Allora bimbe belle!
Questo lo definirei un capitolo di passaggio in generale, e specificatamente di crescita e realizzazioni per due personaggi in particolare: Micah ed Ezra.
Per Micah assolutamente, senza “ma” e senza “forse”, per Ezra invece è solo una crescita apparente poiché è dettata dallo smarrimento totale che prova a causa della fuga di Micah.
Sono entrambi molto belli e accuratamente scelti i contesti con cui si ritrova a che fare Micah: un anonimo giardinetto pubblico e una stazione ferroviaria. La vita scorre e lui lì, ad osservare gli altri, soltanto apparentemente immobile, poiché quello che sta andando veramente avanti, forse molto più di tutti quelli che lo circondano in quel momento; è lui.
I due bambini con cui interagisce sono deliziosi, anche se, vi dirò la verità: un bambino biondo, un altro dai capelli scuri di nome Ezra, l’uno irriverente e spigliato, l’altro chiuso e diffidente mi sa un po’ di quello che in letteratura viene definito “deus ex machina.” Ma tutto sommato non me ne importa granché, anche perché concordo con Thomas “gli amici non si abbandonano”…prima o poi Micah dovrebbe davvero portare Ezra al parco ^_^
Poi il barbone con il suo cane John Lennon (come mai proprio questo nome?) ed ecco che esce fuori il vero Micah, quello che probabilmente è irrecuperabile: sepolto sotto a strati e strati di melma che sono state le imposizioni della società a creare, le facciate d’apparenza e di perbenismo ipocrita; una parte di Micah che probabilmente è ormai destinata a venir fuori soltanto nei confronti dei reietti, degli emarginati, degli indifesi, dei più deboli…di tutto coloro che, fondamentalmente, complice la loro condizione, conservano intatta la loro autenticità.
Un animo sensibile, quello di Micah, che ha davvero attuato quel detto che dice “se il mondo ti punge, tu pungi più forte.” Il problema però è che lui, a furia di pungere più forte, non ne è uscito illeso…
Niente da ridire: quello stronzo ha avuto ciò che si meritava, Micah ha fatto più che bene ad assestargli una testata sul naso, tanto che più che la sua presenza era inutile e non richiesta!
Infine, vorrei unire questo “Avevo messo su un gruppo dal nulla, comprendendo tutta quella gente che per un problema o per l’altro avrebbe finito per vivere in solitudine.
Dimitrij il malato, Zieg l'omosessuale ed Ezra il sociopatico. Io ero stato il loro collante e adesso li avevo piantati.” a questo “Li avevo lasciati indietro prima che fossero loro a lasciare indietro me…”
perché unendo le due cose appare chiaro il motivo che gli ha permesso di fare da collante: il malato, l’omosessuale e il sociopatico…e lui? Non trovo una definizione unica per Micah, potemmo dire il deluso? Lo spaventato? Il disilluso? Il cinico? e ognuna di questa, d’altronde, potrebbe andar bene…
Vedere Ezra in quelle condizioni è disarmante. Totalmente in balia delle emozioni, senza più maschere a trattenere la rabbia, la delusione, la frustrazione, lo smarrimento per la perdita di Micah.
Anche per lui lo scenario è da mozzare il fiato: la notte, il camminare senza meta, una panchina, la violenza nei confronti di uno sconosciuto, il mare all’alba.
Ogni suo pensiero si riduce a Micah, Micah che lo ha abbandonato, ed è proprio questo, di fatto, a dare ancora più credito all’idea di essere una bambola rotta, non adatto a gestire i rapporti umani. Con questo non intendo dire che non lo sia, ma semplicemente che l’unico in grado di stargli accanto (e che d’altronde ha a sua volta bisogno che lui gli stia accanto) è un altro “essere difettoso.”
Le decisioni che Ezra prende in questo capitolo non sono lucide, sono soltanto da addurre alla mancanza di colui che ormai, a mio avviso, anche se non l’ha ancora mai detto (ma spero lo farà), ha iniziato ad amare. E permettetemi di aggiungere in maniera straordinariamente intensa.
Ariette ho teso sempre a snobbarla poco dopo l’inizio della storia, molto meno rispetto ad altri personaggi femminili che appaiono, ma in questo capitolo si merita tutto il mio rispetto.
Di Zieg mi limiterò a dire che è inutile continuare a piangersi addosso: ormai lo sai, hai realizzato che di Syd non ti libererai mai, perché è nella tua testa e dentro al tuo cuore, oltre che sulla tua traiettoria appena metti piede fuori casa: agisci e riprenditelo!
Di Dim, come al solito, che altro dire se non di nuovo “santo subito!” Si è persino beccato un pugno in faccia da parte di Ezra! Povero lui, bisogna riservargli un posto di spicco sul calendario di frate indovino! :p
Un bacione bimbe,
vostra Minu |