Ciao bellissima! Scusami per il mega ritardo, ma ora sono quiiiii! c:
Il capitolo è molto bello! ;)
Come dici tu si vede che Vik ha le palle! Finalmente! Non è tutta cuoricino, pasticcino ecc.!
Comunque altro che uccidere la cugina! Torturarla brutalmente e solo alla fine ucciderla! Muhahahah! :D
Secondo me la parte più bella è:
Ci univamo sinuosi, i movimenti ovviamente dettati da lei, e godevamo entrambi: lei, stranamente silenziosa. Eravamo ormai a poche spinte dal raggiungere l'apice, quando la voce di Veronika mi interruppe.
Il problema non si sarebbe posto, se la voce non fosse provenuta da un punto un po' troppo lontano rispetto al mio orecchio...
“Ma cosa...?”
Veronika era immobile, sulla soglia del soggiorno, e fissava sbigottita il divano, sul quale, nella luce flebile che filtrava dagli oscuranti, si intuivano due corpi evidentemente ed esplicitamente impegnati.
Il problema non si sarebbe posto, se uno dei due non fosse appartenuto al suo ragazzo.
“Vik?”
Era proprio lei? Ma non era possibile! Sentivo il suo corpo premere sulle mie gambe, eccome se lo sentivo! Forse avevo confuso la voce della mia ragazza con quella di Hillary, e probabilmente tutte le altre erano già tornate! Oddio... Che figura di merda! Pregai che nessuna avesse una videocamera a portata di mano...
Sentii Veronika girarsi e spostare il peso, e istintivamente mossi le mani verso il viso, abbassandomi la benda...
Li guardava come se in realtà non esistessero, li stava trapassando fino a fissare il tessuto del divano, mentre probabilmente era solo il suo cervello che depistava le sue congetture per evitare di fondere.
Quando recuperai il senso della vista, vidi la mia ragazza, in piedi, vestita di tutto punto, ancora con l'impermeabile leggero e la borsa che pendevano da un braccio. Sì, lei era proprio lì, di fronte a me, che invece ero nudo come un verme, steso sul divano, sotto al corpo altrettanto nudo della cugina, quella sbagliata...
“Veronika... Ma tu... Io... Non è come sembra!”
Liam boccheggiava, mentre provava a trovare un barlume di logica in quella situazione da capogiro.
Gli erano uscite delle parole così banali, parole da film, parole che non erano nulla di concreto, non spiegavano nulla. Parole che erano entrate nelle orecchie di Veronika, e che, con inconsapevole precisione, picchiavano contro la porta della rabbia, prendendola letteralmente a spallate. Veronika strinse i pugni, cercando di controllarsi, ma quando l'ennesimo “non è come sembra” risuonò prepotente nella sua mente, impiegò esattamente cinque decimi di secondo per risuonare anche nel soggiorno.
“Non è come sembra? Non è come sembra?!”
Lanciò di lato la borsa e la giacca, liberando le mani, che subito impiegò per rimboccarsi le maniche della camicetta, mentre con ampie falcate si lanciava sui due amanti.
Hillary schizzò dietro il divano, recuperando la vestaglia di seta e indossandola alla bell'e meglio, mentre Liam saltava in piedi e si lanciava di lato, coprendosi il bassoventre con un cuscino.
“Non è come sembra?!” gridò di nuovo la furia bionda raggiungendo la cugina e, acciuffandola per una delle maniche ampie, la attirò a sé. Con cattiveria le afferrò il braccio e glielo torse, costringendola ad abbassarsi. Quando i suoi occhi si puntarono ardenti in quelli della cugina, Veronika sibilò:
“Serpe velenosa. Come hai fatto a convincerlo, eh? Per fortuna che stavi troppo male per venire al museo con noi... 'Per quando tornerete stasera, sarà tutto a posto'... Dimmi, la tua cura consiste nello sbatterti il ragazzo di tua cugina?!”
Poi, rivolgendosi a Liam, ruggì:“'Non è come sembra'? Bè, te lo dico io, cosa mi sembra: tu, bastardo traditore che non sei altro, ti sei divertito a scoprire com'era a letto l'altro ramo della famiglia! E dicevi di amarmi!” concluse tra i denti, stringendo allo spasmo l'avambraccio di Hillary, prima di lasciarlo definitivamente e avviarsi verso la cucina.
Sotto gli occhi sconvolti degli altri due, Veronika spalancò le ante della credenza e cominciò a usare i piatti come se fossero dei simpatici frisbee, mandandoli a schiantarsi contro varie superfici: le pareti, le sedie, il tavolo, le porcellane appese al muro, i vasi di fiori.
Ridacchiava nervosa, e ad ogni piatto annetteva una dedica speciale:
“Questo è per te, Hillary... Questo è per te, Liam... Questo è per quello che mi avete fatto... Questo è per quello che avreste fatto se io non fossi arrivata in tempo... Questo è per avermi imbrogliata... Questo è perchè avete la faccia tosta di negare tutto... Questo è perchè mi avete sottovalutata... Questo è perchè siete due merde!”
Allo schianto dei piatti, Hillary scoppiava in gridolini spaventati, coprendosi le orecchie con le mani, mentre Liam, invece, cercava inutilmente di calmare Veronika, implorandola di ascoltarlo.
“Cosa vuoi, Liam? Cosa devi dirmi? Vuoi che mi fermi? Fanculo!” la bionda prese in mano una tazzina e gliela lanciò contro con tutta la forza che aveva in corpo. Il ragazzo la schivò prontamente e lei, considerando chiusa quella conversazione, riprese a parlare rivolta a Hillary:
“Oh cara cuginetta... Piangi? No, non farlo! Ma quanto mi dispiace!”.
Veronika rise, schernendola, per poi continuare: “Sai cosa sono queste? Lacrime di coccodrillo! No, non mi fai più pena! Brutta puttana che non sei altro, stronza invidiosa, vacca da monta!”
“Veronika, credimi, ti prego! Io non sapevo nul-”
“Stai zitto! Stai zitto, verme schifoso! Non rivolgermi mai più la parola, razza di bastardo! Consola la puttana che ti sei scopato... Consolala, povera piccola... Guarda come piange!”
Detto questo, Veronika scaraventò a terra una sedia, piombò in salotto, raccolse la giacca e la borsa e fece per andarsene. Liam, di slancio, la afferrò per un polso e parlò:
“Lasciami spiegare, per favore.”
Veronika non si girò a guardarlo: le lacrime le lambivano gli occhi, me non voleva dare loro la soddisfazione di vederla debole, vulnerabile, scoperta. Non voleva piangere davanti a loro. Trattenne le lacrime, scrollò le spalle e si divincolò dalla presa del ragazzo. Rimase immobile, l'unico suono che si sentiva in casa erano i singhiozzi di Hillary. Lentamente si voltò verso Liam e, con quella fierezza spietata che pervade la donna quando le circostanze la chiamano a far valere la sua dignità, disse:
“Non prendermi per stupida. Mi avete preso in giro già fin troppo. Ora basta! Non c'è bisogno di alcuna spiegazione. Non c'è nulla di più chiaro. Addio.”
Comunque io ci avevo già pensato l'altra volta che Liam avrebbe dovuto capire che quella non era Vik!
Va be' che dire di Sam e della sua dolcezza? Ahahah!
Vado subito a leggere il prossimo capitolo!
Ciao bellissima! :** |