Michael Gordon Clifford non aveva nessuna certezza.
I suoi capelli cambiavano colore con una frequenza assurda, ma non era certo del vero motivo per il quale lo faceva.
I suoi occhi erano piccoli e di uno strano colore chiaro, quasi fossero trasparenti, ma non era certo di aver colto mai la loro vera pigmentazione.
Le sue dita, dopo i primi mesi, erano costantemente impregnate dello sgradevole odore del tabacco che fumava innumerevoli volte al giorno, ma non era certo se questo gli desse effettivamente davvero fastidio.
La sua pelle aveva un particolare tono cadaverico che tutti gli notavano, ma non era certo di esserci completamente a suo agio con quel colorito.
Il suo appartamento, così lo aveva classificato l’agente immobiliare quando gliene aveva parlato, lui preferiva chiamarlo topaia, ma non era certo, se si fosse presentata l’occasione, di riuscire ad abbandonarlo.
Il tatuaggio che troneggiava sul suo collo rappresentava un semplice e piccolo cuore, ma non era certo del significato che gli aveva attribuito quando gli si era presentata la geniale idea di farlo.
In effetti, l’unica certezza di Michael, era effettivamente quella di non averne affatto, di certezze, ma anche di questo si curava ben poco.