Recensioni per
L'unico domani
di innominetuo
Eccomi, dopo un lungo silenzio. Riprendo con gioia la lettura di questa storia sempre più appassionante. Sono contenta che tu abbia deciso di inserire un capitolo "cuscinetto" fra i precedenti, incentrati sulla difficile preparazione del match fisico e interiore di Joe, e la prossima sfida sportiva alle Hawaii. Ci voleva un momento di pausa in cui Joe si guardasse dentro. Ogni sfida lo fa crescere e diventare più adulto. Finalmente, complice anche l'equilibrio emotivo regalato dalla relazione con Yoko, Joe riesce a fare un passo che fino a poco prima sarebbe stato troppo doloroso e destabilizzante: andare alla radice di se stesso e scoprire chi era sua madre. E' stato un momento tenero e ben gestito dal punto di vista narrativo. Ho apprezzato moltissimo la scelta di renderlo attraverso i pensieri del padre di Joe anziché con un racconto diretto. Una ulteriore dimostrazione della tua bravura e maturità stilistica. |
Eccola qui, la nonnina. Era da un po' troppo tempo che non si faceva sentire. Naturalmente, per esigenze di trama, non c'era spazio per lei nello story line degli ultimi capitoli. Eppure era ovvio che stesse tramando un ennesimo attacco ai danni di Joe. Una così non molla, e non avrà pace finché non riuscirà a vedere Yoko convolare a nozze con quello che lei reputa un buon partito. Patetica. Anche perché si accontenta ben di poco. Non ha lesinato insulti nei confronti di Jun, un giornalista, che lei reputa un "imbratta carta". Eppure le andrebbe meglio perfino lui rispetto all'odiato Joe. Il quale, dimostrando una maturità da adulto, va a cercare Yoko per chiederle scusa del suo comportamento da troglodita, di certo comprensibile, ma mai giustificabile. Ha capito di aver sbagliato e rimedia al suo errore. E' molto diverso dal ragazzo orgoglioso di inizio storia. E' più uomo. Ora è pronto per competere per riconoscimenti molto più prestigiosi, varcando i confini del Giappone e dell'Asia. Ma i guai non sono finiti, temo... |
Ed ecco, finalmente, il pieno riscatto di Joe. Prima lo scontro con Carlos, uno scontro violento e duro in cui Joe riesce a ritrovare se stesso e la sua forza, uscendone finalmente vincitore. Sì, vincitore, perché il suo vero momento è quello in cui trionfa su se stesso e i suoi blocchi psicologici, tornando ad essere l'uomo che era e che sarà. |
Che i pugili migliori abbiano natali e trascorsi difficili è cosa nota. Se dovessero vincere in base a quelli, Kim sarebbe un campione incontrastato. Nella sua confessione e Joe prima del match ho ravvisato, forse maliziosamente, una strategia pre partita. Sconvolgere e confondere l'avversario sono tattiche semplici ed efficaci, ma Joe non si è lasciato influenzare dal passato tremendo di Kim e lo ha affrontato con la convinzione e il piglio che lo contraddistinguono. Un match difficile e sofferto, a tratti rabbioso, in cui alla fine non è tanto la forza di Joe a farlo prevalere, quanto il potere dei ricordi di Kim a far soccombere quest'ultimo. Kim è piegato dall'immagine del cranio fracassato di suo padre, non dal gancio di Joe. In ciò non posso non ravvisare, forse esagerando, un insegnamento morale: gli orrori della guerra possono mietere vittime anche a distanza di anni dal termine di un conflitto, per quanto possono devastare le anime di chi ne sperimenta una. |
Ce l'avessi io la costanza di Joe nell'affrontare una dieta! Invece mi tengo la pigrizia e quel paio di chiletti in più, che fanno salute. |
Questa storia diventa sempre più simile ad un grande affresco, come quelli che tingono le cattedrali e che vogliono raccontare aneddoti piccoli che, guardati tutti insieme, compiono un grande mosaico. Non abbiamo solo due punti di vista principali, Joe e Yoko, ma tutto un corollario di punti di vista secondari che fungono - perdonami l'improprietà - da coro di tragedia greca. Questo elemento, che narrativamente trovo molto interessante, permette di vedere il dramma dei personaggi da occhi freschi che giudicano con il proprio metro e che permettono anche al lettore di conoscere e farsi un'idea migliore dei protagonisti vedendoli attraverso gli occhi di altre persone oltre che dai loro. |
Shikata nai! |
Rieccomi! Devo assolutamente impormi di tornare nel fandom più spesso e soprattutto di continuare a leggere questa tua bellissima long. Non avendo seguito l'originale (tranne che per qualche puntata quando ero una bambina troppo piccola per comprendere la complessità di questa storia) mi approccio alla lettura con mente aperta, lasciandomi guidare dalla tua narrazione. Ho trovato tutto molto verosimile e ben studiato, tant'è che sono balzata sulla sedia quando ho letto che nell'originale Joe cerca di perdere peso digiunando e smettendo di bere. Le solite iperboli nipponiche sul sacrificio e sulla rinuncia che, come anche tu hai sottolineato, rendono tutto poco credibile e surreale. Appoggio quindi la tua versione! Ecco un nuovo nemico da affrontare, per Joe, che ora si trova a dover lottare con la bilancia. La vita per lui è tutta in salita, e ogni vittoria è una conquista sudata e sofferta. Che la notizia sull'identità della madre, e la rivelazione di non essere stato abbandonato come un rifiuto indesiderato come lui ha sempre creduto, ma di essere invece stato vittima di un destino infausto, finalmente aprano uno spiraglio di luce nell'animo tormentato di questo ragazzo? |
Farò un paragone azzardato: Il tuo Joe in qualche modo somiglia al nostro Daron. Ha tutte le carte in regola per essere un campione, uno dei migliori se non Il migliore. Ma ha delle questioni in sospeso con se stesso. E finché non riuscirà a risolverlo ci saranno solo menzogne e amarezze e si spezzerà sempre poco prima di arrivare a tendersi verso la vittoria, in una spirale che - se non controllata - potrebbe portarlo ad un finale atroce e terribile che non merita. |
Un capitolo fondamentale per Joe. Qui riesce a superare il suo blocco, finalmente, potendo tornare ad essere un pugile che aspira davvero alla serie A. E il suo blocco, diciamo, lo supera in maniera violentissima, come si addice ad uno con il suo carattere, addirittura mandando all'ospedale il suo avversario. |
Un genitore per Joe, e che genitore. |
“È perché temi di fare troppo male, Joe? Ma non è più colpa tua, nel preciso istante in cui incroci i guantoni con qualcuno… è solo la dura legge della boxe…nessuno è più solo di un pugile, quando si alza dal suo angolo…nessuno è più solo di te… amore mio.” |
La boxe e l'amore. Due grandi passioni che a volte si intrecciano e rendono difficile la vita di Joe. Perché diciamocelo: Yoko non è la trista Adriana di Rocky, impegnata a lavorare in un negozio di animali. Yoko è a tutti gli effetti una donna di mondo, con le mani in pasta in un sacco di diversi ambiti e in grado di avere tutto ciò che desidera,anche se irrimediabilmente attratta da Joe. |
Il vero protagonista di questo capitolo: Il conflitto generazionale, quel tipo di conflitto generazionale così tremendo e così di rottura che non se ne vedranno altri per il resto del secolo in Giappone, così come in tutta la società occidentale, o meglio - occidentalizzata. |
Joe contro tutti, letteralmente. |