Gwen posò la matita sulla scrivania e si massaggiò le tempie, osservando con aria critica la sua ultima creazione: un intrico di linee nel quale a stento era rintracciabile una presenza umana, identificabile solo grazie a due occhi luminosi, disegnati circa a metà foglio.
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La gotica sbuffò e sollevò il disegno davanti al volto, sperando di vederlo trasformarsi sotto i suoi occhi, magari in un ampio prato verde, o in un maestoso boa smeraldino, oppure in una bella chitarra...
Tra disegni incompleti, fotografie misteriose, una canzone ed un interrogativo: Gwen sa ancora ridere di cuore?