Ehy ciaoooo tesorooo!
Ho appena finito di leggere il 38esimo ache se come smepre tu me lo avevi fatto leggere il anteprima e quindi già lo sapevo uhuhuh no! Anche il titolo del capitolo fa capire tante cose, ma come al solito io non avevo capit un cazzo prima che lo leggessi! Ma bando alle cazzate (?) passiamo al capitolo...
“Mi fai schifo” Ripeto senza paura, ma stavolta più forte in modo che possa arrivare ben chiaro alle sue orecchie. Ad un tratto la sua mano si stringe a pugno contro i miei capelli, tirandoli e questa volta urlo dal dolore, facendo uscire altre lacrime di sfogo, di rabbia e anche di forza.
“Non pensavo sarei arrivato a questo punto, ma l’hai voluto tu” Mi tira un calcio sul fianco, facendomi stendere per terra, mentre lui si mette a cavalcioni sul mio corpo. “Lasciami stare bastardo!” Urlo con tutta la voce che ho in corpo, sperando che qualcuno mi venga a salvare, ma so benissimo che mai nessuno lo farà. Justin è lontano e non sa nemmeno dove mi trovo.
In questo momento sono sola e non posso fidarmi di nessuno, solo di me stessa. Ritorno con lo sguardo su Tom che mi ha bloccato entrambi i polsi con la sua grande mano e il suo peso su di me, mi toglie abbastanza aria, facendomi respirare irregolarmente
“Avrei voluto risparmiare questo bel faccino” Sussurra, carezzandomi la guancia con l’altra mano libera, mentre io rabbrividisco dal disgusto, cercando di togliere la sua mano dal mio viso. La sua mano si sposta nella tasca dei suoi pantaloni e il mio cuore inizia a battere più velocemente, appena vedo un piccolo coltellino tascabile.
Sorride malizioso, mentre io inizio a tremare e a dimenarmi e proprio in quel momento inizio ad avere paura come non ho mai avuto in vita mia. Ripenso immediatamente alla telefonata con Justin e potrebbe essere stata anche l’ultima in cui io abbia sentito la sua voce preoccupata. Lo sentivo urlare e pregare affinché lui smettesse di mettere le sue luride mani sul mio corpo.
Ho paura di non rivedere più mia madre, Alex, Cait, Simon e Justin. Più la lama si avvicina al mio viso e più sento i battiti del mio cuore diminuire rapidamente. I miei occhi sono pieni di lacrime e le mie mani sono ancora tenute ferme da lui, così da impedirmi di muovermi. “Ti prego” Supplico e poi la sento.
Sento la lama lacerarmi la pelle e un dolore atroce mi fa scalciare e piangere ancora di più, ma lui rimane immobile con la lama premuta sul mio viso, continuando il suo percorso sul collo. Continuo a gridare implorandolo di fermarsi, mentre un liquido caldo scorre sulla mia pelle tagliata.
Un senso di nausea mi invade alla vista del mio sangue che attraversa la mia camicetta bianca. Inizia a girarmi la testa e sento il respiro mancare a causa del suo corpo premuto sul mio. “Justin!” Urlo, prima di perdere i sensi.
Oddiooo Mireaa! Ma cosa sei diventata? Così violenta no ti avevo mai vista, o meglio mai sentita! Cristo santo, le taglato la faccia, ma dove sono in un fottuto film horror^ Aiuto, no Mirea questo non si fa, non va bene, non lo accetto, non te lo permetto!
“Aspetta” Sussurro e non sono sicura che abbia sentito, ma il suo fermarsi annienta i miei pensieri. Si gira verso di me e mi guarda con un sopracciglio inarcato aspettando che parli. “M-mi puoi aiutare?” Balbetto, prima che dalle sue labbra fuoriesca un sorriso sincero. Lo stesso di Justin. Annuisce, prima di frugare in un cassetto, per prendere delle nuove garze e del disinfettante.
La osservo in tutti i suoi movimenti e senza accorgermene sorrido, dimenticando momentaneamente ciò che è successo pochi minuti fa. Mi rendo conto che questa ragazza non mi farà mai del male. Lei è solo una delle tante vittime che come me, si trova qui per sbaglio, per colpa di un uomo malato che ha in mente chissà quale progetto. Non c’entra niente con tutto questo e voglio aiutarla, voglio aiutarla ad uscire da qui. Ci usciremo insieme.
“Quanti anni hai?” Domando guardandola dolcemente, mentre lei si avvicina a me, per disinfettarmi la ferita. “Quindici” Dice con un enorme sorriso, come se non le fosse successo mai nulla nella vita e fosse sempre radiosa, così spontanea e sorridente, proprio come lo è Justin. Più parlo con lei e più mi rendo conto che quel che ho constatato prima è vero.
Continua a medicarmi la ferita e non sento alcun dolore, è così delicata e decisa. Io le osservo i suoi occhi concentrati, i suoi capelli color grano e i lineamenti del viso. “Fatto” Annuncia soddisfatta, mentre io aggrotto la fronte incredula. “Di già?” Domando, carezzandomi la guancia per constatare se ciò che ha detto è vero e ora c’è di nuovo la garza. Annuisce sorridente, mentre si siede dall’altro lato del letto. Nella stanza cala un lungo silenzio, in cui i miei pensieri prendono il sopravvento su tutto ciò che mi circonda.
La voglia di scoprire la verità sulla ragazzina al mio fianco è immensa, ma sono sicura che lei non mi dirà mai nulla di tutto ciò, ma non sembra ci siano bisogno di conferme. E’ lei Jazmine, devo solo scoprire perché si trova nelle grinfie di Tom, dato che Justin mi aveva detto che aveva avuto un incidente. “Non mi dirai mai la verità, vero?” Domando al vento continuando a guardare di fronte a me. Noto con la coda dell’occhio che la ragazzina si gira dalla mia parte.
“La verità? Che intendi?” Mi giro dalla sua parte, notando un sorriso radioso sul suo viso. Perché sorride in quel modo? “Andiamo! Io so chi sei! Io conosco tuo fratello!” La incalzo continuando a guardarla, mentre il sorriso scompare immediatamente dalle sue labbra. Si alza dal letto, guardando il muro davanti a se. “I-io non ho fratelli” Ribatte insicura, prima di dirigersi verso la porta.
“Aspetta, non andartene!” Dico cercando di fermarla, ma lei continua a camminare ignorandomi. Mi alzo dal letto, ignorando il dolore e comincio a correre nella sua direzione. “Aspetta Jazmine!” La prendo per un polso, facendola voltare nella mia direzione e rimango pietrificata alla vista del suo viso in lacrime. I suoi occhi sono completamente umidi così come le sue guance e non posso far altro che provare dispiacere per lei.
“So che hai paura, ma devi dirmi la verità, io non lo dirò a nessuno, rimarrà un segreto” Le faccio un debole sorriso carezzandole la guancia, mentre lei mi guarda indecisa sul da farsi, prima di annuire insicura. “Vieni” le dico prendendole la mano e trascinandola sul letto con me. “Devi fidarti di me, devi raccontarmi tutto quanto dall’inizio, senza paura, ok?” Le sorrido cercando di rassicurarla, ma lei rimane impassibile, guardandomi negli occhi. "Va bene” Sospira, prima di iniziare a parlare e facendo uno strano sguardo che mi fa intendere tutta la sua sofferenza e confusione.
Oddiooo! Jazmine sta per raccontare a Jessica la verità, sclero troppo! Povera! Quando lei piange mi si spezza il cuore, sono convinta che voglia aiutarla e Jessica deve fidarsi di le, ciao!
Sul viso della bambina, aleggiava un sorriso sincero e contento che raramente appariva sul volto degli adulti. Era contenta, perché aveva trascorso un’intera mattinata al centro commerciale con suo padre che le aveva comprato un mucchio di cose, ma non erano le cose materiali ad interessarla, era il fatto di aver trascorso un’intera giornata con l’uomo più importante della sua vita.
Era seduta sul sedile accanto al guidatore e guardava con adorazione le due scatoline rosse che aveva in mano. “Pensi che alla mamma e a Justin, piaceranno?” Chiese la bambina con uno sguardo insicuro rivolto al padre che era concentrato sulla guida. Aveva preso un bracciale con le perline bianche alla madre e una collana con un ciondolo a forma di pallone da basket al fratello, pensava di aver scelto bene, ma la sua solita insicurezza aveva avuto la meglio su di lei.
Il padre la guardò con la coda dell’occhio, non potendo distogliere lo sguardo dalla strada, ma le fece comunque un lieve sorriso, dopo di che parlò. “Ma certo tesoro, saranno contentissimi, soprattutto Justin vedrai. Inoltre ricorda che ciò che conta è il pensiero.” Le disse in tutta sincerità Jeremy, intenerito da quella semplice domanda.
Nonostante fosse un uomo dall’aspetto massiccio e il suo corpo fosse completamente ricoperto di tatuaggi, era un bonaccione che amava la sua famiglia e faceva di tutto per renderla felice. La piccola annuì contenta fidandosi ciecamente delle parole del padre, facendo scomparire tutta l’insicurezza che l’aveva colpita poco prima e ritornò a guardare quelle due scatoline, impaziente di scoprire la faccia dei suoi famigliari una volta che avrebbero visto i regali.
Era così concentrata sulle due scatoline che non si accorse dei piccoli sussurri del padre, che molto presto si trasformarono in vere e proprie imprecazioni. “Papà che succede?” Chiese la piccola, distogliendo lo sguardo da ciò che aveva in mano. “Porca puttana, l’auto non frena!” Urlò l’uomo, premendo continuamente il pedale del freno. La bambina trasalì e iniziò a piangere, cominciando a guardare ciò che aveva accanto a se.
Per tornare alla loro umile casa, l’uomo aveva deciso di percorrere una scorciatoia, il che significava dover attraversare un fitto bosco pieno di alberi. “Oh cristo santo” Gridò l’uomo disperato da ciò che stava per accadere e in quel momento si sentì un buono a nulla che non era neanche riuscito a salvare la sua bambina.
Si sentiva così confuso, non riusciva a capire come mai tutto ad un tratto quei freni avessero smesso di funzionare. Guardò un’ultima volta la bambina e le sussurrò qualcosa che la piccola non riuscì a capire. “Papà!” Urlò un’ultima volta, guardando il grande arbusto che le si presentava di fronte. Si sentì solo un forte botto e la piccola non vide più niente, non sentì più niente, forse era morta.
Mirea basta! No! Ma cosa sei diventat! Troppa violenza in un solo capitolo, ma quante ne fai passare a queste povere persone, sei la dea della sofferenza sei cattiva!
“Mio padre è morto Jes… O meglio lo ha ucciso lui.”
“Lui chi?” Aggrotto la fronte non capendo, guardandola confusa, ma terribilmente spaventata da ciò che ha detto. “Tom” Un brivido di terrore scorre lungo la mia spina dorsale e la mia bocca si sgrana più per la shock, che per la paura. Le mie domande aumentano di continuo, man mano che i secondi passano e ho paura che la testa mi stia per scoppiare, ma lei inizia di nuovo a parlare rispondendo alle mie domande inespresse.
“Ha manomesso lui i freni dell’auto di mio padre. Voleva fargliela pagare per avergli portato via l’amore della sua vita… Mia madre” Sento l’aria mancare, non avrei mai creduto che Tom fosse in grado di provare dei sentimenti come l’amore, perciò rimango ancora più sorpresa e la mia curiosità cresce a dismisura.
“Ma… Voleva farla pagare anche a mia madre per aver scelto mio padre al posto suo, perciò una volta eliminato mio padre, ha cercato di portarle via i due suoi figli e come vedi c’è riuscito” Ascolto con attenzione tutte le parole di Jazmine e rimango sempre più incredula di fronte alla crudeltà di quell’uomo e alla sofferenza di questa ragazzina.
“Voleva uccidere anche me e Justin e con me ci stava quasi riuscendo come vedi, ma... io sono riuscita a sopravvivere a quel terribile incidente… Quel giorno controllò l’auto per constatare che mio padre fosse davvero morto e purtroppo è stato così, ma io no… Io ero ancora viva e ha riflettuto su cosa fare con me, così dopo un po’ di esitazione, ha deciso di portarmi con sè e quando avrei compiuto 16 anni avrei fatto la prostituta.” Sospira inumidendosi le labbra, prendendo un pausa e la voglia di interromperla e sfogare tutto ciò che penso è così tanta, ma stringo i pugni trattenendomi dall’imprecare contro quell’uomo che ha sconvolto una famiglia felice come la loro.
“In tutti questi anni che sono stata con lui, mi ha insegnato cosa piace ad un uomo e cosa non piace. Mi ha insegnato ad essere una puttana!” Sputa quella parola come se fosse veleno e in effetti lo è anche per me e il ribrezzo per lui cresce a dismisura.
“Con Justin è stato diverso… Mia madre ha dovuto farlo e io la capisco perfettamente. Dopo che è partito con Tom, io sono rimasta in Canada con Tyson” Trasalisco al suo nome, ricordando improvvisamente i calci all’addome e i lividi che mi ha procurato. Ora si spiega tutto, capisco il perché della rabbia di Tom, nei confronti della famiglia di Justin, ma non capisco perché ora ce l’ha con me.
“In tutti questi anni Tom mi ha picchiata, mi ha minacciata nel caso avessi provato a scappare, mi ha detto che avrebbe fatto del male a mia madre, a mio fratello e anche a… Christian” Mormora l’ultimo nome e dalle sue gote iniziano ad uscire lacrime di rabbia, mentre io stento a chiederle chi è quel ragazzo che ha nominato, di cui mi sembra di aver già sentito il nome.
“Christian è il ragazzo che ti ha rapita” Afferma rispondendo alla mia domanda inespressa, mentre un brivido percorre la mia colonna vertebrale. “Ed è anche il mio ragazzo.”
E poi questo ti mette KO! Christian e Jazmine stanno insieme? Mi senti urlareee? Cavolo hai una mente coì contorta... Eppure non ti facevo così, sembri dole dolce ma non lo sei affatto... Tutta la storia di Justin si è svelata dopo 38 capitoli e brava Mirea! Bravissima, ma non ti perdono per avermi fatto soffrire così tanto, perciò ciao! Addio forevah!
Baciii
-Cate <3
P.S tI VOGLIO BENE IDIOTA! Miraccomando aggiorna presto! |