Recensioni per
Bentornati in quest'altro inferno
di LeanhaunSidhe

Questa storia ha ottenuto 501 recensioni.
Positive : 501
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/11/20, ore 15:15
Cap. 32:

Carissima, ciao!
Questo capitolo è stato davvero spettacolare sotto molti punti di vista, primo fra tutti il suo impicit, questo ricordo che ha un sapore amaro e dolorosissimo per Haldir.
Hai saputo trasmettere alla perfezione la terribilità di quei momenti e soprattutto l'analisi fredda e lucida che il domatore delle anime dei viventi fa nel ripensare a quanto accaduto. Ora, a mente fredda e a posteriori, si rende davvero conto degli sbagli che ha commesso e di ciò a cui ha rinunciato. Ha lasciato che l'odio e la sete di vendetta lo sopraffacessero, rendendolo schiavo di se stesso e facendogli frapporre il suo desiderio di azzannare Zeus a quello di salvare i suoi figli e fidati compagni d'armi. Col senno di poi, si rende conto che avrebbe potuto salvare i suoi figli, che gli sarebbe bastato voltarsi e correre in loro aiuto, che gli sarebbe bastato tornare lucido, calmarsi, lasciare che le nebbie della sua rabbia si dissipassero. Sarebbe davvero bastato un nulla per consentirgli di salvarli, anziché condannarsi a un destino crudele e terribile, sia per loro che per lui, e che è reso ancora più brutale dall'essere arrivato troppo tardi; perché Haldir si rende conto, a un certo punto, che i suoi figli sono in pericolo, rinviene dalla sua furia animalesca e comprende. Ma ormai è troppo tardi. Cerca di salvarli, ma non può, perché non è più il momento. Quello è passato mentre lui era perso nel suo odio. Ed è davvero struggente tutto questo, così come è struggente e doloroso assistere insieme ad Haldir alla trasformazione in Perduti dei suoi figli, tenendo tra le braccia Arkai, che ne diventerà poi il capo. Sotto i suoi occhi, il suo miglior combattente, il suo fido, si tramuta pian piano in un essere terribile e privo di raziocinio, mosso solo da istinti primordiali. Ed è logorante, ma tragicamente realistico, l'abbandono con cui Haldir si offre a loro, con cui concede ai suoi figli di poter prendere la sua vita, ammettendo le proprie colpe e divorato da essere. Ed è interessante che Zeus decida di salvarlo solo per prolungare la sua agonia e punirlo con la vita: perché, sì, non sempre la morte è la peggiore delle punizioni che si possono infliggere, e per un essere immortale come Haldir è di gran lunga peggiore restare in vita, a guardare sempre in faccia le conseguenze dei suoi errori e dover combattere contro di esse, piuttosto che spegnersi per sempre.
Haldir è costretto a convivere con i sensi di colpa, con il dolore di vedere i propri figli tramutati in esseri ignobili, di combattere contro di loro, di tenerli rinchiusi, in una punizione infinita che non hanno meritato e di cui non hanno colpe.
In tal senso, il termine Perduti con cui vengono appellati assume ancor più significato e si tinge di sfumature nuove: non sono perduti solamente perché non sono più Dunedain e perché hanno perso la loro razionalità, ma sono perduti perché è così che sono per Haldir: figli persi, smarriti, perché lui li ha lasciati indietro quando invece avrebbe dovuto renderli la priorità. Il termine con cui sono appellati assume una connotazione affettiva che rende tutto ancora più tremendo.
E questo ricordo ci trasporta poi alla storia e al momento presente, un momento in cui Haldir prende una decisione difficile, ma necessaria: decide di creare un'arma che possa uccidere Arkai, in modo da rendere più agevole l'eliminazione totale e definitiva dei Perduti. C'è una sorta di maturazione, da questo punto di vista: è verto, Haldir è palesemente stanco di queste cicliche lotte senza fine, ma il fatto che abbia deciso proprio ora di tentare di porvi fine definitivamente la dice lunga. Il suo è sicuramente stato un cammino di accettazione, che lo ha portato a decidere di essere pronto a lasciar andare quei suoi irrecuperabili figli. Credo che il loro essere confinati (e riconfinati) fosse necessario, ma anche voluto, come se Haldir non fosse pronto a dire loro addio, come se pensasse che non meritassero la morte, dato che quella condizione era solo ed esclusivamente colpa sua (ed èp vero che non nasce un Kiki in tutte le generazioni, ma non credo neppure che questa sia la prima volta in cui si è venuta a creare un'occasione del genere). Ora è pronto a fare questo passo, e con dignità va a consegnare la sua arma a uno stupefatto Kiki.
I motivi per cui il ragazzo può brandirlo sono realistici e ben motivati, soprattutto se si pensa al temperamento di Kiki rispetto a quello degli altri Cavalieri: mentre loro si sono rifugiati nelle loro case, rifuggendo a priori la vita e quindi facendo una scelta facile e comoda, lui invece la vita l'ha conosciuta, l'ha assaporata e poi ha deciso di tornare indietro, in nome di una fedeltà che si è scelto e non autoimposto. E questo lo rende forte, solido, saldo e tenace, gli dà una connotazione in più che i suoi compagni non hanno e questo, unitamente al suo smisurato Cosmo, gli consente di poter brandire l'arma che potrebbe porre fine a tutto questo. Ciò che lo aspetta non è affatto un compito semplice, come più avanti ci svela Imuen: per Kiki si prospetta un'impresa ardua e pericolosa, che potrebbe avere risvolti tragici.
In tutto questo, apprezzo moltissimo che Zalaia abbia deciso, senza tentennare troppo, di accompagnare Kiki in quest'impresa, per aiutarlo e proteggerlo, soprattutto sapendo che il pugnale potrebbe renderlo umano, privarlo di quella parte di Dunedain per cui ha tanto lottato, per cui ha faticato, per rendersi uguale agli altri del suo branco, per essere accettato. La sua accettazione denota la maturità di questo personaggio, che non solo è pronto a lottare al fianco di una persona con cui ha sempre avuto una sorta di rivalità, ma perché è pronto anche a rinunciare a una parte importante di sé, quella che è preponderante, perché tra i Dunedain ci è cresciuto ed è così che si sente. Ma lui è pronto a prendersi il rischio per un bene superiore. In tal senso, l'addestramento con Cancer potrebbe davvero salvargli la vita: se si ritrovasse umano in mezzo ai Perduti, senza idea su come controllare il proprio Cosmo, sicuramente farebbe subito una bruttissima fine. Ora, invece, ha una doppia arma nel caso non perda il suo lato Dunedain, ma anche un bottone salvavita nel caso in cui invece accadesse. Inutile dire che sono davvero trepidante di leggere di Zalaia e Kiki insieme nella battaglia.
Ultima nota di merito: il rapporto tra Zalaia e suo padre, che sai sempre rendere divertentissimo, ma anche molto profondo. Tra i due c'è tensione, c'è odio, c'è rabbia, eppure c'è anche qualcos'altro che si sta facendo pian paino strada, come quando Cancer si rammarica di non poter recuperare il rapporto con il figlio in quattro giorni e guarda quasi invidioso il legame che ha con Imuen, come quando Zalaia lo invita ad andare al campo con lui, in quella che pare una sorta di tentativo di riavvicinamento. Procedono a piccoli passi, ma procedono, e tu mostri tutto questo in mezzo a scene divertenti, ma mai fuori posto.
Tantissimi complimenti, mia cara: ho davvero amato questo capitolo, intensissimo e preparatorio. La guerra è vicina e la sua ombra si percepisce chiaramente.
Un abbraccio e alla prossima :)

Recensore Master
04/11/20, ore 14:42

Buongiorno cara, eccomi qui! Caspita, quanto tempo, saranno 2 mesi se non di più, troppo, troppo tempo per me, lontana da questa storia! Tocca rimediare, ed eccomi qui. È da una vita che aspettavo questo momento, dove Seleina mostrava a Haldir se stessa, messa a nudo nell’anima, con le proprie intenzioni, i pensieri e le decisioni. Così bella, meravigliosa nel suo essere decisa a fare ciò che aveva scelto per sé, firmando di fatto un destino che pensava di tenere tra le mani.
Niente di più sbagliato: il dio non apprezza, il dio non è d’accordo, il dio non fa morire.
Ed è da brivido questa consapevolezza, sul serio, è tristemente dolorosa e fatico a comprenderla. Credo proprio di avere a che fare con la vera anima martoriata di Seleina, recuperando tutti gli anni di dolori, di sensazioni e di pensieri che esplodono in un solo momento. Vedere Kiki e Mu buttarsi a capofitto contro il Dunedain e tentare invano di tenergli testa, è bellissimo: bellissimo per l’evoluzione della trama, bellissimo per il rapporto che lei ha con Kiki da una vita, bellissimo per la presenza di Mu che l’aiuta nonostante la mancanza di rapporto. Nella tensione enorme del momento, così è tutto perfetto. Però ho una vocina lontana lontana che dentro di me sta dicendo che subiranno una sconfitta terrificante con conseguente problema di fondo: riusciranno a sopravvivere? Insomma, Haldir e Imuen mica sono esseri qualsiasi, anzi!
Ed ecco che adesso si spiega tutto.
Ok, sono caduta da un pero come un’emerita scema, scusami Haldir, giuro, scusami ho pensato davvero male di te, ma le circostanze parlavano chiaro ed erano palesissime dai, mannaggia. Lo hai fatto per lei, per darle ciò che l’avrebbe aiutata a staccarsi definitivamente da quel legame troppo forte, pericoloso e da quei dolori vissuti e conservati dentro per troppo tempo. Una nuova Seleina, una nuova arma, una rinascita.
Mi hai colta di sorpresa, amo questa cosa: sei riuscita a farmi pensare a cose brutte, brutte proprio però poi hai saputo ribaltare tutto dimostrando la lealtà incredibile che lega i Dunedain e soprattutto il dio e la donna, e quanto lui tenga a lei ed al suo benessere. Adoro mi si rimescolino le carte in tavola, così da darmi una soddisfazione maggiore nel leggere e continuare. Cara è un vero piacere vedere a che punto è arrivata la storia e come la stai gestendo in modo magistrale, arrivando a momenti di pura empatica emotività come qusta parte. Alla prossima, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
21/10/20, ore 20:34

Ehilà donna dei ghiacci eterni, quanto tempo!

Sembra che anch'io sia arrivato oramai quasi alla fine di questa tua storia, una storia complessa e sicuramente non per tutti i palati ma non per questo meno intrigante ed avvincente.

E così Haldir ci ha definitivamente lasciati; se nei capitoli più vicini a questo ritenevo che probabilmente sarebbe stato meglio lasciar andare il gemello bianco nella gloria a seguito di un'onorata battaglia, devo dire che, almeno in parte, mi sono ricreduto. C'era ancora una cosa che andava fatta, liberare se stesso (e di conseguenza Seleina) da questo antico patto a doppio filo, cosicché l'algido leader dei Dunedain potesse andarsene senza nulla di incompiuto. Ora può veramente riposare in pace, in una morte che lui stesso ha deciso di darsi; certo, il fratello rosso non l'ha compreso fino in fondo ma sono certo che presto o tardi ci riuscirà.

Frattanto i Gold si sentono abbastanza inutili (e c'è da dire che a parte Mu e Cancer, non è che abbiano avuto un ruolo da protagonisti in questa storia) e il caro Milo decide, in maniera abbastanza opportuna di togliere le tende.

L'approccio di Zalaia alla principessa è stato veramente epico: non sapendo come iniziare il discorso chiederle in effetti se avesse fame era la cosa migliore che potesse fare. E la chiosa che fa a fine capitolo è quanto mai vera: uno ci può mettere tutta la volontà di questo mondo nel fare le cose, ma ci sarà sempre qualcosa che sfuggirà al nostro controllo. Come è stato per Seleina con Haldir.
Ci si vede al prossimo capitolo per la conclusione,
a presto

Will D.

Recensore Master
09/10/20, ore 16:17

Ciao carissima!
Ero davvero molto curiosa di tornare a leggere la seconda parte di questo incontro/scontro tra Cancer e suo figlio Zalaia.
Zalaia è un personaggio che, come sempre, non manca di affascinare e catturare con i suoi modi di fare e di essere, e che si contraddistingue sempre per un feroce orgoglio che neppure in questo caso viene meno. La situazione in cui si trova è davvero molto complicata dal punto di vista psicologico: è costretto a stare in un posto in cui non vuole stare, con una persona che disprezza profondamente e con la quale ha accettato di interagire per amore della madre. Questa persona cerca con lui un dialogo, nonostante tutto, e qui si vede molto bene l'atteggiamento del ragazzo che è diviso in due: da una parte si lascia andare a rispondere al padre, a svelare anche qualcosa di sé e del suo passato, anche se controvoglia, dall'altra rimane sulle sue, distante e scostante.
Interessantissimo il confronto iniziale tra i due, in cui Cancer si viene a scontrare con una realtà a lui estranea e che non gli appartiene, e che vede nel figlio, che non mangia la pizza mezza scongelata perché lui caccia, che le zanne e gli artigli mica ce li ha per bellezza. Molto umano lo stupore di Death Mask, che come metro di paragone ha Mnemosine e quindi non è abituato a questa ferinità che il figlio invece dimostra, dato che la donna la tempo era più umana che Dunedain. Questo dettaglio non fa che mettere ancora più distanza tra padre e figlio, perché comprendere qualcosa che ci è estraneo, una cultura diversa, un modo di fare altro, è complicato e mette un muro, una distanza tra noi e quello che cerchiamo di comprendere, cosicché, in questo caso, Zalaia e Cancer si trovano ancora più lontani. Hanno dei punti d'incontro che potrebbero sfruttare, è vero, ma ciò che emerge a primo acchito sono le diversità, nel modo di pensare e di vivere. Dopotutto, Cancer è cresciuto tra i cavalieri, mentre Zalaia in una società militaresca e con una mentalità da branco, e la sua vita tra l'altro non è stata nemmeno semplice. Zalaia è più primitivo, in un certo senso, è più vicino a quegl'istinti primordiali e animaleschi. In questo senso, più che mai sembra un animale in gabbia e in trappola e il suo atteggiamento aggressivo appare, dunque, ancor più realistico e ingiustificato. Non è solo l'odio verso una persona che reputa abbia rovinato la vita alla madre, ma anche il disagio di trovarsi davanti a qualcuno che è diverso da lui e che non può comprenderlo.
Significativo, in questo senso, è il fatto che si senta vulnerabile e a disagio nel mostrarsi nella sua forma umana davanti al padre, cosa che invece non gli succede quando si mischia agli uomini comuni: perché suo padre ha un cosmo, suo padre è potente e, in quella forma fragile e debole, potrebbe fargli del male se volesse. Non si sente, insomma, a suo agio davanti a Death Mask in nessun caso: prima perché lui non capisce la sua ferinità, dopo perché è un umano. Mi è piaciuto molto il fatto che sia proprio questa sua forma umana, che gli è poco congeniale, a essere quella che più lo avvicina al padre e che glielo ricorda, quella in cui può attingere al suo cosmo, un cosmo che lo blocca e a cui si avvicina con timore, anziché sfruttarlo a proprio vantaggio. Ed è altresì interessante che Zalaia detesti servirsi del cosmo no perché detesti suo padre, ma perché gli ricorda di quando era debole e lui e sua madre subivano angherie dal resto del branco, senza che lui fosse abbastanza capace da poter difendere il suo genitore. Zalaia è adulto e maturo e, come hai detto tu, è abbastanza cresciuto da non aver bisogno di una figura paterna, ormai: la madre è stata una donna forte, che gli ha fatto da madre e padre insieme e lo ha cresciuto bene. La società militaresca e guerriera in cui si è trovato calato ha fatto il resto. Zalaia è una persona forte, che odia suo padre non in quanto figura assente per lui, ma in quanto figura assente per sua madre. Non gli perdona di averla dimenticata e abbandonata, anche se a conti fatti non è dipeso da lui.
Ho veramente adorato la parte in cui Cancer osserva la gestualità di Zalaia e vi riscontra una dualità, che è espressione della delicatezza di Mnemosine e del guaritore, unitamente a quella di forza del guerriero. Le mani di Zalaia sono letali e gentili al contempo, e così è Zalaia stesso, che è un guerriero forte e deciso, ma è anche sensibile, come dimostra nel suo profondo amore e attaccamento alla madre. Da qui vediamo come Cancer sia in un certo senso affascinato da questo ragazzo e desideroso di conoscerlo da una parte, ma anche tentato di fargli ripagare l'umiliazione subita dall'altra, mostrando quell'orgoglio indomito che si ritrova anche nel figlio. Leggendo di loro dall'esterno, si può vedere quanto i due si somiglino, più di quanto vogliano e riescano a vedere reciprocamente.
L'addestramento che Zalaia fa sotto Cancer potrebbe essere un terreno d'incontro molto utile per entrambi, un terreno che, se lasciassero cadere l'astio e i muri che hanno eretto, potrebbe davvero portarli ad allacciare un qualche tipo di rapporto, perché questo capitolo mostra e dimostra ancora una volta che questa possibilità c'è, perché al di là di tutto i due si somigliano e, quando non sono impegnati a inveirsi contro, riescono persino a comprendersi.
Devo ammettere che il discorso che fa Cancer al figlio, le giustificazioni (che poi tanto giustificazioni non sono nemmeno) che adduce per il comportamento che ha avuto, mi ha fatto provare un moto di pena per lui: certo, il suo passato è quello che è, e nessuno nega che non sia affatto una bella persona e tutto quello che vogliamo, ma è indubbio che abbia sofferto molto e che la perdita di Mnemosine sia stata una costrizione. Gli è stata manipolata la mente per fargli credere che lei non esistesse, quando invece si trattava di una menzogna, e ha dovuto vivere lontano da lei, pur cercandola, e senza neppure sapere di aver un figlio, un figlio che lui non definisce un errore, ma piuttosto una sorpresa, e credo che in queste parole sia racchiuso tanto, tutto. Perché Death Mask può dire quello che vuole, può anche avere l'impeto di prendere a schiaffi suo figlio per il suo comportamento e atteggiamento, ma il punto è che lo ha riconosciuto come tale, come suo figlio, e lo ha fatto senza neppure doverci pensare. E questo significa che lui lo vuole nella sua vita, che vuole davvero che un tipo di rapporto ci sia, vuole costruire qualcosa con lui. E io avevo quasi creduto che fossero sulla buona strada per un inizio, dato che Zalaia si era aperto con Death Mask sul suo passato e questo gli ha confessato a cuore aperto cosa ha significato per lui stare lontano da sua madre, e invece poi tutto l'idillio e le speranze si sono infranti alla fine, quando il ragazzo è tornato a stare sulle sue, Death Mask lo ha colpito e gli ha intimato di tornare ad allenarsi. Ed ecco che di nuovo è tornata quella distanza a separarli, quella distanza che sembra incolmabile, ma che in realtà si colmerebbe con grande facilità, se solo lo volessero. Ammetto che mi è dispiaciuto vedere che sono tornati al punto di partenza, ma dopotutto non ci si poteva aspettare altro: le ferite di Zalaia sono profonde e ci vuole del tempo perché lui riesca a mettere da parte i suoi rancori, almeno un po', e fare qualche passo avanti in direzione di Cancer. Non dico perdonarlo e guardare oltre come ha fatto Menmosine, ma almeno concedergli qualcosa che somigli anche vagamente a un rapporto.
Questo capitolo è stato davvero di un'intensità meravigliosa, profondo, coinvolgente e a tratti struggente. Mi ha tenuta incollata alla pagina e non mi sarebbe dispiaciuto leggere dell'altro: capitoli così introspettivi e di crescita e consapevolizzazione sono sempre i miei preferiti, e tu li maneggi sempre magistralmente.
Un abbraccio e alla prossima :)

Recensore Master
10/09/20, ore 22:32

Carissima, eccomi tornata su questa tua sempre avvincente storia. Ovviamente, puoi immaginare quanto io sia stata contenta di trovare un capitolo interamente dedicato al nostro Zalaia e alla sua introspezione, nonché ai suoi rapporti con le persone a lui più care e non.
Ho sempre ritenuto Zalaia un personaggio estremamente affascinante, interessante e sfaccettato, e questa approfondita introspezione su di lui non ha fatto altro che confermare quello che già pensavo di lui, nonché farmelo piacere ancora di più.
Abbiamo qui una richiesta inaspettata per il nostro giovane guerriero, che giunge come un fulmine a ciel sereno: deve addestrarsi con suo padre perché c'è la necessità che divenga più forte e preparato, per affrontare l'imminente battaglia. Questa notizia, tuttavia, viene presa malissimo da Zalaia e come biasimarlo: suo padre ha fatto immensamente soffrire sua madre, e d'accordo che non aveva memoria di loro, ma questo Zalaia lo ha scoperto solo recentemente e tutto il dolore, il rancore e la rabbia che ha accumulato negli anni, l'idea che si è fatti di suo padre, quelle sono cose ormai radicate in lui e che è difficile cambiare, modificare alla luce dei nuovi eventi. Death Mask non è mai stato presente nella vita di Zalaia, è sempre e solo stato un fantasma che ha aleggiato nelle lacrime di Mnemosine, nelle sue parole e che si è formato nel suo immaginario. Per Zalaia è una persona crudele, a cui non è mai importato nulla della sua famiglie e, pertanto, il suo odio nei confronti del genitore è enorme, e anche comprensibile. Nonostante la parole che gli vengono rivolte sia dal suo signore che da Shion, per lui è difficile non trattenere la furia che lo acceca al pensiero di dover passare le sue giornate, seppur poche, con un uomo che disprezza e al quale non ha intenzione di dare alcun tipo di possibilità. Zalaia è, insomma, irremovibile, non vuole saperne, non vuole sentire ragioni. Ed è bello che non sia Imuen a farlo accettare, né che siano Shion o le sue parole conciliatorie, ma piuttosto sua madre, la persona più importante della sua vita, quella che lui, con il suo carattere focoso e irascibile, ascolta sempre e comunque. È per sua madre che Zalaia decide di andare infine ad addestrarsi con Death Mask, per sua madre che lo vuole proteggere e che quindi ha chiesto a suo padre di renderlo più forte. Per sua madre che lo ama e lo ha sempre amato come nessun altro.
Inaspettato ma apprezzatissimo il confronto di Zalaia con Selenia: ormai Zalaia è andato, è partito e si gioca il tutto per tutto prima di fare quel grande passo amaro che è andare da suo padre. Così finalmente si confronta con la principessina per sapere se effettivamente abbia un uomo e quale rapporto intercorra tra lei e Kiki. Ho davvero adorato quella parte, perché torna quell'ironia che caratterizza i tuoi scritti, che io adoro e che ha contribuito a stemperare la tensione della scena precedente. Zalaia è tornato un ragazzo della sua età, alle prese con un problema "normale", più quotidiano, come quello del suo amore per una ragazza e il modo impacciato con cui le si approccia. La invita a ballare, una cosa semplice, che pure rappresenta il principio di un avvicinamento; Selenia sembra imbarazzata dalla sua richiesta: certamente non è abituata a essere corteggiata e tutto questo è una novità anche per lei. In un certo senso, questi due mi fanno tenerezza, perché sono entrambi inesperti in ambito sentimentale e per loro è ancora tutta una scoperta. A un certo punto della storia, dissi che li vedevo molto bene insieme e lo ribadisco anche qui, a distanza di parecchi capitoli e dopo aver conosciuto meglio i personaggi: in alcune cose si somigliano molto, in altre sono opposti, e credo che questo possa essere il connubio perfetto per farli funzionare insieme e renderli interessanti, non scontati, ecco. Anche se la battaglia è vicina, quindi dubito che questi due avranno molto tempo per conoscersi in tranquillità e fuori dai campi di battaglia. Non per il momento, almeno.
Il confronto tra Mnemosine e Zalaia è quello che ho amato più di tutti, in assoluto. Vedere questa madre amorevole interagire con suo figlio è sempre toccante, e qui in particolar modo, perché la donna si mette a nudo e non cerca di nascondere nulla al figlio. Lui ha capito che lei è ancora innamorata di Death Mask e che, a differenza sua, in un certo senso lo ha perdonato, lo ha capito, perché, come lei stessa sottolinea a Zalaia,. lo ha conosciuto, sa com'è, mentre lì'immagine che il ragazzo si è fatto di suo padre è falsata dall'odio che prova nei suoi confronti e dal dolore che ha sempre visto addosso alla madre. Mnemosine vuole fargli capire che Death Mask non è solo quello che lui crede che sia. Zalaia potrà odiarlo, se vuole, ma solo dopo averlo conosciuto davvero, perché solo allora potrà formulare un giudizio non basato su pregiudizi (perdona il gioco di parole). Una donna saggia, Mnemosine, che in qualche modo riesce ad ammorbidire Zalaia, che non è comunque contento di andarsene al tempio di Atena da suo padre, ma comunque pare averlo accettato di più. Quantomeno ha accettato la prospettiva di andare a incontrarlo senza mettergli subito le mani addosso.
Molto bello il modo in cui hai gestito l'incontro tra Zalaia e suo padre: Death Mask vede Mnemosine nel ragazzo, ma anche qualcosa di se stesso, come se si stesse guardando in uno specchio un po' distorto; d'altro canto, Zalaia vede ancora in lui un nemico, qualcuno di cui diffidare, eppure i due riescono a trovare un momento di condivisione, come quello di mangiare insieme. Death Mask sta facendo degli sforzi per cercare di rendere conciliante il suo tempo passato con il figlio, lo stesso non si può dire di Zalaia, anche se già il fatto che non gli abbia messo le mani addosso è un grande traguardo. Credo che i due possano in qualche modo trovare un punto d'incontro e che, se Zalaia lasciasse cadere tutti i muri e le barriere che ha innalzato nei confronti del padre, potrebbe forse anche trovare apprezzabile la sua compagnia. Chissà che questo addestramento non sia il preludio alla costruzione di un rapporto tra i due. Io, quantomeno, ci spero.
Un capitolo ricchissimo di sensazioni e momenti coinvolgenti: mi sono ritrovata alla fine senza nemmeno rendermene conto, e sono veramente contenta di sapere che ci sarà anche una seconda parte. Come sempre, hai reso tutto magnificamente e mi hai fatto adorare ancora di più Zalaia. Quindi, complimenti, grande donna: leggerti è sempre un piacere.
Un abbraccio e alla prossima :)

Recensore Master
25/08/20, ore 13:13

Ciao!
Quando si dice che la tensione si taglia con un coltello o per meglio dire, con una falce. Finalmente è chiaro cosa abbia messo in moto Seleina: un antico rituale che a quanto pare obbliga Haldir in una forma bestiale a recarsi da una discendente della dinastia dei Polaris per ricevere un ordine, che può essere di morte o di pace. Il rischio è grandissimo naturalmente in quanto la principessa potrebbe non avere la forza necessaria per imporre quel comando. Ancora una volta mi viene da dire che forse Haldir si fosse meritato il riposo eterno al quale la battaglia contro i Perduti lo aveva condotto e che questa ostinazione potrebbe rivelarsi controproducente e deleteria per molti: un gigante bianco scatenato sarebbe stato una vera e proprio furia capace di abbattere molti Saint, meno male che Imuen è intervenuto provando a salvare il salvabile. Ma ancora una volta Seleina usa il cuore e non la testa e si lancia in avanti e... aspettiamo di vedere la reazione della creatura che ha davanti!
Ci si vede all' epilogo!
Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
18/08/20, ore 12:12

Ciao!

Si evince sempre più chiaramente l'avvicinarsi alle battute finali, decisioni importanti sono state prese ma resta ancora un confronto finale da affrontare. Credo di averlo già detto ma questa "sfida" finale, qualunque sia la forma che assumerà, ha tutta l'aria di voler richiedere un sacrificio finale; probabilmente non sarà di Seleina, come ogni elemento sembrerebbe indicare, ma ho abbastanza la certezza che ci sarà.
Soffermandomi maggiormente sulla principessa e su Zalaia, devo dire che non davo affatto per scontato la formazione di questa coppia piuttosto che un eventuale avvicinamento con Mu; non sempre si sceglie chi ci ama di più o chi ci è più affine ma anche e soprattutto chi ci intriga con una buona dose di mistero e cose da scoprire e il buon Ariete ne aveva di possibilità in questo senso. Certo, entrambe le coppie erano possibili e plausibili e questa unione appena sbocciata non mi dispiace affatto ma non mi sarebbe dispiaciuta neanche l'alternativa. È evidente da come si comporti Mu poi che per lui non era soltanto un'illusione ciò che provava e che quei pensieri che abbondano nella sua mente siano soltanto una razionalizzazione a posteriori, valida quanto si vuole, ma che ha l'amaro sapore di dietrologia.
Si è capito che questo capitolo mi è particolarmente piaciuto, vero?
Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Veterano
15/08/20, ore 19:24

Ciao! Ultimamente non ho recensito perché ho avito un periodo davvero intenso in quanto ad impegni, ma eccomi qui per il rush finale. Onestamente ti dico che ho trovato questa chiusura un po' affrettata, ho molto apprezzato come hai gestito gli ultimi capitoli e sopratutto il personaggio di Seleina, ma in questo ultimo atto traspare la voglia di chiudere i conti tralasciando qualche approfondimento che sarebbe meritevole inserire: il rapporto Mnemosine e/Deathmask; quello tra Seleina e Zalaia ( ok lo ha scelto ma poi? ), le dinamiche tra i Dunedain superstiti orfani del loro Signore; anche uno sguardo al rapporto tra Seleina e Crystal non sarebbe stato male. Non so, questo ultimo capitolo non mi ha convinto, ma sei sempre in tempo a tornare.
A presto!

Recensore Master
11/08/20, ore 21:50

Carissima, torno sempre con grandissimo piacere su questa storia.
Ammetto che questo capitolo è stato una grandissima sorpresa, perché il buon Haldir aveva ingannato anche me, lasciandomi credere che davvero avesse mentito e tradito Selenia, anche se non riuscivo a comprenderne le ragioni, e il motivo è che effettivamente di ragioni non ce n'erano. Quella di Haldir era solamente una prova, un inganno perpetrato a fin di bene, affinché Selenia fosse in grado di tirare fuori tutta la sua forza e portare a termine il proprio addestramento. Haldir conosce la sua allieva, s quali punti toccare per stimolarla e ha quindi messo in atto questo crudele teatrino che però è valso al suo scopo: Selenia ha risvegliato tutti i suoi poteri e ha combattuto al massimo delle sue potenzialità.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai sottolineato, per tutto lo scontro e il capitolo, la disparità di potere tra Haldir e gli altri. Lui è per sempre un essere praticamente divino e dotato, pertanto, di un potere incommensurabile, a cui è difficile tenere testa. Questo si comprende e si sente in ogni riga di questo capitolo, e pertanto ciò che Selenia fa risulta ancora più toccante e straziante, perché per il lettore lei si appresta a fronteggiare una battaglia che sa di non poter vincere. Decide di affrontare il suo maestro, di combatterlo a testa alta, pur essendo conscia e consapevole che non può nulla contro di lui.
Quella di Selenia è una battaglia di dimostrazione, più che d'intenti: lei non può uccidere Haldir, e ne è ben consapevole, ma lo vuole combattere fino alla morte, per proteggere e onorare le persone che ama e che ora le sembrano essere in pericolo. Lei dona tutta se stessa per Kiki, come ha sempre fatto con tutti. Di nuovo, il suo grande cuore si rivela, la sua generosità si mostra e la porta a compiere azioni di grande coraggio, seppur disperate e vane. Il suo scontro è uno scontro che ho letto trattenendo il fiato, perché la disparità tra i due è assolutamente evidente, e l'esito dello scontro era tragicamente ovvio. Leggere della piccola Selenia che s'impegna così ardentemente nel contrastare Haldir, vedere come tira fuori tutto quello di cui è capace pur di proteggere quelli che ama (che è poi ciò che Haldir sperava), è assolutamente toccante e coinvolgente.
E toccante è vedere come anche Kiki e Mu decidono di prendere parte al combattimento, di mettersi al servizio di questa battaglia accanto a Selenia, sostenendola. E, mentre da Kiki ce lo aspettavamo, che andasse in soccorso di quella che per lui è una sorella, l'intervento di Mu è invece stato una sorpresa, ma una sorpresa assolutamente graditissima, che non può che aver reso ancora più bello ed emozionante ciò che è seguito. Mu tiene a suo fratello, e pertanto lo segue nella sua decisione di aiutare una persona che, lo sa, è importantissima; inoltre, ha imparato a conoscere e stimare Selenia, ha imparato a giudicarla per ciò che è e ad apprezzarla. Il suo aiuto in questo scontro disperato è, dunque, molto significativo: lui ha riconosciuto in lei un valore grande e inestimabile, un valore per cui vale la pena lottare e anche morire. Il suo gesto di stringerla a sé per non farle vedere, quando tutto sembra essere prossimo alla fine, è il perfetto culmine di tutto questo: Selenia non è più una sconosciuta, per lui, non è più una bambina strana, che non riesce a capire, e per cui suo fratello forse travede un po' troppo. Selenia è una donna forte, decisa, che non ha paura e che darebbe tutto, persino la propria vita per chi ama. Selenia ha un animo puro, e questo Mu l'ha visto e l'ha riconosciuto. Ha un animo puro e pertanto non si trova a combattere da sola, né a morire da sola, se poi morire fosse stato effettivamente ciò che doveva accadere.
Ammetto di essere stata in ansia per le sorti di tutti e tre, mentre descrivevi quell'istante di sospensione prima della fine, e sono rimasta stupita (positivamente) e sollevata nel constata che tutti stavano bene e che quella di Haldir non era altro che una prova. Ok che non ho mai avuto una grande simpatia per lui e che ho sempre preferito il gemello, però confesso che ci sarei rimasta veramente male, se lui si fosse rivelato davvero così meschino come credeva Selenia. Tutto quello che ha fatto fino a questo momento avrebbe assunto una connotazione completamente diversa, negativa, e sarebbe stato davvero molto triste. Per fortuna, invece, Haldir aveva solamente bisogno che Selenia si desse una svegliata, e anche decisamente in fretta. E ha pensato bene di trascinare con sé anche il fratello, tanto per gradire. Povero Imuen, si trova sempre invischiato nei piani di Haldir, anche quando non vorrebbe. Meno male che almeno non ha cattive intenzioni.
Tutto questo è la riprova del dualismo dei legami affettivi, che rendono deboli e vulnerabili, ma che al contempo rappresentano una grandissima forza, la fonte dalla quale attingiamo per stringere i denti e andare avanti, per tirare fuori il meglio di noi quando dobbiamo proteggere chi amiamo. Selenia incarna tutto questo ed è la dimostrazione di quanto i legami possano rendere forti e completi, di quanto possano motivare e aiutare a crescere. Per lei, per lo meno, è stato così.
Che dire, carissima: un capitolo assolutamente avvincente ed emozionante, che ho letteralmente divorato. Hai descritto il tutto in maniera veramente toccante, e non si può non sentirsi partecipi di tutta la gamma di sensazioni ed emozioni provate dalla piccola, grande Selenia, che culminano in quel suo abbraccio che dice molto di più di quanto lei riesca a fare.
Un capitolo davvero stupendo, grande donna. Complimenti!
Alla prossima :)

Recensore Master
11/08/20, ore 12:51

Eccomi per lo scambio del giardino di EFP.
Un solo capitolo alla fine di tutta questa storia e quasi mi mancherà davvero sono sincero ormai mi ero affezionato a questi tuoi personaggi vorrà dire che andrò su altre tue storie.
Il capitolo è struggente si percepisce dall'inizio alla fine il rammarico e la tristezza di Selenia purtroppo ci sono cose che ne un dio ne un patto che sancisce vita e morte può salvare e così è stato per Haldir mi è piaciuto il confronto tra i due fratelli finali e i ricordi che Imuen aveva di lui devo dirtelo un finale davvero bello almeno per me.
Ciaoo e alla prossima.

Recensore Master
10/08/20, ore 18:32

Ciao donna dei ghiacci eterni!

Che piacere tornare in queste gelide lande di cui ricordavo piuttosto bene (seppur non alla perfezione) gli avvicendamenti.

I timori di Mnemosine sono ben fondati, visto l'intento che guida l'utilizzo di questa pericolosa magia messa in opera da Seleina; come già dicevo nella recensione dello scorso capitolo, forse sarebbe stato meglio lasciar andare del tutto Haldir. In fondo aveva ottenuto la morte redentrice che tanto desiderava ma ... la nostra principessa a quanto pare vuole davvero provare a salvare tutti, anche se questo potrebbe richiedere un prezzo molto alto a sé stessa e (temo) a Zalaia, il quale se lei glielo chiedesse potrebbe davvero fare di tutto per la figlia di Crystal.

Molto bello il momento di tenerezza tra DM e la sua compagna di un tempo; la richiesta accorata di aiuto per il figlio che hanno in comune sembrerebbero confermare i miei timori. Ma se Cancer vorrà salvare suo figlio è chiaro che non si allontanerà da Seleina di sua sponte e che il Saint della Quarta Casa sarà costretto a dargli la proverbiale botta in testa.

Sullo sfondo a questo giro Kiki e Mu ma ci stava, la loro battaglia è conclusa a meno che anche loro non provino a mettersi in mezzo alla volontà della principessa. Come andrà a finire?
Presumo lo scopriremo presto!

Un caro saluto e a presto
Will D.

Recensore Master
08/08/20, ore 19:14

Non ho mai considerato Seleina una ragazza comune, ne che si dovesse uniformare alle altre. Lei è quella che è, e che ha scelto di essere. Qualsiasi forzatura nel renderla diversa servirebbe solo ad allontanarla.
Non è vero che hai dato poco spazio ai protagonisti del fandom di Saint Seiya, hai dato loro il giusto spazio...perché l'intera trama verteva su altre cose ed è stato giusto così. Da amante e scrittrice del fandom posso dirti che hai rispettato molto le caratteristiche e le personalità dei singoli personaggi. Mi piace che tu abbia dato spazio a Kiki così come a Death.
Non lo ritengo un finale a metà o incompleto. Penso sinceramente che tu abbia ancora molto da dire sui Dunedain e su tutto il clan in generale. Ti sei lasciata una porticina aperta che fa ben sperare anche noi lettori che ti abbiamo seguito con stima, affetto e immenso piacere. Perché la tua storia ha saputo emozionare e sorprendere. Ha catturato con questo mondo sconosciuto e un po' selvaggio. Un mondo in cui ognuno è libero di ritagliarsi il proprio ruolo e il proprio spazio. Proprio come ha fatto Mnemosine. Ho apprezzato il momento che le hai regalato insieme a Death, perché era palese che i due si amassero ancora, e condivido le parole della donna. Lei ha fatti tanto, se lui vuole rimediare e dimostrarle di amarla a tutto tondo deve venirle incontro e imparare ad accettare il suo mondo e il suo ruolo all'interno del clan dei Dunedain.
Ritornando a Seleina, effettivamente non ce la vedo con una maschera sul viso, e comprendo il suo malessere nel ritrovarsi in un luogo che non può definire casa. Lei ha scelto Haldir così come i Dunedain, in loro ha trovato la sua vera essenza imparando a contare sulle sue forze. È diventata una guerriera valorosa non ha nulla da invidiare alle sacerdotesse di Grecia.
Il rapporto instaurato con Zalaia è paritario e rispettoso, così come è sempre stato. Mi spiace per Mur che ha dovuto incassare una delusione un po' amara, ma penso che il legame che ha con Seleina sia ugualmente forte e importante.
Ci lasci quindi...ed io mi sento un po' orfana di tutti loro. Tutte le belle cose hanno una fine, ma io conto e spero di rileggerti un giorno. È stata una bella avventura, ed un ottimo lavoro, non avere mai dubbi su questo. Hai reso al meglio i tuoi personaggi e questo è un pregio che non tutti possono vantare. Ti auguro il meglio per tutto ciò che il futuro ti riserverà. Arrivederci a presto, e come dice Mur...

"Se i suoi figli saranno in pericolo, se è vivo, sicuramente Haldir si paleserà."

Ed io ci conto con tutto il cuore che lui un giorno possa tornare 😊

Recensore Master
06/08/20, ore 00:29

Buonasera cara, eccomi tornata dopo tanto tempo con vero piacere a leggere questa tua storia. Insomma sembra che la faccenda non proceda affatto bene, anzi… direi che fortunatamente Mu ha intuito qualcosa, ma a nulla sono serviti il suo sesto senso e il blocco imposto al fratello; non me l’aspettavo ma a quanto pare, qualcosa è successo comunque. Invece mi piace come hai distinto il modo di combattere di Dunedain e Lemuriani, impostati in maniera completamente differente ed efficace nel lavoro di gruppo. Però non posso fare a meno di focalizzare completamente la mia attenzione sulla situazione di Kiki e conseguentemente di Seleina.
Qualcosa deve essere, assolutamente… e come sia accaduto non lo so ma voglio scoprirlo. Che Kiki stia per morire a causa di Seleina ormai è un dato di fatto, ma lei non ci sta, non ci è mai stata a questa cosa. Le parole che hai speso sul suo passato, sul suo essere, sul suo crescere a certe condizioni con poteri che l’hanno segnata ci volevano, aspettavo di leggerle da un sacco di tempo e sento la consapevolezza di lei che vuole liberarlo da quel legame che sta per togliergli la vita.
Non tutti però sono d’accordo, Zalaia ancora meno che fa di tutto, cerca di dissuaderla in ogni modo ma non l’ho mai sentita così. Una forza che sta per spegnersi e come i Dunedain reagiscono alla cosa, di fronte agli umani, con tale aggressivo e affranto modo di fare, fa male davvero. Sento tanta tensione in aumento, fino a raggiungere il culmine a fine capitolo, dove naturalmente – e giustamente – hai deciso di troncare il racconto per lasciarmi con l’hype per una conclusione che pare irrimediabile.
Breve ed intenso, un capitolo che attendevo con rammarico ma che prima o poi sarebbe dovuto arrivare; l’ho letto tutto d’un fiato, sfiorata continuamente dalle sensazioni pesanti e dal tipo di emozioni che hanno impregnato le frasi. Riesci a tenermi sempre sulle spine, riesci a mantenere alto il livello di attenzione muovendoti tra gesti ben organizzati nel corso della trama. Non vedo l’ora di leggere, di sapere, di scorgere coi miei occhi cosa accadrà davvero.
Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
29/07/20, ore 19:10

Se penso davvero che siamo ormai all'epilogo mi viene una stretta al cuore, perché le cose belle non vorresti mai lasciarle andar via. Purtroppo però il finale bisogna scriverlo e lasciar calare il sipario su questa parentesi di vita di Seleina e sulla fine di Haldir.
Se n'è andato in pace il signore dei Dunedain, mai avrebbe permesso che la giovane asgardiana si sacrificasse per lui. Era un vincolo che si doveva spezzare prima o poi, ed io gli sono grata per averla risparmiata. Seleina ha dimostrato di avere coraggio e forza d'animo, possiede in sé la tempra che i suoi genitori biologici le hanno trasmesso e che Haldir le ha insegnato. Il finale è tutto per i due fratelli...Imuen e Haldir, che si erano persi e adesso ritrovati, che si parlavano ma non si comprendevano fino in fondo. Testa dura il gigante bianco, dallo sguardo silente e criptico che voleva dire mille cose e su altrettante mille taceva ermetico.
Adesso Seleina è smarrita e confusa, le ci vorrà del tempo per comprendere e accettare quello che adesso è diventata, Zalaia è di una dolcezza disarmante. Un po' impacciato dalla situazione e allo stesso tempo impaziente di darle un supporto concreto e farle sentire la sua presenza.
Che storia meravigliosa...adoro ogni singolo personaggio che ho conosciuto, adoro i loro difetti e i loro pregi, mai mascherati...ma portati con fierezza e come monito costante. Hai saputo creare una trama talmente intensa e coinvolgente che anche se i cavalieri d'oro e i personaggi di Saint seiya in generale appaiono più come "guest stars" non se ne avverte ne il peso né l'assenza.
Io personalmente sono stata rapita dai Dunedain, e credo che la loro magia abbia fatto effetto anche su di me per vie traverse. Adesso è tempo di ricominciare, a creare un nuovo futuro e nuove alleanze. I gold saint fremono per tornare al Tempio, ma ormai dovrebbero sapere che "non si muove foglia che Taka non voglia" non ne uscirebbero facilmente da quel luogo e quindi tocca attendere a tutti loro. Così come aspetteremo frementi ed ansiosi anche noi la seconda parte di questo atteso finale. A presto, un abbraccio.

Recensore Master
26/07/20, ore 18:18

Eccoimi per lo scambio del giardino di EFP.
MI è piaciuto molto il flash che vediamo tra selenia e il suo signore con lei che gli parla del legame che c'e fra di lui e la famiglia di Polaris davvero interessante come cosa.
Il capitolo viaggia tra passato e presente narrando anche spezzoni di Taka e Tabe che, a quanto pare, hanno percepito che sta arrivando qualcosa di poco di buono ed infatti anche Imuen lo avverte raccomandando alla giovane di fuggire e affronta il suo stesso fratello le ultime parole che le dice non riusciamo a sentirle ma, da come appare il finale, direi che non è andata benissimo per lei.
Ciaoo e alla prossima.