“Sono rimasto solo, solo con me stesso, e non era una bella compagnia.”
–David Grossman, Che io sia per te il coltello.
Questa è una delle tante citazioni, di un libro in cui ho riscontrato molti aspetti della mia personalità, che ricorderò tra le righe di questa insulsa recensione che sto scrivendoti. Preparati a cogliere i miei giri mentali, i collegamenti che la mia mente traviata, ieri notte, ha compiuto.
Perché ho deciso di citarti proprio questo libro? Semplice, forse lo hai capito dalla premessa.
“No Sound But The Wind”, che per chiunque può essere una semplice fanfiction, per me (per noi) è molto di più e lo sappiamo, non serve aggiungere altro.
No Sound, secondo la mia esperienza, ha una cosa in comune con “Che tu sia per il coltello” di Grossman: ci sono io, tra le righe, in ogni capitolo, in ogni frase c’è sempre una parte, piccola o grande, di me.
La citazione con cui ho aperto questa recensione è una di quelle che maggiormente mi rispecchia e a cui ho pensato quando Zayn è rimasto (appunto) da solo, con i suoi pensieri, mentre Liam se lo lasciava alle spalle in tutti i sensi, figurativi e letterali che siano. Su wechat ti ho detto che non avrei parlato di Liam ma, ahimè, lo sai… Ci ritornerò più tardi giusto per spruzzare un po’ di alcool sul taglio fresco!
Ho notato che più la fine si avvicina e più ogni capitolo mi devasta, io non oso immaginare il capitolo finale, sono seria. Sono tutte cose che tu già sai perché ne parliamo spesso, io e te, però ripetertele qui fa uno strano effetto. La recensione è come un diario, no? Un diario su cui scrivo, lontano da tutti, per poi richiuderlo e lasciarlo casualmente in giro, incustodito. Perché voglio che qualcuno lo trovi e lo legga così che le emozioni che ho riversato tra quelle stesse pagine possano, in un certo senso, fluire via da me e tormentare il malcapitato che ha deciso di aprire il diario.
E tu, caro Ossimoro, mi viene da ridere ma… in questo caso sei quel malcapitato.
E ben ti sta, Cristo, così ci soffri pure tu! E’ divertente anche per un’altra cosa recensire: posso scriverti in un modo leggermente distaccato e fingere di non conoscerci, come se fossi una lettrice qualsiasi e tu l’autrice della storia che mi fa battere e mi affossa il cuore.
Si sente la superiorità in queste mie parole? Ah! Io ti conosco, gli altri no.
Ok, ora cercherò di essere seria e di non sforare eccessivamente ma se mi permetto il lusso di scrivere cazzate è solo perché mi conosci, se fossi stata un’autrice qualsiasi: uno, non avrei esordito in questo modo e due, sarei stata più formale.
In questo capitolo ho trovato un numero spropositato di ingiustizie, sai? Così tante ingiustizie crudeli che più volte sono stata tentata di chiudere tutto, spegnere il cellulare, imprecare a squarciagola fuori dalla finestra e dipingere. Non sto scherzando, se non te l’ho detto su wechat è perché avevo premeditato di scrivertelo qui. Ora starai pensando alle ingiustizie di cui parlo, mi sembra normale, e tra poco te le elenco una a una, in realtà non sono tantissime come ti ho detto ma la rabbia, la frustrazione per (te lo dirò dopo) mi fa ingigantire ogni cosa.
Louis e Harry, si è capito, tornano insieme.
C’è stato il loro incontro al rinfresco post laurea e niente, tutto bellissimo ma no… Non sono riuscita ad emozionarmi. O meglio, l’ho fatto ma sommersa da un velo asfissiante di tristezza. Perché l’ingiustizia è proprio questa: leggere che a quello stronzo va tutto bene, mentre a Zayn la vita, un’altra volta, va contromano.
Leggere questo capitolo è stato come essere seduti ai margini di un burrone ad osservare un tramonto o un’alba mozzafiato. Sei seduto ad un passo dalla morte, dall’angoscia ma in compenso ti godi un bellissimo paesaggio. Osservi quella meraviglia (Louis e Harry) con un terrore nel petto pressante, la consapevolezza che un fottuto soffio di vento (Liam, Liam, Liam) possa spingerti di sotto e rubarti qualsiasi cosa.
Troppo risentimento. Non posso farci nulla, ora la trama non c’entra un cazzo, lo so che è una Larry e che si dovrebbe essere felice per Louis e Harry ma io non ci riesco. Vedevo la felicità negli occhi di Louis e contemporaneamente desideravo spegnerli quegli occhi, spegnere uno a uno quei luccichii a suon di pugni perché ogni luce che si accendeva nel suo sguardo blu (riecco questo colore) veniva sottratta dagli occhi di Liam.
Continuerò a vedere Louis come un pezzo di merda, non posso farci niente. Te l’ho detto anche l’altra volta, so che non poteva saperlo (di Liam acquattato) ma il fatto che abbia tirato fuori quella verità ancora mi brucia. Doveva tacere perché Zayn sarebbe stato zitto, non lo avrebbe detto e invece è stato ferito a morte con un’arma che lui non avrebbe mai utilizzato.
E’ stato egoista.
Ecco, vorrei cancellare tutto e non inviarti nulla perché lo sapevo che finiva così.
Mi sforzo di ritornare a parlare dei Larry solo per Harry, a essere onesta. Perché a lui ci tengo troppo e se vuole stare con quello stronzo io non posso farci niente ma! Una sola mossa azzardata, un’altra, da parte di Louis e Zayn lo farà fuori davvero, probabilmente. Ci confido, anche se Louis non deluderà più Harry, al massimo il contrario… Forse. Deludere in senso buono, non so se mi spiego ma il mio finale Larry è ben tracciato nella mia torbida mente e non ti dirò nulla anche se pensarci non mi fa affatto male.
E’ altro che mi smuove tutto e mi atterrisce.
La scena della maglia di Harry con le impronte rosse (rosso, un altro colore fondamentale) devo ammetterlo, mi ha messo i brividi ma ribadisco, solo per Harry. Perché per lui quel colore è stato un incubo per anni e forse, l’unica cosa di cui devo dire grazie a Louis è proprio questo: l’aver salvato Harry dai suoi incubi peggiori cosa che, in fondo, Zayn non è riuscito a fare.
Non ci è riuscito perché troppo occupato dal suo di colore, quel nero (…nero) come la giacca di pelle che si ostina a indossare anche con la neve.
Nero inteso come grembo in cui generare e dare la vita a tutti gli altri colori, non come un nero assoluto e inesistente, tutt’altro.
E Il suo sole giallo (colore caldo il giallo…) pare essersi eclissato. Liam è come se avesse deciso di soccombere al bianco latteo della Luna, un bianco incolore fatto di incomprensioni, verità mancate che per me, lo ribadisco, non sono bugie.
“[…] Non tutte le verità sanno amare.”
Ma paure, ecco cosa sono le verità mancate, ansia, angosce.
Quindi, dopo aver riassunto di nuovo il senso del banner […] quella scena di Louis e Harry nascosti dal mondo a baciarsi è stata emozionante perché ci ha riportato a quel bacio nei bagni della facoltà, il loro primo vero bacio. E ho sorriso mestamente, proprio come Zayn probabilmente (…), seduto in un angolo con Niall ad osservarli allo Shiver, ballare appiccicati e ad attrarsi come la prima volta… Ho sorriso con una saudade incredibile perché almeno ho cercato di essere felice per il mio amico (sto degenerando ahahaha!) per Harry.
Ma non riesco a girarci troppo intorno perché non ce la faccio, mi sento ipocrita a fingere emozioni per loro due mentre dentro mi lascio eclissare anche io dalla tristezza.
Apro una brevissima parentesi per Eleanor. Ma quanto è topina? Io l’adoro anche nella realtà, a dire il vero. Cioè, mi è indifferente ma non le do odio gratuito come tanti, lo sai. Poi mi piace un sacco qui, anche come la descrivi, è topina. Finirà a letto con Niall dopo la seratina in disco? Eh, eh, eh?
Il suo regalo >>>
Ha fatto una cosa bellissima per Louis, regalargli un’esposizione in una galleria d’arte, ancora soffoco e non sto scherzando.
Ed è simbolico per Louis, non solo perché dovrà far vedere al mondo che lui è fatto di arte, che il suo sangue non è solo blu (come dice Zayn) ma che è iridescente! Louis non è monocromo come lo vuole suo padre, e dovrà vomitarli fuori i suoi colori, preferibilmente in faccia alla sua famiglia e ai media. Lo deve per Harry che è tornato per lui. E per Zayn a cui ha sfasciato la vita.
Pardon, non riesco a non scoccargli una freccia avvelenata dritto sul petto.
Zayn accompagna Harry alla laurea del bastardo non solo per parlare con Liam, lo so. Lo accompagna perché ama Harry e vuole in un certo senso assorbire la sua energia positiva nel saperlo lì, a pochi passi dal suo amore.
Poi, solo dopo, incontra gli occhi marroni di Liam che sta caricando la sua auto per andare via, per nascondersi dietro la faccia della Luna e ciò a cui penso è un’altra citazione di quel libro che un po’ è la storia della mia vita, per usare un gergo un po’ superficiale e bambinesco.
“I tuoi occhi, grandi, scuri e belli, per un istante si sono aggrappati ai miei e insieme ci siamo raddrizzati e rialzati, grazie quasi alla sola forza dello sguardo.”
Perché è così, no? Il loro amore, di Zayn e Liam, è nato da uno sguardo complice, da un’intesa.
“In fondo non mi sorprende. A volte penso che forse, all’inizio, è stata la tua ferita ad attrarmi.”
Non è forse così? Quella ferita profonda che spinse Zayn a riversare la sua anima, nella sua camera da letto, incurante di Liam alle sue spalle che osservava e sentiva ogni cosa… Non è stata quella ferita a illuminare Liam, a dargli la forza, la determinazione, quella testardaggine di conoscerlo, ascoltarlo, scoprire ogni sua ombra. Illuminare con la sua luce il nero di Zayn, poco a poco, tra un pugno e una sfida, un bacio e un’ora di indifferenza.
No, no, no. Non piango, non ancora perché non ce la posso proprio fare.
“La costante della mia vita, ovvero quella di far scappare le persone che amavo da me, si stava ripetendo sotto i miei occhi. […] Non bastavo mai e c'era qualcosa di estremamente sbagliato in me, qualcosa che non riuscivo a cambiare tra un organo e l'altro, all'interno del mio corpo.”
Non mi va di dire nulla, questa citazione credo racchiuda tutto ciò che c’è da sapere. Ancora una volta.
Ti ho citata poco in questo capitolo perché ho voluto farti vedere quanto “Che tu sia per me il coltello” calzi perfettamente addosso a Zayn, a Liam.
E come volevasi dimostrare: “Non credo a ciò che è indistruttibile dentro di me, mentre aspiro a quello che si distrugge in fretta fuori di me.”
Zayn vive con questa consapevolezza. Io vivo con questa consapevolezza pressante dentro di me.
Ma visto che ho iniziato questo delirio di recensione parlando del libro di Grossman continuo a farlo dicendoti dell’altro.
Tutti e quattro, nel bene o nel male, sto parlando di Liam e Zayn, Louis e Harry… Ognuno è il luz dell’altro. Anche lontani miglia, su pianeti differenti, in universi paralleli che non si incontreranno mai, ognuno di loro rinascerà grazie all’altro.
E allora, in fine, voglio pensare a Liam che, con un sorriso leggero e sincero sulle labbra, in quel campo lontano di addestramento scrive una lettera a Zayn recitando testuali parole:
“E’ solo un vacanza da me stesso, forse anche da noi due, dal fardello che si è accumulato in questi mesi.”
E pensare a Zayn che, con una lacrima scintillante che nessuno bacerà via dal suo zigomo, con la penna nella sua mano tremante e avvolto nell’ombra della sua camera risponde:
“Lascio ruggire nel mio cuore il tuo nome e se tu fossi qui, adesso, ti abbraccerei con tutte le mie forze.”
Perché l’amore di Zayn, come quello di un altro protagonista di Grossman, somiglia a un cerbiatto e questo nessuno potrà cambiarlo, neppure il tempo e le distanze.
E poi, boh, mentre Harry e Louis scoperanno selvaggiamente al Plaza, Niall pomicerà con El (sempre se il biondo non terrà compagnia a Zayn ma ne dubito)… Mi piace crogiolarmi nell’illusione, nella fantasia di uno Zayn che corre dietro Liam… Non so perché, forse perché io non mi arrendo subito, forse perché siamo così simili che non ce lo vedo a vittimizzarsi ancora e a rigirarsi i pollici…
Forse deciderà di giocare l'ultima carta.
Ti abbraccio Ossimoro.
La tua Chimera, malinconica. |