così ora potrà pensare solo alle priorità della vita, che nel suo caso corrispondono al nome di: EMIL )comunque. Per quanto fosse un cretino arrivista, non penso meritasse di morire; ora sopratutto che sembra sia stato l’ennesima pedina di Johannes e capro espiatorio per coprire Sören Luzhin - perché a sto punto penso proprio sia lui vero? - ahimè la fama e il potere portano spesso ad epiloghi mortali.
(Per inciso, che non c’entra con la morte del povero Ethan Scott, troppo tenera Nora con i suoi flirt a magonò coroner e ancora di più vedere come Rico e Whitby interpretano agenti dell’ FBI. Certo che venire a sapere sempre meglio come in America i maghi siano infilati ovunque e di mischino tanto bene al tessuto sociale babbano è impressionante e fa capire quanto in Europa invece siano ancora così retrogradi e bigotti).
Logicamente a migliorare la situazione generale, con “l’ok” a collaborare di Sophia (che sa tanto di inculata), ora entriamo nell’atto finale: riuscire ad acchiappare John Doe e concludere questo incubo del Demiurgo.
Non avevo alcun dubbio che Sören si sarebbe proposto come esca (Come aspirante suicida è sempre in prima linea), e non avevo dubbi che fosse stato implicitamente Harry a farlo cadere. Non per essere cattiva, ma Harry ha imparato solo le cose peggiori da Silente e le usa abilmente nel suo lavoro di Auror (Ben sapendo che Sören, in questo caso, sia sempre bisognoso di dimostrare che ora sia una persona migliore - a tutti quelli che ancora credono il contrario - soprattutto ad Harry stesso, visto che vuole stare stabilmente con sua figlia).
Che poi è paradossale che l’unica che di sia opposta stia stata Ama (davvero mi ha positivamente stupita. Lei sa quanto Sören rischi, anche umanamente parlando; agli altri pare invece non entrate nel cervello o importare poco) nonostante immagino che come gli altri sappia che forse è davvero l’unico in grado di non morire in una operazione tanto pericolosa (sconvolgente scoprire che, come ottimo spezzaincantesimi - che poi in realtà già lo si era visto all‘ opera - avrebbe potuto eludere la traccia che ha addosso e darsi alla macchia come nulla fosse. Questo direi che dice molto di lui e di come sia cambiato e voglia renderlo noto a chiunque).
Non mi ha subito logicamente che Lily si sia arrabbiata a morte con Sören per avere appreso una decisione così critica senza neanche pensare a lei.
Anche se le ha cercato di far capire che è anche per poter finalmente porre la parola “fine” al suo passato e cominciare con lei un futuro da zero, ciò non toglie che questo futuro manco è detto che ci sarà se si farà ammazzare (ed è più probabile questo, piuttosto che sopravviva - se me lo fai morire giuro che vengo a cercarti per farti cambiare finale!).
Sono completamente terrorizzata da questo piano; come Lily spero che vada tutto bene, ma so che andrà invece tutto storto!

Citazione:
“Ho parlato adesso con il Sergente Weasley.” O meglio, il Rosso aveva parlato al muro e ad Ama, ma dettagli. Non gli aveva ancora perdonato il lancio di bicchieri al battesimo di Alexandra.
(Povero Sy. Odioso di un Ron! è____é)

“Sono un po’ stanco di amici elusivi … Ieri Mike che confessa di essere il diario segreto di un ricercato. Direi che ho fatto il pieno, non ti pare?”
(Detta così sembra meno grave di quel che pare. XD)

“Dobbiamo chiuderci in una doccia, giusto per fomentare quel bel pettegolezzo secondo cui ce la spassiamo alle spalle delle rispettive metà?”
(Ahaha... oddio... xD)

Lo faccio divorare dai pavoni di papà. Glielo avevo promesso.
Un Malfoy mantiene sempre le sue promesse.
(Farò gli incubi su sti pavoni)

“Quando avevamo diciassette anni, sul tetto di Durmstrang. Mi sono inginocchiato e le ho dato l’anello.”
(La scena più romantica della parentesi di Durmstrang. Ne voglio anche io una così)

“La tua dichiarazione faceva schifo!”
Per l’appunto.
“Se avessi fatto come te, Rosie mi avrebbe spedito giù dal tetto. Sposiamoci perché così il lupo cattivo non porta via Benedetta.”
(Si in effetti era orribile!)

Gli Informati erano uomini e donne che conoscevano o addirittura lavoravano con il Mondo Magico. Molti avevano un familiare mago. La maggior parte però era Magonò.
(Oh, interessante...)

“Dannazione.” Non c’era più spazio per i dubbi. Ethan Scott era morto.  
(Mi spiace quasi...)

“Per tua informazione ad una prima occhiata pare che la vittima sia stato freddata da un Avada Kedavra. Così vecchia Europa…”
(Ahahah! Chissà che usano allora loro)

“Devo andare.”
“Il dovere chiama, naturalmente.” Le lasciò la mano. “Ci vediamo stasera?”
“A stasera.”
(Ah, Nora innamorata... che bello!)

“Siamo sempre noi streghe, vero?” Scherzò per allentare la tensione. “Siamo la vostra rovina.”
Sören accettò la diversione con un sorriso. “O la nostra salvezza.”
(Ah, si salva sempre con frasi zuccherose)

Tutti avevano pensato che la Talpa fosse un corrotto, qualcuno che aveva aiutato John Doe per soldi o potere come Selina Hardcastle o Kirill Poliakoff.
Nessuno aveva pensato ad un infiltrato.
Una persona come me.
(Sconvolgente! o___O)

“Parti dal presupposto che la persona che ha chiesto informazioni fosse Scott.” Mormorò Ama. “Zabini lo ha mai visto di persona? Ci sono molti modi di contraffare una chiamata tramite Fuoco Magico.”
(Oddio... cazzo ma è vero!)

Non uno di noi …
Sören non era stupido. Aveva trascorso l’infanzia ad essere usato come un’arma e riconosceva al volo il momento in cui stava per accadere.  
“Mi offro volontario, Signore.”
(E figurarsi... non avevamo dubbi)

Harry Potter non era suo zio. Non glielo avrebbe mai ordinato come se fosse una cosa da nulla.
(No, è peggio: è un manipolatore nascosto da buonista)

Non possiamo rischiare di far saltare l’operazione per un supposto rischio alla mia incolumità.”
“Supposto?” Ama – perché era Ama, un’amica in quel momento – parve volerlo prendere a schiaffi. “Andrai nella tana dei lupi!”
(Odio quando minimizza il valore della sua vita)

“Sören si toglierà la Traccia. È uno spezza-incantesimi, sei in grado di farlo, vero?”
Annuì a disagio: fino a quel momento l’informazione era rimasta tra lui e il Capitano Gillespie. Neanche all’Istituto Magico di Boston erano riusciti a capire che le protezioni che gli avevano apposto per rassicurare gli alti papaveri del Ministero americano erano effettivamente inutili. Suo zio e Doe l’avevano cresciuto per essere un’arma inarrestabile.
Ama infatti lo guardò orripilata. “Significa che avresti potuto eludere la sorveglianza dal giorno in cui ti hanno scarcerato?”
Suo malgrado sorrise divertito. “Ma ho deciso di non farlo, giusto?”
“Mio Dio.”
(E questo fa riflettere su come lui si sia inibito per far vedere quanto volesse davvero voltare pagina.)


“Perché se sarà Prince a togliersi la Traccia da solo … non si tratta di fare l’ostaggio, ma di diventare complice!”
Oh.
A quello non aveva pensato.
C’è una bella differenza tra fingere di farmi catturare e andare con loro di mia spontanea volontà.
(Ecco... così, nonostante rischierà la vita, sarà magari pure considerato traditore è colpevole di chissà che cosa)


“L’idea viene dal mondo Babbano.” Spiegò il Capo Potter. “Faremo in modo che tu abbia un tracciatore gps. Riescono a farne di davvero piccoli.” Indicò il suo anello. “Avremo bisogno di quello.”
Instintivamente lo coprì con una mano. “Lo metterete all’interno?”
“Ne creeranno una copia.” Aggiunse Weasley. “Il mio Hugo e i suoi ragazzi sono bravi in questo genere di cose.”
(Cavoli, finalmente anche in Inghilterra hanno capito che i babbani non sono più così male in certi ambiti?)

Si trattava di mandarlo nella tana del lupo.
“Mamma dice che è papà l’uomo con la sindrome del salvatore più sviluppata del pianeta ma si sbaglia, sei tu!” Lo accusò. “Hai così tanta voglia di dimostrare che non sei più come tua madre e Doe che sacrificheresti te stesso … noi … per farlo!”
(Pura recriminazione, ma ha assolutamente ragione)

Non era Albus. Non era in grado di sopportare un secondo castello in fiamme.
(Beh, posso capire)

“Voglio mettere la parola fine. Questo è il modo.”
(Lo capisco. Ma ci poteva essere un altro modo)

“Va tutto …”
“No.” Lo interruppe. “Ma tranquillo, sei riuscito a convincere Ren al punto giusto. Crede che andare a morire per mano di Doe sia suo dovere!”
(Ottima risposta. Harry è stato uno stronzo opportunista in questa occasione)

Il tuo piano non considera il lato umano, vero Harry?
Come Silente, riusciva sempre a prendere le decisioni giuste nel modo più eticamente scorretto possibile.
(Questa cosa l’ho sempre odiata di silente è peggio la odio di lui perché essendone stato vittima dovrebbe non cercare di rigettarla sugli altri)

Non poteva calmare Lily, no. Poteva però controllare che Prince non si fosse suicidato tra gli schedari.
(E per colpa tua aggiungerei)

Sarcasmo. Il ragazzo ne era pieno quando si lasciava un po’ andare. Doveva essere un tratto comune a tutti gli uomini Prince.
(Ahaha... fratelli dividi alla nascita lui è piton)

“Vorrei che capisse che faccio tutto questo anche per lei. Per il nostro futuro assieme.”
(Si ok... ma non credo che il pensiero della vedovanza le sto da genio)

Okay, ci stiamo avventurando in un territorio un po’ troppo personale…
(Che palle... quanto sono pesanti sti padri...)


Non era valso a niente protestare, così sperava sul serio che gli andasse a fuoco una gamba.
Un diversivo. Qualcosa. Qualsiasi cosa.
(Certe persone se si fermano... si sentono finite)

“Mi trovi in un momento sensibile.” Annunciò. “Sono così annoiato che potrei perdonarti un omicidio … purché tu mi parli.”
(Ahaha... povero Milo. Strano che non abbia richiesto favori sessuali. Si vede che è convalescente)

“Sto pensando che anche io ho dato a quella serpe un sacco di informazioni su Sören perché la Gillespie mi aveva detto che una sua parola poteva di nuovo sbatterlo a Nurmengard. Quel figlio di puttana non voleva usarlo come trampolino di lancio per diventare un pezzo grosso… lo controllava per John Doe.
(Ah... ottimo... ora si capisce perché era un ottimo capro espiatorio.)

“Non ti lascerò più uscire dalla mia vita.” Gli assicurò. “Anche se ti venisse voglia di scappare. Ti inseguirei. Ho i mezzi e adesso, pare, anche il tempo.”
Emil lo baciò di nuovo, passandogli le dita, quelle dita meravigliose sui riccioli corti della nuca. Gli piaceva farlo: si annotò di lasciarli crescere ancora. “Sembra una minaccia.”
“È una dichiarazione di intenti.” Lo corresse. “Non lascerò che tu rimanga solo, mai più. Ti appartengo. Disponi di me come meglio preferisci.”
(Cazzo! Mike ormai non lo ferma più nessuno)

L’ultima volta che era stato trattato come un orso di pezza era stato durante il periodo di incubi di Al.
Stavolta la differenza era che Emil voleva proprio lui nel suo letto.  
Tutta un’altra cosa, essere amati.
(Povero Mike. Per me Albus è stato cattivo con lui. Fortuna che ora c’è Milo)

Recensore Master
03/08/20, ore 20:40
Cap. 52:

Come si vedeva che sia Sören che Milo fossero super contenti di rivedersi e vedere che il secondo stesse finalmente bene. Però come detto, essendo uomini, non ammetteranno mai i loro sentimenti (Chissà perché loro si crogiolano nella consapevolezza dei pensieri dell’altro e vivono di mezze frasi e sorrisi sghembi... ah gli uomini! Virilità sempre e comunque da dimostrare continuamente). Detto ciò, spero che Milo possa stargli ancora accanto un poco visto che ora più che mai Sören ha bisogno dei suoi consigli al vetriolo: con i nodi che stanno venendo al pettine, l’antidoto che stanno preparando per il Demiurgo e l’interrogatorio della madre...
Già, l’interrogatorio... per quanto lui si sia professato vittorioso dalla parentesi con Sophia, non so quanto sia riuscito a convincerla davvero. (Non nel senso stretto del termine; probabilmente accetterà l’accordo; ma bisogna capire quando sarà leale agli Auror nel portarli realmente da John Doe. Mi sa tanto che vivremo l’inculata finale)
Speriamo anche che Mike non venga trattato da criminale; dopotutto come detto da Scorpius e Draco (che tenero il loro modo di porsi l’un l’altro. Come si vedere quando si amino e si ammirino a vicenda! Avevo il cuore che mi si riempiva di calore nel sentire quando si volessero bene! *___*) lui ha fatto il suo lavoro e non poteva sapere che un funzionario americano fosse corrotto (che poi è ancora tutto da confermare a quando pare... dopotutto Scorpius non ha detto che in realtà gli ultimi due attacchi non poteva saperli Ethan Scott attraverso Mike? Sono confusa)

Citazione


Non ci abbracceremo commossi o stronzate del genere!
Solo perché ho rischiato di crepare, poi. È robetta!
A Sören succedeva di continuo, non è che si proclamassero affetto imperituro ogni volta.
(Effettivamente ha fatto molto a scuola con lui)


“Hai proprio una famiglia di merda.”
(Milo ha sempre una parola giusta al momento giusto!)


Ha aiutato me per anni. E non era tenuto. Il salario prevedeva solo che badasse alla casa e alle mie cose.
Non a me come persona.
(Il solito buono che non vuole farlo notare… Anche se è palese come il sole che sorge la mattina)


“Sentimentale come sei, saresti un signor finocchio.”
“Peccato mi manchi la condizione fondamentale.”  
Milo ridacchiò. “Credimi, a nome di tutte le checche del mondo è una fortuna non averti nelle nostre schiere. Avresti fatto una strage.”
(L’ho sempre pensato anch’io!)


“Questi inglesi ci hanno fregato, eh principino?”
“Temo di sì.”
(Completamente!)


Ethan Scott, il Delfino del gabinetto presidenziale ricercato per Alto Tradimento.
(Ahia! E ora sono cazzi amari!)


Scorpius per tutta risposta lo guardò disorientato. “Azkaban?” Si voltò verso il genitore. “Papà, ma che gli hai detto?”
“Qualunque idea stia vagando in quel cervello minorato non ha niente a che fare con me.”  
(Dio mio, non credo che potrò mai fare l’abitudine al rapporto d’amore tra Scorpius e suo padre!)

... È colpa del Profeta se Potty e famiglia devono starsene lontani da ogni dannata strada frequentata!”
“Dovrò ricordarmi di mandare una cesta di frutta all’editore.”
(Ahahaha! Che scemo! XD)


“Speravo che la cosa potesse rimanere in questo ufficio Scorpius.” Si inserì Lord Malfoy. “È il motivo per cui ti ho chiamato.”
“Ed io che pensavo che non riuscissi a stare senza il tuo unico figlio.” Scherzò. Poi scosse la testa. “Mi dispiace papà, ma è la legge. Non posso non informare i miei superiori delle conversazioni tra Ethan Scott e Mike.”
(Wow! Questo scambio di ruoli è sconcertante!)

Michel provò un’ondata di invidia. Mai, neppure nei loro momenti migliori, lui e Blaise Zabini erano arrivati ad avere quel rapporto. Lord Malfoy poteva storcere la bocca, ma valutava le parole di Scorpius. E non perché era suo figlio. Ma perché lo rispettava come uomo.
(Posso capirlo.)

“Ti deve qualcosa?”
Fece un sorriso amaro.
“Sì, una madre.”
(Che tristezza...)


“Wenn Sie nicht da wäre, würde ich nicht einmal versucht haben, Liebe.”
(Ahhh... *__* - Sören non dire ste cose...)


Ma non mi abituerò mai ad essere guardata così.
(Un uomo che ti guarda con amore e passione, dritto negli occhi, credo che sia la cosa più bella al mondo)


Era bastata una notte nelle segrete del loro castello nella Germania del Nord per toglierle per sempre la voglia di opporsi alle scelte di Alberich.
Non volevo sposarmi. 
Azkaban non era peggio di quella notte piena di buio e di topi.
(Quell’uomo ha rovinato più persone di quante quasi ne abbia rovinate Voldemort cazzo! E il peggio è che tutti appartenevano alla sua famiglia! Gran bella cosa)

Aveva detestato Sören, perché parlava come suo fratello e aveva il viso dell’uomo che le era stato imposto.
(Orribile da dire ma non certo punto di vista si può capire i suoi sentimenti: lei non odia il figlio ma quello che lui le ricorda)


Della stessa cosa di cui sono stata privata io probabilmente.
Amore. 
(Effettivamente una persona che non ha mai avuto amore, è difficile che riesca a darle a qualcun altro)


Conosceva quell’espressione disperata e nuda: l’aveva vista molte volte allo specchio quand’era ragazza.
“Hai ragione.” Ammise. “Fammi vedere quella mano Sören.”
(Una madre è pur sempre una madre)


Troppo semplice. Una parte di te è ancora quel bambino che vuole la mamma
(Quando non hai mai avuta è molto più semplice)


“Per favore Lily.” Fu subito fermata. Il sorriso si spense. “Voglio solo tornare a casa.”
… oh, dannazione.
Si era appena riferito alla Tana come casa. Questo le tolse ogni voglia di fargli una ramanzina.
Per ora.
“Certo.” Sospirò. Il discorso era comunque solo rimandato. “Andiamo a casa.”
(Si sta già acclimatando bene vedo. )


A quelle fighe piacciono sempre quelli con la faccia incazzata.
(È detto un po’ terra terra; ma il sunto è quello)