Recensioni per
FRATELLI DI SANGUE [100 drabble themes]
di _camus_

Questa storia ha ottenuto 495 recensioni.
Positive : 490
Neutre o critiche: 5 (guarda)


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Recensore Veterano
09/09/20, ore 14:19
Cap. 12:

Una tainia (o tenia, come il parassita, se vogliamo dirla a la latina anziché  a la greca XD), ovvero il nastro che cinge il capo dei vincitori degli antichi giochi, degli eroi consacrati, insomma; ho sempre pensato che a questo alludesse, neanche troppo velatamente,  la fascia di Aiolos – Santo tra i Santi, ed ancora più santo perché riconsacrato nel martirio alla perfezione inarrivabile che spetta solo ai cari estinti.

E invece tu dài a questo simbolo antico una funzione nuova, uno scopo pratico e preciso, e dunque il valore – assoluto perché sentimentale – di una memoria di gioventù, un ricordo di amore fraterno, da custodire gelosamente. Così facendo, nel simbolo stesso, classicissimo, dell’eroe, riveli l’umanità del ragazzo; e lo fai con una delicatezza, con una semplicità toccante, che commuove.

Fa sempre piacere incontrare un Aiolos umanizzato, colto in un momento di quotidianità, soprattutto se è  presentato da una penna garbata come la tua.

Poi anch’io ho il boccolo ribelle da puttino troppo cresciuto che avrebbe solo bisogno di una bella tosata. O di vecchie signore che, al posto giusto e al momento giusto, dispensino giudizi impietosi, buoni consigli, ed eroici accessori per capelli.  Dunque non posso che sottoscrivere, senza se e senza ma! <3



 

Recensore Veterano
26/08/20, ore 09:40
Cap. 11:

Eccola qui, la drabble di cui mi avevi parlato quando mi ero imbattuta nella sua controparte, nel suo rovescio. Ti ho già detto che a me le simmetrie, le corrispondenze puntuali e speculari, piacciono tanto, vero? E mi piacciono ancor più quando serpeggiano da bravi fili rossi, conduttori, tra gli elementi di una raccolta squisitamente tematica ed altrettanto squisitamente antologica.
È bella e credibile la consapevolezza di Syd, maturata negli anni – o forse accettata, promossa dal quel sapere anche solo intuitivo che ci fa essere coscienti del fatto che c’è la nostra ombra, dietro di noi, anche se non la guardiamo, anche se nel mezzogiorno di fuoco l’ombra s’è nascosta sotto i nostri passi.
Incantevole anche questo dittico, su questi fratelli, con la simmetria di un chiaroscuro.

P.S. Perdonami, ti prego, per la lentezza e la saltuarietà con cui mi concedo le mie piccole scorribande su questa tua meravigliosa antologia. Vivo di buone intenzioni, ottimi propositi, e del loro inevitabile naufragio. Ma, piano piano, lentissimamente, arrivo. <3

Recensore Veterano
09/08/20, ore 10:57
Cap. 10:

Avevo letto questa drabble nel corso della mia precedente scorribanda dalle tue parti: è di una bellezza così pura, essenziale, che mi ero ripromessa di cercare parole adeguate per un commento sensato. Non sono molto brava a mantenere le promesse – o forse non ci sono parole adeguate, perché non c’è altro da aggiungere ed il tutto è di un nitore cristallino. La perfezione – quella che si può rasentare – in fondo non è che una forma di pienezza autoconclusiva.
Lasciami dire che è bellissimo questo lato malinconico, meditativo, di Kiki – fratellino di sangue o d’elezione, poco importa – lasciato solo sul tetto del mondo.
Io comunque sottoscriverei una mozione per sottotitolare ufficialmente Saint Seiya “Apologia dell’abbandono di minore”, o qualcosa del genere.

Recensore Veterano
25/07/20, ore 16:22

Carissima,

Ho preso nota dei tuoi consigli di lettura, di cui ti sono immensamente grata. E stavo anche dirigendomici speditamente, una tantum, quando mi sono prese le smanie di continuità e completezza: a quanto pare, la mia compulsività schiaccia finanche le mie voglie e gli entusiasmi del momento; io sono indubbiamente un caso grave, ma la bellezza di questa raccolta mi ricattura puntualmente, anche per una rapida scorribanda da sabato pomeriggio.

È che tu sei una maestra nella sottigliezza; la tua penna è così precisa, non sbaglia un colpo – e la brevità è il terreno ideale per la precisione. Così, qui, l’entusiasmo nella conversazione tra le sorelle, l’eccitazione dei preparativi festosi, ma tutto sommato quotidiani, ordinari, leggeri, non fa altro che preparare il terreno per la stoccata finale, il pungolo del dubbio che in due righe, in tre parole, proietta sul tutto una luce nuova. L’ho… trovato, ed il lettore sa che quelle speranze saranno disattese; che tutto quel che in realtà si sta preparando non è una celebrazione, ma la tragedia che sta per consumarsi.

Recensore Veterano
16/05/20, ore 11:34
Cap. 8:

Potrei dire tante cose – tutte buone, s’intende – sul contenuto di questa tua; ma su Aiolia ed il Caro Estinto per antonomasia sono stati versati fiumi d’inchiostro, dunque finirei soltanto per ripetermi. Vorrei, piuttosto, soffermarmi su un aspetto tecnico della struttura che hai imposto, sia perché riuscire a sfruttare a pieno tecnicismi di struttura su un cento parole è un’impresa tutt’altro che scontata, e dunque merita una nota d’elogio; sia perché si tratta di una scelta efficace e riuscitissima. Mi piace immensamente l’apertura quasi aforistica, che ha la nettezza e l’assolutezza di una massima; ed il fluire su un “tu”, che in prima istanza sembrerebbe impersonale, in un naturale sviluppo del tono epigrafico dell’inizio. Invece, i pensieri di Aiolia hanno un destinatario preciso, si rivolgono ad un tu specifico, come diventa evidente nel giro di un’altra riga. Hai così messo in atto un processo di condensazione – passami la metafora – dall’universale al particolare, il che veicola incredibilmente bene il peso, la portata cosmica, che quest’individuale ha per la voce narrante. È un’articolazione meravigliosamente fluida, un’acqua cheta; ed in questa sua pacatezza ha una forza d’impatto devastante. <3

Recensore Veterano
14/05/20, ore 22:24
Cap. 7:

Questa tua mi prende il cuore in pugno, e stringe. La delicatezza dei sentimenti – quelli sfumati, i mezzi toni, che sono però anche così nitidi, taglienti, qui – può essere altrettanto brutale delle più feroci atrocità. In fondo, c’è talvolta (spesso?, sempre?) una sottile efferatezza nella fratellanza: quell’efferatezza che ti fa intuire i desideri e le fragilità di tuo fratello, e segna una grossa X ,marchiata a fuoco, su dove  affondare il pugnale; o che ti consente di lasciare tuo fratello, il tuo doppio ad annegare. Forse, è una forma di efferatezza quello che ti consente di guardare in faccia la realtà, di sapere esattamente a che punto dell’altrui scala di priorità sei collocato, lucidamente. È un’efferatezza, squisitamente fraterna, quella che ti costringe ancora ad aspettare, a sperare  che sarà l’ultima volta, senza poterci credere – finché l’ultima volta infine arriva, ineluttabile, come la marea. È tutta una delicatissima efferatezza.

A me Kanon piace. Certo mi piace la sua assoluta, cieca, dedizione alla vendetta, tremenda vendetta; ma mi piace soprattutto immaginarmi i perché ed i percome, le ragioni profonde che l’abbiano spinto ad ingannare uomini e dèi, a voler annegare il mondo,  con immensa pazienza. Alla fine, ho l’impressione che sia sempre, ancora una volta, l’altra faccia dell’amore fraterno, in tutta la sua efferatezza. E mi piace, mi piace immensamente, che questo tuo Kanon abbia imparato, nolente e per niente volente, ad aspettare. È una lezione che gli sarà tornata sicuramente utile, nei suo tredici anni in fondo al mar, in fondo al maaaar. <3

Recensore Veterano
09/05/20, ore 14:52

Sorprenderebbe quasi che lo sviluppo di “Esteriorirà” sia centrato sull’anima, interiorità per eccellenza. In sé questa sarebbe già una nota di merito per te, ma ormai le note di merito possiamo prenderle per assodate, eh? <3 Però che sia Shun il protagonista di questa istantanea, in un riuscitissimo contrappunto con l’intermezzo di Ikki, la rende quasi una scelta obbligata, una necessità.
Il fascino e la forza di Shun sono innanzitutto nella sua incorruttibile purezza – non per nulla, Hades si reincarna sempre nell’umano più puro della generazione di turno. Gli occhi sono sì specchio dell’anima: è giusto, è qualcosa che sta bene in bocca ad uno come Ikki, il cui pragmatismo sorge da un idealismo di principio, un’assolutezza della dedizione che di pragmatico ha ben poco. Ma quello che gli specchi offrono è un’immagine riflessa, un margine di distorsione. Il cristallo purissimo, invece, ci lascia intravedere l’oggetto stesso, in trasparenza, con un grado di immediatezza, di nudità, che lo specchio non consente.
L’incorruttibile purezza di Shun, immutabile, ed il contrappunto con “Intermezzo”, dicevo… Sai, mi piace e soprattutto mi convince che qui Shun, in calce, sembri nutrire una colpa, un desiderio di poter cambiare, fosse anche solo per il bene di Ikki, per sollevarlo da un peso o, chissà, dall’oppressione di una responsabilità.

Recensore Veterano
09/05/20, ore 13:15

A me le ombre piacciono. Sono suadenti, le ombre; e così tanto più interessanti del pieno sole. Perché ogni medaglia ha il suo risvolto, talvolta con un’ incisione, una data, un segreto sul retro, forse un perché – anche e soprattutto quelle appuntate in petto, gli onori degli eroi. Mi piacciono, mi piacciono le ombre. Mi piace l’efficienza di un lavoro ben fatto, mi piace il risvolto pragmatico dell’eroico moralismo con i suoi mille limiti e le sue restrizioni; mi piace quello che non si vede, che non esiste.
Asgard, peculiarità dell’anime, al di là dei pregi artistici dell’animazione e delle musiche, ha il grande merito di fare da ponte tra le Dodici Case e Nettuno. E dunque, Bud ombra, in quest’ottica, assume un ruolo figurale, profetico, di quell’altra ombra la cui longa manus ha messo in moto il tutto – è il caso di dirlo: dall’inizio.

Recensore Veterano
06/05/20, ore 11:19
Cap. 16:

Ciao cara! Eccomi infine con un ritardo imperdonabile, non succederà mai mai mai più ç_ç
Il binomio "blu-Poseidone" direi che è perfetto. Blu come l'acqua, la profondità degli abissi, così come quella del rancore che lega Kanon a Saga, in un doppio filo che nemmeno la morte a quanto pare è capace di tagliare. I due fratelli sono sempre accomunati da questo legame che nel suo essere sbagliato non si spezza, né diminuisce la sua intensità nel corso degli anni e questa cosa si sente.
Ho dedotto -portei anche sbagliarmi, ma in caso correggimi- che il pov qui sia quello di Isaac che parla di Kanon (sea dragon) è corretto?
Se così fosse ti faccio i miei complimenti, mi è piaciuto davvero come hai reso la cosa XD E mi piace il cinismo che comunque viene mantenuto da chi parla: sa benissimo che negli intenti di colui che ha scelto di seguire non c'è amore, né giustizia. C'è rancore, c'è rabbia, c'è vendetta. Vendetta che anima oramai degli spiriti spezzati, senza possibilità di ritorno, almeno per ora. E questa vendetta è blu, come blu è l'abisso dove si gettano.
Insomma, ancora una volta rinnovo i miei complimenti e soprattutto le scuse per il ritardo Y_Y al prossimo scambio!
Ulvinne

Recensore Veterano
29/04/20, ore 14:23
Cap. 4:

…sembra così fragile la Giustizia.



(Niente, perdonami: oggi sono in fase di esegesi ad litteram o quasi…)



Chissà che Aiolols non abbia quasi avuto ragione: chissà che la Giustizia, in fondo, non sia fragile, come tutti gli ideali, di cui bisogna prendersi cura e che bisogna servire; o, chissà, forse come gli dèi stessi – ché se gli dèi non fossero fragili, se non fossero a loro volta ideali o qualcosa di molto simile, non sarebbero dèi, e soprattutto non avrebbero bisogno di seguaci, o di uomini in armi a combattere le loro guerre o a salvar loro la vita quando sono in fasce. Allora, il buon senso, almeno a primo acchito, non può dare tutti i torti ad Occhietti Rossi: Athena sembra debole; la Giustizia sembra davvero una cosina così fragile.

In fondo, con Aiolos, si tratta di fede, assoluta ma non cieca: in Athena; nella forza di un bambino che non solo lascia solo morendo male, ma cui lascia in eredità un peso enorme; finanche in Saga, giacché il suo rimpianto di moribondo implica che veda la redimibilità di Saga, una grazia sufficiente, manco fosse un gesuita del Seicento. Certo, la fa facile Aiolos, da santo ed eroe per antonomasia, perché ha il lusso di tirare le cuoia prima di subito, venendo così consacrato a mito benevolo nel racconto di Kurumanda, ma anche e soprattutto evitandosi di dover aver a che fare con le conseguenze, col lavoro prosaico e spesso sporco che queste comportano.

Recensore Veterano
29/04/20, ore 13:56

Un colpo di scena ormai scontato…



E qui io sarei anche pronta a metterci un punto fermo, definitivo. Ché il ruolo narrativo di Ikki nelle mani del Cialtronissimo è racchiuso tutto qui, in una manciata di parole. Lo stesso colpo di scena sbalordisce solo la prima volta, ma alla seconda, alla terza, alla quarta, alla enne più uno, si riduce ad un espediente di trama che ci si aspetta e che inevitabilmente ci risulta a buon mercato. Se leggiamo (o guardiamo) Saint Seiya come quello che è – ovvero un discreto shōnen che, nonostante il formato un po’ ripetitivo, risulta comunque avvincente – l’eterno ritorno di Ikki (da araba fenice, del resto) a salvare la pellaccia a Shun, per poi tornarsene a farsi gli affaracci suoi, come ogni bello e dannato che si rispetti, fino alla prossima evenienza, non è molto più di tanto.

Un punto fermo, allora ci starebbe, e sarebbe un giudizio accurato sul personaggio e sull’opera. Però. Però c’è un però. Però c’è appunto quello che metti in scena tu, quello che non si vede limitandosi al colpo di scena scontato ed  alle solite mazzate risolutive che ne seguono: le ragioni, i moventi ed  i pensieri che muovono i personaggi e che caratterizzano le loro relazioni reciproche.

Ikki, in mano tua, ha una grande e convincente lucidità: ha una comprensione solida della forza del fratello, del suo valore, delle sue doti e del loro essere anche limiti. Ikki capisce la grandezza di Shun,  la sua bontà; giustamente, la teme. Ikki è uno per forza ti cose uno pratico, volente o nolente; eppure – a gli occhi del lettore che ha già scoperto il finale – quella volontà di voler proteggere Shun soltanto da sé stesso assume anche un’eco profetica.

Recensore Master
22/04/20, ore 19:52

Cara Camus,
Trovare Ikki e Shun è sempre un piacere enorme perché la loro storia mi è più familiare delle altre e sa d’infanzia e delle due sigle, vecchissime, dei Cavalieri dello Zodiaco. Sigle per nulla ricche di spoiler, oltretutto, a ben pensare. Ikki è fuoco, è un mezzo teppista, è forte e irruento e non può fare a meno di badare a suo fratello perché è così che funziona, tra fratelli. Si litiga, non ci si sopporta, ma poi ci si aiuta. La cosa più importante è ciò che Ikki pensa di dire a Shun: Andromeda non è debole. È un cavaliere potente, onorevole, determinato e con un’arma abbastanza efficace e se Ikki corre in suo aiuto non è perché lui è debole, ma perché si sente responsabile per lui e deve fare il fratello maggiore. Questo, in un clima di onore e fedeltà e coraggio proprio della mentalità cavalleresca, può risultare come un affronto per Shun, ma l’unica cosa da cui Ikki vuole proteggerlo – e qui, di nuovo, è spiccatamente un fratello maggiore che parla – è la sua bontà e ingenuità. Anche questa raccolta è molto bella, mia cara: leggerti è sempre un piacere! ^^
Shilyss

Recensore Master
22/04/20, ore 19:43
Cap. 2:

Cara Camus,
Ovviamente toccava iniziare da loro: i gemelli speculari, resi come tali grazie alla voce identica e diversa insieme, che segna la contrapposizione tra i due, le esistenze irrimediabilmente separate, eppure unite. Saga non trova Kanon e qui il gemello pare quasi sia uno scherzo della mente – mi è piaciuto come hai descritto il tempio e come la voce sia interna a Kanon, quasi come se fosse la sua coscienza a parlare. L’ossimoro tra impercettibile e assordante, l’attimo (decifrabile in pochi secondi) che diventa eterno, sono tutti modi in cui percepiamo nettamente l’esistenza di Saga creparsi, in un certo senso. L’ho trovato un modo splendido per chiudere una drabble perché d’effetto e in poco condensa uno scoramento e uno stupore incredibili che determineranno, come sappiamo, il resto. Ma questa è un’altra storia ^^.
Shilyss

Recensore Master
22/04/20, ore 19:15

Cara Camus,
Formula vincente non si cambia e, avendo letto tutte le shot recenti, sono qui. Non uccidermi se recensisco una cosa vecchia – c’è gente che mi staccherebbe la testa per molto meno – e fammi sapere se non dovessi avere il piacere. Amo i rapporti fraterni, quindi apprezzo infinitamente qualsiasi lavoro in tal senso: scrivere drabble è una sfida e so quanto tu sia brava nel farlo. I prompt tra l’altro non sono facilissimi nonostante Saint Seiya offre un numero molto ampio di personaggi tra cui attingere, anzi: è un lavoro mirabile e certosino, questo. Ma andiamo a leggerle…
A tra poco,
Shilyss

Recensore Veterano
22/04/20, ore 11:14
Cap. 15:

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio!
Anche questa drabble è stata carina; più malinconica delle due precedenti riguardo ai colori, ma non per questo meno piacevole.
Sei stata molto brava a dedicare il prompt ai due fratelli gold inserendo un terzo personaggio, ovvero il dolcissimo Shun -a sua volta fratello di Ikki. Cioè, solo per questo ti meriti un applauso, sarà una sottigliezza, ma io in queste cose mi perdo e le adoro.
Aioilia qui viene colto da un fulmine al solo vedere il verde degli occhi del cavaliere, un verde che lo riporta, rapido e inaspettato, al ricordo del fratello. Aiolos per Aiolia rappresenta tutto ciò che c'è di bello e di giusto, in fondo, non ha mai smesso di amare il fratello anche quando lo considerava un traditore -sempre che l'abbia mai considerato tale. Quando Aiolia parla del fratello maggiore, non c'è mai rancore, disprezzo. C'è malinconia, c'è dolore, c'è anche rabbia, la rabbia per essere stato lasciato solo, non per altro. E ogni volta che qualcosa gli ricorda Aiolos, lui si sente mancare e anche se la rabbia del tradimento razionalmente lo coglie (perchè sia Shun che Aiolos sono traditori, giusto?) a lungo andare capisce che avrebbe dovuto saperlo. E questo pensiero lo chiudi con una frase che io ritengo stupenda. Il tuo stile è caratterizzato da un classe e una delicatezza che raramente ho trovato e che mi rimane sempre impresso, anche stavolta non fai eccezione e anche questa drabble si conclude in maniera meravigliosa. Insomma, con il rischio di essere monotona, non posso che rinnovare i miei complimenti e attendere il prossimo scambio :D
Alla prossima,
Ulvinne