Sansa ha il viso sfregiato da cicatrici che hanno la forma – e la dimensione, e persino il colore – delle lacrime.
Lui non lo dice mai, ma sa che sono i segni che il tempo le ha inciso addosso e, allora, avrebbe dovuto semplicemente portarla via di lì. Perché il tempo infrange la bellezza e il pianto la rende sciapa e insulsa ma lei – sciapa, insulsa – non lo sarà mai. Il fuoco rende liberi, ha detto, ma qualcuno rimane ucciso nel tentativo di sciogliere le catene.
Meglio essere un cane per sempre, ha risposto lui arditamente, piuttosto che essere liberi in una fiammata.
[Sansa/Sandor | OS | Angst | Questa storia si è classificata seconda e ha vinto il premio "Miglior Angst" al contest “Che bella parola ‘per sempre’” indetto da Pampa313 sul forum di EFP]