Ehilàààà!
Eccomi quaaa! Sono arrivata al ventiquattresimo capitolo, finalmente!
“Che ci fai tu qui?” Urla una voce facendomi spaventare a morte. Mi giro automaticamente verso la voce che conosco bene e contemporaneamente poso il foglio sulla scrivania. Il mio corpo si paralizza all’istante. Di fronte a me mi appare Jes come non l’avevo mai vista prima.
I capelli lunghi, bagnati, lasciati cadere lisci sulle sue spalle magre, gli occhi lucidi sicuramente a causa della febbre e a coprirla solo una maglietta extra-large che le arriva poco più giù del sedere, lasciando intravedere le gambe lunghe bianco latte.
Sento la gola seccarsi e le gambe andarmi in gelatina. Apro la bocca per dire qualcosa, ma la richiudo subito dopo non sapendo cosa dire di fronte a tanta bellezza. E’ come se le mie corde vocali si rifiutassero di emettere suoni e i miei occhi non riescono a staccarsi dal suo corpo perfetto.
Non ti eccitare Justin, stai calmo! Tieni a freno gli ormoni tesoro! E' ancora presto per Jerry!
Cerco di trattenere un sospiro di sollievo senza successo. Non che mi dispiacesse averla in quelle condizioni, ma sono pur sempre un ragazzo e non credo avrei saputo resisterle molto. “Scusami non sapevo fossi qui.” Ribatte acida stringendo i pugni lungo i fianchi.
Mi sorprendo a constatare che nonostante la sua febbre, il suo sarcasmo e la sua acidità non scompaiono così mi ritrovo a sorridere come un ebete facendola innervosire ulteriormente.
“Eh allora? Adesso perché ridi? Mi trovi divertente? E perché non hai risposto alla domanda che ti ho fatto prima?” Sbotta tempestandomi di domande. Mi trattengo dal ridacchiare stringendo le labbra in una linea sottile, notandola estremamente tenera, nonostante non mi stia dicendo niente di carino.
“Scusa è che tua madre mi ha mandato a chiamarti per sapere se volessi mangiare con noi.” Sbuffa passandosi una mano tra i capelli bagnati. Potrebbero venirle le cervicali se continua a tenerli umidi.
“No, non voglio mangiare con quell’uomo, perciò puoi dire a mia madre che non mi sento tanto bene. Puoi andare grazie.” Conclude facendomi un sorriso falsissimo prima di sedersi sul letto.
“Dovresti asciugarti i capelli.” Sussurro senza neanche pensarci. Inarca un sopraciglio guardandomi torva come se avesse visto l’insetto più rivoltante di questa terra. “Affari miei!” Si limita a dire prima di stendersi sul cuscino.
Oh ma dai Justin! Fatti i cazzi tuoi, per una voltaaaaa! Lasciala in pace quella povera Cristo! (?)
La vedo che è distrutta e in questo momento mi sento come se fossi il ragazzo più egoista dell’intero pianeta. Sono stato un codardo, un idiota, ho pensato solo a me stesso pensando a quanto sarei stato bene se lei fosse stata mia fin dall’inizio.
Io l’ho fatta soffrire.
Lei doveva essere la classica ragazza forte, quella che ne aveva passate di tutti i colori e che ormai era diventata una roccia pronta ad affrontare qualsiasi cosa, pronta a non soffrire. Ma tutto questo prima che arrivassi io a rompere quella barriera trasparente anti-sofferenza che si era creata.
E invece ora?
Da quando mi ha incontrato non ha fatto altro che soffrire di più. Io l’ho fatta soffrire quando mi sono fidanzato con Alex. Io l’ho fatta soffrire quando le ho raccontato di Tom alimentando i suoi problemi. Io l’ho fatta soffrire quando a scuola le ho fatto del male costretto da quel figlio di puttana. Io l’ho fatta soffrire quando l’ho baciata per la prima volta e io l’ho fatta soffrire convincendola ad ignorare tutto il mondo.
In questo momento sento come se il mondo mi fosse caduto addosso insieme a tutte le disgrazie che lo affliggono. Lei ha pianto per colpa mia, tutte quelle piccole gocce salate, scese dai suoi occhi sono cadute giù per colpa mia. Tutto è successo per colpa mia e del mio egoismo.
Ora è lì su un piccolo letto, stressata dai problemi, stremata dalla febbre. Le ho rovinato la vita e capisco il perché dei suoi comportamenti nei miei confronti, io non la biasimo. Anche se non riesco a smettere di pensare a quello che ho letto su quel pezzo di carta.
Non posso fare a meno di chiedermi se sia una canzone o uno sfogo scritto sul primo foglio di carta trovato lì per lì. Posso anche sembrare presuntuoso a pensare a ciò che sto pensando, ma sono sicuro che quelle parole sono state scritte per me.
Questa è assolutamente la mia parte preferita di tutto il capitolo! E' così profonda! Così piena di sentimento! La adoro davvero, bravissima tesoro!
“E’ bellissima quella canzone.” Le dico sorridendole dolcemente. Gira il viso nella mia direzione e mi guarda confusa.
“Quale canzone?” Domanda facendo una strana smorfia con le labbra. Non so se sta facendo finta di non capire o magari non ha veramente capito di cosa parlo, visto che per lei sicuramente non sarà una canzone. “Overboard.” Dico in un sussurro.
Spalanca la bocca sorpresa capendo finalmente di cosa sto parlando. “Overboard? Oh adesso le hai dato anche un nome? Non è una canzone!” Sbotta irritata. “Ma potrebbe diventarla!” Ribatto subito dopo con il suo stesso tono. “E tu dovresti farti gli affari tuoi!”
“Stiamo litigando?” Urlo nervoso portando le braccia al cielo, senza neanche pensarci. Mi avvicino a lei andandole incontro e noto che lei fa lo stesso. Ora siamo così vicini e sento i nostri respiri fondersi in uno solo.
Da questa distanza posso contornare meglio il suo bellissimo viso con i miei occhi. I suoi occhi grandi color del mare, con un cerchio grigio che sembra un cubetto di ghiaccio come quello dei cartoni manga.
Awww io adoro i manga e gli occhi azzurri! E' ufficialeee!
Il suo naso dritto leggermente all’insù e le sue labbra carnose dove ci passerei tutta la vita. Se potessi scegliere un posto sul quale morire, io sceglierei le sue labbra. E infine l’odore dei suoi capelli castani leggermente ondulati sulle punte, fragola, il mio frutto preferito, il mio shampoo preferito. Ci passerei la vita a guardare ogni sua sfaccettatura. “Si!” Urla socchiudendo gli occhi, facendomi intendere il suo nervosismo.
“No!”
“Si!”
“No!”
“Si!”
“Smettiamola di litigare, ti prego Jes.” Mormoro distrutto passandomi una mano tra i capelli, scompigliandomeli sicuramente, ma in questo momento non importa. Litigare è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento, peggioreremo le cose.
Mettetevi d'accordo piccoli!
Mi distrugge vederlo così, per colpa mia. Lo sto trattando male. Gli sto addossando tutta la colpa dei miei problemi. Lo sto facendo sentire una merda, come mi sento io in questo momento e non so perché mi comporto così. Sono la peggiore stronza che esista!
“Jessica posso entrare?” Dice una voce roca attraverso la porta. Una voce che non sentivo da tanto tempo, che mi fa paralizzare sul posto.
Tom.
Guardo Justin preoccupata che mi indica il letto con un cenno del capo. Mi precipito sul letto, rischiando di cadere dato il giramento di testa e mi copro con il piumone fin sopra la testa, non facendomi vedere.
Sento la porta aprirsi e un’ombra dalle dimensioni enormi fare capolinea dalla porta. Riesco a vederlo a mala pena dato gli occhi socchiusi, ma la sua ombra e il suo pensiero di lui nella mia stanza basta a farmi rabbrividire. “Dobbiamo cenare, Jes non vuole scendere?” Domanda guardando Justin che scuote la testa biascicando un debole ‘no’.
Sento dei passi avvicinarsi piano piano al mio letto, chiudo completamente gli occhi, facendo finta di dormire. Ad un tratto una mano si posa sulla mia fronte accarezzandola e sento un senso di disgusto farsi spazio sul mio corpo, facendomi stringere i pugni tanto da graffiarmi con le unghie il palmo della mano.
La sua mano così ruvida, così diversa da quella morbida e liscia di Justin, mi fa attanagliare lo stomaco e la voglia di alzarmi da questo letto e tirargli un calcio nelle palle o magari prenderlo a pugni è tanta.
“Andiamo.” Dice la voce nervosa di Justin, interrompendo Tom dall’accarezzarmi. Sento i passi dei due farsi sempre più lontani e infine la porta chiudersi. Aspetto qualche secondo prima di alzarmi cautamente dal letto, quando la porta si apre di botto facendomi spaventare all’istante.
Adesso ci vorrebbe un Justin che dicesse: "Togli quelle fottute mani dal suo corpo prima che te le metta su per il culo!" Ma ok, non può farlo, perciò, pazienza *faccia rassegnata.
“Oh credimi Jes, presto lo diventerà.” Mormora sorridendomi prima di prendere il foglio con la ‘canzone’ sulla scrivania e sparire dietro la porta, lasciandomi con mille punti interrogativi in testa.
Perchè quel ragazzo mi deve far venire l'ansia?
Sa del mio primo bacio, sa della mia prima volta, sa della mia prima sbronza, della mia prima sigaretta e sa anche tutto di Tom e di Jes. Scuoto la testa per liberarmi di tutti questi pensieri e mi lascio cadere sul divano con stanchezza.
“No, ma dico fai come se fossi a casa tua Jay!” Sorride ironicamente incrociando le braccia. “Lo sto già facendo Ry.” Ribatto chiamandolo anche io con il soprannome che gli ho affibbiato dall’età di cinque anni.
“Dunque vuoi dirmi che succede?” Domando mettendomi dritto. Sono in ansia. Sono sempre stato un tipo curioso ed è raro che Ryan mi chiami per dirmi di venire, perciò deve essere una cosa urgente e non nego la mia preoccupazione.
Si avvicina sul divano di fronte a me e si siede incurvando la spalla, poggiando i gomiti sulle sue ginocchia. Osservo i suoi atteggiamenti con attenzione, ma non riesco a trarre nessuna informazione e tutto questo è strano perché di solito capisco il mio migliore amico da un semplice sguardo.
Si lecca le labbra prima di cominciare a parlare. “Vedi… Sono appena andato in un pub per…” Ridacchio interrompendolo, immaginando già quello che ha fatto qualche minuto prima.
“Ho capito Ryan, sei andato in un pub per scopare, tranquillo, non voglio sapere i dettagli.” Lui di tutta risposta sbuffa non riuscendo a trattenere un sorriso. “No genio, ma se magari mi fai finire di parlare, ti racconto.” Annuisco schiarendomi la voce ritornando incredibilmente serio.
In questa parte sono morta dal ridere, no sul serio Ryan e Justin insieme sono troppo fortiiii!
“Dopo circa un’ora sono andato via a piedi e mentre passavo per il parco ho visto una figura nascosta tra i cespugli. Mi sono avvicinato per capire meglio cos’era e bhè…” Si interrompe guardando dall’altra parte facendomi sudare le mani. Odio quando le persone si interrompono nel bel mezzo di un discorso perché non solo mi fanno salire un’ansia tremenda, ma anche il nervosismo.
“Cazzo Ryan, parla! Chi era?” comincio a battere il piede in modo nervoso sul pavimento e sono quasi tentato di mangiarmi le unghie. Posso immaginare chi era, ma voglio averne la certezza.
Ora ci si mette anche Ryan a farmi venire l'ansia?
Ryan aveva posato una mano sulla spalla della bionda. Alex sussultò e si girò immediatamente verso la figura che l’aveva toccata. “Ryan” Biascicò cominciando a piangere più forte.
“Su Alex, alzati, non stare qui per terra, vieni con me.” Il biondo le tese la mano, l’aiutò ad alzarsi e la condusse vicino alla panchina facendola sedere, seguita subito dopo da lui.
Alex continuava a singhiozzare sommessamente e Ryan non sapeva cosa fare. Non era mai stato bravo a consolare le persone, ma lui sapeva cosa era successo. Justin gli aveva raccontato tutto quel pomeriggio e nonostante fosse dalla parte dell’amico, aveva provato dispiacere nei confronti della bionda.
“Senti Alex, so tutto quello che è successo, so perché stai piangendo perciò non ti chiederò questo, puoi stare tranquilla, so che mi conosci da poco tempo, ma se vuoi sfogarti io sono qui, va bene?” Il biondo le sorrise dolcemente aumentando la stretta della mano.
Alex si lasciò andare ad un pianto liberatorio e si gettò tra le braccia del biondo che la strinse a se cautamente. “Mi sento male Ryan, sono sola, ho perso la persona con cui ho condiviso la maggior parte della mia vita. Non ho nessun’amica oltre a lei di cui potrei fidarmi veramente. Inoltre Justin ama lei e io oggi ho avuto una brutta discussione con lui. Mi ha detto delle cose terribili, che mi risuonano in testa continuamente.”
Il biondo continuava ad accarezzare i capelli della ragazza fragile e non poteva non ammettere a se stesso che le faceva male vederla in quelle condizioni e pure non ne capiva il motivo, visto che si conoscevano a mala pena.
La ragazza si spostò dal petto di Ryan e incrociò i suoi occhi. Il ragazzo deglutì di fronte alla bellezza della bionda, nonostante avesse il trucco sbavato e i vestiti stropicciati. Il cuore del ragazzo cominciò ad accelerare i battiti e ancora una volta non ne capì il motivo.
“Io sono sola Ryan.” Alex abbassò il capo, ma Ryan glielo rialzò prontamente. “Non sei sola Alex, ci sono io, so che sembrerà una frase scontata come quelle che si dicono nei film, ma davvero puoi contare su di me. Forse non sarò come Jessica, ma sappi che io ci sono e ti aiuterò ad andare avanti“ Le disse dolcemente il biondo scostandole il ciuffo ribelle ricaduto sulla fronte.
La bionda annuì tirando su col naso. Le parole del ragazzo l’avevano colpita molto e le faceva piacere che qualcuno si preoccupasse per lei. Cominciava a volere bene a Ryan e si sentì sollevata sapendo finalmente di poter contare su qualcuno.
“Ti prego Ryan non dire niente a Justin, so che è il tuo migliore amico e che vi dite tutto, però…” Ryan la interruppe prima che potesse dire altro e la guardò profondamente negli occhi asciugandole le piccole gocce salate con i pollici.
“Stai tranquilla, questo rimarrà un segreto tra me e te.” Sussurrò il biondo sorridendole, la ragazza ricambiò il sorriso e si alzò dalla panchina seguita da Ryan. “Grazie di tutto Ryan davvero, mi ci voleva sfogarmi un po’.” Ryan annuì contento che quella bellissima ragazza si fosse sfogato con lei.
“Dai andiamo ti accompagno a casa, non puoi girare da sola a quest’ora della notte.” Alex sgranò gli occhi incredula. “Davvero lo faresti?” Il biondo le mise un braccio attorno alle spalle come se fossero amici da tutta la vita e le annuì sorridendole.
“Grazie” Sussurrò la bionda riconoscente. “Di nuovo.” Aggiunse subito dopo, facendo sorridere per l’ennesima volta in quella serata il biondo.
Awwww, Ryan e Alex insieme! Devo dire che Alex in questo capitolo mi fa pena e tenrezza e l'odio per lei mi è DICIAMO passato... Spero che lei e Ryan si mettano presto insieme....
“Ah Justin niente da fare, ho promesso che non avrei detto niente e non dirò niente!” Risponde prontamente incrociando le braccia. “Ma io sono il tuo migliore amico Ry!” Sbuffo alzando gli occhi al cielo. “Non ti dirò niente Jay!” Mi dice con quel sorrisino sghembo che mi fa venire voglia di prenderlo a pugni. Io lo sapevo che c’era sotto qualcosa. Alex le piace e anche tanto!
Ma no Justin? Sai che non l'avevo capito! Per fortuna che c'è l'hai detto lol! Sarcasmo portami viaaaa!
Cerco di dormire, ma non ci riesco, forse perché a causa della febbre ho dormito tutto il giorno o forse perché la mia mente è piena di cattivi pensieri. Ad un tratto il mio cellulare squilla. Mi affaccio sulla piccola sveglia posta sul comodino per scorgere l’orario: 3.30 del mattino.
Aggrotto la fronte stranita dall’orario. Chi mai mi chiamerebbe a quest’ora? Decido di togliermi ogni dubbio e di rispondere alla chiamata. “Pronto?” Rispondo curiosa di sentire la voce dall’altro capo.
“Jessica Silverstone?” Risponde una piccola voce da donna, non ancora matura. “S-si sono io, tu chi sei?” Mormoro a bassa voce per non svegliare mia madre, visto che la casa è molto piccola e le stanze sono molto vicine.
“Devi stare attenta Jessica, sei in pericolo.” Deglutisco rumorosamente, sentendo la fronte leggermente bagnata di sudore. “Chi sei? Pronto? Pronto?” Ripeto spaventata, ma purtroppo con mio dispiacere sento il ‘tu – tu’ segno che ha già riattaccato.
“Stupidi scherzi telefonici!” Sbotto nervosa, prima di sbattere il telefono sul comodino e mettermi nuovamente sotto le coperte.
Ma quella ragazzina non può far prendere colpi così, anche se ammettiamolo Jessica è un pò stupida a pensare che quello sia solo uno scherzo!
Vabbè detto questo io credo di aver detto tutto, vado via e ti lascio amore mio! Tu però aggiorna prestoooooo!
-Cate <3
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