sternocleidomastoideo (ho fatto copia e incolla perchè non ho idea di come si scriva..)
allora, innanzitutto mi dispiace DA MORIRE per recensire solo ora (e inoltre penso di non aver recensito nemmeno lo scorso capitolo, dopo controllo), ma ho fatto un casino.
1- mio papi mi ha tolto il wi-fi per un po' di giorni. (valli a capire gli uomi e i loro film/programmi...)
2- dovevo rivedere il capitolo per la mia storia che ha cominciato a farmi schifo.
3- il mare, il mio amato mare.
inoltre, sapere che la mia migliore amica si è ri-fidanzata con ragazzo che amo... beh, sì. una favola sono stata.
comunque chissene frega, parliamo di questa ottava meraviglia del mondo.
Stava per dire qualcosa ma si bloccò, guardando Eileen. «Cosa..» sussurrò, facendo correre lo sguardo da lei a
Zoey. Alla fine guardò anche Zayn, corrucciando la fronte.
«E' venuta a prendere un po' delle sue cose e l'ho convinta a venire qui.» spiegò Zoey cautamente.
Eileen si avvicinò ad Erin, che però si ritrasse come se un fantasma le stesse raccontando una barzelletta.
«Mi ha detto che stai passando un brutto periodo.» mormorò Eileen, guardandola inespressiva. Erin annuì, ma non rispose. Continuò a
guardarla come se stesse cercando di capire se stava sognando o lei era davvero lì, in carne e ossa.
«Dì qualcosa Erin.» la incoraggiò Zoey, sempre con voce delicata. Lei era sempre stata la più calma, quella che prima di fare le cose ci
pensa bene. Quella che pensa alle conseguenze, quella che ragiona e, soprattutto, quella che fa ragionare. Era un pezzo di pane,
indulgente e sempre disposta ad aiutare. Certo, questo era positivo, ma c'erano anche i lati negativi: tendeva sempre a giustificare le
persone che le facevano del male. Un'amica si arrabbiava con lei? Lei, anche se non aveva torto, si auto-incolpava. Non era per nulla
orgogliosa, e per non perdere una persona importante sarebbe capace di prendersi tutte le colpe del mondo.
Erin si schiarì la voce. «Ho così tante cose da dire che non so nemmeno da dove iniziare.»
Eileen, un po' controvoglia, allargò le braccia ed Erin ci si tuffò dentro. Zayn, che nel frattempo era rimasto sulla soglia, sorrise.
Dopo qualche secondo di silenzio, Eileen sciolse l'abbraccio ed Erin si sedette sul letto, seguita da Zoey.
«Scusaci davvero Eileen, sappiamo di aver sbagliato e..»
«No, no. - la interruppe la ragazza con un gesto della mano. - Ho già sentito le scuse di Zoey. Ho accettato di venire qui perché lei mi ha
detto che stavi affrontando un brutto periodo. Ma che sia chiaro, io non dimentico.»
Il tono improvvisamente duro e freddo di Eileen fece comparire un'espressione confusa sui volti di entrambe le amiche, e persino su
quello di Zayn. «Mi ha raccontato di Matt, e mi spiace molto, ma non puoi dire a me di aver avuto un brutto periodo. Sai cosa ho passato?
Ho fatto i bagagli in un giorno, me ne sono andata senza nemmeno sapere dove. Dopo tre giorni sono tornata per partecipare ai funerali
dei miei genitori, e poi ho lasciato la città. Ho vagato per sette mesi, cercando coinquilini, cercando di avere un'altra vita. Ho avuto
persino paura delle persone. Sai quanto ci ho messo per riporre fiducia nei miei due nuovi coinquilini? O in Zayn?» chiese, indicando il
ragazzo che, con un sorrisetto imbarazzato, alzò una mano come per salutare la ragazza.
«Hai ragione, scusa.» sussurrò Erin, annuendo a testa bassa.
Eileen distolse lo sguardo. «Non voglio essere dura, ma non vi posso perdonare così in fretta. Niente tornerà come prima, non farò
finta che non sia successo nulla. E' stata troppo dura per me, e non posso lasciar correre.»
«Lo sappiamo bene, Eileen. Sappiamo che quello che avevamo non tornerà, sarebbe chiedere troppo.» concordò Zoey, con rammarico.
Erin annuiva ancora. «E' che il senso di colpa mi divora. Alla fine è colpa mia se è successo quel che è successo.»
«Se vogliamo dirla tutta, allora, in primis è colpa di Davis. - intervenne Zayn, entrando in camera. - E' stato lui a tradirla.»
«Sì ma noi da migliori amiche che eravamo avremmo dovuto dirglielo.» spiegò Zoey, guardandolo.
«E' colpa di entrambi, non solo vostra.» annuì il ragazzo.
«Non importa di chi sia la colpa, i miei genitori sono morti! Il danno è fatto. - sbottò Eileen, esausta. - Chiudiamola qui.»
Zayn le prese la mano. «Stai calma Leen.» le sussurrò prima di abbracciarla.
Lei affondò la testa nell'incavo del collo: doveva calmarsi, e il suo profumo la aiutava a farlo.
Erin e Zoey si scambiarono uno sguardo triste e malinconico. «Non volevo peggiorare la situazione..» mormorò Erin.
Eileen si staccò dal ragazzo e la guardò, respirando a fondo. «Non credo potrebbe andare peggio di così. Oh, giusto, tu non sai l'ultima
notizia - esclamò sarcastica. - Darren e Dahlia non erano i miei genitori. Sono stata adottata, e l'ho scoperto due giorni fa.»
Erin scosse la testa, confusa. «Dici sul serio?»
«Sì, certo che sì. Come potrei scherzare su una cosa del genere?»
«Non l'avrei mai immaginato. Cioè, la vostra sembrava una famiglia così.. - si fermò per cercare le parole. - ..perfetta.»
«A quanto pare non era così. - ribatté Eileen. - Non mi va più di parlarne, non parlo d'altro da due giorni ormai. Venire qui non è stata
una delle migliori idee.»
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«Sì, va bene. Ciao Erin. - la salutò cordialmente, come se fosse una ragazza appena conosciuta.
Era strano per lei comportarsi in quel modo con una persona che conosceva da una vita. Sentiva che il loro rapporto era retroceduto
fino a sparire quasi del tutto, e ora era come un'estranea. Sapeva tutto di lei, come di Zoey, eppure non c'era più nulla, nessun rapporto
speciale. Solo conoscenti, ormai. - Ciao Zoey.»
oddio erin.
che patata.
mi sta simpatica da morire.
cioè, non simpatica perchè praticamente da questa parte sembrava una zombie al femminile, ma tipo mi sta a cuore.
mi sembra dolcissima e boh.
una patata. (chiamo così tutte le cose dolci e carine. non che le patate siano dolci e carine, ma ci siamo intese..)
«Sì, non è stata una delle migliori eh?» esclamò Zayn ironico.
Eileen rise. «Non potrebbe andar meglio direi!»
«Le ultime parole famose.» recitò il ragazzo, leggendo una pagina del menù.
Eileen si versò un bicchiere d'acqua che aveva lasciato il cameriere e prese a guardarsi in giro. Era un ristorante molto elegante, piccolo
e con una musica in sottofondo lenta e orecchiabile. Strano, non l'aveva mai notato in diciotto anni della sua vita.
Sospirò, tra un misto di stanchezza, malinconia e forse nostalgia. Rivedere Zoey ed Erin era stato un brutto colpo, e onestamente avrebbe
preferito non incontrarle. Faceva male guardarle e pensare a quello che erano per lei. Faceva male, poi pensare al fatto che le avevano
voltato le spalle. Certo, lo avevano fatto per "proteggerla", se così si può dire. Le loro non erano cattive intenzioni, ma alla fine quella
che ci ha perso è stata lei. Come avevano potuto essere così sprovvedute ed ingenue? Nemmeno Zoey, che di solito era quella ragionevole,
ci aveva pensato. Eppure, era andata così. Strano a dirsi, sembrava quasi la trama di un film: una ragazza viene tradita dal suo ragazzo,
dalle sue due migliori amiche, perde i genitori e scappa in un'altra città. Trova dei coinquilini, va in una nuova scuola, torna a fidarsi delle
persone e poi, un giorno, viene a sapere che quelli che pensava fossero i suoi genitori in realtà sono solo due estranei che l'hanno
adottata, incorporata nella loro vita agiata e di lusso, tenendole nascosta la verità. Cosa poteva succedere ancora? C'era altro da scoprire?
Non bastava quello che le era successo fino a quel momento?
Eileen scosse la testa per scacciare quei pensieri e sorseggiò dal bicchiere un po' d'acqua per sopprimere una brutta sensazione che le
si era formata nello stomaco. Era un brutto segno, quello: le capitava sempre quando stava per succedere qualcosa.
E infatti, una campanella suonò, quella dell'entrata, e lei si girò. Sapeva che stava per guardare in faccia la stessa cosa che le aveva
provocato quella sensazione allo stomaco, e ne temeva l'aspetto. Quando vide quella cosa, infatti, la sua bocca si aprì immediatamente e
la sua mente cominciò a colorarsi di rosso, la rabbia la pervase, ma anche la sorpresa fece la sua parte. Quello che aveva davanti agli occhi
non solo era inaccettabile, ma anche estremamente inaspettato. Decisamente la cosa peggiore che le potesse capitare, soprattutto dopo
una giornata come quella. E ora era là, all'entrata del ristorante, ad una quindicina di metri. Non era solo presa dalla rabbia e dalla
sorpresa: in lei si concentravano un misto di emozioni indecifrabili, che la sconvolsero del tutto. Le ultime parole famose.
Tutte quelle emozioni si tramutarono poi in un unico sussurro: «Davis.»
oddio mentre leggevo avevo l'ansia.
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
oddio ora succede qualcosa
tutto così sono stata, per tutta la lettura.
e quando alla fine ho letto "davis" sono crepata sul posto.
mi hanno fatto la tomba e ora ti parlo dall'aldilà, figo eh?
no, comunque.
mio dio, davis? fai sul serio?
ora, hai aggiornato quattro giorni fa e io sono curiossissima, che ne dici di pubblicare il nuovo capitolo? sì? grazie mille. ^_^
un bacione, martz.
ps: ti ho seguita su twitter! sono @nomoretears_ (come qua su efp in pratica)
pps: ho visto la tua foto e sei bellissima. la MIA autostima ora è sotto zero |