Recensioni per
If
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 577 recensioni.
Positive : 570
Neutre o critiche: 7 (guarda)


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Recensore Junior
02/12/20, ore 15:00

Questo è un capitolo “ingannevole”! Sembrerebbe che in definitiva non accada nulla ma in realtà è un capitolo punto di svolta almeno per gli abitanti di Limours.​

Vedere André che insegna a Carmilla a maneggiare una daga ha fatto sussultare il mio cuore perché, inevitabilmente, la mia mente è andata ad altri allenamenti di quando, da bambino, era lui l’allievo di Oscar nella stessa “disciplina”.

E ugualmente la mente di André deve essere tornata e deve essersi anche soffermata sul quel ricordo dolce e struggente. Camilla è una ragazza piena di vita ed è, purtroppo per lei, completamente presa da André, come darle torto del resto?

Non credo però che potrebbe mai​ prendere il posto di Oscar anche se​ sembra sapere esattamente ciò che vuole, eppure, secondo me, nasconde una fragilità di fondo. Sembra che siano Limours e la Francia a starle strette, sogna una vita in Irlanda, un sogno più che legittimo e chissà forse anche realizzabile. In ogni caso la proposta della “fata” dagli occhi di fiordaliso, andarsene insieme, potrebbe essere una soluzione visto che lui è vivo e che sa, nel profondo, che Oscar lo avrebbe voluto così, vivo e non morto. Comunque mi pare che André non sia molto propenso a mettere in atto tale proposta, mi auguro e le auguro di imbattersi in un altro “cavaliere”.

E capisco anche che lui abbia dei momenti in cui sembra cedere al desiderio di voler tornare a vivere, tornare a sentire almeno un po' di calore umano anche se non può perché Oscar è sempre nel suo cuore. Bellissimo quel forzare la sua mente, il suo subconscio a cercare Oscar nei suoi sogni per non perderla per sempre e mantenerla invece viva.

Ben più complicata è la situazione dei paesani, e soprattutto di Adeline. Era evidente che non sarebbe trascorso molto tempo prima che il generale Bouillé scoprisse della sparizione​ dei fucili, delle munizioni e della polvere da sparo.

La tensione che serpeggia in paese è tangibile, sotterranea, impercettibile eppure, allo stesso tempo spaventosa perché ora non si tratta più solo della paura che incute il generale Bouillé, ora c'è anche il conte d'Iversay che trama e guida la mente poco lucida del generale Bouillé. Il conte d'Iversay è decisamente più pericoloso perché è più freddo e lucido, non si lascia prendere dall'ira come fa il generale. A farne le spese è Marthe, ancora una volta, e stavolta nel peggiore dei modi, ci rimette la vita, non tradisce la sua amica Carmilla, eppure, senza volerlo ha fornito la chiave del mistero al conte d'Iversay, ha fatto il nome di Antoine Belleville che è l'unico che può portare il conte e il generale da Carmilla e di conseguenza da Oscar e, forse, da André.​

È esattamente ciò che avviene perché Antoine Belleville è un giovanotto di scarso acume, di grande ambizione e di nessun nobile sentimento o senso morale. Infatti ci mette un attimo a raccontare tutto, senza neanche la scusante della violenza.​

Racconta tutto Antoine, gli inganni di Adeline per salvare la figlia Carmilla dalla lascivia degli ospiti del generale in tutti quegli anni, racconta di aver visto un uomo quella stessa mattina a casa di Adeline e in questo modo tradisce André. Perché il generale Bouillé sarà anche un folle e un ladro, lui che tanto decanta la fedeltà alla famiglia reale ha rubato per anni armi e polvere da sparo all'esercito reale, ma non è uno stupido. Non ci vuole molto al generale Bouillé per ricordare a chi aveva mostrato il suo piccolo arsenale tanti anni prima, e chi c'era con il suo amico Jarjayes.​

Realizzare che aveva mostrato il suo arsenale al generale Jarjayes e che c'era Oscar con lui quel giorno, è la conferma che sia stata Oscar ad aiutare i ladri, che questi altri non sono che gli abitanti di Limours e che chi ha guidato i ladri in casa è stata proprio Adeline.​

Davvero da condannare ciò che chiede Antoine, e che sia lui stesso ad unirsi all'esercito di Bouillé è ancora più abominevole.

Il ritrovamento del cadavere di Marthe è l'inizio dell'incubo che sicuramente si abbatterà sugli abitanti di Limours.​

La tensione è altissima, non vedo l'ora di leggere il seguito.

Recensore Junior
03/10/20, ore 21:44
Cap. 34:

Cara scrittrice, riprendo la lettura e il commento di questa strabiliante storia da un punto topico e cioè gli ultimi giorni in mare prima dell’arrivo de Le Comte Vert a Livorno e spero, da ora in poi, di proseguire il mio viaggio nella lettura ad un passo un pochino più spedito. La storia merita tutta la mia attenzione ma non sempre riesco a trovare il tempo per riuscire a conciliare, come e quanto vorrei, questo bellissimo hobby con le incombenze giornaliere.
L’andatura è quella di una lumachina 🐌 lenta ma sicura e di chi arriverà comunque a destinazione e alla fine del viaggio.
Un capitolo il cui stesso titolo auspica al ritorno di uno stato di “bellezza” e “grazia” che però non ci sono.  Oscar pare aver trovato una dimensione nuova e calma, forse di conforto ma sicuramente anche di limbo, sembra finita in uno stato un po’ sospeso tra sogno, illusione e realtà e qualcosa che assomiglia molto ad una gravidanza 😻.
Si è rifugiata nel “non ricordo” anche se lo ha fatto in modo non voluto, perché lei vorrebbe ricordare tutto l’accaduto per sollevarsi dallo stato di incertezza dove è precipitata.
Ché neppure a lei in realtà sta bene rimanere lì in questa sorta di calma e lo grida forte, chiaro e cinica ad André che lei non si vuole calmare ma vuole capire cosa le stia succedendo mentre la terribile paura di non essere più capace di amare la assale, il terrore di non riuscire più ad amare nessuno e André soprattutto!
È un’assurdità così grossa da essere proprio una assurdità, eppure...
Sarebbe bello invece se fossimo noi lettori ad aver “sognato” e che la violenza fosse una semplice illusione, effetto di quello stesso fenomeno che dà il nome al capitolo.
Ma la lezione c’è stata impartita tante e tali volte in Paris che l’abbiamo imparata a memoria: “l’illusione è il divertimento preferito del demonio!”
Quel “state sobri che non vi capiti di finire tra le braccia di Morgana!” è solo un ammonimento alla ciurma ma non sarebbe bello se tutti noi, personaggi e lettori, potessimo finire veramente nelle sue confortevoli braccia per annullare tutto il brutto di una realtà dura e difficile da accettare?
Forse è preferibile rimanere all’oscuro di tutto nella sicurezza effimera del buio in cui si è finiti piuttosto che essere colpiti in pieno volto dai raggi sferzanti della luce che acceca e che, allo stesso tempo, apre gli occhi a verità tristi.
La lettura rimanda ad immagini e presenze cupe ed inopportune, dubbi agghiaccianti che André vorrebbe dissipare e scacciare dalla mente, dal cuore e dagli occhi, perché Oscar avrebbe potuto chiedere aiuto a Martin, lui sarebbe andato a cercarlo e lo avrebbe condotto da lei, Oscar avrebbe potuto tentare di sottrarsi al maledetto olandese, Streke, ma non lo ha fatto e la cosa inquieta e destabilizza perché è come un abdicare a loro, al loro amore e soprattutto a se stessa.
La presenza non richiesta di Sir John River in quella stanzasfacciata e appunto “inopportuna” a sottrarre spazio a loro e a “rubare” uno spiraglio di Oscar che dorme, bellissima, tra i petali di rosa, è immagine da scacciare... una di quelle che si cancellano con un manrovescio, quello che spero un giorno Oscar stessa riserverà all’inglese!
Ed è proprio una meraviglia questa scena dove mentre lei nel sonno rivive, tutto l’accaduto  rimescolato, confuso e agitato, la battaglia della Bastiglia, la propria voce che gridava di puntare i cannoni sulla parte alta della fortezza, le inevitabili morti delle quali si sente responsabile e soprattuto la paura di non poter più riuscire a “toccare” André, proprio Martin e lo stesso André in quel preciso istante la osservano in una immagine, di rara bellezza, quasi un quadro di assoluta calma, di beatitudine e di purezza. 
Il contrasto di sensazioni è forte e tiene il lettore lì in bilico e sempre sul “chi va là”!
È incredibile veramente quanto possano essere  effimere le apparenze.
Reitero, lo farei all’infinito se ce ne fosse bisogno, la mia profonda antipatia per il sir inglese, mi sento in totale sintonia con André😤! È un bellimbusto, sfacciato e arrogante come pochi e, per di più, non ha ancora capito fino a che punto i nostri siano “diversi” da tutti, Sir Joseph Hornett pare a volte che sia lì sul punto di afferrarla tutta l’ineluttabile verità ma poi è come se in realtà non voglia averci a che fare per niente e allora si rifugia in gesti discutibili e figure barbine!
E che ci vogliamo fare? Evidentemente non gli conviene accettare la verità scomoda ma sono certa che dovrà arrendersi anche lui prima o poi!
André invece la verità la insegue a tutti i costi e fa di tutto anche qui per aiutare Oscar, perfino riportare a galla i ricordi maledetti di un bambino solo e indifeso, che ha sofferto tanto e che soltanto adesso sembra abbia trovato la spensieratezza, l’affetto e un po’ di felicità nelle braccia materne della nostra Oscar.
Ora sono arrivati alla loro nuova vita e semplicemente non riesco ad immaginare che il bambino venga abbandonato nuovamente al suo destino. Devono far qualcosa, non possono lasciarlo indietro e proseguire come se lui non fosse mai esistito, ci spero davvero.
Ciao, grazie e buona serata. 
A presto, Gattinapelosa😻

Recensore Veterano
30/09/20, ore 22:29

Allora, eccomi qui a iniziare questo nuovo racconto, con i miei tempi biblici purtroppo, ma con molto entusiasmo. Paris ha lasciato un segno, molte cose sono rimaste in sospeso, non solo nella vita di Oscar e André, ma di molti personaggi.
E ritrovo fin dalle prime parole, la stessa intensità, le stesse emozioni di Paris.
Son passati tre giorni da quel fatidico quattordici luglio, tre giorni in cui il generale Jarjayes non ha più avuto notizie di sua figlia Oscar. Negli ultimi capitoli di Paris il generale Jarjayes era tormentato da un incubo, un incubo che non riusciva bene ad interpretare. Son passati tre giorni da quando il generale ha salutato André e non sua figlia, nessuna notizia, nessun messaggio da parte di Oscar, se non quell'incubo confuso e incomprensibile.
E se negli ultimi capitoli di Paris il generale Jarjayes finalmente mostrava qualche piccola crepa nella sua rigida e indistruttibile armatura, ora l'armatura scricchiola pericolosamente.
Padre, finalmente solo padre, così si mostra e si sente il generale. Padre dell'ultima figlia, la figlia che lui non avrebbe voluto perché non era l'agognato maschio, erede del nome e del casato. Il figlio che sarebbe diventato la sua immagine speculare, il suo orgoglio e la sua felicità di uomo e militare.
Invece è nata lei, figlia, l'ultima, semplicemente figlia.
Quel rinnegare la realtà, quell'ostinarsi a volere che lei, l'ultima figlia fosse un maschio, ha portato un padre a perdere se stesso, a perdere la sua identità di padre per essere solo un militare che forgia una figlia a sua immagine e somiglianza.
Ciò che accade a Parigi, l'incertezza di ciò che può essere accaduto a quella figlia, fa crollare definitivamente l'armatura che il generale ha indossato per tanti anni.
E resta solo un padre che teme per la sorte di una figlia, l'ultima, la più coraggiosa.
Perché lui ne conosce il coraggio, la forza e la determinazione. È stato lui che ha fatto di quella bambina un soldato, un ufficiale degno del suo rango e del suo casato.
Le ha insegnato tutto ciò che serve ad un buon ufficiale, le ha insegnato il senso del dovere e dell'onore, ma non ha potuto impedire che quella bambina, quella donna che ha soddisfatto ogni sua ambizione di militare, ogni sua aspettativa crescesse con una volontà ferrea, con dei principi saldi.
Il bene e il male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, lei, Oscar, ha imparato da sé a discernere, a lottare per ciò in cui crede, anche se questo vuol dire andare contro il casato di famiglia, o disobbedire ad un ordine dello stesso Re.
Oscar ha disobbedito, il generale lo sa bene, ha fatto delle scelte seguendo la sua coscienza. Seppur nell'incertezza e nell'inquietudine, il generale non può che ammettere che ciò che ha fatto Oscar nei giorni che hanno preceduto quel fatidico quattordici luglio non sono il frutto di una ribellione senza senso, fine a se stessa.
Comprende il generale Jarjayes che vi era una chiara visione di ciò che sarebbe potuto accadere e che Oscar ha seguito la sua ferma integrità nello scegliere di non obbedire agli ordini. Aveva compreso meglio di chiunque altro, Oscar che Parigi era diventata una polveriera, che sarebbe bastato un nonnulla per accendere la miccia e il furore del popolo.
Le decisioni che Oscar aveva preso,e che erano di fatto delle insubordinazioni, avevano cercato di arginare, o almeno ritardare, ciò che sarebbe avvenuto. Solo ora che tutto è avvenuto, il generale si rende conto che, per quanto da lui non condivise, le decisioni di Oscar erano almeno sagge.
Le notizie che arrivano da Parigi sono terribili, una città in rivolta, una fortezza attaccata e presa, uomini massacrati e teste portate in trionfo, in tutto questo orrore non vi sono più notizie di Oscar. Solo un incubo a tormentare un padre, capelli biondi insanguinati e una voce sconosciuta che invoca un nome, un grido che non può tranquillizzare il cuore del generale, del padre.
Davvero commovente quel ricordo di una bambina, che cresce come un bambino, che ogni sera aspetta suo padre. Le loro mani unite, l'unico gesto di affetto per quella figlia, l'ultima, la sola a cui quel gesto è permesso.
Ho immaginato la mano piccola, da bambina, segnata già dall'elsa della spada che scivola con orgoglio in quella grande e forte di suo padre, perché solo a lei è permesso. Perché lui è l'erede del casato, perché lui è ciò che vuole suo padre.
E quella stessa mano grande e forte che colpisce il volto di quella bambina, perché deve essere forte, un vero soldato, ma che nonostante gli sforzi il padre, il generale non ha potuto piegare.
Essere convocato dal generale Bouillé, pessimo momento per un padre che non sa, ma sospetta, che ha paura e sospetta. Non può aspettarsi niente di buono da quel colloquio, sa il generale Jarjayes che l'altro generale, non la voleva Oscar al comando di qualsivoglia reggimento, battaglione o anche un semplice manipolo di uomini. E sa, il padre, che farà di tutto il generale per far sparire per sempre Oscar dalla scena. Di per sé è uno scenario terribile, Oscar ricercata da ogni soldato che si trova a Parigi, arrestata, portata davanti al tribunale militare e condannata al carcere a vita. E, finalmente, per la prima volta, il casato, l'onore, l'obbedienza al Re, tutto svanisce di fronte all'idea di perdere quella figlia. L'ultima, la più amata.
Il generale riceve l'ordine di cercare quell'ufficiale che ha sicuramente guidato l'assalto alla Bastiglia, di arrestarla e consegnarla ai suoi superiori.Il padre riceve l'ordine e freme perché vorrebbe quella figlia salva e viva.
Ciò che confida Maria Antonietta al padre, al generale è ancora più terribile e terrificante di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Bando capitale, viva o morta, Oscar non ha scampo, il generale Bouillé la vuole morta e nessuno, neanche il Re e la Regina potranno salvare Oscar. La clemenza dei Sovrani nulla potrà contro la vendetta di Bouillé, perché Oscar non sarà catturata viva. E se lo fosse la morte sarebbe certa.
Trovarla e salvarla, solo questo vuole il padre.
E le notizie di Oscar arrivano attraverso una voce del passato, quella voce che ha tormentato i sogni del generale. Rosalie, coraggiosa e decisa, questa volta, non porta buone notizie. Ferita, malata, braccata, Oscar non ha scampo, non ha tempo, è comunque condannata. Non vivrà a lungo. Davvero troppo per un padre che vuole solo che sua figlia, l'ultima, la più amata viva. Non avrei mai immaginato una Rosalie così temeraria, così decisa, perché il coraggio lo si trova per chi si ama.
Ha poco tempo Oscar e deve poter morire in un posto tranquillo, è questo ciò che svela Rosalie, anche André non ha più tempo perché è evidente che ha problemi all'occhio. Il padre non ha compreso che sua figlia sta morendo, così come non ha compreso che il bambino che le ha messo a fianco, l'uomo che ha sempre rischiato la vita per lei, sarà condannato all'oscurità e a perdere la donna che ama.
E non può non voler rischiare il tutto per tutto pur di rivedere sua figlia, una richiesta che Rosalie non può rifiutare.
Ciò che può fare il generale Jarjayes per sua figlia lo fa, sperare che i suoi uomini non lo tradiscano e che possano cercare di aiutarlo a depistare tutti i soldati del generale Bouillé.
Una Parigi stravolta, sottosopra, dove tutto ciò che il generale Jarjayes rispetta in cui crede, ecco lo scenario che incontra mentre, tra mille precauzioni, segue Rosalie e Alain Soisson, il soldato che sa essere fedele a sua figlia e che ha riconosciuto.
Una porta, solo una porta separa il padre da una figlia.
Davanti al generale c'è André il compagno di quella figlia, l'ultima, la più amata.

Recensore Junior
26/09/20, ore 13:11

Il titolo di questo capitolo è molto intrigante ed è facile intuire di chi si sta parlando ma di sicuro non prepara a ciò che è scritto.
Oscar non è cambiata, sempre a sentirsi responsabile per gli altri, sempre a sentirsi responsabile per ciò che accade agli altri, il suo senso di lealtà è davvero unico e encomiabile ma a volte eccessivo. Non può ritenersi responsabile per la morte dei suoi uomini, loro hanno liberamente scelto di seguirla quel 13 luglio, anzi forse da soli avrebbero resistito ancora meno.
È Oscar e a me piace così, inevitabilmente si sente in colpa per la morte di André è non può non sentirsi in colpa anche per il bacio che ha scambiato con Alain, lei è umana per questo può sbagliare (come tutti del resto!) e cedere ad un sentimento altrettanto umano.
Ha cercato calore e conforto tra le braccia di Alain, ma è stato solo un istante, di certo non può dimenticare André, non c’è nulla di male a voler rimanere attaccati a alla vita, è reazione è atto quasi naturale e poi anche André ha sempre voluto che lei sopravvivesse. Ha sempre voluto saperla viva.
C’è da dire anche che sia possibile che lei stessa sappia, solo inconsciamente però, che non è tempo di morire, che non può farlo, non sa che André è ancora vivo ma forse lo sente. Forse c’è qualcosa di più grande e di molto potente che non le permette di lasciarci. Non è forse quello che succede anche a lui? Non sta vivendo, André stesso, la medesima esperienza?
Intanto ciò che le rivela l'oste Garat non può che accrescere le sue preoccupazioni, sfidare il generale può essere un grande errore, un vero suicidio, il rischio è grande. Uno scontro tra contadini inesperti e soldati è impresa sulla carta proibitiva e potrebbe veramente finire male. Però riesco a comprendere perfettamente il desiderio di riscatto di quella povera gente che non chiede altro che la fine dei soprusi e delle angherie del generale Bouillé e dei suoi “stimati” ospiti.
Oscar ha fornito una informazione preziosa e molto pericolosa, perché è evidente che quando il generale Bouillé scoprirà che le sue armi sono sparite reagirà con molta violenza. Preoccuparsi per l'incolumità di Alain non nasconde, secondo me, sentimenti d'amore, Alain è l'unico punto fermo nella sua vita che è stata completamente stravolta.
Commette però una grave imprudenza andando a spiare ciò che fanno Alain e Adeline, ma non sarebbe la nostra Oscar se fosse sempre prudente e razionale. Un mito! Ma uno vero, in carne ed ossa.
Adeline ha molto coraggio e sembra animata dal sacro fuoco della giustizia! Personaggio fantastico e vero e concreto.
Indubbiamente sarà la prima sospettata del furto non appena verrà scoperto ma è molto furba e scaltra, usa la strana fama che si è creata presso i soldati di Bouillé per riuscire ad ingannarli, è lei la strega del titolo del capitolo, anche se non ha nulla di magico in ciò che fa, persona di un umanità bellissima e sconfinata. Un personaggio direi anche “moderno”. Usa semplicemente la sua intelligenza e le risorse che ha per poter avere la meglio su uomini che, oltre alla violenza fisica, non sembrano avere altre grandi doti.
Vogliono portare le armi nel capanno nel bosco e mi sembra una buona idea specialmente ora anche Garat sa che l'uomo che il generale Bouillé voleva morto è fuggito grazie ad Adeline, però visto che André ora deve rifugiarsi a Limours in casa della “strega” i pericoli per lui aumenteranno.
Non so bene come giudicare Carmilla, come ho avuto modo di dire in altri capitoli, è giovane, ingenua con tanta voglia di vivere, ma mi sembra ostinata nel suo volersi imporre ad André. Carmilla vuole ad ogni costo avere un posto nella vita di André, non so, per ora non giudico la sua presenza accanto ad André che diventerà ancora più costante visto che lui è andato a vivere a casa di Adeline.
Non riesco a giudicare neanche Alain, è evidentemente molto innamorato di Oscar, è molto attratto da lei e comprendo anche la sua voglia di non lasciarla scivolare nel dolore per la morte di André. Alain non è André, non potrà mai amare Oscar con la stessa abnegazione, lui è un uomo che usa la passione per cercare di scuotere Oscar, inizia anche lui a conoscerla bene, ha capito che Oscar vuole la sua vendetta per ciò che ha fatto Bouillé ad André, ma sa anche che a lei stanno a cuore gli abitanti di Limours. Sono entrambi coscienti che organizzare una rivolta è estremamente pericoloso, la scena che si svolge davanti all'osteria di Garat è un vero scontro di volontà, l'istinto di Oscar riemerge prepotente e torna ad essere il comandante che con lucidità organizza la migliore strategia che devono adottare gli abitanti di Limours. È lei, magnificamente Oscar, dolore e malattia non fermeranno mai questa splendida dea della guerra e della giustizia!
I primi veri pericoli, le prime avvisaglie di ciò che aspetta chi si ribellerà non tardano a farsi attendere, i soldati prima o poi riusciranno a trovare chi cercano, spero che non accada ma il cerchio intorno ad Oscar e André si stringe sempre di più.
Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato il sogno che hanno fatto Oscar e André, praticamente lo stesso sogno che ha rivelato lo stesso senso di colpa per aver ceduto ad altre braccia, anche se solo per un attimo... sono uniti in tutto, anche nei sogni.
Per entambi quel sogno è in realtà un incubo, impossibile accettare che un altro prenda il posto di chi si è amato tanto.
Alain sembra aver capito che non potrà mai prendere il posto di André, Oscar non lo permetterebbe mai, può solo starle accanto e non permetterle di smettere di lottare e di vivere, anche per André, infondo lui in un passato non remoto gliela aveva affidata.
Ortensia 🌹

Recensore Junior
03/09/20, ore 22:00

Questo è decisamente il capitolo più bello finora. Visto che sono all'inizio della storia immagino che saranno molti altri i capitoli che mi piaceranno.
Non si può non provare disgusto, rabbia e voglia di giustizia per ciò che fa il conte d'Iversay. Anche solo pensare che potessero accadere simili atrocità è rivoltante, ma immagino che accsdessero. Marthe Rolandé ha pagato per tutti, è una vittima di un piano diabolico, e non oso immaginare quale sia.
Il conte d'Iversay sembra trattare tutte le donne allo stesso modo, in parte la sua vendetta verso Oscar è svelata. In parte, perché non capisco come la cupidigia, il desiderio di potere e ricchezza possano far concepire simili piani. È un avido arrogante, decisamente un pessimo soggetto.
Ciò che lo muove è la vendetta, mi è parso di capire, per non aver potuto sposare Oscar e per non aver ottenuto le terre dei Jarjayes. Mi pare di capire che anche le ricchezze del generale Bouillé gli facciano gola. Davvero un bel personaggio, porterà solo guai, ne sono certa.
Mi piace tantissimo questo Alain, sembra che davvero il suo unico scopo sia quello di aiutare Oscar. Ciò che scopre sulla morte di André, sul suo estremo sacrificio per salvare Oscar, gli fa capire che il sentimento che legava Oscar e André era fortissimo. Davvero strano che non abbia capito che il presunto fidanzato di Carmilla sia André. Ha scoperto molte cose Alain, la voglia di ribellarsi degli abitanti del villaggio è sacrosanta, ma anche pericolosa.
Alain smise di pensare e di chiedersi perché.
Lo fece ed in quel momento pensò che André così era vissuto e così era riuscito ad amarla, senza chiedersi perché, senza domandarsi come sarebbe riuscito ad amarla nonostante tutto.
È questo il punto, Alain ama Oscar ma saprà amarla senza aspettarsi nulla in cambio?
Mi ha fatto venire i brividi l'accenno di Oscar ai demoni. Tutto ciò che è successo in Paris non è facile da dimenticare, è evidente che il conte d'Iversay abbia un piano, ed è evidente che gli abitanti di Limour sono stanchi di subire i soprusi, le violenze e le angherie del generale Bouillé e dei suoi degni ospiti.
Rivedere Oscar che si anima, che ritrova un minimo di voglia di vivere per una causa che va oltre ciò che sarebbe stato il suo compito, è stato davvero bello.
Tornare a lottare per un ideale che André avrebbe condiviso, perché lui non avrebbe mai lasciato quelle persone in balia di certi nobili senza scrupoli.
Il piano che stanno organizzando Alain e Oscar è pericoloso per entrambi, se il generale Bouillé li scoprisse sarebbe la fine per entrambi. Anche per gli abitanti del villaggio i pericoli di una rivolta sono tanti, ma non si può sempre porgere l'altra guancia.
Ciò che mi ha davvero sorpreso, ma che ha un senso è il bacio tra Oscar e Alain, lo capisco, sinceramente lo capisco. Oscar è sola, consapevole di aver perso il suo solo amore della sua vita, è normale che non sia più la stessa donna così inflessibile di prima. Essere vulnerabili, cercare il conforto di un altro essere umano non è una colpa.
Non mi sento di accusare, di condannarla, e non penso che stia usando Alain.
Il suo sogno è in qualche modo rivelatore, André è sempre nel suo cuore e, se sapesse interpretare i sogni capirebbe che non è morto.
Anche André, bloccato nel capanno nel bosco, con il suo dolore che lo accompagna ogni istante, sogna un tempo passato, e anche il suo sarebbe un sogno rivelatore se sapesse interpretarlo.
Carmilla è una ragazza giovane, troppo giovane, con tanta voglia di vivere e di amare, offre il suo amore ad André semplicemente.
Anche André cede al bacio, nei è lui a baciare Carmilla, ma non si può amare semplicemente perché si bacia una ragazza. Lui, André è consapevole che nessuna, mai, prenderà il posto di Oscar. Probabilmente tornerà a vivere, è giovane in fondo, ma amare è una faccenda diversa.
Amare è divenire ogni istante, rubare sguardi ogni istante, godere d’un re spiro ogni istante, chiudere gli occhi ed attendere che i corpi si sfiorino…istante dopo istante…amare…non s’imprigiona in un bacio solo o in un solo sogno…”.
L'unica cosa che vuole è tornare a Parigi per comunicare al generale Jarjayes che sua figlia Oscar è morta, e poi, forse, penserà alla sua vita.
Ho capito il titolo di questo capitolo, il canto dei ribelli. Adeline e Alain hanno un compito molto difficile e pericoloso, sarà difficile impossessarsi dei fucili e della polvere da sparo. Se ci riusciranno, sarà l'inizio di una ribellione che porterà la libertà nel villaggio di Limour o un mucchio di guai.

Recensore Junior
02/08/20, ore 11:37

Ciao, mi ritrovo a commentare l’ennesimo capitolo straordinario di questa storia, confesso che l’ho letto tre volte per gustare appieno le emozioni che, sempre, sprigionano tutti i tuoi scritti.
È un capitolo doloroso e che si apre con i pensieri di Oscar, inequivocabilmente amari e quasi inappellabili: 
Giungeva, in fondo, alla fine…
Il buio…
La mente si staccava disgiungendosi dal corpo, interrompendo la sequenza degli impulsi, sollevandosi e sgusciando via, in una terra remota e solitaria e fredda.
Non sentiva nulla.
Non vedeva nulla.
Buio…
Solo buio.
Dolore…
Solo dolore.
Il battito lontano…
L’anima si perdeva…
Il corpo non le apparteneva più.
Per impedirsi di comprendere, per non impazzire.

Sentì ch’era morta.
Non ne era certa, ma ormai non aveva più importanza.
Nulla aveva più importanza.
Il buio attorno a sé.
L’odore della salsedine.
Il sapore amaro del sangue.
No…
È come se Oscar fosse morta ma si ostina a voler  ricordare cosa le è accaduto per non morire ancora di più, per riuscire ad andare avanti e cercare di riprendere in mano lo scampolo di vita che la malattia forse le concederà di vivere.
Brancola nel buio in cerca di una piccola “luce” che non c’è e qui è bravo André (e non sarebbe potuto andare diversamente, del resto) perché lei non può essere lasciata sola in un momento simile.
C’è il rischio che davvero lei possa perdersi per sempre in quel buio, e lui è magnifico e splendido quando si  oppone al suo voler restare lì e la invita, quasi imponendole, di venire fuori dal quel maledetto “buco” che, per stessa ammissione di Oscar, lei non riesce a lasciare.
Il comportamento di Sir John River invece mi lascia sempre più interdetta, sembrerebbe che sia ossessionato da Oscar, che abbia esigenze impellenti e  che non riesce a tenere a bada, tutte scuse patetiche per cercare Oscar, per parlarle e per poi, poveraccio 🤨, ritrovarsi costretto a scusarsi in continuazione. 
Un gran villano! E quel bacio rubato è l’emblema della sua sfacciataggine!
Ma cosa diavolo gli ha fatto pensare che Oscar avrebbe anche potuto accettare la sua “corte”? Come a dire che lei lo desideri in virtù del fatto che lui desideri lei, che se si vuole anche l’altro deve per forza volere!
Presuntuoso fino all’inverosimile!
Non so se ho apprezzato di più il pugno di André o il discorso schietto di Oscar che gli sbatte sul muso tutte le sue mancanze! Tutti quegli ideali vuoti ed inutili  perché riempiti di parole e non di fatti! 
Non credo che questo inglese bellimbusto abbia capito davvero chi ha difronte. Ho paura, per lui s’intende, che siamo solo all’inizio, saranno guai per lui quando si accorgerà veramente della persona con cui ha a che fare.
Ora però non vedo l’ora che sbarchino, la nave comincia a stare stretta pure a me.
Ciao e a presto, corro a leggere l’aggiornamento della tua nuova storia 😻.
Gattinapelosa😻

Recensore Junior
09/07/20, ore 16:44
Cap. 32:

Dunque è stato un capitolo molto impegnativo da leggere ma senza orba di dubbio bellissimo.
Non saprei come descrivere meglio il momento della storia se non con questa espressione che potrebbe sembrare criptica ma che in realtà non lo è, in sintesi direi che il dopo è peggiore del mentre!
Oscar è libera e sono tutti vivi: lei, André e il bambino.
Questa volta sono riusciti a salvarlo, ne hanno salvato almeno uno. Non perdere però non è neanche vincere perché nessuno riporterà indietro niente. Mimose non tornerà e l’accaduto, il  salvataggio di Martin, è costato caro, ma credo di poter dire che nonostante tutto ne è valsa la pena di rischiare e subire.
Il capitolo si apre con una battaglia sull’acqua e sott’acqua da far veramente venir meno l’aria, la “sinfonia” suggerita calza a pennello con l’andamento e l’umore dello stesso e l’atmosfera rimane anche dopo a “libro” e lettura terminata.
Il pezzo non lo conoscevo ma mi ha dato, nel senso che lo ha proprio scandito, il “tempo” dell’alternarsi e del susseguirsi di quei “lasciala” con quel terribile “lasciami andare” di Oscar ad André.
Roba da far accapponare la pelle!!! 
Ho davvero ammirato, nonché  apprezzato molto, la maniera in cui ci è stato raccontato il risveglio di Oscar, la calma dopo la tempesta e che poi in realtà calma non è.
Bellissimo e commovente anche il racconto, estorto, di André al capitano Monsieur Norel de Ville su quella che stata la vita di Oscar  e lodevole lo spunto e il richiamo a Paris con l’ambasciatore Monsieur Albertville de Rougeror, i due gentiluomini si “pigliano” e si assomigliano, sarebbe stato bello vederli in azione sulla stessa scena/palcoscenico.
Il momento era ed è topico, oltre che delicato, e mi è piaciuto quel  modo di Oscar di guardarsi allo specchio per affondare e, forse, trovare ristoro in un ricordo, anche quello importantissimo, di lei ancora bambina, quel magnifico desiderio di voler trovare ristoro nelle braccia di sua madre e poi nella compagnia di Martin.
Veramente molto bello e fortemente allusivo l’accostamento fatto tra le vecchie fasce e le bende per medicare e nascondere le nuove ferite, come è stato davvero da brividi il sopralluogo del “nascondiglio” da parte di André. Immagino che non si possa fare a meno di “sapere” per andare avanti, nascondersi non serve a niente.
Terribile invece il momento in cui lei si sveglia davvero e non vede né sente André.
Perse il respiro…
“Oscar…sono io…André…”.
Si piantò davanti alla faccia. Nessuna risposta, nessun gemito, la voce imprigionata nella gola, il respiro tirato.
“Calmati! Sei…”.
Non lo riconosceva…
André si ritrovò la faccia di lei addosso, lo sguardo di chi non sa dove si trova, né chi ha di fronte, né perché.”
Credo anche che sia normale, anzi naturale, che lei desideri poter stare sola con i suoi pensieri e il suo dolore.
André ha anche lui il suo e ci vorranno altri pezzi di vita e di vissuto per lenire tutto, per ora penso che dovranno solo affidarsi alle cure del tempo.
Tutto molto bello come sempre in questa storia che mi accompagna quasi ogni giorno.
Grazie.
Gattinapelosa 😻
 

Recensore Junior
01/07/20, ore 10:46
Cap. 11:

Ho pensato, dopo aver letto il titolo, che questo sarebbe stato un capitolo doloroso.
Il generale Bouillé avrebbe meritato ben più di una mano inflizata, eppure la sua vendetta nei confronti di Oscar in qualche modo l'ha avuta.
Quel conte d'Iversay mi sembra più pericoloso del generale Bouillé. Il generale ha l'animo ottembrato dall'odio verso la famiglia Jarjayes, da un profondo desiderio di vendetta. Questo, in qualche modo, lo rende più prevedibile, meno lucido.
Il conte d'Iversay invece, non è coinvolto emotivamente, per questo è più lucido. Più crudele.
Aspira solo ad un tornaconto personale, alla ricchezza e ad un posto migliore nella scala sociale. Entrambi, il generale e il conte sanno che André è Oscar sono vivi e la caccia è iniziata.
Il dolore di Oscar è immenso, è annientata nel corpo e nell'anima. Tutto è morto con André, la sua voglia di vivere, di combattere, di salvarsi.

L’assenza la circondava inesorabile, l’ammantava, come velo spesso, ovunque guardasse, in qualunque direzione volgesse lo sguardo, lei comprendeva che André non c’era e non ci sarebbe stato più. Non riusciva più nemmeno a respirare tanto era soffocante l’assenza.
Non avrebbe avuto più alcun posto in cui cercarlo, nessun posto in cui aspettare che tornasse.
Era André che non c’era più.

Con lei c'è Alain, pronto a proteggerla e a salvarla da se stessa. Ma come André, Oscar non vuole essere salvata.
L'intero paese di Limour sta cercando di nasconderli, di proteggerli dalla spietata caccia di d'Iversay.
È davvero inconcepibile l'efferatezza con cui ha governato il generale Bouillé. Sembra che consideri le persone come dei giocattoli da usare a suo piacimento.
E, sinceramente, non so cosa pensare di Carmilla. Una giovane donna sognatrice, che considera un perfetto sconosciuto il suo fidanzato. E le sue imprudenza continuano.
È un peccato che non abbia fatto il nome del suo fidanzato con Alain Carmilla, Oscar avrebbe smesso di soffrire.
Bellissimi i ricordi legati al giorno ventisei, struggenti e pieni di un amore che è sempre stato tra loro.
Alain è innamorato, è evidente, e questo mi preoccupa per lui e per Oscar.
La lealtà verso un amico non so se potrà resistere davanti ad un amore così intenso e un desiderio così grande.
Si rivelava agli occhi dell’uomo ciò che André aveva sempre visto dentro di lei e ciò che lei aveva sempre rivelato ad André.
Solo a lui.
Tutto apparteneva ad André…

Continuo a preoccuparmi perché il tempo scorre e temo che l'appuntamento organizzato dal generale Jarjayes sia saltato.
Ortensia 🌹

Recensore Junior
28/06/20, ore 21:14

Ciao prima di entrare nel vivo del commento di questo altro capitolo di sconvolgente bellezza vorrei farti anche i complimenti per i tuoi gusti musicali.
La canzone, che fa da preludio al capitolo, è una delle mie preferite oltre che ad essere sottofondo perfetto, per parole e melodia, ai toni e ai contenuti del capitolo.
Altro che trattenere il respiro e contare fino a dieci, questo capitolo mi ha quasi dato il colpo di grazia, è al cardiopalma e stato un attentato al mio sistema nervoso e già da quell’interrogatorio inconcludente del bambino e del nocchiero Streke da parte di André e di Sir John River.
Gli unici spiragli di luce o “appigli” sono proprio quelli a cui si aggrappa Oscar cioè i meravigliosi ricordi di “loro” bambini, ragazzi e poi finalmente anche di “loro” insieme da adulti e poi da amanti, come è spiraglio di luce in mezzo al buio più pesto anche quell’abbraccio di Martin che cinge la schiena di Oscar come a farsi “cullare”.
Il gesto è da brividi anche perché è inaspettato e ci dà misura del dolore e della mancanza di affetto che il bambino ha patito nella sua ancor giovanissima vita.
Mi è piaciuto molto anche il “discorsetto” di André a Sir John River quando, a muso duro, gli spiega quello che sarebbe stato giusto e opportuno fare appena lui,  l’inglese, era venuto a conoscenza degli abusi a cui veniva sottoposto Martin. Troppo facile per l’inglese ammette solo ora, che ha scoperto che Oscar è una donna, che l’olandese volante è un demonio! 
Il tipo mi sembra bello e arrogante ma forse dovrebbe fare “uso” pratico di quegli ideali a cui non pare estraneo.
Il personaggio di Martin nel frattempo si va delineando e sta prendendo corpo. Fantastica la maniera in cui noi lettori, grazie alla bravura dell’autrice riusciamo a capire i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, nonostante non possa parlare, con i gesti gentili ed eloquenti e che  compie specialmente quando in presenza di Oscar.
Mi è scappata pure la solita e immancabile lacrimuccia 😢 al secondo “interrogatorio” del bambino da parte di André, con il vecchio “appiglio” (gioco che solo Oscar e André conoscono) che torna utile ancora una volta.
Lì ho rivisto la luce!!
E poi davvero succede il finimondo, Oscar non può permettere che accada ciò che era già accaduto in Russia, non può permettere che un altro bambino muoia e che lei si salvi ancora.
Il gesto è comprensibile anche se sembra veramente che adesso non le importi più di vivere, anche se annerito che di questo non ne sono totalmente convinta. Spero in realtà che Oscar trovi un altro appiglio, un altro scoglio a cui aggrappare la sua vita, se era sopravvissuta alle acque della Senna di Paris ce la può fare anche adesso a tornare su a galla e a superare anche questo trauma.
Forse si “aggrapperà” a Martin o forse a quella voce, a quella risata argentina anche se a questo punto non credo più che sia quella di André bambino.
Bellissima la chiosa che apre davvero ad una piccola speranza :“Se non fosse stato che il corpo decise di non arrendersi, forse sarebbe stata la fine.
Forse…” 
So che non può essere la sua fine e corro a leggere il prossimo.
Ciao e grazie, come sempre, per aver scritto questa magnifica storia, a presto.

Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
18/06/20, ore 23:06

Dio mio! Non credo che mi riprenderò mai da questo colpo che mi ha letteralmente tramortita.
Il titolo riassume tutto quello che il capitolo è e rappresenta.
“L’inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui” su quella imbarcazione e nella mia memoria e nel mio cuore, so che rimarranno a tormentarmi per un po’, probabilmente per sempre.
La mia paura era fondata! 😨
Avrei dovuto capirlo immediatamente e da subito cioè da quell’ “aiutami” ripetuto di Oscar che André “sente” ma non trova che questa volta Oscar non si sarebbe salvata. 
Non credo di aver sofferto così tanto leggendo una storia di fantasia come leggendo questa.
Ho appena finito e mi accorgo di star ancora trattenendo il respiro mentre lo stomaco è chiuso e penso che rimarrà sigillato per un po’.
Quello che è successo (mi rendo conto adesso che non riesco nemmeno a scriverlo!) è stato tremendo ed immagino che ci vorrà tanto tempo e tanta forza, anche di volontà, per metterselo alle spalle ammesso che sia possibile una cosa del genere vista la natura dell’accaduto.
Ringrazio però l’autrice della maniera gentile con cui è riuscita a trattare un argomento così difficile e delicato, senza inutili didascalie e parole e dettagli grafici di troppo mostrando così rispetto assoluto per l’argomento.
Ringrazio cioè l’autrice per la sensibilità mostrata perché comunque l’efferatezza del gesto è arrivata ugualmente e in tutta la sua forza.
Credo anzi di essere stata colpita più dalle cose non dette e cioè da quello che l’autrice mi ha lasciato libera di immaginare o forse addirittura mi ha spinta ad immaginare.
La chiosa del capitolo invece mi ha “risollevata” un po’, mi è sembrata uno spiraglio di luce nel buio della pancia della nave perché Oscar sembra trovare un momento di tregua tra sonno, allucinazione e forse premonizione.
“Vinta dalla stanchezza si assopì tornando con la mente ai suoni eterei, gli unici a cui s’aggrappò per non cedere.
Non era un suono quello…
Era una voce…
Una risata allegra e viva.
Cedette alla fine, nell’alba nuova, silenziosa e cupa, nel suono della voce, unica consolazione, forse voce di pazzia, nella giornata che iniziava, mentre il vento ancora agitava il mare e le onde inghiottivano la vista.”
Di chi è quella voce? Oscar forse sa che André non si è arreso e che la sta ancora cercando? 
Immagina la sua voce che la chiama?

Capitolo dai contenuti forti ma scritto, come sempre, magnificamente.
Ciao, grazie e a presto
Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
18/06/20, ore 14:36
Cap. 29:

Ciao, eccomi di nuovo.
Il titolo in inglese e la domanda diretta ed esplicita mi avevano messo subito sul chi va là!
A volte sono proprio ingenua ed ho impiegato un po’ a capire il motivo per il quale l’autrice si fosse risolta ad usare proprio quella domanda e in aggiunta pure in inglese! Sono un’allocca.🙀
Adesso però che ho appena finito di leggere il capitolo mi è chiaro... bene, meglio tardi che mai.
Però cavolo questo inglese, questo Sir Joseph Hornett o come si chiama, da quale mente eccelsa e spietata è saltato fuori?
Sono tra due fuochi malefici perché il tipo, in definitiva, non mi piace ma sono attratta da lui! Cioè sono attratta dal personaggio 🙈. Sarà tempo sprecato, sarò fuori strada ma il tipo mi “intriga”.
So già che mi pentirò, e amaramente, di queste parole ma secondo me il tipo non è superficiale come sembrerebbe da questi capitoli.
Solo che sta giocando con Oscar come farebbe un gatto con il topo e, appunto, il giochetto non mi piace.
Mi chiedo il perché, il motivo che lo spinge, pura e semplice curiosità? È il semplice desiderio di capire da cosa derivi questo “interesse” per lui/lei, e che non riesce a sopire, che lo spinge a cercarla e forse provocarla oppure c’è dell’altro?
Chi è veramente questo sir dai due nomi?
Da questo capitolo, da quell’inconscio e naturale gesto (tipico e comune fra gli aristocratici perché imposto dall’educazione impartita ai nobili, se ho capito bene) e che lo ha portato a rispettare la distanza fisica da Oscar si evincerebbe che anche lui è quindi un aristocratico. Un nobile inglese dunque e con ideali” elevati e nobili ma a questo punto non tanto nobili come quelli di Oscar forse.
Il “diverbio” tra i due nella stalla è fantastico, con Oscar che lo vince tutto quasi umiliando l’ingresso! Direi che l’ho trovato esaltante nonostante il timore che ho provato per le sorti di Oscar.
Non so ma non riesco a preoccuparmi dell’inglese fino in fondo, come se non lo temessi davvero, mentre mi fa tremare la presenza dell’olandese. Non so, è aberrante sapere quello che ha fatto a questo bambino, Martin, ma non solo quello 😩 ed ora ha catturato Oscar e sembra sapere anche chi è, è tutto così inquietante dar star male ed Oscar ora subirà l’inevitabile.

Questa è una storia molto intensa, una di quelle che si insinua nella testa e nel cuore e ti dà il tormento, difficile da scrollarsi la sensazione che la lettura ti lascia addosso.
Con grande paura mi accingerò a leggere il prossimo capitolo.

Ciao e grazie da una Gattinapelosa seriamente preoccupata.🙀

Recensore Junior
15/06/20, ore 21:10

Un capitolo davvero molto interessante, in cui le donne la fanno da padrona.
Il sogno di André, intriso da un ricordo lontano nel tempo, non fa altro che gettarlo in una sempre più cupa disperazione. Come potrebbe essere altrimenti, lui è riuscito a fuggire dall'inferno in cui lo aveva gettato il generale Bouillé, ma sa, purtroppo per lui, che Oscar è morta. Le è stato risparmiato il supplizio destinato ai regicidi, davvero cruento e terribile mi auguro che a parte quei due poveretti nessun altro abbia subito un simile destino, ma André immagina la morte orribile di Oscar tra le fiamme.
Questo pensiero non può che spegnere la sua voglia di vivere, là in quel capanno, ha solo la compagnia di Carmilla.
Questa è la prima figura femminile che è protagonista del capitolo. Non riesco ancora a giudicarla, è sicuramente una ragazza coraggiosa, piena di ideali, di sicuro sognatrice e imprudente. La storia che racconta ad André mostra un lato ancora peggiore del generale Bouillé. Un uomo che regna nelle sue terre usando la violenza, I soprusi e la paura, un uomo che decide del futuro di povere ragazze costrette a vivere nel terrore di subire una violenza da parte degli ospiti, degni di lui, del generale.
Carmilla sembra incantata dalla presenza di André, non so dove questa infatuazione porterà, temo il peggio anche se André ha già capito il debole della ragazza per lui.
È imprudente Carmilla perché si espone tornando a casa, incontrare quel ragazzo che crede anche lui nel potere del denaro, è un rischio molto alto.
Adeline è la donna più forte di tutte, ovviamente a parte Oscar. Non è colta, anzi è analfabeta, eppure è intelligente e pronta a reagire con prontezza e freddezza. E lo deve fare prima affrontando i tre sicari del generale. È davvero furba nel concepire la storia della fuga di André. Grazie a queste bugie che la salvano da una violenza davvero brutale, prende tempo per sé e per André.
Il "socio" del generale Bouillé è più malvagio del suddetto generale, se questo fosse possibile. Sembra non credere a ciò che Adeline prontamente e con un espediente riesce ad escogitare per giustificare l'assenza del corpo di André.
Il conte d'Iversay vuole una punizione per Adeline, ovviamente per lui è troppo vecchia, quindi il castigo dovrà subirlo sua figlia. Raccapricciante è il mio commento.
Oscar è arrivata alle porte di Parigi, sola, con nel cuore, nel sangue e nell'animo André.
"Per la prima volta nella sua vita era del tutto ed inesorabilmente sola.
André non era con lei, né Alain, né altri che conoscesse o la conoscessero."
Splendide queste parole. L'incontro con Pierre, un suo ex soldato, le mostra quanto la lotta che lei e gli alitri soldati hanno intrapreso il 14 luglio, hanno ben poco cambiato le cose per il popolo.
Per fortuna Oscar incontra quella ragazza incontrata nella corte dei miracoli, un'altra vittima indiretta del gesto folle del generale Bouillé. La poverina è rimasta sfigurata, ma è coraggiosa e porta Oscar da Bernard.
Ovviamente André non è lì, e solo grazie a Mariel Oscar può intuire ciò che è accaduto ad André. La certezza che André sia nelle mani del generale Bouillé si fa strada in lei è niente può fermarla, neanche il dolore di Rosalie per la sua sorte.
Finalmente ha capitoOscar.

Devi state accanto a tua moglie. Non devi lasciarla, nemmeno per un istante. E prenditi cura anche di Mariel...quella donna ha sofferto...ma ha trovato la forza di sopravvivere. Lotta per loro Bernard...per le persone...non solo per gl’ideali…”.

Lo sguardo si piantò sul giornalista.
Sorprendente fu la chiosa.
“Dobbiamo proteggere le persone che amiamo Bernard…prima di tutto…”.

Entrare nel palazzo del generale Bouillé è facile per lei, un vero gioco da ragazzi, così come immobilizzare il generale.
Ma niente può preparare Oscar alla rivelazione del generale. Sapere che André è morto le toglie definitivamente ogni voglia di vivere.
Incredibile la scena finale, solo Oscar poteva fare un gesto simile. Sta per finire male per Oscar, sono sicura che sia Alain ad averla portata via.
Ortensia 🌹

Recensore Junior
12/06/20, ore 13:25

Ed eccomi ancora a commentare l’ennesimo meraviglioso capitolo. 😻
Oggi non lavoro e quindi il capitolo me lo sono goduta a mente fresca e riposata del mattino.

Già alla lettura del titolo mi sono emozionata, davvero mi è scorso un lungo brivido giù per la schiena. Brivido caldo! Anzi caldissimo!
Arriva anche il momento delle dovute spiegazioni tra in nostri che, sebbene possano sembrare scontate con il senno di poi, visto che noi lettori siamo in vantaggio sui protagonisti perché sappiamo cosa è successo quando i due non erano assieme, cioè alla presenza dell’altro, sono assolutamente necessarie!
Non sai che goduria per me è stata vederli e sentirli conversare in quel modo, senza nascondersi più dietro a nulla e quindi neanche dietro al passato “scomodo” e per certi versi scuro e oscuro.
Le spiegazioni erano assolutamente dovute e necessarie, spero che ora il tempo dei “silenzi” sia davvero passato per non tornare mai più!
Spero che Oscar abbia fatto tesoro degli errori di un tempo e che non li ripeta più.
Fantastica e sensualissima quella immagine, quel momento di loro due seduti sul letto con André alle spalle di Oscar che la “veste” di donna con le sue mani, solo ora, solo per lui e per mezzo di lui Oscar si riveste di se stessa e della sua essenza, cioè del suo essere e non indossando un inutile vestito per uno stupido ballo e per l’uomo sbagliato.  
Adesso lei è davvero se stessa e non per una questione di abito, l’uniforme non la “divide” più dalla sua essenza, da quello che lei è in realtà e intimamente.
La lettura della seconda parte del capitolo mi ha messo invece, e forse dovrei dire purtroppo, una certa smania addosso, forse più che smania e un qualcosa di simile alla paura.
Ho quasi il terrore di leggere nel possibile futuro, ho voglia di nascondere la testa nella sabbia come un granchio 🦀 
Lo stomaco si è completamente chiuso alla lettura di quello che succede sul Comte Vert.
La scena tra l’olandese, questo Streke, e il malcapitato bambino è raccapricciante, scritta benissimo, ci dice senza raccontarci dettagli grafici o didascalici degli atti aberranti  di cui è capace il genere umano.
Il racconto durissimo è però raccontato con delicatezza, sensibilità non da tutti e rispetto assoluto,  segno che l’autrice sa maneggiare idee e penna.👏🏻👏🏻👏🏻
La scena ha generato in me rabbia cieca, istinti omicida, ma è anche riuscita a generare tenerezza infinita per il modo in cui il bambino rivive nel suo intimo (forse nel suo inconscio, non lo so!) l’abbraccio veloce e momentaneo e subitaneo con la nostra Oscar. 
Abbraccio che il bambino, e qui mi è scappata la classica lacrimuccia, addirittura rincorre con il cuore e con la mente :”Chiuse gli occhi. Li tenne chiusi, stretti, per vedere se gli fosse accaduto di risentire quell’abbraccio...”
Mi ha colpito molto come, con poche parole,  l’autrice è riuscita a farci capire risvolti e verità nascoste. Verità che un bambino che ha vissuto, nella sua giovane vita, solo soprusi non può e non sa spiegarsi con la ragione ma solo con i sensi allertati. Inconsciamente e istintivamente sa che nella vita oltre che al dolore e alla violenza esiste anche qualcos’altro, qualcosa di buono e per cui vale la pena sopravvivere e vivere, qualcosa che lui non conosce ma che noi sappiamo si chiama amore.
Meravigliosa la metafora quella del bambino che letteralmente e fisicamente vomita tutto il male che gli è stato fatto, un vero atto di purificazione forse in preparazione di quello che avverrà (qualcosa di bello immagino anche se non so di cosa si tratti) ) perché sono sicura che Oscar non chiuderà gli occhi, non ignorerà il male fatto e di sicuro tenterà di rimediare a tutto.
Insomma è o no la nostra eroina?

E la smania persiste, e poi non ho ben capito la figura dell’inglese, pure lui preso da smania!

Non nascondono che sono preoccupata, molto, molto preoccupata. 
Non capisco se Oscar sia veramente  poco convincente visto che le sue rassicurazioni ad André hanno avuto il potere di accrescere la mia preoccupazione oppure se sia davvero una gran bugiarda!! Aiuto!!

Ciao e grazie infinite per questa storia unica.

Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
11/06/20, ore 09:22
Cap. 9:

Pensavo che questo capitolo sarebbe stato incentrato su Oscar e André, sulla loro fuga, e invece, come ormai dovrei aver imparato dopo aver letto Paris, ci sono svariati tipi di fughe. Metaforiche e reali.
Il capitolo è incentrato, praticamente tutto almeno secondo la mia lettura, su Alain.
Un Alain diverso da quello di Paris, diverso perché ora non cerca più alibi, non nasconde più i sentimenti che prova per Oscar dietro l'odio per la classe sociale a cui lei appartiene. Non c'è più l'alibi della presunta responsabilità di Oscar per quanto accaduto a Diane.
Alain è un uomo solo, non ha più nessun affetto che lo aspetta quando tutto sarà finito, quando una nuova Francia sarà nata. Ci sono solo André e Oscar nella sua vita, soprattutto Oscar, da quanto ho letto. Lei ha conquistato il suo rispetto, la sua fiducia e, purtroppo per Alain, anche il suo cuore.
Non è facile per un uomo come lui confrontarsi con un sentimento così intenso, quasi sfuggente. Perché non è un uomo che possa passare anni a guardare da lontano una donna, una donna come Oscar poi...
I sogni e la realtà si confondono, il desiderio per una donna che ha smesso i panni del rigido e freddo comandante, brucia il corpo e l'anima di Alain. Ha potuto vedere con i suoi occhi quanto ardente e totale sia il legame che unisce André e Oscar.
Per tenerla al sicuro, mi chiedo se davvero sia solo per la promessa che ha fatto ad André è pronto a tutto. Anche a tradire la fiducia di André.
Personalmente non ho mai creduto che lo avrebbe fatto, al contrario penso che anche lui sia destinato a soffrire per Oscar, con la consapevolezza assoluta che mai lei potrà ricambiare tale sentimento. Almeno André, nonostante tutto, una speranza l'ha coltivata per una intera vita, Alain non può aggrapparsi a questo briciolo di speranza.
“E sarò ben lieto di morire per mano del mio migliore amico che vorrà certamente vendicare l’onore violato della sua donna…” – sussurrò sarcastico vicinissimo al viso.
“Sei pazzo…”.
Il respiro si perse.T
Tutto ciò che fa per trattenere Oscar non serve a nulla, non davanti alla determinazione di una donna innamorata. Non davanti ad una Oscar pronta a tutto per ritrovare il suo André.
Ciò che accade a Limour, nel palazzo del generale Bouillé non è molto rassicurante.
Il generale Bouillé non è solo nel suo folle piano. Ci sono altri complici che lo aiutano,il marchese de Ferrero e il conte de Jousland d'I versa. Tutto appare più chiaro, la difesa della monarchia, l'onore dell'esercito, l'onta che Oscar avrebbe gettato sulla divisa, sulla monarchia, sulla nobiltà sono tutte ridicole scuse. Il vero scopo del generale Bouillé è quello di accrescere le sue ricchezze appropriandosi delle terre della famiglia Jarjayes.
Per farlo ha bisogno che il generale Jarjayes diventi un traditore e, grazie al suo amico il conte d'I versa il piano prende forma.
Quel piano prevede l'immediata uccisione di André, solo il coraggio e la determinazione di Adeline potranno salvarlo.
Una donna ignorante, che ha dovuto piegarsi al volere del generale come tutti in città, che ha cercato di tenere lontani i propri figli dalla malvagità del generale Bouillé, una donna Adeline che ha deciso di dire basta e salvare l'uomo che ha amato quella bambina che lei ha conosciuto tanti anni prima e che tutti credono morta.
André ormai è completamente distrutto nel fisico e nell'animo, non ha più speranze, né voglia di vivere senza Oscar. La fuga viene messa in atto nonostante ciò che lui vorrebbe, semplicemente morire.
Mi preoccupa Carmilla, innamorata di André (?) spero per lei e per André che non lo sia davvero. Ha alti ideali Carmilla, un cuore generoso e tanta voglia di giustizia, meriterebbe un futuro migliore. La fuga è iniziata, sono molte le incognite.
Soprattutto il tempo passa e il piano ideato dal generale Jarjayes per far arrivare André e Oscar al sicuro in Toscana rischia di non poter essere attuato.
Ortensia 🌹

Recensore Junior
10/06/20, ore 17:55

Ciao arrivo, ancora una volta sempre in ritardo 😩 e stanca dopo una giornata di lavoro, a commentare un altro capitolo eccezionale di questa storia da cui non so stare lontana e che mi sta entrando nel sangue.

Il racconto ci sta regalando immagini bellissime di loro assieme così come non lo erano mai stati e si inizia subito, dalle battute d’inizio capitolo, ad immergersi in visioni sublimi come quella mano di Oscar che non si trattiene più dall’accarezzare i capelli “morbidi e tiepidi” di lui perché nulla sembra bastarle più e adesso lei lo vuole sempre e in ogni momento della notte e del giorno.
Si “vivono” intensamente perché non ne possono fare a meno e l’autrice ce lo spiega con parole bellissime il momento di vita che i nostri amati si stanno concedendo di vivere adesso nel presente.
“Senza più anima, annullata nell’altro…
Senza più coscienza, distante e distrutta…
Sensualità fusa...
Sempre...” 
E poi forse, chissà, anche nel futuro perché io in questa frase ho colto anche una sorta di apertura ad  un qualcosa che ho pura di chiamare speranza, a una vita futura, ad una vita che si rinnova forse.
“Anche quando il tempo avrebbe cancellato le esistenze e il loro ricordo sarebbe vissuto attraverso la memoria e l’amore di altri, in un tempo diverso dal loro, in un esistenza che sarebbe divenuta testimone di loro stessi e di ciò che erano stati.”
Per il resto lei è sempre lei, la sua essenza, il suo carattere, tutto ciò che la rende intensamente Oscar torna sempre a galla.
Non è che perché adesso ha concesso a sé stessa di essere donna, di amare e di essere riamata, il suo modo di essere sia cambiato.
L’istinto di non ritrarsi, voltarsi, lasciar perdere, far finta di nulla...
Non più, mai più... figuriamoci se Oscar potrebbe mai far finta di nulla!
Se in questa storia l’autrice avesse deciso di scrivere  di una Oscar diversa da questa che ci sta raccontando, semplicemente lei sarebbe stata un’altra persona, altro personaggio, non sarebbe stata più lei.
Penso anche che questa storia/racconto esalti, evidenziandole, proprio le caratteristiche salienti di tutto quanto fa il personaggio della caratura di Oscar.
È ovvio, umano e scontato che André si preoccupi che quella “divisa” cucitale addosso da sempre, cioè proprio il modo intrinseco di pensare, vivere ed agire di Oscar possano costituire un pericolo costante per la sua vita e per il loro futuro assieme ma penso anche che André, nonostante il terrore di perderla, la voglia così! 
È quella la persona che gli è entrata dentro nel sangue e nell’anima dal quel lontano primo incontro di tanti anni prima e non una persona egoista e cieca alle sofferenze e alle difficoltà del prossimo, figurarsi quando un bullo qualunque, sia esso olandese, francese, inglese o russo le intima di mollare il malcapitato bambino  perché il moccioso  sarebbe “suo”! 
Il “dente” è ancora dolente e fa male sentire un uomo rivendicare il proprio diritto di proprietà su un altro essere umano.
La ferita di nome Mimose non si è mai “richiusa” e le parole del bulletto di turno vi gettano sale sopra.
Magnifica la sua risposta a “Monsieur”, bellissimo sentire sulla sue labbra, per la prima volta, queste parole: “Con tutto il rispetto, questa nave è terra francese e come tale non è consentito a nessuno dichiararsi proprietario di un essere umano, uomo o bambino che sia. Si è stabilito non più tardi d’un mese fa che...tutti gli uomini sono uguali...”.

È vero ma lei è unica!

Oscar si espone ancora una volta e rischia tutto come sempre ma non mi sento di condannare il suo gesto, il suo ficcarsi nei guai! 
Combatte sempre anche se sa di non essere più sola, che non può permettersi di perdere la vita. Lo deve a se stessa ma anche ad André adesso.
Combatte sempre, è sempre lei, sempre il solito soldato impavido e sprezzante del pericolo ma è anche diversa. Qualcosa in lei è cambiato ma neanche lei sa di cosa si tratti.
La mia personalissima idea l’ho espressa nella mia precedente recensione, penso davvero che la nostra Oscar non sia più “sola”, gli indizi ci sono tutti e il mio sesto senso mi suggerisce che non siano indizi fuorvianti.
Le descrizioni delle schermaglie verbali e dei duelli fisici perfette ed esaltanti, fanno davvero trattenere il fiato e finiscono con il sobillare il mio animo piuttosto che acquietarlo! 😡 il lettore finisce veramente senza fiato con l’immedesimarsi in scene e discorsi. Giuro che la lettura di questa storia mette a dura prova il mio povero sistema nervoso. 
Solo una cosa cxxxx Oscar quel coltello avrebbe dovuto piantarlo nella carotide del bullo olandese!
Cavolo proprio alla stessa maniera in cui aveva fatto con il Colonnello Stevenov!!

Mi ha fatto un po’ ridere la gelosia di Andrè, però credo che fosse plausibilissima. 
Lui è parte di lei ed è normale che voglia sapere cosa sia intercorso tra Oscar e questo inglese venuto fuori dal nulla e di cui lei non gli ha ancora parlato.
André vuole “esserci” sempre in lei anche quando non può essere fisicamente con lei.
Che poi a vedere bene la gelosia di André ci sta proprio tutta perché questo bellimbusto d’inglese ha il palato fine e mi pare abbia già “adocchiato” la nostra bella!!
Ma chi cavolo è? Dico davvero!!!

Ciao, grazie e alla prossima... dimenticavo grazie anche della risposta. 

A presto.
Gattinapelosa 😽