Bene, partiamo dal presupposto che leggere questo capitolo è stato un po' come giocare alle scatole cinesi. Ne guardi una, la più grande. Sorridi, ti piace. Poi la apri e ne trovi dentro un'altra. Ti sforzi di capirla. Poi vai avanti e ne trovi un'altra, e un'altra ancora. Cerchi di capire, credi di capire. Poi giungi in fondo, e ti rendi conto che l'unica cosa che hai realmente capito è che ancora non hai capito, non tutto, e che dovrai aspettare proprio la fine, l'ultima riga. Senza la certezza di avere una risposta, dopo tutto. Perché anche il finale aperto alla libera interpretazione, è ancora possibilissimo, vero? In fondo, anche la trottola finale di Inception, gira e rigira, e tu aspetti che si ferma, sei convinto che si ferma, e invece quella gira e rigira impietosamente e tu pensi che stia lì a prenderti per i fondelli. Poi rallenta. Sembra che si stia fermando, e tu già intimamente cominci a gioirne. E poi il film si chiude, così. Niente risposta, te la trovi da sola, la tua risposta. E anche in The Prestige, insomma, giusto per restare in tema Christopher Nolan. Arrivi lì alla fine, con milioni di cadaveri nelle vasche, e tu ti chiedi se il prestigio non lo abbia fatto proprio a te, il regista, e anzi ti rendi conto che è proprio così.
Ma andiamo con ordine. Sono pronta, mi addormento e via, che cominci l'Inception! (Ah, no, non c'è Leonardo di Caprio accanto a me ad accompagnarmi nel viaggio. Maledizione.)
Che non potesse essere stato tutto un sogno di Hermione, nonostante la tua vena sadica avesse velatamente spinto in quella direzione, era poco credibile. Sarebbe stato un sogno veramente troppo, troppo articolato, e insomma uno che sogna, per arrivare a sognarsi la regina Vittoria vuol dire che come minimo deve essersi fatto di Crack. No dai, e soprattutto sarebbe stato un finale banale, troppo banale per te. Detto sinceramente, non avrei fatto salti di gioia.
Hermione che torna nel presente, dunque, "Emerse dalle tenebre come da acque profonde". L'incipit del capitolo è bellissimo. Oltre che riprendere la circolarità del capitolo 1, è descritto magistralmente, la sensazione di angoscia, di soffocamento, la testa pesante, le membra doloranti, ho quasi avvertito tutto questo mentre Hermione lo provava e io lo leggevo. Mi è tornato in mente, forse erroneamente, la scena del risveglio di Giulietta, dopo il lungo sonno impostole dal veleno. E verso la metà del capitolo ho sorriso, leggendo che, in fondo, anche Hermione ha trovato il suo Romeo disteso e riverso su di se, quando si è svegliata.
Poi, il primo indizio che, no, non poteva essere, giustamente, solo un sogno: l'apparizione di Aristofane, fuggevole ma presente. Ho immaginato Aristofane come una sorta di "angelo custode", se ti è capitato di vedere al cinema il recente "I guardiani del destino", ecco, quello lì è il ruolo che ho dato a lui e in generale a tutti i Gargoyles della tua storia. Aristofane si è assicurato che Hermione fosse tornata da dove era partita, a dispetto del fatto che il ruolo dei Gargoyles fosse quello di semplici "spettatori" o "incoraggiatori" degli eventi. "Sticazzi" mi verrebbe da pensare, ho il sospetto invece che il loro ruolo sia stato molto più attivo di così.
Ma continuiamo.
Il risveglio di Hermione in ospedale, accompagnato da Harry prima, e dalla McGranitt poi, mi ha ricordato il risveglio di Harry al primo anno, in infermeria, con il buon Silente a dargli delucidazioni. Ora Silente non c'è più ed è la McGranitt a prenderne il posto in qualità di mentore. E per bocca sua, giungono, finalmente, le prime e tante attese spiegazioni.
Personalmente, avevo vagamente intuito che l'agire di Hermione a protezione di Draco, con le dovute conseguenze, si ispirasse allo stesso modo di agire di Lily Potter, che è l'avvio della saga ed il suo motore. Questa è stata una scelta che ho molto apprezzato perché, come ti dicevo nella scorsa recensione, è un brillante esempio di come creare "un opera dentro l'opera", un qualcosa di totalmente nuovo e complesso che rimane però perfettamente inseirto dentro l'Opera madre, rispettandone leggi e canovacci. Davvero ammirevole. Quello che banalmente non avevo intuito era che, in effetti, portare Malfoy nel 1848, avrebbe significato proteggerlo in senso stretto, catapultandolo in un "luogo" sicuro inteso non in senso micro, come poteva essere Malfy Manor, ma in senso "macro", e cioè molto più lontano, in un altra epoca ed in un altro mondo, completamente avulso da quello originario se non fosse per la presenza di Hermione, che l'ho immaginata un po' come la trottolina, il totem di Inception (perdona il continuo accostamento con queste opere, magari non centrano una mazza, ma mi tornano in mente).
"Ed evidentemente l'anima del signor Malfoy non avrebbe potuto essere più al sicuro che con lei accanto, nel 1848", dice la McGranitt.
Ammetto che ci ho dovuto riflettere un po', per giudicare se fosse plausibile. Confesso che ho affrontato la lettura di questo capitolo, che sapevo cruciale, un po' come al Liceo affrontavo le dimostrazioni dei teoremi di analisi, e cioè cercandone il senso logico ma soprattutto le imperfezioni, le sbavature che facevano crollare il tutto. E dunque, mi son chiesta: come mai proprio Hermione doveva essere la "custode" dell'anima di Malfoy? In fondo quei 2 si son sempre detestati, Draco la odia...sarebbe stato un po' come se, che ne so a fare la custode di Hermione ci fosse stata la Umbridge. Meh.
Allora per un attimo ho temuto che tu avessi peccato un po' troppo di romanticismo, in nome di quella ship, la Dramione, che è così radicata nella testa dei fans ma che in effetti poco ha a che vedere con la famosa Opera Madre in cui la tua è incastonata. Ma poi no, ci ho riflettutto, e ho capito che invece un senso logico lo aveva perfettamente, e anzi, ne rispettava i canovacci a maggior ragione: l'atto di "amore", che poi non era di amore, ma piuttosto di "generosità" e di "onore" da parte di Hermione, è ancora più forte perchè disinteressato: non dettato dall'affetto e dalla razionalità quanto piuttosto dal coraggio e da un profondo senso di giustizia, ed allo stesso tempo è perfettamente IC al carattere di Hermione, che non è certo il tipo da ricordarsi rancori, nelle situazioni di pericolo. In fondo è la stessa persona che ha salvato Lavanda Brown dal diventare un licantropo, durante la battaglia finale. Ecco allora che la sua presenza nel 1848 diviene perfettamente sensata, più sensata che non quella di Narcissa, alla quale avevo inizialmente pensato, il cui gesto è dettato dal naturale amore materno. E quindi, quando ho realizzato questa cosa, ti ho fatto mentalmente ancora una volta i complimenti.
Poi, arriviamo alla questione: era Draco o non era Draco? Era Phineas? Chi era?
Anche qui, spiegazione perfettamente logica. Era l'anima di Draco, nel corpo del suo antenato. Era un Horcrux? No, era la sua anima intera, esportata dal corpo del suo possessore esattamente con lo stesso principio di base degli Horcrux, ma con madalità e soprattutto finalità diametralmente opposti. Plauso all'ennesimo ottimo esempio di come inserirsi perfettamente nelle leggi dell'Opera Madre, senza stravolgerle, ma anzi arricchendole. Davvero sbalorditivo.
Ora, veniamo alle questioni "spinose".
Devo dire che ti ho un po' detestato quando ho letto, per bocca della McGranitt:
"Credo che non sapremo mai veramente quale sia stato il suo scopo nel 1848, signorina Granger".
E no. No! dopo 31 capitoli più Prologo a chiedermi quale fosse la "missione" di Hermione in un altro secolo, questa risposta così estremamente riduttiva non la accetto, cara Professoressa! Io credo che uno scopo c'è, eccome. Altrimenti potrei pensare che l'aver osato inserire la Regina Vittoria, la sua Licantropia, tutta la storia di Belida Griggs, dei vampiri, del rampollo dei Black portato in salvo, non siano stati da parte tua altro che intermezzi, per quanto appassionanti, per allungare il brodo e pavoneggiarsi un po'. No, diamine, Hermione ha letteralmente cambiato la Storia, ne è stata protagonista attiva, è intervenuta direttamente in essa. Le conseguenze che ha determinato non possono essere spiegate semplicemente con un "era necessario compensare qualche paradosso". No, troppo riduttivo. Per non parlare del fatto che i Gargoyles, nel capitolo 27, hanno chiaramente spiegato che loro "intervengono negli affari degli uomini", condizionando e incoraggiando certe circostanze affinché essi compiano le scelte più importanti per la Storia ed il Tempo, salvaguardandone la linearità e evitando agli umani di piombare nell'Eterno Presente. Dunque il ruolo di Hermione deve essere stato qualcosa di più del sempice "proteggere Malfoy". A confermare questa mia ipotesi, poi, interviene il ruolo dei Gargoyles nel presente, nel 1998: Hermione non ne riesce a parlare, la McGranitt non ne conosce l'esistenza, quindi ci sono cose di cui lei è all'oscuro. Poi, avendo imparato che tu sei una che non lascia nulla al caso, mi sembra importante tenere bene a mente che tu, da autrice, hai scelto di far ricordare ad Hermione la loro esistenza, le loro parole, i loro gesti, ma di non riuscire a parlarne. E' un principio che ho già riscontrato, in altri romanzi e film fantasy, ne "I guardiani del destino" ad esempio (giusto per essere ripetitiva) Matt Damon vede i suoi guardiani, sa che questi influenzano il corso della sua vita, ma non può parlarne con nessuno, o la sua pena sarebbe la rimozione totale della memoria. Dunque Matt Damon, che è il protagonista, li vede accanto a se. Questo gli servirà, nelle intenzioni dei suo Guardiani, per diventare il presidente degli Usa, un grande presidente, in grado di cambiare attivamente la Storia. Dunque, applicando (forse erroneamente) lo stesso principio alla tua storia, il fatto che Hermione ricorda i Gargoyles potrebbe essere importante per comprendere il suo reale scopo nel 1848. Se questo scopo verrà spiegato, dovrà essere per forza nell'ultimo capitolo, a dimostrazione della tua capacità di mantenerci con la tensione alta e gli interrogativi a mille proprio fino alla fine, fino all'ultima riga.
Poi, certo, rimane la questione che tutti stiamo aspettando: che ruolo aveva Draco nel corpo di Phineas, in che misura Draco era cosciente di quel che succedeva e in che misura ne era semplice spettatore? Finiranno insieme oppure no?
Personalmente, ripeto, non ho preferenze, potrebbero finire insieme, ma potrebbero anche non farlo, lo capirei e anzi, sarebbero anche giustificati. Potrebbero però cambiare il loro modo di giudicarsi a vicenda, di stimarsi. Questo non lo so.
Oh, piccolo pensiero personale estemporaneo: io ho sempre pensato che Hermione vedesse Phineas come identico a Draco semplicemente perchè ne riconosceva, pur inconsapevolmente, l'anima, che era effettivamente quella di Draco Malfoy. Magari il vero Phineas non era poi tanto simile a Draco. La tua spiegazione sul fatto che le anime dei 2 convivevano in un unico corpo, anche se non sappiamo ancora in che misura, me lo ha confermato.
Piccolissima critica riguardo al capitolo, che poi più che una critica è un gusto personale: mi aspettavo e immaginavo più dinamismo, più azione, con Hermione che in fondo se ne era andata nel bel mezzo della battaglia, e lì in mezzo è poi ritornata. Hai preferito glissare per arrivare alle lente ma necessarie spiegazioni, ed è una scelta condivisibilissima, anche se forse stona un po' con tutta l'azione e il movimento a cui ci avevi abituate con gli scorsi capitoli, mentre questo qui è un po' statico, anche se perfettamente giustificato dalla necessità di sciogliere i primi nodi.
Ho scritto tanto, forse troppo, forse molte considerazioni errate, ma sono pensieri e riflessioni che si son rincorse nel corso della lettura. Spero di affinarle e completarle con l'ultima (occazzo, l'ultima!) lettura, quella dell'epilogo.
Per ora, mi limiti a rinnovarti comunque i complimenti e la mia ammirazione per questa storia.
Alla prossima!
Tayla
p.s. forse non ci crederai, e lo avevo scritto anche nel Paese (ma tu ancora non lo frequentavi): anche per me Immagini da un Matrimonio è stata la primissima FF in assoluto, il mio svezzamento personale. (e qui Mirya si è spesso divertita a prendermi in giro sul fatto che fossi stata "sverginata da una incompleta". Già, che donna sadica). Poi, anche per me, la saga di Kysa e Axia. La tua è arrivata cronologicamente molto dopo rispetto a queste, ma la colloco assolutamente nella stessa linea di genere e tipologia. (Recensione modificata il 18/08/2011 - 01:15 pm) |