Cosa lo aveva risvegliato?
Non lo sapeva nemmeno lui con precisione.
Forse la rabbia nei confronti del cuoco.
Forse la voglia di dimostrare che lei apparteneva solo a lui.
Forse il desiderio di lei.
O, semplicemente, tutto questo fuso assieme.
Il mondo temeva quella belva, assetata di sangue e di violenza.
Ma lei no.
Lei amava quel demonio.
E lui si lasciava avvicinare solo da lei.
Solo lei era in grado di placarlo, una volta venuto alla luce.
Quella bestia che l’amava con tutta se stessa, trovando pace nel solo istante in cui poteva sentirla sua.
Gemeva, ringhiava, ruggiva sulla sua rosea bocca.
I rispettivi profumi di mandarino e alcol si fondevano all’odore di salsedine che aleggiava per la nave, dando vita a quella fragranza che sapeva di loro.
Ormai erano entrambi al limite.
Le pareti di lei si strinsero intorno al suo membro, gonfio e pulsante.
I gemiti si fecero più acuti.
Con un’ultima spinta, raggiunsero entrambi la meta ambita, quel paradiso fatto di tutto e di nulla.
Si riversò in lei, riempiendola del suo seme caldo.
E la bestia tacque.