«Mike prese i pennelli per terra – tutti quanti! –, li intinse nelle varie vernici e cominciò a dipingere. La sua mano era sicura e agile sulla tela, era la tela, era il colore, il pennello. Fu così che allora perse la coscienza del tempo, e dipinse, dipinse, fino a sporcare non solo le dita e le mani, ma le braccia intere. Un sorriso, paradossalmente, si dipingeva da solo sul suo volto, che si illuminava di attimo in attimo».