Ciao ~
Okay, prima ti dico quanto mi sei mancata, poi sparisco nel blu dipinto di blu, poi riappaio a casissimo e da un momento all’altro: ti farò impazzire prima o poi (?) me lo sento! Dunque inizio con il chiederti scusa per il ritardo di questa mia recensione, ci tenevo ad arrivare prima, ma ho dovuto fare delle cose e mi sono trovata bloccata *cof*
A ogni modo, però, trovo nuovamente piacevole la lettura e sono molto felice che il punto di vista – la mia famosa sorta di pagina di diario – sia quello di Evan. È un personaggio che mostra molto e che nasconde altrettanto, uno di quei personaggi che è difficile inquadrare del tutto e per più di un momento. Ma forse è per questo che non so dirti se mi piace o meno: a volte sì, a volte no. Incoerente, forse semplicemente confuso, ma senz’altro giovane. Perlomeno, cosa che non è da tutti, c’è la sua genuinità a renderlo vivido e non costruito. Si vede quanto sia combattuto, per certi versi lucido e irritato. Ma non è soltanto lui, è il mondo intero. Stare nella sua testa deve essere pericoloso almeno quanto stare nella mia – chissà! Troppi scheletri nell’armadio, troppi bocconi amari. Un po’ misantropo, un po’ pesce fuor d’acqua. Si vede che non è a proprio agio e lo dimostra anche a gesti. Oh, la gestualità è una cosa che adoro della tua storia, sai? Molti autori non danno importanza a certe minuzie, le sorvolano, ma la cinesica è importante per inquadrare un chicchessia – ed Evan non è da meno, ovviamente. Allo stesso tempo, però, mi trovo a concordare con lui: le esperienze fortificano. Nuotare in mezzo agli squali potrebbe renderti un piranha! Stesso dicasi di lui: carattere forte, apparentemente duro, e animo sensibile – perché sì: ne ha uno e si nota tra una riga e l’altra, tra un cicaleggio e un ripensamento.
Ho un debole per Enrico, sai? Forse devo avertelo già detto, ma chissà perché non riesco a fare a meno di pensarci. Quando l’ho visto la prima volta mi ha dato un po’ l’impressione di Evan – non per collegamento caratteriale, s’intende. Loro due sono molto uniti, sono una famiglia a sé: lontani dalla foto, lontani dalla maschera di Evan. Mi mettono i brividi quando sono vicini, sembrano due fratelli! ♥
Cito una parte che ritengo fondamentale di questo capitlo:
[…] E allora mi limito a fare quello in cui sono sempre stata brava a fare.
Allontanare le persone a cui voglio bene non permettendo a nessuno di poter entrare dentro la mia testa. […]
La cito perché penso che esprima parte del titolo, perché so che l’altra metà sta da qualche altra parte.
E non biasimo Maya per il suo atteggiamento, no. Benché sia sbagliato, benché abbia ferito qualcuno a lei tanto caro, è plausibile e verosimile. Alle volte ci difendiamo a parole, siamo pungenti: esseri umani dalla lingua biforcuta che hanno solo paura di soffrire più del dovuto, più del necessario – ancora.
Ma siamo esseri umani, siamo autodistruttivi, siamo bombe a orologeria che nascono e ticchettano senza rendersene conto. Maya non è diversa da noi e pertanto è più vera di tanti personaggi mai incontrati finora. Perché dico questo? Mi ricorda una persona che ho conosciuto, ecco. Le parole di Jack, il suo recriminare quel solo-sesso, quella mancanza di lucidità… Mi ricorda una persona che ho conosciuto e pertanto posso solo farti i complimenti. Maya è sempre più vera, i tuoi personaggi sono sempre più veri. Migliori a vista d’occhio e non so neppure se il tempo abbia o meno una qualche influenza. Magari è stata una svolta improvvisa, magari è la storia in sé che ti rende tanto precisa, ma sappi che hai tutta la mia stima per questo lavorone.
E quel Va tutto bene ripetuto mi mette i brividi. C’è un motivo, un vero e proprio motivo, ma non posso dirtelo qui – e sarebbe anche un enorme spoiler per chi segue una mia storia, lol (non per te, no, ma chissà che passi qualcuno). In sintesi: autoconvincersi nel nero più nero porta solo a impantanarsi più del dovuto.
Stesso discorso vale per Evan. E adesso, nella melma, riesco a figurarmelo stranamente meglio. Sarà che è un po’ il mio campo di battaglia, che si tratta di un terreno fertile. Ma ho trovato pertinenti e calzanti i pensieri riguardanti il mondo, il suo flusso, la giustizia ribaltata.
Poi è come tornare indietro, e quel Mi sei mancato mi ha fatto nuovamente rabbrividire. Mi ha portata all’inizio, al ricordo, all’infanzia lontana. Penso che l’altra metà del titolo, la parte ancora oscura di Evan, verrà svelata lentamente. E sarà più brillante di quanto chiunque possa immaginare, sì.
Ti faccio i miei complimenti per lo stile: scorrevolissimo, piacevole. Mi era davvero mancato, giuro!
Alla prossima,
xoxo |